Il DDL Bilancio 2022

Il DDL Bilancio 2022: le puntualizzazioni dell’ANP

Il Consiglio dei Ministri, il 28 ottobre, ha approvato il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e il Bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024.

Il documento sarà a breve sottoposto a dibattito parlamentare e l’ANP ritiene necessario che, in tale occasione, sia valutata approfonditamente l’allocazione delle risorse economiche indispensabili non solo alla serena prosecuzione dell’anno scolastico ma anche, e soprattutto, al perseguimento di obiettivi strategici di medio e lungo raggio.

Nella prima prospettiva, chiediamo che siano prorogati fino al termine delle lezioni anche i contratti destinati al personale ATA e non solo quelli riservati al personale docente. Devono infatti essere le scuole, nella loro autonomia e in base alle proprie necessità, a poter continuare a decidere quale personale aggiuntivo assumere.

Nella seconda prospettiva, l’aumentato carico di lavoro e di responsabilità ad esso connesse – la pandemia ne ha significativamente amplificato le dimensioni, investendo persino l’ambito sanitario – esige il pieno riconoscimento, anche in termini retributivi, del ruolo del dirigente scolastico. L’ANP chiede, dunque, che sia congruamente incrementato il FUN per proseguire il processo di armonizzazione economica rispetto ai dirigenti della medesima area contrattuale, oltre che per valorizzare l’enorme impegno profuso dai colleghi durante la pandemia, senza sottrarsi ad alcuna responsabilità.

D’altra parte, tutti i lavoratori della scuola si aspettano il giusto riconoscimento economico per la professionalità messa in campo al fine di garantire la piena funzionalità delle scuole anche nel contesto emergenziale.

Da questo punto di vista, riteniamo del tutto inadeguati gli stanziamenti effettuati in vista dei rinnovi contrattuali e riteniamo che debbano essere incrementati adeguatamente.

Sempre in prospettiva di scelte strategiche, è a nostro avviso arrivato il momento di mettere fine alla criticità delle reggenze che, inevitabilmente, privano le scuole della continuità necessaria a perseguire gli obiettivi formativi loro propri. Intervenire sulla razionalizzazione della rete scolastica diventa prioritario anche nell’ottica della progressiva denatalità: ogni scuola deve avere un proprio dirigente e un proprio DSGA per poter realizzare detti obiettivi, là dove la reggenza – come noto – non induce a compiere scelte nodali per l’utenza e per il territorio. L’attuazione delle previsioni dell’art. 1, c. 978 della Legge 178/2020, limitata al solo anno scolastico 2021/2022 e non almeno ad un intero triennio, come richiesto dall’ANP, ha prodotto d’altronde esiti opposti a quelli perseguiti dal legislatore. È necessario, quindi, un intervento strutturale che risolva la questione in via definitiva.

L’ANP, in conclusione, chiede con forza che il dibattito parlamentare prenda davvero in considerazione il potenziamento della qualità del servizio scolastico: questa è la scommessa su cui il Governo, anche in coerenza con le missioni del PNRR, è chiamato a investire.

Organizzazione scolastica ed apprendimento organizzativo

Organizzazione scolastica ed apprendimento organizzativo
Una sfida per il governo dell’incertezza, tra flessibilità, creatività ed accomodamento situazionale

