Le Cattedre Unesco italiane incontrano i Ministeri dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca

Il ruolo centrale dell’educazione, la necessità di una conoscenza integrata, lo sviluppo di nuove competenze e l’impegno per una transizione ecologica partecipata e condivisa. Questi alcuni dei temi al centro dell’incontro delle Cattedre Unesco italiane con i Ministeri dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca.

L’incontro è stato aperto dal Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e dal Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. Hanno partecipato, inoltre, il Presidente della Commissione Italiana per l’Unesco (CNIU) Franco Bernabè e la Vice Direttrice Generale dell’Unesco per l’Educazione, Stefania Giannini.

Le Cattedre Unesco italiane, con il progetto “Dialoghi delle Cattedre Unesco: un laboratorio di idee per il mondo che verrà”, hanno avviato un percorso per proporsi come soggetto collettivo ad alto profilo scientifico e come comunità di saperi per contribuire alla sfida della sostenibilità e alla transizione socio-economica. L’incontro è la sintesi di un anno di confronto e dialogo tra i titolari delle Cattedre Unesco italiane impegnati nello sviluppo dell’educazione e della conoscenza in relazione alle sfide ambientali e sociali globali e per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

A tal fine, le Cattedre Unesco italiane sono al lavoro per fornire un laboratorio idee e conoscenze per le future generazioni, attuare un approccio educativo transdisciplinare e transnazionale, contribuire a introdurre la sfida ambientale nell’educazione scolastica e universitaria, sviluppare strumenti di condivisione e diffusione della conoscenza proponendosi come ponti tra il mondo accademico, la società civile e i decisori politici.

Repentino dietrofront sulle quarantene

Repentino dietrofront sulle quarantene ovvero il dramma dell’incomunicabilità

Che l’incomunicabilità nella società moderna sia oggetto di ampio dibattito è cosa nota. Adesso abbiamo chiara evidenza del fatto che essa alberghi anche all’interno della macchina governativa, peraltro in un momento storico così delicato.

In un lasso di tempo brevissimo le scuole sono state destinatarie di due note relative alla gestione dei contagi in ambiente scolastico, entrambe a firma congiunta del Ministero dell’istruzione e di quello della salute ma opposte nei loro contenuti. I due documenti hanno fornito indicazioni operative contrarie: il primo ha giustificato la sospensione del protocollo del 3 novembre 2021 con l’aumento del tasso di incidenza dei casi di contagio (da 50 a 125 ogni 100.000 abitanti), il secondo ha giustificato la sospensione della sospensione con l’intervento del Commissario Figliuolo.

Per quanto sia ovvio che le soluzioni vadano approntate in base all’evoluzione del contesto emergenziale e delle risorse a disposizione per fronteggiarlo, la chiave di lettura di quanto accaduto sta altrove.

La scuola, secondo la narrazione corrente, è – e deve continuare ad essere – in presenza. Tuttavia, dinanzi alla recente crescita dei contagi, le operazioni di testing e di contact tracing non sono state effettuate secondo la tempistica che il protocollo impone. Le ASL, in gran parte, non hanno retto; le scuole, invece, hanno tenuto duro grazie ai dirigenti e ai loro collaboratori che, di fatto, sono diventate le vere prime linee di questo fronte.

Nell’esigenza di favorire le attività scolastiche in presenza e di fronte all’evidente caduta, tutt’altro che senza rumore, delle ASL, la soluzione per la gestione dei contagi, balenata nel giro di pochissime ore in un’improvvisa reviviscenza della comunicabilità, è stata trovata nel provvidenziale supporto della struttura commissariale che ha, a sua volta, di fatto, commissariato le stesse ASL.

Tanto premesso, alle scuole, ai suoi lavoratori, agli studenti e alle famiglie interessa una sola cosa: che il problema del contact tracing cui assistiamo da diverse “ondate” sia definitivamente risolto senza riversare sui dirigenti scolastici e sui loro staff oneri e competenze altrui, sugli studenti e sui loro genitori gli effetti della lentezza dell’apparato sanitario territoriale.

Di colpi di scena, di ricerca della spannung, di tuffi carpiati con doppio avvitamento la nostra scuola e il nostro Paese, di questi tempi, non hanno davvero bisogno.

I bonus casa tengano conto anche di anziani e disabili!

I bonus casa tengano conto anche di anziani e disabili!
Disabili.com del 01/12/2021

Vanno aumentate le tutele per le persone con disabilità e anziane, introducendo misure che aiutino a sostenere i costi dei lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche 

Le famiglie nelle quali ci sia una persona anziana o con una disabilità motoria (magari arrivata all’improvviso) sanno quanto la casa possa rappresentare, se non adeguatamente adattata ed attrezzata, una prigione, e quanto si rendano necessari piccoli o grandi interventi per potersi muovere e vivere dignitosamente tra le mura domestiche, ad esempio installando un montascale o sostituendo scale con una rampa per disabili. 

Fatta questa premessa, arriva da Stannah, azienda specializzata nella realizzazione di monstascale e superamento delle barriere alla mobilità, un appello che viene rivolto alle istituzioni, ovvero quello di introdurre la cessione del credito e/o lo sconto in fattura anche per i lavori e le opere di abbattimento delle barriere architettoniche, considerando che a beneficiarne sarebbero categorie sociali spesso già segnate da importanti precarietà economiche e personali.

Stannah denuncia in una nota come le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni delle case abbiano, di fatto, dimenticato anziani e disabili. “In questi giorni siamo tutti molto sensibili al tema dei bonus fiscali ed in particolare al futuro dello sconto in fattura e/o della cessione del credito – commenta l’amministratore delegato di Stannah Montascale, Giovanni Messina – un efficace strumento con il quale i cittadini hanno potuto godere di una agevolazione immediata che ha stimolato e facilitato molte spese ed investimenti. Ci auguriamo tutti che tale strumento venga prorogato anche per il 2022 e che venga allargato finalmente anche alla categoria dei dispositivi che consentono l’abbattimento delle barriere architettoniche”.

