La lezione di Morin

La lezione di Morin

di Maurizio Tiriticco

Edgar Morin compie cento anni! Ed è stato intervistato da Maurizio Molinari in “Robinson”, l’allegato settimanale de “la Repubblica” dello scorso 24 dicembre: è un’intervista articolata, complessa e più che interessante, a cui, ovviamente, rinvio. Ma chi è Morin? È lo pseudonimo di Edgar Nahoum, nato a 1921, filosofo, sociologo, epistemologo. Ha lavorato principalmente presso l’École des hautes études en sciences sociales (EHESS) e il Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS). Sono particolarmente note le sue ricerche sul cosiddetto “pensiero complesso”. E’ bene ricordare che, nonostante i suoi cento anni – o forse grazie a cento anni di riflessioni e di ricerca – mesi fa, esattamente il 19 settembre 2021, ha tenuto a Villa Medici, Accademia di Francia a Roma, una conferenza sul cinema e su ciò che la cosiddetta settima arte ha significato per lui.

E’ a Morin che si devono i cosiddetti “sept savoirsnécessaires à l’éducation du futur”, pubblicati in sede Unesco a Parigi nel lontano 2000. Eccoli: 1. potenziare lo studio dei caratteri mentali, culturali della conoscenza umana per evitare errori o illusioni; 2. insegnare a cogliere le relazioni che corrono tra le parti e il tutto in un mondo complesso; 3. insegnare la condizione umana per mostrare il legame che corre tra l’unità e la diversità; 4. insegnare come tutti gli esseri umani siano di fronte agli stessi problemi di vita e di morte; 5. insegnare a navigare in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezze; 6. insegnare la reciproca comprensione perché le relazioni umane escano dallo stato di incomprensione; 7. educare ad una nuova etica: l’essere umano è allo stesso tempo individuo, parte di una società, parte di una specie, in funzione di una cittadinanza terrestre.

E’ viva l’attenzione di Morin su ciò che accade nel mondo contemporaneo. Pertanto, mi piace riportare una sua riflessione sulla “crisi del pensiero”, che caratterizza negativamente questi nostri difficili anni: “Bisogna ripensare il mondo, la vita, l’uomo, la società, la storia, perché viviamo in un’epoca di vuoto del pensiero… viviamo una crisi spaventosa del pensiero. Perfino e soprattutto coloro che sembrano i detentori della verità oggettiva, gli economisti che parlano di calcoli, non si rendono conto che i calcoli non sono sufficienti per comprendere tutti i problemi umani. Il calcolo è uno strumento ausiliario necessario, come le statistiche, i sondaggi e tutto il resto. Ma il punto è che sono tutti strumenti ausiliari di un pensiero assente o inserito in una serie di dogmi come i dogmi del neoliberismo. Dunque la situazione è grave. Perché viviamo in un’epoca storica eccezionale… Le condizioni del pianeta sono degradate in modo spaventoso e poi è arrivata la pandemia. Siamo quindi in un’epoca del tutto nuova dell’avventura umana”.

Dura è la critica di Morin contro i no vax. Di qui la necessità di incentivare conoscenze corrette ed alimentare una cultura critica. Ed ecco una sua riflessione sui compiti della scuola. “Se viviamo in un mondo in cui il pensiero è vuoto, c’è un gran bisogno di conoscenza. E la conoscenza viene dallo studio. Anzi, nella scuola primaria e secondaria la diversità è un concetto chiave, e la conoscenza è un problema chiave”. Quindi, la grande responsabilità della scuola! Nonché degli insegnanti! Che sono chiamati a compiti assolutamente nuovi! E difficili!

Ed infine, il compito dell’Europa: “L’Europa che immagino dovrebbe essere solidale, anziché schierarsi contro il resto del mondo. Ma, affinché il resto del mondo non precipiti nel caos o negli estremismi dei fanatici, deve saper conservare, come se si trattasse di una missione, il proprio tesoro culturale di valenza universale, in modo che questo tesoro sia utile al resto dell’Umanità, e nel momento opportuno”

La lezione di un grande! Sarà compresa? Sarà raccolta? Sarà accettata?

SLA, dall’analisi del metabolismo nuove informazioni sulla prognosi

SLA, dall’analisi del metabolismo nuove informazioni sulla prognosi
Redattore Sociale del 29/12/2021

MILANO. “Porre attenzione alla nutrizione e ai cambiamenti metabolici nei pazienti con SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, può diventare una importante area di intervento terapeutico per migliorare la qualità di vita e rallentare in maniera significativa la progressione della malattia”.

A confermarlo è lo studio multicentrico italo-francese, coordinato dal Centro Clinico NeMO di Milano, e che ha visto coinvolti la Dietetica e Nutrizione Clinica dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, l’IRCCS Ospedale San Raffaele e le due Università francesi di Limoges e Tours. Pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry, lo studio ha confermato come il metabolismo energetico, posto in relazione al piano nutrizionale individuale di ciascun paziente, offra informazioni cruciali sui cosiddetti “fattori prognostici”, ossia quella caratteristica biologica in grado di modificare la prognosi, cioè il tempo della sopravvivenza del paziente al decorso naturale della malattia. Grazie a queste nuove informazioni sarà possibile impostare una adeguata presa in carico, al fine di preservare le capacità funzionali del paziente più a lungo.

