Legge delega sulla disabilità approvata

Legge delega sulla disabilità approvata: ecco i contenuti
Agenzia Iura del 28/12/2021

 Il 20 dicembre 2021 il Senato ha approvato all’unanimità, dopo un iter parlamentare accelerato, il disegno di legge n. 2475 che reca “Delega al Governo in materia di disabilità”. Il testo, di iniziativa governativa, era stato depositato alla Camera il 2 novembre scorso. La Commissione Affari sociali di Montecitorio ha apportato vari emendamenti al testo originale prima dell’approvazione da parte dell’Aula il 9 dicembre e del passaggio all’altro ramo del Parlamento. Il testo approvato è in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Legge delega e PNRR
La norma approvata è incardinata negli interventi collegati al Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR). Esiste infatti un atto dell’8 luglio 2021 con cui il Consiglio d’Europa ha stabilito, dopo averlo valutato e approvato, l’esecuzione del PNRR dell’Italia. L’allegato illustra quali saranno gli interventi e le riforme che il nostro Paese intende adottare. Su quell’allegato si fondano i relativi ingenti finanziamenti destinati all’Italia.

Fra le numerose Missioni previste e approvate, alla Missione 5 è fissata esplicitamente la Riforma 1 denominata “Legge quadro sulle disabilità”. Questa ne è la declinazione: “L’obiettivo principale della riforma è quello di modificare la legislazione sulle disabilità e promuovere la deistituzionalizzazione (vale a dire il trasferimento dalle istituzioni pubbliche o private alla famiglia o alle case della comunità) e l’autonomia delle persone con disabilità. Ciò deve comportare:
I) il rafforzamento dell’offerta di servizi sociali;
II) la semplificazione dell’accesso ai servizi sociali e sanitari;
III) la riforma delle procedure di accertamento delle disabilità;
IV) la promozione di progetti di vita indipendente;
V) la promozione del lavoro di gruppi di esperti in grado di sostenere le persone con disabilità con esigenze multidimensionali.”

La legge delega approvata è orientata quindi all’esecuzione di parte della riforma prevista.

Cos’è una legge delega?
La legge delega è una norma particolare. Non fissa immediatamente nuovi diritti o agevolazioni o disposizioni esigibili da subito dai cittadini. Si tratta di una norma con la quale il Parlamento delega il Governo a legiferare su alcuni precisi aspetti e indica gli ambiti, i principi e criteri direttivi a cui l’Esecutivo si deve attenere, nonché i tempi e le modalità per raccogliere i pareri sugli schemi di decreti delegati (solitamente decreti legislativi).
Dopo l’approvazione della legge delega, quindi, le persone con disabilità non possono ancora contare su nuovi diritti o benefici o prestazioni che al contrario potrebbero avere dopo l’approvazione dei decreti legislativi. I tempi massimi indicati dalla legge delega sono 20 mesi dall’entrata in vigore della stessa (circa fine agosto del 2023).
Se poi quei decreti legislativi avranno necessità di ulteriori integrazioni o modificazioni ci saranno 24 mesi di tempo dopo la loro entrata in vigore.

Gli ambiti di intervento
Come di prassi il primo articolo indica gli ambiti di intervento generali su cui l’articolo successivo entra poi nel dettaglio indicando principi e criteri direttivi.
Gli interventi normativi dei decreti riguarderanno quindi:
a) la definizione della condizione di disabilità nonché revisione, riordino e semplificazione della normativa di settore;
b) l’accertamento della condizione di disabilità e revisione dei suoi processi valutativi di base;
c) la valutazione multidimensionale della disabilità, realizzazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato;
d) l’informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione;
e) la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità;
f) l’istituzione di un Garante nazionale delle disabilità;
g) il potenziamento dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri;
Un ultimo ambito afferisce alle disposizioni finali e transitorie.

Disabilità oggi
Per comprendere al meglio lo spirito della norma, in particolare relativamente ai primi tre ambiti, è utile ricostruire alcuni elementi contestuali.
Nella normativa attuale esistono varie definizioni che riguardano le persone con disabilità, frutto di una normativa stratificata nel tempo e non sempre congruente né scientificamente aggiornata. Ne derivano anche percorsi e modalità valutative differenti spesso onerose per il cittadino e per la pubblica amministrazione. A questo si aggiunga l’evidenza che questi percorsi non sempre sono funzionali ad erogare sostegni e supporti efficaci.
Ad esempio si pensi alla coesistenza delle valutazioni delle minorazioni civili (invalidità, cecità, sordità, sordocecità) e quelle dell’handicap previste dalla legge 104/1992. E ancora quelle correlate alla legge 68/1999 oppure alla condizione di alunno con disabilità.
Oltre a questo va aggiunto che nel frattempo la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dell’Italia nel 2009) delinea una definizione della disabilità con la quale confliggono le disposizioni ancora vigenti. Già nel 2016 il Comitato ONU ha richiamato l’Italia ad una concreta adozione di quella definizione nell’impianto normativo italiano.
È su questo solco che la delega tenta di intervenire. Ma torniamo ai criteri e ai principi direttivi espressi nel testo approvato.

La definizione e il riconoscimento della disabilità
La revisione normativa introdotta da successivi decreti dovrà innanzitutto riprendere la definizione della Convenzione ONU che – giova ricordarlo – è “per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.”

Si tratta di una indicazione che dovrà quindi quantomeno aggiornare la definizione di handicap prevista dalla legge 104/1992.
Non è sufficiente però adottare formalmente una nuova locuzione, ma anche dotarsi di strumenti adeguati per il relativo riconoscimento ed eventuali graduazioni. In tal senso la legge delega prevede l’adozione della Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF) congiuntamente alla Classificazione internazionale delle malattie (ICD) ma anche di ogni altra eventuale scala di valutazione disponibile e consolidata nella letteratura scientifica e nella pratica clinica.
Sempre in tema di definizioni la legge delega ne prevede l’adozione altre due, entrambe tutt’altro che semplici da delineare. La prima è quella relativa al “ profilo di funzionamento” il cui perimetro dovrà essere coerente con l’ICF e con le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e che tenga conto dell’ICD.
La seconda riguarda ancora l’“accomodamento ragionevole” di cui parla la stessa Convenzione ONU e che dovrebbe essere uno strumento che, in aggiunta ai diritti già sanciti dalla normativa vigente, garantisca l’inclusione delle persone con disabilità anche in presenza di situazioni particolari, complesse o impreviste.
Un altro elemento centrale nella delega è la separazione fra la valutazione di base – di cui scriviamo più sotto – e la valutazione multidimensionale, cioè quella più complessa e volta a redigere progetti personali.
Un emendamento rilevante introdotto dalla Camera riguarda senza dubbio anche la separazione dei percorsi valutativi previsti per le persone anziane da quelli previsti per gli adulti e per i minori. Ciò potrebbe consentire di ottimizzare e qualificare percorsi e strumenti rendendoli più specifici per ogni differente età.

