Welfare, via libera al riparto dei fondi per autismo e famiglia

Welfare, via libera al riparto dei fondi per autismo e famiglia
Redattore Sociale del 07/07/2022

ROMA. Via libera delle Regioni in Conferenza Unificata al decreto sul riparto del Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità” per iniziative dedicate alle persone con disturbo dello spettro autistico. “Il Fondo ha una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2021 e 50 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Il provvedimento – ha spiegato il Presidente del Molise, Donato Toma, che oggi ha presieduto la Conferenza delle Regioni – ha recepito le proposte emendative formulate dalle Regioni.

“Sempre nella Conferenza Unificata – ha proseguito Toma – abbiamo sancito l’intesa sul decreto di riparto delle risorse del Fondo per le politiche della famiglia per l’anno 2022. Si tratta in totale di più di 44 milioni: di cui 14 milioni per le funzioni di competenza statale e 30 milioni per le attività di competenza delle Regioni e degli enti locali.

“Un altro tema importante per il welfare del nostro Paese – ha concluso Toma – è il riparto del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione relativo al 2022. Sancita l’intesa in Conferenza Unificata: si tratta di 330 milioni che saranno ripartiti tra tutte le Regioni”. (DIRE)

Scuola e mandato sociale

Scuola e mandato sociale

di Piervincenzo Di Terlizzi

Fare il dirigente scolastico nelle scuole dell’autonomia vuol dire cercare di conoscere ed interpretare, con la maggior profondità possibile, la complessità di una comunità alla quale si è affidati. In questo senso, l’autonomia scolastica recupera uno dei suoi significati originari ed originanti: un modo per essere istituzione, con la maggior vicinanza possibile a coloro i quali con l’istituzione dialogano e che, in realtà, sono essi stessi l’istituzione (altro che “utenti”). Evidentemente, questa operazione è sempre in movimento.

Prendo ad esempio la piccola città del Nordest in cui vivo e lavoro. Leggendone oggi la geografia dei luoghi del sapere, rilevo la presenza di una serie di scuole, che si intrecciano soprattutto in un’area centrale; nella stessa area, operano diverse istituzioni culturali, ciascuna con la sua storia, con i suoi alti e bassi. Ad un altro capo della città, si trova il consorzio universitario; più fuori, un polo tecnologico. In complesso, poi, riconosco un tessuto di attività produttive e associazioni, che connotano quotidianamente saperi informali e non formali. A questa comunità, visibile fisicamente, si associa la comunità virtuale, nei suoi vari segmenti e rappresentazioni (gruppi d’interesse su Facebook, Instagram, TikTok); e a questa si aggiunge, tutta ancora da scrivere ma carica di attese, la comunità che ora nasce e che si svilupperà nel metaverso.

 Vista insieme, la comunità che fa da riferimento al mio lavoro è, quindi, un po’ qui attorno a me e un po’sparsa per il mondo e per il tempo; essa trova comunque un punto simbolico di riferimento, per varie ragioni, nella mia piccola cittadina.

  In questo panorama, da dirigente scolastico, quindi, mi chiedo quale sia, o quali siano, la (le) comunità verso cui si esercita il mio mandato (e quale per conseguenza esso sia). Se, come si è visto, ci sono tanti gruppi che apprendono e fanno conoscenza, se ci sono tante microcomunità che apprendono e fanno conoscenza, ne esiste un punto in comune, un tratto unitario, cui fate riferimento? Tenderei a rispondere di sì, che esista questa dimensione unitaria: essa non è un dato di fatto inamovibile, ma un processo, e consiste nell’esercizio della cittadinanza, fisica e digitale, necessariamente dinamico. La manifestazione di questi saperi di comunità produce comunità e, soprattutto, richiesta di comunità, come spazio di evidenza, di riconoscimento, di negoziazione. Avere presente questo significa, per me,  interpretare il mio mandato istituzionale come impulso a essere costruttore di relazioni all’interno di questa comunità ad assetto e a manifestazioni variabili e complesse. 

