Incontro con il Ministro dell’istruzione sul DDL di bilancio 2022

Incontro con il Ministro dell’istruzione sul DDL di bilancio 2022: le richieste dell’ANP

L’ANP ha incontrato oggi 18 novembre,  in videoconferenza, il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi e ha formulato le proprie richieste e proposte in vista dell’avvio dell’iter parlamentare del DDL bilancio 2022. 

In apertura, il Ministro ha comunicato che, da un confronto con le forze di maggioranza, è emersa la volontà di estendere la proroga dei “contratti Covid” al personale ATA, di aumentare il fondo per la valorizzazione del personale docente di ben otto volte, di aumentare gli stanziamenti per il FUN.  

Per l’ANP, l’aumentato carico di lavoro e di responsabilità ad esso connesse – la pandemia ne ha significativamente ampliato le dimensioni, investendo persino l’ambito sanitario – esige il pieno riconoscimento, anche in termini retributivi, del ruolo del dirigente scolastico.  D’altra parte, tutti i lavoratori della scuola si aspettano il giusto riconoscimento economico per la professionalità e la abnegazione messe in campo al fine di garantire la massima funzionalità delle scuole anche nel contesto emergenziale.  

Riteniamo, pertanto, del tutto inadeguati gli stanziamenti effettuati in vista dei rinnovi contrattuali e chiediamo che siano incrementati adeguatamente. Tutto il personale scolastico deve essere retribuito in modo equo e non giova a chi lavora nelle scuole permettere che si alimenti la solita ‘guerra tra poveri’ fondata sulla comparazione di retribuzioni spettanti a figure professionali del tutto diverse tra loro. In realtà, tutto il personale della scuola è retribuito molto meno dei colleghi di altri paesi europei. In merito, poi, all’incremento del fondo di valorizzazione del personale docente, riteniamo che esso debba essere vincolato ai criteri già previsti dalle singole scuole nella cornice di quanto stabilito dalla legge n. 107/2015. 

La retribuzione dei dirigenti scolastici, in particolare, rimane una questione purtroppo ancora aperta. Abbiamo ribadito che è necessario incrementare congruamente il FUN per proseguire il processo di armonizzazione economica rispetto ai dirigenti della medesima area contrattuale, oltre che per valorizzare l’enorme impegno profuso dai colleghi durante la pandemia, senza sottrarsi ad alcuna responsabilità. Bisogna dunque perseguire l’armonizzazione della retribuzione dei dirigenti scolastici con quella dei colleghi dirigenti dell’area “istruzione e ricerca”: a tal fine sono necessari circa 240 milioni annui. Di conseguenza, riteniamo insufficiente l’incremento previsto dal disegno di legge di bilancio che è pari a meno del 10% del fabbisogno.  

L’ANP ha, inoltre, chiesto che la proroga, all’anno scolastico 2022/2023, dell’applicazione dei criteri nazionali di graduazione delle posizioni dirigenziali, per evitare restituzioni e compressioni della retribuzione dei dirigenti scolastici, sia integrata con un’espressa previsione di proroga del meccanismo di allocazione delle risorse necessarie per le reggenze attribuite negli anni scolastici 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022. Infatti, le relative somme che, per norma contrattuale, dovrebbero gravare sulle risorse relative alla retribuzione di posizione quota parte variabile a partire dal 2019/2020, devono invece continuare ad essere reperite a valere sulle risorse finalizzate alla retribuzione di risultato fino all’anno 2021/2022 compreso. In caso contrario, gli effetti che si intende determinare con la proroga dell’applicazione dei criteri nazionali di graduazione risulterebbero compromessi.  

Abbiamo anche ribadito che l’allocazione delle risorse economiche deve essere finalizzata non solo alla serena prosecuzione dell’anno scolastico ma anche, e soprattutto, al perseguimento di obiettivi strategici di medio e lungo termine. In questa prospettiva, non condividiamo la disposizione di cui all’art. 107 del disegno di legge che non prevede la possibilità di prorogare i contratti stipulati con il personale ATA: a nostro avviso, occorre invece lasciare alle scuole autonome piena facoltà di scegliere quali contratti prorogare anche incrementando le risorse dedicate.  

