Dare i voti agli insegnanti? Il piano del ministro Bianchi (che prende tempo: meglio gli ispettori)

da Corriere della Sera

di Gianna Fregonara

Il piano non è di fare dei test Invalsi per gli insegnanti: le ipotesi sono di ripristinare gli ispettori, chiedere all’Invalsi di stilare griglie per la valutazione, e attivare i Comitati di valutazione dei docenti previsti dalla Buona scuola

Voti agli insegnanti, valutazione delle scuole come base per politiche che individuino i problemi e le criticità dei singoli istituti e provino a porre rimedi con iniziativa mirate. Se ne parla da molti anni, già dai tempi della riforma Berlinguer della fine degli anni novanta. Ma bastano poche generiche righe contenute nel programma del ministro Patrizio Bianchi a mettere in allarme i sindacati e un po’ tutto il mondo della scuola. Che cosa vuol fare il ministro quando parla di «garantire una sempre maggiore qualità dell’offerta formativa a studentesse e studenti»?

La rivoluzione

È difficile immaginare che da qui a poco sia in arrivo una rivoluzione nella valutazione dei docenti, visto che al momento non sono in arrivo neppure i fondi che insegnanti e presidi si aspettano per gli aumenti contrattuali . Ma sabato mattina sono stati in molti dal ministero ai sindacati ad avere un brivido lungo la schiena leggendo le anticipazioni di un piano del ministro Patrizio Bianchi per sottoporre gli insegnanti al giudizio dell’Invalsi.

Il ministero ha subito smentito: non c’è niente, alcun piano, per ora si pensa alla legge di bilancio che deve garantire fondi per il rinnovo contrattuale e per il prolungamento dei contratti a termine stipulati per il cosiddetto organico Covid. Persino per ridurre i numeri delle classi pollaio al momento non sono indicati finanziamenti sufficienti nella bozza di bilancio.

Gli ispettori

In realtà alcune generiche parole sul sistema di valutazione degli insegnanti sono contenute nel programma che Bianchi ha presentato al Parlamento dopo la sua nomina. «Occorre promuove e potenziare l’attività di valutazione delle scuole dei dirigenti e del personale scolastico e valorizzarne gli esiti».

Come fare? La proposta indicata è in realtà quella di ripristinare gli ispettori che girino nelle scuole (non ce ne sono praticamente più) facendo un nuovo concorso e stanziando nuovi fondi ma anche di chiedere all’Invalsi e agli altri organismi del sistema nazionale di valutazione di fornire griglie, indicazioni e linee guida per aiutare le Commissioni interne alle scuole a dare i voti alla propria didattica. Bianchi – intervenendo ad un convegno della Cgil qualche giorno fa aveva parlato di un sistema non certo punitivo, ma della necessità di avere dati – sulla preparazione degli studenti ma non solo – per poter poi prendere decisioni che sono comunque politiche.

I comitati di Renzi

Il tema è più che spinoso: ne sanno qualcosa Berlinguer e anche Renzi che nelle loro riforme avevano tentato di introdurre elementi di valutazione nella scuola. Non se lo nasconde neppure il presidente dell’invalsi Roberto Ricci che da direttore dell’istituto ha dovuto per anni superare le diffidenze sui test standardizzati agli studenti. Forse è il momento per riprendere in mano il dossier della Buona scuola che istituisce in ogni scuola il comitato di valutazione dei docenti costituito dal preside da tre docenti e da un rappresentante dei genitori e da un membro esterno individuato dall’Ufficio scolastico.

Dice Mario Rusconi, presidente dell’associazione presidi del Lazio: «Da anni come associazione abbiamo chiesto adeguata valutazione degli insegnanti e dei dirigenti e degli impiegati x un settore che raccogliere un milione di persone che ha solo valutazione sociale, quella scuola è buona quell’altra no. Serve una bussola per riconoscete e valorizzare insegnanti capaci ma mettere gli altri in condizione di poter migliorare».

Concorso ordinario infanzia e primaria entro dicembre 2021: chi partecipa

da OrizzonteScuola

Di redazione

Concorso ordinario infanzia e primaria, dalle prove alla graduatoria di merito: le novità del Decreto Sostegni-bis. Il Ministero dovrà emanare un decreto con le modifiche. Il sottosegretario Floridia ha anticipato che lo svolgimento delle prove è previsto entro dicembre 2021.