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA)- spiega la nota- è caratterizzata dalla degenerazione progressiva del primo e del secondo motoneurone, una tra le cellule di maggior volume del nostro sistema nervoso e che necessita del maggior fabbisogno energetico. Nel tempo, la persona che ne viene colpita perde la sua capacità di muoversi, di parlare, di deglutire e di respirare autonomamente, arrivando ad una situazione di immobilità che modifica, inevitabilmente, il suo fabbisogno nutrizionale. Questa è la ragione per cui la ricerca è partita dal metabolismo energetico basale, ampliando gli studi sul tema della nutrizione, che fino ad ora erano orientati esclusivamente all’analisi della condizione di disfagia e delle sue conseguenze. Per semplificare, la quantità totale di energia che l’organismo impiega per svolgere le sue funzioni viene indicata con il termine di “metabolismo energetico” ed è espressa in kilocalorie (calorie). Il metabolismo energetico basale, invece, è la parte di energia che l’organismo utilizza in condizioni di base, cioè quando siamo svegli, ma a riposo; sdraiati e senza svolgere alcuna attività muscolare; oppure nella cosiddetta fase di post-assorbimento, cioè dopo che siano trascorse 12-18 ore dall’ultimo pasto, quando cioè sono terminati anche gli ultimi processi digestivi; ed infine quando siamo in un luogo con temperatura che non solleciti i meccanismi di termogenesi. In altre parole il metabolismo energetico basale indica la quantità minima di energia che può sostenere la vita, mantenere lo stato di coscienza e una temperatura normale del corpo.

Ma in concreto, qual è la relazione tra SLA e metabolismo energetico? Poiché la perdita di peso e la malnutrizione provocano un forte squilibrio nel dispendio energetico del nostro metabolismo, la ricerca ha dimostrato che questa conseguenza comporta, a sua volta, una accelerazione della degenerazione dei motoneuroni.

“Pur considerando la necessità di continuare lo studio attraverso un’analisi longitudinale e prolungata nel tempo dello stato metabolico dei pazienti SLA, anche in relazione alle mutazioni genetiche della malattia- dichiara Christian Lunetta, Neurologo, referente Area SLA del Centro Clinico NeMO di Milano e coordinatore dello studio- i risultati sono preziosi perché contribuiscono in primo luogo a definire per la prima volta nella SLA un nuovo gruppo target specifico di pazienti, gli ipo-metabolici appunto, per i quali si potrà continuare a studiarne le caratteristiche rispetto all’andamento della patologia e, in secondo luogo, ha confermato come lo stato metabolico basale possa diventare un utile bio-marcatore per l’analisi e la progressione della SLA, nonché un fattore fondamentale per un presa in carico mirata sulle caratteristiche di ogni paziente. Il risultato raggiunto è stato confermato analizzando non solo una coorte molto ampia di pazienti, ma anche con abitudini alimentari differenti. Lo studio retrospettivo ha analizzato 847 pazienti SLA italiani e francesi, 472 maschi e 375 femmine, con un’età media di insorgenza della malattia tra i 63 e i 79 anni. Ad una condizione di ridotto consumo energetico basale (ipo-metabolismo), che è riscontrabile in circa il 10% dei pazienti, è associata una progressione più lenta della malattia. Viceversa nei pazienti iper-metabolici, circa il 30%, è associata una progressione più rapida della malattia. L’assetto metabolico ha, dunque, considerevoli conseguenze dirette su tappe inevitabili e fortemente impattanti nella vita di un paziente SLA, come la gastrostomia e la ventilazione (invasiva e non). Nei pazienti ipo-metabolici, infatti, l’intervallo tra esordio dei sintomi e l’inizio della ventilazione invasiva è di circa 6 anni, a differenza dei pazienti iper e normo metabolici che risulta rispettivamente di 2 e 3 anni.

Attraverso un esame ad oggi ancora non diffuso nella pratica clinica dei Centri SLA, la calorimetria indiretta, è stato misurato il consumo metabolico in situazione di riposo (Ree). I dati sono stati poi correlati con le misure della composizione corporea, le specificità cliniche, la rapidità di progressione della malattia e la sopravvivenza di ogni paziente. I risultati hanno confermato che questo tipo di analisi dovrebbe essere introdotta sistematicamente in tutti i centri che seguono pazienti SLA perché di fondamentale importanza al pari delle altre analisi di routine effettuate per la valutazione della progressione della malattia, come quelle respiratorie, motorie, deglutitorie e di comunicazione.

“La continuità tra conoscenza e cura è il valore che esprime appieno il significato del fare ricerca nei Centri NeMO – dichiara Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO – La presenza di un team multidisciplinare nei nostri reparti, in partnership con altri gruppi di ricerca, infatti, permette di avere una visione delle nostre patologie a tutto tondo e rende concreta quell’alleanza tra medico e paziente, soprattutto per patologie come la SLA per le quali ancora non vi è cura.”

La nuova sfida è quella di comprendere come sia possibile intervenire per portare il paziente ad una condizione di ipo-metabolismo. Questa è una domanda a cui la scienza non ha trovato ancora risposta e sulla quale si continuerà ad indagare. La prospettiva è quella di arrivare ad individuare, come già si sta facendo nelle patologie oncologiche, nuovi trattamenti farmacologici che portino ad una modifica dell’assetto metabolico per rallentare la progressione della malattia.

Certamente, lo studio- conclude la nota- conferma ancora una volta quanto sia fondamentale per un paziente SLA essere preso in carico da una équipe multidisciplinare dove, come in questo caso, la presenza di professionisti della nutrizione permette non solo di identificare lo stato metabolico, ma anche di personalizzare l’intervento costante nutrizionale per modificare la prognosi naturale di malattia. Lo studio è stato condotto grazie all’autofinanziamento dei Centri Clinici NeMO che solo sulla SLA hanno attualmente in attivo ben 18 studi clinici, il coinvolgimento di centinaia pazienti ed il sostegno di AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, ed in particolare, della sezione di Varese.(DIRE)

ExpressCare

ExpressCare, al via un corso per chi vuole diventare assistente di persone con disabilità motoria
Redattore Sociale del 29/12/2021

In partenza a febbraio a Bologna, è progettato direttamente da persone con disabilità. Il corso fornisce elementi di base su aspetti tecnico-pratici, psicologici, nonché sulle forme contrattuali che regolano il rapporto con il datore di lavoro

