Stipendi scuola

Stipendi scuola: in busta paga ad aprile l’indennità di vacanza contrattuale 2022-2024

Il MEF ha comunicato che dallo stipendio di aprile 2022 sarà riconosciuta l’indennità di vacanza contrattuale (IVC) a tutti i lavoratori della scuola (ATA, docenti e dirigenti scolastici) in attesa di rinnovare il contratto nazionale di lavoro per il triennio 2022-24.

L’indennità di vacanza contrattuale sarà pari allo 0,30% dello stipendio tabellare dal 1° aprile e allo 0,5% a decorrere dal 1° luglio 2022 così come disposto dalla legge di bilancio 2022 (art. 1 comma 609).

Si tratta di un’anticipazione dei benefici economici che verranno attribuiti al momento del rinnovo contrattuale e che saranno riassorbiti all’atto della stipula del CCNL 2022-2024 (come previsto dall’art. 47-bis, comma 2, del DLgs 165/2001).

In allegato la tabella riassuntiva degli importi per singolo profilo professionale e posizione stipendiale.

L’importo dell’IVC 2022 è stato calcolato provvisoriamente sulla base dello stipendio previsto dal CCNL vigente. Poiché ancora non è stato rinnovato il CCNL 2019-2021, tale importo si aggiunge a quello relativo all’IVC in godimento dal 2019 e andrà rideterminato all’atto dell’entrata in vigore del CCNL 2019-2021 sulla base del nuovo stipendio.

Appare in tutta evidenza la gravità della situazione per cui il precedente contratto di lavoro (2019-2021) è ormai scaduto da 3 mesi senza che siano neanche iniziate le trattative per il rinnovo e nel frattempo si dà luogo ad un’anticipazione relativa al successivo triennio 2022-2024 che si somma alla precedente.

L’IVC rappresenta una misura provvisoria e minimale per tutelare gli stipendi nel periodo intercorrente tra la scadenza di un contratto e il suo imminente rinnovo. Se ciò non avviene ma decorrono perfino i termini del successivo triennio contrattuale, è di tutto rilievo il danno subito dai lavoratori in termini di perdita del potere d’acquisto dei salari, specie in periodi come l’attuale in cui l’inflazione viaggia ad una cifra superiore al 6%.

Se davvero Governo e Ministero dell’Istruzione ritengono importante la funzione e il lavoro svolto dal personale scolastico, occorrono meno dichiarazioni di principio e più atti concreti che consentano di aprire immediatamente le trattative per il rinnovo contrattuale!

DISPERSIONE, PANDEMIA, DAD E RISORSE

DISPERSIONE, PANDEMIA, DAD E RISORSE

Franco Buccino

La dispersione scolastica nella nostra città e nella nostra regione è un problema antico che mai è stato affrontato seriamente, neppure dai predecessori del ministro Bianchi.

Pensare di chiudere le scuole per così lunghi periodi non è stata colpa solo di De Luca, ma anche di Bianchi e dell’intero governo.

Soprattutto è stata colpa del Ministro e del suo dicastero non considerare che cosa poteva significare la Dad nei nostri territori, se non aumento esponenziale della dispersione scolastica e abbassamento della qualità dell’istruzione. Inutile che ce lo ripeta il Ministro o che ce lo mandi a dire dall’Invalsi.

Forse Bianchi, il suo ministero e il governo avrebbero dovuto mettere in atto ben altre azioni durante la pandemia. Dagli spazi alle attrezzature, ai laboratori, all’organico aggiuntivo, fino all’utilizzo dei pensionati della scuola, dichiaratisi disponibili a dare una mano.

Hanno pensato alla ripartenza, alla ripresa del paese, ma si sono dimenticati degli alunni, delle scuole, da cui invece occorreva ricominciare.

Aumentano i contagi e non sentiamo una parola. Speriamo di non dover sentire ipotesi di chiusure o di nuove Dad “solo per il tempo strettamente necessario”.

Mi dispiace dirlo, ma anche il Ministro Bianchi si è fermato alle apparenze: ha pensato che bastasse rendere la maturità più “seria” per rendere la scuola più seria. Ed è stato fortunato perché ha incrociato gli studenti in evidente stato di  stanchezza e smobilitazione.

