G. Pelecanos, L’uomo che amava i libri

Pelecanos, tutto è America

di Antonio Stanca

  George Pelecanos è uno scrittore americano di romanzi polizieschi. Di origine greca, è nato a Washington nel 1957, ha sessantacinque anni, ha praticato molti mestieri, poi ha cominciato a scrivere per giornali e riviste edinfine è passato alla narrativa. Molti sono i romanzi, da soli o in serie, che finora ha scritto. Pure miniserie per la televisione ha scritto. Molti premi ha ricevuto. In America è considerato uno dei maggiori autori viventi del genere poliziesco.

Un’edizione speciale di un suo romanzo, L’uomo che amava i libri, del 2020 è uscita adesso allegata al “Corriere dello Sport-Stadio” e “Tuttosport”. E’ il primo volume della collana “Brividi d’estate”. La traduzione è di Giovanni Zucca.

   E’ un’opera che offre la possibilità di constatare la particolare maniera con la quale Pelecanos procede nelle sue narrazioni. Il suo non è solo un poliziesco ma anche un romanzo d’ambiente, di vita, di società, un racconto di come si sta, di cosa si fa in quell’America tanto grande di spazi, tanto lunga di tempi, che fa sempre da sfondo. 

Ne L’uomo che amava i libri l’America è quella dei tempi moderni, quelli che hanno assistito alla difficile integrazione dei negri, agli scontri con i bianchi, alla diffusione del malcostume, alla crisi dei valori morali, spirituali, della famiglia, della religione, della scuola,quelli che hanno visto giovani e adulti concedersi al vizio, alla deviazione, alla depravazione. Non ci sarà riparo a tanto danno, non ci saranno rimedi quando la famiglia, la società, la nazione saranno tutte coinvolte in un processo di disfacimento, quando sarà venuto a mancare ogni riferimento. E’ la situazione che si èdiffusa poi negli altri paesi. L’America li ha preceduti anche in essa. Di quest’America rovinata dice Pelecanosnel romanzo, di chi ci vive, lavora, abita ed anche ruba, spaccia, violenta, uccide, di chi traffica in nero, si muove durante la notte, è stato o è in carcere. Di tutta quell’umanità che non è solo americana poiché da tanti posti vi è giunta, tanti modi ha dovuto accettare. Quello dell’illegalità è sembrato il più facile a qualsiasi livello e Pelecanos è andato a scoprirlo, a mostrarlo senza caricarlo di tensione, di paura, di terrore ma procedendo con semplicità, con naturalezza. Nell’opera è passato tra tante situazioni gravi, tante persone pericolose e le ha fatte vedere come proprie di un ambiente, come elementi legati alla sua vita, alla sua storia. A quella vita, a quella storia che avvengono in segreto, accanto, insieme alle altre che si vedono.

E’ la qualità maggiore del Pelecanos, dire tutto dell’America compresa quella cattiva senza esasperarla ma mostrandola come necessaria, inevitabile. Nuovo è lo scrittore in questo atteggiamento, non se n’era visto uno uguale: anche la vita nascosta diventa normale! Anche il male trova una ragione!

Europa, anno scolastico a rischio tra carichi di lavoro e cattedre scoperte. Uno sguardo complessivo sul continente

da La Tecnica della Scuola

Di Andrea Maggi

La scuola, per via di una strisciante ed estiva campagna elettorale, torna a far parlare di sé. La scarsa stabilità riservata al corpo docenti, il limitato welfare ed il precario status occupazionale e retributivo giocano da sempre un ruolo centrale e negativo nella categoria, che urla a gran voce il proprio sgomento contro una classe politica poco attenta al problema – o alla questione – della formazione di qualità. La penuria dei docenti è avanzata in merito al massiccio tasso di pensionamenti dello scorso biennio, dato che il Belpaese vanta una percentuale elevatissima di docenti di età pari o superiore ai cinquant’anni. L retoriche assuntive, di abilitazione e di arruolamento dei nuovi docenti, salvo misure drastiche come quella mossa di recente dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, si rivelano inconsistenti, ferruginose e di lenta realizzazione, mentre le scuole abbondano di classi pollaio. La copertura dei docenti, anche per via delle modeste condizioni retributive e lavorative, resta limitata, e per il prossimo anno si rischia una penuria terribile, anche nel continente europeo.