  Agendo nella stagione presente e viva, l’istituzione scolastica si pone come elemento di abilitazione a queste relazioni: non può essere, non è più, se mai lo è stato,  l’unico soggetto detentore di sapere, né detentore di un sapere statico, o con un carattere di esclusività; è invece il luogo più evidente all’interno del quale la dimensione sociale della costruzione del sapere diventa riconoscibile: una dimensione agita mediante le relazioni che fanno cittadinanza. 

Rispetto alla scuola-monolite (e a tutti i correlati retorici che le si associano nell’immaginario), alla situazione descritta si riferisce meglio la scuola-sinapsi, elemento di connessione tra dimensioni e forme di sapere plurime. E questo non può che interrogare profondamente il senso politico (nell’accezione più nobile) del ruolo della scuola e, più modestamente, del mio mestiere.

Prove Invalsi: uno studente su due esce da scuola senza le competenze di base

da Il Sole 24 Ore 

Si ferma il crollo negli apprendimenti registrato nel 2021, ma siamo lontani dai numeri pre Covid. Male soprattutto le regioni del Sud e chi proviene da ambienti svantaggiati
di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Il crollo di competenze registrato nel 2021 si è arrestato. Ma sono lontani i numeri del pre Covid e ancora oggi quasi uno studente su due si diploma senza aver raggiunto le competenze di base. Con uno svantaggio nello svantaggio per chi vive nelle regioni meridionali e proviene da territori (e famiglie) svantaggiati. E se la scuola primaria sembra tornata in carreggiata, medie e superiori confermano il gap negli apprendimenti a causa del solco provocato dal Covid e dalla scarsa qualità della didattica a distanza degli anni scorsi.

Il rapporto 2022

È questa la fotografia dei risultati delle prove Invalsi 2022 in italiano, matematica, inglese, illustrata dal presidente dell’Istituto di valutazione Roberto Ricci. Le prove hanno coinvolto oltre 920mila allievi della primaria (classe seconda e quinta), circa 545mila di terza media e poco più di 953mila delle superiori (quest’anno si sono tornate a svolgersi anche in seconda superiore – e poi in quinta). La partecipazione è stata pressocché totale.

Il gap di apprendimenti in uscita dalla scuola

In quinta superiore il 52% degli studenti ha raggiunto almeno il livello adeguato in italiano. Questo significa che il restante 48% dei ragazzi non l’ha raggiunto. Siamo allo stesso livello del 2021 (52% con livello adeguato), ma rispetto al 2019 (nel 2020 le prove Invalsi non sono state svolte per via dell’emergenza sanitaria, ndr) eravamo al 64 per cento. La pandemia ha fatto quindi perdere ben 12 punti. In matematica il 50% degli studenti ha raggiunto risultati base. Anche qui lo stesso valore del 2021. Nel 2019 eravamo al 61%, con un calo quindi, rispetto al periodo pre pandemico, di 11 punti. Il livello B2 in inglese (reading) è raggiunto dal 52% dei ragazzi. Ciò significa che va un po’ meglio rispetto al 2021 (50%), ma siamo sempre sotto rispetto al 2019 (55%). Nell’ascolto (listening) siamo al 38%, in crescita sia rispetto al 2021 (37%) sia rispetto al 2019 (35%).Si allargano i divari territorialiUn altro dato preoccupante è che si allargano ulteriormente i divari territoriali osservati al termine del secondo ciclo d’istruzione. Gli allievi che non raggiungono il livello base in italiano superano la soglia del 60% in Campania, Calabria e Sicilia. In matematica gli studenti sotto il livello adeguato arrivano al 70% in quattro regioni (Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna). Sempre nelle stesse regioni non raggiungono il B2 il 60% dei ragazzi nella prova di reading e l’80% in quella di listening.

