Tavolo sulla Cittadinanza digitale

Si è tenuto nel pomeriggio dell’11 novembre, al Ministero dell’Istruzione, il primo Tavolo sulla Cittadinanza digitale, convocato dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e dalla Sottosegretaria Barbara Floridia che ha la delega in materia.

All’incontro hanno partecipato associazioni, enti, istituzioni e aziende che sono già impegnate su questo fronte in attività di reciproca collaborazione con il Ministero.

Il Ministro Bianchi, nel salutare i partecipanti al Tavolo, ha ricordato l’importanza di affiancare le ragazze e i ragazzi sui temi connessi alla cittadinanza digitale, supportandoli “con l’obiettivo di consentire loro di sfruttare al meglio tutte le potenzialità della Rete e delle nuove tecnologie, in un’ottica di cittadinanza attiva e consapevole”.

La Sottosegretaria Floridia ha spiegato ai partecipanti lo scopo del Tavolo: “Vogliamo conoscere tutte le attività che si realizzano nelle scuole e provare a mettere a sistema le iniziative lodevoli ed efficaci sulla Cittadinanza digitale che questi, e altri, soggetti hanno già avviato nelle scuole. Vogliamo essere sicuri di quali siano i temi trattati nelle scuole e quali gli strumenti forniti ai nostri studenti e ai docenti. Vogliamo mettere a sistema e valorizzare tutti i partner che potranno contribuire alla crescita della consapevolezza dei diritti digitali dei nostri studenti e delle nostre studentesse. Vogliamo valorizzare chi potrà contribuire a formare i nostri giovani e a dare al personale docente un supporto di qualità nello svolgimento delle attività di Cittadinanza digitale, che è inclusa all’interno dell’Educazione civica”.

Libri accessibili: al via due percorsi formativi

Libri accessibili: al via due percorsi formativi
Redattore Sociale del 11/11/2021

I corsi sono organizzati dall’editrice La Meridiana in collaborazione con Accaparlante. Previste due giornate di formazione il 22 e il 25 novembre. Incontri online e in presenza

BOLOGNA. Poter leggere in autonomia una storia, una favola, un testo, un giornale, e poter accedere alla conoscenza e al mondo intorno a noi, permette non solo di fruire del piacere della lettura ma anche di esercitare il diritto alla partecipazione democratica di una società. Poter leggere in autonomia significa avere a disposizione libri e testi accessibili a tutti e a tutte, costruiti con differenti modi di comunicare: per questo il progetto “Lettori alla Pari”, promosso dalla casa editrice La Meridiana in collaborazione con Accaparlante e diversi partner sul territorio nazionale, avvia il suo percorso formativo sull’accessibilità alla lettura, per acquisire e agire pratiche inclusive. Al via due proposte complementari ma ognuna con competenze di arrivo specifiche: costruire libri, testi, documenti, lezioni in CAA e organizzare una biblioteca, scolastica in primis, accessibile. Due percorsi formativi articolati, seguiti da esperti, con attività teoriche e pratiche.
Lunedì 22 novembre partirà il percorso formativo “Costruire, tradurre, leggere, scrivere libri… accessibili”, con l’obiettivo di fornire competenze di base sul tema dei libri accessibili. Il percorso accompagnerà i partecipanti nella conoscenza delle tipologie diverse di letture e dei diversi libri accessibili secondo i modelli e gli strumenti esistenti e oggi utilizzati: dai libri tattili, agli audiolibri, dai libri in Braille, ai libri in Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA). Il corso prevede inoltre lezioni e laboratori specifici per la scrittura facilitata di testi, con il metodo della scrittura Easy to Read (ETR), per l’acquisizione di competenze per la realizzazione di testi in CAA attraverso l’uso specifico del software Symwriter, per la conoscenza di libri tattili e audiolibri. Il percorso è articolato in quattro moduli, ciascuno costituito da diversi momenti formativi, alcuni da svolgersi attraverso incontri online, altri in presenza presso il May laboratorio urbano di Terlizzi, in provincia di Bari. Tra i docenti, gli esperti del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa, della Cooperativa Accaparlante, di AREA Onlus, della Fondazione Libri Italiani Accessibili, dell’Istituto dei Ciechi Cavazza, di Auxilia, della Fondazione Pro Ciechi e dell’Università degli Studi Statale di Milano. La formazione è rivolta soprattutto a insegnanti, educatori, genitori, bibliotecari, lettori, grafici e illustratori.
Giovedì 25 novembre partirà invece il percorso formativo “Per una biblioteca per tutti”, con l’obiettivo di fornire competenze di base su come strutturare uno spazio biblioteca accessibile. Che sia una biblioteca scolastica, di una comunità o di quartiere, l’accessibilità deve essere garantita a tutti gli utenti sia dal punto di vista del contenitore, sia da quello dei libri contenuti e dei modi in cui fruirne. Il percorso è articolato in tre moduli, ciascuno costituito da diversi momenti formativi, da svolgersi attraverso incontri online. Tra i docenti, gli esperti della Cooperativa Accaparlante, di AREA Onlus, de La grande fabbrica delle parole, del Museo Tolomeo di Bologna, di Alterstudio Partners, delle Biblioteche Alta Valle del Reno e dell’Università degli Studi Statale di Milano. Anche in questo caso, la formazione è rivolta soprattutto a insegnanti, educatori, genitori, bibliotecari, operatori di comunità.
Il progetto “Lettori alla Pari”, ideato e coordinato da edizioni la meridiana, ha visto il sostegno della Regione Puglia legato al bando regionale “Custodiamo la Cultura in Puglia 2021 – Misure di sviluppo per lo spettacolo e le attività culturali”. A settembre 2021 si è svolta a Terlizzi (BA) la fiera dei Lettori alla Pari, la prima fiera in Italia del libro accessibile, che ha coinvolto case editrici, associazioni, biblioteche, cittadini e persone con disabilità, con dibattiti e laboratori sul diritto all’accessibilità.

