DL “Aiuti” e scuola

DL “Aiuti” e scuola: 8.000 docenti esperti e gli altri tutti sottopagati

Uno su dieci, dopo formazione e selezione. Insegnanti pagati a premi e nemmeno tutti. Il governo (dimissionario) disegna ad agosto l’impianto della scuola nei prossimi anni.
Il governo trova nuove risorse per finanziare la figura del “docente esperto”, un meccanismo selettivo degli insegnanti che riguarderà solo 8.000 lavoratori all’anno e che la categoria ha già bocciato con lo sciopero generale del 30 maggio scorso.

La scuola non può andare avanti con 8.000 docenti esperti, dopo un percorso selettivo che dura 9 anni, mentre funziona quotidianamente con centinaia di migliaia di docenti sottopagati – sottolineano i segretari generali di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, Gilda Unams e Snals Confsal.

È evidente che si trovano i soldi per tutto tranne che per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto da oltre 3 anni. Sarebbe invece il momento di dare un segnale forte al mondo della scuola finanziando adeguatamente il rinnovo.
È un fatto acclarato che le retribuzioni medie dei docenti italiani sono troppo basse, sia rispetto a quelle dei colleghi europei, sia rispetto a quelle degli altri lavoratori del pubblico impiego a parità di titolo di studio.
È intollerabile dunque, che su questo tema la politica continui a far finta di niente. La responsabilità, se non c’è il rinnovo, è di tutte le forze politiche, nessuna esclusa.
Grave l’assenza dell’atto di indirizzo per l’Area V e l’erogazione di risorse una tantum per il FUN, con la conseguente diminuzione retributiva insieme a un non adeguato riconoscimento del lavoro della dirigenza scolastica.

La scuola ora merita attenzione. Serve un provvedimento organico, per pensare oggi, la scuola dei prossimi anni. C’è bisogno di investimenti sulle persone per garantire un futuro migliore a questo Paese che passa appunto attraverso la scuola.

Per il prossimo 8 settembre abbiamo invitato tutti i partiti politici a confrontarsi con i sindacati del settore scuola per capire le loro reali intenzioni, ma intanto vogliamo una riposta immediata – ribadiscono i segretari generali, Francesco Sinopoli, Ivana Barbacci, Giuseppe D’Aprile, Rino Di Meglio e Elvira Serafini – lo stralcio del provvedimento delle misure che riguardano la scuola, che vanno riportate a materia contrattuale e l’individuazione delle risorse per chiudere il negoziato in atto per il contratto di un milione di persone.

Il docente esperto e i due mantra

Il docente esperto e i due mantra

di Francesco Scoppetta

”I docenti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili” possono accedere alla qualifica di ”docente esperto e maturano il diritto ad un assegno annuale ad personam di importo pari a 5.650 euro che si somma al trattamento stipendiale in godimento”. Lo prevede la bozza del decreto legge aiuti bis, in cui si precisa che la qualifica di docente esperto ”non comporta nuove o diverse funzioni oltre a quelle dell’insegnamento” e si fissa un tetto massimo di 8 mila unità per ciascuno degli anni 2032/2033, 2033/2034, 2034/2035 e 2035/2036.

Anche il ministro Bianchi, come tutti i suoi predecessori, intende passare alla Storia lasciando un segno nella scuola italiana che, per definizione, è immutabile. Infatti le reazioni non si sono fatte attendere da parte dei sindacati e dei docenti i quali, all’unisono, hanno ripetuto il mantra “uno vale uno”. Da chi pensate che i grillini abbiano preso il loro slogan diventato, alla prova dei fatti, una barzelletta? Dalla scuola italiana, che è un non luogo dove tutti sono eguali: prendono lo stesso stipendio (fanno eccezione i dirigenti scolastici a seconda della regione in cui operano, un vulnus costituzionale che non interessa proprio a nessuno) qualsiasi cosa facciano, sono giuridicamente e sostanzialmente eguali. Di fatto poi succede che in ogni scuola basta chiedere ai muri e si viene a sapere chi sono i docenti bravi e quelli asini. Infatti ogni genitore iscrive i figli a scuola facendo al preside nome e cognome dei docenti desiderati e dei docenti rinnegati.