Gli altri campanelli d’allarme

In seconda superiore il 66% degli alunni ha raggiunto un livello adeguato in italiano (era il 70% nel 2019 – qui ci sono stati due anni di stop). In matematica ci fermiamo al 54%, 8 punti in meno rispetto a due anni fa. Ad andar peggio sono le regioni del Sud: la quota di studenti che non raggiungono il livello adeguato è molto elevata, spesso superiore al 40 per cento. In terza media il 61% di studenti è “sufficiente” in italiano (62% nel 2021, 65% nel 2019). In matematica il livello adeguato è del 56%, lo stesso del 2021, ma in calo rispetto al 60% del 2019. In inglese reading siamo al 78%, meglio del 76% dello scorso anno e del 77% del 2019, in inglese listening siamo al 62% (60% nel 2021, 59% nel 2019). In tutte le materie i cali maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. Inoltre, tra questi ultimi diminuisce la quota di studenti con risultati più elevati. Come per le superiori, anche alle medie, i divari territoriali non migliorano rispetto alle rilevazioni precedenti e rimangono molto ampi. In alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) si riscontra un maggior numero di studenti con livelli di risultato molto bassi, che si attesta attorno al 50% della popolazione scolastica in italiano, al 55-60% in matematica, il 35-40% in inglese-reading e il 55-60% in inglese-listening. Emergono forti evidenze di disuguaglianza educativa nelle regioni del Mezzogiorno sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l’effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.

La primaria resta stabile

La nota positiva arriva dalla scuola primaria, dove il confronto tra il 2022 e il 2019 registra un quadro sostanzialmente stabile (le elementari hanno quindi retto alla pandemia). In seconda primaria, tre allievi su quattro hanno raggiunto il livello base sia italiano sia in matematica. Rispetto al 2019 in italiano cala di 5 punti la quota di allievi fragili, mentre sale di 6 punti in matematica.

Migliora la dispersione implicita

Una battuta infine sulla dispersione implicita, che misura anche la quota di studenti che termina il percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali. Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021, molto probabilmente a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 si osserva un’inversione di tendenza sia a livello nazionale, dove si ferma al 9,7% (-0,1 punti percentuali) sia a livello regionale. In termini comparativi, il calo maggiore della dispersione scolastica implicita si registra in Puglia (-4,3 punti percentuali) e in Calabria (-3,8 punti percentuali). Tuttavia, le differenze assolute a livello territoriale rimangano molto elevate: Campania (19,8%), Sardegna (18,7%), Calabria (18,0%), Sicilia (16,0%), Basilicata (12,8%), Puglia (12,2%, Abruzzo (10,8%), Lazio (10,7%).


Maturità 2022, prova suppletiva d’italiano: Montale e Pirandello tra gli autori proposti

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il 6 luglio è stato il giorno della prova suppletiva dell’esame di maturità 2022. Così come segnala il Ministero dell’Istruzione sul proprio sito ufficiale, ecco le tracce che sono state scelte per i candidati.

Rispetto alla prova di mercoledì 22 giugno, i candidati hanno dovuto affrontare un traccia su un testo di Montale (poesia “Le parole” tratto dalla raccolta “Satura” per quanto riguarda l’analisi del testo. In alternativa una traccia su un testo di Pirandello (dal “Il fu Mattia Pascal”).

Di seguito il testo in PDF con tutte le tracce scelte dal Ministero per i candidati.

PROVA SUPPLETIVA [PDF]

La prima prova scritta suppletiva si è svolta oggi, mercoledì 6 luglio 2022 dalle ore 8:30; la seconda prova scritta suppletiva si svolge giovedì 7 luglio 2022, con eventuale prosecuzione nei giorni successivi per gli indirizzi nei quali detta prova si svolge in più giorni.

La prova suppletiva si svolge per coloro che, per motivate ragioni, non hanno potuto svolgere le prove nella sessione ordinaria. 

Ai candidati che, a seguito di assenza per malattia, debitamente certificata, o dovuta a grave documentato motivo, riconosciuto tale dalla sottocommissione, anche in relazione alla situazione pandemica, si trovano nell’assoluta impossibilità di partecipare alle prove scritte, è data facoltà di sostenere le prove stesse nella sessione suppletiva.

