Global Education Meeting 2021

L’Istruzione è la chiave per superare le grandi sfide che stiamo affrontando. Dobbiamo riconoscerle questo ruolo, investire sempre di più in questo settore”

“L’Istruzione è la chiave per superare le grandi sfide che stiamo affrontando: la pandemia, i cambiamenti climatici, le disuguaglianze e la povertà sociale ed economica. Dobbiamo riconoscerle questo ruolo, investire sempre di più, sostenere l’UNESCO che, con la sua azione, richiama tutti i Paesi a una maggiore attenzione alle politiche educative, in termini di stanziamento di risorse finanziarie e di capitale umano. Questo significa che ogni governo deve passare dagli interventi per fronteggiare le crisi a quelli per prevenirle, per gestire i cambiamenti e proteggere il nostro futuro dai rischi. Abbiamo bisogno di un approccio coordinato e di interventi per chi è più svantaggiato, per gli studenti e le scuole più emarginati. Combattere la povertà educativa è combattere la povertà futura”. Così il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervenendo questo pomeriggio a Parigi nella sessione “Invest in education – a global mobilization for COVID-19 recovery and the futures of education” al Global Education Meeting 2021 organizzato dall’UNESCO e dal Governo francese nell’ambito della quarantunesima Sessione della Conferenza Generale dell’UNESCO.

L’incontro – al quale sono stati invitati a partecipare Capi di Stato e di Governo e Ministri dell’Istruzione, oltre ad alcuni Ministri delle Finanze e della Cooperazione allo sviluppo – è stato l’occasione per stimolare gli impegni politici globali a un maggiore investimento nelle politiche dell’Istruzione, per favorire una rapida ripresa dalla crisi pandemica e per accelerare il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU in tema di educazione e istruzione. Ad aprire i lavori Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO, il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, la Presidente della Repubblica Federale Democratica di Etiopia e Presidente della Commissione Internazionale per il Futuro dell’Istruzione, Sahle-Work Zewde, il Presidente della Namibia, Hage Geingob, e la Primo Ministro tunisina, Najla Bouden Romdhane.

Al termine dell’evento i Paesi membri hanno adottato la “Dichiarazione di Parigi”, attraverso la quale hanno ribadito l’impegno a sostenere i finanziamenti per garantire un’Istruzione di qualità, inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti.

L’iniziativa è stata, inoltre, preceduta dal lancio della Relazione della Commissione Internazionale per il Futuro dell’Istruzione “Reimagining our Futures Together. A new social contract for education”, che invita i governi e i cittadini a elaborare un nuovo contratto sociale per l’istruzione sulla base di due principi fondativi: assicurare il diritto a una formazione di qualità per tutto l’arco della vita e rafforzare il ruolo dell’Istruzione come bene pubblico e comune, rinnovando l’impegno a una più giusta ed equa collaborazione mondiale tra gli attori statali e non statali.

“Governi, comunità e cittadini: tutti dobbiamo unire i nostri sforzi in un’alleanza solida, superando i contrasti e ricostruendo il tessuto delle relazioni, per definire un nuovo contratto sociale che abbia al centro l’educazione. L’Istruzione non si limita a rispondere a un mondo che cambia: può trasformarlo, può plasmare il futuro dell’umanità e del pianeta”, ha concluso il Ministro Patrizio Bianchi, che a margine della giornata ha incontrato il Ministro dell’Istruzione Francese Jean-Michel Blanquer per discutere i dossier di cooperazione bilaterale e multilaterale che vedono Italia e Francia impegnate insieme, in vista anche del semestre francese di Presidenza dell’Unione europea.

#IOLEGGOPERCHÉ:

#IOLEGGOPERCHÉ: Un’edizione da record

3,4 milioni di studenti coinvolti, 20.388 scuole, 2.743 librerie

Più di 1 scuola italiana su 3 iscritta all’edizione 2021

Dal 20 al 28 novembre doniamo tutti un libro alle scuole:

“Ripartiamo dai libri!” per contrastare la povertà educativa

Levi (AIE): “Libri e lettura segnano la ripartenza”

Il Ministro Franceschini: “Oltre allo straordinario aiuto volontario dei cittadini, ci sia anche un contributo dello Stato per incrementare il patrimonio delle biblioteche scolastiche”

Il Ministro Bianchi: “Una biblioteca in una scuola è un presidio di democrazia, tutti vi possono accedere, senza distinzione. Per questo è importante continuare a sostenerle”

Al via dal 16 novembre la campagna di comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Informazione ed Editoria

Il Sottosegretario Moles: “Donare libri alle biblioteche scolastiche è un’azione da promuovere sempre e sempre di più. Lo farò anche io”

Milano, 10 novembre 2021 – #ioleggoperché è alle porte con la sua edizione record: sono 3.410.023 gli alunni coinvolti, 20.388 le scuole iscritte (circa il 35% delle scuole italiane) e 2.743 le librerie aderenti alla grande iniziativa sociale che ha portato nelle biblioteche scolastiche italiane 1 milione e 400mila libri nuovi in cinque anni.

La sesta edizione – che vede il periodo delle donazioni dal 20 al 28 novembre 2021 – è realizzata con un sinergico lavoro di squadra dall’Associazione Italiana Editori (AIE), con il sostegno del Ministero per la Cultura – Direzione Generale Biblioteche e Diritto d’Autore e del Centro per il Libro e la Lettura, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.  Si conferma inoltre la collaborazione con l’Associazione Librai Italiani (ALI), il Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai (SIL) e l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), il supporto di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, il contributo di Pirelli e il sostegno di Lega Serie A, Lega Serie BMediafriends Rai per il Sociale.

