Pei, in arrivo nuove indicazioni del Ministero attraverso gli Usr

da La Tecnica della Scuola

Di Carla Virzì

Il Pei riparte? Sì. Peraltro il Ministero dell’Istruzione, dopo il ripristino del Pei da parte del Consiglio di Stato, invierà alle scuole, attraverso gli Usr, nuove indicazioni sul Piano educativo individualizzato, con alcune messe a punto del modello in funzione del nuovo anno scolastico e alcuni accorgimenti sulla terminologia, relativi alle parti incriminate che hanno determinato il ricorso al Tar del Lazio di alcune associazioni di famiglie. Una comunicazione che il MI ha fornito nel corso della riunione dell’Osservatorio ministeriale sull’inclusione che presidia tutte le questioni relative agli alunni con disabilità.

Lo ha anticipato, durante la diretta di Tecnica risponde LIVE dell’1 giugno, Marisa Pavone, esperta pedagogista presente all’incontro dell’Osservatorio.

Quali novità? Alcune ipotesi

Quali le sezioni che potrebbero cambiare in forma migliorativa? L’esperta Pavone ha ricordato quali aspetti avevano indotto le associazioni delle famiglie a fare ricorso: la composizione del GLO, i criteri per l’assegnazione delle risorse, tra cui le ore di sostegno, alcune espressioni poco felici come la possibilità di esonero degli studenti da alcune discipline. Su questi aspetti, insomma, le indicazioni del MI potrebbero apportare delle novità.

L’indagine Sipes

La Sipes (Società Italiana di Pedagogia Speciale) ha lanciato un’indagine che mira a rilevare quali pratiche e strategie vengono maggiormente promosse in classe al fine di favorire l’inclusione scolastica. Vai all’indagine

Il corso

Sul tema dell’inclusione il corso Pei 2022: guida alla stesura dei nuovi modelliin programma dal 7 giugno.

Il corso intende fornire ai docenti una guida chiara e sicura su come elaborare i nuovi modelli di PEI e sui criteri possibili da osservare per l’assegnazione delle misure di sostegno, senza scadere nel rischio di meri adempimenti burocratici, applicando le nuove procedure in un’ottica di promozione del successo formativo della persona disabile.

Docenti di religione e contratti a termine: partono i maxi risarcimenti

da La Tecnica della Scuola

Di Dino Caudullo

La Corte di giustizia è tornata ad occuparsi della reiterazione dei contratti a termine, questa volta soffermandosi su quelli dei docenti di religione cattolica. Proprio per questo motivo stanno iniziando ad arrivare le prime pronunce dei giudici del lavoro.

Il rinvio alla Corte di Giustizia da parte del Tribunale di Napoli

Il Tribunale di Napoli (con ordinanza del febbraio 2019) aveva posto alla Corte di Giustizia la questione circa la conformità alla direttiva n. 70 del 1999 della legge nazionale che regola il rapporto di lavoro dei docenti di religione cattolica con contratto di lavoro a tempo determinato (articolo 3, commi 4, 7, 8 e 9, della legge del 18 luglio 2003, n. 186).

Il principio enunciato dalla CGUE

La Corte aveva quindi evidenziato (sentenza del 13 gennaio) che l’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, allegato alla Direttiva 1999/70/CE, deve essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale che esclude gli insegnanti di religione cattolica delle scuole pubbliche dall’applicazione delle norme dirette a sanzionare il ricorso abusivo a una successione di contratti a tempo determinato, qualora non esista nessun’altra misura effettiva nell’ordinamento giuridico interno che sanzioni detto ricorso abusivo.

Il sistema previsto dalla legge n. 186 del 2003 è stato riconosciuto, dal Giudice comunitario, come illegittimo, laddove permette di poter assumere in modo continuativo nelle scuole pubbliche insegnanti di religione cattolica con contratti di lavoro a tempo determinato per periodi di tempo illimitati.

L’applicazione del principio da parte del Tribunale di Napoli

Il Tribunale di Napoli ha definito il giudizio dando piena applicazione al predetto principio, in esito alla decisione della Corte di Giustizia (sentenza del 25 maggio scorso). E inoltre ha rilevato che i rapporti di lavoro degli insegnanti di religione sono assolutamente precari e privi di tutela, posto che la legislazione interna non prevede neppure la possibilità di assunzione mediante scorrimento di graduatoria.