Ora, siccome il mantra (formula magica, la cui efficacia non dipende dalla partecipazione interiore del soggetto che la pronuncia) dell’1 vale 1 nella scuola italiana si fa risalire più o meno ai comandamenti di Mosè, di tanto in tanto qualche ministro si inventa un metodo cartaceo per smuovere le acque. Non essendo possibile che sia qualcuno in carne e ossa (preside, alunni, genitori, colleghi) a stabilire chi sono i bravi e gli asini , si pensa ad un meccanismo astratto e oggettivo, ad una gara dove possono partecipare tutti stabilendo punto di partenza e arrivo. Bianchi ha pensato ad una gara con tre step, chiamati corsi di aggiornamento. Solo che alla fine non so come (sorteggio?) saranno solo 8000, uno per scuola, a vincere l’aumento di 400 euro al mese. I corsi di aggiornamento in Italia è noto sono utili non a chi li segue ma a chi li organizza. Sono come la revisione delle auto, un altro metodo per favorire le officine con la scusa di pensare agli automobilisti. Sono, in buona sostanza, adempimenti formali basati su un altro mantra della scuola italiana che è il seguente: più ascolti (in silenzio) più impari.

Mi fermo qui, perchè è evidente che se una generazione in futuro non farà piazza pulita di questi due mantra, attraverso il principio di realtà, non sarà possibile effettuare l’unica operazione necessaria, utile e vantaggiosa per (riformare) la scuola italiana. Creare una carriera docente di modo che i bravi vengano pagati meglio dei non bravi, incentivando tutto il personale a migliorare le prestazioni e la professionalità e favorendo così l’entrata nella scuola di giovani risorse che oggi rifiutano l’esistente, l’appiattimento salariale di tipo sovietico. Purtroppo occorre attendere una generazione nuova perchè quella di adesso è molto affezionata  ai due mantra e ai salari sovietici in nome di un principio che viene chiamato “lotta alla scuola-azienda”.

La scuola-azienda, per capirci, è quella che hanno in testa i genitori quando ad agosto dicono al preside: Senti, ho iscritto da te mio figlio, ma fallo capitare col prof Tizio e mi raccomando che non abbia Caio, altrimenti lo trasferisco subito.

Graduazione posizioni di dirigente scolastico

Atto di indirizzo per l’individuazione dei criteri generali di graduazione delle posizioni di dirigente scolastico: cosa non torna

A distanza di ben due mesi dalla conclusione della procedura di confronto, con il decreto dipartimentale 20 luglio 2022, n. 1791 è stato emanato l’Atto di indirizzo per l’individuazione dei criteri generali di graduazione delle posizioni di dirigente scolastico. 

Tale decreto, pubblicato solo il primo agosto scorso, definisce i criteri individuati dall’Amministrazione in coerenza con il disposto dell’art. 12, cc. 3 e 4 del vigente CCNL area V dell’11 aprile 2006, come previsto dall’art. 42 del CCNL dell’area “istruzione e ricerca” 2016-2018. Essi saranno applicati “in via sperimentale” per gli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024 e, ai sensi dell’art. 3 del decreto, sono oggetto di verifica dell’Amministrazione per una eventuale revisione al termine dell’anno scolastico 2023/2024. 

Il provvedimento è la cornice di riferimento per i singoli USR i cui Direttori generali, ai sensi dell’art. 2 del medesimo decreto, devono attestare che le singole istituzioni scolastiche abbiano inserito al SIDI i criteri. 

Detti criteri generali e i parametri numerici, declinati secondo gli indicatori della dimensione, della complessità e del contesto socio-territoriale, a nostro parere risultano deficitari. Da una parte, infatti, nell’ambito della complessità – cui è stato tuttavia conferito un maggiore peso, come auspicato dall’ANP – constatiamo tra i fattori presi in considerazione la presenza di laboratori/officine sebbene, ai fini del calcolo del punteggio dell’istituzione scolastica interessata, limitati a un massimo di quattro. Riteniamo che tale elemento, data la complessa gestione che lo caratterizza, possa contribuire al riconoscimento economico delle responsabilità poste in capo ai dirigenti scolastici, a partire da quella penale conseguente alla gestione della sicurezza. 

Dall’altra parte, invece, rileviamo come l’Amministrazione, pur sollecitata sul punto dall’ANP durante le sedute di confronto, non abbia tenuto conto di un altro fattore a nostro parere determinante: il dovuto riconoscimento, sotto l’aspetto retributivo, dell’esposizione del dirigente scolastico alla responsabilità amministrativo-contabile collegata al volume delle risorse impegnate e liquidate in esito alle attività negoziali. Non condivisibile, poi, risulta la questione del punteggio assegnato alle aziende agrarie e la limitazione ai soli istituti alberghieri della gestione dell’Hccp. 