Ad annunciare oggi nella scuola ICS Ciresola di Milano l’adesione straordinaria all’edizione in arrivo, sono stati Renata Gorgani, vicepresidente del Gruppo di varia dell’Associazione Italiana Editori e membro del Consiglio di Amministrazione del Centro per il Libro e la Lettura, in dialogo con Rudy Zerbi, ambassador dell’iniziativa, e Filippo Solibello, giornalista di Radio Rai 2. Un atteso ritorno in presenza, con il coinvolgimento diretto di una classe di bambini in una mattinata in cui hanno voluto manifestare la vicinanza al progetto il Ministro della Cultura Dario Franceschini, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il Sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles e il presidente del Centro per il Libro e la Lettura Marino Sinibaldi.

Non poteva mancare il supporto del presidente di AIE Ricardo Franco Levi: “Il tema di quest’anno “Ripartire dai libri” è un messaggio centrale per il momento storico che stiamo vivendo. Se guardiamo ai dati relativi alla povertà educativa e al bisogno delle biblioteche scolastiche di arricchirsi di nuovi volumi, confermata dalla sorprendente adesione delle scuole al progetto, la ripartenza per gli studenti può e deve essere legata alla lettura e ai libri: una risorsa per tutti, un modo straordinario per costruire un futuro nuovo”.

“Mi congratulo per i numeri straordinari raggiunti da #ioleggoperché per quanto è cresciuta e per quanto crescerà. Un aumento costante che per una volta incrocia quello del mercato del libro – dichiara il Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini -. Leggere è un modo straordinario di viaggiare: dobbiamo portarlo in tutte le case, in quelle in cui la lettura non arriva spontaneamente, partendo dalle scuole per arrivare in tutte le abitazioni, soprattutto nelle famiglie in cui si legge poco. Il modo più giusto per farlo è arricchire le biblioteche scolastiche: durante la pandemia abbiamo approvato una norma che ha consentito di erogare alle biblioteche di pubblica lettura 60 milioni di euro, purchè i libri si comprassero nelle librerie del territorio. Questo fa sì che si arricchisca il patrimonio delle biblioteche e si aiutino le librerie piccole del territorio. Siamo riusciti a renderla strutturale nella Legge di Bilancio. Credo che a questa operazione – e ne abbiamo parlato con il Ministro Bianchi – si debba affiancare un’operazione simile per le biblioteche scolastiche: oltre allo straordinario aiuto volontario dei cittadini, ci sia anche un contributo dello Stato per incrementare il patrimonio delle biblioteche scolastiche”.

“Dal 20 al 28 novembre prossimi – ha spiegato Renata Gorgani – nelle oltre 2.700 librerie che hanno aderito al progetto, tutti potranno contribuire a cambiare le cose, donando un libro a una scuola, scegliendo un titolo che ritengono immancabile in una biblioteca scolastica tra quelli suggeriti dagli istituti o semplicemente in base alle proprie preferenze. In libreria, ogni volume donato verrà  identificato con un adesivo sul quale il donatore potrà lasciare per sempre la sua dedica. È un gesto semplice, ma può fare la differenza perché soltanto chi è circondato di libri diventerà un lettore e noi vogliamo che i ragazzi a scuola abbiano biblioteche dove scegliere le loro letture preferite.”

L’indagine condotta dall’Ufficio Studi AIE su 2.600 scuole (su un totale di 13.000) aderenti all’edizione scorsa ha evidenziato infatti una significativa crescita dell’impatto di #ioleggoperchè sulle biblioteche scolastiche italiane, in particolare in tempo di Covid-19. La ricerca ha messo in luce sia l’azione incisiva del progetto sulla promozione della lettura tra gli studenti già dall’infanzia, che l’arricchimento delle biblioteche scolastiche con libri nuovi maggiormente rispondenti ai linguaggi delle generazioni più giovani. Ha evidenziato, al contempo, due forti criticità: la mancata destinazione di fondi per l’acquisto di nuovi libri nel 2020 per quasi l’82% delle scuole intervistate e la temporanea trasformazione in aule delle biblioteche scolastiche in ben 1 caso su 5 per garantire un maggior distanziamento tra gli studenti (l’indagine integrale è disponibile qui)

“Il patrimonio inestimabile delle nostre biblioteche scolastiche deve continuare a essere valorizzato e arricchito. Anche quest’anno “#ioleggoperché” ha dato un fortissimo impulso per raggiungere questo obiettivo, consentendo di mantenere vivi i luoghi in cui il sapere, la conoscenza e le parole si diffondono grazie ai libri”, ha detto il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. “Una biblioteca in una scuola è come un pozzo d’acqua da cui si attingono risorse essenziali per nutrire la mente. È  un’opportunità per tutte le studentesse e gli studenti di avvicinarsi e lasciarsi coinvolgere da letture che aprono lo sguardo su mondi sconosciuti e servono a dare risposte ai temi più diversi, dalla scienza al senso più profondo dell’essere. Una biblioteca in una scuola è un presidio di democrazia, tutti vi possono accedere, senza distinzione e tutti si possono arricchire. Per questo è importante continuare a sostenere le biblioteche scolastiche”.