Sempre in prospettiva di scelte strategiche, è a nostro avviso arrivato il momento di mettere fine alla criticità delle reggenze che, inevitabilmente, privano le scuole della continuità necessaria a perseguire gli obiettivi formativi loro propri. Intervenire sulla razionalizzazione della rete scolastica diventa prioritario anche nell’ottica della progressiva denatalità: ogni scuola deve avere un proprio dirigente e un proprio DSGA per poter realizzare detti obiettivi, là dove la reggenza – come noto – non induce a compiere scelte nodali per l’utenza e per il territorio. L’attuazione delle previsioni di cui all’art. 1, c. 978 della legge 178/2020, limitata al solo anno scolastico 2021/2022 e non almeno ad un intero triennio, come richiesto dall’ANP, ha prodotto d’altronde esiti opposti a quelli auspicati dal legislatore: l’Amministrazione ha accantonato un numero considerevole di sedi che hanno limitato non solo la consistenza della mobilità interregionale, ma anche il numero di immissioni in ruolo. È necessario, quindi, un intervento strutturale che risolva in via definitiva la questione posta dall’art. 111 del disegno di legge. 

L’ANP ha, inoltre, proposto di inserire nella legge di bilancio una specifica previsione per estendere dal 30% al 100% il limite massimo di sedi disponibili per la mobilità interregionale per il 2022/2023. Riteniamo indispensabile modificare per via legislativa la norma contrattuale, originariamente formulata in considerazione del reclutamento attuato su base regionale, in quanto i tempi di sottoscrizione del prossimo CCNL sicuramente non consentirebbero di intervenire con la tempestività necessaria per sfruttare la mobilità del 2022. 

In conclusione, l’ANP chiede con forza che il dibattito parlamentare prenda davvero in considerazione il potenziamento del servizio scolastico e attui quanto più volte dichiarato: la scuola deve essere al centro del Paese e il Governo deve compiere scelte di investimento concrete e coerenti con tale principio. 

La legge di bilancio è l’occasione privilegiata per mantenere con i fatti tale impegno. 

La guerra d’Etiopia

La guerra d’Etiopia

di Maurizio Tiriticco

18 NOVEMBRE DEL 1935! Ricorrenza funesta per il nostro Paese! Per l’Italia fascista di quegli anni! In quel giorno il Regno d’Italia fu colpito dalle sanzioni economiche, approvate da ben cinquanta Stati appartenenti alla Società delle Nazioni (grosso modo, l’ONU di quegli anni), con il solo voto contrario, ovviamente, dell’Italia e l’astensione di Austria, Ungheria e Albania. Le sanzioni risultarono comunque inefficaci perché numerosi Paesi, pur avendone votato l’imposizione, continuarono a mantenere buoni rapporti con l’Italia, rifornendola di materie prime che, com’è noto, nel nostro Paese hanno sempre scarseggiato. Fu in questa fase che cominciò un progressivo avvicinamento tra la Germania di Adolf Hitler e l’Italia di Mussolini. Ciò nonostante, la Germania proseguì la fornitura di armamenti al Negus ancora fino al 1936. La Spagna e la Jugoslavia, pur avendo votato le sanzioni, comunicarono al governo italiano che non avrebbero inteso rispettarne diverse clausole.

Ma perché le sanzioni? Perché avevamo aggredito ed occupato l’Etiopia, uno Stato libero e indipendente – come la Liberia – in quel continente africano ridotto dai conquistatori europei ad un variegato insieme di colonie. Tutto aveva avuto inizio con l’“incidente di Ual Ual”, una località al confine tra l’Etiopia e la Somalia italiana. Era il 5 dicembre del 1934. Scoppiò un violento scontro armato che vide contrapposte truppe etiopiche ed il presidio italiano, che occupava l’omonima località di confine. In gioco c’era ilpossesso di una località ricca di pozzi d’acqua, che si trovava in una fascia di territorio contesa, e occupata illegittimamente secondo gli Etiopi dagli Italiani fin dal 1926. Questo incidente, seppur all’interno di un quadro più vasto di incidenti di lieve portata, avrebbe potuto essere liquidato come gli altri, con una trattativa; ma fu invece ingigantito dalla propaganda fascista, che ormai da anni stava preparando la pubblica opinione ad una prossima invasione dell’Etiopia. Così l’incidente divenne ufficialmente il casus belli che serviva al governo fascista per giustificare quella che divenne l’aggressione all’Etiopia.