BOLOGNA. Un corso dedicato a chi vuole lavorare come assistente di persone con disabilità motoria, con un focus particolare su malattie neuromuscolari e mielolesioni. È “ExpressCare“, il progetto promosso da Rete per l’Autonomia e Uildm Bologna nell’ambito della “Scuola di Azioni Collettive” di Fondazione Innovazione Urbana e Comune di Bologna. Il corso si articolerà in 50 ore: la formazione è progettata direttamente da persone con disabilità, secondo i principi della Vita Indipendente; tra i docenti vi sono professionisti sanitari di IRRCS Bellaria, Rizzoli, Sant’Orsola e di Corte Roncati che collaborano con Uildm Bologna, nonché un team multi-professionale che proviene dall’Istituto Riabilitativo di Montecatone.
Il corso fornisce elementi di base sia su aspetti tecnico-pratici (ad es. relativamente all’area respiratoria, movimentazione, igiene e utilizzo di ausili e sollevatori), sia sugli aspetti psicologici della relazione tra persona con disabilità e e assistente, nonché sulle forme contrattuali che regolano il rapporto con il datore di lavoro. Queste, nello specifico, le aree tematiche: La figura dell’assistente personale; Principi della Vita Indipendente; Patologie neuromuscolari e mielolesioni; Mobilizzazione; Alimentazione; Gestione area respiratoria; Igiene e gestione sfinteri; Aspetti psicologici della relazione assistenziale; Aspetti legali, diritti e contratto di lavoro. Il progetto non si limita però alla sola attività di formazione, ma vuole creare possibilità di incontro e di lavoro, consentendo agli allievi un accesso privilegiato alla piattaforma ExpressCare, dove potranno essere immediatamente contattati da potenziali datori di lavoro di Bologna e dintorni.
La formazione è gratuita, ma è richiesta una quota associativa di 5 euro, e si svolgerà dal 5 febbraio fino a metà marzo 2022, nelle giornate di mercoledì e sabato in modalità mista: mercoledì dalle 16.30 alle 19.30 online e sabato dalle 9 alle 18 in presenza, presso le aule di Seneca, piazza dei Martiri 8. Le iscrizioni sono aperte fino al 23 gennaio.

di Ambra Notari 

Il ministero proroga i contratti per supplenze dovute all’assenza di personale per Covid

da Il Sole 24 Ore

La proroga – per docenti e Ata – già attesa è descritta in un comunicato ufficiale di Viale Trastevere. Assunzioni allungate fino al termine delle lezioni

di Redazione Scuola

Nella Legge di Bilancio 2022, attualmente in corso di perfezionamento, si prevede «la possibilità di prorogare il termine di scadenza di tutti i contratti a tempo determinato», per coprire le assenze del personale dovute al Covid, «riferiti sia al personale docente che al personale Ata, sino al termine delle lezioni entro i limiti delle risorse appositamente stanziate (pari a 400 milioni di euro)». Lo comunica una nota del ministero dell’Istruzione. Possono dunque essere prorogati i contratti per i quali la copertura era prevista fino alla fine del 2021.

La proroga

In particolare, l’Istruzione ha diffuso un comunicato con le prime indicazioni alle scuole su come procedere ora che è nella legge di Bilancio la «proroga dei contratti sottoscritti ai sensi dell’articolo 58, comma 4-ter, del Dl 73/2021, recante “Misure urgenti per la scuola”». «Come è noto, l’articolo 58, comma 4-ter, del Dl 73/2021 (decreto Sostegni-bis), convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, numero 106, ha previsto – spiega il ministero – la possibilità di attivare, per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022 e per finalità connesse all’emergenza epidemiologica, incarichi temporanei di personale docente e Ata, dalla data di presa di servizio fino al 30 dicembre 2021. L’articolo 1, comma 326, del disegno di legge avente ad oggetto il “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”, approvato dal Senato e trasmesso alla Camera per la relativa approvazione, prevede che, «Al fine di corrispondere alle esigenze delle istituzioni scolastiche connesse all’emergenza epidemiologica, il termine dei contratti sottoscritti ai sensi dell’articolo 58, comma 4-ter, lettere a) e b), del decreto-legge 25 maggio 2021, numero 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, numero 106, può essere prorogato fino al termine delle lezioni dell’anno scolastico 2021/2022 […]».

Il finanziamento

«La citata disposizione normativa, contenuta nella legge di Bilancio 2022, attualmente in corso di perfezionamento, prevede pertanto la possibilità di prorogare il termine di scadenza di tutti i contratti a tempo determinato, riferiti sia al personale docente che al personale Ata, sino al termine delle lezioni entro i limiti delle risorse appositamente stanziate (pari a 400 milioni di euro). Tali risorse, – sottolinea la nota del ministero – a seguito dell’entrata in vigore della legge di Bilancio, saranno ripartite fra gli uffici scolastici regionali, in coerenza con i criteri utilizzati nel D.I. 274 del 2 settembre 2021 e tenendo conto dell’effettiva spesa sostenuta, e successivamente assegnate a ciascuna istituzione scolastica in misura tale da consentire la copertura finanziaria della proroga del termine di scadenza di tutti i contratti stipulati ai sensi dell’art. 58, comma 4-ter, lettere a) e b), del Dl 73/2021».

Scuola, il ministero attiverà un monitoraggio per distribuire mascherine Ffp2

da Il Sole 24 Ore

Le protezioni andranno a chi lavora a contatto con alunni che non sono tenuti a indossare dispositivi: quelli delle scuole dell’infanzia e gli esentati per altre ragioni

di Redazione Scuola

Il ministero dell’Istruzione attiverà a breve un monitoraggio per quantificare il numero di docenti destinatari delle mascherine Ffp2 che saranno distribuite in base al decreto legge approvato prima di Natale dal Consiglio dei ministri. Le mascherine andranno al personale che lavora a contatto con alunni che non sono tenuti a indossare mascherine e, dunque, quelli delle scuole dell’infanzia e gli esentati per altre ragioni. È quanto si apprende da fonti ministeriali.