Sempre il Tribunale di Napoli ha applicato la sanzione di tipo risarcitorio, evidenziando che i contratti a termine stipulati dai docenti di religione, anche per parecchi anni, non sono assistiti da alcuna valida misura giustificatrice al loro rinnovo e, dunque, sono illegittimi anche da un punto di vista eurounitario,

Il criterio risarcitorio

Il Giudice del lavoro partenopeo è giunto a riconoscere un risarcimento del danno ai docenti di religione pari a 20 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto in ipotesi di anzianità superiore a 10 anni e 28 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto in ipotesi di anzianità superiore a 20 anni. Il tutto adottando un criterio analogo a quello previsto dalla legge 604/66 in materia di licenziamenti individuali, che prevede un aumento dell’indennità risarcitoria in caso di licenziamento illegittimo in misura proporzionale all’anzianità del lavoratore.

Libri di testo: trasmissione dei dati adozionali entro il 7 giugno

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Il collegio dei docenti, in base alle richieste dei singoli docenti veicolate attraverso i consigli di classe e di interclasse, ha deliberato, entro la seconda decade del mese di maggio, la scelta dei libri di testo da adottare.

Per l’anno scolastico 2022/2023 le indicazioni relative all’adozione dei libri di testo sono impartite con la nota n. 5022 del 28 febbraio 2022.

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Comunicazione dei dati

Una volta deliberate le adozioni, la palla passa agli uffici di segreteria, che dovranno effettuare la comunicazione dei dati adozionali.

La trasmissione deve avvenire on line, tramite l’utilizzo della piattaforma presente sul sito www.adozioniaie.it oppure in locale, off line, entro il 7 giugno 2022.

Commissari esterni maturità 2022, i più giovani presidenti d’Italia: ‘Ecco cosa chiederemo ai maturandi’

da Tuttoscuola

Sul sito ufficiale del Ministero dell’Istruzione è stato pubblicato l’elenco dei nomi commissari esterni maturità 2022. Anche quest’anno i presidenti saranno gli unici membri esterni della commissione. Dai dati ministeriali ufficiali consultabili online nella sezione dedicata agli esami, si evincono i nominativi dei due presidenti commissari esterni maturità 2022 più giovani d’Italia, tra l’altro colleghi nella medesima istituzione scolastica, i professori Alex Cistaro e Andrea Zilli, rispettivamente classe ’91 e ’90. 

neo presidenti commissioni maturità 2022 hanno le idee chiare: nelle loro commissioni, ovvero UDIPA8001 – I Commissione sezione Serale IPSCAR “Stringher” Udine del presidente Cistaro e UDIPIA001 – I Commissione IPSIA “A. Candoni” Tolmezzo del presidente Zilli, imposteranno  la maturità 2022 chiedendo ad ogni candidato di fare un bilancio di questi ultimi mesi dal punto di vista della loro crescita culturale, di spiegare alla commissione come hanno imparato determinati contenuti, come questi hanno agito su di loro come ragazzi e come adolescenti in quest’ultimo triennio di emergenza sanitaria.

Chiederanno poi ai maturandi di spiegare alla commissione qual è stato il salto di responsabilità costituito dal preparare la maturità, di esporre se hanno lavorato con i propri compagni, se hanno condiviso il sapere, se la classe è stata una comunità per imparare e per apprendere. Verrà altresì chiesto se sentono di essere maturati, non perché hanno imparato qualche contenuto in più, ma perché hanno provato ad “imparare a imparare”, in modo diverso. Dovranno riferire soprattutto che cosa se ne faranno di queste conoscenze e del rapporto con la conoscenza che hanno appreso in questi anni di scuola, provando a usare i contenuti e la cultura per dare l’addio alla loro scuola e a cinque anni così densi della loro vita.

La corresponsabilità educativa di tutti i docenti verso gli alunni con disabilità

da Tuttoscuola

Per favorire un’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità, la Buona Scuola aveva anche considerato la previsione dell’obbligo di formazione iniziale e in servizio per i dirigenti scolastici e per i docenti sugli aspetti pedagogico-didattici e organizzativi dell’integrazione scolastica.

Previsione che è stata tradotta in norma dalla legge di Bilancio 2021 che ha introdotto l’obbligo di formazione per i docenti non specializzati su sostegno che insegnano in classi in cui è presente un alunno con disabilità, al fine di garantire l’inclusione scolastica dell’alunno con disabilità e il principio di contitolarità della presa in carico dell’alunno stesso.