di Emmanuele Roca

Ogni scuola ha una propria organizzazione costituita dall’insieme delle sue risorse, materiali e immateriali, e dalla loro specifica configurazione strutturale-funzionale finalizzata al raggiungimento degli obiettivi educativi di apprendimento e di crescita sociale, così come previsti dal legislatore, nell’erogazione di un servizio pubblico di istruzione.
Romei (2000) definisce l’organizzazione come un costrutto artificiale, una modalità del comportamento umano correlata alla necessità dell’agire di fronte alla complessità della realtà da gestire e che viene esplicitata – in una serie interrelata di agenti ed azioni, sulla base dell’individuazione di nessi di casualità/sequenzialità – e codificata in una struttura funzionale dotata di senso logico-operativo che consenta di governare i processi. Essa è al tempo stesso “trama”, “artificio” e “scommessa”: “trama” in quanto studia e rappresenta la realtà nella selezione di variabili dotate di senso; “artificio” perché rappresenta la risposta alla gestione sociale della propria mission con l’adozione di una architettura logistica e schemi operativi che orientano l’azione nel controllo/regolazione dei processi; “scommessa” in quanto scelta della particolare combinazione di risorse (umane, finanziarie, strumentali, temporali, ecc.) che consente di perseguire un determinato risultato nell’ambito di una vision comune.
Si potrebbe affermare che quando le persone pensano e apprendono all’interno di un’organizzazione, anche l’organizzazione stessa apprende; infatti, parte delle idee e degli apprendimenti potrebbe acquistare autonomia rispetto agli autori stessi, essere condivisa ed incidere sulla cultura lavorativa in modo da diventare memoria organizzativa. Occorre però precisare che la conoscenza del singolo è per sua natura “tacita”, ovvero personale, maturata in un determinato contesto esperienziale e sottesa al proprio background culturale; tale conoscenza per essere maggiormente utile all’organizzazione e poter diventare patrimonio comune deve diventare “esplicita” attraverso il confronto e la sua codifica formale.
Se non si passa dalla conoscenza “tacita” del singolo a quella “esplicita” e condivisa non potrà esserci un vero sviluppo dell’organizzazione; infatti, la capacità di una organizzazione di “agire” sulle proprie risorse in termini di conoscenze e competenze possedute dai singoli, coordinarle efficacemente, predisponendone l’implementazione, favorendo lo sviluppo di buone pratiche e la codifica di strategie condivise, condiziona lo sviluppo dell’apprendimento organizzativo dell’organizzazione stessa. Le organizzazioni devono provvedere a “fare agire” le conoscenze che acquisiscono ed incorporarle in strategie e pratiche codificabili e condivise; ciò costituisce il modo in cui l’organizzazione esegue i compiti complessi cui è preposta.
Molteplici sono le tipologie organizzative che possono realizzarsi all’interno di una comunità scolastica; infatti, se da un lato si potrebbe attenzionare prevalentemente la razionalità tecnica e l’efficienza e l’efficacia dei processi e dei servizi offerti (modello classico di organizzazione), dall’altro non si può prescindere dalla qualità delle relazioni umane che costituiscono le strutture informali dell’organizzazione stessa e che sono in grado di incidere e condizionare la qualità delle strutture formali (modello delle relazioni umane). Inoltre, è anche possibile considerare l’organizzazione come un sistema aperto costituito da un insieme di parti interrelate ed in rapporto con l’ambiente esterno e capace di autoregolazione (modello sistemico) ed orientato al perseguimento costante della qualità, percepita come soddisfazione di tutti gli stakeholders (modello della qualità totale).
Per Zan (2011) la scuola si configurerebbe come una organizzazione a maglie larghe (“loose coupling”) dove le relazioni tra le varie componenti si caratterizzano per complessità, variabilità e debolezza.
Il management scolastico, la strutturazione delle attività di ricerca e sviluppo, la configurazione delle azioni di monitoraggio, lo stile di coordinamento professionale, l’autovalutazione dei processi e la pianificazione e l’attuazione delle azioni di miglioramento, la tipologia e qualità dei servizi erogati, la strutturazione e la fruibilità degli spazi, la pianificazione del potenziamento delle strutture tecnologiche, la tempistica operativa degli organismi collegiali, delle commissioni e dei gruppi di lavoro, il tempo scuola, le caratteristiche di contesto e le necessarie modalità di adattamento delle didattiche, le attenzioni al clima lavorativo ed alle opportunità di crescita professionale, ecc., costituiscono le componenti del profilo organizzativo di ogni scuola.