Ma le sanzioni si facevano sentire! Ed il governo fascista volle correre ai ripari, sollecitando lo spirito patriottico degli Italiani Il 18 DICEMBRE 1935 le donne italiane furono chiamate a consegnare alla Patria le fedi nuziali, ricevendo in cambio anelli senza valore: si consumava così la Giornata della Fede, solennemente proclamata dal Regime Fascista. La stessa Regina Elena sullo scalone del Vittoriano in Roma donò la sua fede! Anche mia madre donò la sua fede. Alla Patria? Tutt’altro! Infatti, dopo il 25 luglio del ’43, in seguito alla caduta del fascismo, molte fedi d’oro furono ritrovate nelle abitazioni dei gerarchi del Duce. Ma quelle donazioni auree non furono sufficienti. E ciascun “fedele suddito” fu tenuto a “donare alla Patria” anche ferro e rame! Molti cancelli, molte inferriate di ville e giardini, nonché vecchie reti di letti tirati fuori dalle cantine furono “donati alla Patria”. Perché occorreva produrre anche armi. Ricordo che sull’arenile di Ostia, anzi del Lido di Roma – come voleva chiamarla il Duce – doveabitavo, appositi macchinari ricavavano dalla sabbia ferrosa dell’arenile, granelli di ferro! Che però, secondo mio padre, ingegnere, non sarebbero serviti a nulla! Ma la faccia, a cui il fascismo teneva moltissimo, era salva!

La “guerra d’Africa”, che vide contrapposti il Regno d’Italia e l’Impero d’Etiopia, si svolse di fatto tra il 3 ottobre 1935 e il 5 maggio 1936. Le operazioni da parte italiana furono condotte inizialmente dal generale Emilio De Bono, che in seguito fu sostituito dal maresciallo Pietro Badoglio, perché più deciso! E non solo nei combattimenti e nell’uso dei gas asfissianti, pur se proibiti dalla Società delle Nazioni, ma anche per il sistematico sterminio di civili! Come lugubre ammonimento! Le truppe italiane invasero l’Etiopia a partire dalla colonia eritrea a nord, mentre un fronte secondario fu aperto a sud-est dalle forze del generale Rodolfo Graziani, dislocate nella Somalia italiana. “Io ti saluto e vado in Abissinia! Cara Virginia, ti scriverò. Appena giunto nell’accampamento, dal reggimento ti scriverò. Ti manderò dall’Africa un bel fior, che nasce sotto il ciel dell’Equator”. Così cantavano i nostri legionari in partenza per la guerra in Abissinia! Ultima guerra coloniale di un Paese europeo! Guerre che erano terminate da decenni, perché in Africa poco o nulla restava da conquistare, ma… era rimasto uno Stato unitario, anzi un impero! Che aveva origini lontane nel tempo: l’Impero d’Etiopia, noto anche come Abissinia, che era stato fondato nel lontano 1137, quando Mara Takla Haymanot, proclamando la continuità con l’antico regno di Axum, spodestò l’ultimo discendente della regina Gudit e fondò la dinastia Zaguè. E l’Etiopia era rimasto l’ultimo Stato libero – oltre alla ricordata Liberia – dopo la terribile e sanguinosa colonizzazione operata dai maggiori Paesi europei, Inghilterra, Germania e Francia, tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento.

Le forze militari etiopiche furono soverchiate dalla superiorità numerica e tecnologica degli italiani. E il conflitto si concluse il 5 maggio con l’ingresso dei soldati di Badoglio nella capitale Addis Abeba. Ma l’invasione fascista fu resa più facile – se si può usare questa espressione – grazie anche all’uso indiscriminato di gas asfissianti. Ricordo la polemica intercorsa alcuni anni fa tra lo storico Angelo Del Boca e Indro Montanelli. Che, dopo averlo a lungo negato, finì poi per riconoscere l’uso di agenti chimici da parte dell’esercito italiano, di cui era stato sott’ufficiale.