Concorso infanzia/primaria: com’era

Gli aspiranti in possesso dei requisiti previsti hanno inoltrato, tramite Istanze Online, entro il 31 luglio 2020,  la domanda di partecipazione al concorso ordinario per la scuola dell’infanzia e primaria (posti comuni e di sostegno), di cui al DD n. 498 del 28 aprile 2020.

In quel decreto il concorso era articolato in:

  • eventuale prova preselettiva
  • prova scritta
  • prova orale
  • graduatoria di merito

Concorso infanzia/primaria: come sarà

L’articolo 58, comma 10, del Decreto sostegno-bis, al fine di assicurare che i concorsi ordinari per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria siano banditi con frequenza annuale, ha previsto uno snellimento delle procedure concorsuali.

Alla luce delle modifiche apportate dal citato Decreto, il concorso ordinario per scuola dell’infanzia e primaria (posti comuni e di sostegno) si articolerà in:

  • un’unica prova scritta con più quesiti a risposta multipla, volti all’accertamento delle conoscenze e competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto per la quale partecipa, nonché sull’informatica e sulla lingua inglese. Non è prevista la pubblicazione anticipata quesiti;
  • una prova orale;
  • valutazione dei titoli;
  • formazione della graduatoria sulla base delle valutazioni della prova scritta, di quella orale e dei titoli, nel limite dei posti messi a concorso.

Quanto alla prova scritta, è contemplata la possibilità, in base al numero di partecipanti, di non farla svolgere per tutti contemporaneamente (relativamente alla medesima classe di concorso/posto), assicurandone comunque la trasparenza e l’omogeneità in modo da garantire il medesimo grado di selettività tra tutti i partecipanti. La prova è valutata al massimo 100 punti ed è superata da coloro che conseguono il punteggio minimo di 70 punti.

Evidenziamo, infine, che, diversamente da quanto previsto dal bando già pubblicato, nella graduatoria di merito vanno inseriti soltanto i vincitori ossia coloro che rientrano nel numero dei posti banditi.

Si partecipa per 11.863 posti, così distribuiti LA MAPPA

Modifiche al DD 498/2020

La modifiche, rispetto a quanto previsto dal DD n. 498 del 28 aprile 2020, relativamente all’articolazione della procedura, avverranno tramite decreto del Ministero dell’istruzione, senza che ciò comporti la riapertura dei termini per la presentazione delle istanze o la modifica dei requisiti di partecipazione. In sostanza, sarà modificata la procedura ma non saranno modificati i titoli d’accesso e non saranno consentite nuove iscrizioni al concorso.

Con decreto del Ministro dell’istruzione, inoltre,  saranno disciplinate:

  • le modalità di redazione dei quesiti della prova scritta anche a titolo oneroso
  • la commissione nazionale incaricata di redigere i quadri di riferimento per la valutazione della prova scritta
  • i programmi delle prove
  • i requisiti dei componenti delle commissioni cui spetta la valutazione della prova scritta e della prova orale
  • i titoli valutabili e il relativo punteggio

Concorso ordinario infanzia, primaria e secondaria: dalle prove all’assunzione in ruolo. FAQ

Quando si svolgerà il concorso

Floridia: “Concorso ordinario entro fine anno. Ho sollecitato Bianchi sul concorso per l’abilitazione”

Nuovo concorso straordinario

Riservato ai docenti con tre anni di servizio nella scuola statale negli ultimi cinque anni, è previsto entro dicembre 2021 per i posti residui dalle immissioni in ruolo 2021/22 con accantonamento dei posti per i concorsi ordinari. Non sappiamo ancora se sarà coinvolta anche infanzia e primaria.

Qui tutte le info sul concorso straordinario

Il Tar accoglie i titoli di sostegno conseguiti all’estero

da La Tecnica della Scuola

“Il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi aventi ad oggetto l’inserimento negli elenchi aggiuntivi dei soggetti possessori di titolo abilitante e specializzazione sul sostegno conseguito all’estero.

Il tribunale – si legge su Aska, – ha accolto l’errata interpretazione fornita dall’Amministrazione circa la normativa, di cui alla nota O.M. 60/2020 e al decreto 51/2021, riguardante la disciplina delle graduatorie provinciali per le supplenze valide per gli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022.