di Antonella Patete

Aqua Film Festival

Aqua Film Festival (Festival Cinematografico Internazionale organizzato dalla Associazione UNIVERSI AQUA, che ha scopi ambientalistici, sociali e di valorizzazione del territorio) seleziona cortometraggi di qualunque genere e nazionalità incentrati sulla tematica dell’acqua, brevi film capaci di interpretare attraverso il linguaggio del cinema gli aspetti sociali, ecologici, culturali, naturalistici e artistici di questo elemento.
La Sesta edizione di Aqua Film Festival si svolgerà dal 7 al 10 aprile 2022.
I film saranno trasmessi su Mymovies (7- 10 aprile) e la serata di premiazione si terrà presso la Casa del Cinema di Roma il giorno 10 aprile, con diretta online.
Il bando per concorrere alle selezioni della sesta edizione di AquaFilmFestival è aperto dal giorno 1 maggio 2021 ed il termine ultimo per inviare le proprie opere 20 febbraio 2022.
Gli studenti possono iscriversi al concorso tramite il link di seguito riportato: https://aquafilmfestival.org/il-concorso/aqua-students.
Per maggiori dettagli sul bando di concorso è possibile visitare il sito https://aquafilmfestival.org/il-concorso/bando-e-regolamento/

Le rilevazioni di Eduscopio sbagliate e pericolose

Scuola. FLC CGIL: le rilevazioni di Eduscopio sbagliate e pericolose. Alimentano sfiducia nel sistema pubblico dell’istruzione

Roma, 11 novembre 2021 – La scuola italiana è assillata già da mille problemi strutturali, ai quali il personale tutto, meritoriamente, cerca di porre soluzioni ogni ora del giorno. Stilare graduatorie di presunto “merito” mentre si cerca di uscire con estrema fatica dai limiti e dai problemi posti dalla pandemia è un esercizio non solo in sé sbagliato ma soprattutto pericoloso. Quelle graduatorie, che sembrano oggettive, ma non lo sono, nei fatti potrebbero alimentare disuguaglianze già profonde tra istituti, territori, regioni. E soprattutto, rischiano di incoraggiare forme di sfiducia verso l’intero sistema scolastico pubblico. Ecco perché non siamo mai stati convinti delle graduatorie “di merito”, sia degli istituti scolastici che degli atenei. Certo, le graduatorie sanno attrarre qualche articolo di giornale e la curiosità delle famiglie, ma proprio per questo sono pericolose.

Il nostro giudizio critico cade anche sulle ultime rilevazioni di Eduscopio, un’organizzazione che fa capo alla Fondazione Agnelli. Riteniamo lo strumento di Eduscopio pericoloso, perché sostiene una politica scolastica asservita al mercato e del tutto allineata con i modelli di school choice presenti, con evidenti disastri pedagogici, in altri Paesi. La FLC CGIL contesta sia la possibilità di determinare i percorsi scolastici degli alunni attraverso una visione classista delle istituzioni scolastiche, secondo la quale alcune sono indicate per la prosecuzione degli studi universitari ed altre invece per l’orientamento al mondo del lavoro, sia la rappresentazione gerarchizzata delle scuole. La riduzione delle pratiche scolastiche e dell’enorme lavoro svolto dal personale scolastico in un momento delicato della crescita delle alunne e degli alunni a graduatorie e numeri è svilente e surrettiziamente funzionale a piegare la pedagogia e la didattica ai bisogni del mercato: noi contrastiamo questa logica di “capitale umano” che riduce gli spazi democratici di scelta e propone disastrosi modelli preconfezionati.