Al di là delle notazioni di dettaglio, sulle quali chiediamo che l’Amministrazione presti la dovuta attenzione, per l’ANP, come sostenuto in più occasioni, è necessario che la transizione alle fasce a livello nazionale non comporti in alcun modo restituzioni da parte dei colleghi e che le posizioni economiche siano allineate alle fasce più alte, anche in funzione di valorizzazione del ruolo della dirigenza scolastica. 

Un memento, infine, sulla problematica decisiva da risolvere: la necessità di un incremento strutturale delle risorse per la tenuta del fondo affinché la questione retributiva dei dirigenti scolastici acquisisca finalmente il carattere della stabilità. 

Dl Aiuti bis: i sindacati della scuola bocciano la figura del «docente esperto»

da Il Sole 24 Ore

Il testo introduce una forma di carriera. La denuncia: «Si trovano i soldi per tutto tranne che per il rinnovo del contratto nazionale. Non servono premi ma risorse»
di Redazione Scuola

«Il governo trova nuove risorse per finanziare la figura del docente esperto, un meccanismo selettivo dei prof che riguarderà solo 8.000 lavoratori all’anno e che la categoria ha già bocciato con lo sciopero generale del 30 maggio scorso». La critica arriva dai segretari generali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda Unams e Snals Confsal. «Si trovano i soldi per tutto tranne che per il rinnovo del contratto nazionale. Vogliamo lo stralcio del provvedimento delle misure che riguardano la scuola, che vanno riportate a materia contrattuale, individuando le risorse per chiudere il negoziato per il contratto di un milione di persone».

Il decreto

Il riferimento è al decreto Aiuti bis (approvato dal Consiglio dei ministri del 4 agosto) che, per quanto concerne la scuola prevede una revisione delle norme sulla formazione continua degli insegnanti, appena introdotte con la riforma legata al Pnrr e – soprattutto – la nascita della figura del “docente esperto” che guadagnerà 5.650 euro in più (400 euro al mese) sotto forma “assegno annuale ad personam”. I prof “esperti” non potranno essere più di 8mila e saranno selezionati tra i docenti di ruolo che «abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili». Prevista una “una tantum” accessoria da stabilire con i contratti tra il «10 e il 20%» per chi completa un percorso triennale.

«Responsabilità di tutte le forze politiche»

«È un fatto acclarato che le retribuzioni medie dei docenti italiani sono troppo basse, sia rispetto a quelli dei colleghi europei, sia rispetto a quelli degli altri lavoratori del pubblico impiego a parità di titolo di studio. È intollerabile dunque, che su questo tema la politica continui a far finta di niente. La responsabilità, se non c’è il rinnovo, è di tutte le forze politiche, nessuna esclusa», attaccano Francesco Sinopoli, Ivana Barbacci, Giuseppe D’Aprile, Rino Di Meglio e Elvira Serafini.
«Grave l’assenza dell’atto di indirizzo per l’Area V e l’erogazione di risorse una tantum per il Fun, con la conseguente diminuzione retributiva insieme a un non adeguato riconoscimento del lavoro della dirigenza scolastica. La scuola ora merita attenzione. Serve un provvedimento organico, per pensare oggi, la scuola dei prossimi anni. C’è bisogno di investimenti sulle persone per garantire un futuro migliore a questo paese che passa appunto attraverso la scuola».
Molto critico anche il sindacato Anief che parla di «colpo di mano del Governo Draghi: dopo le dimissioni del premier – afferma il presidente Marcello Pacifico – e lo scioglimento delle Camera, avrebbe dovuto svolgere solo i cosiddetti “affari correnti”, invece travalica ampiamente i suoi poteri e con il decreto legge Aiuti bis si appresta a portare modifiche importanti al Pnrr emanando una norma che introduce una nuova figura di insegnante, il docente senior».