Il Decreto Ministeriale n. 188 del 21/06/2021 ha tradotto in dispositivo d’attuazione tale obbligo, realizzato con talune difficoltà nei mesi scorsi.

Inoltre, in ragione della precipua finalità della norma, ossia per favorire l’inclusione scolastica dell’alunno con disabilità e per garantire il principio di contitolarità dei predetti docenti nella presa in carico dell’alunno stesso, tale attività formativa è estesa ai docenti a tempo determinato, con contratto annuale, laddove impegnati nelle classi con alunni con disabilità, e quindi coinvolti a pieno titolo nella progettazione educativo-didattica e nelle attività collegiali.

C’è anche una ragione non dichiarata in questa disposizione dell’obbligo formativo dei docenti non di sostegno; una ragione conseguente alla non presenza del docente di sostegno in classe.

Alcuni approfondimenti per capire.

Prendiamo, ad esempio, la situazione del sostegno nella scuola secondaria di I grado che ha un orario settimanale di 30 ore di lezione, interamente frequentate da ogni alunno con disabilità.

Con un docente di sostegno che, caso estremo, ha un rapporto di 1 a 1, nelle 30 ore passate in classe l’alunno con disabilità avrà accanto a sé il “suo” docente per 18 ore, mentre nelle restanti 12 ore saranno i docenti di classe ad occuparsi di lui. Se il docente di sostegno ripartirà le sue ore in altra classe, all’alunno con disabilità dedicherà soltanto 9 ore, mentre nelle restanti 21 ore saranno gli altri docenti di classe ad occuparsi di lui.

È pur vero che normalmente vi sono anche gli AEC comunali (assistenti per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali) che assistono l’alunno disabile, ma gli interventi educativi e didattici restano nella competenza degli insegnanti di classe.

Si può stimare che nella scuola secondaria di I grado in questo anno scolastico tutti i 74.552 alunni con disabilità abbiano fruito complessivamente di un monte ore di lezione annuale (30 ore a settimana per 33 settimane) di quasi 74milioni di ore (esattamente 73.806.480), mentre i 46.346 docenti di sostegno hanno assicurato una presenza (18 ore settimanali per 33 settimane) per un monte ore annuale complessivo di oltre 27,5 milioni di ore (esattamente 27.529.524), coprendo poco più del 37% del monte ore di lezione degli alunni con disabilità.

Nelle restanti ore (oltre 46milioni) la diretta responsabilità educativa e didattica è stata affidata necessariamente ai docenti di classe.

La stima si può estendere anche a tutti gli altri settori, rendendo evidente come per assicurare il più possibile un’effettiva inclusione scolastica sia più che giustificato un intervento formativo dei docenti titolari sugli aspetti pedagogico-didattici e organizzativi dell’integrazione scolastica, in una responsabilità educativa condivisa.

Esame terza media 2022: data, prove e voto. Tutto quello che bisogna sapere

da Tuttoscuola

Manca davvero poco al via degli esami di terza media 2022. Gli studenti sono preoccupati o impauriti tanto quanto i maturandi. Si tratta della prima grande prova che un adolescente si trova ad affrontare. Come funzionano gli esami di terza media 2022? Intanto le date di inizio sono diverse da istituto a istituto, la decisione è autonoma, ma orientativamente gli esami cominciano nella settimana del 13 giugno, considerando che le lezioni terminano tra il 6 ed il 10 giugno.

L’esame terza media 2022 prevede due prove scritte, una di Italiano e una sulle competenze logico-matematiche. Non sono previste prove scritte sulle lingue straniere.

Seguirà un colloquio volto a verificare anche le competenze per la lingua inglese, per la seconda lingua comunitaria e l’Educazione civica. Solo nella prova orale, per i candidati che non possono lasciare il proprio domicilio (condizione che andrà documentata), è prevista la possibilità della videoconferenza.

La votazione finale dell’esame terza media 2022 resta in decimi e può essere accompagnata dalla lode.

La partecipazione alle prove nazionali Invalsi, il cui svolgimento è previsto nelle settimane che precedono l’esame, non sarà requisito di accesso all’esame terza media 2022.