Ai candidati che, a seguito di assenza per malattia, debitamente certificata, o dovuta a grave documentato motivo, riconosciuto tale dalla sottocommissione, si trovano nell’assoluta impossibilità di partecipare, anche in videoconferenza, al colloquio nella data prevista, è data facoltà di sostenere la prova stessa in altra data entro il termine di chiusura dei lavori previsto dal calendario deliberato dalla commissione.

Se poi non è possibile sostenere le prove scritte nemmeno nella sessione suppletiva o sostenere il colloquio, anche in videoconferenza, entro il termine previsto dal calendario deliberato dalla commissione, i candidati possono chiedere di sostenere le prove in un’apposita sessione straordinaria, producendo istanza al presidente entro il giorno successivo all’assenza.

Ricordiamo che nella prima prova di italiano, del 22 giugno scorso, tra gli autori proposti abbiamo avuto Giovanni Pascoli e Giovanni Verga.

Invalsi 2022, un alunno su due esce dalle scuole superiori con competenze matematiche insufficienti, dispersione implicita in calo

da La Tecnica della Scuola

Di Carla Virzì

Comincia a ridursi la dispersione scolastica implicita, quella cioè relativa agli alunni che non raggiungono i livelli di competenze attese. Dal 9,8% del 2021, infatti, si scende 9,7% del 2022, con un calo estremamente rilevante per la Puglia (-4,3 punti percentuali) e per la Calabria (-3,8 punti percentuali). Numeri che l’istituto attribuisce al ritorno della scuola in presenza, a conclusione del secondo anno scolastico dopo la prima ondata pandemica che ha causato la sospensione delle lezioni in classe per lunghi periodi. Su questo argomento il Presidente dell’Invalsi, Roberto Ricci, ribadisce: “La DaD è stata un ottimo strumento di contenimento dell’emergenza, ma l’importanza della scuola in presenza” la ritroviamo evidente nei dati.

I dati delle scuole superiori

Come sempre i dati più drammatici si riscontrano alle scuole superiori, per effetto di un aggravarsi delle problematiche nel corso degli anni. Insomma, quella che è una lieve carenza alla scuola primaria diventa una difficoltà importante alla scuola secondaria di primo grado e finisce per costituire un problema ormai strutturale alle scuole secondarie di secondo grado. La matematica è tra gli ambiti con le peggiori performances, a differenza dell’inglese, dove si riscontrano i migliori risultati in ogni grado di scuola.

Matematica

Qual è il dato preoccupante alle scuole superiori? Solo il 50% degli alunni in uscita dalle scuole secondarie di secondo grado raggiunge in matematica quello che l’Invalsi definisce il livello 3, che corrisponde alla sufficienza. Il che significa che un alunno su due si diploma (ammesso che riesca ad ottenere il diploma) con competenze matematiche al di sotto della sufficienza. Ricordiamo, in proposito, che per i dati Invalsi ai livelli 1 e 2 corrispondono risultati non adeguati; al livello 3 corrispondono risultati adeguati; al livello 4 risultati buoni; al livello 5 risultati molto buoni.

E di non poco conto è il confronto con il 2019, quando erano il 61% i ragazzi e le ragazze che raggiungevano livelli di competenze sufficienti, un calo a precipizio di oltre 10 punti rispetto al periodo pre-pandemico (ma resta un dato stabile se confrontato con il 2021, quando registrammo l’identico 50%).

Italiano

In Italiano riscontriamo un lievissimo miglioramento. Sono il 52% gli studenti che terminano le scuole superiori con competenze almeno sufficienti (livello 3), a fronte di un 48% di ragazzi con competenze al di sotto della sufficienza nell’uso e nella comprensione della propria lingua. Un dato paradossale se confrontato con le elevate competenze in lingua inglese dimostrate dagli alunni. Insomma agli alunni italiani mediamente viene più semplice raggiungere buoni risultati in inglese che nella lingua madre. Come mai?

