100mila classi innovative e laboratori per le professioni del futuro col Pnrr

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

In arrivo, almeno sulla carta, 2,1 miliardi del Pnrr per aule e laboratori 4.0 che sono stati assegnati ai presidi ai primi di agosto e che portano a 4,9 miliardi la dote per l’innovazione degli istituti scolastici arrivata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Un modo importante attraverso il quale il governo uscente spera di cominciare a invertire la rotta sulla digitalizzazione dell’istruzione.

Infatti, specifica Il Sole 24 Ore, nonostante i progressi, l’Italia si colloca ancora al 18° posto fra i 27 Stati membri dell’Ue, mentre delle quattro categorie esaminate è proprio il capitale umano quella che sconta il ritardo maggiore con una poco lusinghiera 25^ posizione complessiva.

Nel complesso tuttavia  sono 4.9 miliardi le risorse mobilitate dal Piano ripresa e resilienza e  tanti gli interventi, mentre per quanto riguarda i 2,1 miliardi del piano Scuola 4.0, l’obiettivo è trasformare almeno 100mila aule tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e creare laboratori per le professioni digitali del futuro negli istituti scolastici del secondo ciclo. Per quanto riguarda le “Next generation classrooms”, in ciascuna scuola potranno essere “riprogettate” almeno la metà delle classi attuali, trasformando arredi e attrezzature.

Con i “Next generation labs” invece, – si legge sempre sul Sole 24 Ore-, gli studenti degli istituti superiori potranno sviluppare competenze digitali specifiche nei diversi ambiti tecnologici avanzati come robotica, intelligenza artificiale, cybersicurezza, comunicazione digitale, anche attraverso attività autentiche e di effettiva simulazione dei luoghi, degli strumenti e dei processi legati alle nuove professioni.

Rientro a scuola a settembre. Che cos’è l’etichetta respiratoria? Le indicazioni dell’Iss

da La Tecnica della Scuola

Di Carla Virzì

Per l’anno scolastico 2022-2023 il rientro in classe sarà essenzialmente un rientro ordinario come in periodo pre Covid. Poche misure e blande, saranno quelle che caratterizzeranno il ritorno a scuola. L’argomentazione del Governo? “Nonostante gli interventi nel setting scolastico possano essere specifici, è necessario sottolineare che la scuola si inserisce nel contesto più ampio della comunità, per cui le misure applicate in ambito scolastico, affinché possano essere effettivamente efficaci, devono tenere conto ed essere preferibilmente omogenee con le misure previste in ambito comunitario”.

Insomma l’idea di fondo è che per la scuola non si possano prevedere misure più restrittive di quelle imposte al resto della società e nei diversi contesti. Ciò non toglie – leggiamo nel documento dell’ISS – che potrebbero rendersi necessari “ulteriori interventi da modulare progressivamente in base alla valutazione del rischio”.

L’etichetta respiratoria

Tra le raccomandazioni del ministero della Salute quella relativa alla cosiddetta “etichetta respiratoria”: ma cosa si intende per etichetta respiratoria? Con questo termine si intendono “i corretti comportamenti da mettere in atto per tenere sotto controllo il rischio di trasmissione di microrganismi da persona a persona, quali ad esempio proteggere la bocca e il naso durante gli starnuti o i colpi di tosse utilizzando fazzoletti di carta”.

Va chiarito a questo proposito che in questi casi, qualora, ad esempio, gli starnuti fossero frequenti, andrebbe usata la mascherina (chirurgica o Ffp2). Sempre il documento dell’Iss infatti precisa che “gli studenti con sintomi respiratori di lieve entità ed in buone condizioni generali che non presentano febbre, frequentano in presenza, prevedendo l’utilizzo di mascherine chirurgiche/FFP2 fino a risoluzione dei sintomi, igiene delle mani, etichetta respiratoria. Si ricorda che, soprattutto nei bambini, la sola rinorrea (raffreddore) è condizione frequente e non può essere sempre motivo in sé di non frequenza o allontanamento dalla scuola in assenza di febbre”.