Quel 2 giugno del 1946

Quel 2 giugno del 1946!

di Maurizio Tiriticco

Avrei compiuto 18 anni il 14 luglio di quel 1946! Ero un ragazzo pensante! Riuscivo a coniugare la riflessione sui classici – le stimolazioni di un terzo liceo interessante e severo nonostante la guerra e la fame – con l’attenzione agli accadimenti del giorno dopo giorno. Ed erano accadimenti importanti. Il nostro Paese si stavarivoltando come un guanto… e il tutto in pochi mesi! Il 9 maggio Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio, il Principe Umberto, che già era Luogotenente del Regno fin dal giugno del ’44. In effetti l’abdicazione formale sarebbe dovuta avvenire solo dopo che il popolo si fosse pronunciato per mantenere la Monarchia o scegliere la Repubblica. In effetti le sorti della monarchia erano così compromesse – la fuga da Roma del Re e di tutta la sua corte ed il Governo l’8 settembre del 1943 dopo la proclamazione dell’armistizio e l’abbandono dell’”amato popolo italiano” nelle mani dei tedeschi – che Pippetto – così chiamato il Re per la sua bassa statura – aveva preferito uscire di scena, tentando così di rafforzare l’istituto monarchico. E poi ecco il 2 GIUGNO del 1946! Le prime elezioni politiche! Libere dopo tanti anni di dittatura fascista!

Vennero consegnate contemporaneamente agli elettori la scheda per la scelta fra Monarchia o Repubblica, il cosiddetto Referendum Istituzionale, e quella per l’elezione dei Deputati dell’Assemblea Costituente, a cui veniva affidato il compito di redigere la nuova Carta Costituzionale (come stabilito con il Decreto legislativo luogotenenziale n. 98 del 16 marzo). Il Paese necessitava di una nuova Costituzione, che sostituisse in via definitiva quello Statuto albertino che dal 1848 in poi non era mai riuscito a garantire la sovranità popolare – il Sovrano di fatto era pur sempre il Re – e non aveva evitato l’avvento della dittatura fascista! Statuto poi letteralmente stracciato dalla dittatura fascista!

Ma io non potevo votare! Non ero maggiorenne! Allora lo si diventava al compimento dei 21 anni di età. Eppure mi sentivo privato di un diritto! Io che forse più di mille altri ero profondamente convinto di una scelta repubblicana! Antifascista e democratica! Io non potevo votare! La battaglia nelle strade era più che accesa! I manifesti rivestivano muri e monumenti! I giornali uscivano tutti con caratteri cubitali. E comizi, quanti comizi! Non c’era la Tv, e la radio nazionale – non c’erano radio private – non dava notizie di parte. Tutto si svolgeva nelle piazze e nelle strade. Ogni partito aveva i suoi giornali e i suoi propagandisti! Capannelli di accese discussioni in tutte le piazze del Paese. Il Partito Comunista Italiano si avvaleva dei cosiddetti agitprop, i responsabili di agit-azione e prop-aganda.! Ed il PCI era agli occhi di tutti il partito più organizzato e più deciso per l’opzione repubblicana! La “svolta di Salerno” si era manifestata una scelta vincente!

Mi spiego. Nei giorni 30 e 31 marzo 1944, a Salerno, nel corso del Consiglio Nazionale del Partito Comunista Italiano, il Segretario Politico, Palmiro Togliatti, rientrato dall’URSS, espose le misure necessarie per sbloccare la situazione politica, ferma sulla decisione o meno di allearsi, anche solo momentaneamente, con la Corona, pur di arrivare alla fine della guerra e riunificare il Paese.Togliatti era stato chiaro! Riconoscere il Governo in carica! Questala sua proposta: quindi nessun estremismo! Con grande meraviglia di tanti concittadini convinti che i comunisti fossero assatanati divoratori di bambini! Un ramoscello d’ulivo lanciato in un Paese in cui invece monarchici e repubblicani lottavano quotidianamente tra di loro! Ma accettazione della monarchia solo via provvisoria. E promozione di un governo cosiddetto di Unità Nazionale! Così, quei sei partiti animatori della Resistenza (Democrazia Cristiana, Partito Comunista Italiano, Partito Socialista Italiano, Partito Repubblicano, Partito d’Azione, Partito Liberale) che, dopo l’8 settembre 1943 si erano accapigliati sulla questione istituzionale, invece si erano ritrovati tutti uniti nei Comitati di Liberazione nazionale! La parolad’ordine era: prima cacciamo i tedeschi, vinciamo la guerra, e solo dopo mettiamo sul tappeto la questione istituzionale, monarchia o repubblica, nonché la questione sociale: a chi i mezzi di produzione e di scambio? L’ipoteca comunista, o social comunista, tutto il potere economico alla mano pubblica? Oppure l’ipoteca liberale, la libera iniziativa, perseguita dalla DC, dal Partito Repubblicano e dal Partito Liberale?