LE AGEVOLAZIONI ATTUALI.
Attualmente, e da diversi anni, le opere e i prodotti per l’abbattimento delle barriere architettoniche rientrano tra gli interventi che possono beneficiare della detrazione fiscaledel 50% in dieci anni; tali opere sono definite all’interno del Testo Unico delle Imposte sui Reddito all’articolo 16 Bis lettera e). Da non confondere con il recente superbonus (bonus 110%), nel quale rientrano anche gli interventi per abbattimento delle barrier architettoniche ma solo come interventi trainati (ovvero a patto che avvengano a seguito di lavori di ristrutturazione che portino alla riduzione di almeno due classi energetiche). 

PERCHÈ NON SONO SUFFICIENTI.
L’attuale detrazione del 50%, pur preziosa, non è sufficiente. Secondo Stannah La detrazione in dieci anni non basta, dal momento che in particolare gli anziani, oltre a essere percettori di redditi bassi, hanno anche un’aspettativa di vita che potrebbe non consentire la fruizione dell’intero credito fiscale.Queste agevolazioni sono totalmente giustificate dai benefici che ne derivano per la collettività e l’individuo. L’abbattimento di una barriera architettonica, infatti, favorisce l’integrazione sociale e il diritto alla mobilità per le persone con disabilità e ridotte capacità motorie. Inoltre agevola, soprattutto per le persone anziane, il mantenimento a domicilio in condizioni di sicurezza, riducendo di conseguenza anche il rischio di incidenti domestici.

COSA SI CHIEDE. 
Fatte queste premesse, secondo Stannah lo sconto in fattura dal fornitore e/o la cessione del credito a un familiare o a un istituto di credito sarebbe un vantaggio enorme, peraltro senza costi ulteriori per la collettività in quanto il medesimo credito d’imposta, con lo sconto in fattura non fa altro che passare da un soggetto (il contribuente acquirente) ad un altro (il fornitore).
A tal fine Stannah Montascale si è fatta portavoce di questa istanza presso le istituzioni, inviando una lettera appello a 96 Deputati della Repubblica facenti parte della VI Commissione Finanze e della XII Commissioni Affari Sociali, a cui si aggiungono il Vice Capo di Gabinetto, il Segretario particolare, la Segreteria Tecnica, il Consigliere giuridico preposto alle attività del Settore Legislativo e il Consigliere giuridico per le questioni istituzionali e normative del ministro per le pari opportunità.

ADHD: un disturbo iperdiagnosticato oppure sottostimato?

ADHD: un disturbo iperdiagnosticato oppure sottostimato?
Sanità Informazione del 01/12/2021

Secondo il Medical News Today, negli USA si assiste da anni a un eccesso di diagnosi ADHD nei bambini, ascrivibile a diversi fattori. Com’è la situazione in Italia? L’intervista al direttore di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico di Milano, Antonella Costantino.

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (in inglese noto come attention deficit hyperactivity disorder oppure con l’acronimo ADHD) è un disturbo del neuro-sviluppo caratterizzato da problematiche nel mantenere l’attenzione, eccessiva attività e/o difficoltà nel controllare il proprio comportamento, che non appaiono adeguate all’età della persona. L’ADHD si manifesta tipicamente nell’infanzia, colpendo tra il 3 e il 5% di bambini, ma può permanere nell’età adulta, ed è associato ad un alto tasso di abbandono scolastico, disturbi ansioso-depressivi, e a un maggior rischio di andare incontro a dipendenze patologiche.

Tuttavia secondo un recente articolo pubblicato da Medical News Today, negli Stati Uniti l’incidenza del disturbo ADHD potrebbe essere sovrastimata, con un eccesso di diagnosi in cui giocherebbe un ruolo l’inserimento scolastico troppo precoce, che porterebbe in alcuni casi ad identificare come sintomi dell’ADHD alcune condotte dovute ad una immaturità fisiologica. Ancora, l’articolo rimarca una eccessiva tendenza ad intervenire a livello farmacologico anche nei casi di disturbo ADHD di entità lieve. Secondo il CDC, nella fascia d’età 3-17 le diagnosi di ADHD sono passate dal 5,5% nel 1997 al 9,8 nel 2018.

Ma quali sono i parametri per intercettare precocemente ed appropriatamente questo disturbo? Quali i canali attraverso cui deve avvenire la corretta presa in carico e, quindi, l’identificazione del trattamento più appropriato? Lo abbiamo chiesto ad Antonella Costantino, direttore dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (UONPIA) della Fondazione IRCCS «Ca’ Granda» Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, e past president della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza (SINPIA).

Diagnosi e trattamento: il modello italiano e il modello anglosassone a confronto
«Una premessa necessaria riguardo all’approccio diagnostico e terapeutico nei confronti dell’ADHD – spiega la neuropsichiatra – è che se nei paesi di cultura anglosassone, tra cui gli USA, abbiamo una tendenza all’iperdiagnosi, in Italia riscontriamo il problema opposto, cioè una tendenza a sottodiagnosticare e sottotrattare l’ADHD. Questo perché nel nostro Paese c’è culturalmente una maggiore “tolleranza” rispetto a certi comportamenti non perfettamente conformi all’atteso sui bambini in età scolare.
L’Italia è stata resistente per anni rispetto al riconoscimento dell’esistenza di una sindrome ADHD vera e propria, così come è stata resistente per lungo tempo all’uso di trattamenti farmacologici nei bambini, il che può essere positivo da un lato, purché non si sfoci nell’eccesso opposto. «Per contro – sottolinea – in Paesi di cultura anglosassone tra cui gli USA vige un modello di adesione alle regole sociali molto più rigido, di conseguenza il bambino inserito in un contesto scolastico che presenta ancora una componente motoria molto elevata viene più facilmente segnalato come potenziale ADHD. «È vero però che – osserva Costantino – come emerso peraltro dal Registro dei casi ADHD in Lombardia, la sindrome viene più frequentemente diagnosticata nei bambini nati nei primi mesi dell’anno, i cosiddetti “anticipatari” nel contesto scolastico. Insomma, vanno sicuramente trovati dei punti di equilibrio».