Inoltre contestiamo l’idea di poter avanzare in questo modo una valutazione delle scuole e degli insegnanti: è ora di archiviare la fallimentare tirannia di numeri ed algoritmi con i quali si vuole far passare strumentalmente l’idea di insegnanti poco preparati e scuole inadeguate. Riteniamo che si debba invece aprire una stagione di riflessione più ampia per rilanciare e rivalutare il ruolo sociale della scuola e del personale scolastico, attraverso investimenti di risorse e avanzamenti sul piano delle politiche scolastiche.

Basta graduatorie, basta propaganda: affrontiamo le difficoltà politicamente, in modo serio e concreto, a partire dalla prossima Legge di Bilancio, assicurando investimenti su tempo scuola, per la formazione e il potenziamento degli organici, in modo da avviare finalmente la trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto Istruzione e Ricerca.

Scuola, la Uil contro l’Istruzione: 45mila nomine in ruolo, un fallimento annunciato

da Il Sole 24 Ore

Attualmente sono 67.597 i posti rimasti senza un docente con contratto a tempo indeterminato. Il sindacato: il precariato cresce e crea falle nel sistema

di Redazione Scuola

Sono attualmente 67.597 i posti rimasti senza un docente con contratto a tempo indeterminato considerando che gli 11.997 sono al momento considerati a tutti gli effetti contratti di supplenza fino al 31/8/2021. Pertanto, sono 45.286 i contratti a tempo indeterminato registrati al Tesoro. Per l’anno scolastico 2021/22 risultavano, dai numeri forniti dall’Istruzione, 112.883 (di cui 82.590 comuni e 30.293 sostegno) i posti vacanti e disponibili autorizzati dal Mef e su cui era quindi possibile assumere in ruolo: 45.286 (di cui 42.843 su posto comune e 2.443 su posto di sostegno) è il totale dei contratti a tempo indeterminato per i docenti assunti dai concorsi e dalle Graduatorie ad esaurimento. 11.997 (di cui 721 su posto comune e 11.276 su posto di sostegno) è il totale dei contratti a tempo determinato al 31/8 finalizzati al ruolo per i docenti della I fascia delle Gps secondo quanto stabilito dalla procedura straordinaria del decreto sostegni bis. I numeri li fornisce la Uil scuola che parla di «fallimento annunciato».

«Cresce il precariato»

«Considerando che ad oggi non è dato sapere quanti degli 11.997 contratti di supplenza saranno poi realmente trasformati in a tempo indeterminato, resta il dato che, ad oggi, su 112.883 posti autorizzati solo 45.286 sono stati effettivamente coperti con un contratto di ruolo», afferma il sindacato, per il quale «i dati confermano quanto già avevamo annunciato in tempi non sospetti: non c’erano (e tuttora non ci sono) le condizioni per coprire tutti i posti vacanti. Pertanto, il precariato cresce e crea falle nel sistema: da un lato, infatti, sembra esserci una rincorsa a chi riconosce per primo che c’è un vuoto enorme di docenti, dall’altro non si sono messe in campo reali soluzioni per consentire l’immissione in ruolo di tutte le persone. E si continua nell’errore perseverando in scelte sbagliate».

Deroga alle classi pollaio nelle aree disagiate e più fondi ai presidi

da Il Sole 24 Ore

Nel testo finale del Ddl di bilancio anche 100 milioni in più per l’assistenza agli studenti disabili. Confermata la proroga a giugno per i docenti Covid, non per gli Ata

di Eugenio Bruno

A fronte di due conferme – la proroga fino a giugno dell’organico Covid limitata per i soli prof e l’introduzione dell’educazione motoria a partire dalla quinta primaria – nella versione finale del Ddl spuntano altrettante novità. La prima sulle classi pollaio. Per ridurre il loro impatto nelle aree disagiate e, dunque, a più alto rischio dispersione arriva una prima deroga ai parametri di numerosità degli alunni. Sulla base di un decreto successivo dell’Istruzione. La seconda riguarda invece i dirigenti scolastici che, anche in virtù del surplus di lavoro connesso alla pandemia, incassano 20 milioni per le loro retribuzioni di parte variabile.

La deroga sulle classi pollaio

Come detto l’effettiva portata della deroga ai criteri per la formazione delle classi previsti dal Dpr 81/2009 – e cioè a da un minimo di 18 a un massimo di 26 (con deroga a 29) alla scuola dell’infanzia, da 15 a 26 (con deroga a 27) alla scuola primaria; da 18 a 27 (con deroga a 30) alle secondaria di primo grado; da 27 a 30 fino a +10% alle scuole superiori – sarà decisa da un successivo Dm. Che dovrà stabilire, tra le altre cose, gli indicatori di status sociale, economico, culturale e di dispersione scolastica da utilizzare per individuare le scuole beneficiarie della deroga e la quota massima dell’organico del personale docente da destinare alle classi costituite in deroga e conseguentemente il numero delle predette classi.