Dopo la cruenta conquista di un Paese libero, dal balcone di Palazzo Venezia il Duce annunciò solennemente la vittoria alla folla che gremiva la piazza sottostante. Ecco l’incipit di quel discorso:“Camicie nere della rivoluzione! Uomini e donne di tutta Italia! Italiani e amici dell’Italia al di là dei monti e al di là dei mari! Ascoltate! Il maresciallo Badoglio mi telegrafa: Oggi 5 maggio alle ore 16 alla testa delle truppe vittoriose sono entrato in Addis Abeba”! E la folla festante applaudì fragorosamente! Io avevo solo otto anni! Ed ero ultrafelice! Finalmente avevamo ricostituito l’impero! E sapevo benissimo che con gli imperatori Traiano e Adriano avevamo occupato quasi tutto il mondo allora conosciuto… solo perché Colombo, un Italiano con la I maiuscola, non aveva ancora scoperto l’America! Altrimenti…

Il successivo 9 maggio ci fu la solenne celebrazione! Da non credere! E nel nostro calendario, oltre a quello dell’Era cristiana e a quello dell’Era fascista, aggiungemmo un nuovo numero romano: anno I° dell’Impero. Così Somalia, Eritrea ed Etiopia costituirono l’AOI, l’Africa Orientale Italiana! Io impazzivo letteralmente, ed anche i miei compagni, ma… a casa… su fronte famigliare… nulla di nuovo! Non capivo le ragioni di quel silenzio! Eppure la mamma aveva anche lei donato la sua fede! Ricordo che mio padre un giorno tornò a casa con un librone grosso così, un dono dell’ufficio: Giacomo Vaccaro, Africa Orientale Italiana, tante pagine, tante fotografie e tante negrette… e a seni nudi… per me fu una scoperta! Comunque l’Impero in casa mia non suscitava molto entusiasmo…

Ma non era tutto finito. Perché si ripresentò nuovamente il problema delle sanzioni. Alcuni Paesipremevano affinché queste fossero revocate: in particolare quelli che avevano rapporti commerciali con l’Italia, come il Cile, l’Argentina, l’Uruguay, ilGuatemala, non intenzionati a seguire la Gran Bretagna sulla strada della fermezza. Il 30 giugno, su pressione dell’Argentina, si riunì un’assemblea speciale della Società delle Nazioni, nel corso della quale Hailé Selassié propose di non riconoscere le conquiste italiane in Etiopia, ma la sua proposta fu rifiutata con 23 voti contrari, uno favorevole e 25 astenuti. E il 4 luglio 1936, nel corso della medesima assemblea, dopo poco più di sette mesi dalla loro promulgazione, la Società delle Nazioni revocò le sanzioni.

L’Italia fascista aveva vinto! La sua impresa coloniale venne di fatto accettata dal mondo libero. Ma l’avventura fascista era solo all’inizio! Negli anni successivi il fascismo italiano saldò la sua amicizia con il nazismo tedesco! E il 22 maggio del 1939 tra l’Italia fascista e la Germania nazista venne firmato dai rispettivi ministri degli Esteri Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbentrop il cosiddetto Patto d’Acciaio, in tedesco Stahlpakt. Il primo settembre di quell’anno le truppe naziste invasero la Polonia! Ed ebbe così inizio la terribile e sanguinosissima seconda guerra mondiale!

Nuovi concorsi

Nuovi concorsi
Voci sulle possibili innovazioni nei regolamenti per i prossimi concorsi, problemi e proposte

di Gabriele Boselli

Rumors

Era tempo che venissero cambiate le prove per l’accesso a tutta la Pubblica Amministrazione e alle professioni scolastiche in particolare, dalla docenza alla dirigenza all’ispettorato, se quest’ultima professionalità non continuerà a essere considerata semplicemente fastidiosa da alcune onnipotenti associazioni dirigenziali. Le prove preliminari degli ultimi vent’anni erano infatti imperniate su test binari o comunque chiusi e per vincere erano necessarie soprattutto doti mnemoniche e una modalità di pensiero di tipo convergente. Venivano esclusi i soggetti dotati di pensiero critico e creativo, a meno che non possedessero una memoria fuori dal comune che permettesse loro di ricordare le famose 4000 risposte casualmente ritenute dagli estensori “corrette”  e pubblicate qualche giorno prima delle prove.