Via a 102 mln di fondi Pon per transizione ecologica ed educazione ambientale

da Il Sole 24 Ore

Pubblicato l’avviso: candidature dall’11 gennaio. Proposta rivolta alle scuole del primo e del secondo ciclo, con particolare riguardo alle regioni del Sud

di Redazione Scuola

Un totale di 102 mln di euro per promuovere il tema della transizione ecologica e lo studio dell’educazione ambientale nelle scuole statali del primo e del secondo ciclo d’istruzione, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno. È lo stanziamento previsto dall’avviso pubblicato sul sito del ministero, in attuazione delle misure del React EU/PON “Per la Scuola” 2014-2020 sulla transizione green nelle istituzioni scolastiche, obiettivo fortemente sostenuto dalla Commissione europea e che si pone in sinergia con il piano #RiGenerazioneScuola del Ministero dell’Istruzione.

Sostenibilità al centro

«La sostenibilità deve essere la spina dorsale dei percorsi di studio della nuova scuola che stiamo costruendo per le studentesse e gli studenti – dichiara il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi -. Questo ulteriore investimento in laboratori e strutture per l’educazione ambientale conferma il nostro impegno, che ho avuto modo di esporre anche alla COP26 di Glasgow, e ci consente di fare un altro passo concreto nella realizzazione degli obiettivi del Piano “RiGenerazione Scuola”, perché la formazione sui temi della sostenibilità diventi sistemica e trasversale».

Il bando

Due le Azioni previste dal bando. Nell’ambito dell’Azione 1, alle scuole del primo ciclo vengono assegnati 45 mln di euro per l’educazione ambientale di alunne e alunni, tramite la realizzazione o la riqualificazione di orti e giardini a fini didattici, innovativi e sostenibili, come luoghi di apprendimento delle discipline curricolari, delle scienze, delle arti, dell’alimentazione, degli stili di vita salutari, della sostenibilità. Ogni progetto potrà ricevere un finanziamento pari a 25 mila euro. Nell’ambito dell’Azione 2, per gli istituti del secondo ciclo delle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia), con priorità per le scuole a indirizzo agrario, vengono stanziati 57 mln di euro per la realizzazione di laboratori didattici di “agricoltura 4.0”, anche con l’utilizzo di tecnologie idroponiche, di sistemi digitali per il monitoraggio delle colture basati sull’IoT (Internet of Things), di strumenti digitali per la qualità, la sicurezza alimentare, la tracciabilità dei prodotti, di laboratori per l’alimentazione sostenibile, per l’utilizzo delle energie rinnovabili e l’efficientamento energetico. Potranno essere finanziati anche laboratori per lo studio e la sperimentazione degli impatti delle attività economiche sull’ambiente, sulla produzione dei rifiuti, sulla qualità dell’aria, sui consumi di acqua, energia, suolo e altre risorse naturali e per il riciclaggio dei rifiuti. Ogni progetto potrà ricevere un finanziamento pari a 130 mila euro.

Le candidature

Le candidature potranno essere presentate esclusivamente online, sul portale del sito dedicato al PON “Per la Scuola” 2014-2020, (http://www.istruzione.it/pon/) dalle ore 12.00 del’11 gennaio 2022 alle ore 12.00 del 31 gennaio 2022. Ogni scuola potrà presentare una sola candidatura, a eccezione degli istituti omnicomprensivi delle regioni del Mezzogiorno che potranno candidarsi per entrambe le Azioni.

Legge di bilancio: l’educazione motoria nella scuola primaria

da La Tecnica della Scuola

Di Francesco Di Palma

Nella seduta del 28 dicembre 2021 svoltasi alla camera dei deputati, il Ministro Federico D’Incà in nome del governo ha posto la fiducia sul testo della legge di bilancio approvata al Senato nella giornata del 21 dicembre dello stesso anno.

Fra gli argomenti che riguardano la scuola uno degli aspetti innovativi, riguarda l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria.

E’ una disposizione innovativa, non perché l’educazione motoria non esistesse già nella scuola primaria, ma quanto per l’introduzione di un docente specifico per tale educazione.

Dall’art. 329 all’art. 338 sono trattati tutti gli aspetti che riguardano tale insegnamento, dalle finalità al titolo che deve possedere il docente.

Piano nazionale di ripresa e resilienza

La legge di bilancio 2022 fa espresso riferimento al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che al punto 1.3 si pone l’obiettivo di “potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie”.

Finalità

L’art. 329 della manovra economica, si pone il fine di valorizzare le competenze legate all’attività motoria e sportiva nella scuola primaria e promuovere nei giovani l’assunzione di comportamenti e stili di vita funzionali alla crescita armoniosa, alla salute, al benessere psico-fisico e al pieno sviluppo della persona.

Introduzione graduale

In attesa di una complessiva revisione dell’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, è introdotto l’insegnamento dell’educazione motoria, nelle classi quarte e quinte, della scuola primaria con docenti forniti di idoneo titolo di studio.

Insegnanti di educazione motoria

L’ART. 331 prevede l’accesso all’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria a seguito del superamento di specifiche procedure concorsuali abilitanti alle quali possono partecipare i soggetti in possesso dei 24 crediti CFU/CFA nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche e laurea magistrale in una delle seguenti classi:

  • LM-67 «Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate»
  • LM-68 «Scienze e tecniche dello sport»
  • LM-47 «Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie»

Aspetto giuridico ed economico

Il docente di educazione motoria nella scuola primaria è equiparato ai docenti del medesimo grado di istruzione e non può essere impegnato negli altri insegnamenti della scuola primaria.