Si richiama al patto educativo del vescovo Battaglia: un po’ incautamente. Il vescovo di Napoli avvertiva l’urgenza già diversi mesi fa di “un Patto Educativo che coinvolga l’intera città metropolitana, abitandone ogni strada, dalle periferie al centro, senza escludere nessuno, mettendo insieme esperienze, ruoli, linguaggi e passioni differenti per dare vita ad un alfabeto comune dell’educare”.

Il ministro risponde con un Patto che sembra la riedizione di “Scuole Aperte” dello scorso anno. In cui già si parlava di comunità, cornice nazionale, divari territoriali. E di incontro di pubblico e privato: scuole e associazioni.

L’esperienza è stata fallimentare. Pochi giorni per accordi tra mondi che si conoscono poco. Era talmente problematico il coinvolgimento del personale scolastico in periodo estivo che da subito si è detto: “i progetti si avviano d’estate, ma si svolgeranno poi da settembre”. E per la esiguità delle risorse e la carenza di spazi attrezzati e funzionali perfino i volontari si sono trovati in serie difficoltà.

E questo soprattutto, di sicuro, nei nostri territori; non certo altrove, dove per motivi storici, culturali, ma anche economici, le città e i paesi già hanno un’autonoma tradizione di scuole aperte d’estate.

Forse ci vorrebbe qualcuno che nel governo contrattasse miliardi come si fa con il gas e la benzina. Anzi, ci vorrebbe un intero governo, un intero parlamento, che tenesse in maggiore considerazione l’istruzione delle ragazze e dei ragazzi. E, se è possibile, anche i divari territoriali!

Napoli, 5 Aprile 2022

Ancora sui no vax e dintorni

Ancora sui no vax e dintorni: frammenti di una telenovela infinita

Francesco G. Nuzzaci

1. L’entrata in vigore del decreto legge n. 24 del 24 marzo 2022 – Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza – sta creando nei dirigenti scolastici più di una difficoltà applicativa, vuoi per i suoi accavallantisi rimandi a norme pregresse, vuoi – e ancor più – per il susseguirsi di indicazioni ministeriali e di pareri tecnici che per un verso chiariscono le disposizioni legali e per altro verso creano fattispecie additive di difficile condivisibilità, in particolare su due punti che ci paiono decisamente critici.

1.1. Il primo punto attiene all’orario di servizio per i docenti privi del Green pass rafforzato e reso obbligatorio dal 15 dicembre 2021, cioè non vaccinati, ai quali è precluso, fino al 15 giugno 2022, “lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni” e pertanto impiegabili nella didattica a distanza qualora richiesto da alunni/studenti positivi (direttamente se maggiorenni, altrimenti dalle famiglie) e in tutte le attività funzionali alla prestazione istituzionale loro propria: attività, anche collegiali, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento, formazione …, senza che si arrivi a un loro demansionamento, costringendoli in incombenze amministrative o addirittura esecutive proprie dei profili del personale ATA, sino al presidio del centralino della scuola, atteso che la generica formulazione dell’articolo 8, comma 4 del DL 24/2022, “attività di supporto alla istituzione scolastica”, pure sembrerebbe consentirlo.

Nulla però dice la legge sul loro orario di servizio. Ma, trattandosi di attività funzionali all’insegnamento, ragionevolmente dovrebbero essere espletate entro l’orario contrattualmente previsto per i docenti: 18 o 24 o 25 ore di attività didattiche e fino a 40+40 ore non d’insegnamento come programmate dagli OO.CC e inserite nel PTOF, più collaterali ed eventuali tempi anche non quantificabili (accoglienza degli alunni in classe all’inizio delle lezioni e loro assistenza all’uscita, preparazione delle lezioni, correzione dei compiti …).