Linee guida 2022-2023

A seguire il riepilogo delle indicazioni dell’Iss.

Misure di prevenzione di base

  • Divieto di permanenza a scuola in presenza di sintomi/febbre o con test diagnostico positivo
  • Raccomandata l’igiene delle mani ed “etichetta respiratoria
  • Obbligo di utilizzo di mascherine FFP2 per il personale scolastico e gli alunni “a rischio di sviluppare forme severe di COVID-19”
  • Obbligo di sanificazione ordinaria (periodica) e straordinaria in presenza di uno o più casi confermati
  • Strumenti per gestione casi sospetti/confermati e contatti
  • Ricambi d’aria frequenti mediante la sola apertura delle finestre

Eventuali ulteriori misure

  • Distanziamento di almeno 1 metro (ove le condizioni logistiche e strutturali lo consentano)
  • Precauzioni nei momenti a rischio di aggregazione
  • Aumento frequenza sanificazione periodica
  • Gestione di attività extracurriculari, laboratori, garantendo l’attuazione di misure di prevenzione
  • Mascherine chirurgiche, o FFP2, in posizione statica e/o dinamica (da modulare nei diversi contesti e fasi della presenza scolastica)
  • Concessione palestre/locali a terzi con obbligo di sanificazione
  • Turnazione nelle mense per la somministrazione dei pasti
  • Consumo delle merende al banco

Docente esperto, aumento di stipendio legato a 9 anni di formazione e 3 anni di vincolo di sede: 12 anni di attesa?

da La Tecnica della Scuola

Di Carla Virzì

Il percorso a ostacoli per ottenere la qualifica di docente esperto, già legato a 9 anni di formazione (3 percorsi triennali) per i quali si consegua una valutazione positiva, si fa più accidentato laddove viene specificato che in ogni caso l’insegnante dovrà restare sulla sede presso cui ha conseguito il titolo per almeno un triennio. Leggiamo infatti nel decreto Aiuti bis approdato il Gazzetta Ufficiale lo scorso 9 agosto: “Il docente qualificato esperto è tenuto a rimanere nella istituzione scolastica per almeno il triennio successivo al conseguimento di suddetta qualifica”.

Cosa comporterà esattamente questo vincolo triennale? La remunerazione aggiuntiva (circa 450 euro lordi in più in busta paga) scatterà a conclusione dei tre anni di vincolo (quindi dopo 12 anni dall’inizio del percorso formativo) o sarà comunque riconosciuta al docente all’indomani del riconoscimento dell’esito positivo dei 9 anni di formazione e poi eventualmente trattenuta dall’Amministrazione in caso di trasferimento dell’insegnante?

Qualche chiarimento potrebbe giungere dalla contrattazione collettiva o, in attesa di questa, dal decreto del ministero dell’Istruzione che, di concerto con il MEF, preciserà le modalità di valutazione per l’accesso alla qualifica di docente esperto.

IL DECRETO

Criteri di valutazione

Quali dovrebbero essere i criteri di valutazione e selezione delle figure di docente esperto secondo quanto sappiamo oggi? Leggiamo sempre nel DL Aiuti bis: “I criteri in base ai quali si selezionano i docenti cui riconoscere la qualifica di docente esperto sono rimessi alla contrattazione collettiva di cui al comma 9 e le modalità di valutazione sono precisate nel regolamento previsto dal medesimo comma. Nel caso in cui detto regolamento non sia emanato per l’anno scolastico 2023/2024 le modalità di valutazione seguite dal comitato sono definite transitoriamente con decreto del Ministro dell’istruzione da adottarsi di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. In sede di prima applicazione, nelle more dell’aggiornamento contrattuale, si applicano i seguenti criteri di valutazione e selezione: 

1) media del punteggio ottenuto nei tre cicli formativi consecutivi per i quali si è ricevuta una valutazione positiva;

2) in caso di parità di punteggio diventa prevalente la permanenza come docente di ruolo nella istituzione scolastica presso la quale si è svolta la valutazione e, in subordine, l’esperienza professionale maturata nel corso dell’intera carriera, i titoli di studio posseduti e, ove necessario, i voti con cui sono stati conseguiti detti titoli”.