Peraltro, la liquidità e mutevolezza della società e dei contesti e l’evenienza pandemica da Covid-19 ha posto nuove sfide alle organizzazioni scolastiche sia nell’attrezzarsi a fronteggiare la diversità delle situazioni e la molteplicità dei problemi, sia nell’adeguarsi ai cambiamenti delle prescrizioni normative e legislative che si stratificano nel tempo in un quadro non sempre organico.
Di fronte a questa crescita esponenziale del grado di complessità non è pensabile che la scuola adotti un modello organizzativo prestabilito, ma occorre sviluppare capacità organizzative che sappiano promuovere autonomia, creatività e flessibilità con l’orientamento al grado di soddisfazione di tutti gli stakeholders. Per Malizia e Tonini (2020, 2015), attualmente “nessun modello è in grado di soddisfare tutte le esigenze di una domanda educativa complessa … per cui prevale nella letteratura il favore per una molteplicità di formule e di strategie”.
Al fine di migliorare l’organizzazione scolastica occorre sviluppare un apprendimento organizzativo costante, situato e calato nella propria realtà. Di fronte al presentarsi di situazioni problematiche come la mancata corrispondenza tra i risultati attesi e quelli ottenuti, i diversi attori dell’organizzazione scolastica dovrebbero attivare momenti comuni di riflessione per prendere coscienza del dato di fatto, studiarne le variabili di contesto e formulare ipotesi di lavoro che consentano di modificare atteggiamenti, azioni, approcci metodologici e processi nel tentativo di fare meglio allineare i risultati con gli obiettivi prefigurati, in un’ottica di miglioramento continuo.
Tuttavia, la cultura organizzativa non nasce dal nulla ma deve essere in qualche modo orientata e stimolata; pertanto, risultano di estrema importanza i seguenti fattori: l’azione della dirigenza scolastica; la condivisione dei valori dell’organizzazione; l’adozione di una adeguata leadership distribuita tra i diversi attori del mondo della scuola; il ruolo delle figure del middle management; la valorizzazione ottimale delle risorse umane e l’attenzione ai criteri di selezione delle figure di sistema; la qualità dei processi di condivisione e collaborazione; le misure messe in atto dalla scuola per favorire i processi collaborativi ed il grado di consapevolezza dell’assioma “agiamo al meglio quando impariamo gli uni dagli altri e otteniamo il massimo quando collaboriamo” (come accade nella progettazione curricolare condivisa, nella diffusione delle buone pratiche, nell’opportunità offerta dall’osservazione reciproca, ecc.); la propensione all’autoriflessione sulle modalità dell’azione didattica e sulle ricadute che essa determina sul piano degli apprendimenti; la promozione di una collegialità significativa (Roca, 2021); la disponibilità a riformulare gli ambienti di apprendimento in un’ottica organizzativa e a favore dell’inclusione; la cura per la documentazione e per il monitoraggio al fine di costruire una memoria della scuola; ecc.
Anche il gruppo di lavoro “Scuola” che costituisce (insieme ad altri specifici gruppi di lavoro) un forum di discussione e scambio di idee e buone pratiche per conto della Commissione Europea, nell’ambito della cooperazione nel settore dell’istruzione e della formazione (ET 2020), ha attenzionato il concetto di scuole come organizzazioni che apprendono affinché possano sostenere un processo decisionale efficace in modo da offrire al contesto locale un supporto di indagine e di sviluppo continuo.
Tiriticco e Silvestri (2021) hanno offerto alcune riflessioni sull’importanza del middle management per la qualità del servizio scolastico e l’attivazione dei processi di miglioramento organizzativo, auspicando per le figure di sistema un adeguato riconoscimento giuridico e contrattuale.
La predisposizione e l’attuazione del Piano di Miglioramento (PdM) di ogni singola scuola rappresenta un banco di prova per favorire lo sviluppo di una cultura organizzativa diffusa ed incentrata sul miglioramento continuo attraverso il coinvolgimento della comunità scolastica, con l’attuazione di azioni aventi diretta ricaduta sui processi e sugli apprendimenti secondo la prospettiva del modello PDCA (Plan Do Check Act) teorizzato da Deming. Tuttavia la predisposizione del PdM potrebbe costituire, purtroppo come a volte capita, solo una sorta di declaratoria formale senza che vi sia una reale condivisione nell’attuarlo o nel realizzare il suo puntuale monitoraggio; a ciò può porsi riparo “favorendo”, sul piano della professionalità, l’azione e la testimonianza virtuosa di alcune figure di insegnanti con responsabilità sovraindividuali che operano nell’ottica del miglioramento e della promozione della cultura organizzativa come anche l’azione efficace del Nucleo Interno di Valutazione (NIV). Tale organo svolge un ruolo insostituibile in ordine non solo ai processi di autoriflessione e autovalutazione (per la predisposizione del RAV) ma anche in merito all’individuazione dei possibili ambiti su cui focalizzare le azioni di miglioramento.