Anp

Preoccupati, infine, anche i dirigenti scolastici di Anp (Associazione nazionale presidi): «Le risorse destinate al sistema scolastico – afferma il presidente nazionale Antonello Giannelli – diminuiscono nell’indifferenza di tutti. La scuola, invece, deve essere la priorità perché ne va del nostro futuro. Lo diciamo da tempo e lo ripetiamo oggi: è necessario pensare una scuola nuova con modelli metodologici e valutativi rivisti in profondità e con una reale personalizzazione dei percorsi. Serve un cambio di passo per garantire pari opportunità e successo formativo a ogni studente. Solo così potremo pensare di dare risposte ai bisogni formativi dei ragazzi che affollano le nostre scuole, preparandoli alle esigenze del mondo, del lavoro e delle università».

L’invito

Per il prossimo 8 settembre i sindacati hanno invitato tutti i partiti politici a confrontarsi con loro del settore scuola «ma intanto vogliamo una riposta immediata – lo stralcio del provvedimento delle misure che riguardano la scuola, che vanno riportate a materia contrattuale, individuando le risorse per chiudere il negoziato in atto per il contratto di un milione di lavoratori».

Periodo di formazione e prova per i docenti neo-assunti: il parere del CSPI

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), nel corso della seduta plenaria del 4 agosto, ha espresso il proprio parere sullo schema di decreto del Ministro dell’istruzione recante «Disposizioni concernenti il percorso di formazione e di prova del personale docente ed educativo, ai sensi dell’articolo 1, comma 118, della legge 13 luglio 2015, n. 107 e dell’articolo 13, comma 1 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, nonché la disciplina delle modalità di svolgimento del test finale e definizione dei criteri per la valutazione del personale in periodo di prova, ai sensi dell’articolo 44, comma 1, lett. g), del decreto legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito con modificazioni dalla L. 29 giugno 2022, n. 79.»

Il CSPI ribadisce la centralità e l’importanza del reclutamento e della formazione iniziale del personale mediante la valorizzazione delle capacità e delle potenzialità professionali degli aspiranti e rileva “la necessità di una formazione
ampia e integrata di tutte le competenze della professione docente, a partire da quelle pedagogiche relative alla costruzione consapevole del modello di scuola e di stile di insegnamento, alla gestione della relazione educativa e al dialogo formativo fra le generazioni, anche alla luce dei bisogni e delle emergenze socio-educative manifestatesi nella pandemia. A tali competenze si integrano quelle metodologiche, didattiche, linguistiche, ecc
.”

Il CSPI, pur apprezzando il tentativo di realizzare una organica riforma del sistema di reclutamento e di formazione iniziale, ritiene tuttavia che “sarebbe opportuna una riflessione rispetto all’orizzonte temporale di applicazione complessiva di tutta la riforma“.

Infine, rispetto al complesso delle figure coinvolte nella nuova procedura e in considerazione dell’esiguità dell’attuale dotazione organica, propone di implementare l’organico dei dirigenti tecnici.

IL PARERE DEL CSPI

L’ALLEGATO A

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Riforma (mancata) della carriera degli insegnanti: come volevasi dimostrare…

da Tuttoscuola

“Ma nessuno si è chiesto che senza ‘l’entrata in vigore della riforma della carriera degli insegnanti’, preciso impegno assunto con il PNRR, al momento disatteso, l’Europa potrebbe bloccare tutto?”. 

Tuttoscuola poneva la domanda il 23 maggio scorso, subito dopo il convegno sul tema promosso dalla nostra testata a Didacta, quando stava per iniziare in Parlamento il dibattito per la conversione in legge del DL 36 presentato dal Governo Draghi. A quanto pare eravamo stati facili (sia pure unici) profeti.

Ieri il Governo ha frettolosamente inserito un articolo in materia di istruzione in coda al DL Aiuti bis, tra misure urgenti in materia di energia, di emergenza idrica e bonus vari, correggendo una riforma varata per legge solo un mese fa. Cosa potrebbe aver spinto il Governo a cambiare idea dopo poche settimane? Difficile pensare che non sia stato un aut aut posto da Bruxelles, che rappresenta anche un avvertimento molto chiaro sulla fermezza con la quale la Commissione europea vigilerà sul rispetto degli impegni presi con il PNRR.