Sicché l’imposizione a questi docenti delle 36 ore di servizio in una mera nota congiunta dei due capidipartimento in risposta a quesiti (prot. 659 del 31.03.2022) è il frutto di un’impropria estensione analogica di distinte e autonome fattispecie: docenti dichiarati, in esito a visita medico-collegiale, temporaneamente o permanentemente inidonei all’insegnamento ma idonei in altre mansioni, che domandino – in alternativa all’istituto della malattia o alla loro collocazione in quiescenza – il passaggio nei ruoli amministrativi della scuola (ex DL 104/2013 con legge di conversione 128/2013 e regolamentazione nel CCNI del 23 giugno 2008) ; docenti che vogliano svolgere, sempre previa stipula di apposito contratto, le funzioni di cui all’articolo 26 della legge 448/1998 (si tratta di comandi per l’attuazione dell’autonomia scolastica o presso altre amministrazioni o altri enti); docenti che intendano essere destinati a progetti nazionali di cui alla legge 107/2015; etc.

Né ha pregio l’assimilazione dei soggetti non vaccinati ai c.d. lavoratori fragili, per i quali la nota ministeriale n. 1585 dell’11.9.2020 quantifica l’orario di lavoro in 36 ore settimanali, ma avendo essi la facoltà di usufruire dell’assenza per malattia e così sottraendosi a questo aggravio.

In buona sostanza, si mescolano situazioni variegate sull’orario di lavoro contrattualmente regolato per legittimare – creandosi abusivamente una norma ad hoc – una definizione oraria tipica del personale ATA siccome estesa al personale docente non vaccinato e/o non vaccinabile.

1.2. Il secondo punto, che parimenti non persuade, attiene a quel passaggio che si legge nella nota congiunta dei due capidipartimento del Ministero, n. 461 dell’1 aprile 2022, sulle generali misure di sicurezza di carattere sanitario: che il possesso del Green pass rafforzato non è necessario ai docenti esentati dalle vaccinazioni (non vi è cenno dei guariti da Covid in attesa di vaccinazione nei tempi previsti da pregresse disposizioni di legge e dal Ministero della salute), che pertanto possono svolgere le attività didattiche con gli alunni.

Inutile rimarcare che qui la legge non prevede questa gratuita aggiunta, per il semplice fatto che la esclude volutamente, laddove limita expressis verbis le attività didattiche a contatto con gli alunni ai soli docenti che hanno completato il ciclo delle vaccinazioni.

E dice, la nota, esattamente l’opposto rispetto al parere dell’Avvocatura distrettuale dello Stato (Affare legale CS 476/2022 Avv. L. Gemini), sul regime normativo applicabile al personale docente non vaccinato ma in possesso del certificato di guarigione.

Ritiene l’Avvocatura che la sopravvenuta normativa sul punto consente l’attività didattica a contatto con gli alunni solo ai docenti che abbiano completato l’obbligo vaccinale: esclude pertanto i guariti in attesa di vaccino (e fino a quando non si vaccinino); ed esclude “per ragioni di coerenza sistematica, prima ancora che di interpretazione letterale delle disposizioni introdotte con il DL 24/2022 … anche il personale docente esentato dalla vaccinazione”.

Essendo un parere richiesto da un’istituzione scolastica, è senz’altro recessivo a fronte della parola ufficiale del Ministero. Ma sembra in procinto di essere fatto proprio da alcuni uffici scolastici regionali, con il risultato che a confusione si aggiungerà confusione.

2. In questo scenario disastrato, il buon senso dovrebbe indurre i dirigenti scolastici a osservare scrupolosamente le indicazioni ministeriali. Di modo che, quando sorgerà il contenzioso, in giudizio andrà l’Amministrazione quale soggetto processuale passivo. E, non risultando violate norme penali, nulla avrebbero questi da temere in caso di sua soccombenza, non potendosi – contraddittoriamente – imputare loro il dolo o la colpa in un’ipotetica intentata azione di rivalsa.

All’opposto, arrischiandosi a interpretare personalmente la legge, potrebbero essere destinatari di un procedimento disciplinare o addirittura essere denunciati alla Procura regionale della corte dei conti per danno all’erario!