In altri termini, come spiega il legale dei docenti ricorrenti,  l’Amministrazione “illegittimamente negava l’inserimento con riserva dei docenti negli elenchi aggiuntivi della I fascia, in virtù di una interpretazione diversa e maggiormente restrittiva delle regole di partecipazione alla procedura dettate unicamente dall’ordinanza 60 del 2020”. Sono stati accolti anche i ricorsi collettivi.

Dunque ai docenti in questione è stato riconosciuto il diritto di inserimento con riserva negli elenchi aggiuntivi in modo da ottenere le supplenze.

Carta del docente, la petizione dei precari è arrivata a 13 mila firme

da La Tecnica della Scuola

Dal 21 settembre è stata riattivata la funzione Carta del docente, con il caricamento dei 500 euro che i docenti a tempo indeterminato potranno utilizzare nell’a.s. 2021/22 per l’aggiornamento professionale.

La Carta è riservata esclusivamente al personale a tempo indeterminato, essendo esclusi dunque i supplenti.

I docenti precari tuttavia, contestano già da diverso tempo questa differenziazione e hanno lanciato, poche settimane fa, su Change.org, una petizione che ha raggiunto più di 13.000 firme.

I precari hanno diritto alla carta docente come quelli di ruolo, poiché svolgono lo stesso lavoro”, si legge nella pagina della petizione.

Cosa si può acquistare con il bonus carta docente 500 euro

I 500 euro per i docenti si possono spendere in diversi modi:

  • libri e testi, anche in formato digitale, pubblicazioni e riviste comunque utili all’aggiornamento professionale;
  • personal computer, computer portatili o notebook, computer palmari, e-book reader, tablet, strumenti di robotica educativa;
  • software;
  • iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
  • iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale;
  • titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
  • titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
  • iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.

Illegittimi i depennamenti dei docenti assunti con riserva

da La Tecnica della Scuola

Il Tar conferma l’illegittimità della nota Ministeriale sui depennamenti. (Tar Lazio, sentenza n. 10534 del 13 ottobre 2021).

Ancora una sentenza che ribadisce l’illegittimità della nota Ministeriale a firma Filippo Serra  (Nota MPI n.24335 11 agosto 2020) che – nel recare “precisazioni in merito alle istruzioni operative finalizzate alle immissioni in ruolo del personale docente per l’anno scolastico 2020/2021 – dispone il depennamento da tutte le graduatorie per i docenti inseriti con riserva, in caso di esito positivo del periodo di prova.

La nota del Ministero

Secondo il Ministero, la disposizione prevista dall’art. 399, comma 3 bis, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, che dispone: “l’immissione in ruolo comporta, all’esito positivo del periodo di formazione e di prova, la decadenza da ogni graduatoria finalizzata alla stipulazione di contratti di lavoro a tempo determinato o indeterminato per il personale del comparto scuola, ad eccezione di graduatorie di concorsi ordinari, per titoli ed esami, di procedure concorsuali diverse da quella di immissione in ruolo”, trova applicazione, in assenza di un’espressa – diversa – disposizione normativa, anche nei confronti del personale iscritto, con riserva, nelle graduatorie utili ai fini dell’immissione in ruolo e, pertanto anche nei confronti del personale in possesso di diploma magistrale, iscritto nelle graduatorie ad esaurimento con riserva, per effetto di provvedimenti giurisdizionali favorevoli ed immesso in ruolo con clausola risolutiva espressa”.

La nota Ministeriale e l’Ordinanza Ministeriale n.60/2020

La nota del Ministero risulta in palese contrasto con l’OM. n.60/2010.

L’O.M. n.60/2020, recante disposizioni per l’istituzione delle GPS,all’art. 16, comma 3, prevede:

i soggetti immessi in ruolo con riserva possono fare domanda di inclusione nelle corrispettive GPS. L’inclusione diviene effettiva all’esito del relativo contenzioso, qualora lo stesso porti alla risoluzione del contratto a tempo indeterminato”.

Dunque -contrariamente a quanto si legge nella nota ministeriale a firma del dott.Serra-, la conferma in ruolo non determina la decadenza da ogni graduatoria finalizzata alla stipulazione di contratti di lavoro a tempo determinato per il personale del comparto scuola (in questo caso, la GPS), per esplicita disposizione ministeriale.