Ora, stando a notizie di stampa e a fonti sindacali, sembra che in concomitanza con il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e la “riforma Brunetta” della PA, anche altri tipi di intelligenza possano aver accesso alla docenza e alla dirigenza scolastiche e magari anche all’ispettorato.

Potrebbero accedere alle prove, questa volta su base territoriale, i laureati e gli abilitati nell’area o nelle aree disciplinari interessate.  Oltre alla valutazione per i titoli, ci dovrebbe essere un solo scritto (purtroppo ancora a computer, con connesse possibilità di hackeraggio) con una cinquantina di quesiti che si spera siano a risposta aperta e non si/no o risposta giusta/sbagliata poichè la scienza, a differenza dell’IRRSAE, ammette i chiaroscuri, l’incertezza e la pluralità. Risposte da dare però in soli 100 minuti, il che è certamente un ostacolo per colleghi dotati delle tipologie di pensiero più ponderanti e riflessive.

Con 40  risposte sulla disciplina, spero anche sulla pedagogia,  considerate giuste dalla commissione, 5 sulle capacità informatiche e 5  sulle competenze linguistiche si potrà -dicono- passare agli orali. 

Seguirà l’orale, purtroppo di fronte a esaminatori selezionati a suo tempo con i vecchi criteri vero/falso e con  una mente capace prevalentemente di ricordare e quasi mai di analizzare, sottoporre a critica  e  creare.

Quel che servirebbe capire in un concorso scolastico

Divenire docenti o dirigenti (il buon dirigente è un insegnante di valore che ha esteso il campo degli interlocutori) richiede primariamente conoscenza della materia, studio scientifico delle varie scienze contigue, conoscenza e pratica della ricerca pedagogica, pubblicazioni.

Richiede vastità nella propria apertura al novum. Viviamo in un tempo che presenta tratti mai incontrati prima (globalizzazione culturale, nuovi paradigmi scientifici).  Ci sono cambiamenti con cui il genere umano non si era mai misurato. Nel tempo del post-umano e del trans-umano per non essere culturalmente irrilevanti occorrerà saper fare esercizio di antiche e nuove categorie di pensiero.

Chi nella scuola -come insegnante, dirigente o ispettore- occupi degnamente una cattedra dovrebbe detenere senso dello Stato, saper intraprendere iniziative, porsi vicino a tutte le persone,  accompagnarle, motivarle. 

Le prove di concorso dovrebbero far comprendere se il candidato avrà carisma per invitare i ragazzi o gli adulti a estendere ma anche a focalizzare disciplinarmente il loro orizzonte degli eventi di cultura, ad articolare in forma più evoluta il loro mondo vitale.   Far comprendere se saprà far dono di una inerenza dialetticamente fondativa del proprio come dell’ altrui arco delle possibilità. Offrire indicazioni di senso.

Problemi e proposte

La principale gamma problematica, oltre alle possibilità di difesa dai ricorsi ai TAR, riguarda a mio avviso gli estensori dei testi delle prove e gli esaminatori.

La parte -MEF permettendo- risolvibile per decreto riguarda la possibilità di sollevare temporaneamente gli esaminatori dagli altri incarichi di lavoro. Selezionare chi dovrà insegnare o dirigere o detenere una cattedra ispettiva non dovrebbe essere un lavoro da svolgere nei ritagli di tempo.

La parte più difficile -anche per un Ministro e un coinvolgibile Presidente dell’INDIRE come gli attuali di grande cultura e capacità innovative- investe invece la qualità della conoscenza scientifica e soprattutto la forma mentis degli esaminatori, a loro tempo entrati in ruolo con prove “oggettive”, risposte “giuste” e simili armamentari tardopositivistici. Una soluzione potrebbe essere quella di selezionarli in base a pubblicazioni e lo svolgimento di un saggio breve.  Evitare l’investitura di commissari  fatti con lo stampino, vittime non innocenti delle ingessature del pensiero e delle subculture vincenti nel MIUR degli ultimi vent’anni a opera degli emissari dei partiti e delle solite associazioni.