Il trattamento farmacologico? Sì nei casi gravi, subordinato a un approccio comportamentale
«Il disturbo lieve è molto influenzato dal contesto ambientale – spiega – ed è facilmente risolvibile con interventi che incidano proprio su questo fattore, mentre per il disturbo grave è necessario intervenire, oltre che a livello comportamentale, pedagogico e ambientale, che rappresentano comunque la prima scelta di trattamento, anche a livello farmacologico, a supporto delle altre linee di intervento. Anche qui – osserva la specialista – c’è una sostanziale differenza tra il modello italiano e quello di altri Paesi tra cui gli Stati Uniti, nel quale il trattamento farmacologico subentra prioritariamente, indipendentemente dal livello di gravità del disturbo».

Il “grande equivoco” intorno all’ADHD
«Un aspetto importante da considerare – continua Costantino – è che gli interventi psicoeducativi, che incidono quindi sul contesto ambientale del minore affetto da ADHD, potrebbero erroneamente lasciar intendere che in un contesto diverso la sindrome non si sarebbe presentata. Così non è – afferma – perché sappiamo che l’ADHD insorge per un insieme di cause genetiche e neurobiologiche, i cui sintomi possono essere esacerbati da cause ambientali. Infatti, l’approccio psicoeducativo per il trattamento di questo disturbo è altamente specifico, talvolta controintuitivo, a dimostrazione del fatto che un intervento pedagogico efficace su un bambino non ADHD può rivelarsi controproducente in un bambino con ADHD, e viceversa. In sintesi – riassume Costantino – non è il contesto socio-ambientale a determinare l’insorgenza di ADHD, ma intervenire sul contesto di riferimento aiuta a risolverne i sintomi».

L’importanza di una diagnosi differenziale per la gestione dell’ADHD
«Per quanto riguarda le forme lievi – spiega – attraverso una serie di strategie si riesce a uscire dalle limitazioni funzionali che questa sindrome comporta. Con le forme gravi si impara a conviverci, a gestirle e a minimizzarne l’impatto a livello sociale, scolastico, lavorativo. Sicuramente il quadro è più complesso nei casi in cui l’ADHD si associa ad altre patologie, come l’autismo, così come in alcuni bambini vittime di traumi o maltrattamenti possono esserci una serie di sintomi sovrapponibili all’ADHD, in assenza della sindrome vera e propria. Sono tutte situazioni – conclude la dottoressa Costantino – che richiedono un approccio diagnostico terapeutico mirato e differenziato».

di Chiara Stella Scarano

Sulla gestione dei contagi inaccettabili improvvisazioni

Scuola: sulla gestione dei contagi inaccettabili improvvisazioni. Chiediamo un cambio di passo, il governo investa nella salute e sicurezza di milioni di studenti e lavoratori

Roma, 1 dicembre – A meno di 24 ore dalla diffusione di una nota congiunta dei ministeri dell’Istruzione e della Sanità che aggiornava le indicazioni per la gestione dei casi positivi in ambito scolastico, disponendo la didattica a distanza immediata per tutta la classe anche in presenza di un solo contagio, i due ministeri smentiscono loro stessi con una nuova nota. Così facendo si ritorna di nuovo al programma di testing disposto il 3 novembre scorso, con la verifica immediata di positività solo per i cosiddetti “contatti stretti” e il proseguimento delle lezioni in presenza per il resto della classe, mentre la quarantena e di conseguenza la dad scattano per tutta la classe solo in presenza di almeno tre contagi.
Con queste indicazioni contraddittorie su un tema così delicato, le scuole vengono di nuovo gettate in una situazione di caos e confusione che aumenta la già difficile gestione quotidiana dei contagi aggravata  dallo scarso supporto dei dipartimenti di prevenzione delle Asl.
Quanto è successo è di una gravità inaudita ed è sintomatico di come certe scelte fatte sulla scuola siano frutto di improvvisazione anche ai massimi livelli politici. Come non leggere l’accaduto quale conseguenza della scelta sciagurata di non confermare le necessarie misure di sicurezza dello scorso anno, ancora valide ed attuali?

La scuola ha bisogno di un cambio di passo nelle scelte politiche e gestionali da operare già con la prossima Legge di Bilancio. Il governo, senza ulteriori indugi, adotti misure a tutela della salute e della sicurezza di milioni di studenti e lavoratori, a partire dalla riduzione del numero degli alunni per classe e per istituto e dalla conferma dell’organico covid anche per il personale Ata. Queste e molte altre ragioni sono alla base della piattaforma rivendicativa dello sciopero della scuola e dei dirigenti scolastici indetto dalla FLC CGIL, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, per il prossimo 10 dicembre.