3. Perché contenzioso vi sarà, essendo subito partita la giostra messa in moto da alcune sigle sindacali, che avrebbero già depositato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, gratuito per gli iscritti, per domandare, con un giudizio nel merito, “l’annullamento (sic!) della normativa (leggi efonti equiparate, non semplici atti/provvedimenti amministrativi, si badi bene!) o la sua disapplicazione, che impone l’obbligo vaccinale per i dipendenti scolastici”. E, dopo il ritorno in servizio del predetto personale, si pensa “essere giunto il momento del recupero delle somme stipendiali sottratte”:conla mera presentazione di quello che è pur sempre un ricorso amministrativo, che avrebbe “messo in evidenza tutta l’illegittimità dell’uso della certificazione verde anti Covid-19”.

Un’illegittimità altresì inferita dal semplice fatto che più giudici, ordinari e amministrativi, “hanno posto seri dubbi sulla costituzionalità dell’obbligo vaccinale”. Sicché, con i propri legali, le stesse assicurano di volersi costituire in giudizio “in merito all’ordinanza di non manifesta infondata costituzionalità della norma che ha introdotto l’obbligo vaccinale”; e qualora vi sia una risposta di accoglimento, il personale a suo tempo sospeso potrà ottenere il risarcimento dovuto: “i mancati stipendi, oltre che l’assegno alimentare invece fino ad oggi negato”. Assegno alimentare che quindi dovrebbe aggiungersi alla restituzione dello stipendio!

Oltre a ciò, sempre le medesime sigle, patrocineranno un ricorso gratuito, aperto ai propri soci e a chi si iscriverà all’atto della pre-adesione, che vedrà come controparte i datori di lavoro, cioè i dirigenti scolastici, avverso i loro ordini di servizio e/o circolari che prescrivano a docenti loro dipendenti l’espletamento di altre mansioni e con orario di servizio di 36 ore.

Un consolidato copione, abbondantemente conosciuto.

Scuola, aumenti tra 3 e 10 euro per gli insegnanti e il personale Ata

da Il Sole 24 Ore

Le cifre in busta paga da aprile come anticipazione dei benefici attribuibili al rinnovo del Ccnl. Per l’Anief gli stipendi sarebbero più bassi di sei volte rispetto all’inflazione registrata negli ultimi 13 anni

di Redazione Scuola

Tra i 3 e i 10 euro. Questo il valore dell’aumento in busta paga per i docenti e il personale Ata ottenuto grazie all’indennità di vacanza contrattuale. La «mancia», com’è stata definita da Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’ Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief), verrà applicata agli stipendi dal mese di aprile come un’anticipazione dei benefici attribuibili al rinnovo del Contratto collettivo di lavoro (Ccnl), ancora bloccato. L’assegnazione della somma aggiuntiva, prevista dall’articolo 47-bis, comma 2, del decreto legislativo 165/2001 e che verrà riassorbita una volta che sarà sottoscritto il Ccnl del triennio 2022-2024, è stata confermata dalla Ragioneria generale dello Stato.

Mancato allineamento all’inflazione

Secondo Pacifico, attraverso il Ccnl è opportuno allineare gli stipendi all’inflazione, come l’Anief chiede da tempo: «La verità è che servono 25mila euro arretrati e 274 euro in più al mese, il recupero del 2013 e il riscatto della laurea gratuito. Non possono bastare i 3mila e 105 circa sinora previsti: senza le somme da noi indicate, al personale scolastico si continueranno ad assegnare compensi che non coprono nemmeno il costo della vita venutosi a determinare tra il 2008 e il 2021». Stando a uno studio pubblicato recentemente dal sindacato, gli stipendi dei docenti e del personale Ata sarebbero più bassi di sei volte rispetto all’inflazione registrata negli ultimi 13 anni. Da qui, l’esigenza di incrementare in modo considerevole l’aumento previsto per il rinnovo contrattuale, appena superiore al 4% dopo 40 mesi di blocco stipendiale.

Gli aumenti richiesti

Anief stima che per recuperare l’attuale inflazione servirebbero aumenti mensili di 274 euro: di questi, 221 riguarderebbero il primo triennio 2016/2018 e altri 53 euro il secondo triennio 2019/2021. Per far fronte a queste richieste il governo dovrebbe stanziare 4,7 miliardi. Nonostante la «mancia», dal sindacato fanno notare come l’applicazione della riforma fiscale con i nuovi scaglioni Irpef abbia fatto sì che gli stipendi netti di marzo fossero più bassi. In ogni caso, l’aumento in busta paga, per Anief, non basta. «Diventa sempre più urgente il recupero del 2013 sottratto dagli altri sindacati in cambio di immissioni in ruolo che andavano comunque attuate. Come pure il riscatto del titolo di laurea, che deve essere gratuito, e il risarcimento di 25mila euro di arretrati invece dei quasi 3mila che in media dovrebbero arrivare con il rinnovo di contratto», conclude Pacifico.