Giornata mondiale dei poveri

Giornata mondiale dei poveri

di Vincenzo Andraous

Da poco abbiamo festeggiato la giornata mondiale dei poveri, mentre nella grande sala della comunità le persone entravano e si sedevano compostamente per pranzare, tra me e me pensavo, ma che roba strana la festa dei poveri del mondo. Come se ci fosse qualcosa da celebrare, da esser felici per tanta disperata esistenza. Sotto gli occhi si presentava senza maschere, senza orpelli, senza parole superflue, peggio, compassioni ipocrite, la fotocopia di tante e troppe alzate di spalle, ciò che spesso l’indifferenza crea a dismisura. I poveri hanno le sembianze deigiorni che non sono mai nostri, eppure nell’accogliere, accompagnare, ascoltare, le persone in riserva permanente con le emozioni costrette a camminare rasenti ai muri per non rischiare di cadere ancora più giù, c’è la possibilità di intravedere un piccolo pertugio dove fare convergere le residue energie interiori per tentare di risalire la china. C’è la possibilità rimasta sottopelle di una intuizione apparentemente sopita, strappata da una fatica di vivere vissuta male, una sconfitta esistenziale mai del tutto accettata. I poveri camminano con lo spartito tra le mani, sempre quello, sempre più sdrucito, perchè non mutano mai le problematiche che li riguardano. E’ povertà di là, di qua, dovunque ci sono montagne di parole nuove, dove ognuno ha fatto bene i propri compiti, ma gli ultimi non hannoricevuto sollievo da alcuna giustizia, soltanto nuove e consunte parole.

Rimango lì a osservare quell’umanità derelitta che non può essere colmata dal cibo offerto, dalla generosa prossimità dei volontari, ci sono sorrisi e ci sono sguardi persi lontano, c’è una sorta di silenziosa insubordinazione a un quotidiano che drammaticamente non coinvolge alcuno, dentro un consorzio sociale che ha coscienza di questa fetta di realtà ai margini, soltanto quando ne è costretta, quando è con le spalle al muro da questa povertà che sta alimentandosi delle sottrazioni, le divisioni, le moltiplicazioni che comportano perdite e mancanze.

Nuovamente la comunicazione non aiuta ad accorciare le distanze, fagocita uno stile di vita basato sulle fandonie, sulla manipolazione delle emozioni,fino a trattenerle, perché per qualcuno forse è meglio così. Nella grande sala della comunità c’è lo stare insieme quale origine ontologica dell’uomo, ma più guardo le persone che s’aggirano tra cibo e volontari, più tocco con mano il degrado del cambiamento indotto dalla miseria. Nonostante questa ingiustizia che rende le persone men che mai emancipate, lapolitica arrogante rende gli incapaci dei formidabili utopisti, così le parole si sprecano, le promesse anche, mentre la povertà trasale nella mancanza di beni essenziali per la vita, di cibo, di medicine, di una casa, figuriamoci di un lavoro, quale unico strumento di ritorno alla vita.

Decreto Dipartimentale 18 novembre 2021, AOODPIT 2217

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio II

RETTIFICA all’AVVISO PUBBLICO (Decreto Direttoriale prot. 1570 del 7.9.2021) per la presentazione dei progetti finanziati con il Piano delle Arti – DPCM 12 maggio 2021 – All. A paragrafo 6, punto 4.2 (Misure c), e), f) g) e i))

SFIDE – LA SCUOLA DI TUTTI

24-28 novembre 2021

SFIDE – LA SCUOLA DI TUTTI

Scuola, Formazione, Inclusione, Didattica, Educazione

Che cos’è la scuola?
La didattica attiva e laboratoriale e le buone pratiche che guardano al futuro  


Dal 24 al 28 novembre torna Sfide – La scuola di tutti, evento dedicato a insegnanti, dirigenti, studenti e famiglie, organizzato da Terre di mezzo, Officine Scuola e Fa’ la cosa giusta!, quest’anno con una formula nuova: dal 24 al 27 novembre formazione gratuita e certificata online e un appuntamento, il 28 novembre, ai Chiostri di Sant’Eustorgio a Milano dedicata anche alle famiglie. Un ricco programma di incontri e dibattiti sulla scuola del futuro: dall’innovazione alla didattica attiva, dall’inclusione sociale alla “scuola aperta”.

Gli incontri, anche quelli online, sono aperti a tutti e su iscrizione sul sito sfide-lascuoladitutti.it. Per partecipare agli appuntamenti del 28 novembre è necessario il Green Pass.