55° PREMIO ANDERSEN-BAIA DELLE FAVOLE

BANDO PER LA FIABA INEDITA RIVOLTO A TUTTI

È giunto alla 55ma edizione il Premio Andersen-Baia delle Favole, il concorso letterario per la
fiaba inedita dedicato alla narrativa per l’infanzia nato a Sestri Levante nel 1967 e
organizzato dal Comune e da Mediaterraneo Servizi.
In programma anche i webinar gratuiti “Scrivere una fiaba” con nomi d’eccellenza del
panorama letterario italiano.
Il Premio Andersen-Baia delle Favole compie 55 anni e si conferma uno dei concorsi letterari più
longevi d’Italia. Nato nel 1967 a Sestri Levante e dedicato alla fiaba inedita, negli anni ha
ampliato le categorie per rivolgersi a tutti, dai bimbi piccoli fino agli scrittori professionisti senza
escludere chi scrittore professionista non è o chi ama raccontare le fiabe attraverso l’illustrazione.
Si concorre inviando una fiaba a tema libero, mai pubblicata né veicolata sul web e che non
risulti già premiata in altri concorsi o inviata per partecipazione ad altri concorsi concomitanti.
Anche quest’anno sono sei le categorie a cui si può partecipare: PICCINI (3-5 anni, in gruppo),
BAMBINI (6-10 anni, individuale o in gruppo), RAGAZZI (11-17 anni, individuale o in gruppo),
ADULTI (da 18 anni, solo individuale), SCRITTORI PROFESSIONISTI (da 18 anni, con almeno
tre opere di narrativa compiute e a nome unico, non in self-publishing e non a pagamento o con case
editrici a doppio binario, solo individuale), ILLUSTRATORI (da 16 anni, individuale o in gruppo).
È possibile partecipare con opere in lingua italiana, inglese, francese, tedesca, spagnola, araba,
cinese e russa.
Il termine per la presentazione delle opere è il 6 marzo 2022 e sul sito www.andersensestri.it è
possibile consultare e scaricare il bando, le informazioni dettagliate (FAQ) e i moduli di iscrizione.
Il Premio Andersen-Baia delle Favole, – dichiara Valentina Ghio, sindaca di Sestri Levante – che
quest’anno tocca la 55ª edizione, è ormai, per generazioni di sestresi, sinonimo di casa e di
tradizione. La maggior parte di noi possiede infatti un ricordo legato al Premio, alle sue fiabe e al
loro potere di tramandare la magia dell’infanzia attraverso le parole. Il Premio, che non si è
fermato neppure nell’ultimo periodo di profonda difficoltà, ma anzi si è fatto veicolo di speranza e
di voglia di rinascere, si è contraddistinto fin dalle prime edizioni per la partecipazione di grandi
nomi della letteratura e della cultura italiana contemporanea, tra cui ricordo Italo Calvino, Alberto
Moravia, Roberto Piumini e Francesco Guccini.
L’Andersen-Baia delle Favole resta uno degli appuntamenti più attesi per la nostra città e perciò,
per accorciare il tempo, dopo il successo dello scorso anno siamo felici di annunciare il ritorno
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Info: www.andersensestri.it
Uffici stampa
Elisa Raffo 0185 478218 elisa.raffo@comune.sestri-levante.ge.it
Veronica Roti 0185 478602 roti@mediaterraneo.it
della rassegna “Scrivere una fiaba”: una serie di webinar con autori ed esperti della letteratura
dell’infanzia e per ragazzi rivolta a tutti gli aspiranti scrittori.
Dopo il successo della scorsa edizione, il Comune di Sestri Levante e Mediaterraneo Servizi stanno
infatti lavorando per riproporre “Scrivere una fiaba”, la serie di webinar gratuiti con nomi
d’eccellenza della narrativa italiana per l’infanzia: saranno dedicati alle varie categorie previste dal
bando con l’obiettivo di fornire strumenti narrativi attraverso docenti di qualità, incoraggiando i
partecipanti a scrivere la loro fiaba e, perché no, inviarla al Premio.
Il lancio del bando Andersen-Baia delle Favole – dichiara Elisa Bixio, assessora alla Cultura di
Sestri Levante – rappresenta l’inizio di un intenso percorso che culmina ogni anno nel mese di
giugno con la premiazione dei vincitori delle fiabe più belle per le diverse categorie. Un percorso
che racconta la fantasia, la creatività e la passione per un esercizio letterario antico come
l’umanità che da sempre ha accompagnato, confortato, istruito e raccontato paure sogni e
speranze.
Ogni anno la giuria ha il compito di leggere e valutare tutte le fiabe e ogni edizione si caratterizza
sempre per le piacevoli scoperte e i temi che variano da un’edizione all’altra prendendo spunto
anche dalla quotidianità e dagli eventi che ci vedono protagonisti. La categoria che da sempre la fa
da padrona è quella riservata agli adulti, ma negli ultimi anni sono aumentati anche i partecipanti
per gli scrittori professionisti e crescono costantemente le fiabe in lingua straniera. E nei mesi che
precedono la scadenza è meraviglioso il proficuo lavoro delle scuole che, partecipando in maniera
collettiva, rappresentano il modo migliore di crescere insieme abituando i bambini a confrontarsi
creando storie e lasciando libera la fantasia.
Queste le parole di Lidia Ravera, scrittrice e presidente della giuria artistica del Premio
Andersen-Baia delle Favole
Ed eccoci di nuovo qui, a sfidare la malasorte con il nostro carico di fiabe! Ne leggeremo centinaia,
ci aiuteranno, come sempre, a prendere le distanze dalla realtà, a superare la paura, a dar libero
sfogo all’immaginazione. Senza censure, senza vincoli, senza limitare la libertà del racconto con
responsabilità didattiche o moraleggianti. È inventare la profilassi della malinconia, la medicina
contro la depressione. È la fiaba il terreno di incontro fra noi e i bambini. E dai bambini abbiamo
tutto da imparare.
Ad affiancare la giuria tecnica, per decretare i vincitori delle diverse categorie ci sarà anche la
tradizionale prestigiosa giuria artistica presieduta dalla scrittrice Lidia Ravera e composta da nomi
celebri del panorama culturale e letterario italiano.
I risultati del premio Andersen-Baia delle Favole – dichiara Marcello Massucco, Amministratore
unico Mediaterrano – si conosceranno soltanto a giugno 2022, ma come ogni anno
l’organizzazione di Premio e Festival comincia nell’autunno precedente con il lancio del bando
letterario. Da qui in avanti è un susseguirsi di appuntamenti emozionanti anche per noi: i
laboratori per i bambini delle scuole, i webinar che raccolgono adesioni da tutto il mondo, la
ricerca di artisti e di nuove esperienze per gli spettacoli di strada. Ogni anno una sfida che
coinvolge tutta Mediaterraneo con l’obiettivo di mantenere alta la qualità di un’organizzazione per
un evento di sempre maggiore rilevanza nazionale e internazionale.
Nella scorsa edizione sono arrivate da tutta Italia e dall’estero quasi un migliaio di fiabe di cui circa
500 per la sezione adulti, oltre 200 scritte da piccini, bambini e ragazzi e oltre 100 a firma di
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Info: www.andersensestri.it
Uffici stampa
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scrittori professionisti, più quelle per la categoria degli illustratori e numerose fiabe in russo, inglese
e spagnolo.
Sono numeri che consolidano e rafforzano di anno in anno il Premio Andersen-Baia delle Favole.
Premiazione
La proclamazione ufficiale dei vincitori e la premiazione avverranno in contemporanea a Sestri
Levante, tradizionalmente durante l’Andersen Festival.
Premi
Ai vincitori del concorso verranno consegnati l’esclusiva “Sirefiaba Andersen”, il diploma e un
premio in denaro. La Giuria premierà inoltre: un’opera particolarmente significativa con il Trofeo
Baia delle Favole; l’autore della migliore fiaba in lingua straniera con un fine settimana a Sestri
Levante; le fiabe particolarmente meritevoli per contenuti e originalità con un diploma.
Quota di partecipazione
Solo per le categorie Adulti e Illustratori è previsto un contributo di lettura di 20,00 €.
Non è richiesto alcun contributo di lettura per tutte le altre categorie.
Scadenza: 6 marzo 2022
Bando, informazioni, dettagli e moduli: su www.andersensestri.it