Bianchi: “I tempi della scuola sono lenti, i docenti permettano ai ragazzi di riflettere. Non diano troppe nozioni”

da OrizzonteScuola

Di redazione

“Viviamo in una fase difficile: i tempi della scuola sono lenti, i tempi del cambiamento che abbiamo di fronte sono rapidissimi. A volte pensiamo che la tecnologia possa sostituirsi ad alcune funzioni del docente, ma non è vero, le tecnologie possono essere strumenti e vanno utilizzate come strumenti, vanno riportate al loro valore originario”.

Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervenendo al convegno “Educare alla pace per ripudiare la guerra”, promosso dall’Unione cattolica insegnanti e dirigenti.

“A volte ho il sospetto che ai ragazzi diamo troppe nozioni, troppe informazioni e chiediamo di essere alimentati da troppi stimoli; abbiamo bisogno di una scuola che permetta ai ragazzi di riflettere, a pensare insieme. Dobbiamo ritrovare quella dimensione della scuola in cui si riflette e si pensa insieme”.

Maturità 2022, dal 4 aprile aperte le funzioni del Curriculum dello studente

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Con il Curriculum dello studente, a partire dall’anno scolastico scorso, è stato introdotto un documento di riferimento fondamentale per l’esame di Stato del II ciclo e per l’orientamento dello studente.

Il Curriculum è allegato al diploma e deve essere rilasciato a tutti gli studenti che lo conseguono, siano essi candidati interni o esterni.

Dal 4 aprile sono aperte le funzioni per scuole e studenti sulla piattaforma per la compilazione del Curriculum dello studente.

Con nota 8415 del 30 marzo 2022 il M.I. ha fornito indicazioni operative per il rilascio del Curriculum dello studente, specificando in particolare quali sono le attività da svolgere da parte delle scuole, degli studenti maturandi e delle Commissioni d’esame.

NOTA 8415/2022

La medesima nota ha indicato anche la tempistica da rispettare:

Dispersione scolastica, in Sicilia stop al reddito di cittadinanza per i genitori che non mandano i figli a scuola

da La Tecnica della Scuola

Di Daniele Di Frangia

Sulla dispersione scolastica in Sicilia i dati continuano a essere preoccupanti. Un quadro chiaro è emerso dall’ultimo monitoraggio della commissione antimafia della regione, presieduta da Claudio Fava. Come sottolinea ‘Repubblica’ In un anno sono state denunciate 280 persone per “inadempienza all’obbligo di istruzione dei minori”. Di questi, 81 alunni che non hanno più frequentato la scuola, sono a Vittoria, nel ragusano. Il fenomeno della dispersione scolastica vede la Sicilia in testa davanti a tutte le altre regioni d’Italia. In certi contesti l’assenza di un’alternativa sociale vede i ragazzini avvicinarsi alle organizzazioni criminali.

Catania si è passati a mosse concrete e probabilmente risolutive. Grazie a un osservatorio per i minori a rischio con l’impegno di magistratura, Comune, scuola e organismi che si occupano dei giovani, si è arrivati a 550 segnalazioni di minori non frequentanti la scuola. Secondo Roberto Di Bella, presidente del tribunale per i minorenni di Catania, c’è uno strumento nuovo che potrebbe segnare la svolta: un protocollo con l’Inps per togliere il reddito di cittadinanza ai genitori che non mandano i figli a scuola. Operazione approvata dal ministero dell’interno. Già partite le prime 38 segnalazioni all’Inps.