Sin dal 9 maggio avevamo posto la questione: “Tra i traguardi del PNRR in scadenza il 30 giugno 2022 è prevista l’entrata in vigore della riforma della carriera degli insegnantiInfatti, la ‘Riforma 2.2’ prevede: ‘La riforma mira a costruire un sistema di formazione di qualità per il personale della scuola in linea con un continuo sviluppo professionale e di carriera’.
Di questa riforma, tuttavia, nel Decreto-legge 36 del 30 aprile scorso non c’è alcuna traccia. Si parla di incentivi una tantum per la formazione, di valorizzazione della permanenza in sede per favorire la continuità didattica, ma per la carriera degli insegnanti c’è un silenzio assoluto”.

Lo scrivevamo il 9 maggio scorso.

Lo ricordavamo il 16 maggio: “il decreto elude (…) la lettera del PNRR (che parla espressamente di carriera degli insegnanti).

A rischio di risultare ripetitivi, il 30 maggio insistevamo: “C’è il fondato timore che si perda un’occasione storica. L’Europa che aveva valutato l’impianto del PNRR italiano, che comprendeva esplicitamente ‘l’entrata in vigore della riforma della carriera degli insegnanti’, rimarrà in silenzio davanti al venir meno di questo impegno?”.

Il 27 giugno scorso, dopo l’approvazione definitiva della legge 79/2022, dovevamo prendere atto della scelta: “Un impegno, quello preso dall’Italia di fronte alla Commissione e ai partner europei per l’attuazione del PNRR, che è stato sostanzialmente disatteso”.

E poi la valutazione finale: “I pochi grand commis e superconsulenti ‘padri’ del testo che diventerà presto legge si sono in questo modo assunti una grossa responsabilità. In primo luogo perché la Commissione europea, se volesse essere attenta, potrebbe notare che di vera carriera non si vede traccia, in quanto non ci sono differenziazioni di ruoli, profili, incarichi aggiuntivi. E poi perché il sistema scolastico ha un grande bisogno di ritrovare motivazione”.

Appelli rimasti inascoltati. Ora il provvedimento d’urgenza nel DL Aiuti bis, con il quale si cerca di porre rimedio, confermando – a questo punto inevitabilmente – il discutibile impianto della formazione incentivata e inserendo, con i primi effetti tra dieci anni e per una percentuale minima di insegnanti, aumenti di stipendio (non differenziazioni di carriera, non professionalità intermedie) permanenti.

Una discussione più approfondita nell’arco dei due mesi disponibili avrebbe consentito, se ci fosse stata la volontà (e la visione, lasciateci dire), di partorire una riforma migliore su una questione strategica come lo sviluppo e la valorizzazione professionale degli insegnanti, una professione sempre meno in grado di attrarre le risorse più competenti e motivate. Peccato.

Per approfondimenti:

– DL 36/22 in Parlamento. Cosa c’è da cambiare

– Il vulnus della carriera che non c’è/: proposte di modifica avanzano

– Carriera dei docenti: sorpresa, nell’atto di indirizzo c’è un piccolo appiglio
– Carriera dei docenti: che fine ha fatto il Middle Management?

– Carriera dei docenti/2: la si realizza con un eventuale premio ‘una tantum’?

DL Aiuti-bis: il Governo costretto a correggere se stesso e a introdurre un principio di carriera dei docenti

da Tuttoscuola

Il PNRR aveva previsto tra le riforme dell’istruzione la carriera dei docenti, ma il DL 36, convertito poco più di un mese fa dalla legge n. 79, aveva declassato quell’impegno assunto davanti all’Europa in semplice “progressione stipendiale per anzianità”. E aveva poi introdotto la “formazione incentivata”, prevedendo un premio una tantum.

Ma sembra che l’Europa non abbia accettato quel declassamento e avrebbe richiamato il Governo a porvi rimedio, pena l’annullamento dei finanziamenti. Proprio quanto aveva paventato ripetutamente Tuttoscuola sin da quando era stato depositato dal Governo in Parlamento il decreto legge 36.

In proposito non ci sono stati comunicati di Palazzo Chigi e neanche interventi da esponenti del Governo. Tuttavia, la conferma indiretta delle voci sulla bocciatura della mancata carriera dei docenti è venuta dal Decreto-legge “Aiuti-bis” che il Governo sta per varare.

Infatti, nel testo ufficioso del nuovo DL, all’art. 39 sono stati inseriti a sorpresa i commi 4-bis e 4-ter che introducono la figura del “docente esperto” che rompe l’uniformità della funzione docente.

Il fatto che questa modifica intervenga a poco più di un mese dalla norma che aveva negato il ben che minimo accenno di carriera dei docenti, lascia chiaramente intendere che vi è stato un intervento esterno a imporlo.