Il ministro dell’Istruzione Bianchi: 5,2 miliardi per la scuola

da Il Sole 24 Ore

Dagli asili alla sicurezza, almeno il 40% al Sud. Priorità di spesa edifici nuovi, a consumo zero, mense e palestre

di Claudio Tucci

Tre miliardi di euro per il Piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia, di questi 2,4 miliardi per la fascia 0-2 anni (il 55,29% di queste risorse andrà al Mezzogiorno) e 600 milioni per la fascia 3-5 (40% al Mezzogiorno). È l’investimento più consistente previsto nel pacchetto di interventi da 5,2 miliardi per il sistema di Istruzione del Pnrr presentato il 30 novembre, dai ministri Bianchi, Carfagna e Bonetti. Nel capitolo nidi e servizi per l’infanzia, si realizzeranno complessivamente 1.800 interventi di edilizia scolastica, con la creazione di 264.480 nuovi posti per accogliere bambine e bambini. Ai 3 miliardi vanno aggiunti ulteriori 1,6 miliardi di un prima tranche di risorse.

Gli altri interventi

Sono previsti poi 800 milioni di euro per il piano di costruzione di 195 nuove scuole che sostituiranno vecchi edifici (il 40% delle risorse andrà al Mezzogiorno); 400 milioni per il potenziamento del tempo pieno attraverso l’incremento delle mense scolastiche (il 57,68% delle risorse andrà al Mezzogiorno); 300 milioni (il 54,29% delle risorse andrà al Mezzogiorno) per aumentare l’offerta di attività sportive attraverso la costruzione di palestre o la riqualificazione di quelle esistenti, per un totale di 230.400 metri quadrati da realizzare o riqualificare; 710 milioni di euro per il Piano di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole (il 40% delle risorse andrà al Mezzogiorno).

Bianchi: effetti anche sull’occupazione femminile

«Il Pnrr è un’azione di sistema che affronta i nodi del Paese. Con gli investimenti nell’istruzione ridurremo l’attuale divario tra Nord e Sud nei servizi educativi, in particolare nello 0-6 – ha sottolineato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi -. Garantire un maggiore accesso agli asili nido e alle scuole dell’infanzia significa anche affrontare il tema della denatalità e dare un sostegno concreto all’occupazione femminile. Con queste risorse avviamo, poi, il processo di innovazione della scuola sia sotto il profilo delle infrastrutture che della didattica».

Nuovo sito del Pnrr

In occasione della presentazione dei 5,2 miliardi per l’edilizia scolastica, il Ministro Bianchi ha anche lanciato il sito del PNRR per l’Istruzione, un portale unico che consentirà al mondo scuola, agli stakeholder, agli enti locali, ai cittadini, di trovare, dati, informazioni, schede sintetiche, avvisi pubblici e anche di verificare lo stato di avanzamento di lavori e investimenti anche attraverso il racconto delle scuole coinvolte.

Calcolo dell’anzianità piena per il servizio preruolo svolto dal personale Ata

da Il Sole 24 Ore

La Cassazione interviene sul calcolo della prestazione effettuata anche in base ai contratti a tempo determinato

di Andrea Alberto Moramarco

L’anzianità di servizio maturata dal personale Ata sulla base di contratti a tempo determinato deve essere considerata nella medesima misura prevista per i dipendenti assunti “ab origine” a tempo indeterminato, ai fini della progressione stipendiale e degli sviluppi di carriera. Ad imporlo è la clausola 4 dell’Accordo quadro sul rapporto di lavoro a tempo determinato, recepito dalla Direttiva 99/70/CE. Ciò vale anche nelle ipotesi in cui il rapporto di lavoro precario sia anteriore all’entrata in vigore della normativa europea, in quanto senza una espressa deroga il diritto Ue si applica anche «agli effetti futuri delle situazioni sorte nella vigenza della precedente disciplina», fermo restando che la parificazione può riguardare i trattamenti economici spettanti successivamente all’acquisto di efficacia nell’ordinamento italiano della normativa comunitaria.

L’ordinanza

A dirlo è la Cassazione (ordinanza 37272) aggiungendo un ulteriore tassello al tema del cosiddetto servizio preruolo del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola. Il calcolo dell’anzianità in favore del personale Ata assunto inizialmente con contratto a tempo determinato dovrà perciò tener conto anche di quella maturata prima dell’entrata in vigore della suddetta direttiva, in relazione ai trattamenti economici spettanti a partire da quanto il diritto Ue ha acquisito efficacia interna. Cassata con rinvio, pertanto, la decisione della Corte d’appello che non solo non aveva riconosciuto l’anzianità maturata dalla ricorrente prima dell’attuazione della suddetta direttiva, ma aveva addirittura integralmente escluso la valutazione della progressione di anzianità maturata durante il precariato, statuendo in senso diametralmente opposto all’orientamento ormai costante della giurisprudenza di legittimità.

Caos scuola, interviene Draghi e sconfessa Salute e Istruzione: niente Dad con un solo positivo. La priorità sono le lezioni in presenza

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

Doppia giravolta del governo nella gestione delle quarantene nelle scuole. L’emergenza Covid-19 torna a far paura con la variante Omicron che potrebbe nuovamente mettere in apprensione l’esecutivo che, da pochi giorni, ha approntato il decreto green pass con l’obbligo vaccinale per il personale scolastico.

A preoccupare, però, sono anche i contagi tra gli studenti, in particolare nella fascia 5-11 anni dove, però, ancora non è possibile la vaccinazione.

Nelle ultime ore, dunque, succede di tutto.

Ieri a tarda sera la circolare congiunta Salute-Istruzione che, in ragione dell’aumento dei contagi e delle difficoltà nel tracciamento, sospendeva il programma di “sorveglianza con testing” in vigore da appena tre settimane.

Poi nel pomeriggio lo stop, con l’intervento del premier Mario Draghi (decisamente risentito per quanto accaduto) che ha avocato a sé l’operazione dopo un approfondimento con il Cts e con il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, che ha garantito supporto per il tracciamento, andato in tilt con l’aumento della circolazione del virus.

Le regole, dunque, restano quelle in vigore: tutta la classe andrà automaticamente in quarantena solo se ci sono tre positivi.

“Non ci sarà alcun ritorno in Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato”, hanno precisato fonti di governo, e parallelamente la struttura del commissario straordinario Francesco Figliuolo “intensificherà le attività di testing nelle scuole, al fine di potenziare il tracciamento”, poiché “garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del Governo”.

Su Facebook migliaia i commenti di docenti, Ata o semplici genitori disorientati rispetto alla situazione venutasi a creare nelle ultime ore.

Un dietrofront che la dice lunga sulla gestione della pandemia, un’inversione a U clamorosa e per certi versi sconcertante, come afferma il presidente di ANP, Antonello Giannelli.

L’impressione, però, è che non sia finita qui.

L’accanimento della confusione: in meno di 24 ore scontro fra circolari

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

Cambiano ancora le regole per le quarantene a scuola, ma non muta la confusione alla quale siamo, purtroppo, abituati. Infatti, se fino a ieri sera vigeva il protocollo dell’8 novembre, una circolare nella tarda serata lo annullava per specificare che basta un solo un contagio in classe e  tutti i compagni devono restare a casa in isolamento.

Tutti d’accordo, ma anche chi più e chi meno, e via coi commenti e le precisazioni, le spiegazioni e le verifiche per sottolineare e chiarire, nell’intera giornata di oggi,  le nuove direttive del Governo in ambasce perché sarebbe già arrivata in Italia la nuova variante sudafricana del virus, la famigerata Omicron, e dunque la obbligata novità protocollare per proteggere alunni e prof, dirigenza e personale delle scuole dai contagi.

E invece? E invece, neanche il tempo di terminare la sfilza delle notizie e neanche il tempo di posizionarsi con le nuove norme, e pensiamo ai presidi e ai docenti che si erano preparati alle nuove strategie dettate dalla circolare, che nel tardo pomeriggio di oggi, ovvero meno di 24 ore dopo l’annuncio del nuovo protocollo, arriva il ripensamento: “alla luce delle indicazioni della struttura commissariale si intendono conseguentemente superatele disposizioni di cui alla precedente circolare”. Tradotto: ci siamo sbagliati, ritorniamo nella vecchia trincea dell’8 novembre.

Meno male che non era dell’8 settembre, altrimenti qualcuno avrebbe fatto i dovuti scongiuri, benchè comunque rimanga lo stupore, ma anche lo sconcerto,  con cui si cambiano le regole nell’arco di qualche ora; e che non sono regole da poco, ma di rilevante importanza sia perché investono la salute dei ragazzi e sia perché mettono in subbuglio tutta l’organizzazione della scuola e delle famiglie che sono perciò abilitate a smarrirsi, a perdere l’orientamento, impantanandosi nei pasticci del Governo.

Una confusione alla quale ci hanno abituato a proposito dei vaccini, dell’età di coloro ai quali andavano somministrati e alle categorie, compreso il dibattito fra Astazeneca,  Pfeizer, Moderna e così via.

Sembra quasi ci sia una sorta di volontà pervicace, un accanimento insomma, a diffondere incertezza fra la gente, pasticcio e dunque smarrimento, mentre in questo momento, con tante notizie non belle in giro, occorre che almeno dalle parti di chi guida la Nazione ci siano certezze certe, punti di riferimento chiari, comunicati che, nascendo dalla ponderatezza della verifica dei dati, durino nel tempo: ma non è andata così.

L’augurio è tuttavia quello che almeno questo ultimo protocollo, col quale si ritorna al vecchio, abolendo il nuovo del 29/30 novembre, duri qualche tempo, magari un mese?, per consentirci di arientarci meglio e meglio informare i nostri lettori che magai possono pensare che sia colpa nostra nel dare con troppa tempestività le notizie. Speriamo bene.

Covid a scuola, quanto durano quarantena e isolamento?

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

La circolare interministeriale di ieri, 29 novembre 2021, porta indietro di un paio di mesi la gestione dei casi Covid in ambito scolastico.

Infatti, accantonate momentaneamente le misure contenute nella circolare del 3 novembre scorso, basate su un programma di “sorveglianza con testing”, con le nuove indicazioni dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione si torna alle vecchie regole, cioè a quelle contenute nella circolare del Ministero della Salute dell’11 agosto scorso.

SCARICA LA CIRCOLARE

Modalità e tempi che si dovranno rispettare prima di rientrare in comunità sono dunque indicati in questa circolare.

La quarantena, in particolare, varia a seconda se i soggetti abbiano completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni oppure no. E anche se si tratti di contatti stretti o meno.

Mentre l’isolamento cambia se si è asintomatici, sintomatici o positivi a lungo termine.

Bianchi presenta Pnrr: tanti soldi sulla riforma scuola. E gli stipendi?

da La Tecnica della Scuola

Di Carla Virzì

Oggi martedì 30 novembre, il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, insieme alla Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, alla Ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, e alla Ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, presenterà alla stampa le prime misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) relative al settore Istruzione.

Un piano già illustrato nei mesi scorsi, su cui oggi probabilmente si scenderà nel dettaglio.

I primi 5 miliardi

Ecco come verranno ripartiti i primi 5 miliardi (i bandi annunciati entro novembre) secondo il comunicato del Governo:

  • 3 miliardi destinati a nuovi asili nido, aggiuntivi rispetto ai 700 milioni per progetti in essere e 900 milioni in conto corrente per sostenere gli enti nella gestione.
  • 800 milioni per la costruzione di scuole nuove, altamente sostenibili e adeguate a una didattica innovativa per gli studenti dei prossimi decenni.
  • 500 milioni per la messa in sicurezza delle scuole esistenti.
  • 300 milioni per oltre 430.000 mq di nuove palestre per valorizzare le competenze legate all’attività motoria e sportiva, nonché aumentare l’offerta formativa oltre l’orario curricolare.
  • 400 milioni per la costruzione e riqualificazione degli spazi dedicati alle mense, potente strumento per favorire l’attivazione del tempo pieno e la limitazione della dispersione scolastica in vista della prossima definizione e pubblicazione si avvierà un confronto con i territori e i soggetti interessati.

Con una scadenza meno ravvicinata, ma comunque in stadio avanzato di elaborazione, vi sono i bandi per i progetti per l’innovazione digitale (avviso entro marzo 2022), il piano di estensione del tempo pieno e il piano per la riduzione dei divari territoriali nella dispersione scolastica.

PNRR, presentati i primi bandi per il settore Istruzione: 5,2 miliardi per asili, scuole nuove, mense, palestre, manutenzione straordinaria

da Tuttoscuola

Oltre cinque miliardi (5,2) per la realizzazione e messa in sicurezza di asili nido e scuole per l’infanzia, per la costruzione di scuole innovative, per l’incremento di mense e palestre, per la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico. Sono le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentate oggi, in conferenza stampa, dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi insieme alla Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, e alla Ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna. Un pacchetto di interventi che mette subito a disposizione un terzo dei fondi complessivi previsti nel PNRR per il sistema di Istruzione che ammontano, in tutto, a 17,59 miliardi.

“Il PNRR è un’azione di sistema che affronta i nodi del Paese. Con gli investimenti nell’istruzione ridurremo l’attuale divario tra Nord e Sud nei servizi educativi, in particolare nello 0-6. Garantire un maggiore accesso agli asili nido e alle scuole dell’infanzia significa anche affrontare il tema della denatalità e dare un sostegno concreto all’occupazione femminile. Con queste risorse avviamo, poi, il processo di innovazione della scuola sia sotto il profilo delle infrastrutture che della didattica”, dichiara il Ministro Bianchi.

In conferenza stampa Bianchi ha presentato i contenuti del decreto con cui vengono stabiliti i criteri di riparto delle risorse. Particolare attenzione viene data al Sud, con l’obiettivo di colmare i divari esistenti: almeno il 40% dei fondi messi a bando sarà destinato al Mezzogiorno per dare ai territori che ne hanno maggiore carenza mense scolastiche per il tempo pieno, servizi educativi per l’infanzia, palestre, scuole nuove ed efficienti. Più in generale, nell’attribuzione delle risorse peseranno la scarsità attuale di infrastrutture nei territori, la densità della popolazione studentesca e, ad esempio, nel caso di mense e palestre, conteranno anche i dati relativi alle difficoltà negli apprendimenti e alla dispersione scolastica.

In occasione della conferenza sono stati poi presentati i singoli bandi e un sito in continuo aggiornamento (pnrr.istruzione.it) attraverso il quale Istituzioni, scuole, cittadini ed Enti locali potranno accedere agilmente alle informazioni generali sul PNRR Istruzione, ai dati relativi ai finanziamenti (anche in versione open data), ai singoli bandi, ai servizi disponibili per chi dovrà effettuare le opere. Futura, la scuola per l’Italia di domani, questo il nome scelto per il PNRR Istruzione, a sottolineare l’importanza strategica di queste risorse per la costruzione di una nuova scuola.

Quello di oggi è un grande risultato. Comincia il cammino del PNRR, comincia la costruzione della nuova scuola che vogliamo per i nostri bambini e ragazzi, inclusiva, innovativa, accogliente, sostenibile – prosegue il Ministro -. È un percorso che faremo insieme ai territori e alle scuole, mettendo a disposizione degli Enti locali semplificazioni e strumenti per agevolare il loro lavoro nella partecipazione ai bandi e nella realizzazione delle opere. Per questo stiamo realizzando una serie di convenzioni con Cassa depositi e prestiti, Agenzia per la coesione, Consip, Autorità nazionale anticorruzione, Sogei, Gse. Daremo il massimo supporto”.

“Il Pnrr rende possibile un investimento storico per portare finalmente la copertura di asili nido e servizi educativi per l’infanzia al livello degli altri paesi dell’Unione Europea – dichiara la Ministra Bonetti -. Assicurare il diritto all’educazione vuol dire tutelare sin dall’infanzia quelle pari opportunità che a tutte le bambine e i bambini vanno assicurate per la loro crescita di cittadine e cittadini già oggi. Il Governo lo fa con una visione integrata, quella del Family Act, che è riforma di accompagnamento del Pnrr e che investe al tempo stesso in servizi educativi, nel lavoro femminile e nell’empowerment delle nuove generazioni: è da questa alleanza tra generi e generazioni che il Paese può crescere e ripartire”.

“La scuola è il primo, grande banco di prova con cui ci siamo cimentati nell’azione di recupero dei divari tra Nord e Sud – dichiara la Ministra Carfagna – e sono pienamente soddisfatta del risultato ottenuto. Il lavoro di squadra col collega Patrizio Bianchi ha prodotto uno schema di bandi che vincola alle regioni del Mezzogiorno, nei diversi capitoli, quote dal 40 al 57,68 per cento. Abbiamo introdotto anche una specifica clausola di salvaguardia: se qualche Regione meridionale non riuscirà ad assorbire tutte le cifre disponibili, il residuo sarà comunque redistribuito al Sud. L’abbattimento del ‘muro invisibile’ che divide i cittadini del Sud da quelli del Nord, fin dall’età scolastica, non è più la richiesta inascoltata di una periferia del Paese ma una ‘missione nazionale’ in cui tutti sono impegnati”.

I bandi e il sito

Oggi sono stati presentati quattro avvisi pubblici e il Piano di riparto alle Regioni di risorse per la messa in sicurezza delle scuole per un totale di 5,2 miliardi.

