l robot che abbatte le distanze alla Marcia per la pace

Il robot che abbatte le distanze alla Marcia per la pace
Redattore Sociale del 09/10/2021

PERUGIA. Domenica 10 ottobre a sfilare per la Marcia Perugia Assisi, insieme a volontari e rappresentanti dei centri di servizio ci sarà anche il “robot dell’inclusione” che sarà gambe, occhi e orecchie di Guglielmo Mezzanotte, studente umbro con disabilità che frequenta l’università degli studi di Perugia, e Giampiero Griffo, dell’osservatorio nazionale delle persone con disabilità.
Già utilizzato in scuole, ospedali, università e associazioni il robot dell’inclusione consente a persone, momentaneamente o stabilmente impossibilitate a muoversi fisicamente, di partecipare a qualsiasi evento in “telepresenza”.
La Marcia sarà quindi davvero un’occasione per sperimentare il tema del “prendersi cura” – che è il motto di questa edizione. Grazie a CSVnet, che ha creato connessioni e sinergie virtuose, e la fattiva collaborazione del Csv dell’Umbria, il robot sarà affidato già da sabato dalla società di Torino che lo ha progettato e che è in contatto con Silvia Camillucci del Csv e Andrea Tonucci, dell’associazione Vita Indipendente. Saranno loro ad occuparsi della sperimentazione con Guglielmo, che farà il percorso della Marcia, a distanza ma come se fosse lì, insieme agli amici che la percorrono fisicamente.
Un altro robot sarà messo a disposizione di Giampiero Griffo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità che – grazie alla tecnologia – parteciperà alla chiusura della manifestazione alla Rocca di Assisi e potrà interagire con i presenti.
I robot sono stati forniti gratuitamente dall’istituto Enzo Ferrari di Susa, una delle scuole che da inizio 2021 utilizzano questi strumenti per l’inclusione dei propri studenti.

“Ripartiamo”

“Ripartiamo”: è la Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down
Redattore Sociale del 09/10/2021

ROMA -. “Ripartiamo”: è questo lo slogan scelto per la Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down di quest’anno, che si celebra il prossimo 10 ottobre. “Una parola con dentro un mondo – spiega l’associazione – tesa tra passato, presente e futuro. Ripartiamo è infatti un’incitazione, una determinazione, un auspicio nell’autunno del 2021, il secondo autunno dall’inizio delle pandemia, ancora carico di preoccupazioni e di incertezze, ma pieno anche di speranza che finalmente si possa, appunto, ripartire”. AIPD però ricorda di non essersi mai fermata: “A distanza nei mesi di lockdown, poi subito in presenza, non appena è stato possibile, le attività non sono mai state interrotte. E lo dimostrano i numeri: in questo momento, abbiamo ben 168 progetti attivi, di cui più della metà (93) dedicati a percorsi per l’autonomia: tra questi, 23 percorsi di educazione all’autonomia per adolescenti, 32 ‘Agenzie del tempo libero’ e 16 progetti per pre-adolescenti. Tra le altre attività in corso, ci sono 32 laboratori, 15 attività per bambini e 12 centri diurni. Ora, però, proprio il mese di ottobre, ponte tra l’estate e l’inverno, è il momento dei nuovi inizi e delle nuove partenze”.

Ripartono i ragazzi… 
Si avvieranno in questi giorni nuovi tirocini e inserimenti lavorativi, grazie a progetti e accordi di Aipd nazionale. Emanuele, per esempio, di Aipd Roma, sta iniziando un tirocinio 6 mesi finalizzato ad assunzione presso Leroy Merlin, nell’ambito del progetto “Formidabili”, frutto dell’accordo tra Abile Job, Aipd e Angsa; Alice, anche lei di Aipd Roma, ha iniziato un tirocinio di 6 mesi presso il negozio Adidas di Castel Romano, grazie alla collaborazione Aipd – Adidas.
Ancora, Giorgia e Francesco, di Aipd Taranto e Bergamo, firmano proprio in questi giorni un contratto a tempo determinato di 6 mesi presso C&C Consulting, mentre Claudia, di Aipd Caserta, inizia un tirocinio 6 mesi presso Clayton spa Carinaro. Passando da Sud a Nord, in Trentino Ilaria inizia un tirocinio di 6 mesi presso Decathlon Bolzano, grazie all’accordo ormai consolidato tra Aipd e il marchio sportivo. Partiranno nei prossimi giorni anche altri due inserimenti lavorativi, grazie ad accordi nazionali di Aipd rispettivamente con Decathlon e con Procter&Gamble.