Questioni grosse, qui ricordate “in soldoni”, come si suol dire, ma anche allora – se non ricordo male – avanzate più in pillole che non in meditate riflessioni. In effetti, un Paese che per vent’anni era stato fuori dal mondo, tagliato fuori dalla ricerca che su tutti i campi si faceva sempre più internazionale, un popolo con alti tassi di analfabetismo funzionale – quella strumentale bene o male aveva toccato soglie attendibili, perché il Duce voleva che tutti sapessero leggere e scrivere, anche se solo per osannare le scelte del fascismo – non possedeva gli strumenti necessari per “leggere” un Keynes o un White o per sapere che cosa avessero deciso inglesi e americani a Bretton Woods. E non li possedevo neanch’io allora, ovviamente! E forse neanche adesso!

In quel 2 giugno del 1946 votarono più di 20 milioni di italiani e votarono anche le donne! Ricordo la grande emozione della mamma, quasi piangeva, lei che ancora portava all’anulare la fede di ferro perché quella d’oro l‘aveva donata alla Patria!!! Un pizzico di storia. La Società delle Nazioni, l’11 ottobre del 1935 aveva deliberato le sanzioni economiche contro l’Italia fascista, colpevole di avere aggredito l’Etiopia. Quindi, per il nostro Paese niente più armi, niente crediti, niente materie prime, non si importano più merci italiane. E il Duce chiese agli Italiani di donare oro alla Patria! E alle donne di donare la fede d’oro nuziale. La prima a donare la propria fede, unitamente a quella del marito, fu la regina Elena. A essa seguì Rachele Mussolini, insieme con numerose popolane di Roma. La moglie di Mussolini ricordò nelle sue memorie di aver inoltre donato mezzo chilo d’oro e due quintali e mezzo d’argento, frutto dei doni ricevuti dal marito.

In quel 2 giugno volli accompagnare mia madre a votare e feci una lunga fila – l’emozione era sul volto di tutti – per vedere come si votava… ma al seggio non mi fecero entrare! Non ero maggiorenne e non avevo diritto al voto. E poi seguirono lunghe giornate di attesa! Il ministro degli Interni, Giuseppe Romita, non ci dava mai i risultati. I grandi sospetti di tutti! Che cosa staranno facendo al Ministero degli Interni? Ma quanto ci voleva per la conta delle schede? Non c’erano gli exit poll. Non c’erano le proiezioni! Bisognava solo pazientemente aspettare! Repubblicani e monarchi erano sicuri di aver vinto! Tutti sospettavano dei brogli, ma a favore di chi? Poi finalmente i risultati il 12 giugno! 12 717.923 voti alla Repubblica! 10.719.284 alla Monarchia! Lo scarto era tale che i monarchici gridarono subito ai brogli! Ma fu lo stesso mancato Re a tacitarli! Umberto II di Savoia il 13 giugno parte per Cascais dove rimarrà in esilio volontario fino al giorno della sua morte. E solo il 18 giugno la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la vittoria della Repubblica. Quanta attesa! Ma la macchina della democrazia doveva ancora essere oliata! I tempi delle “decisioni irrevocabbbiliii” e, ovviamente, rapide, tanto care al Duce, erano ormai terminati! La dittatura è veloce, la democrazia è lenta!

Il 28 giugno l’Assemblea Costituente elesse Enrico De Nicola come Primo Presidente Provvisorio del nuovo Stato repubblicano. Com’è noto, l’Assemblea Costituente lavorò per poco più di un anno e il 27 dicembre del ’47 Enrico De Nicola, Umberto Terracini e Alcide De Gasperi apposero la loro firma alla Costituzione repubblicana che entrò in vigore il primo gennaio del ’48. In tempi brevissimi i Padri Costituenti ci hanno dato una delle Costituzioni più belle del mondo! E non lo dico solo io!