La proficua collaborazione con il Centro per il Libro e la Lettura prosegue anche quest’anno grazie alla contiguità temporale dell’iniziativa di Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole con #ioleggoperché. La campagna nazionale – rivolta alle scuole di ogni ordine e grado in Italia e alle scuole italiane all’estero – si svolgerà dal 15 al 20 novembre 2021 in un ideale passaggio di testimone che vede la fine della prima campagna e l’inizio dell’altra. Libriamoci invita a organizzare iniziative di lettura a voce alta originali e coinvolgenti: “Un perfetto esempio di collaborazione e complementarietà tra Libriamoci e #ioleggoperché – ha sottolineato il presidente del Centro per il Libro e la Lettura Marino Sinibaldi – che sgiscono su un terreno fondamentale, quello del libro e della lettura, strategico non solo nella formazione degli studenti ma anche in quello dei cittadini”.

IL NUOVO SPOT E LA CAMPAGNA DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO PER #IOLEGGOPERCHÉ

Per volare servono le ali, per giocare servono gli amici, e per crescere servono i libri! Questo, in sintesi, il messaggio veicolato dal nuovo spot dell’iniziativa, a sottolineare l’importanza per le nuove generazioni di ripartire dai libri per poter creare un futuro migliore. Un messaggio forte, di cui si faranno portatrici nei loro spazi sociali le quattro maggiori emittenti televisive – RAI (con il sostegno di RAI per il Sociale), Mediaset (con il sostegno di Mediafrienfds Onlus), La7 e Sky eche sarà trasmesso anche negli spazi istituzionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulle reti RAI: “È con grande convinzione che ho deciso di sostenere, con il mio Dipartimento, questa iniziativa come campagna di comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – ha commentato il Sottosegretario all’Informazione e all’Editoria Giuseppe Moles -. Donare libri alle biblioteche scolastiche è azione da promuovere sempre e sempre di più. Facendo ai nostri giovani questo dono lo facciamo anche e soprattutto a noi stessi. Sarà anche per me un piacere acquistare e donare libri in questa occasione”.

questo link è visibile lo spot.

Per la prima volta #ioleggoperché  avrà come radio ufficiale, RaiRadio2, dove sarà trasmesso lo spot radiofonico incentrato sullo stesso messaggio: il ruolo insostituibile dei libri perché le nuove generazioni possano guardare avanti con fiducia.

Grazie ai tanti mediapartner – televisivi e non – saranno diversi i personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, gli autori e primo fra tutti lo storico ambassador dell’iniziativa Rudy Zerbi a promuovere  la campagna di donazioni, invitando tutti i cittadini ad andare il libreria.

In particolare sabato 20 novembre tutti i soggetti coinvolti –  scuole, librerie, testimonial, scrittori, editori, insieme a istituzioni e mediapartner – saranno invitati a supportare la campagna sui loro profili social condividendo e diffondendo il piú possibile il messaggio “vai in libreria e dona un libro alle scuole dal 20 al 28 novembre”, utilizzando gli hashtag @ioleggoperche #ioleggoperché #ripartiamodailibri.

IL CALCIO PER #IOLEGGOPERCHÉ

Anche negli stadi – dove il pubblico può tornare a fare il tifo per la squadra del cuore – si torna a promuovere la campagna di #ioleggoperché, grazie ai messaggi video e social dei giocatori della Lega  Serie B e al supporto delle squadredella Lega Serie A, che – durante le partite di sabato 20, domenica 21 e lunedì 22 novembre – porteranno in campo gli striscioni per ricordare, anche ai tifosi di calcio, di andare nelle librerie a donare. Forte e simbolico il gesto dei capitani delle squadre che scenderanno in campo con un libro in mano e se lo scambieranno.

UNA SERIE TV PER #IOLEGGOPERCHÉ

Per il quarto anno consecutivo, durante la settimana delle donazioni, #ioleggoperché sarà presente nelle puntate di “Un posto al sole”, la storica serie televisiva in onda su Rai 3 – prodotta da Rai Fiction e Fremantle con il Centro di Produzione Rai di Napoli e ambientata a Napoli – sempre molto attenta alla situazione attuale e contingente, e che ha molto a cuore il futuro dei ragazzi e delle scuole. Il Caffè Vulcano – luogo di ritrovo dei protagonisti della serie – avrà in quella settimana la locandina della manifestazione appesa in bacheca, ben visibile per i telespettatori e diventerà scena di dialogo, sempre al Caffè, tra i protagonisti della serie il 25 novembre.

IL CONTEST DI #IOLEGGOPERCHÉ

Durante la campagna, scuole e librerie gemellate potranno scatenarsi con la creatività e dare forma al tema del contest di quest’anno: “Leggere per costruire il futuro”. Anche quest’anno SIAE mette a disposizione 10 buoni acquisto da 1.000 euro ciascuno, da spendere in libri da destinare alle biblioteche scolastiche. Largo alla fantasia, quindi, per ragazzi, librai e docenti che possono interpretare una costruzione del futuro legato alla lettura: la riflessione che il contest desidera innescare è come si possa ripartire da e con i libri per costruire un futuro migliore. Le scuole possono raccontare come leggere ci aiuti a comprendere e disegnare il mondo che ci aspetta e farlo attraverso contenuti digitali, installazioni artistiche, videoclip, allestimenti in vetrina o altre modalità creative.

I NUMERI DELLA MANIFESTAZIONE: UNA CRESCITA COSTANTE E IRREFRENABILE

Malgrado la complessa ripresa del calendario scolastico in tutta Italia, la partecipazione delle scuole presenta numeri in costante e continua crescita: 20.388 scuole registrate – di cui 8.083 dell’infanzia, 7.680 delle primarie, 3.454 delle secondarie di primo grado e 1.171 delle secondarie di secondo grado -, per un numero complessivo di 171. 361 classi e 3.410.023 studenti.  