La valutazione di base
La parte della legge delega riservata alla valutazione di base è stata oggetto di una più circostanziata riscrittura da parte della Commissione Affari Sociali della Camera.
È ora più chiaro cosa sia incluso nella valutazione di base e ciò che sia escluso rientrano invece nella più articolata valutazione multidimensionale.
Vi rientra la valutazione prevista dalla legge 104/1992 che ad oggi riguarda l’handicap ma che sarà aggiornata con la nuova definizione di disabilità. Oltre a questa condizione sarà rilevata la necessità di sostegno, di sostegno intensivo o di restrizione della partecipazione della persona.
Vi rientrano anche tutti gli attuali accertamenti legati alle minorazioni civili (invalidità, cecità, sordità, sordocecità). Gli vigenti criteri e modalità di accertamento – che risalgono al decreto 5 febbraio 1992 – saranno progressivamente aggiornati in conformità alla definizione di disabilità e in coerenza con le classificazioni ICD e ICF, un impegno che sarà tutt’altro che semplice.
La valutazione di base include anche tutti quegli accertamenti che sono propedeutici ai successivi accertamenti connessi all’inclusione lavorativa (legge 68/1999) e alla condizione di alunno con disabilità.
Ma la valutazione di base, che dovrebbe essere ricondotta ad un unico procedimento, dovrà contenere anche tutte le informazioni utili alla concessione di assistenza protesica, sanitaria e riabilitativa, all’individuazione della non autosufficienza e dei requisiti necessari per l’accesso ad agevolazioni fiscali, tributarie e relative alla mobilità (esempio: contrassegno disabili).
Ma chi svolgerà la valutazione di base? La legge delega indica che – con decreto successivo – l’esclusiva competenza medico-legale sulle procedure valutative venga affidata ad “un unico soggetto pubblico (…) garantendone l’omogeneità nel territorio nazionale (…)”. Attualmente quelle funzioni sono già in larga misura affidate a INPS con competenze anche delle ASL. È presumibile, ma lo vedremo al momento dei decreti delegati, che ci si riferirà ad INPS attribuendo all’Istituto anche le funzioni non ancora affidate.
La legge delega fissa anche un criterio direttivo nell’ambito dei controlli prevedendo “un efficace e trasparente sistema di controlli sull’adeguatezza delle prestazioni rese, garantendo l’interoperabilità tra le banche di dati già esistenti, prevedendo anche specifiche situazioni comportanti l’irrivedibilità nel tempo, fermi restando i casi di esonero già stabiliti dalla normativa vigente.”

La valutazione multidimensionale della disabilità
Il secondo articolo della legge delega, al punto c), formula le indicazioni che dovranno essere seguite per regolamentare la valutazione multidimensionale della disabilità funzionale alla realizzazione del progetto personale che dalla legge viene ambiziosamente definito come “progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato”.
Nella sostanza la norma nel declinare i principi e i criteri direttivi, delinea i contenuti che nel progetto dovrebbero essere espressi. La loro effettiva realizzazione sarà ovviamente condizionata dalle risorse che saranno rese disponibili. Nell’immediato si profila l’intento di raccogliere elementi per individuare fabbisogni standard, formulare obiettivi di servizio e in prospettiva definire livelli essenziali delle prestazioni, solo così trasformati in reali diritti soggettivi.

Nel frattempo i decreti legislativi dovranno prevedere che la valutazione multidimensionale sia svolta attraverso l’istituzione e l’organizzazione di unità di valutazione multidimensionale composte in modo da assicurare l’integrazione degli interventi di presa in carico, di valutazione e di progettazione da parte delle amministrazioni competenti in ambito sociosanitario e socio-assistenziale.
Va ricordato che le unità di valutazione multidimensionale sono già attive in molte realtà regionali con diverse competenze anche in ambito sanitario. Verosimilmente si ipotizza di qualificarne e indirizzarne l’azione valutativa. In tal senso, anche nel caso della valutazione multidimensionale si dovrà tenere conto delle indicazioni dell’ICF e dell’ICD e che venga definito un profilo di funzionamento della persona, mirato alla predisposizione del progetto di vita e al monitoraggio dei suoi effetti nel tempo.

La legge delega pone come centrale il ruolo e il coinvolgimento diretto della persona (o di chi lo rappresenta) nell’elaborazione del progetto, tenuto conto anche dei suoi desideri e delle sue aspettative.
Il progetto di vita è idealmente volto a migliorare, anche con sostegni e supporti, la qualità della vita della persona, a garantire l’effettivo godimento dei diritti e delle libertà fondamentali, tra cui la possibilità di scegliere il proprio luogo di residenza e un’adeguata soluzione abitativa, anche promuovendo il diritto alla domiciliarità delle cure e dei sostegni socio-assistenziali.
Il progetto dovrebbe – secondo la legge delega – indicare gli strumenti, le risorse, i servizi, le misure, gli accomodamenti ragionevoli che devono essere adottati per la sua realizzazione e che sono necessari a compensare le limitazioni alle attività e a favorire la partecipazione della persona con disabilità nei diversi ambiti della vita e nei diversi contesti di riferimento, compresi quelli lavorativi e scolastici nonché quelli culturali e sportivi, e in ogni altro contesto di inclusione sociale.
Questo dovrebbe essere garantito anche quando la persona sia soggetta a una misura di protezione giuridica o abbia necessità di sostegni ad altissima intensità.
Nel progetto dovrebbe poi essere indicato l’insieme delle risorse umane, professionali, tecnologiche, strumentali ed economiche, pubbliche e private, “attivabili anche in seno alla comunità territoriale e al sistema dei supporti informali”, utili all’attuazione al progetto medesimo. È esplicitamente prevista l’ipotesi che il progetto possa essere autogestito, in toto o in parte, con obbligo di rendicontazione secondo criteri concordati.
La legge delega contempla anche la possibilità che il progetto mantenga la sua cogenza quando una persona si trasferisce, cambiando magari regione.
Un punto specifico richiama la possibilità di definire supporti e sostegni per l’abitare in autonomia, per la vita indipendente e, ancora, per l’accompagnamento alla deistituzionalizzazione. E per queste finalità sono previsti anche meccanismi di riconversione delle risorse attualmente destinate all’assistenza nell’ambito di istituti a favore dei servizi di supporto alla domiciliarità e alla vita indipendente.
Appare evidente come l’elaborazione del decreto che dovrà disciplinare nel dettaglio e nei meccanismi del progetto di vita sarà un percorso assai impegnativo, come lo sarà la successiva omogenea applicazione su tutto il territorio nazionale.

L’informatizzazione dei processi valutativi
A supporto dei percorsi valutativi e dell’elaborazione dei progetti di vita la legge delega prevede che vengano istituite piattaforme informatiche che dovranno consentire la consultazione delle certificazioni e delle informazioni riguardanti i benefìci economici, previdenziali e assistenziali e gli interventi di assistenza sociosanitaria che spettano alla persona con disabilità e della sua famiglia. Opportunamente la legge delega prevede che queste piattaforme siano interoperabili con quelle già esistenti (ad esempio il SIUSS Sistema Informativo Unitario dei Servizi Sociali, il SIOSS Sistema Informativo dell’Offerta dei Servizi Sociali, il Sistema informativo delle prestazioni e dei bisogni sociali ecc.).

Riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità
Un ulteriore filone della delega punta esplicitamente all’inclusione e all’accessibilità nell’ambito dei servizi pubblici profilando interventi che dovrebbero riqualificarne l’attività. In sede di analisi del disegno legge è stato opportunamente inserito un richiamo al rispetto della normativa già vigente in materia, sicché ciò che verrebbe attuato dovrebbe essere comunque aggiuntivo e qualificante.
La logica del punto dedicato a questi aspetti è quella di includere le azioni per l’inclusione e per l’accessibilità nelle disposizioni che in questi anni hanno tentato di incidere sull’efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni e, più di recente, sul rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Per completezza: il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 e la legge 6 agosto 2021, n. 113. Nella sostanza gli obiettivi di inclusione e accessibilità dovrebbero rientrare nella programmazione strategica e nel piano della performance delle pubbliche amministrazioni e rientrare tra gli obiettivi di produttività delle stesse. I decreti legislativi futuri dovrebbero entrare nel dettaglio.
In ciascuna amministrazione sopra i 150 addetti, potrà (non è un obbligo) essere individuata una figura dirigenziale preposta alla programmazione strategica della piena accessibilità, fisica e digitale, delle amministrazioni da parte delle persone con disabilità.
Il rispetto degli obiettivi strategici potrà essere inserito e usato per valutare la performance del personale dirigenziale con ciò che ne deriva in termini di premi, incentivi e altro.
La legge delega delinea una progressiva estensione delle regole che varranno per la pubblica amministrazione anche ai concessionari dei pubblici servizi ad iniziare dalla carta dei servizi che dovrà indicare i livelli di qualità (accessibilità) del servizio erogato evidenziando quelli obbligatori ai sensi della normativa vigente
La legge delega poi prevede la nomina, da parte dei datori di lavoro pubblici, di un responsabile del processo di inserimento delle persone con disabilità nell’ambiente di lavoro, ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68. Sul punto, in attesa dei decreti legislativi, sembra che l’intento sia di ampliare quanto già vigente col decreto legislativo n. 75 del 25 maggio 2017 (Decreto Madia) che ha stabilito presso le amministrazioni pubbliche con più di 200 dipendenti, la presenza di un responsabile dei processi di inserimento delle persone con disabilità che curi i rapporti con il centro per l’impiego e che predisponga accorgimenti organizzativi e soluzioni tecnologiche che facilitino l’integrazione al lavoro, in collaborazione con il medico competente e con il comitato tecnico.

Il Garante nazionale delle disabilità
Anche sulla parte dedicata al Garante il Parlamento ha introdotto alcune precisazioni rispetto al testo originale del disegno di legge. In particolare non sfugge la sottolineatura di come questo organo sia da intendersi come indipendente il che significa, ad esempio. che non sarà funzionalmente sottoposto a nessun ministero. La tutela e la promozione dei diritti delle persone con disabilità ne rappresentano la competenza che potrà esercitare raccogliendo segnalazioni da persone con disabilità che denuncino discriminazioni o violazioni dei propri diritti e più in generale vigilando sul rispetto dei diritti e sulla conformità alle norme e ai princìpi stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, dalla Costituzione, dalle leggi dello Stato e dai regolamenti.
Potrà poi svolgere verifiche sull’esistenza di fenomeni discriminatori e richiedere alle amministrazioni e ai concessionari di pubblici servizi le informazioni e i documenti necessari allo svolgimento delle funzioni di sua competenza, intervenendo con raccomandazioni e pareri, sollecitando o proponendo interventi, misure o accomodamenti ragionevoli per superare le criticità riscontrate.
Viene anche parallelamente previsto potenziamento dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità (che non è il Garante), ridefinendone le competenze e potenziandone la struttura organizzativa. Fra l’altro ques’ultimo aspetto è l’unico per il quale nella legge delega vi sia certezza di finanziamento: 800.000 euro a partire dal 2023.
Anche su questi ambiti i dettagli e l’effettiva attuazione sarà oggetto di successiva regolamentazione.

“Salvaguardia” dei diritti acquisiti
​Fra le norme transitorie la legge delega prevede una forma di “clausola di salvaguardia” che in larga misura può rassicurare – a fronte di una riforma delle modalità valutative – circa i timori di perdere diritti in qualche modo acquisiti. Si prevede infatti di coordinare “le disposizioni introdotte (…) con quelle ancora vigenti, comprese quelle relative agli incentivi e ai sussidi di natura economica e ai relativi fondi, facendo salvi le prestazioni, i servizi, le agevolazioni e i trasferimenti monetari già erogati ai sensi della normativa vigente in materia di invalidità civile, di cecità civile, di sordità civile e di sordocecità e della legge 5 febbraio 1992, n. 104, anche con riferimento alla nuova tabella indicativa delle percentuali d’invalidità per le minorazioni e malattie invalidanti, di cui al decreto del Ministro della sanità 5 febbraio 1992 (…) al fine di salvaguardare i diritti già acquisiti”.

Copertura finanziaria
La legge delega non prevede finanziamenti ulteriori, oltre quelli già in essere, per gli eventuali nuovi oneri derivanti dall’attuazione della nuova norma. Le risorse derivano quindi dal Fondo per la disabilità e la non autosufficienza, dai fondi destinati dal PNRR (non sono fondi strutturali, ma straordinari) e dalla “razionalizzazione e la riprogrammazione dell’impiego delle risorse previste a legislazione vigente per il settore della disabilità.”
Inoltre le amministrazioni competenti (es. Comuni, Regioni…) provvedono agli adempimenti previsti dai decreti legislativi “con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.”
Infine la legge delega fissa un’ultima regola: i decreti legislativi attuativi non possono essere emanati se non via sia la necessaria copertura finanziaria o fino a quando non si siano assicurate le risorse necessarie. (Carlo Giacobini, Direttore generale di Iura)

Per approfondimenti 
In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale si consulti il disegno di legge n. 2475 approvato dal Senato.

di Carlo Giacobini

App per ipovedenti

App per ipovedenti: quando le tecnologie cambiano la qualità della vita
Agenda Digitale del 28/12/2021

App che leggono una lunga serie di informazioni, che trasformano le immagini in suoni o rendono possibile utilizzare il linguaggio Visual Braille per riuscire a comporre parole e frasi. Sono molte le tecnologie che aiutano per persone cieche ipovedenti o altri disturbi della vista a districarsi nelle difficoltà quotidiane.

Per gli ipovedenti, per i ciechi, per i daltonici e per chi ha disturbi nella decodifica dei colori il mondo delle app offre una ricca serie di risorse.
Esistono, ad esempio, delle app che trasformano lo smartphone in un assistente visuale per aiutare le persone che hanno problemi di vista a muoversi in modo indipendente, come se la fotocamera dei propri smartphone fossero gli occhi della persona ipovedente, o come se questa avesse a fianco una persona fisica a cui dire ciò di cui si ha bisogno.
Il funzionamento è simile per tutte le tipologie di app, che praticamente leggono e vedono per la persona una lunga serie di informazioni, come per esempio la data di scadenza di un farmaco o di un alimento, la somma di denaro presente sul conto online e molto altro ancora.
Le App sono basate sul supporto di volontari, che ricevono le richieste, o sull’uso dell’intelligenza artificiale. La maggior parte delle App è gratuita o richiede un abbonamento mensile a costi accessibili.

Vedremo, in sintesi, alcune delle app suddivise tra quelle generali, quelle che rimandano a utenze e quelle specifiche per alcuni usi. Laddove non indicato l’app è gratuita.