La retribuzione dei presidi

Altra novità, come detto riguarda i presidi. II Fondo unico nazionale (Fun) per il finanziamento delle retribuzioni di posizione e di risultato, di cui all’articolo 4 del Ccnl. – Area V della dirigenza – del 15 luglio 2010, biennio economico 2008-2009, è incrementato di 20 milioni di euro a decorrere dall’anno 2022, al lordo degli oneri a carico dello Stato. Importi che, per esplicita previsione della norma – «sono destinati alla retribuzione di posizione di parte variabile dei dirigenti scolastici».

Più fondi per gli studenti disabili

Degna di nota è anche l’istituzione nel pacchetto di misure destinate alla famiglia di uno stanziamento aggiuntivo di 100 milioni per l’assistenza agli studenti disabili. Più nel dettaglio viene istituito un fondo ad hoc «per il potenziamento dei servizi di assistenza all’autonomia e alla comunicazione per gli alunni con disabilità della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado». delle risorse coinvolte, 70 milioni sono destinati alle Regioni e 30 ai Comuni.
Una misura che fa il paio con l’incremento dei finanziamenti, già contenuta nella bozza iniziale, per il trasporto scolastico degli alunni con disabilità. A tal fine il Ddl stanzia 50 milioni di euro per il 2023, 80 milioni di euro per il 2024,100 milioni di euro per il biennio 2025/26 e 120 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027.

Contrattazione di Istituto al via, su quali materie. Quando il Dirigente può decidere da solo

da OrizzonteScuola

Di Nino Sabella

Contrattazione di Istituto: materie, soggetti coinvolti e tempistica. Quando il dirigente può decidere in via provvisoria.

Soggetti

La contrattazione a livello di istituzione scolastica è svolta tra il dirigente scolastico e la RSU e i rappresentanti dei sindacati firmatari del CCNL 2016/18 (Flc Cgil, Cisl, Uil e Gilda).

Tempistica

La contrattazione di istituto deve essere conclusa non oltre il 30 novembre.

Materie

Queste le materie di contrattazione:

  1. l’attuazione della normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro;
  2. i criteri per la ripartizione delle risorse del fondo d’istituto;
  3.  i criteri per l’attribuzione di compensi accessori, ai sensi dell’art. 45, comma 1 del d.lgs. n. 165/2001 al personale docente, educativo ed ATA, inclusa la quota delle risorse relative all’alternanza scuola-lavoro (oggi percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) e delle risorse relative ai progetti nazionali e comunitari, eventualmente destinate alla remunerazione del personale;
  4.  i criteri generali per la determinazione dei compensi finalizzati alla
    valorizzazione del personale, ivi compresi quelli riconosciuti al personale docente ai sensi della legge n. 107/2015 (bonus merito);
  5. i criteri e le modalità di applicazione dei diritti sindacali, nonché la determinazione dei contingenti di personale previsti dall’accordo sull’attuazione della legge n. 146/1990;
  6. i criteri per l’individuazione di fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita per il personale ATA, al fine di conseguire una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare;
  7. criteri generali di ripartizione delle risorse per la formazione del personale nel rispetto degli obiettivi e delle finalità definiti a livello nazionale con il Piano nazionale di formazione dei docenti;
  8. i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare (diritto alla disconnessione);
  9. riflessi sulla qualità del lavoro e sulla professionalità delle innovazioni tecnologiche e dei processi di informatizzazione inerenti i servizi amministrativi e a supporto dell’attività scolastica.

Per quanto riguarda i punti 1, 5,6,7,8,9:

  • attuazione della normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro
  • criteri e modalità di applicazione dei diritti sindacali, e determinazione dei contingenti di personale…
  • criteri per l’individuazione di fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita per il personale ATA…
  • criteri generali di ripartizione delle risorse per la formazione del personale…
  • criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio…
  • riflessi sulla qualità del lavoro e sulla professionalità delle innovazioni tecnologiche e dei processi di informatizzazione…

qualoradecorsi trenta giorni dall’inizio delle trattative, eventualmente prorogabili fino ad un massimo di ulteriori trenta giorninon si sia raggiunto l’accordo, le parti riassumono le rispettive prerogative e libertà di iniziativa e decisione, fermo restando i principi di autonomia negoziale e di comportamento indicati dall’articolo 8 del Contratto.

Per quanto riguarda, invece, i punti 2,3 4:

  • criteri per la ripartizione delle risorse del fondo d’istituto
  • i criteri per l’attribuzione di compensi accessori al personale docente, educativo ed ATA…
  •  i criteri generali per la determinazione dei compensi finalizzati alla
    valorizzazione del personale…

qualora non si raggiunga l’accordo ed il protrarsi delle trattative determini un oggettivo pregiudizio alla funzionalità dell’azione amministrativa, nel rispetto dei principi di comportamento di cui al succitato articolo 8, il dirigente può provvedere, in via provvisoria, sulle materie oggetto del contendere, fino alla successiva sottoscrizione, e prosegue le trattative per giungere in tempi celeri alla conclusione delle stesse. Il termine minimo di durata delle sessioni negoziali di cui all’art. 40, comma 3-ter del d. lgs. n. 165/2001 è fissato in 45 giorni, eventualmente prorogabili di ulteriori 45.

Stop classi pollaio, ma solo nelle scuole con alunni difficili e a rischio abbandono: lo dice la bozza della Legge di Bilancio

da La Tecnica della Scuola

C’è qualche novità dell’ultimo momento sulla scuola nel testo della bozza della Legge di Bilancio che il Parlamento si appresta a verificare: si va dalla possibilità di mantenere i dirigenti scolastici titolari e non reggenti anche nelle scuole con 500 alunni, al raddoppio (da 2,17 miliardi tra 2024 e 2029 a 4,35 miliardi tra 2024 e 2036) dei fondi per “interventi di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza, nuova costruzione, incremento dell’efficienza energetica e cablaggio interno delle scuole”, passando per il potenziamento dei livelli essenziali delle prestazioni per gli asili nido, sino all’attesa norma per evitare le cosiddette ‘classi pollaio’: la riduzione del numero di alunne per classe, in deroga ai limiti previsti dalla legge vigente, si realizzerà tuttavia solo nelle scuole più svantaggiate e ad alto tasso di dispersione scolastica. Una condizione che si realizza soprattutto nei territori del Sud.

Non penalizzare gli alunni in classi numerose

Al fine di “rafforzare il diritto allo studio in classi numerose“, si legge nell’articolo 112 della bozza di legge, toccherà al ministero dell’Istruzione pubblicare un apposito decreto, assieme con il ministero dell’Economia e delle Finanze (da adottare entro il mese di febbraio precedente all’anno scolastico di riferimento e, in sede di prima attuazione, entro il mese di marzo”), così da individuare i criteri, nel limite delle risorse e della dotazione di personale disponibili a legislazione vigente.

Entro i prossimi tre-quattro anni, il termine dell’anno scolastico 2024/2025, il Ministero dell’istruzione effettuerà anche “una valutazione dell’impatto delle presenti disposizioni sugli apprendimenti e sulla dispersione scolastica”.

Gli indicatori che fanno scattare la deroga

Quella della riduzione delle classi pollaio (almeno 10-15mila con 27 e più alunni sparse per l’Italia) è una volontà espressa più volte dal M5s. E di recente anche dal ministro Patrizio Bianchi.

Ma quali saranno le scuole che beneficeranno delle deroghe? Gli istituti saranno individuati sulla base degli “indicatori di status sociale, economico, culturale e di dispersione scolastica”, si legge nell’ultimo testo della Legge di Bilancio.

Appurate tali circostanze, quindi, gli Uffici scolastici potranno derogare ai numeri minimi per la costituzione delle classi, introdotti con il Dpr 81 del 20 marzo 2009, “figlio” della Legge 133 Gelmini-Tremonti dell’anno precedente. Una legge che finora nessun Governo aveva mai messo nel mirino.

I numeri oggi per la formazione delle classi

Ad oggi, i parametri minimi per la formazione delle prime classi prevedono numeri decisamente elevati: 18 alunni all’infanzia, 15 alla primaria, 18 alle medie e 27 alle superiori. A meno che non vi siano disabili: nel caso siano gravi non si potrebbe andare oltre le 20 unità (indicazione che però nei fatti spesso viene superata).

Senza disabili si può arrivare a classi da 29 alunni nella scuola dell’infanzia, 27 alla primaria, 28 alle medie e 30 alle superiori. Numeri davvero alti, che anche in questo caso non di rado vengono oltrepassati.

Infine, un discorso a parte meritano le classi intermedie che, soprattutto alle superiori, i dirigenti concedono difficilmente classi attorno ai 15 alunni, così capita che la classe si sopprime.

La politica dell’amministrazione è sempre la stessa: non vi devono essere aggravi di spesa rispetto a quanto prefissato. Ora, con le deroghe che dovrebbero arrivare dalla prossima legge di fine 2021, in alcune scuole i “tetti” di composizione potrebbero essere superati.

Esami di Stato secondaria, lo scritto non va cancellato: i sindacati compatti nel dire ‘no’

da La Tecnica della Scuola

Alcuni studenti hanno lanciato una petizione per abolire all’esame di Stato il tema scritto di Italiano, sollevando approvazioni ma anche critiche. Per taluni infatti questa proposta di sottrarsi al tema è in realtà un impoverimento dell’offerta formativa e per altri che la prova scritta è una prova difficile e inutile.

Da qui la presa di posizione dei segretari di Cisl, Snals-Confsal e Flc-Cgil, per i quali la prova non va abolita, e per vari motivi, sottolineano i sindacalisti, a cominciare da Maddalena Gissi.

Afferma infatti che se per un verso è indispensabile “aggiornare obiettivi e strumenti della valutazione condotta in uscita dai percorsi formativi”, dall’altro “sarebbe un danno enorme per il sistema di istruzione, per il Paese e prima ancora per i ragazzi stessi, che hanno invece l’esigenza e il diritto di vedersi offrire una formazione di qualità. Non hanno bisogno di malintese e comode benevolenze le ragazze e o ragazzi che frequentano le nostre scuole, ma di potersi confrontare con interlocutori che li trattino seriamente, senza paternalismi e compiacenze. Noi siamo stati dalla loro parte quando abbiamo speso il nostro impegno perché potessero tornare a frequentare in sicurezza le attività in presenza. Lo siamo quando ci battiamo per riportare istruzione e formazione al centro dell’agenda politica.È un dovere al quale non intendiamo sottrarci”.

Dello stesso parere la segretaria generale dello Snals-Confsa, Elvira Serafini che riflette sul valore educativo dello scritto agli esami di Stato: “Le prove d’esame sono sempre state viste come uno scoglio fin troppo impegnativo dagli alunni, che preferirebbero certamente un percorso con meno ostacoli. Spetta ai docenti mostrare loro la necessità di formarsi e soprattutto di fermarsi. La scrittura definisce il pensiero, lo rende concreto, dà forma alle idee, offre l’opportunità di riflettere su quanto si è letto, ascoltato o pensato e nell’istante. Eliminare la scrittura nelle prove di esame amplificherebbe questi problemi, perché non si insegnerebbe più a ragionare su come esprimere concetti o opinioni”.

Difronte al dilagare dei social che stanno modificando le regole della scrittura, “Eliminare la prova scritta all’esame di Stato sarebbe un errore imperdonabile. No, non si può procedere per sottrazione, bisogna valorizzare i percorsi e lavorare sulla formazione dei giovani senza assecondarne paure e debolezze, perché la scuola serve anche e soprattutto a dare gli strumenti ai giovani per affrontare le difficoltà, non per aggirare gli ostacoli”.

Decisi anche i commenti del segretario generale della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli, e del presidente dell’associazione professionale Proteo Fare Sapere: “Comprendiamo il disagio e la tensione di tanti studenti che si avviano a concludere la secondaria superiore dopo oltre due anni in cui la scuola ha dovuto pagare il prezzo della pandemia. E uno di questi proveniva dalla decisione di sostituire la parte scritta dell’esame di Stato con una tesina da compilare a casa. Non è la stessa cosa.

“Lo sviluppo e l’apprendimento della lingua è infatti un processo che investe la persona fin dalla prima infanzia e ne segna lo sviluppo lungo tutto il corso della vita. Scrivere, ancor più, sottende riflessione, rielaborazione, adattamento e cura dei pensieri in ragione dei diversi contesti/testi comunicativi. Sarebbe un errore accogliere la proposta di abolire la prova scritta di lingua italiana nell’esame di Stato, pur avvertendo il disagio di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi, creato soprattutto da tanti mesi di didattica a distanza. È a questo disagio che bisogna rispondere e c’è ancora il tempo utile per farlo. Stando vicini agli studenti con un progetto non solo di sicurezza sanitaria ma anche di aiuto e sostegno psicologico e didattico, offrendo loro un potenziamento di quelle attività importanti per giungere con maggiore sicurezza e tranquillità all’appuntamento conclusivo. Questo è l’impegno che l’amministrazione deve assumere per rispondere alle richieste degli studenti e alla preoccupazione di tanti docenti”.

Immissioni a.s. 2021/22, 1 posto su 2 ancora vacante: tabella con tutti i dati

da La Tecnica della Scuola

Sono oltre 55.000 le cattedre non assegnate dopo le immissioni in ruolo dell’a.s. 2021/22. È quanto emerge dai dati trasmessi dal MI alle Organizzazioni sindacali, dopo l’incontro del 5 novembre scorso. I dati sono aggiornati all’8 ottobre.

Le assunzioni totali sono state circa 57.000, di cui 12.000 con contratti a tempo determinato ai sensi dell’art. 59, comma 4, del D.L. 73/2021 (Incarichi a tempo determinato finalizzati al ruolo). Questi incarichi postranno essere confermati solo dopo il superamento della prova che i docenti in questione dovranno sostenere a fine anno.

Icotea

Come rileva la FLC CGIL, la quasi totalità di queste 12.000 assunzioni effettuate da GPS sono state fatte su posto di sostegno.

Lo stesso Sindacato evidenzia la forte presenza di posti non assegnati nelle discipline di area scientifica, ricordando che, oltre al concorso straordinario 2020, si è svolta anche la procedura ordinaria STEM con i quiz a risposta multipla. “Un segno tangibile del fallimento di questo modello di reclutamento, che va cambiato in modo radicale, rimettendo al centro la formazione e il riconoscimento del valore dell’esperienza maturata dai precari”.

SCARICA IL FILE EXCEL CON I DATI DISTINTI PER CLASSE DI CONCORSO E REGIONE

Gestione finanziaria. Programma Annuale in equilibrio tra Ptof e risorse della scuola

da La Tecnica della Scuola

La nota del Ministero dell’Istruzione, prot. 25863 del 9/11/2021 ha stabilito la proroga per la predisposizione e l’approvazione del programma annuale 2022. A parte il differimento dei termini, nulla è stato mutato ai fini del corretto adempimento degli obblighi di gestione e amministrazione. Si ritiene utile farne un breve richiamo, fornendo anche alcune indicazioni per la stesura della relazione di accompagnamento e per l’utilizzo della disponibilità finanziaria da programmare.

La gestione finanziaria ed amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche è attualmente regolata dal DECRETO 28 agosto 2018, n. 129 “Regolamento recante istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’articolo 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n. 107” (c.d. Regolamento).

Il dirigente scolastico è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei relativi risultati. che si svolge in base al programma annuale (in sigla P.A.) redatto in termini di competenza ed in coerenza con le previsioni del P.T.O.F. La gestione è riferita l’anno finanziario (in sigla A.F. oppure E.F. che sta per esercizio finanziario) che comincia il 1° gennaio e termina il 31 dicembre dello stesso anno.

Il P.A. si presenta come:

  1. un modello flessibile, la cui struttura varia secondo le scuole ed i relativi progetti;
  2. un documento delle intenzioni e dei progetti (spese aggregate per finalità);
  3. uno strumento operativo strettamente dipendente nei tempi dal P.T.O.F.

Il P.A. è al servizio del P.T.O.F., questo rapporto di dipendenza condiziona anche il piano dell’offerta, in quanto occorre dichiarare fin dall’inizio quali sono le risorse allocate ad ogni singola iniziativa: la gestione che ne risulta è snella, condotta dal dirigente senza più consultare l’organo collegiale, ma la fase di programmazione deve essere attenta e puntuale.

Come procedere

Il consiglio di istituto – nel momento in cui fissa i criteri generali per il P.T.O.F. (prima che il collegio dei docenti lo elabori) – precisa i criteri di indirizzo ed i vincoli operativi:

  1. qual è la somma complessiva disponibile per progetti ed attività diversi da quelli obbligatori;
  2. che ogni progetto, per essere approvato ed inserito nel P.T.O.F., deve recare obbligatoriamente l’indicazione dei tempi, dei costi, delle risorse richieste e delle verifiche – in itinere e finali – circa il raggiungimento degli obiettivi.

In definitiva, il collegio dei docenti individua le attività ed i progetti da attuare, ma deve indicarne esattamente le condizioni operative.

Definito il P.T.O.F. occorre analizzarne i contenuti per i progetti ed attività che richiedono risorse finanziarie. Per ciascuno di essi – facendo riferimento anche all’esperienza degli anni passati e con l’aiuto del direttore SGA – si individuerà il costo prevedibile, comprensivo di ogni voce prevista dalle schede finanziarie del P.A.

Possono darsi due situazioni:

  1. Il totale dei progetti e delle attività è compatibile con le risorse finanziarie disponibili.

Si compila per ognuno di essi la corrispondente scheda finanziaria e li si inserisce nel programma. Le risorse non utilizzate possono confluire, in seguito ad opportune valutazioni, o fra le attività generali (funzionamento amministrativo, funzionamento didattico, spese di investimento, etc…) oppure sotto la voce Z01 (disponibilità finanziaria da programmare).

  • Il totale dei progetti e delle attività supera le risorse disponibili.