La distribuzione geografica delle adesioni, come da tradizione, ha segnato una omogeneità tra nord, centro e sud e isole dello Stivale: Nord Ovest 26%, Nord Est 21%, Centro 21%, Sud 22%, Isole 10%.

Tra le regioni che spiccano per partecipazione, oltre alla Lombardia che si conferma la più attiva, si segnalano Emilia, Veneto, Piemonte, Lazio, Sicilia, Campania e Puglia.

La partecipazione delle librerie è straordinaria con 2.743 punti vendita aderenti (rispetto alle 2.577 dell’anno scorso). Sulla piattaforma on line www.ioleggoperche.it i gemellaggi attivati tra scuole iscritte e librerie aderenti – il cuore del meccanismo che fa funzionare il progetto – sono ben 52.507  (rispetto ai 31.292 gemellaggi del 2020). Anche quest’anno sarà possibile l’acquisto da remoto (l’elenco delle librerie che rendono disponibile questo servizio è sul sito).

E DOPO LA FASE DELLE DONAZIONI, IL CONTRIBUTO DEGLI EDITORI

Domenica 28 novembre si chiude la prima fase, quella delle donazioni del pubblico e il testimone passerà agli editori aderenti all’iniziativa, che raccoglieranno con il contributo editori 100.000 libri da destinare alle biblioteche e che verranno ritirati dalle scuole, sempre in libreria, nella seconda fase del progetto, a marzo 2022.

#ioleggoperché è una iniziativa di AIE –Associazione Italiana Editori, sostenuta dal Ministero della Cultura – Direzione generale Biblioteche e Diritto d’Autore, dal Centro per il libro e la lettura, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, con l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), l’Associazione Librai Italiani (ALI), il Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai (SIL), con il supporto di SIAE – Società Italiana Autori ed Editori, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il contributo di Pirelli e con il sostegno di Lega Serie ALega Serie BMediafriends Rai per il Sociale.

Mediapartner: Corriere della Sera, Gruppo Mondadori, Repubblica, La7, Mediaset TGcom24, Rai, Sky, Giornale della Libreria, Il Libraio. Si ringraziano Emme Promozione e Ibs.it

Radio ufficiale: Radio Rai 2

Technical Partner: Messaggerie Libri

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No all’abolizione del tema scritto di Italiano nell’esame di Stat

Scuola, no all’abolizione del tema scritto di Italiano nell’esame di Stato

Roma, 10 novembre 2021 – Da qualche giorno circola in rete una petizione, lanciata da alcuni studenti, che vorrebbe escludere dall’esame di Stato il tema scritto di Italiano. Sembra che la petizione abbia già raccolto alcune decine di migliaia di firme. Alcuni organi di stampa ne hanno già parlato in modo giustamente critico, rilevando come questa proposta sia in realtà un impoverimento dell’offerta formativa dei giovani studenti all’ultimo anno delle scuole superiori. Alcuni commentatori hanno consigliato di abbandonare l’idea della scrittura del tema da vivere come premio narcisistico o come una prova difficile e inutile, per coglierla invece quale occasione per ricostruire e strutturare al meglio il pensiero mediante l’esercizio della scrittura al termine di un lungo percorso di studi.

“Comprendiamo il disagio e la tensione di tanti studenti”, scrivono in una nota il segretario generale della FLC CGIL, Francesco Sinopoli e il presidente dell’associazione professionale Proteo Fare Sapere, “che si avviano a concludere la secondaria superiore dopo oltre due anni in cui la scuola ha dovuto pagare il prezzo della pandemia. E uno di questi proveniva dalla decisione di sostituire la parte scritta dell’esame di Stato con una tesina da compilare a casa. Non è la stessa cosa. Lo sviluppo e l’apprendimento della lingua è infatti un processo che investe la persona fin dalla prima infanzia e ne segna lo sviluppo lungo tutto il corso della vita. Pensieri, emozioni, passioni, valori, vivono nelle forme che assumono attraverso la lingua scritta e parlata. Scrivere, ancor più, sottende riflessione, rielaborazione, adattamento e cura dei pensieri in ragione dei diversi contesti/testi comunicativi”. 

Pertanto, concludono i due sindacalisti, “sarebbe un errore accogliere la proposta di abolire la prova scritta di lingua italiana nell’esame di Stato, pur avvertendo il disagio di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi, creato soprattutto da tanti mesi di didattica a distanza. È a questo disagio che bisogna rispondere e c’è ancora il tempo utile per farlo. Stando vicini agli studenti con un progetto non solo di sicurezza sanitaria ma anche di aiuto e sostegno psicologico e didattico, offrendo loro un potenziamento di quelle attività importanti per giungere con maggiore sicurezza e tranquillità all’appuntamento conclusivo. Questo è l’impegno che l’amministrazione deve assumere per rispondere alle richieste degli studenti e alla preoccupazione di tanti docenti”.

Scuola Attiva Junior

Il 10 novembre alle ore 17:00, in collaborazione con Sport e salute S.p.A. si svolgerà il webinar di presentazione del progetto “Scuola Attiva Junior” per la Scuola secondaria di I grado. L’evento è aperto alla partecipazione del personale docente delle Scuole interessate al progetto al fine di acquisire informazioni utili alla relativa adesione.

Il webinar si potrà seguire al seguente link, con accreditamento dei partecipanti a partire dalle 16:30

La scuola del dopo Covid ha bisogno d’insegnanti più formati nella didattica

da Il Sole 24 Ore

La via da percorrere è opposta a quella prevista nel Pnrr: serve grande attenzione preliminare alla formazione e una selezione all’ingresso molto dura

di Andrea Gavosto

Nonostante la preoccupante ripresa dei contagi, la scuola italiana ha finora scongiurato il rischio di ritornare alla didattica a distanza, grazie soprattutto all’elevata percentuale di vaccinati fra i docenti e gli studenti. Se l’emergenza sanitaria consente oggi un cauto ottimismo, quella educativa sembra invece essere finita in secondo piano. Eppure, sono davvero pochi i mesi trascorsi da quando nel luglio scorso i dati Invalsi avevano confermato un’enorme perdita di apprendimenti avvenuta durante la pandemia: a partire dalla scuola media, nell’arco di due anni, gli studenti mancano dell’equivalente di due mesi di scuola in italiano e di quattro in matematica; oltre cinque mesi al termine delle superiori. Perdite capaci di far pagare a questa generazione un prezzo assai elevato in termini di prospettive di studio e lavoro. Certo, che un diplomato su due in Italia non sia riuscito nel 2021 a raggiungere un livello adeguato di competenze matematiche (e il 40% in italiano) dopo 13 anni di scuola non può essere colpa solo della pandemia. Quest’ultima ha di sicuro aggravato, ma soprattutto ha reso evidente a tutti un cronico fallimento del nostro sistema di istruzione, che da decenni penalizza soprattutto gli studenti delle regioni meridionali e chi proviene da ambienti sociali svantaggiati.

MATEMATICA, UNA PIOGGIA DI INSUFFICIENZE

In ogni caso, dopo una prima reazione di sgomento, la questione delle conoscenze e competenze perdute negli ultimi due anni di scuola sembra essere stata già accantonata. Il piano estivo di recuperi voluto dal ministro Bianchi difficilmente ha prodotto risultati significativi sugli apprendimenti (lo sapremo però davvero solo con i prossimi dati Invalsi); né risulta che all’inizio del nuovo anno la maggioranza delle scuole abbia attivato programmi di recupero più intensi del solito; la vita in classe sembra avere ripreso il suo ritmo pre-pandemia, di fatto ignorando che oggi ci sono ragazzi scolasticamente più fragili rispetto ai loro fratelli maggiori. Eludere il problema è pericoloso: le conseguenze di ritardi e scelte sbagliate in istruzione si vedranno a decenni di distanza, ma possono essere molto gravi. Anche se non mancheranno resistenze, a partire dagli stessi studenti, un programma sistematico e diffuso che definisca modi, spazi e tempi aggiuntivi per colmare le lacune che si sono create in questi due anni appare un passaggio inevitabile: non solo per affrontare le parti del curricolo che sono state tralasciate, ma anche per ricreare in classe un clima più favorevole alla partecipazione e alla collaborazione fra compagni, dopo la lunga fase dell’isolamento e della Dad.

Se il recupero degli apprendimenti dopo la pandemia ha carattere straordinario, sarebbe però assai utile vederlo – quasi come un banco di prova – anche alla luce delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che toccano aspetti centrali del nostro sistema, come l’orientamento, l’istruzione tecnica e professionale, le carriere dei docenti. Una però spicca su tutte: quella relativa alla formazione e al reclutamento dei docenti delle scuole secondarie di I e II grado.

Sappiamo che gli attuali meccanismi di formazione iniziale e di assunzione producono, anno dopo anno, grandi criticità, come la mancata copertura stabile delle cattedre di molte materie in molti luoghi, con il conseguente enorme numero di precari. Soprattutto, non preparano i docenti all’insegnamento. Le procedure di selezione privilegiano la conoscenza delle discipline (che è fondamentale, ci mancherebbe), tralasciando di verificare la preparazione alle metodologie didattiche e alla pratica in aula, necessarie a fare un buon insegnante. Del resto come mai potrebbero le procedure di abilitazione e assunzione verificare la qualità di competenze didattiche che negli anni precedenti non sono state apprese, non venendo offerte nei percorsi universitari, se si escludono i 24 striminziti crediti “in materie antropo-psico-pedagogiche”?

La riforma prevista dal Pnrr cerca di ovviare a questo difetto storico del nostro sistema, proponendo di assumere i futuri insegnanti attraverso graduatorie a valle dell’esito di un iter concorsuale che al momento sarà svolto con le regole semplificate della riforma Brunetta (un’unica prova scritta al computer a risposte chiuse, un colloquio orale), insieme a titoli e anzianità. I vincitori saranno assunti temporaneamente e nell’anno di prova dovranno sia insegnare (che sostituisce il tirocinio tipico degli altri paesi) sia formarsi dal punto di vista didattico. Al termine, se supera una prova finale nella scuola in cui ha prestato servizio, il candidato viene confermato in ruolo e si deve fermare per tre anni nella stessa scuola, così da favorire la continuità dell’insegnamento.

“30 mila ATA perderanno il posto a fine dicembre. Rischio paralisi scuole”

da OrizzonteScuola

Di Ilenia Culurgioni

ATA Covid dimenticati in legge di Bilancio? Forse sì. Nella bozza della Manovra 2022 la proroga dei contratti dell’organico aggiuntivo per l’emergenza sanitaria ci sono soltanto gli insegnanti. Il 30 dicembre circa 30 mila lavoratori ATA rischiano di perdere le supplenze. Un emendamento, con lo stanziamento di risorse per la proroga dei contratti a giugno, può permettere anche al personale ATA di proseguire le supplenze.

Esponenti politici e sindacati sono uniti nel richiedere la proroga di tutto il personale Covid. I rischi per le scuole, qualora la proroga riguardasse solo gli insegnanti, non saranno pochi per il proseguimento delle lezioni in presenza.