APP PER IPOVEDENTI E CIECHI 

– Aipoly Vision. L’app utilizza l’intelligenza artificiale per riconoscere oggetti di uso quotidiano, che inquadrati con la fotocamera del proprio dispositivo saranno riconosciuti. Il database ha oltre 2000 piante e specie di animali e 1000 piatti. L’applicazione dopo una prima settimana di prova gratuita richiede un abbonamento mensile, al costo di 4,99 dollari. Il riconoscimento degli oggetti non richiede una connessione internet ed è possibile la lettura in più lingue e ad alta voce.

– Ariadne GPS permette agli ipovedenti di conoscere in ogni momento la propria posizione, grazie alla funziona Voice Over che è possibile sapere la conformazione del territorio e capire dove ci si trova e chiedere indicazioni stradali e consigli su come muoversi. È disponibile s un prezzo di 6,99 euro.

– Audio to Text for WhatsApp è uno strumento che offre la possibilità di convertire i messaggi vocali in testo, effettuando una pressione prolungata sul messaggio audio, toccando l’icona per la condivisione presente in WhatsApp e successivamente selezionando l’applicazione per ottenere il testo corrispondente.

– Be My Eyes è un’app che è stata sviluppata in Danimarca, in collaborazione con Google e sfrutta un approccio molto semplice. Questa applicazione connette la persona ipovedente con una comunità di quasi 2 milioni di volontari, che offrono un’assistenza visuale alla persona ovunque si trovi e una volta stabilita la connessione la persona ipovedente può ricevere in diretta un’assistenza visiva su quello che viene ripreso dalla fotocamera.

– Big Launcher è l’interfaccia utente pensata per coloro che hanno problemi alla vista o che vogliono rendere più semplice l’utilizzo dello smartphone Android. Le icone delle applicazioni sono molto più grandi e anche le notifiche sono strutturate al meglio per semplificare la vita alle persone. L’applicazione  è disponibile al costo di 9,99 euro.

– BlindSquare è l’applicazione GPS per non vedenti e ipovedenti, che descrive l’ambiente, annuncia i punti di interesse e le intersezioni stradali durante il viaggio.

– BraillePad trasforma lo schermo del tablet in uno strumento fondamentale per gli ipovedenti, per rendere possibile utilizzare il linguaggio Visual Braille per riuscire a comporre parole e frasi. Permette agli utenti con disabilità visiva di scrivere SMS, mail e post sui social utilizzando il codice Braille.

– FotoOto è un’applicazione che trasforma le immagini in suoni. Per gli ipovedenti è molto utile quando non riescono a riconoscere un oggetto, infatti, grazie all’audio potrà intuire di cosa si sta parlando.

– Google Lookout utilizza la visione artificiale per aiutare le persone ipovedenti o non vedenti a svolgere attività in modo facile, semplificando l’acquisizione di informazioni e consentendo di svolgere le attività quotidiane, come smistare la posta, sistemare la spesa e altro ancora, in modo più efficiente. Lookout è disponibile in oltre 20 lingue.

– iDentifi è un’app che consente alle persone ipovedenti di acquisire maggiore indipendenza nelle attività quotidiane come la spesa, la navigazione e la lettura. Utilizza l’AI per consentire a un utente ipovedente di riconoscere qualsiasi oggetto, marca, colore, espressione facciale, scrittura e testo e successivamente fornire all’utente una descrizione udibile dei contenuti dell’immagine.

– Intersection Explorer consente di esplorare in anteprima i luoghi sul display del telefono, appare una mappa della zona in cui ci si trova e spostando il dito sullo schermo si riceveranno poi informazioni sul tragitto da seguire per raggiungere la destinazione stabilita.

– Lazzus è un’applicazione accessibile per dispositivi mobili che consente di ottenere in tempo reale i punti di interesse all’interno del campo visivo di ciascun utente tra le altre funzioni come conoscere la posizione corrente, aggiunta di luoghi preferiti.

– Light Detector  permette di “sentire” la luce, infatti acquisendo le informazioni sull’ambiente circostante attraverso la telecamera, l’applicazione emette un suono più o meno acuto in funzione della quantità di luce rilevata. In questo modo gli utenti non vedenti possono capire se le luci di casa sono accese, se le tapparelle sono alzate e così via; costo 0,89.

– Netblind si basa sul contributo dei volontari, per cui gli utenti potranno mettersi in contatto e organizzare insieme accompagnamenti, viaggiare, studiare, fare attività fisica e reperire degli accompagnatori che possano supportarli nella quotidianità.

– OrCam è un dispositivo indossabile intuitivo con una fotocamera intelligente che si aggancia a una normale montatura per occhiali.

– Seeing AI è un’applicazione realizzata da Microsoft che sfrutta l’intelligenza artificiale per identificare quello che viene ripreso dalla fotocamera. In questo caso non ci si connette a un volontario fisico, ma è l’intelligenza artificiale a riconoscere ciò che è ripreso nell’immagine; si può leggere il testo, identificare i colori, riconoscere le banconote, effettuare una scansione dei codici a barre dei prodotti per ricevere informazioni e anche riconoscere le persone.

– TapTapSee è un’applicazione per fotocamere mobile progettata specificamente per utenti non vedenti e ipovedenti, supportata dall’API di riconoscimento immagini, che utilizza la fotocamera del dispositivo e le funzioni di VoiceOver per fotografare oggetti e identificarli ad alta voce per l’utente.

– ViaOpta Hello l’app mobile utilizza la fotocamera degli smartphone per scattare foto di oggetti o persone e quindi utilizza i servizi cognitivi di back-end per fornire una descrizione. È disponibile in dodici lingue.

– Vlingo Virtual Assistant è un’assistente virtuale con funzionalità estese che permettono l’uso di comandi vocali per inviare le e-mail, telefonare, fare ricerche sul web, chiedere indicazioni su mappe e spostamenti, attivare le applicazioni e molto altro.

– Walky Talky è un’applicazione sincronizzata con Google Maps, per cui pronunciando il nome e l’indirizzo della destinazione si attiva una guida vocale che segnalerà, oltre al percorso, nomi e indirizzi dei luoghi adiacenti e la presenza di incroci.

App PER SERVIZI E UTENZE

– Evalues consente di leggere i quotidiani presenti nell’omonimo servizio. La registrazione è obbligatoria e bisogna possedere il certificato d’invalidità al Centro Ricerche Scientifiche dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).

– Inps Mobile permette all’utente di utilizzare attraverso il proprio smartphone o tablet i diversi servizi disponibili sul sito dell’Istituto Bancoposta e permette di controllare il saldo e la lista movimenti del proprio Conto BancoPosta e di Postepay.

LETTURA DEI CODICI A BARRE 

– IDEAL Item Identifier è una applicazione di lettura di codici a barre che permette agli utenti di leggere codici UPC e QR;

– Digit-Eyes  permette ai non vedenti di leggere i codici a barre passando il dispositivo sul codice UPC/EAN di un prodotto per sentirne il nome. Il costo è di 8,99.