Dal quadro che fa il giudice Di Bella a ‘Repubblica’ emerge il forte disagio sociale in cui vivono i ragazzini che lasciano troppo presto la scuola. Ci sono gli spacciatori a 12 anni, le baby gang, o i minori che entrano a far parte delle organizzazioni criminali. Ci sono 51 ragazzini della scuola secondaria di primo grado e 30 della primaria fra gli 81 alunni lontani dalle classi. Tra questi anche 23 stranieri. Spesso i genitori sono disoccupati, tra loro anche braccianti agricoli o operatori ecologici. In alcuni contesti, nelle campagne del ragusano, molti bambini non possedevano nemmeno un computer. C’è voluto l’impegno delle associazioni e delle scuole per far pervenire loro un pc o un tablet.

Pensioni scuola, solo 24mila domande, colpa di quota 102 e non solo. Le cattedre da coprire in estate saranno 75mila

da La Tecnica della Scuola

Di Daniele Di Frangia

Sono 24.531 gli insegnanti che hanno fatto domanda di pensionamento e non saranno in cattedra dal 1° settembre. Un numero decisamente minore rispetto alle 36mila richieste di un anno fa. Colpa del passaggio da quota 100 a quota 102 o dell’attesa di una riforma delle pensioni più favorevole.

Come afferma ‘Il Sole 24 Ore’ il governo aveva messo in conto il flusso ristretto di pensionamenti anticipati. Con quota 102 (64 anni d’età e 38 di contributi) vengono posticipati i requisiti. Ma c’è anche un aspetto legato alle difficoltà economiche in seguito alla pandemia, che fanno propendere per la stabilità di stipendio nelle famiglie. Infine, secondo il quotidiano, c’è il caso di opzione donna che essendo onerosa, fa rinunciare e aspettare la soglia di vecchiaia dei 67 anni o i 42 anni di contributi che possano dare la pensione piena.

Tra le regioni con le percentuali più alte rispetto a un anno fa ecco il Veneto (-40%), la Sardegna (-39%) e le Marche (-38%) mentre a livello di numeri si registra il -1874 della Lombardia e il -1373 della Sicilia.

75mila cattedre da coprire, ma come?

Da qui si aprono le stime di assunzioni per la prossima estate. Alle circa 50mila cattedre scoperte dall’inizio dell’anno scorso, si aggiungono i circa 24mila pensionamenti andando così a formare il numero di 75mila docenti da assumere quest’estate. Ma come assumerli? I concorsi ordinari che si stanno svolgendo stanno registrando un numero alto di bocciati (prove molto difficili). Le cifre parlano di 31mila promossi su 107mila domande presentate per i posti di infanzia e primaria e di percentuali fino al 90% di bocciati per la secondaria.

Elezioni RSU 2022, si vota dal 5 al 7 aprile: le procedure

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Il 5, 6 e 7 aprile 2022 si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle Rappresentanza Sindacali Unitarie (RSU), che interesseranno anche le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.

Tutte le indicazioni per lo svolgimento delle procedure sono contenute in una circolare ARAN.

LA CIRCOLARE ARAN

A conclusione delle elezioni, l’8 aprile ci sarà lo scrutinio, mentre i risultati elettorali verranno affissi entro il 14 aprile.

L’ultimo adempimento spetta alle scuole che dovranno, dal 19 al 27 aprile, inviare il verbale elettorale finale all’ARAN per il tramite dell’apposita piattaforma presente sul sito dell’Agenzia.

In merito alle procedure elettorali e ai successivi adempimenti, riportiamo alcune faq elaborate dalla FLC CGIL.

Seggio elettorale e operazioni di voto

2.1 Il personale assunto nel periodo compreso tra l’inizio delle procedure elettorali (31 gennaio 2022) e la data di votazione ha diritto al voto?

Sì, purché in possesso dei relativi requisiti e senza alcuna conseguenza su tutte le altre procedure attivate, compreso il calcolo dei componenti la RSU, il cui numero rimane invariato.

2.2 Hanno diritto al voto i dirigenti scolastici incaricati?

I dirigenti scolastici, anche incaricati, non votano e non partecipano alle operazioni elettorali.

2.3 Il dipendente che è titolare in una sede ma utilizzato in un’altra, dove vota?

Nella scuola, il dipendente in utilizzazione o in assegnazione provvisoria ha diritto a votare nella scuola presso cui presta servizio alla data delle elezioni. Allo stesso modo, nelle istituzioni AFAM, il dipendente (docente o tecnico amministrativo) in servizio per comando, assegnazione provvisoria, utilizzazione in un’istituzione accademica, esercita il diritto di voto, dove presta servizio.