I webinar, in programma dal 24 al 27 novembre, proporranno modelli di didattica attiva e laboratoriale per stimolare la curiosità degli studenti, massimizzare l’apprendimento e il loro coinvolgimento attivo, anche in situazioni di didattica a distanza, come mostrerà David Del Carlo durante l’incontro del  25 novembre alle 17 raccontando attività realizzate con gli alunni delle sue classi durante il lockdown e applicabili a qualsiasi disciplina.

Tra i focus non mancheranno le applicazioni della tecnologia: tinkercad, una app che permette di creare e programmare in 3D e sviluppare i concetti di geometria nelle scuole primarie e secondarie (26 novembre alle 16), costruire robot per imparare i concetti di base del coding (26 novembre alle 16), fablab e spazi interattivi (24 novembre alle 17.45) che consentono di implementare l’attività laboratoriale all’interno degli istituti scolastici. Ma anche incontri sull’importanza delle materie STEM (26 novembre alle 16) e dell’educazione civica (26 novembre alle 17.45) e la “Citizen Science” (24 novembre alle 16).

Che cos’è la scuola? è invece il fil rouge della giornata ai Chiostri di Sant’Eustorgio, il 28 novembre.

Tra i protagonisti:

Marco Balzano, docente, autore di “Le parole sono importanti” (Einaudi Editore) e conduttore della serie televisiva “Prof la scuola siamo noi” in cui ha intervistato insegnanti di tutta Italia della scuola pubblica che hanno messo in atto nuove pedagogie e nuovi modi di fare scuola. Con lui faremo un viaggio che parte dall’etimologia della parola “scuola” per darne una nuova definizione che guarda al futuro.

L’importanza di creare contesti che favoriscano l’interazione e la collaborazione tra scuola e territorio saranno al centro dell’incontro con Susanna Sancassani, managing director del Dipartimento di Metodi e Tecnologie Innovative per la Didattica-METID del Politecnico di Milano, e Ludovico Arte,  dirigente dell’istituto tecnico per il turismo Marco Polo di Firenze.

Beate Wayland, professore associato di didattica presso la Libera Università di Bolzano, racconterà l’esperienza del progetto EDEN-Educational Environments With Nature e Francesco Muraro, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Via Giacosa a Milano, tra gli attivatori della Rete Scuole all’aperto, progetto sperimentale già messo in pratica da oltre 60 scuole in tutta Italia.

A seguire Fabio Geda, educatore e scrittore, e Cristiano Pravadelli, psicologo e formatore, dialogheranno sulla didattica dell’errore e l’educazione alla bellezza dove l’errore è il luogo dell’incontro tra chi educa e chi impara.

Durante il pomeriggio si affronteranno i temi dell’inclusione sociale e dell’educazione alla cittadinanza.

Ascolteremo le esperienze di Giovanna Genco, dirigente dell’istituto Edmondo de Amicis di Palermo, una scuola di periferia, Andrea Pastorelli, presidente di Teach For Italy, progetto che recluta e seleziona giovani talenti e li prepara, attraverso un programma di formazione intensiva, all’insegnamento in contesti svantaggiati, accompagnandoli e supportandoli nella loro attività di docenti durante due anni di esperienza nella scuola, e Nicolò Govoni, presidente della onlus Still I Rise, organizzazione nata per garantire un’istruzione anche a tutti aprendo scuole internazionali e centri educativi in contesti di emergenza come il campo profughi in Grecia, Siria, Kenya e presto anche a Lampedusa.

Con Eugenia Carfora, preside dell’Istituto Superiore Francesco Morano di Caivano (Napoli), miglior dirigente scolastica del 2020 per l’organizzazione Your Edu Action e Sandra Troia, docente ed esperta di competenze digitali, si parlerà dell’importanza dell’educazione civica e della cittadinanza digitale a scuola. 

Infine non poteva mancare uno sguardo al futuro: con Carlo Mazzone, docente di Informatica a Benevento finalista al Global Teacher Prize, e Paolo Limonta, maestro elementare di Milano si ragionerà sulla scuola di domani e il suo legame con il territorio.