– AudioLabels  permette agli utenti di riconoscere gli oggetti attraverso una descrizione audio associata ai codici a barre o ai codici QR. Il costo è di 8,99.

di Carmelina Maurizio, Università degli Studi di Torino

L’acqua calda delle solite parole

L’acqua calda delle solite parole

di Vincenzo Andraous

Sui quotidiani appaiono articoli e interviste più o meno strabordanti buone intenzioni da parte della politica, mentre gli operatori scrivono di concerto il copione delle disfunzioni che generano disumanità e intollerabilità nel carcere italiano.

Sfogliando le pagine dei giornali si nota un metodo artigianale poco propenso a educarci a conoscere il mondo penitenziario, riducendolo a qualcosa che appare lontano e sembra non dover preoccuparci, perché noi siamo sicuri che non ci finiremo mai lì dentro. Invece, la carta stampata non ce lo dice, ma in quel calderone di misfatti e illegalità ci continua a finire dal lattaio al meccanico, dal dottore al professore, dall’uomo di legge al malvivente meno incallito, nessuno escluso.

Forse più maldestramente si tratta di un vero e proprio pasticcio delle intenzioni, creato ad arte per non prendere per le corna le tante magagne da risolvere, per non mettere in campo una giustizia equa, una solidarietà costruttiva, che non dimentica le priorità di tutela a garanzia delle vittime, degli innocenti, ma che da questo punto di partenza rilancia nuove opportunità di conciliazione da parte del detenuto. C’è un uso sconsiderato di parole valigia, parole consunte e logorate, proprio per non approdare a niente, ma con lo scopo di rimandare al cittadino l’immagine di una conoscenza e sapienza a dir poco folgorante.

In questo periodo di buone intenzioni, di proposizioni illuminate, di interventi letterari ma poco figurativi una realtà a dir poco sconcertante, c’è la sequela di errori reiterati, il morire distante, una sorta di evasione con i piedi in avanti, uno, due, tre suicidi in un mese per giunta nello stesso lazzaretto disidratato, come a significare che dal primo rantolo all’ultimo, a fare da ponte rimane l’indifferenza.

C’è chi viene ammazzato e ritrovato soltanto qualche giorno dopo, come a dire che la carenza di personale non consente attenzione, cura, quella famosa e bistrattata buona regola della vita anche dentro una cella.

In ogni convegno, tavola rotonda, incontro sul tema carcere, professionisti del diritto, operatori sul campo da decenni, voci ben intruppate in fila per tre, ho l’impressione che vorrebbero azzardare in coerenza e coscienza una risposta alla violenza, illegalità, ingiustizia che alberga in un istituto penitenziario. Ma al dunque che ci dicono? Che mancherebbe l’acqua calda, non ci sono i bidè, e come collante a tanta lungimiranza la carenza di personale.

Sono vecchio e l’alzheimer mi morde il collo, seppure a fatica rammento però che dentro una cella un nuovo orientamento esistenziale, può essere raggiunto unicamente operando con lo strumento dell’educare, non con la solita reiterata tergiversazione per impedire la comprensione, la possibilità di una parete di vetro, dove osservare quel che accade, o purtroppo non accade per niente, perché il diritto è sottomesso e violentato dal sovraffollamento, dagli eventi critici, dai problemi endemici all’Amministrazione.

Ricordo bene che il rispetto per il valore di ogni persona ha urgenza di essere inteso non come qualcosa di imposto, ma come una condizione quotidiana  da raggiungere attraverso l’esempio di persone autorevoli, anche là, dove incombe lo spazio ristretto di un cubicolo blindato, là dove non dovrebbe mai essere annientata la dignità del recluso.

Se è vero che le vittime sono quelle che soffrono dimenticate nella propria solitudine, se i parenti delle vittime se la passano peggio dei colpevoli, occorre davvero fermarci a riflettere, e non rimanere indifferenti a una prigione ridotta dapprima all’ ingiustizia dei fatti e poi delle parole. Se la galera costringe deliberatamente alla sopravvivenza e quindi alla violenza, non è certo a causa della mancanza di acqua calda, ma perché non ci sono i presupposti per un ripensamento culturale sulla pena e sulla sua utilità e scopo, non ci sono regole chiare su cosa significhi applicare quelle norme, e se tali norme e regolamenti sono davvero applicati, o vegetano nell’impossibilità di avvicinarsi a una emancipazione sostanziale da quella sopravvivenza.

Come ho più volte detto c’è urgenza di chiederci quale persona entra in un carcere, e quale “cosa” ne esce, quale trattamento ha ricevuto quella persona, se oltre alla doppia punizione impartita, ha avuto possibilità di imparare qualcosa di positivo, o se invece rieducazione sta più semplicemente a un mero copia incolla.

Scuola, Bianchi: «Si torna in presenza», se ci saranno focolai decideranno le Regioni

da Il Sole 24 Ore

I presidi chiedono di utilizzare questi giorni, da qui alle fine delle vacanze di Natale, per una nuova pronuncia del Cts sull’uso delle mascherine Ffp2

di Redazione Scuola

Con il 26% dei contagi tra gli under20, la vaccinazione ancora in corso – sono stati raggiunti finora 3,7 milioni di ragazzi tra i 12 e i 19 anni, uno su 5, e 170mila bimbi tra i 5 e gli 11 anni – e diecimila classi in quarantena prima delle vacanze, comincia il pressing per un piano per il rientro, dalla gestione dei contatti dei positivi in classe alle mascherine Ffp2 per arginare meglio la circolazione del virus, che i presidi chiedono per tutti, studenti e docenti. Per il ministro Patrizio Bianchi non si torna indietro da quella che definisce «la chiave di volta» di questo governo: «la scuola in presenza». «Ci vuole la responsabilità di tutti, ma questo è il nostro obiettivo e questo faremo», ha ribadito. E a chi ipotizza ulteriori interventi dopo le Feste, quantomeno a livello locale, Bianchi ricorda che sono possibili solo micro-chiusure: «laddove ci sono condizioni straordinarie, con focolai isolati, i presidenti di Regione e sindaci possono disporre chiusure isolate, non diffuse, e allo scopo di verificare lo stato in quel cluster». Ma, ha sottolineato, «prima della chiusura festiva avevamo un numero di bambini e ragazzi positivi molto controllato, 0,5% su un totale di 8 milioni».

I finanziamenti

Con l’ultimo decreto il governo ha previsto 9 milioni per il tracciamento e i laboratori militari, più altri 14,5 milioni per il personale della sanità militare, e 5 milioni per l’acquisto di Ffp2 per il personale delle scuole dell’infanzia, a contatto con i bambini fino a 6 anni, esonerati dall’uso della mascherina, e con chi è a contatto con studenti più grandi che non la portano per particolari fragilità. Il ministero della Difesa ha messo in campo 11 laboratori in 8 regioni per affiancare nello screening le Asl, sotto pressione con l’aumento dei positivi. Finora il personale militare ha effettuato 18 mila tamponi in 470 scuole. Nei prossimi 10 giorni andranno messi a punto i piani per lo screening in tempo per il rientro.

Regioni

Le Regioni concorderanno con la struttura commissariale dei «programmi specifici» per il tracciamento, ha detto ancora Bianchi, in particolare per dare certezze ai bambini più piccoli, non vaccinati. Il commissario Figliuolo in un’intervista al Corriere della Sera, ha spiegato che «ogni Regione metterà a punto un dispositivo» e «avremo il supporto dei team e dei laboratori militari». Al di là del tracciamento però cresce, tra gli operatori della scuola, la richiesta di maggiori protezioni.