Una disposizione irragionevole

Applicando le disposizioni ministeriali – i docenti inseriti con riserva, ma poi confermati in ruolo, una volta annullata l’assunzione, perderebbero per sempre la possibilità di continuare ad insegnare, in quanto verrebbero cancellati da tutte le graduatorie.

Invece,  i docenti- ugualmente assunti in ruolo con riserva – che non superano il periodo di formazione e prova, continuerebbero ad avere diritto di essere inseriti nelle graduatorie di concorso e per le assegnazioni delle supplenze.

Principio meritocratico alla rovescia

In pratica, in base alle disposizioni dettate dalla nota ministeriale, i docenti che superano favorevolmente il periodo di prova vengono puniti con la decadenza dalle graduatorie, mentre coloro che non lo superano, conservano il diritto di continuare ad insegnare (!).

Davvero una singolare applicazione del principio meritocratico.

E adesso?

Si ricorda che il Tar Lazio aveva già dichiarata illegittima la nota ministeriale con sentenza n. 2507/2021.

Ciò nonostante, i sindacati – convinti della validità di tale nota- hanno spesso consigliato ai docenti inseriti con riserva nelle Gae di non accettare l’immissione in ruolo.

Non a caso, quest’anno (e ancor più lo scorso anno) di fronte allo spauracchio della cancellazione, si sono verificate centinaia e centinaia di rinunce, con conseguente depennamento degli interessati dalle Gae, senza neppur bisogno di una sentenza negativa.

Si ricorda che una volta immesso in ruolo (sia pure con riserva), il docente, se anche dovesse perdere la causa, avrebbe comunque il diritto di rimanere in servizio fino al 30 giugno.

Viceversa, rinunciando alla nomina, si viene depennati dalle GAE, senza alcuna certezza di avere una supplenza, tanto meno fino al 30 giugno.

Un grave danno che difficilmente potrà essere risarcito.

Dal Rav al Pdm: monitorare gli esiti del Ptof

da La Tecnica della Scuola

Quale sistema di valutazione e di autovalutazione nella scuola dell’autonomia? Come rendicontare in modo adeguato ed efficace? Come produrre miglioramento nell’organizzazione scolastica? Tutti interrogativi che hanno a che fare con la corretta predisposizione del Rav e del Pdm VAI AL CORSO

All’interno del Sistema Nazionale di Valutazione (D.P.R. 80/2013), il miglioramento si configura come un percorso mirato all’individuazione di una linea strategica, di un processo di problem solving e di pianificazione che le scuole mettono in atto sulla base di priorità e traguardi individuati nel RAV, con un approccio dinamico ed olistico che si basa sul coinvolgimento di tutta la comunità scolastica e che fa leva su due dimensioni:

• didattica
• organizzativo/gestionale.

Cos’è il Rav?

Il Rapporto di Autovalutazione (RAV) è un documento che è stato introdotto dal DPR 80 del 28/03/2013.

La corretta predisposizione del RAV (ma anche del PDM) è alla base del processo di miglioramento della scuola, anche in riferimento al monitoraggio degli esiti del PTOF del triennio 2019-2022 (nota MI prot. n. 21627 del 14/9/2021).

Cos’è il Pdm?

Ricordiamo che il Pdm è proprio il percorso (o piano) di miglioramento finalizzato al raggiungimento dei traguardi connessi alle priorità indicate nel RAV.
Il miglioramento è un percorso di pianificazione e sviluppo di azioni dinamiche, che dipendono dal coinvolgimento della comunità scolastica e dalle modalità organizzative, gestionali e didattiche messe in atto dalla scuola dell’autonomia.

Lavorare alla corretta redazione del Rav e del Pdm significa avere chiare le figure di sistema a cui spetta il compito di condividere gli obiettivi e le modalità operative dell’intero processo di miglioramento; di analizzare il report Invalsi; di facilitare l’archiviazione e l’analisi dei risultati del monitoraggio in itinere del PTOF e la definizione di eventuali interventi di reindirizzamento delle azioni di miglioramento previste.

Il corso

Su questi argomenti il corso Dal Rav al Pdm, monitorare gli esiti del Ptof, a cura di Ornella Campo e Giorgio Cavadi, in programma dal 5 novembre.