Ecco che ritorna la questione del vincolo triennale. Il docente che restasse nella stessa sede per altri 3 anni, dopo i 9 di formazione, si posizionerà meglio in graduatoria rispetto ai docenti che dovessero cambiare scuola. Dunque il vincolo triennale è conditio sine qua non per ricevere l’incremento stipendiale o semplice strumento per collocarsi meglio in graduatoria a parità di punteggio con altri colleghi?

Tempistiche

Ricordiamo le tempistiche: possono maturare il diritto a un assegno annuale di importo pari a 5.650 euro, che si somma al trattamento stipendiale in godimento, i docenti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento dei tre percorsi formativi incentivati, consecutivi e non sovrapponibili, nel limite di 8 mila unità per ciascuno degli anni scolastici 2032/2033, 2033/2034, 2034/2035 e 2035/2036 (per un totale quindi di 32mila docenti esperti).

Ritorno a scuola tra cattedre vuote e ambienti digitali, Bianchi: ‘Stiamo lavorando affinché tutti i prof siano al loro posto’

da Tuttoscuola

Ritorno a scuola in vista. Settembre è alle porte e con lui torna l’annuale problema delle cattedre vuote: quest’anno si stima che mancherà il circa il 40% dei prof (su 94mila cattedre autorizzate si stima che se ne riempiranno anche stavolta il 50/60%) e che l’anno scolastico ricomincerà con circa 150mila supplenti. Ma anche con tante novità: alla primaria arriveranno i docenti di educazione motoria, la metodologia Clil sbarcherà anche al primo ciclo e prenderanno il via i nuovi Its Academy. Inoltre nelle scuole si inizieranno a breve a vedere primi nuovi investimenti in infrastrutture e digitale grazie al PNRR. E, per quanto riguarda il problema delle cattedre vacanti, il ministro Bianchi comunque promette: “Quest’anno avremmo tutti i docenti al loro posto all’avvio delle lezioni”.

“Stiamo lavorando perché anche quest’anno, come l’anno scorso, ma mai in passato, all’inizio delle scuole tutti i docenti siano al loro posto. Per quanto riguarda le capacità assunzionali, ricordo che il governo ha garantito, fino al 2025, lo stesso numero di insegnanti nonostante la drammatica caduta demografica“, ha infatti dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in un’intervista al Sole24Ore. “Inoltre, dopo anni di concorsi a singhiozzo, la riforma del reclutamento, approvata dal Parlamento, ha finalmente indicato un percorso chiaro per chi voglia fare il docente. Dopo i 60mila dello scorso anno, stiamo assumendo i nuovi docenti previsti per quest’anno (a oggi si è superata quota 30mila e si proseguirà nelle prossime settimane, ndr) e stiamo completando le procedure concorsuali in corso. Con le nuove procedure approvate dal Parlamento, il Pnrr ci chiede di assumere ulteriori 70mila docenti entro il 2024“.

E per quanto riguarda il numero di supplenti aggiunge: “Il loro numero va commisurato all’intero organico docente, che si attesta a 800mila insegnanti, fra posti comuni e di sostegno, e comprende anche una quota fisiologica dovuta ad assenze, distacchi e comandi presso altre amministrazioni. Poi entro il 2024 assumeremo ulteriori 70mila professori“.

Bianchi si dice comunque fiero del lavoro fatto fino ad oggi e che dovrebbe vedersi anche con il ritorno a scuola ormai prossimo: “Pnrr, scadenze e obiettivi sono tutti raggiunti.. Famiglie e ragazzi cominceranno a vedere nuovi acquisti per arredi e laboratori, classi digitali, interventi di manutenzione. Ci sarà più formazione per i docenti, a beneficio della didattica. Completeremo il rilancio della filiera tecnico-professionale, dopo gli Its cambieremo istituti tecnici e professionali”.