Assunzioni, graduatorie ed anzianità: la scuola italiana tra classi pollaio e ritardi

Occorre condurre numerose riflessioni in merito all’annosa problematica di penuria docenti che caratterizza il sistema scolastico della penisola. Se è già arcinota la campagna di reclutamento avanzata dal Ministro Bianchi circa l’assunzione di 94.000 docenti per il prossimo anno scolastico insistendo sulle polverose e dimenticate graduatorie, sta di fatto che molte di queste, allestite su base regionale, vedono una limitata presenza di concorrenti. Di quanto appena descritto è possibile trovare riferimenti sul comunicato del MI datato 21 luglio 2022. La questione resta spinosa per l’AS 2022-2023: i sindacati a livello regionale, vista l’assunzione performata con caratteri interni, rendono noto che almeno la metà delle classi rischia di rimanere scoperta per via della penuria di aspiranti e docenti. Risentono di conseguenza qualità della formazione e dell’offerta didattica. Pare dunque che – come affermato dalle sigle sindacali di categoria UIL, CGIL e SNALS Scuola – nonostante la paradossale abbondanza di opportunità professionali nel mondo della scuola, le graduatorie non abbondino proprio di quelle figure necessarie allo sforzo di settore richiesto a settembre. Per il nostro paese è possibile sottoscrivere almeno 150.000 contratti annuali per evitare di lasciare scoperte le classi durante il prossimo autunno.

I dati europei. Carichi di lavoro eccessivi e retribuzione scarsa. Numerosi i posti vacanti

Per il Regno Unito, i reclami per carichi di lavoro elevati, responsabilità e obiettivi infiniti, insieme a un compenso insufficiente per le ore in una settimana lavorativa, provocano una crisi fisiologica del settore portando i docenti a dimettersi e a cercare lavoro in una scuola privata, lasciando un posto vacante presso il settore pubblico. Secondo un recente sondaggio YouGov UK, il 53% degli insegnanti sta valutando la possibilità di lasciare l’insegnamento, indipendentemente dall’anzianità e dall’esperienza. Circa 11.000 giovani insegnanti infatti lasciano la formazione, un esodo che è triplicato negli ultimi sei anni e indica una terribile perdita di energie e di nuovi e futuri talenti nell’insegnamento. Questo autunno, le scuole tedesche potrebbero trovarsi a corto di circa 40.000 insegnanti, secondo DphV, che raccomanda di importare insegnanti di lingua tedesca dall’Europa orientale come misura provvisoria. L’organizzazione degli insegnanti DphV ha avvertito che la carenza di insegnanti in Germania sta aumentando drammaticamente, saltando di circa il 60 percento rispetto alla prima metà dell’anno e raggiungendo livelli particolarmente acuti nelle discipline come matematica, informatica, biologia, chimica e fisica.Secondo il presidente del DphV Heinz-Peter Meidinger, la situazione potrebbe peggiorare probabilmente nei prossimi dieci anni, dato che circa 300.000 degli attuali 770.000 insegnanti nelle scuole tedesche andranno in pensione.


Docente esperto, Bianchi: “Dopo tre cicli di formazione, docenti possono ottenere 15% in più della retribuzione media”

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Nell’intervista rilasciata al ‘Messaggero’, Patrizio Bianchi parla anche della figura del docente esperto:

“Con la riforma del reclutamento avevamo già messo in campo un sistema di formazione incentivata. Dopo un triennio di formazione valutata positivamente gli insegnanti avranno un incentivo una tantum. Parliamo di una formazione che offriremo in modo gratuito, di qualità, pensata per accompagnare il miglioramento di tutto il sistema educativo. Con il decreto aiuti bis abbiamo aggiunto un tassello, per valorizzare ancor di più la formazione dei docenti lungo tutto l’arco della loro vita professionale. Dopo tre cicli di formazione con valutazione positiva, possono ottenere un assegno permanente da oltre 5mila euro lordi annui che consentono un salto del 15% rispetto alla retribuzione media. Chi otterrà questo riconoscimento avrà una qualifica che corrisponde a quella europea di docente esperto”.