Bibliografia

EUROPEAN COMMISSION, “Istruzione e formazione 2020. Conclusioni dei gruppi di lavoro ET 2020 (2016-2017)”, 2019.

NARDI A., ROSSI F., TOCI V., “Le dimensioni dell’innovazione: un framework per la valutazione dei processi di innovazione scolastica”. IUL Research 1(1), 2020, 145.

MALIZIA G., TONINI M., L’organizzazione della scuola e del CFP alla prova della pandemia del Coronavirus. Una introduzione, Milano, Franco Angeli, 2020.

MALIZIA G., TONINI M., Organizzazione della scuola e del CFP. Una introduzione, CNOS-FAP, Roma, 2015.

ROCA E., “Collaborazione professionale e collegialità significativa. Aspetti strategici per la scuola, tra continuità e miglioramento”. Educazione&Scuola (ISSN 1973-252X), 2021, XXVI, 8.
https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=147337

ROMEI P., L’organizzazione come trama. Fondamenti per la conoscenza e lo studio dei fenomeni organizzativi, Padova, CEDAM, 2000.

TIRITICCO M., SILVESTRI A., “Il middle management”. Educazione&Scuola (ISSN 1973-252X), 2021, XXVI, 9.
https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=148196

ZAN S., Le organizzazioni complesse. Logiche d’azione dei sistemi a legame debole, Roma, Carocci, 2011.

In piazza il 19 Novembre

Scuola. Studenti in piazza il 19 Novembre: “Stanchi di parole e pochi fatti, scendiamo in piazza per dire che il futuro è nostro.”

Gli studenti e le studentesse lanciano la mobilitazione generale per il 19 Novembre. A promuoverla la Rete degli Studenti Medi, che insieme a molti collettivi e coordinamenti territoriali ha deciso per la mobilitazione dopo una giornata di discussione in Assemblea Nazionale domenica scorsa con più di duecento studenti da tutta Italia. Al centro delle rivendicazioni degli studenti la scuola pubblica ma non solo, con critiche alla gestione dell’emergenza climatica e alla questione del lavoro precario.

“Queste settimane abbiamo cercato un confronto col Ministero dell’Istruzione e col Governo, per rappresentare le esigenze di studenti e studentesse sull’utilizzo del PNRR e sui tanti temi che colpiscono la nostra generazione” – spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi – “Alle nostre richieste non è seguito nulla. I temi su cui vogliamo risposte sono tanti e urgenti, non possiamo aspettare ancora. Il 19 Novembre saremo nelle piazze di tutta Italia per chiedere che si apra un confronto vero col Governo e col Ministero sui temi dell’utilizzo del PNRR sulla scuola pubblica, per trovare soluzioni per il lavoro precario che uccide la nostra generazione, per intervenire subito sulla questione della Salute Mentale e tanto altro. Abbiamo le idee chiare e molte proposte, serve ripartire da noi e della nostra idee: devono ascoltarci perché vogliamo costruire la società in cui studiare, lavorare e vivere. Il 19 Novembre in piazza per gridare che il futuro è nostro e che occorre ripartire da zero.”

La Rete degli Studenti Medi scenderà in piazza nelle principali città italiane, da Roma a Trento, da Firenze a Palermo.

“Siamo la generazione che rischia di subire le conseguenze peggiori dalla pandemia, sia in termini formativi sia in termini psicologici e materiali. Serve mettere mano al sistema d’istruzione così come lo conosciamo, a partire dalle questioni più concrete e immediate, come il trasporto pubblico locale e l’edilizia scolastica, sia in termini di messa in sicurezza degli edifici sia in termini di efficientamento energetico, ma senza dimenticare che la scuola richiede cambiamenti radicali nel suo complesso, che modifichino l’impostazione anacronistica a inadeguata della didattica nel nostro paese, andando a mettere al centro del processo educativo lo studente e i suoi bisogni” conclude Biancuzzi.

Nota 2 novembre 2021, AOODGOSV 26620

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione
e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta AOSTA
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo e del secondo ciclo di istruzione LORO SEDI
e.p.c. All’Ufficio del Consigliere Diplomatico SEDE
Al Capo Dipartimento SEDE
Al Capo Ufficio Stampa SEDE
Alla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ROMA

OGGETTO: SEMINARIO NAZIONALE Le Scuole Associate dell’UNESCO ASPnet per la RiGenerazione – 4 novembre 2021 ore 14.30-17.30 – Piattaforma digitale

Nota 2 novembre 2021, AOODGSIP 2496

Ministero dell’istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico

Alle Istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado
e p.c. Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione dpit.segreteria@istruzione.it
Al Capo Dipartimento per l’informazione e l’editoria Via della Mercede 9 00187 Roma segreteriacapodie@governo.it
Alle Direzioni Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Alla Provincia Autonoma di Trento Servizio istruzione TRENTO All’Intendenza scolastica per la lingua italiana –BOLZANO All’Intendenza scolastica per la lingua tedesca – BOLZANO All’Intendenza scolastica per la lingua ladina – BOLZANO Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta – AOSTA

Oggetto: PROROGA – Presentazione delle istanze per l’accesso ai contributi previsti dall’articolo 1, commi 389 e 390, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 – interventi di competenza della Presidenza del Consiglio dei ministri nell’ambito delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione destinati alle istituzioni scolastiche statali e paritarie – E.F. 2021