La scuola sembra dunque prepararsi alla ripartenza con una veste decisamente più digitale grazie ai 2,1 miliardi del Pnrr per aule e laboratori 4.0 che sono stati assegnati ai presidi ai primi di agosto e che portano a 4,9 miliardi la dote per l’innovazione degli istituti scolastici arrivata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tanti gli interventi previsti anche in vista del ritorno a scuola: si va dagli 800 milioni per la formazione dei docenti alla didattica digitale integrata ai 445 per il potenziamento delle reti locali, cablate e wireless delle scuole; dai 455 per gli schermi interattivi nelle aule ai 99 per la creazione di ambienti Stem; dai 600 milioni per il piano Banda larga ai 60 del piano PagoPa-Spid-Cie; dai 155 milioni per la migrazione cloud e i siti internet degli istituti scolastici ai 250 per gli ambienti innovativi nell’infanzia.

A questi vanno poi aggiunti i 2,1 miliardi del piano Scuola 4.0,  cuore dell’intero programma. Scopo del piano è quello di trasformare, già per il ritorno a scuola, almeno 100mila aule tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e creare laboratori per le professioni digitali del futuro negli istituti scolastici del secondo ciclo. Per quanto riguarda le “Next generation classrooms”, in ciascuna scuola potranno essere “riprogettate” almeno la metà delle classi attuali, trasformando arredi e attrezzature. Con i “Next generation labs” invece, gli studenti degli istituti superiori potranno sviluppare competenze digitali specifiche nei diversi ambiti tecnologici avanzati (come robotica, intelligenza artificiale, cybersicurezza, comunicazione digitale), anche attraverso attività autentiche e di effettiva simulazione dei luoghi, degli strumenti e dei processi legati alle nuove professioni.

Ritorno a scuola, le indicazioni del MI: niente Dad, basta mascherine e ritorno degli insegnanti no vax in cattedra

da Tuttoscuola

Ritorno a scuola: le lezioni continueranno in presenza anche in caso di positivi in classe, l’obbligo di indossare le mascherine resterà solo per alunni e personale scolastico fragile e non ci sarà più alcun obbligo di vaccino per i docenti. Insomma, anche i no vax potranno tornare in classe. Dal primo settembre, in vista del ritorno a scuola, decadono infatti gli obblighi vaccinali per l’intero personale scolastico e quindi torneranno in cattedra anche i docenti no vax, così come i collaboratori scolastici e gli amministrativi, che hanno scelto di non ricevere il vaccino. È quanto emerge da una nota per le misure standard di prevenzione anti-Covid, inviata il 19 agosto dal ministero dell’Istruzione a tutte le scuole, dall’Infanzia agli istituti superiori. Nota che contiene le indicazioni per avviare l’anno scolastico e che si basa sulle linee guida già dettate dall’Istituto superiore di sanità all’inizio del mese di agosto.

Leggi qui la circolare del MI

In estrema sintesi le misure di prevenzione di base per il ritorno a scuola sono:

– Permanenza a scuola consentita solo in assenza di sintomi febbrili e solo in assenza di test diagnostico per la ricerca di SARS-CoV-2 positivo;
– Igiene delle mani ed “etichetta respiratoria” (con quest’ultimo termine si intendono in letteratura i corretti comportamenti da mettere in atto per tenere sotto controllo il rischio di trasmissione di microrganismi da persona a persona, quali ad esempio proteggere la bocca e il naso durante starnuti o colpi di tosse utilizzando fazzoletti di carta, ecc.);
– Utilizzo di dispositivi di protezione respiratoria (FFP2) per personale scolastico e alunni che sono a rischio di sviluppare forme severe di COVID-19;
– Sanificazione ordinaria (periodica) e straordinaria in presenza di uno o più casi confermati, secondo le indicazioni del Rapporto ISS COVID-19 n. 12/2021, “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: ambienti/superfici. Aggiornamento del Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020. Versione del 20 maggio 2021” ;
–  Strumenti per gestione casi sospetti/confermati e contatti;
– Ricambi d’aria frequenti.