Orario d’insegnamento

L’art. 333 della manovra economica approvata in senato sancisce l’insegnamento dell’educazione motoria di 2 ore aggiuntive per le classi con un orario di 27, mentre per le scuole che adottano il tempo pieno è mantenuto l’orario in essere. Nel suddetto caso le ore di educazione motoria possono essere assicurate in compresenza, ferma restando la responsabilità dei docenti coinvolti.

Prima applicazione

I posti per l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, così come sancisce l’art. 334, in fase di prima applicazione sono coperti con concorso per titoli ed esami da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, dal Ministro dell’Istruzione negli anni 2022 e 2023. Espletato il concorso le relative graduatorie avranno validità annuale e perdono efficacia con l’approvazione delle graduatorie riferite al successivo concorso.

In attesa del concorso

Qualora non si dovesse arrivare in tempo utile saranno assunti a tempo determinato i docenti collocati nelle graduatorie provinciali per le supplenze, per le classi di concorso:

  • A-48 «Scienze motorie e sportive negli istituti di istruzione secondaria di II grado»
  • A-49 «Scienze motorie e sportive nella scuola secondaria di I grado».

Mascherine FFP2 gratis per circa 150mila docenti e Ata: parte il monitoraggio del Ministero, ma il 90% non ne avrà diritto

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Molti addetti ai lavori non l’hanno presa bene. Parliamo della notizia della fornitura gratuita, a spese dello Stato, delle mascherine FFP2 solo per i docenti e il personale in servizio nelle scuole d’infanzia e dove vi sono alunni esentati: la disposizione – prevista dal decreto legge, pubblicato il 24 dicembre in Gazzetta Ufficiale, sulla “proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell’epidemia“ – è sembrata da subito non comprensibile, dal momento che le stesse mascherine sono state imposte in diversi ambienti, come il cinema e le palestre, ma anche solo per salire sui mezzi di trasporto pubblico. Perché nella scuola, invece, le mascherine FFP2 continuano ad essere facoltative per la maggior parte del personale?

Nella serata di martedì 28 dicembre, il ministero dell’Istruzione ha fatto trapelare che attiverà a breve un monitoraggio per quantificare il numero di docenti destinatari delle mascherine FFP2 che saranno distribuite in base al decreto legge approvato prima di Natale dal Consiglio dei ministri.

Le stime della Tecnica della Scuola

Secondo dei calcoli prodotti dalla Tecnica della Scuola, ad essere interessati al monitoraggio dovrebbero essere almeno 150mila docenti e Ata: tutti i maestri della scuola dell’infanzia, più il personale (docente e non docente) che opera a contatto con gli alunni fino a 6 anni, oltre che coloro che fanno didattica con alunni esentati dall’indossare le mascherine per varie motivazioni, perché disabili o “fragili”.

Fatto sta, quindi, che quasi il 90% del personale scolastico rimarrà escluso dalla distribuzione gratuita delle mascherine più protettive dal Covid-19.

Distribuzione limitata

E anche se a beneficiare delle mascherine FFP2 sarà solo una parte minoritaria del personale, di sicuro non c’è tempo da perdere: considerando che i prossimi giorni non saranno del tutto operativi (per via delle festività di fine anno e di inizio 2022) e che si dovranno attuare le gare d’appalto per assegnare la produzione delle mascherine speciali, non è detto che tutte le scuole destinatarie si vedranno consegnare le mascherine entro il prossimo 10 gennaio, giorno di rientro di tutti gli alunni in classe.

Una volta giunte negli istituti, le mascherine FFP2 verranno quindi assegnate solo al personale che lavora a contatto con alunni che non sono tenuti a indossare mascherine e, dunque, quelli delle scuole dell’infanzia e con coloro che operano con allievi esentati per altre ragioni.

Nessuna buona nuova

Per tutti gli altri dipendenti, invece, nessuna buona nuova: docenti e Ata che vogliono indossare la mascherina che protegge maggiormente dal Covid-19. – come pure gli stessi alunni – dovranno continuare a farlo a loro spese. E non se ne comprende il motivo, considerando l’innalzamento dei contagi e l’alto numero di ore che alunni, docenti e Ata permangono a scuola in ambienti chiusi.

L’alternativa, per quasi il 90% dei docenti e Ata, dal 7 gennaio continuerà quindi ad essere quella di portare proprie mascherine da casa. Oppure di indossare quelle chirurgiche, le quali però continuano ad essere invise: ricordiamo che da un sondaggio svolto dal Coordinamento regionale dei presidenti dei Consigli di Istituto del Lazio è risultato che l’84% degli allievi ha ammesso di avere rifiutato sistematicamente le mascherine fornite dallo Stato, perché ritenute scomode e composte da materiali di bassa qualità. Una risposta confermata da una verifica analoga realizzata della Tecnica della Scuola, dalla quale è emerso che oltre l’82% dei lettori partecipanti è contrario ai cosiddetti “pannolini”.

Organico covid Ata, prorogati al 31 marzo 2022 tutti i contratti in scadenza

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

Buone notizie filtrano dall’incontro con i sindacati per la proroga dei contratti covid del personale Ata che sarebbero scaduti domani. Il Ministero dell’Istruzione rappresentato da Jacopo Greco e Stefano Versari è stato particolarmente disponibile ad accogliere le riflessioni sindacali.

Proroga dei contratti fino al 31 marzo 2022

L’esito dell’incontro scongiura il licenziamento di circa 14 mila tra collaboratori scolastici e amministrativi, ma saranno prorogati tutti i circa 22 mila contratti degli organici covid che erano in scadenza per il 30 dicembre 2021. La proroga è fissata. seguendo lo stato di emergenza al 31 marzo 2022.

Il Capo dipartimento Versari promette l’impegno del Ministero per trovare fondi utili per prorogare fino a giugno questi contratti e rassicura i sindacati.