Se lo scostamento è lieve, si possono procedere con piccoli aggiustamenti sulle singole voci, oppure riducendo dell’importo corrispondente il fondo di riserva, che di norma è pari al 5% della dotazione finanziaria ordinaria. Se lo scostamento è importante, si può:

  1. rinunciare ad alcuni progetti, in base a valutazioni di rilevanza didattica o strategica per l’istituto;
  2. trasformare alcuni progetti – sulla base della loro natura e delle loro finalità – in progetti pluriennali, ripartendo l’onere su più esercizi finanziari;
  3. modificare uno o più progetti, riducendone le spese, variando gli obiettivi, l’ampiezza quantitativa, la durata, o altri parametri.

Ciascuna di queste scelte equivale ad una modifica – più o meno rilevante – del P.T.O.F., che il dirigente scolastico non è legittimato ad operare da solo. Deve quindi proporle in collegio docenti ed in consiglio di istituto per far approvare una proposta di variazione che rispetti i vincoli.

Un possibile percorso operativo

Alla luce di quanto scritto, viene presentata un’ipotesi di percorso operativo per la redazione del P.A.:

  1. valutare, con il direttore SGA, le risorse disponibili per l’insieme delle attività e dei progetti, dedotte le attività obbligatorie;
  2. comunicare le risorse al consiglio di istituto come criterio generale da indicare al collegio dei docenti per l’elaborazione del P.T.O.F., unitamente all’obbligatorietà di indicare analiticamente per ogni progetto: tempi di realizzazione, risorse necessarie, costi finanziari complessivi, verifiche intermedie e finali e relativi risultati attesi;
  3. verificare, anche attraverso il docente funzione strumentale, che il collegio – o le sue commissioni – rispetti i vincoli generali indicati dal consiglio;
  4. individuare, tramite gli organi collegiali, gli acquisti in conto capitale e quantificarne le risorse necessarie (diminuendo la disponibilità complessiva per progetti ed attività);
  5. conoscere, tramite il direttore SGA, l’ammontare dell’avanzo di amministrazione presunto, con l’indicazione di quanto effettivamente disponibile e di quanto subordinato al verificarsi di entrate accertate ma non ancora riscosse (residui attivi);
  6. conoscere, tramite il direttore SGA, l’elenco delle attività obbligatorie di funzionamento amministrativo con l’indicazione dei relativi costi e definizione dei costi minimi richiesti per le attività di funzionamento didattico;
  7. predisporre il programma annuale, in collaborazione con il direttore SGA, attribuendo a ciascun progetto o attività le risorse necessarie e completarlo, attraverso il direttore SGA, con la compilazione dei diversi modelli ed allegati (situazione finanziaria, schede finanziarie, ecc.);
  8. predisporre, entro il 30 novembre dell’anno precedente a quello di riferimento, in collaborazione con la Giunta Esecutiva, la relazione accompagnatoria al programma ed entro al stessa data inviare il P.A., con gli allegati, al Collegio dei Revisori dei Conti per la formulazione del previsto parere;
  9. presentare, entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, il programma annuale al consiglio di istituto per la sua discussione ed approvazione, anche nel caso di mancata acquisizione del predetto parere dei revisori dei conti entro la data fissata per la deliberazione stessa;
  10. pubblicazione del P.A., entro 15 giorni dall’approvazione, nel Portale unico dei dati della scuola, nonché nel sito internet di ciascuna istituzione scolastica, sezione amministrazione trasparente;
  11. inizio della gestione corrente dal primo gennaio dell’anno di riferimento, in caso di risorse gravemente insufficienti, mettere a punto un’ipotesi di revisione del P.T.O.F. e rimetterla all’approvazione agli organi collegiali competenti;
  12. verifica al 30 giugno, in consiglio di istituto, dello stato di attuazione del P.A. ed eventuali rettifiche;
  13. eventuali variazioni al P.A. in corso d’opera.

Nota 11 novembre 2021, AOODGOSV 27972

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Uff. 1

Agli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

OGGETTO: Olimpiadi Nazionali di Robotica – VI Eedizione 2022

Digital board: riapertura dei termini della procedura “a sportello” dal 12 novembre al 2 dicembre

Avviso pubblico
“Digital board: trasformazione digitale nella didattica e nell’organizzazione”
Prot. n. AOODGEFID/28966 del 6 settembre 2021
Avviso di riapertura dei termini della procedura “a sportello”
Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020 – Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) – REACT EU

Prot. n. 43830 del 11 novembre 2021

Reti locali: riapertura termini della procedura “a sportello” dal 12 novembre al 2 dicembre

Avviso pubblico per la realizzazione di reti locali, cablate e wireless, nelle scuole
Prot. n. AOODGEFID/20480 del 20 luglio 2021
Avviso di riapertura dei termini della procedura “a sportello”
Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020 – Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) – REACT EU

Prot. n. 43813 del 11 novembre 2021