Per il ritorno a scuola, il documento individua possibili ulteriori misure di prevenzione, da attivare, ove occorra, su disposizioni delle autorità sanitarie, in relazione a cambiamenti del quadro epidemiologico, quali:

• Distanziamento di almeno 1 metro (ove le condizioni logistiche e strutturali lo consentano);
• Precauzioni nei momenti a rischio di aggregazione;
• Aumento frequenza sanificazione periodica;
• Gestione di attività extracurriculari e laboratori, garantendo l’attuazione di misure di prevenzione quali distanziamento fisico, mascherine chirurgiche/FFP2, igiene delle mani, ecc. ;
• Mascherine chirurgiche, o FFP2, in posizione statica e/o dinamica (da modulare nei diversi contesti e fasi della presenza scolastica);
• Concessione palestre/locali a terzi con obbligo di sanificazione;
• Somministrazione dei pasti nelle mense con turnazione;
• Consumo delle merende al banco.

Ritorno a scuola: le linee guida sull’areazione degli ambienti scolastici

Nella circolare che contiene le indicazioni per il ritorno a scuola si fa poi riferimento anche alle “Linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e agli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici“. Allo scopo di migliorare la qualità dell’aria negli ambienti scolastici, le Linee guida indicano anzitutto la necessità di attuare le ordinarie regole di buon comportamento, quali, ad esempio, la ventilazione delle aule attraverso l’apertura delle finestre. In buona sostanza, le Linee guida raccomandano che “l’utilizzo di dispositivi aggiuntivi di sanificazione, purificazione e ventilazione sia preso in considerazione solo una volta che le misure sopra indicate in modo esemplificativo siano state identificate e intraprese, e ciononostante, sia dimostrato che la qualità dell’aria non sia adeguata”.

Il documento indica poi la necessità di considerare possibili controindicazioni nell’uso di dispositivi aggiuntivi, quali rumori, rischi per la sicurezza, costi di acquisto e di esercizio, eventuali emissioni e consumi energetici. Si sottolinea infatti che “l’utilizzo di apparecchi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell’aria provvisti di sistemi di filtraggio delle particelle e di distruzione di microrganismi presenti nell’aria e sulle superfici negli ambienti indoor per il contrasto alla pandemia deve essere finalizzato a integrare, e non sostituire, le principali misure anti-contagio e non può prescindere da o escludere la valutazione delle condizioni microclimatiche e della qualità dell’aria indoor e outdoor”.

Richiamata la necessità di monitorare la qualità dell’aria negli ambienti scolastici, le Linee guida chiariscono le diverse competenze in gioco: “Il dirigente scolastico richiede alle Autorità competenti (Dipartimenti di prevenzione delle ASL e ARPA) di effettuare le attività preliminari di monitoraggio della qualità dell’aria e di individuare le soluzioni più efficaci da adottare …”. Sulla base degli esiti della predetta attività, il Dirigente scolastico richiede all’ente proprietario dell’edificio di attivarsi per porre in essere gli interventi necessari, proposti da ASL e ARPA, secondo quanto previsto dalla normativa.

Ritorno a scuola: le indicazioni

In sostanza:

– la presenza di casi di positività non interrompe in alcun caso lo svolgimento della didattica in presenza, né preclude la possibilità di svolgere uscite didattiche e viaggi di istruzione, compresa la partecipazione a manifestazioni sportive;
– al personale scolastico si applica sempre il regime di autosorveglianza;
– nelle istituzioni del sistema integrato di educazione e di istruzione, in presenza di un numero di contagi pari o superiore a quattro, docenti, educatori e bambini di età superiore ai sei anni utilizzano i dispositivi di protezione delle vie respiratorie FFP2 per dieci giorni dall’ultimo contatto con un soggetto positivo. Alla prima comparsa di sintomi, è prescritta l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare o di un test antigenico autosomministrato da ripetersi, se i sintomi persistono, al quinto giorno;
– negli altri ordini di scuola, in presenza di un numero di contagi pari o superiore a quattro, per docenti e alunni di età superiore ai sei anni è prescritto l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 per 10 giorni dalla data dell’ultimo contatto con un soggetto positivo. Anche in questo caso, alla prima comparsa di sintomi, è prescritta l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare o di un test antigenico auto-somministrato da ripetersi, se i sintomi persistono, al quinto giorno;
– in ogni ordine di scuola, in presenza di un numero di contagi in classe inferiore a quattro resta l’ordinario obbligo di utilizzo di dispositivo di protezione di tipo chirurgico o di maggiore efficacia protettiva per docenti, educatori e alunni di età superiore a sei anni.

Ritorno a scuola: docenti no vax in classe

Nella circolare diffusa dal Ministero dell’Istruzione si specifica che l’art. 4-ter.1, del decreto-legge 1 aprile 2021, n. 44, introdotto dall’art. 8, del decreto-legge n. 24/2022, aveva confermato fino al 15 giugno 2022 l’obbligo vaccinale per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 a carico di tutto il personale scolastico. Unicamente con riguardo al personale docente ed educativo, l’art. 4-ter.2 del decreto-legge 44/2021, parimenti introdotto dal decreto-legge 24, del 24 marzo 2022, dettava, fino al medesimo termine del 15 giugno 2022, una disciplina particolareggiata per lo svolgimento della prestazione lavorativa da parte del personale docente ed educativo, prevedendo la vaccinazione quale “requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni da parte dei soggetti obbligati” e imponendo “al dirigente scolastico di utilizzare il docente inadempiente in attività di supporto alla istituzione scolastica”.

Decreto Dipartimentale 23 agosto 2022, AOODPIT 2004

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione Ufficio II

Avviso pubblico per la presentazione dei progetti finanziati con il Piano delle Arti – DPCM 12 maggio 2021 – All. A paragrafo 6, punto 6.2 (Misure c, e, f, g, i)


Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio II

Ai Direttori generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali LORO INDIRIZZI E-MAIL
Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni del Sistema Nazionale di Istruzione LORO INDIRIZZI E-MAIL
e, p.c., al Presidente dell’Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa indire@pec.it
e, p.c., alla Direzione generale per le risorse umane e finanziarie Ufficio VII dgruf@postacert.istruzione.it dgruf.ufficio7@istruzione.it

OGGETTO: Avviso pubblico n. 2004 del 23.08.2022 per la presentazione da parte delle scuole di progetti finanziati con il Piano delle Arti – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 maggio 2021 –All. A, paragrafo 6, punto 6.2 (Misure c, e, f, g, i)

Decreto Dipartimentale 23 agosto 2022, AOODPIT 2003

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione Ufficio II

Avviso pubblico per la presentazione dei progetti finanziati con il Piano delle Arti – DPCM 12 maggio 2021 – All. A paragrafo 6, punto 6.1 (Misura d)


Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio II

Ai Direttori generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali LORO INDIRIZZI E-MAIL
Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni del Sistema Nazionale di Istruzione LORO INDIRIZZI E-MAIL
e, p.c., al Presidente dell’Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa indire@pec.it
e, p.c., alla Direzione generale per le risorse umane e finanziarie Ufficio VII dgruf@postacert.istruzione.it dgruf.ufficio7@istruzione.it

OGGETTO: Avviso pubblico n. 2003 del 23.08.2022 per la presentazione di progetti finanziati con il Piano delle Arti – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 maggio 2021 –All. A paragrafo 6, punto 6.1 (Misura d)

Avviso 23 agosto 2022, AOODGOSV 21465

Nomina del Comitato di selezione, incaricato dell’individuazione della rosa dei candidati da proporre al Ministro per la nomina del componente del Consiglio di amministrazione dell’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE)

Avviso di chiamata pubblica alla candidatura per la carica di componente del Consiglio di amministrazione dell’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE)