Sciopero Generale 16 dicembre

Unione Universitari e Rete Studenti aderiscono allo Sciopero Generale: “In piazza il 16 per rivendicare centralità della nostra generazione”.

Ci accodiamo alla decisione presa dai segretari delle due sigle sindacali di convocare uno sciopero generale per il 16 dicembre per protestare contro una Legge di Bilancio “socialmente ingiusta” nonostante le chiare e pressanti trattative delle ultime settimane pervenute al Governo da parte di Cgil e Uil.
Ancora una volta lavoratori e lavoratrici rimangono ai margini della nuova finanziaria, soprattutto in materia di fiscalità, dove le manovre effettuate dal governo sul taglio dell’IRPEF risultano ancora del tutto insufficienti.
Aspre critiche anche sui temi di scuola e università: il 10 dicembre scorso avevamo già percorso le piazze dello Sciopero Generale della Scuola per rivendicare interventi strutturali sull’edilizia, una riforma dell’assistenza psicologica scolastica, riforme al sistema della rappresentanza e una didattica inclusiva.

“Legge di Bilancio e PNRR ci lasciano molto delusi” spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi “Lo diciamo da settimane: non è pensabile costruire leggi di bilancio in continuità con gli anni passati, in una fase in cui le disponibilità economiche esistono. Chiediamo di più sull’edilizia e sul sistema didattica: serve unire investimenti e cambiamento per la scuola pubblica. Il 16 scenderemo in piazza perché la nostra generazione esige spazio”.

“L’attuale bozza di Legge di Bilancio risulta essere insufficiente e lacunosa su più fronti, dal fisco alle pensioni, della scuola al contrasto alla precarietà del lavoro soprattutto giovanile e delle donne” dichiara Giovanni Sotgiu, coordinatore nazionale per udu- Unione degli Universitari. “Anche sul fronte dell’università non sono previste misure strutturali volte a fronteggiare molte delle criticità già preesistenti: nessun investimento per l’ampliamento della no-tax area, nessun tipo di misura a sostegno di borse di studio, residenzialità studentesca o dispositivi tecnologici.
Crediamo che in questo momento storico, lo sciopero possa rappresentare l’unico strumento concreto capace di fare la differenza e far aprire gli occhi ad un Governo non capace di cogliere le esigenze di una collettività che è ormai stanca di essere continuamente inascoltata.  Il 16 dicembre sarà una giornata importante non solo per tutte e tutti le lavoratrici e i lavoratori del nostro paese, ma anche per noi giovani generazioni. Lo sciopero sarà trasversale e vedrà anche noi studentesse e studenti in prima linea nel rivendicare le nostre necessità.”

MI: lunedì al via le prove del concorso ordinario per scuola di infanzia e primaria

da La Tecnica della Scuola

Partiranno il prossimo lunedì 13 dicembre le prove scritte del concorso ordinario finalizzato al reclutamento del personale docente della Scuola dell’infanzia e primaria. Le prove si terranno al computer e avranno luogo nella regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione. Ciascuna prova avrà la durata di 100 minuti.

Sono 12.863 i posti a bando, 76.757 le domande pervenute per la partecipazione. Con una domanda era possibile fare richiesta di partecipazione per più di un insegnamento/tipo di posto. Per questo il totale degli iscritti al concorso è pari a 107.160, di cui 33.246 per i posti comuni della Scuola dell’infanzia, 3.059 per i posti di sostegno della Scuola dell’Infanzia, 64.136 per i posti comuni della Primaria e 6.719 per i posti di sostegno della Primaria.

Le prove si svolgeranno nei giorni 13, 14, 15, 16, 17, 20 e 21 dicembre 2021.

In tutto saranno 8489 le aule impiegate, 112844 le postazioni informatiche. Nella prima giornata saranno 16628 i candidati.

Il decreto
Il calendario delle prove 


Sciopero scuola del 10 dicembre: la cruda realtà dei numeri

da Tuttoscuola

I dati ufficiali del cruscotto degli scioperi, attivato presso la Funzione Pubblica, delineano un quadro finale di adesione allo sciopero scuola del 10 dicembre che merita più di una riflessione. Ma facciamo parlare i numeri, a cominciare dalla percentuale di adesione allo sciopero pari al 6,25%.

Si tratta di una percentuale ottenuta sottraendo dai 924.592 in servizio il 10 dicembre gli 85.923 assenti per altri motivi. Sui restanti 838.669 si calcola la percentuale di adesione allo sciopero rapportandola ai 52.324 dipendenti che hanno scioperato.

Le nove sigle sindacali che hanno proclamato lo sciopero scuola per l’intera giornata del 10 dicembre, secondo la percentuale di rappresentatività (media degli iscritti con delega e dei voti per le RSU) registrata dall’ARAN, cumulano complessivamente il 70,48%.

1° confronto: la percentuale del 6,25% di scioperanti, a fronte del 70,48% di rappresentatività non ha bisogno di commenti.

Altra considerazione.

Le percentuali, pur se eloquenti nella crudezza delle cifre, nascondono il dato concreto in valore assoluto dei partecipanti allo sciopero scuola del 10 dicembre, 52.324 tra docenti, Ata e dirigenti scolastici.

Di nuovo il confronto ci porta ai dati ufficiali dell’ARAN, dove le nove sigle sindacali cumulano complessivamente 450.681 deleghe di iscritti.

2° confrontoi 52.324 aderenti allo sciopero scuola del 10 dicembre a fronte di 450.681 iscritti con delega a quei nove sindacati sembrano dimostrare che quasi 400mila iscritti non hanno seguito la scelta del proprio sindacato.

C’è infine uno strano dato che apre una serie di interrogativi. Ci riferiamo agli 85.923 “assenti per altri motivi”. È un dato strano, abnorme, superiore addirittura al numero del personale in sciopero.

Fonti sindacali avrebbero individuato tra quei 90mila assenti nel giorno dello sciopero scuola molti collaboratori scolastici che, con giustificazioni varie, non hanno prestato servizio (una specie di sciopero bianco senza trattenuta sullo stipendio), forse sfruttando l’occasione di un ponte lungo.