2.4 Dove vota il personale che ha l’orario articolato su più sedi?

Nella scuola, il diritto di voto si esercita in un’unica sede, pertanto il personale che ha l’orario articolato su più sedi vota solamente nell’istituzione scolastica che lo amministra (quella di titolarità, ovvero con più ore di servizio se è utilizzato o in assegnazione provvisoria). È compito della Commissione elettorale controllare che non si verifichino casi di doppia partecipazione al voto presso le diverse scuole in cui il suddetto personale opera.

2.5 Quando si vota per il rinnovo delle RSU?

Si vota nei giorni 5-6-7 aprile 2022.

2.6 Quali sono gli orari in cui si vota?

Gli orari di apertura del seggio vengono stabiliti dalla Commissione elettorale.
La Commissione, al fine di favorire la più ampia partecipazione al voto, decide gli orari di apertura tenendo presente la durata del servizio e la distribuzione dei lavoratori nei vari turni e relativi orari di servizio. Qualora l’ubicazione delle sedi di lavoro e il numero dei votanti lo richiedano, possono essere stabiliti più luoghi di votazione. Gli orari dei seggi e la loro dislocazione sono portati a conoscenza degli elettori tramite avviso all’albo elettorale almeno 8 giorni prima della data prevista per il voto.

2.7 È possibile votare anche nelle sedi staccate?

La dislocazione dei seggi è decisa dalla Commissione elettorale; nel caso di sedi staccate la Commissione può decidere di istituire un apposito seggio nella sede staccata (in questo caso occorre preparare elenchi degli elettori suddivisi per seggio).

2.8 Da chi è composto il seggio elettorale?

La Commissione forma il seggio elettorale che è composto di un presidente e almeno due scrutatori.

Il presidente è designato dalla Commissione elettorale tra il personale in servizio anche con contratto a tempo determinato, in comando o fuori ruolo, mentre gli scrutatori sono designati dai presentatori di lista entro il 2 aprile 2022 “Almeno 48 ore prima dell’inizio delle elezioni” (Comma 2 dell’articolo 7 della “Parte seconda. Regolamento elettorale” dell’ACNQ del 7 agosto 1998).

2.9 Uno scrutatore può essere anche candidato alle elezioni?

No, possono essere designati scrutatori solamente gli elettori non candidati.

2.10 Il presidente e gli scrutatori possono operare durante il proprio orario di lavoro?

Presidente e scrutatori durante lo svolgimento delle operazioni elettorali sono considerati in servizio e, quindi, sono esonerati dallo svolgimento delle proprie funzioni. “Per i presidenti di seggio e per gli scrutatori, la durata delle operazioni elettorali, comprendente il giorno antecedente alla votazione e quello successivo alla chiusura dei seggi, è equiparata a tutti gli effetti al servizio prestato” (Comma 3 dell’articolo 7 della “Parte Seconda. Regolamento elettorale” dell’ACNQ del 7 agosto 1998).

2.11 Come si vota?

Il voto è segreto e personale. Si esprime sulle schede predisposte dalla Commissione elettorale e firmate dai componenti del seggio. Le schede contengono le denominazioni delle organizzazioni sindacali secondo l’ordine con cui le relative liste sono state presentate. Il voto si esprime tracciando un segno (croce o simile) sul nome dell’organizzazione sindacale prescelta.

2.12 È possibile esprimere una o più preferenze per i candidati?

Si può esprimere la preferenza per un solo candidato della lista prescelta nelle sedi di elezione fino a 200 dipendenti. Oltre 200 dipendenti è consentito esprimere la preferenza a favore di due candidati della medesima lista.

2.13 È possibile istituire seggi “volanti”?

Sì, se la commissione elettorale lo ritiene utile per garantire la massima partecipazione al voto.

2.14 Un componente della commissione elettorale può essere nominato anche come scrutatore?

Sì, non è esplicitamente escluso.