Inglese

Ci spieghiamo il fenomeno dei buoni risultati degli alunni in lingua straniera con l’efficienza della didattica della lingua straniera che beneficia di un quadro di competenze attese molto preciso: il quadro comune europeo di riferimento, che è alla base di una vera e propria didattica per competenze. Precisiamo che in Inglese i dati Invalsi considerano fortemente inadeguato il risultato di chi non raggiunga il livello B1 del quadro europeo; non adeguato il livello B1; traguardo previsto dalle indicazioni nazionali il livello B2, “che rappresenta un obiettivo ambizioso,” spiega lo stesso Roberto Ricci, presidente Invalsi, che ha presentato i dati in anteprima alla stampa giorno 5 luglio. Ebbene in lingua inglese gli studenti e le studentesse che raggiungono l’ambizioso traguardo del livello B2 nel reading (competenze di lettura) sono la maggioranza, il 52%, una percentuale in calo di soli 3 punti rispetto al 2019 (55%).

Differenze tra regioni

Le differenze tra le regioni continuano a rappresentare uno dei dati più sconfortanti, dato che la scuola a livello di sistema non sembra essere in grado di mitigare l’effetto del contesto e della provenienza degli studenti sui risultati di apprendimento. Le regioni del Sud (isole incluse), restano molto distanti da quelle del nord in termini non solo di alunni fragili, ma persino in termini di alunni eccellenti. In altre parole le eccellenze al sud raggiungono comunque livelli di competenze inferiori rispetto al nord, con l’eccezione negativa della Liguria, che tra le regioni settentrionali è quella che mostra le maggiori criticità. In fatto di divario territoriale rispetto alle eccellenze ci vengono segnalati fino a 15 punti di differenza tra le regioni del nord e alcune del Mezzogiorno.

Dati, quelli legati alle differenze tra regioni, che rimangono in linea con la situazione riscontrata dieci anni fa: criticità dunque che risalgono molto indietro nel tempo, a ben prima della pandemia.

Per rimanere in tema di eccellenze, un altro dato particolarmente significativo riguarda il fatto che gli allievi eccellenti sono presenti con una percentuale più che doppia tra le famiglie avvantaggiate rispetto a quelle con deprivazione socio-culturale ed economica.

Quanti studenti coinvolti?

Le prove INVALSI 2022 hanno coinvolto oltre 920.000 allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 545.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e poco più di 953.000 di studenti della scuola secondaria di secondo grado (classe II e ultimo anno).

I dati Invalsi servono?

E a chi in modo provocatorio contesta che le rilevazioni Invalsi non porterebbero alcun miglioramento al sistema scolastico, Roberto Ricci ribatte: “Come l’Istat rileva il tasso di occupazione/disoccupazione senza che nessuno le contesti che non fa nulla per migliorare tali livelli di occupazione, così il ruolo dell’Invalsi è di rilevare i dati, non di agire a modificarli”.


Il sondaggio della Tecnica della Scuola

La Tecnica della Scuola interroga i propri lettori su quelle che potrebbero essere le strategie non solo didattiche ma di sistema che potrebbero aiutare la scuola ad essere più efficace sul fronte delle competenze degli alunni e della riduzione dei tassi di abbandono scolastico. Come migliorare le competenze e ridurre la dispersione scolastica?

PARTECIPA AL SONDAGGIO

Nota 7 luglio 2022, AOODGSIP 1902

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico
Ufficio II

Agli Uffici scolastici Regionali LORO SEDI
Alla Provincia Autonoma di Trento Servizio istruzione – TRENTO All’Intendenza scolastica per la lingua italiana – BOLZANO All’Intendenza scolastica per la lingua tedesca – BOLZANO
All’Intendenza scolastica per la lingua ladina – BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta − AOSTA

Oggetto: Festival della Statistica e della Demografia Treviso 15 (anteprima) 16-17-18 settembre 2022. Ottava edizione dal titolo “Per un ritorno al futuro – Il debito demografico e la solidarietà intergenerazionale in una società longeva”, per tutte le Scuole Primarie e Secondarie di I e II grado.