Il rischio di mancato rinnovo del personale ATA, assunto come ‘organico Covid’ insieme ai docenti per affrontare al meglio l’emergenza nelle scuole, è una questione molto preoccupante, su cui torniamo a puntare i riflettori in vista dell’approvazione della legge di bilancio”. Lo dichiarano le deputate e i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura.

Stiamo parlando di 30mila lavoratori e lavoratrici – proseguono – che a fine dicembre, stando al testo della manovra approvato in Consiglio dei ministri, perderanno il posto, privando le nostre scuole di un’adeguata vigilanza e gestione delle attività. Il ruolo di queste figure non va sottovalutato, soprattutto durante la pandemia che stiamo ancora attraversando”.

L’aumento del personale scolastico per l’emergenza Covid è stato un obiettivo raggiunto dal precedente Governo con la ministra Lucia Azzolina e perseguito anche dall’attuale sottosegretaria Barbara Floridia. Siamo soddisfatti che quest’anno si sia deciso di portare avanti l’impegno del MoVimento 5 Stelle prorogando i contratti per gli insegnanti, ma lo stesso va fatto con gli addetti ATA: ci auguriamo che si possa colmare questa lacuna il prima possibile” concludono i portavoce pentastellati.

Perdere l’organico aggiuntivo ATA per il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso “rischia di provocare la paralisi delle attività per migliaia di istituti a partire da gennaio“. “A fine dicembre – aggiunge -, quindi tra poco più di un mese e mezzo, decine di migliaia di persone si troveranno senza lavoro e il sistema scolastico nel suo complesso avrà di fronte un problema di enorme portata“.

Il problema non può tuttavia essere risolto soltanto dal ministero dell’Istruzione, ma interessa altresì il ministero dell’Economia: “Il ministero dell’Istruzione – spiega il sottosegretario – è al lavoro per tentare di definire positivamente la situazione nel più breve tempo possibile, ma occorre uno sforzo nella stessa direzione da parte del ministero dell’Economia“.

Quando abbiamo letto la bozza del documento abbiamo pensato ad una svista, in merito all’organico covid ATA. In una situazione di emergenza ci sembra una scelta illogica”, ha detto Giancarlo Turi, Uil Scuola, nel corso di una diretta su Orizzonte Scuola tv dedicata alla questione ATA Covid.

Positiva Vittoria Casa del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione Cultura alla Camera: “Io sono certa che si recupererà. Noi presenteremo un emendamento specifico per l’organico aggiuntivo covid del personale ATA. Noi riteniamo che il personale ATA sia fondamentale per le scuole”.

Una brutta notizia” l’esclusione degli ATA per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Questo dimostra che il governo non ritiene utile questo organico al di là dell’emergenza“, ha detto il sindacalista in un’intervista. “Nel giro di un anno e mezzo – ha aggiunto -, a parità di pandemia, il governo pensa che la sola vaccinazione possa bastare, anziché sdoppiare le classi e dotare le scuole di organico aggiuntivo“.

Concorso STEM 2021, è ancora fumata nera: Ministero e sindacati lontani dall’accordo. Anief: “Si assumano gli idonei”

da OrizzonteScuola

Di redazione

Guerra di numeri e interpretazioni oggi all’incontro tra Ministero dell’istruzione e sindacati della Scuola sul nuovo concorso STEM per le classi A020, A026, A027, A041 e A028.

Secondo la bozza di decreto interministeriale, infatti, tutti i posti vacanti e disponibili dovrebbero andare alla nuova procedura ordinaria prevista dal comma 18 del Decreto Sostegni bis. Non sono d’accordo i sindacati, soprattutto dopo aver ricevuto e studiato i dati analitici sulle immissioni in ruolo di quest’anno chiesti durante il precedente incontro e forniti, ma solo in parte, dall’Amministrazione.

“I dati che il ministero ci ha inviato – dichiara la segretaria generale ANIEF, Chiara Cozzetto – non sono completi dei posti assegnati alla procedura di assunzione da prima fascia GPS e in larga maggioranza non assegnati per incapienza delle graduatorie delle classi STEM interessate o per mancanza del requisito previsto di tre anni di servizio, in aggiunta all’abilitazione, per accedere alla procedura di stabilizzazione da GPS. Così, quindi, non sappiamo quanti siano con esattezza i posti residuati da assegnare al nuovo concorso straordinario previsto dal comma 9-bis del DL 73/2021. Sappiamo, tuttavia, che questi posti ci sono, quindi è necessario quantificarli con precisione e assegnarli alla nuova procedura straordinaria prima di lanciare quella ordinaria disposta dal comma 18”.

Irrisolto anche il nodo degli idonei al concorso ordinario STEM 2021.“Il ministero vuole bandire un nuovo concorso ordinario – dichiara Marco Giordano, segretario generale ANIEF – ignorando che molti posti della procedura già svolta non sono stati assegnati per rinuncia dei vincitori. Quei posti devono andare agli idonei visto che, per surroga, possono adesso rientrare nel novero dei vincitori. Oppure vogliamo lasciare quei posti vuoti e costringere chi ha superato il concorso a doverlo ripetere per essere assunto in ruolo?”.

Dal ministero nessuna reale apertura sui temi sollevati. I dirigenti di Viale Trastevere si sono limitati a sostenere l’esistenza di difficoltà oggettive nell’individuazione degli idonei e a ritenere legittima la scelta di destinare tutti i posti vacanti al nuovo ordinario.