Contratti docenti fino a giugno

Per il rinnovo dei contratti covid per i docenti c’è la copertura finanziaria fino al termine delle attività didattiche, quindi la proroga contrattuale non avrà bisogno di ulteriri proroghe, ma potrà essere fatta già da subito, senza interruzione contrattuale, fino a giugno 2022.

Cosa diversa è purtroppo per il personale Ata, la cui copertura finanziaria non riesce ad essere sufficiente per una proroga fino al termine delle lezioni. Per adesso i dirigenti scolastici dovranno prorogare il contratto in essere, fino alla fine del mese di marzo.

Arriverà, già domani o forse nelle prossime ore, una nota ministeriale che spiegherà come dovranno procedere i dirigenti scolastici per la proroga contrattuale del personale Ata che si trova su un posto covid con contratto fino al 30 dicembre 2021.

PON per la transizione ecologica, presentazione delle proposte dall’11 al 31 gennaio 2022

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Come già annunciato dalla sottosegretaria all’istruzione Barbara Floridia, sono stati stanziati 102 mln di euro per promuovere il tema della transizione ecologica e lo studio dell’educazione ambientale nelle scuole statali del primo e del secondo ciclo d’istruzione, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno.

Le risorse arriveranno alle scuole tramite l’Avviso pubblicato sul sito del Ministero, in attuazione delle misure del React EU/PON “Per la Scuola” 2014-2020 sulla transizione green nelle istituzioni scolastiche.

L’AVVISO

Il bando prevede due Azioni.

La prima si rivolge alle scuole del primo ciclo, cui vengono assegnati 45 mln di euro per l’educazione ambientale di alunne e alunni, tramite la realizzazione o la riqualificazione di orti e giardini a fini didattici, innovativi e sostenibili, come luoghi di apprendimento delle discipline curricolari, delle scienze, delle arti, dell’alimentazione, degli stili di vita salutari, della sostenibilità. Ogni progetto potrà ricevere un finanziamento pari a 25 mila euro.

Nell’ambito dell’Azione 2, per gli istituti del secondo ciclo delle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia), con priorità per le scuole a indirizzo agrario, vengono stanziati 57 mln di euro per la realizzazione di laboratori didattici di “agricoltura 4.0”, anche con l’utilizzo di tecnologie idroponiche, di sistemi digitali per il monitoraggio delle colture basati sull’IoT (Internet of Things), di strumenti digitali per la qualità, la sicurezza alimentare, la tracciabilità dei prodotti, di laboratori per l’alimentazione sostenibile, per l’utilizzo delle energie rinnovabili e l’efficientamento energetico. Potranno essere finanziati anche laboratori per lo studio e la sperimentazione degli impatti delle attività economiche sull’ambiente, sulla produzione dei rifiuti, sulla qualità dell’aria, sui consumi di acqua, energia, suolo e altre risorse naturali e per il riciclaggio dei rifiuti. Ogni progetto potrà ricevere un finanziamento pari a 130 mila euro.

Le candidature potranno essere presentate esclusivamente online, sul portale del sito dedicato al PON “Per la Scuola” 2014-2020, (http://www.istruzione.it/pon/dalle ore 12.00 del’11 gennaio 2022 alle ore 12.00 del 31 gennaio 2022.

Cento milioni per la transizione ecologica, Floridia: “Anno si chiude all’insegna della sostenibilità”

da La Tecnica della Scuola

La sottosegretaria all’istruzione Barbara Floridia esprime soddisfazione per l’anno appena trascorso riguardo il piano “RiGenerazione Scuola” che vedrà importanti novità per quanto riguarda transizione ecologica e culturale:

“Il piano “RiGenerazione Scuola” per la transizione ecologica e culturale prosegue con forza. Grazie al lavoro continuo su questo fronte siamo riusciti a stanziare ben 102 milioni di euro i fondi europei. Di questi, 45 milioni sono assegnati con l’obiettivo di implementare l’educazione ambientale anche tramite la realizzazione e la riqualificazione di orti e giardini scolastici; mentre altri 57 milioni andranno alle scuole superiori del Sud Italia, con priorità per quelle ad indirizzo agrario, per lo sviluppo di progetti di agricoltura innovativa e che vedano l’utilizzo delle tecnologie migliori in questo campo. Con questo importantissimo stanziamento per le scuole italiane si chiude all’insegna della sostenibilità un anno che è stato di svolta: mai come nel 2021 la scuola è stata protagonista della transizione ecologica. Continueremo su questo percorso, lungo ma entusiasmante, anche il prossimo anno”.

Il comunicato del Ministero

Avviso pubblico per la realizzazione di ambienti e laboratori per l’educazione e la formazione alla transizione ecologica