Ripartono gli educatori… 
Si rimettono in marcia anche gli educatori, che pure non si sono mai fermati e continuano a formarsi, per poter accompagnare i giovani con sindrome di Down verso l’autonomia: ben 81 sono gli iscritti al seminario on line l’educazione all’autonomia, provenienti da 22 sedi Aipd e altre 16 organizzazioni, di cui una marocchina (Associazione Down Rabat).

Mentre le coppie costruiscono il loro futuro.
“La ripartenza più bella ed emozionante è quella delle coppie – racconta Aipd – che, dopo mesi di distanza, hanno ripreso a incontrarsi, a vivere esperienze insieme, finalmente a pensare al futuro. Nell’ambito del progetto ‘Amore, amicizia, sesso: parliamone adesso’, finanziato dal ministero del Lavoro, nei mesi estivi gruppi di coppie hanno condiviso una settimana di vacanza in campeggio, sperimentandosi nella loro intimità e autonomia, ma anche confrontandosi all’interno del gruppo. Alcune di queste coppie stanno gettando ora le basi per una vita insieme. Le loro storie, i loro pensieri, i loro sogni sono stati raccolti dal regista Christian Angeli nel docufilm “Come una vera coppia” (produzione Jumping Flea per Aipd), che sarà presentato il prossimo 30 ottobre a Roma (ore 16.30, Auditorium Maxxi, via Guido Reni 4/a).

di Chiara Ludovisi 

“Lo sai che…?”

“Lo sai che…?”: il decalogo per conoscere la dislessia (e sfatare i pregiudizi)
Redattore Sociale

Lanciata nel 2018 con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi specifici dell’apprendimento, la campagna torna per la Settimana nazionale della dislessia (4-10 ottobre). I dieci punti ROMA – Lanciata per la prima volta nel 2018 con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla dislessia e sugli altri Disturbi specifici dell’apprendimento, torna per la Settimana nazionale della dislessia 2021 (4-10 ottobre) la campagna “Lo sai che…?”, promossa da Erickson, in collaborazione con Aid – Associazione Italiana Dislessia Fulcro della campagna di quest’anno, il decalogo “10 cose che una persona con Dsa vorrebbe che tu sapessi” illustrato da Antongionata Ferrari. Dieci punti sviluppati per conoscere il mondo dei Dsa e per valorizzare i punti di forza e le caratteristiche di tutte le persone con Dsa, sfatando pregiudizi e luoghi comuni. Il decalogo sarà veicolato sui canali social e attraverso oltre 50.000 segnalibri resi disponibili in oltre 200 librerie in tutta Italia. Eccolo in dettaglio:

1. I DSA sono una caratteristica
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia) sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e lavorare con i numeri e le quantità in modo corretto e fluente. Si manifestano con l’inizio della scolarizzazione e dipendono da un diverso funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e di calcolo. Queste neurodiversità sono innate e non sono transitorie: è corretto, quindi, considerarle una caratteristica dell’individuo. I DSA non sono causati da un deficit di intelligenza, da problemi ambientali o psicologici e nemmeno da deficit sensoriali.

2. Di dislessia, discalculia, disortografia o disgrafia non ci si ammala, né si guarisce
I DSA non sono una malattia in quanto non sono dovuti a un danno organico, ma un diverso neuro funzionamento del cervello, che rende più complesso e faticoso lo sviluppo delle specifiche abilità (lettura, scrittura, numerazione, etc.), senza tuttavia precluderlo. I DSA accompagnano l’individuo per tutta la vita. Quindi non ci si ammala né si guarisce dai Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Tuttavia, le difficoltà che li accompagnano possono essere compensate.