Ma quale sarebbe la strada scelta dal Governo oggi dimissionario per introdurre una forma di carriera dei docenti nel tentativo di non mettere a rischio i fondi del PNRR?

Da una prima lettura dei due commi riformatori non emerge una struttura di carriera dei docenti vera e propria, ma la figura del docente esperto rappresenta indubbiamente l’abbattimento di un primo diaframma che potrebbe aprire sbocchi nuovi e interessanti, superando l’appiattimento di una progressione stipendiale uguale per tutti che non riconosce impegni e competenze e non incentiva per il loro miglioramento. Ecco uno stralcio della bozza di decreto che circola:

«4-bis. I docenti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili di cui al comma 1, nel limite del contingente di cui al secondo periodo del presente comma e comunque delle risorse disponibili ai sensi del comma 5, possono accedere alla qualifica di docente esperto e maturano conseguentemente il diritto ad un assegno annuale ad personam di importo pari a 5.650 euro che si somma al trattamento stipendiale in godimento. Può accedere alla qualifica di docente esperto, che non comporta nuove o diverse funzioni oltre a quelle dell’insegnamento, un contingente di docenti definito con il decreto di cui al comma 5 e comunque non superiore a 8 mila unità per ciascuno degli anni 2032/2033, 2033/2034, 2034/2035 e 2035/2036. Il docente qualificato esperto è tenuto a rimanere nella istituzione scolastica per almeno il triennio successivo al conseguimento di suddetta qualifica. I criteri in base ai quali si selezionano i docenti cui riconoscere la qualifica di docente esperto sono rimessi alla contrattazione collettiva…”

4-terA decorrere dall’anno scolastico 2036/2037 le procedure per l’accesso alla qualifica di docente esperto sono soggette al regime autorizzatorio di cui all’articolo 39, comma 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, nei limiti delle cessazioni riferite al personale docente esperto e della quota del fondo di cui al comma 5 riservata alla copertura dell’assegno ad personam da attribuire ad un contingente di docente esperto nella misura massima di 32 mila unità».

Spiccano alcuni aspetti critici nella bozza in circolazione: il nuovo trattamento stipendiale aggiuntivo e permanente riguarderà solo l’1% dei docenti tra dieci anni (2032/2033), e si estenderà fino a non più del 4% nei successivi tre anni (2035/2036). Considerata l’età media del corpo docente, quasi la metà dei docenti in servizio sono tagliati fuori da questa misura. Non sono al momento chiari i criteri di valutazione per selezionare i docenti che potranno accedere all’assegno annuale di 5.650 euro, né chi valuterà.

Plaude a questa innovazione l’on. Valentina Aprea di Forza Italia che in un emendamento alla legge 79/2022 aveva previsto proprio anche la figura del docente esperto. Ma ritiene che la logica che i commi sottendono sia ancora troppo schiacciata su criteri corporativi e centralistici, che non introducono una vera differenziazione delle funzioni del docente “esperto”. “Va assolutamente introdotta – conclude la Aprea – per il docente “esperto”, insieme all’insegnamento una funzione differenziata tra quelle indicate nella legge 79/2022, dal tutoraggio a tutte le altre funzioni legate ad un vero e proprio middle management”.

Sarà interessante ora verificare la reazione del mondo sindacale che poco tempo fa, a parte l’apertura a discuterne da parte della Cisl Scuola, non aveva reagito davanti alla mancata riforma della carriera dei docenti.

eTwinning, 8 posti per docenti italiani

da Tuttoscuola

Per l’Italia sono disponibili otto posti per Rural Teachers from Mediterranean Countries Together at European School Education Platform, il primo seminario multilaterale eTwinning in presenza del 2022, un evento riservato ai docenti provenienti da piccole comunità scolastiche dell’area Mediterranea. Possono fare la domanda insegnanti della scuola primaria e secondaria di I grado, di qualsiasi materia, attivi in scuole di zone rurali, geograficamente svantaggiate e/o a rischio di isolamento geografico, con una bassa popolazione studentesca. L’incontro, organizzato dall’Unità nazionale albanese, si svolgerà a Durazzo, in Albania, dal 26 al 28 settembre ed ha lo scopo di incentivare la collaborazione tra i Paesi del bacino del Mediterraneo, favorendo la creazione di progetti eTwinning.