Incognita scuola

da La STAMPA

Dopo l’Epifania si deve tornare regolarmente a scuola in presenza. Mario Draghi e Patrizio Bianchi non vogliono nemmeno sentir parlare di uno slittamento della ripresa delle lezioni o di una ripartenza all’insegna della didattica a distanza. Sulla capacità di garantire l’ordinato rientro in classe (il 7 o il 10 gennaio, a seconda delle Regioni) il presidente del Consiglio ha preso un impegno preciso. Così come il ministro dell’Istruzione, che, però, difronte all’avanzata della variante Omicron, proprio l’altro ieri non ha escluso la possibilità di restrizioni a livello locale: «Laddove ci sono focolai isolati -ha spie- Un contagiato su quattro è studente Ipotesi chkisList a livello locale ma è polemica Scatta l’allarme sai maxi-piano di tracciamento “Impossibile controllare tutti alla ripresa” gato – presidenti di Regione e sindaci possono disporre chiusure». Parole che a qualcuno sono suonate come uno scarico di responsabilità e che il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha rispedito al mittente: «Questa ipotesi non è stata discussa, ne parleremo in Conferenza Stato-Regioni», ha detto. Del resto, il rischio di dover affrontare mini focolai nelle scuole, dal 10 gennaio in poi, è concreto: secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, un nuovo contagiato su quattro ha meno di 19 anni, quindi è uno studente, soprattutto delle elementari (5-11 anni). Mario Rusconi, presidente dell’associazione dei presidi di Roma, ha raccontato che, anche in questi giorni di festa, «dirigenti scolastici e segreterie sono subissati di mail che segnalano casi d i contagio d i alunni, geni- tori, docenti o personale Ata». Uno scenario che interessa la Capitale e il Lazio, «ma tutto ci fa pensare che anche nel resto d’Italia la ripresa delle lezioni sarà a dir poco preoccupante, soprattutto se dovesse mancare il personale». Per ridurre il rischio di assenze, non solo nelle scuole, il governo sta pensando a un taglio (se non un azzeramento) dei giorni di quarantena per i vaccinati con tre dosi. E, nella legge di bilancio, ha previsto la possibilità di prorogare fino al termine dell’anno scolastico i contratti in scadenza del personale Covid, prof supplenti e collaboratori assunti per l’emergenza. D’altra parte, per i positivi al virus non ci sono deroghe possibili e, se davvero arriveremo a toccare i 100 mila contagi al giorno, ritrovarsi con molte cattedre scoperte è una possibilità tutt’altro che remota. Come è concreto il pericolo di tornare in classe, dopo tre settimane di feste in famiglia, portandosi dietro il virus. Per scongiurarlo il governo, con l’ultimo decreto, ha disposto un potenziamento dello screening, da effettuare nei giorni della riapertura: sono stati stanziati 9 milioni di euro per implementare il supporto dei militari nell’attività di esecuzione e analisi dei tamponi. Il ministro Bianchi si affida al generale Francesco Figliuolo : «II tracciamento non è in affanno, abbiamo dato più risorse al commissario, che si sta organizzando con tutte la Asl delle regioni italiane -ha assicurato – Ora dipende da lui, è in condizioni di poterlo fare». Prima della pausa natalizia, come riferito dallo stesso Figliuolo, «il personale militare ha effettuato oltre 18 mila tamponi in 470 istituti scolastici”. Il punto è che in Italia ci sono circa8 mila istituti (piùdi40 mila plessi) e quasi 8 milioni di studenti: riuscire a testarli tutti alla ripresa delle lezioni sembra una missione impossibile, anche integrandogli 11 laboratori di biologia molecolare attivati dal ministero della Difesa in 8 regioni, nell’ambito dell’operazione “Athena”, e moltiplicando i team mobili militari che effettuano i tamponi. «Temiamo che non ci siano le forze sufficienti per garantire i controlli in tutte le scuole e che, comunque, non si riesca a farli e ad avere i risultati entro il 10 gennaio”, avverte Rusconi. L’Associazione nazionale dei presidi sollecita il governo su un’ulteriore misura di prevenzione: disporre per tutti l’uso delle mascherine Ffp2, che al momento è stato previsto solo perii personale delle scuole dell’infanzia (dove i bambini non hanno l’obbligo di mascherina) e per gli insegnanti che hanno in classe alunni esentati dall’indossarla per motivi di salute. A settembre, il Cts aveva dato negativo a un uso prolungato delle Ffp2, «ma le peculiarità della variante Omicron potrebbero modificare tale valutazione”, ha spiegato il presidente dell’Anp Antonello Giannelli. Del resto, «i ragazzi che prendono i mezzi pubblici per andare a scuola già dovranno indossare quel tipo di mascherina». — 205.817 I bambini tra 5 e gli 11 anni vaccinati finora con almeno una dose il Ã),6;-ß% della platea 8 Milioni di studenti in Italia nell’anno 2()2()/2()21 in oltre mila istituti 72,8% 1 ragazzi Ira 112 ñ i 19 anni vaccinati con due dosi In tutto 3,37 milioni Nella legge di bilancio c’è la possibilità di prorogare i contratti del personale Covid Banchi in piazza contro la dad a Milano: a inizio 2021 in tutta Italia si sono molti plicate le proteste degli studenti per chiedere un rientro sicuri

Il virus si diffonde a scuola

da ITALIA OGGI

II virus si diffonde a scuola Anche fra 10 e 19 anni i contagi sono cresciuti del 26%

