Le suggestioni di Vittorio!

Le suggestioni di Vittorio!

di Maurizio Tiriticco

L’amico Vittorio Zedda mi scrive: “Caro Maurizio! E’suggestiva la tua proposta di far da “guida turistica” a Papa Francesco al Santuario de La Verna. Mi piacerebbe che la tua idea potesse concretizzarsi e, nel caso, vorrei poter, a rispettosa distanza, assistere all’evento per ascoltarti e seguire le reazioni dell’Illustre Visitatore di bianco vestito. Sulla vita del Santo, tutti, ma proprio tutti, avremmo qualcosa da apprendere. E la competenza in materia che puoi mettere a disposizione tu, da laico affascinato dalla vicenda umana del ‘poverello di Assisi’, unitamente alla tua indubbia capacità comunicativa, potrebbe essere particolarmente coinvolgente e fruttuosa. L’Uomo di Chiesa e il laico potrebbero, passo passo, lungo l’itinerario di visita a La Verna, completare assieme, dai rispettivi punti di vista,una rievocazione del Santo, quale potrebbe sgorgare cammin facendo da due pellegrini che fossero per ventura e per breve tratto di via, uniti e ‘compagni’. Di strada, beninteso”. Fin qui la lettera di Vittorio. Che ovviamente mi ha fatto piacere!

Il testo che ora segue è il passo centrale della letterina di Natale che ho inviato a Papa Francesco: “Caro Papa Francesco! Giri per tutto il mondo per portare la Tua Parola di Pace ed io ne sono contento! Però, Ti chiedo: quando pensi di salire sul Sacro Monte della Verna, in Toscana, a nord di Arezzo, dove Francesco, il Santo di cui hai voluto prendere il nome, ricevette direttamente da Cristo Crocifisso le stimmate? Dante ricorda San Francesco e l’episodio delle stimmate in Paradiso, canto XI°, da cui riporto la terzina chiave, vv 106-108: ‘Nel crudo sasso intra Tevere ed Arno / Da Cristo prese l’ultimo sigillo / Che le sue membra due anni portarno’. Caro Papa Francesco! Io penso che la visita al Sacro Monte della Verna del Primo Papa che ha voluto chiamarsi Francesco sia opportuna, se non doverosa! Io salgo al Sacro Monte tutti gli anni nel mese di luglio. Potremmo andare insieme. E Ti sarei da guida, ovviamente solo …turistica. Mi piace allegarti un articolo che ho scritto tempo fa su San Francesco. Ecco il link: https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=151160.”

La lettera di Vittorio mi è piaciuta. Ed io così gli rispondo. Certamente, caro Vittorio! Un religioso ed un laico, se non analaico, Compagni di strada? Sì! Ma senza virgolette! Perché I primi compagni di strada e di preghiera furono quelli di Gesù, i suoi apostoli! E poi i suoi numerosi discepoli e seguaci, molti dei quali pagarono con il martirio l’Amore per Lui, almeno fino a quando Costantino, con l’Editto di Milano del 313 d.C., non volle legittimare il Cristianesimo al pari delle altre religioni professate nell’Impero Romano.Vicenda che Dante ricorda così: “Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote che da te prese il primo ricco patre”: Inferno, XIX, vv. 115-117. E’anche opportuno ricordare che Dante anche nel De Monàrchĭa contesta la legittimità della suddetta donazione.Ma quale sarebbe questa dote che fu causa di tanto male? La donazione di Roma al Papa pro tempore, Silvestro. Una donazione che, in realtà, non venne mai effettuata. Com’è noto, il relativo documento è stato uno dei più grande falsi della nostra storia! Infatti è stato redatto molto più tardi, nel secolo VIII d. C. al fine di poter giustificare e retrodatare il potere temporale della Chiesa. Ma Dante non poteva sapere nulla della falsità del documento. Fu l’umanista Lorenzo Valla che in pieno Umanesimo – siamo nel XV° secolo – dimostrò che i documenti relativi alla donazione erano falsi. Comunque siano andate veramente le cose, sappiamo che, comunque, mescolare il sacro con il profano non porta mai bene!

Dato che siamo in tema, mi sembra opportuno ricordare che tra paganesimo è cristianesimo non ci è mai stato un taglio netto, ma decenni e decenni di prese di distanza, discussioni, lotte, sopraffazioni. E mi sembra opportuno ricordare che, solo dopo la morte dell’Imperatore Costantino nel 337 d. C., la legalità – se possiamo usare questo termine – del Cristianesimo venne fortemente ribadita. E fu così che nel 380 d. C. l’Imperatore Teodosio promulgò il cosiddetto “Editto di Tessalonica”, in forza del quale ilCristianesimo venne addirittura dichiarato la religione unica e obbligatoria dello Stato. Il che provocò una sorta di fuggi fuggi dalle città nelle campagne, dette “pagi” – di qui il termine di pagano – di coloro che ancora insistevano nel voler credere negli antichi dèi. E così, dopo le persecuzioni dei cristiani da parte dei pagani, le persecuzioni dei pagani da parte dei cristiani!  Sono vicende che la Chiesa ufficiale vincitrice in effetti non ha mai voluto ammettere.

Per concludere, mi sembra doveroso ricordare il generoso tentativo di Flavio Claudio Giuliano, imperatore dal 331 al 363, dichiaratamente pagano, di restaurare l’antica religione romana, quella del paganesimo. Di fatto, però, era un’impresa difficile da realizzare. E’ doveroso ricordare che,nel corso degli ultimi decenni, il paganesimo – un pantheon di divinità – era stato per così dire contaminato da tanti altri credi e culti importati in genere dai legionari romani dall’Oriente. Tra questi era notissimo il culto di Mitra Tauroctono – il giovane Mitra che uccide il toro – di cui in Roma esistono i resti di almeno due tempi. Il web ci dice che “Mitra è una divinità dell’induismo e della religione persiana nonché un dio ellenistico e romano, che fu adorato nelle religioni misteriche dal primo secolo a.C. fino al quinto d.C. Ma il paganesimo di Giuliano ormai non era più quello di Cesare, di Virgilio, di Orazio. Autori che agli studenti delle scuole di quegli anni erano forse lontani come lo sono agli studenti dei nostri giorni.

E quando un’Idea, con tanto di maiuscola iniziale, non coinvolge, non eccita, non trascina, non c’è più nulla da fare! Il capitolo di un bel libro è terminato! O forse è terminato l’intero libro! Che – come sempre accade – finisce poi in una biblioteca: aperto dagli studiosi, che però nella vita quotidiana sono sollecitati – e forse non sempre appagati – da mille ben altri interessi! Ruit hora? Nooo!!! Corrono i decenni! Corrono i secoli!