“La posizione del ministero non ci ha convinto – conclude Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF – “per individuare i vincitori, infatti, è certamente stato necessario graduare tutti coloro che hanno superato la prova scritta e quella orale del primo STEM. Se consideriamo, inoltre, che per quella procedura non era prevista valutazione dei titoli ne deriva che individuare gli idonei è operazione fattibilissima oltre che sensata e necessaria. Quello che serve è una ricognizione puntuale dei posti rimasti vacanti dopo le immissioni 2021/22 per assegnarli agli idonei del primo ordinario STEM e per bandire la nuova procedura straordinaria anche per queste classi di concorso. La norma, infatti, non esclude lo STEM dal nuovo straordinario, che la seconda procedura ordinaria affianca e non sostituisce. Ci sono posti per organizzare entrambe le procedure, non ha alcun senso saltarne una a piè pari”.

Le organizzazioni sindacali hanno preannunciato la richiesta di attivazione del confronto sul tema per trovare una soluzione che garantisca tutti i diritti in campo.

I posti residui sono complessivamente 6.333, ripartiti tra le 5 discipline STEM

A20 Fisica: 376

A26 Matematica: 1098

A27 Matematica e Fisica: 1568

A28 Matematica e Scienze: 2075

A41 Scienze e Tecnologie Informatiche: 1216

Il Ministero ha ritenuto di assegnare l’intero pacchetto di posti al nuovo concorso ordinario, nonostante lo stesso decreto, al comma 9-bis, preveda espressamente che siano invece destinati ad un nuovo concorso straordinario riservato ai precari i posti residui non assegnati dopo le assunzioni di questa estate, al netto dei posti da accantonare per le procedure ordinarie.

Prove Invalsi, i risultati 2021 a disposizione dei docenti: pochi clic per capire dove intervenire

da La Tecnica della Scuola

Le prove Invalsi diventano degli strumenti utili alle scuole per capire dove fanno bene e dove hanno sbagliato, su cosa bisogna investire o lasciare perdere, quali sono i bisogni formativi degli alunni. L’opportunità è stata fornita dallo stesso istituto nazionale di valutazione, che ha deciso di mettere a disposizione degli istituti scolastici e dei loro insegnanti i dati delle Rilevazioni nazionali, a partire da quelli del 2021 (i primi del dopo Covid che hanno fatto registrare un generalizzato calo di apprendimenti, soprattutto alle superiori dove gli studenti che non raggiungono la sufficienza nelle conoscenze e competenze in Italiano è arrivata al 44% e al 51% in Matematica) e le informazioni che ne derivano. Nel bene e nel male, sempre tenendo ben chiara l’esigenza di migliorare la didattica e l’offerta formativa per elevare le conoscenze, capacità e competenze degli alunni.

Ai docenti un attestato di partecipazione

“Riflettendo sui risultati delle prove è possibile infatti intervenire sia sulle criticità emerse sia lavorare al potenziamento dei punti di forza presenti”, ha tenuto a far sapere il nuovo presidente Roberto Ricci.

Inoltre, l’Invalsi ha spiegato che “dopo aver visionato tutte le registrazioni, i docenti hanno la possibilità di compilare un questionario per ottenere un attestato di partecipazione all’attività di formazione”.

Rispetto agli anni passati, ha aggiunto Ricci, sono state “aggiunte delle simulazioni e degli esempi di prove, corredate da griglie di correzione e guide per i docenti, per permettere a insegnanti e alunni di familiarizzare col formato e coi quesiti delle Rilevazioni nazionali”.

La sezione InvalsiOpen

I materiali formativi, comprensivi di nuovi video per la Matematica e l’Inglese destinati a specifici gradi scolastici, sono fruibili nella sezione Formazione di InvalsiOpen, dalla quale si possono scaricare anche video formativi, webinar, facsimile di quiz utili in previsione delle prossime rilevazioni nazionali.

L’Invalsi li ha pensati “come strumenti di supporto alla didattica, utili per fornire suggerimenti, idee e materiali operativi con la finalità di aiutare la Scuola a migliorare gli esiti di apprendimento degli studenti”.

Come già accade per i test rivolti ad alcune classi della scuola primaria e secondaria, anche per questa iniziativa non c’è alcun obbligo, è bene ricordarlo.

“Come sempre – sottolineano dall’istituto nazionale di valutazione – l’uso dei materiali è facoltativo e i docenti possono stabilire in piena autonomia le modalità e le tempistiche per l’utilizzo”.

Legge di bilancio, il Ministro Bianchi alla ricerca di soldi per la scuola e per il contratto