DI FRANCO BECHIS

Le percentuali di crescita non sono quelle mostruose registrate l’anno scorso, ma anche quest’anno i numeri dicono che il principale moltiplicatore dei contagi Covid 19 resta la scuola e soprattutto quella dove vanno i bimbi più piccoli, nido, asili ed elementari. Fra il primo settembre e il 21 dicembre secondo i dati Iss è proprio nella fascia 0-9 che i contagi sono cresciuti di più, aumentando del 43%. E la seconda fascia di crescita è ancora scolastica: fra 10 e 19 anni i contagi sono cresciuti del 26%. Più che in tutte le altre fasce, il triplo di quel che è accaduto nella fascia degli ultraottantenni. Siamo a percentuali inferiori di 30 volte a quel che è accaduto nell’autunno del 2020, ma oggi come allora è nella scuola che il virus si propaga di più. E ovviamente se si contagiano i più piccoli, poi diffondono al di fuori di quelle mura e mettono a rischio i più anziani come probabilmente è accaduto e sta accadendo in queste feste natalizie. Se la crescita è meno importante di un anno fa è in parte perché il clima quest’anno è stato più favorevole e naturalmente perché l’alto numero di vaccinazioni nella popolazione ha fatto una bella barriera di resistenza. Ma a dire il vero l’altro anno i vaccini non c’erano, ma il lockdown aveva protetto dai contagi gli ultraottantenni rispetto ai ragazzi in età scolastica il doppio di quel che è avvenuto quest’anno. Dunque la scuola continua ad essere un terna su cui fare una riflessione: non si svolge in sicurezza, le regole, come sa qualsiasi insegnante, ai bambini sono inapplicabili tanto più sono piccoli, i distanziamenti sono utopia pura e i contagi viaggiano. L’ideale sarebbe raddoppiare gli spazi riducendo il rischio, ma un po’ di realismo dovrebbe fare dire che in questa situazione un po’ di dad in più sarebbe saggia e non una tragedia epocale come pensa chi si oppone. Quella della scuola sempre ßç presenza è una delle ideologie di questo governo. Diversa dalle ideologie del governo precedente, ma pur sempre ideologia, che non è mai un criterio sano con cui affrontare la realtà, Non stiamo a girarci troppo intorno: questo governo è ideologico tanto quello guidato da Giuseppe Conte. Semplicemente ha ammainato bandiere e ne ha issate altre. La cosa meravigliosa (ma tipicamente italiana) è che gli scienziati di governo che si inchinavano baciando le vecchie bandiere e che oggi sono più o meno gli stessi di allora non versano manco una lacrimuccia sulle amate bandiere finite nel cestino, e sono già lì genuflessi a baciare le nuove con non chalanee. Sono due le nuove ideologie del governo di Mario Draghi: la prima è appunto quella della scuola sempre in presenza senza se e senza ma, la seconda è quella che potremmo definire “business as usual”, cioè si lasciano aperte il più possibile tutte le attività economiche. Questa bandiera ha perso un pezzettino a Capodanno con la chiusura delle discoteche, ma il principio è che gli affari non si toccano: vale più la salute del sistema economico che quella dei singoli individui. E infatti si ipotizza di accorciare le quarantene per i vaccinati e addirittura di escluderle per i vaccinati venuti a contatto con un positivo. Le ideologie hanno la fragilità di non fare mai i conti con la realtà, e se per caso i dati sembrano contraddire quello che dici, li si piega al pensiero che si ha in testa. Per tenere alta la bandiera del “business as usual” si sostiene che l’epidemia in questo momento sia responsabilità dei non vaccinati e che se anche qualche vaccinato vie- ne contagiato, al massimo ha una influenzina di poco conto. Non sono un epidemiólogo, ma so leggere da semplice giornalista le tabelle dei bollettini di sorveglianza Iss. Nell’ultimo del 21 dicembre si registravano in un mese 404 mila 745 contagi: fra questi i non vaccinati erano il 34,75%. Quindi due terzi circa dei contagiati erano vaccinati. I contagiati finiti in ospedale nello stesso mese erano 12 mila.664. Di questi il 46,93% erano non vaccinati, la maggioranza assoluta di chi finisce in ospedale è dunque di vaccinati. Nelle terapie intensive c’erano 1.379 pazienti e di questi effettivamente il 64,3% erano non vaccinati (non 1’80% come si ripete in tv), più di un terzo dunque era vaccinato. Un mese prima questa percentuale era proprio 80% non vaccinati e 20% vaccinati. Quindi la curva sta cambiando sensibilmente anche nelle terapie intensive. È cambiata da tempo sui decessi: nel rapporto se ne elencano 1998, il 42% erano non vaccinati ma la maggioranza assoluta era di vaccinati e 45 di questi avevano pure ricevuto già la terza dose. Dunque è evidente dai dati che nel campione dei vacci nati i contagi sono più numerosi, l’afflusso negli ospedali è più numeroso) e sulle terapie intensive si creano meno problemi rispetto ai non vaccinati, ma comunque problemi gravi alle strutture ospedaliere. Liberiamo i vaccinati e diamo a una piccola percentuale di loro che però fa numeri assoluti grandi licenza di contagiare e magari anche di uccidere? Come ogni ideologia mi sembra una grande sciocchezza- E anche una grande nebbia che confonde gli errori gravi compiuti da questo governo. Oggi abbiamo il campione dei vaccinati con due dosi erogate da più di 150 giorni che sta offrendo gli stessi numeri negativi del campione dei non vaccinati. Contagiano come loro, riempiono ospedali più di loro. E anche percentualmente i dati negativi si stanno avvicinando sui due campioni . È la dimostrazione che il vaccino non proteggeva così a lungo, ed era già visibile nelle curve di inizio ottobre. Quindi la terza dose è partita in grave ritardo per un motivo semplice: i vac- II ministro dell’Istruzione Patrìzio Bianchi cini non erano stati presi per tempo, e si è alzata fufía per nascondere la colpa dell’esecutivo. Ora dai primi studi emerge che la terza dose del vaccino a mRNa ha protezione di durata brevissima, non superiore ai tre mesi, forse anche meno. Bisognerebbe preparare la quarta dose invece di inseguire inutilmente con bugie quel 10% scarso di no vax: sono una quota fisiologica di ogni campagna, ma se si perde tempo a inseguire i fantasmi alla fine sfuggirà di mano il tema vero: i vaccinati diventeranno come i senza vaccino. E si ricomincia tutto da capo rendendo inutile qualsiasi green pass che invece di aiutare l’economia del Paese la rovinerà essendo strumento alla lunga inadeguato. Niente ideologie, please. Si guarda la realtà e si cambia rotta a seconda di quel che dice. Come ha fatto Israele, che è un bei punto di riferimento. Quella della scuola sempre in presenza è una delle ideologie di questo governo. Diversa dalle ideologie del governo precede fite, ma pur sempre ideologia, che. non è mai un criterio sano con cui affrontare la realtà

Nota 29 dicembre 2021, AOODPPR 1385

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – Ufficio IX

Ai Dirigenti delle Istituzioni scolastiche ed educative
Ai Coordinatori delle Scuole paritarie
e, p.c. Al Commissario straordinario per l’emergenza COVID – 19
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Ai Direttori Generali e Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Alle OO.SS.

Oggetto: Rilevazione dei fabbisogni di mascherine FFP2 – art. 16 DL n. 221/2021