3. Gli strumenti compensativi non sono un privilegio o una facilitazione
Gli strumenti compensativi sono tutti i mezzi, digitali e non, di cui una persona con DSA può avvalersi per superare le proprie difficoltà nella scrittura, nella lettura e nel lavorare con i numeri e le quantità: sintesi vocale, mappe concettuali, calcolatrice, registratore, etc. Gli strumenti compensativi sono un diritto sancito dalla legge 170/2010, e vengono specificati nel Piano Didattico Personalizzato (PDP) di ogni studente con DSA, a scuola. Il loro utilizzo garantisce pari opportunità di apprendimento e successo scolastico. Per le persone con DSA gli strumenti compensativi sono come gli occhiali per un miope: vanno considerati quindi come un supporto indispensabile, non come un privilegio o un’agevolazione.

4. I DSA interessano circa il 5% della popolazione italiana
Nel nostro paese non esistono dati ufficiali sul numero totale di persone con DSA, anche perché questi disturbi sono diagnosticati in maniera diffusa da meno di 30 anni. Le statistiche fornite dal Ministero dell’Istruzione, che annualmente pubblica un report sugli studenti con DSA nella scuola italiana, ci indicano che gli alunni con certificazione DSA, nell’anno scolastico 2018/2019, erano 298.114, pari al 4,9% del totale degli alunni. Proiettando questa percentuale sulla popolazione nazionale, si può quindi ipotizzare che le persone con DSA in Italia siano quasi 3 milioni.

5. Le persone con Dsa hanno un’intelligenza nella norma o superiore alla norma
Le persone con DSA hanno uno quoziente intellettivo nella norma o superiore alla norma. Questo non significa che siano automaticamente geniali. Le persone con DSA possono eccellere in qualsiasi ambito di studio o professionale, come testimoniano, fra gli altri, Jacques Dubochet, premio Nobel per la chimica 2017 o Philip Schultz, premio Pulitzer per la poesia nel 2008.

6. Non siamo né furbi, né svogliati: siamo persone con Dsa
Spesso gli studenti con DSA si sentono ripetere la frase “è intelligente, ma non si applica”. In realtà, bambini e ragazzi con DSA anzi devono impegnarsi più dei loro compagni di classe per riuscire a svolgere attività semplici e automatiche per la maggior parte degli studenti come leggere, scrivere e lavorare con numeri e quantità. Bisogna evitare di confondere le difficoltà determinate dai DSA con una forma di pigrizia o peggio ancora come stratagemmi astuti per non studiare. Questi stereotipi, infatti, hanno pesanti ripercussioni sulla sfera emotiva delle persone con DSA, in particolar modo sull’autostima.

7. Le persone con Dsa hanno punti di forza e non solo fragilità
Le persone con DSA non hanno solo punti di debolezza, ma anche punti di forza, frutto degli sforzi compiuti nell’individuare uno stile di apprendimento efficace, capace di compensare le difficoltà legate al disturbo. Spesso le persone con DSA sono dotate di talento nell’elaborazione delle informazioni visive, capacità di problem solving, intuizione, creatività e resilienza.

8. Anche se la dislessia è invisibile non significa che le sue difficoltà non esistano
I disturbi specifici dell’apprendimento sono una caratteristica “invisibile”: non sono immediatamente percepibili, e di conseguenza comprensibili, a chi non li vive in prima persona. Vuoi immedesimarti nelle difficoltà che può incontrare una persona con DSA? Prova a scrivere un testo sotto dettatura, con una mano diversa da quella che usi abitualmente (es. con la mano sinistra se sei destro). La difficoltà che stai incontrando è simile a quella di uno studente disgrafico.

9. Negli ultimi anni le certificazioni di Dsa sono aumentate perché questi disturbi, sebbene tuttora sottostimati, sono più diagnosticati che in passato
Ogni anno, quando il Ministero dell’Istruzione diffonde le statistiche aggiornate sugli studenti con DSA in Italia, i titoli dei giornali parlano di “boom di diagnosi” e addirittura di “false diagnosi”. La realtà è che i disturbi specifici dell’apprendimento sono tuttora sottostimati: la crescita del numero di certificazioni, negli ultimi anni, è la conseguenza di una maggiore sensibilità e attenzione al tema dei DSA, che ha portato a un aumento delle diagnosi, che stanno portando alla luce un fenomeno in passato sommerso.