La scuola: quale futuro dopo la pandemia

Nota 22 ottobre 2021, AOODGOSV 2558
CONVEGNO DI STUDI La scuola: quale futuro dopo la pandemia. Innovare, progettare, sperimentare: proposte e percorsi – 2 novembre 2021 ore 9.00-13.00 – Bologna, Opificio Golinelli e Piattaforma digitale


La scuola: quale futuro dopo la pandemia

Fondazione Golinelli e Ministero dell’Istruzione propongono
una riflessione sulla scuola, luogo di formazione, incontro e umana disciplina,
Opificio Golinelli di Bologna e in diretta sul canale YouTube di Fondazione Golinelli

2 novembre 2021 ore 9

Come sarà la scuola nell’era d.C. (dopo Coronavirus)? Che ruolo potrà assumere dopo le difficoltà incontrate durante la pandemia? Tornerà a essere una palestra di vita per le giovani generazioni? Le tecnologie digitali esistenti sono sufficienti per supportare gli insegnanti nel percorso di formazione o è necessario sviluppare strumenti più innovativi? Quanto influisce lo spazio fisico nei luoghi dell’apprendimento?

Per rispondere a questi interrogativi Ministero dell’Istruzione e Fondazione Golinelli hanno chiamato a raccolta martedì 2 novembre a Bologna studiosi e formatori, psicologi e neuropsicologi, scienziati e architetti. All’Opificio Golinelli di Bologna dalle ore 9 alle ore 13.30 si terrà il convegno La scuola: quale futuro dopo la pandemia. Innovare, progettare, sperimentare: proposte e percorsi, il primo evento promosso dalle due istituzioni a cui faranno seguito incontri a cadenza annuale per riflettere sul futuro della scuola e sulla scuola del futuro. Potrà essere seguito in diretta da tutta Italia anche online sul canale YouTube di Fondazione Golinelli.

Figure di primo piano del mondo della cultura e dell’istruzione si confronteranno su un nuovo modello di scuola, affrontando il tema da diversi punti di vista, dai nuovi paradigmi dell’apprendimento alle strutture e all’architettura scolastica, dal necessario potenziamento delle discipline STEAM al ruolo strategico degli insegnanti e a quello delle nuove tecnologie a sostegno delle attività didattiche.

È oggi necessario cogliere l’occasione della ripartenza per trovare le giuste risposte ai problemi che attraversano la scuola italiana, poiché un Paese senza cultura, senza ricerca e con una scuola debole è un Paese senza futuro. Obiettivo di Fondazione Golinelli e del Ministero dell’Istruzione è promuovere una riflessione sul ruolo cruciale che la scuola post pandemia potrà assumere nel preparare le giovani generazioni alle sfide, talvolta imprevedibili, del futuro. La nuova scuola, oltre a sfruttare le potenzialità delle tecnologie digitali più all’avanguardia, dovrà proporre nuovi paradigmi di apprendimento con un percorso continuo di aggiornamento per gli insegnanti che preveda proposte di innovazione didattica e metodologica.

«Questi anni di pandemia hanno posto al centro del dibattito pubblico l’importanza della scuola, intesa come luogo di formazione, di incontro, di umana disciplina ̶ dichiara Andrea Zanotti, Presidente di Fondazione Golinelli. Il lungo periodo di DAD ha messo a dura prova il sistema scolastico e, le tecnologie, seppure ormai imprescindibili per potenziare la didattica, hanno rivelato gravi limiti nel coinvolgimento di studenti e studentesse. È quindi indispensabile recuperare l’essenza della didattica in presenza e il valore del processo di formazione inteso nella sua globalità, ma allo stesso tempo pensare a nuovi tools innovativi e applicazioni di Realtà virtuale e aumentata che siano al servizio della didattica e dell’individuo nel processo di apprendimento» conclude Zanotti.

IL PROGRAMMA

Dopo i saluti istituzionali del Presidente di Fondazione Golinelli Andrea Zanotti e del Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Ministero dell’Istruzione, Stefano Versari, si entrerà nel vivo dei lavori.

Non basta cliccare, bisogna esserci è il titolo dell’intervento di Andrea Zanotti, docente di Diritto canonico e diritto ecclesiastico dell’Università di Bologna, che, inspirandosi al claim di Fondazione Golinelli “be intelligent, be there” sosterrà l’importanza della scuola intesa come luogo fisico, di incontro e trasmissione. Zanotti proporrà un modello di educazione e formazione che risponde all’esigenza di diffondere una visione nuova di trasmissione del sapere.