In questi contesti la digitalizzazione nella didattica e la progettazione con eTwinning possono essere uno strumento straordinario di innovazione, in grado di favorire l’inclusione e lo sviluppo di competenze trasversali nonché il superamento dell’isolamento geografico in cui spesso queste scuole si trovano. Durante il seminario, aperto ad Albania, Italia, Spagna, Bosnia Erzegovina, Slovenia, Croazia, Bulgaria e Cipro, sono previsti workshop di approfondimento sull’uso degli strumenti e sulla progettazione eTwinning. Si richiede inoltre una conoscenza adeguata dell’inglese, lingua di lavoro del seminario.  Non è richiesta un’esperienza specifica con eTwinning, dato che il seminario è indirizzato a eTwinner principianti, ma sarà considerata l’attività pregressa sulla piattaforma in termini di aggiornamento del profilo, eventuale partecipazione a progetti di collaborazione e alle opportunità di formazione professionale. Per candidarsi bisogna essere iscritti a eTwinning da prima del 31 dicembre 2021. Tra le candidature ricevute, l’Unità nazionale selezionerà i docenti italiani invitati a partecipare. La sistemazione in albergo e i pasti (limitatamente a quanto previsto dal programma) verranno gestiti direttamente dall’Unità italiana sia per la prenotazione che per il pagamento, mentre le spese di viaggio, la cui organizzazione è a cura di ciascun partecipante, saranno rimborsate al rientro, previa presentazione della documentazione in originale e in base alle regole di rimborso che saranno comunicate ai docenti selezionati. Saranno contattati soltanto i docenti selezionati. Nelle settimane successive potrebbero essere contattati ulteriori candidati per eventuali sostituzioni. Per info: selezioni.etwinning@indire.it

Leggi 5 agosto 2022, nn. 110 – 111

Legge 5 agosto 2022, n. 110 

Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2021. (22G00119)

Legge 5 agosto 2022, n. 111 

Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2022. (22G00118)

(GU Serie Generale n.183 del 06-08-2022 – Suppl. Ordinario n. 30)

Decreto Dipartimentale 5 agosto 2022, AOODPIT 1918

Graduatoria delle istituzioni scolastiche ammesse a finanziamento relativo all’Avviso prot. 1664 del 6 luglio 2022 finalizzato all’individuazione di istituzioni scolastiche per la realizzazione di percorsi didattico/educativi destinati ad alunni provenienti da contesti migratori, con particolare riferimento agli alunni provenienti dall’Ucraina, nella fascia 0-14 anni, da svolgersi nel periodo estivo nell’ambito del progetto FAMI PROG-3823 “Piano Estate Minori Stranieri 2022” Obiettivo specifico 1 Asilo – Obiettivo nazionale 2 Accoglienza/Asilo, lett. c) Qualificazione del sistema di prima e seconda accoglienza.

Indicazioni strategiche ad interim per preparedness e readiness ai fini di mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico (a.s. 2022 -2023)

– versione 5 agosto 2022

Nota 5 agosto 2022, AOODGRUF 41264

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione generale per le risorse umane e finanziarie – DGRUF Ufficio VII (ex Ufficio IX)

Alle Istituzioni Scolastiche ed educative statali
e p.c. All’Ufficio Scolastico Regionale competente per il territorio
Ai revisori dei conti per il tramite della scuola

Oggetto: E.F. 2022 – Attivazione della rilevazione per la quantificazione degli oneri afferenti all’indennità di sostituzione del DSGA– a.s. 2021/22

Legge 5 agosto 2022, n. 108

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 giugno 2022, n. 68, recante disposizioni urgenti per la sicurezza e lo sviluppo delle infrastrutture, dei trasporti e della mobilita’ sostenibile, nonche’ in materia di grandi eventi e per la funzionalita’ del Ministero delle infrastrutture e della mobilita’ sostenibili. (22G00120)

(GU Serie Generale n.182 del 05-08-2022 – Suppl. Ordinario n. 29)


Disposizioni urgenti per la sicurezza e lo sviluppo delle infrastrutture, dei trasporti e della mobilita’ sostenibile, nonche’ in materia di grandi eventi e per la funzionalita’ del Ministero delle infrastrutture e della mobilita’ sostenibili. (22G00082)

(GU Serie Generale n.139 del 16-06-2022)