I presidi

I presidi chiedono di utilizzare questi giorni, da qui alle fine delle vacanze di Natale, per una nuova pronuncia del Cts sull’uso delle mascherine Ffp2 nelle scuole per tutti, alunni e personale. Per ora si è fermi al parere contrario, espresso a maggio dal Cts, che considerò non consigliabile l’uso prolungato. «Ritengo opportuno che le competenti autorità sanitarie riconsiderino l’utilizzo a scuola delle mascherine Ffp2. Le peculiarità della nuova variante Omicron potrebbero modificare tale valutazione», dice il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, «i ragazzi che utilizzano mezzi pubblici e dedicati già dovranno indossarle per raggiungere le scuole. I numeri dei contagiati di quest’ultime ore ci dicono che la fascia dei più piccoli è ancora quella più colpita, probabilmente perché tra loro i vaccinati sono ancora troppo pochi». E c’è chi, come il sindacato Anief, chiede il ritorno in Dad a gennaio, «poi si valuti se finire l’anno con metà allievi in presenza e metà a casa in Dad».

Riunioni organi collegiali: si possono svolgere da remoto fino al 31 marzo

da OrizzonteScuola

Di redazione

Con la proroga dello stato di emergenza sanitaria al 31 marzo 2022 viene prorogata la possibilità di svolgere le riunioni degli organi collegiali a distanza. Lo prevede il decreto Natale, dl 24 dicembre 2021 n. 221.

Le disposizioni previste dall’articolo 73 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, semplificazioni in materia di organi collegiali, sono prorogate al 31 marzo 2022.

Il ministero dell’Istruzione con una FAQ sul rientro a scuola (allora la fine dello stato di emergenza era fissato al 31 dicembre) aveva precisato che “la proroga dello stato di emergenza ha determinato la proroga della disposizione che consente al dirigente scolastico, valutate le condizioni di contesto, di disporre lo svolgimento da remoto delle riunioni degli organi collegiali, al fine di garantire la sicurezza del personale scolastico. Le riunioni da remoto costituiscono dunque una possibilità, da valutarsi in relazione al contesto, non un obbligo“.

TESTO DL NATALE

La Maturità 2022 prende forma: torna lo scritto ma solo d’italiano e poi maxi orale, i presidi sono d’accordo

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Anche gli addetti ai lavori sembrano gradire l’ipotesi che da oltre un mese sta circolando sul prossimo esame di Maturità: i “passi avanti” di cui ha parlato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a fine novembre, confermati qualche giorno dopo dalla sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia (“l’esame sarà diverso da quello dello scorso anno, se la pandemia lo permetterà cercheremo di tornare verso un esame tradizionale”), riscuotono il consenso dei presidi.

Si tratta di una presa di posizione che non può passare inosservata. Perchè se è vero che entro un mese sapremo come stanno le cose, con l’annuncio delle scelte prese a Viale Trastevere, anche in base all’andamento dei contagi da Covid, l’argomento interessa da vicino mezzo milione di maturandi.

La prima prova

Secondo Mario Rusconi, presidente dell’Anp Roma, occorre fare un bagno di realismo: “dobbiamo tener conto della situazione pandemica in atto e quella pregressa”.

“Sperando che si riesca a fare il più possibile didattica in classe, anche se la Dad non deve essere considerata il male assoluto – ha detto Rusconi all’Adnkronos – penso che sia giusto considerare la precarietà di questi ultimi tre anni di vita scolastica, per cui suggerirei magari soltanto la prova scritta di italiano così che i ragazzi possano esprimere i propri stati d’animo e le proprie sensazioni”.

All’orale si parlerà dello scritto non svolto

Sempre secondo il sindacalista Anp, si dovrebbe poi svolgere il colloquio multidisciplinare sempre in modo guidato: si tratta “dell’esame orale che così come quello dello scorso anno, partendo da un elaborato preparato dai singoli studenti su argomenti indicati dai loro insegnanti curriculari”, va a toccare tutte le discipline dell’ultimo anno scolastico.

In quella sede, inoltre, gli studenti discuteranno un argomento specifico di indirizzo, che avrebbero dovuto affrontare nella seconda verifica scritta.

Commissioni confermate

Rusconi poi auspica la conferma dell’allestimento delle Commissioni del 2021: “come lo scorso anno, possono essere composte dai docenti curriculari con la presenza del presidente di Commissione esterno. Del resto – ha concluso il numero uno di Anp Roma – un docente che ha avuto uno studente in classe per due, tre, quattro o cinque anni certamente lo conoscerà bene e saprà valutarlo nel suo complesso, del resto lo fa quotidianamente durante le lezioni”.

Nuovi punteggi di presentazione

Sull’incidenza diretta dei crediti (maggiorato), delle medie delle valutazioni e delle esperienze Pcto dell’ultimo triennio sulla votazione di presentazione del candidato maturando, potrebbero invece esservi delle novità: il probabile svolgimento di una prova scritta, infatti, andrebbe a ridurne la portata numerica rispetto a quella maxi introdotta in occasione della Maturità dello scorso anno scolastico.

Anche i politici “premono”

Nel mentre, anche i politici fremono e pretendo risposte. Qualche giorno fa Gabriele Toccafondi, renziano doc e membro della Commissione cultura per Italia Viva, ha detto che “l’esame non è una lotteria: se ci sono le condizioni si faccia come stabilito dalla legge, altrimenti si faccia come lo scorso anno”.

Lo stesso Matteo Renzi ha avvertito il ministro dell’Istruzione sulla possibilità di cambiare le carte in tavola a pochi mesi dalle prove: “Ragazzi e professori hanno bisogno di certezze, non si può cambiare idea sull’esame a gennaio per il giugno successivo”, ha detto l’ex premier al Corriere della Sera.

Campionati studenteschi e avviamento alla pratica sportiva: come aderire

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Anche quest’anno il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato la nota concernente le attività di avviamento alla pratica sportiva e l’adesione ai Campionati Studenteschi.

Nella nota 3029 del 22 dicembre 2021 il MI illustra la procedura che è necessario seguire per presentare le adesioni da parte delle istituzioni scolastiche.

Le adesioni alle attività di avviamento alla pratica sportiva, nonché ai Campionati Studenteschi 2021-2022, dovranno essere registrate al link www.campionatistudenteschi.it a partire dal giorno 17 gennaio 2022 e fino al 28 febbraio 2022.

L’attività di avviamento alla pratica sportiva può essere svolta anche dalle Istituzioni scolastiche che non partecipino ai Campionati Studenteschi, purché aderiscano ad un progetto nazionale o a un progetto di attività motoria approvato dagli Organi Collegiali dell’Istituto scolastico e inserito nella piattaforma dedicata.

LA NOTA

Bianchi, possibili aumenti di alunni contagiati: per questo faremo i tamponi prima del 7 gennaio

da La Tecnica della Scuola

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi crede molto nello screening straordinario degli studenti, di cui dovrebbe occuparsi il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo: parliamo del decreto Festività, che ha dato licenza al ministero della Difesa di fornire adeguato “supporto a regioni e province autonome nello svolgimento delle attività di somministrazione di test” anche con l’apporto dei “laboratori militari della rete di diagnostica molecolare dislocati sul territorio nazionale”.