In particolare, sono previsti:

  • 3 miliardi di euro per il Piano per gli asili nido e le Scuole dell’infanzia: l’obiettivo è ridurre il divario esistente nei servizi educativi per la prima infanzia e potenziarli su tutto il territorio nella fascia di età 0-6 anni. I 3 miliardi saranno così divisi: 2,4 miliardi per la fascia 0-2 anni (il 55,29% di queste risorse andrà al Mezzogiorno) e 600 mln per la fascia 3-5 (40% al Mezzogiorno). Si tratta della seconda tranche di uno stanziamento complessivo di 4,6 miliardi previsti nel PNRR per questo capitolo, grazie ai quali si realizzeranno complessivamente 1.800 interventi di edilizia scolastica e saranno creati 264.480 nuovi posti per accogliere bambine e bambini, migliorando il servizio offerto alle famiglie a supporto, anche, dell’occupazione femminile.
  • 800 milioni di euro per il Piano di costruzione di 195 nuove scuole che sostituiranno vecchi edifici (il 40% delle risorse andrà al Mezzogiorno). Si tratterà di scuole innovative dal punto di vista architettonico e strutturale, altamente sostenibili e con il massimo dell’efficienza energetica, inclusive e in grado di garantire una didattica basata su metodologie innovative e su una piena fruibilità degli ambienti didattici. Una volta individuate le aree per la costruzione delle scuole, il Ministero dell’Istruzione bandirà un concorso di progettazione.
  • 400 milioni di euro per il potenziamento del tempo pieno attraverso l’incremento delle mense scolastiche (il 57,68% delle risorse andrà al Mezzogiorno). Lo stanziamento consentirà di realizzare circa mille interventi, costruendo nuovi spazi o riqualificando quelli esistenti.
  • 300 milioni di euro (il 54,29% delle risorse andrà al Mezzogiorno) per aumentare l’offerta di attività sportive attraverso la costruzione di palestre o la riqualificazione di quelle esistenti, per un totale di 230.400 metri quadrati da realizzare o riqualificare.
  • 710 milioni di euro per il Piano di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole (il 40% delle risorse andrà al Mezzogiorno): le Regioni individuano gli Enti da ammettere a finanziamento sulla base delle programmazioni regionali per garantire la messa in sicurezza e la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico esistente.

In occasione della presentazione dei 5,2 miliardi per l’edilizia scolastica, il Ministro Bianchi ha anche lanciato il sito del PNRR per l’Istruzione, un portale unico che consentirà al mondo scuola, agli stakeholder, agli Enti locali, ai cittadini, di trovare, dati, informazioni, schede sintetiche, avvisi pubblici e anche di verificare lo stato di avanzamento di lavori e investimenti anche attraverso il racconto delle scuole coinvolte.

Iscrizioni online 2022/23: al via dal 4 gennaio. Si potranno effettuare solo se in possesso dello Spid

da Tuttoscuola

Inviata alle scuole la circolare del ministero dell’Istruzione con tutti gli adempimenti operativi per dare il via ufficiale alle iscrizioni online 2022/23. Ci sarà tempo dalle ore 8.00 del 4 gennaio alle ore 20.00 del 28 gennaio 2022 per iscrivere i propri figli alle prime classi di primaria, medie e superiori. Ci si potrà registrare sul portale del ministero dell’Istruzione (www.istruzione.it/iscrizionionline/) dalle ore 9.00 del prossimo 20 dicembre. Novità di quest’anno: si potrà procedere con l’iscrizione online soltanto se in possesso delle credenziali Spid (Sistema pubblico di identità digitale), Cie (Carta di identità elettronica) o eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature). Per le iscrizioni alla scuola dell’Infanzia le domande continueranno a restare cartacee.

Leggi la nota del Ministero sulle iscrizioni online

È possibile iscrivere alle classi prime della primaria i bambini che compiono 6 anni di età entro il 31 dicembre 2022 (o entro il 30 aprile 2023).  Al momento dell’iscrizione online, oltre alla scuola prescelta si potranno inserire, in subordine, altri due istituti. Per gestire le eventuali eccedenze, le regole restano le stesse: ciascuna scuola individua specifici criteri di precedenza, mediante delibera del Consiglio di istituto da rendere pubblica prima dell’acquisizione delle iscrizioni stesse. I criteri vanno essere definiti in base a principi di ragionevolezza come, ad esempio, la vicinanza della residenza dell’alunno o particolari impegni lavorativi delle famiglie.

Gestione casi Covid a scuola, passo indietro: si torna in DaD anche con un solo caso positivo in classe

da Tuttoscuola

Il numero dei contagi da Covid19 continua a salire, le classi devono tornare in Dad anche con un solo caso positivo. Niente monitoraggio con tamponi a tempo zero e a tempo cinque per salvare la scuola in presenza, a oggi sarebbe troppo rischioso. Tanto più che il Natale è alle porte e le terapie intensive hanno ripreso a riempirsi. A stabilirlo è una circolare ministeriale firmata dal Ministero della Salute e da quello dell’Istruzione nella serata dello scorso 29 novembre.

Leggi la circolare ministeriale

Ultimamente si sta assistendo ad un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2, anche in età scolare, con una incidenza (casi/popolazione) settimanale ancora in crescita e pari a 125 per 100.000 abitanti (19/11/2021 – 25/11/2021): valore ben lontano dal quello ottimale di 50 per 100.000, utile per un corretto tracciamento dei casi”, si legge nella circolare.

Tenuto quindi conto dell’attuale situazione epidemiologica, “si ritiene opportuno sospendere – provvisoriamente – il programma di ‘sorveglianza con testing’ e di considerare la quarantena per tutti i soggetti contatto stretto di una classe/gruppo dove si è verificato anche un singolo caso tra gli studenti e/o personale scolastico.

Nel caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente o comunque secondo la organizzazione di regione/P.A. o ASL, il dirigente scolastico – specifica la circolare – venuto a conoscenza di un caso confermato nella propria scuola è da considerarsi autorizzato, in via eccezionale ed urgente, a disporre la didattica a distanza nell’immediatezza per l’intero gruppo classe ferme restando le valutazioni della ASL in ordine all’individuazione dei soggetti (da considerare “contatti stretti” a seguito di indagine epidemiologica) da sottoporre formalmente alla misura della quarantena. Rimane valida l’opportunità per i Dipartimenti di Prevenzione di scegliere la strategia di controllo per la tutela della salute pubblica per ogni singola indagine di focolaio epidemico in ambito scolastico”.