Ma erano uomini veri! E donne vere! Grandi per la loro onestà, la loro cultura, e le tante sofferenze che avevano affrontato e sopportato negli anni bui della dittatura fascista. Il 2 giugno! Sì… la vacanza… la gita “for de porta”… la sfilata sulla Via dei Fori Imperiali… il rombo delle frecce tricolori! Oggi grande festa per una giornata conquistata con tanti sacrifici e tanto sangue! Via la Repubblica! Viva la Costituzione!

Festa della Repubblica

Il 2 giugno è la Festa nazionale della Repubblica italiana, istituita per ricordare il Referendum popolare indetto il 2 giugno 1946 per decidere la forma istituzionale dello Stato (Repubblica o Monarchia) contemporaneamente all’elezione dei rappresentanti dell’Assemblea Costituente.


Il 2 giugno 2022 il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sarà presente a Roma alle celebrazioni per la Festa della Repubblica, presso l’Altare della Patria.

“Oggi festeggiamo la nascita della nostra Repubblica – dichiara il Ministro Patrizio Bianchi -, una data fortemente legata alla missione della scuola, che è presidio di democrazia, diritti, condivisione dei valori e dei principi della nostra Costituzione”.  

“Con il 2 giugno si conclude il percorso della ‘via sacra’ della nostra Repubblica, iniziato il 25 aprile e proseguito il 1° maggio – conclude il Ministro -. Tre date fondamentali, riassunte nel primo articolo della nostra Costituzione, che la scuola custodisce e trasmette alle cittadine e ai cittadini di domani”.  

Il Ministro Bianchi parteciperà alle celebrazioni di questa mattina insieme a una delegazione di studentesse e studenti e ai vincitori del concorso “Il Milite Ignoto: Patria e Memoria”. In occasione della cerimonia, i ragazzi consegneranno gli elaborati vincitori al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’iniziativa, rivolta alle scuole di ogni grado, ha proposto la realizzazione di un elaborato grafico per ricordare la figura del Milite Ignoto, in occasione del Centenario della traslazione all’Altare della Patria, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sul tema della memoria storica.  

Oggi pomeriggio, poi, presso la Camera dei Deputati, verranno premiate le scuole vincitrici del concorso “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione”. Un’iniziativa realizzata in collaborazione dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei Deputati e dal Ministero dell’Istruzione per coinvolgere le studentesse e gli studenti, insieme ai loro docenti, in un percorso di conoscenza e di approfondimento della nostra Carta costituzionale.  

Le scuole vincitrici del concorso “Il Milite Ignoto: Patria e Memoria”  

  • IC “Rita Levi Montalcini” di San Giorgio del Sannio (BN);  
  • Liceo “Quinto Ennio” di Gallipoli (LE);  
  • 3° Circolo Didattico “D’Annunzio” di Trani;  
  • Scuola dell’infanzia “Madonna dell’Annunciazione” di Mira (VE).  

Le scuole vincitrici del concorso “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione”  

Categoria 1: conoscenza e valorizzazione della Costituzione  

  • ISISS “P. Gobetti” di Scandiano (RE), titolo: “Una Costituzione da vivere”;  
  • Liceo scientifico “F. Quercia” di Marcianise (CE), titolo: “(In)canti della Costituzione – Come si fabbrica il diritto alla libertà e alla dignità dell’uomo”. 

Categoria 2: ricerca e rielaborazione culturale  

  • ITI “Torricelli” di Sant’Agata di Militello (ME), titolo: “Costituzione e lavoro: di lavoro si deve vivere, non morire!”. 

Categoria 3: originalità ideativa e progettuale  

  • Liceo classico “Tito Livio” di Padova, titolo: “La Carta Lavorista”;  
  • ISISS M.O. “L. Dal Cero” di San Bonifacio (VR), titolo: “Don’t live by fishing and sniffing cookies! (Non vivere pescando e annusando biscotti!)”. 

Premio speciale per l’utilizzo innovativo delle tecnologie informatiche a fini didattici (Premio “Marta Genoviè de Vita”)  

  • IP Servizi “Galvani Iodi” di Reggio Emilia, titolo: “Il Costituzionometro”. 

Premio speciale per il coinvolgimento e la valorizzazione del territorio attraverso iniziative di promozione della legalità (Premio “Alessandra Siragusa”)  

  • IS “Magnaghi” di Salsomaggiore Terme (PR), titolo: “CostituzionalMENTE tutelati”;
  • IS – ITC “E. Sereni” di Afragola (NA), titolo: “Fiore violato: il silenzio che danna!”.