2.15 Chi ha diritto a votare (elettorato attivo)?

Hanno diritto al voto:

  • tutti i dipendenti a tempo indeterminato in forza all’amministrazione alla data delle elezioni, titolari di posto nella stessa amministrazione
  • tutti i dipendenti in forza alla data delle elezioni presso l’amministrazione anche se non titolari di posto nella amministrazione stessa (ad esempio: personale utilizzato, personale temporaneamente assegnato, personale in comando presso l’amministrazione, personale fuori ruolo da altre amministrazione pubbliche anche di diverso comparto)
  • tutti i dipendenti a tempo determinato (anche temporanei) in forza all’amministrazione alla data delle elezioni.

2.16 È possibile votare online?

No, purtroppo il voto on line non è in nessun caso consentito.

Scrutinio e calcolo dei seggi e degli eletti

3.1 Quando si effettua lo scrutinio?

Lo scrutinio deve svolgersi per tutte le sedi di voto l’8 aprile 2022.

3.2 Come avviene l’assegnazione dei seggi e la proclamazione degli eletti?

La Commissione elettorale acquisisce i risultati dello scrutinio e procede, con criterio proporzionale, alla ripartizione dei seggi alle varie liste (Regolamento articolo 17 comma 1).
Su questo sito metteremo a disposizione un semplice foglio elettronico (in formato .xls per Excel) per calcolare i seggi sulla base dei voti riportati.
Successivamente, la Commissione elettorale procede alla proclamazione degli eletti in base alle preferenze ricevute dai singoli candidati. Per saperne di più.

Valutazione alunni: anche quest’anno valgono le attività didattiche svolte a distanza

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Sta iniziando alla Camera l’esame del decreto legge 24 che introduce importanti modifiche alle norme in materia di obblighi vaccinali e di gestione delle quarantene in ambito scolastico.
In fatto di valutazione degli alunni, il provvedimento lascia però invariate le disposizioni già in vigore.

Il terzo comma dell’articolo 9, infatti, estende anche all’anno scolastico 2021/2022 la previsione in base alla quale la valutazione, periodica e finale, degli apprendimenti oggetto dell’attività didattica svolta in presenza o a distanza, produce gli stessi effetti di quella normalmente prevista dalle consuete norme in materia.

La relazione illustrativa rileva che tale previsione si rende necessaria in considerazione del fatto che le norme vigenti sulla valutazione non prevedono esplicitamente la valutazione delle attività svolte a distanza.
“In tal modo – prosegue la relazione – è possibile garantire efficacia alla valutazione – periodica e finale – degli apprendimenti acquisiti durante la didattica a distanza attivata dalle istituzioni scolastiche durante la sospensione delle attività in presenza a causa delle misure restrittive applicate a livello locale e nazionale con il perdurare dell’emergenza epidemiologica”.

L’esame del decreto ha preso avvio nei giorni scorsi presso la Commissione Affari sociali della Camera e si è in attesa del parere delle altre Commissioni, in particolare della VII, Cultura e Istruzione.
Il passaggio in aula è previsto non prima della metà di maggio.

Nota 5 aprile 2022, AOODGSIP 934

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico

Ai Dirigenti Scolastici e ai Coordinatori Didattici delle istituzioni del sistema nazionale di istruzione LORO SEDI
Ai Direttori Generali e Dirigenti titolari degli Uffici scolastici regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento TRENTO
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine BOLZANO
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione e cultura per la Provincia di Trento TRENTO
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle D’Aosta AOSTA
pc Capo del Dipartimento del sistema educativo di istruzione e formazione

Oggetto: Comunicazione alle istituzioni scolastiche – Piano “RiGenerazione Scuola”.

Nota 5 aprile 2022, AOODPIT 695

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali

Ai Dirigenti Scolastici e ai Coordinatori Didattici delle istituzioni del sistema nazionale di istruzione
Ai Direttori Generali e Dirigenti titolari degli Uffici scolastici regionali
e, p.c. Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della Provincia di Trento
Al Sovrintendente agli studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
All’Ufficio speciale di lingua slovena
Alle organizzazioni sindacali del Comparto e dell’Area istruzione e Ricerca

Oggetto: Decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24 – Impiego delle certificazioni verdi (green pass base). Chiarimenti.