10. Le strategie per rendere la scuola inclusiva per chi ha un DSA possono essere utili anche ad altri studenti
Una didattica è realmente inclusiva quando è capace di rispondere ai bisogni educativi di tutti gli studenti. È quello a cui punta ad esempio il modello pedagogico dello Universal Design for Learning (UDL): realizzare ambienti di apprendimento flessibili, che si possano adattare alle esigenze e agli stili di apprendimento di ogni bambino/a e ragazzo/a. Questo obiettivo si può realizzare attraverso molteplici forme di coinvolgimento, molteplici mezzi di rappresentazione e molteplici mezzi di espressione. Seguendo questa prospettiva, una mappa concettuale non va considerata come uno strumento compensativo riservato gli studenti con DSA ma come un organizzatore grafico dei contenuti, utile all’apprendimento di tutti gli alunni.

Riforme e investimenti

Cuzzupi: riforme e investimenti, belle parole e molte perplessità!

Le indicazioni fornite dal ministro Bianchi, relativamente agli interventi previsti per la scuola nell’ambito del PNRR, devono essere accolte con molta attenzione. Nelle parole del ministro vi sono molte buone intenzioni ma diverse sono le perplessità che suscitano ad un esame più attento.

Su tale questione si è espressa nella solita maniera chiara e diretta il Segretario Nazionale dell’UGL Scuola, Ornella Cuzzupi: “Le dichiarazioni del ministro Bianchi nella parte generale sono ampiamente condivisibili. È fuori da ogni dubbio che se parliamo di interventi massicci e complessivi sul comparto scuola non possiamo che essere d’accordo sulle due grandi componenti individuate: riforme e investimenti. Poi, andando ad analizzare le prospettive indicate per ognuna di esse ci sono elementi sui quali è assolutamente necessaria una maggiore precisione sul metodo che si vuol seguire e sugli interventi da adottare”.

In pratica l’UGL Scuola va oltre le parole e mira decisa ai fatti concreti. “Presentare un Piano di interventi così come è stato fatto, parlare di “riorganizzazione dell’intero sistema didattico” delineando tracce generiche e spesso anche fumose è un esercizio, comprensibile per il momento, ma pur sempre a sfondo propagandistico. Affermazioni come “ridare dignità al mestiere d’insegnate”, “formazione continua”, e “dimensionamento degli istituti, delle istituzioni scolastiche” senza indicare con precisione le logiche sulle quali ci si intende muovere – continua Cuzzupi – sono belle scatole ma con un contenuto piuttosto vago e quindi anche complesso da valutare. Che significa, ad esempio, “dimensionamento delle istituzioni scolastiche”? e ancora, nell’indicare la suddivisione delle risorse, particolare peso è stato dato agli asili nido e alle scuole per l’infanzia. Corretto e valido, ma quando si afferma che questo è “per permettere un’effettiva eguaglianza di genere in tutti i comparti”, beh, allora può sorgere il dubbio che il tutto sia fatto solo per rendere luminosa la vetrina governativa”.

Il Segretario Nazionale non nasconde quindi le sue preoccupazioni: “Oggi la vera esigenza è data dalle strutture scolastiche di ogni ordine e grado, insufficienti e scadenti. Diminuire il numero di studenti per classi, prevedere nuove mense, palestre, laboratori, insomma immaginare la cosiddetta “scuola 4.0” senza un massiccio, immediato, definito e chiaro intervento su una nuova edilizia scolastica nel suo complesso rischia di far diventare questa occasione l’ennesima pezza per tirare a campare. Non ce ne voglia il ministro, ma il passato insegna e mette in guardia. Così, come parlare di nuova didattica, di formazione, di dignità dei docenti mortificati da un contratto penalizzante, di precari in strenua attesa di stabilizzazione, e dimenticare del tutto che il primo passo è riconoscere loro e al personale ATA (del tutto dimenticato) una quantomeno decente retribuzione lo troviamo molto, ma molto sospetto. Se si continua ancora sulla linea del voler fare senza coinvolgere tutti gli attori interessati (e non solo quelli di convenienza) allora è facile che ci troveremo a sprecare l’ennesima occasione! L’UGL scuola su questi temi chiederà formalmente un incontro al ministro, se poi ancora una volta si sfuggirà al confronto, allora vorrà dire che le nostre preoccupazioni non sono campate in aria e ne trarremo le dovute conclusioni, per i lavoratori e per l’intero comparto.”  

Federazione Nazionale UGL Scuola