da La Tecnica della Scuola

Prosegue il lavoro politico del ministro Bianchi per cercare di ottenere nella legge di bilancio qualche risorsa in più per la scuola.
Un ulteriore tentativo in questa direzione c’è stato proprio nel pomeriggio del 9 novembre nel corso di un incontro fra il Ministro e i parlamentari di maggioranza delle Commissioni Istruzione.
Fra i punti in discussione c’è quello delle risorse per il rinnovo contrattuale.
Sembra che la soluzione a cui stanno pensando Bianchi e la maggioranza sia legata al fondo per la “valorizzazione della professionalità dei docenti” previsto dall’articolo 102 della bozza diffusa a fine ottobre.
Si tratta di uno stanziamento di 260 milioni sul bilancio del 2022 destinati appunto alla professionalità docente.
Sulla base di conteggi effettuati dai tecnici ministeriali sembra che in questo modo si potrebbe garantire un aumento medio al personale docente di circa 101-102 euro a testa.
Ma, attenzione, perché per ottenere questo risultato ci vorrà un passaggio contrattuale che consenta di usare una quota consistente di questo importo per aumentare la retribuzione professionale docente che va ad aumentare lo stipendio tabellare. Una operazione analoga, peraltro, venne già fatta con il contratto 2018/2021 e quindi non ci sarebbe nulla di strano se anche in questo caso il fondo destinato a “premiare” il maggior impegno di alcune particolari categorie di docenti venisse poi distribuito in modo indistinto fra tutta la categoria.
Un secondo tema che è stato affrontato è quello della conferma dell’organico Covid fino al termine delle lezioni.
In prima battuta nel testo della bozza della legge di bilancio la proroga era stata prevista solo per i docenti, decisione che è stata contestata sia dai sindacati sia da una parte delle stesse forze di maggioranza.
A quanto risulta alla nostra testata sembra che sia stata però individuata una soluzione: fermo restando lo stanziamento complessivo (300 milioni di euro) le scuole potranno prorogare i contratti dei docenti o del personale Ata in base alle proprie esigenze.
Nei prossimi giorni il disegno di legge dovrebbe essere bollinato dalla Ragioneria Generale dello Stato e a quel punto potrebbe essere depositato in Parlamento.
E così, a partire dalla prossima settimana, il provvedimento potrebbe iniziare il proprio iter presso la Commissione Bilancio del Senato.

Terza dose, Floridia: “Gli insegnanti la faranno senza problemi”

da La Tecnica della Scuola

Vaccini, misure di sicurezza a scuola, esami 2022 ma anche il piano di transizione ecologica. Tanti i temi toccati dalla sottosegretaria all’istruzione Barbara Floridia, intervenuta a SkyTg24. Il primo argomento è però il nuovo protocollo, operativo da qualche giorno, sulle quarantene a scuola:

“Le prime ore stanno andando bene, era essenziale rivedere il protocollo perché, visto l’alto tasso di vaccinazioni tra il personale scolastico e anche tra molti alunni, il non mandare i ragazzi in quarantena con un solo caso o due casi di Covid in classe, ci è sembrata la strada più opportuna. Questo nuovo protocollo permetterà ai nostri ragazzi di frequentare sempre più in sicurezza le lezioni in presenza che abbiamo visto essere necessarie e imprescindibili. La percentuale delle classi in quarantena è residuale. La situazione è decisamente sotto controllo, ci sono alcuni casi, è anche fisiologico, però diciamo che sia le misure di sicurezza che la vaccinazione ci stanno permettendo di proseguire l’anno come avevamo sperato. Io stessa ho girato molte scuole dall’inizio dell’anno e respiro gioia nelle classi perché, nonostante la mascherina e il distanziamento, i ragazzi sono felici di stare in classe”.

Terza dose

Sui vaccini al personale scolastico, la strada è già tracciata: “Non c’è resistenza da parte del personale docente che ha dato prova di grande sensibilità vaccinandosi tra i primi. Abbiamo quasi il 100% del personale vaccinato. Senza obbligo siamo riusciti quasi totalmente a coprire il personale ma anche i ragazzi hanno dato grande prova di sensibilità, sono stati un esempio per il Paese”.

Le regole

“Il tracciamento può sempre essere implementato – spiega la sottosegretaria – credo che queste misure possano essere anche sufficienti. Man mano che lo screening ci restituisce lo stato di salute dell’andamento delle classi in presenza possiamo rivedere i protocolli. Ma in questo momento sembra che tutto stia procedendo bene. Sono sicura che appena si potrà, andranno velocemente a fare la terza dose”.

Transizione ecologica

“Ho cercato di mettere a terra un piano reale che abbiamo chiamato Rigenerazione Scuola come per rigenerare i comportamenti e che riguarda le nuove generazioni. Sono contenta che il ministro Bianchi ne abbia parlato a Glasgow e abbia sposato il progetto. Il piano riguarda 4 pilastri, non soltanto l’educazione ambientale, ma stiamo anche lavorando sui comportamenti da assumere, muoversi, mangiare diversamente. È fondamentale anche la rigenerazione degli edifici, più aule verdi, più giardini nelle scuole e gli indirizzi di studio che sono vetusti. Importante dare ai ragazzi competenze nuove che vadano verso i green jobs (i lavori verdi)”.

Esami 2022

“Se ne sta discutendo – afferma Floridia – l’obiettivo è il ritorno alla normalità. Negli anni precedenti abbiamo dovuto affrontare l’emergenza, sia lo scorso anno che quello successivo siamo riusciti nonostante il Covid, a fare gli esami in presenza. Certo che gli esami erano facilitati, c’era solo una prova orale e una tesina. Dobbiamo tenere conto dei deficit che gli alunni hanno accumulato”.

Nota 10 novembre 2021, AOOGABMI 48792

Ministero dell’Istruzione

Al Ministro dell’economia e delle finanze Dott. Daniele Franco Via XX Settembre ROMA
Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Prof. Enrico Giovannini Piazzale Porta Pia, n.1 ROMA
Al Ministro della cultura On.le Dario Franceschini Via del Collegio Romano, n. 27 ROMA
Al Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome Pres. Massimiliano Fedriga Via Parigi, n. 11 ROMA

OGGETTO: Convocazione dell’Osservatorio nazionale per l’edilizia scolastica.

Nota 10 novembre 2021, AOODGCASIS 3465

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione generale per i sistemi informativi e la statistica

Ai Dirigenti delle Istituzioni scolastiche ed educative LORO E-MAIL
Ai Coordinatori delle Scuole paritarie LORO E-MAIL
e, p.c Ai Direttori Generali e Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali LORO E-MAIL

Oggetto: Richiesta compilazione rilevazione nazionale relativa alla rendicontazione del Piano Scuola Estate