Obiettivi del corso

Il corso, rivolto a componenti dei NIV e figure di sistema che si occupano di valutazione all’interno della scuola, è finalizzato al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

• Diffondere la cultura della valutazione all’interno del sistema scuola
• Fornire strategie, strumenti operativi e chiavi di lettura per l’elaborazione di valutazione di sistema
• Acquisire competenze professionali nell’analisi del report Invalsi, nella compilazione del RAV e nell’elaborazione di un percorso di miglioramento efficace
• Monitorare le azioni di miglioramento
• Mettere in relazione PTOF, Piano di Miglioramento, RAV e Rendicontazione Sociale
• Raccogliere evidenze e documentazione per la predisposizione della rendicontazione sociale e diffondere i risultati raggiunti dalla scuola agli stakeholder di riferimento.

Run For Autism

Run For Autism edizione 2021 domenica 24 ottobre
Abitare a Roma del 22/10/2021

ROMA. La Run For Autism è una gara podistica di corsa su strada sulla distanza dei 10 km che si svolge a Roma, a conclusione dell’evento nazionale del Progetto Filippide, organizzata da l’A.S.D. Associazione Sportiva e Società – Progetto Filippide Roma con la collaborazione della ASD Forhans Team e con il patrocinio del Comune di Roma, della Fidal Lazio e della Fisdir Lazio organizza l’edizione della “Run for Autism”, corsa su strada competitiva a carattere regionale non.

La Run For Autism è stata ideata dal Progetto Filippide nel 2012, e da allora organizzata regolarmente ogni anno con l’obiettivo di sensibilizzare , informare e porre l’attenzione del mondo sportivo e non, sul tema dell’autismo. A tutt’oggi risulta essere l’unica gara podistica interamente e unicamente dedicata alla sensibilizzazione sull’autismo non solo in Italia, ma in Europa. Coinvolge tutti gli atleti delle varie sezioni regionali del Progetto Filippide, delegazioni provenienti dai Paesi dell’Unione Europea che parteciparono al progetto ECAP (European Competition for Autistic People nel 2017), associazioni genitoriali, Istituti scolastici e moltissime società podistiche amatoriali di Roma, è infatti, una corsa integrata, dove atleti con autismo e atleti neuro-tipici corrono insieme, affrontando le stesse fatiche, condividendo le stesse emozioni.

Finalità di questa manifestazione è sensibilizzare , informare e porre l’attenzione del mondo sportivo e non, sulla rilevanza sociale dell’autismo. Lo scopo finale è dimostrare come attraverso la promozione e l’implementazione della pratica sportiva, per mezzo di una attività strutturata, si possa fornire ai soggetti interessati, affetti da disturbi dello spettro autistico, la possibilità di far emergere, rafforzare le abilità e le competenze possedute , migliorare le proprie capacità e potenzialità e la loro percezione.

Il “Progetto Filippide” è una derivazione dell’Associazione Sport e Società, Società Sportiva Dilettantistica, affiliata alla Fisdir e riconosciuta dal Comitato Italiano Paralimpico che svolge attività di allenamento e preparazione a competizioni sportive, con soggetti affetti da autismo e sindromi rare ad esso correlate. Lo sport, è riconosciuto dal mondo medico-scientifico come efficace strumento riabilitativo e terapeutico per tutti i disabili intellettivi e relazionali. La partecipazione a competizioni sportive in particolare, risulta determinante al fine di acquisire maggiore consapevolezza dei propri limiti psicofisici, di qualsiasi grado, nel tentativo di superarli. I benefici derivanti dallo sforzo atletico, insieme ad una complessiva gratificazione personale, determinata dai momenti di integrazione e socializzazione che lo sport offre, rappresentano la sintesi delle nostre attività.

Il Progetto Filippide, come laboratorio di ricerca e sviluppo di modalità innovative rivolte al trattamento della sindrome autistica e come centro sportivo d’eccellenza per le disabilità intellettive e relazionali, nasce a Roma grazie al convinto sostegno ed al contributo del Comune di Roma – Assessorato alle Politiche sociali – Ufficio Handicap. Tale sostegno è iniziato nel 2002 e prosegue tuttora. Ogni giorno, decine di ragazzi e ragazze disabili trovano la loro identità come atleti, relazionandosi alla pari con sportivi professionisti e non. In ambienti e strutture pubbliche totalmente integrate al contesto sociale, gli atleti del Progetto Filippide si preparano con costanza e coraggio agli appuntamenti sportivi in calendario.

di Aldo Zaino