Decreto Dipartimentale 18 novembre 2021, AOODPIT 2215

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

Disposizioni modificative al decreto 21 aprile 2020, n. 498, recante: «Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola dell’infanzia e primaria», ai sensi dell’articolo 59, comma 11, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito con modificazioni dalla legge 23 luglio 2021, n. 106

Decreto Dipartimentale 18 novembre 2021, AOODPIT 2218

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e
l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio II

RETTIFICA all’AVVISO PUBBLICO (Decreto Direttoriale prot. 1571 del 7.9.2021) per la presentazione dei progetti finanziati con il Piano delle Arti – DPCM 12 maggio 2021 – All. A paragrafo 6, punto 4.1 (Misura d)

Nota 18 novembre 2021, AOODGOSV 28550

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione
e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Capo dell’Ufficio V della DGSP del MAECI ROMA
Al Sovrintendente agli Studi della Valle DGSP del MAECI d’Aosta AOSTA
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti di Istruzione Secondaria di secondo grado, statali e paritari LORO SEDI
e.p.c. Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE
Al Capo Ufficio Stampa SEDE
All’Ufficio di Gabinetto SEDE

OGGETTO: Olimpiadi di Filosofia XXIX edizione A.S. 2021-2022

Nota 18 novembre 2021, AOODGOSV 28514

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici Scolastici Regionali
All’Ufficio speciale di lingua slovena presso l’Ufficio scolastico regionale per il Friuli-Venezia Giulia
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia di Trento
Al Sovrintendente agli studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado per il tramite dei rispettivi UU.SS.RR.
e p.c. All’Ufficio Stampa SEDE

Oggetto: Festival nazionale del Service-Learning (S-L) – Venezia Mestre, 24–26 novembre 2021

Philosophy for the Futures

Una giornata di studi per riaffermare il supporto della filosofia per lo sviluppo del pensiero umano, ribadire il suo ruolo per una migliore comprensione del mondo e per la realizzazione di società più inclusive, solidali e pacifiche, oltre che il suo contributo per migliorare la qualità della formazione dei giovani. Tutto questo è Philosophy for the Futures, un’iniziativa organizzata dal Ministero dell’Istruzione – Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione, in collaborazione con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e alcune istituzioni di cultura e ricerca, in occasione della Giornata Mondiale della Filosofia.

L’evento, rivolto ai docenti, si svolgerà online, il 18 novembre 2021, a partire dalle ore 14 e sarà aperto da un saluto del Ministro Patrizio Bianchi. Si articolerà in due sessioni: nella prima interverranno il filosofo Luciano Floridi dell’Università di Oxford e la scienziata Cristina Becchio, Capo del Laboratorio Cognition, Motion and Neuroscience dell’Istituto Italiano di Tecnologia, con relazioni di approfondimento per ri-pensare ciò che si può definire progetto umano, per re-immaginare il rapporto tra Filosofia e STEM, tra intelligenza naturale e artificiale, per ri-creare un paradigma educativo e formativo in cui la Filosofia possa contribuire per tutti gli studenti a un’Istruzione di qualità.

Nella seconda parte, invece, saranno presentati percorsi e progetti di innovazione della didattica della Filosofia, in linea con le proposte degli Orientamenti per l’apprendimento della Filosofia nella società della conoscenza, realizzati o in corso di realizzazione nelle scuole: in particolare, saranno illustrati i risultati di esperienze di formazione dei docenti e di insegnamento/apprendimento della Filosofia e del pensiero critico negli Istituti tecnici e professionali e negli Istituti Tecnici Superiori.

L’iniziativa prende spunto dalle considerazioni contenute nel recente Rapporto elaborato dalla Commissione Internazionale on the Futures of Education dal titolo Reimagining Our Futures Together: a new social contract for education, appena presentato ufficialmente alla 41esima Conferenza Generale dell’UNESCO, che invita i governi e i cittadini a elaborare un nuovo contratto sociale per l’istruzione sulla base di due principi fondativi: assicurare il diritto a una formazione di qualità per tutto l’arco della vita e rafforzare il ruolo dell’Istruzione come bene pubblico e comune.

Sarà possibile seguire la diretta dei lavori sul canale YouTube InSchibbolethTV, con accesso libero:

https://www.youtube.com/InSchibbolethTV