Perché è fondamentale l’educazione nella formazione degli individui? Ne parlerà Adriano Fabris, docente di Filosofia morale dell’Università di Pisa. La creazione di una consapevolezza di sé adulta nelle nuove generazioni permette di formare cittadini capaci di contribuire alla costruzione di una civiltà della conoscenza ma anche della comprensione, in cui tutte le qualità umane concorrano alla sua realizzazione.

Dopo i due speech introduttivi, il convegno si articolerà in tre grandi temi.

Su Nuovi paradigmi di apprendimento: ricerca, internazionalizzazione, innovazione si confronteranno Andrea Cavalli, Vice Direttore dell’Area “Computational Sciences” dell’Istituto Italiano di Tecnologia e docente di Chimica farmaceutica all’Università di Bologna, che parlerà di  come l’avvento dei big data stia avendo un impatto importante sulla nostra vita a vari livelli; Giovanni Boniolo, docente di Filosofia della scienza e Medical Humanities dell’Università di Ferrara, che illustrerà come ripensare in termini contemporanei, con un approccio che colleghi discipline umanistiche e scientifiche, ciò che è in passato costituiva la base dell’insegnamento scolastico, le arti del trivio; e Marina De Rossi, docente di Didattica e Pedagogia speciale all’Università di Padova, che analizzerà come l’emergenza sanitaria abbia messo al centro, anche in campo didattico, la riflessione sul paradigma della sostenibilità connesso alle istanze innovative dell’integrazione del digitale nella didattica tradizionale.

Tre architetti saranno protagonisti del dibattito sul Nuovo modo di immaginare, progettare e costruire i luoghi dell’apprendimento: Mario Cucinella, architetto di fama internazionale che mette al centro del suo lavoro la sostenibilità ambientale e oggi presiede il gruppo di lavoro “Architettura Terzo Educatore” della Regione Emilia-Romagna dedicato all’edilizia scolastica; Simone Gheduzzi di Diverserighestudio, che svolge attività di ricerca multidisciplinare, dando forma all’incontro tra differenti saperi; Francesco Bombardi, architetto di ambienti di apprendimento sperimentali ed EdTech. Per troppo tempo nella progettazione delle scuole si è fatto coincidere il luogo educativo con una norma priva di qualità e bellezza. I tre relatori si confronteranno su come gli edifici scolastici del futuro possano acquisire una nuova dimensione simbolica attraverso la valorizzazione del ruolo della bellezza, della sicurezza e della sostenibilità.

Inoltre l’evento sarà occasione per presentare al pubblico il Protocollo d’intesa sottoscritto tra il Ministero dell’Istruzione e Fondazione Golinelli, Innovazione didattica, formazione, ricerca, sperimentazione e diffusione della cultura scientifica e tecnologica nella scuola, per la società della conoscenza. Sarà illustrato da Maria Assunta Palermo, Direttrice generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del Ministero dell’Istruzione.

Anna Brancaccio e Carla Guetti del Ministero dell’Istruzione ed Eugenia Ferrara, Vice Direttrice di Fondazione Golinelli, parleranno dei nuovi percorsi di formazione per insegnanti incentrati sul potenziamento delle materie STEAM e sulla loro integrazione e interdisciplinarità. Saranno presentati Il Design dell’esperienza scientifica” per sviluppare nelle scuole esperienze pratiche di ricerca scientifica, e “Community of Inquiry: dal laboratorio di scienze alle pratiche filosofiche” che esplora le interconnessioni tra sapere filosofico e scientifico con l’obiettivo di promuovere un approccio interdisciplinare all’insegnamento.

Il forum di riflessione si concluderà con l’intervento di Antonio Danieli, Vice Presidente e Direttore generale di Fondazione Golinelli, che racconterà l’esperienza pluriennale della Fondazione presentando il denso programma di attività per tutti i protagonisti del mondo della scuola.

La partecipazione in presenza è libera fino a esaurimento posti, ma è necessaria la prenotazione, in alternativa è possibile seguire l’evento sul canale YouTube di Fondazione Golinelli, con accesso libero tramite l’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=ZIx67YJOGU4

Info e prenotazioni su:

https://www.fondazionegolinelli.it/it/news/convegno-di-studi-la-scuola-quale-futuro-dopo-la-pandemia

Ulteriore materiale è disponibile al link: https://bit.ly/3bcriOF