Vogliamo essere sicuri per il rientro a scuola

“Per tre settimane i nostri bambini e i ragazzi sono fuori dalle scuole, per questo abbiamo investito insieme con il generale Figliuolo per potenziare il tracciamento ed essere sicuri al ritorno“, ha detto il titolare del dicastero dell’Istruzione a colloquio con SkyTg24 facendo intendere quindi che nella prima settimana del nuovo anno si realizzeranno i controlli – attraverso i tamponi – per verificare eventuali positività al Covid tra gli oltre otto milioni di alunni delle nostre scuole.

“Prima della chiusura festiva – ha sottolineato Bianchi – avevamo un numero di bambini positivi molto controllato, 0,5% su un totale di 8 milioni: avevamo una situazione controllata. Che vi siano aumenti è possibile, e stiamo lavorando tenendo conto di questa possibilità, ma la scuola resta il posto più controllato, sui cui abbiamo la massima di attenzione”, ha detto il professore ribadendo un concetto espresso alcune settimane fa.

Controlli anche sugli alunni più piccoli

Il ministro dell’Istruzione ha tenuto anche a dire che nel tracciamento l’ausilio del commissario Figliuolo “si aggiunge alle attività ordinarie delle Regioni, che con il generale concorderanno programmi specifici, in modo da avere un tracciamento che permetta di tornare a scuola e avere certezza anche per i bambini più piccoli”.

I controlli, fa intendere il titolare del dicastero bianco di Viale Trastevere, quindi si realizzeranno anche sui bimbi nella scuola dell’Infanzia e Primaria.

L’invito a vaccinarsi tutti

Bianchi ha poi sottolineato che “la nostra indicazione ai genitori è vaccinarsi e vaccinare i bambini. Il personale della scuola è vaccinato al 95%, più coloro che sono guariti dal Covid: i ragazzi tra i 16-19 anni vaccinati sono oltre l’86%, tra i 12-15 anni il 75%. Ora tutta la nostra attenzione è riversata sui bambini più piccoli”.

Secondo il ministro “siamo in una fase di aumento dell’epidemia. Possiamo resistere perché abbiamo assunto la responsabilità della vaccinazione. Vacciniamoci, vacciniamo i nostri bambini e i nostri insegnati“, ha concluso Bianchi.

Legge di bilancio approvata al Senato. Alcune misure inerenti la scuola

da La Tecnica della Scuola

Di Salvatore Pappalardo

Proroga contratti covid-19

Con l’approvazione dell’art. 326 della legge di bilancio 2022 è stato incrementato il fondo economico di 100 milioni, portandolo da 300 a 400 milioni di euro per l’anno 2022, al fine di prorogare fino al termine delle lezioni dell’anno scolastico 2021/2022 i contratti sottoscritti sia ai docenti sia al personale ATA fino al 31 dicembre.

Retribuzioni di posizione della parte variabile dei dirigenti scolastici

Al fine di adeguare la retribuzione di posizione della parte variabile dei dirigenti scolastici riguardo alla complessità e alla gravosità delle attività che sono chiamati a svolgere, la legge di bilancio ha incrementato il fondo unico nazionale per il finanziamento delle retribuzioni di posizione e di risultato, di 20 milioni di euro a decorrere dall’anno 2022. Inoltre ha previsto un incremento di ulteriori 8,3 milioni di euro per l’anno 2022 e di 25 milioni di euro per l’anno 2023.

Riduzione alunni nelle classi

La legge finanziaria autorizza il Ministero dell’istruzione, a istituire classi in deroga a quanto previsto dalla normativa vigente al fine di promuovere un’efficace fruizione del diritto all’istruzione anche da parte dei soggetti svantaggiati collocati in classi con numerosità.

Detta autorizzazione opera soltanto per le istituzioni scolastiche che hanno un indice sociale, economico culturale e di dispersione scolastica che saranno individuati dal Ministro con uno o più decreti entro il mese di febbraio  2022.

Educazione motoria funzionale alla crescita armoniosa

Al fine di promuovere nei giovani, fin dalla scuola primaria, l’assunzione di comportamenti e stili di vita funzionali alla crescita armoniosa, alla salute, al benessere psico-fisico e al pieno sviluppo della persona, è riconosciuta l’educazione motoria quale espressione di un diritto personale e strumento di apprendimento cognitivo.

Docenti educazioni motorie

L’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, è introdotto, gradualmente nelle classi quinte a decorrere dall’anno scolastico 2022/2023, e nelle classi quarte a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024, Detto insegnamento sarà affidato a docenti forniti d’idoneo titolo di studio e dell’iscrizione nella correlata classe di concorso « Scienze motorie e sportive nella scuola primaria ».

Il docente di educazione motoria nella scuola primaria è equiparato, quanto allo stato giuridico ed economico, ai docenti del medesimo grado d’istruzione e non può essere impegnato negli altri insegnamenti della scuola primaria.

Alunni in quarantena breve se ci sono positivi in classe, Sileri: dipende da Omicron. Novità pure per i docenti?

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

“Non appena avremo dati più conclusivi su Omicron, anche le regole sulla quarantena dei bambini, degli alunni, degli studenti si potranno rivedere. Potrebbe essere anche tra 7-10 giorni, con l’anno nuovo, probabilmente prima della riapertura della scuola”. L’annuncio è del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

“Servono dati scientifici”

Intervistato da Sky Tg24, Sileri, che è medico, ha detto che “bisognerà vedere quanto questa variante del virus sia più o meno aggressiva. La riduzione della quarantena si deve basare su dati scientifici precisi, aspettiamo il Comitato tecnico scientifico. Dobbiamo valutare molto bene i dati”.

L’eventuale riduzione delle quarantene (al momento sette giorni per i vaccinati e dieci giorni per i non vaccinati, qualora vi siano almeno tre casi in classe), potrebbe inoltre coinvolgere anche il personale docente.

La previsione di gennaio

Sul ritorno in classe di gennaio, dopo il virologo Fabrizio Pregliasco, anche il sottosegretario alla Salute ritiene “verosimile che nei prossimi giorni si arrivi in generale a 100 mila contagi al giorno

A differenza di alcuni sindaci, come Clemente Maestella, secondo Sileri, comunque “se non tutti vanno in ospedale, per la scuola non vedo un grande problema”.

Il piano del Governo

Ricordiamo che in vista del rientro nelle classi a gennaio, sta prendendo forma la volontà di realizzare uno screening straordinario degli studenti, di cui dovrebbe occuparsi il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo: il decreto Festività il ministero della Difesa darà “supporto a regioni e province autonome nello svolgimento delle attività di somministrazione di test” con “i laboratori militari della rete di diagnostica molecolare dislocati sul territorio nazionale”.

Per questi motivi, il Governo ha stanziato 9 milioni di euro, cui si aggiungono 14,5 milioni per le spese del personale per l’anno 2022. Saranno conferiti anche 10 incarichi semestrali a biologi, fisici e chimici. Inoltre la struttura commissariale fornirà mascherine FFp2 e FFp3 a docenti e personale delle scuole dell’infanzia o che hanno a che fare con alunni con disabilità o fragilità che non permette loro di portare la mascherina chirurgica.

“Fonti di governo ricordano che le deroghe locali al principio della ‘scuola in presenza’ sono possibili solo in zona arancione o rossa“, scrive infine l’Ansa confermando la volontà dell’esecutivo Draghi di mantenere in vita l’attività didattica in presenza.

PNRR, molte misure per la scuola stanno prendendo il via; il Piano presentato alla Camera

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

E’ stata presentata in Parlamento pochi giorni la prima relazione ufficiale sulle iniziative intraprese dal Governo per dare attuazione al PNRR finanziato dall’Unione europea con un maxi stanziamento di più di 190 miliardi di euro.

Per quanto riguarda la scuola le azioni previste dal Piano prenderanno concretamente avvio nei prossimi mesi.
Le misure toccano diversi ambiti

Edilizia scolastica

Si prevedono:
piano di costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici (800 milioni);
piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia (4,6 miliardi);
estensione del tempo pieno e mense (960 milioni);
potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola (300 milioni).
Gli avvisi pubblici per la presentazione di candidature da parte degli enti locali e territoriali sono stati pubblicati il 2 dicembre 2021 e gli enti interessati dovranno far pervenire le proprie candidature nel mese di febbraio 2022. Le graduatorie saranno pubblicate entro il 31 marzo 2022. Gli avvisi prevedono criteri di ripartizione diversi, che tengono conto dei fabbisogni e garantiscono comunque che almeno il 40 per cento delle risorse sia destinato al Sud.

Si riferisce all’edilizia scolastica anche un maxi-piano per la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’edilizia scolastica (3,9 miliardi)

Riforma del sistema scolastico

Partiranno a breve anche le attività relative alla organizzazione scolastica e alla formazione del personale.
Si tratta di:
– riforma dell’organizzazione del sistema scolastico (la relazione chiarisce che la riorganizzazione del sistema scolastico è inclusa nel disegno di legge di bilancio per l’anno 2022)
– riforma del sistema di reclutamento dei docenti (una prima parte della riforma è contenuta nell’articolo 59 del decreto-legge n. 73 del 2021)
– istituzione di una scuola di alta formazione e formazione obbligatoria per dirigenti scolastici, docenti e personale tecnico-amministrativo

Scuola digitale

Per concludere, ci sono tutte le misure che riguardano la didattica digitale (800 milioni sono destinati alla attivazione del portale per la didattica digitale integrata con una sezione specifica dedicata alla formazione del personale scolastico e una sezione sui contenuti per l’educazione digitale a disposizione di docenti e studenti per il potenziamento del curricolo digitale nelle scuole), la realizzazione di scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori (2,1 miliardi).

Altre iniziative che riguardano il sistema scolastico sono:
– la riforma del sistema di orientamento
– un intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado (1,5 miliardi)
-potenziamento di nuove competenze e nuovi linguaggi (1,1 miliardi)
– formazione professionale terziaria (ITS) (1,5 miliardi)

Assegni di frequenza e contributi formativi, bando INPS: scadenza 30 dicembre

da La Tecnica della Scuola

È in scadenza il 30 dicembre il bando INPS per l’erogazione di:

  • assegni di frequenza in favore di orfani ed equiparati di iscritti alla gestione magistrale;
  • contributi formativi in favore di figli o orfani ed equiparati di iscritti alla gestione magistrale, portatori di handicap.

Ricordiamo che sono iscritti all’Assistenza Magistrale (Gestione ENAM) gli insegnanti di scuola statale dell’infanzia e primaria a tempo indeterminato, i dirigenti scolastici provenienti dall’ex ruolo di direttori didattici e i direttori dei servizi generali e amministrativi provenienti dalla legge 2 dicembre 1967, n. 1213. L’iscrizione continua anche in qualità di pensionato.

SCARICA IL BANDO

Ammontare dei contributi

In particolare, sono oggetto del concorso:

  • 85 assegni di frequenza di valore compreso tra 600,00 e 850,00 euro (in base al valore ISEE del nucleo familiare);
  • 170 contributi formativi di valore compreso (in base al valore ISEE del nucleo familiare) tra: 600,00 e 850,00 euro per la frequenza di asili nido, scuole dell’infanzia, scuola primaria e secondaria di I grado (quest’ultima fino alla frequenza del secondo anno); 800,00 e 1000,00 euro per la frequenza di scuole di formazione post-obbligo e scuole speciali e propedeutiche all’inserimento socio-lavorativo.

Requisiti per gli Assegni di frequenza

a) frequenza, nell’anno scolastico 2020/2021, di asili nido, scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado (queste ultime fino alla classe seconda);
b) essere a carico fiscale del richiedente la prestazione;
c) non usufruire di analogo beneficio erogato da altro Ente, di valore pari o superiore al 50% dell’importo del contributo.

Requisiti per i Contributi formativi

a) frequenza, nell’anno scolastico 2020/2021, di asili nido, scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado (queste ultime fino alla classe seconda), scuole di formazione e scuole speciali propedeutiche all’inserimento socio-lavorativo;
b) essere a carico fiscale del richiedente la prestazione;
c) non usufruire di analogo beneficio erogato da altro Ente, di valore pari o superiore al 50% dell’importo del contributo.

Presentazione della domanda

L’istanza va presentata telematicamente entro le ore 12.00 del 30 dicembre 2021.

Covid19, Bianchi: ‘Dopo le vacanze si torna a scuola in presenza’

da Tuttoscuola

“Abbiamo assunto la responsabilità di tornare in presenza, questa è la chiave di volta di questo governo”, e dopo le vacanze “si torna in presenza. “Ci vuole la responsabilità di tutti, ma questo è il nostro obiettivo e questo faremo”. E’ quanto dichiarato dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ospite di SkyTg24, che ha anche ricordato che “laddove ci sono condizioni straordinarie, con focolai isolati, i presidenti di Regione e sindaci possono disporre chiusure isolate, non diffuse, e allo scopo di verificare lo stato in quel cluster. Ma la nostra indicazione è che si torna in presenza“.

“Prima della chiusura festiva avevamo un numero di bambini positivi molto controllato, 0,5% su un totale di 8 milioni. Che vi siano aumenti è possibile, e stiamo lavorando tenendo conto di questa possibilità, ma la scuola resta il posto più controllato, sui cui abbiamo la massima di attenzione”, ha ribadito il Ministro. “Per tre settimane i nostri bambini e i ragazzi sono fuori dalle scuole, per questo abbiamo investito insieme con il generale Figliuolo per potenziare il tracciamento ed essere sicuri al ritorno”, ha aggiunto.

Nota 28 dicembre 2021, AOODGSIP 3065

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’orientamento scolastico
UFF.II

Agli Uffici Scolastici Regionali
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca – Bolzano
All’Intendenza Scolastica per la Scuola Località Ladine – Bolzano
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di Trento
Alla Sovrintendenza per la Regione Valle D’Aosta – Aosta
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado

OGGETTO: Protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione (MI) e la Commissione Nazionale per le Adozioni Internazionali (CAI) – Promuovere e rafforzare il benessere scolastico, l’inclusione e favorire il diritto allo studio degli studenti adottati.