Il cooperative teaching

Il cooperative teaching

di Gennaro Palmisciano *

Qualche anno fa, il 17 gennaio 2007, Howard Gardner tenne una lezione magistrale a Roma sulle intelligenze multiple, organizzata dalla Fondazione Musica per Roma nell’Auditorium oggi intitolato a Morricone.

Quando fu domandato al maestro quale fosse la causa della differenza nella performance tra gradi di scuola, apparve del tutto coerente al contesto la risposta che gli insegnanti della scuola primaria sono inclini a suonare d’insieme, mentre quelli della secondaria sono solisti.

Sono passati 15 anni, ma la musica è la stessa, nel senso che la situazione poco è cambiata.

Il cooperative teaching, ovvero l’insegnamento cooperativo, è una metodologia ordinamentale nella scuola primaria, dove due ore di programmazione sono costitutive dell’orario cattedra. Invece, nella scuola secondaria troppi insegnanti percepiscono le attività collegiali come una perdita di tempo.

A livello europeo è stata condotta una meta-analisi confluita nel testo di Jaap Scheerens, Efficacia e Inefficacia educativa, edito da Springer (2018). In questo contributo presenteremo le conclusioni principali.

Caratteri del cooperative teaching

Il cooperative teaching enfatizza la collaborazione e la comunicazione tra i membri di un consiglio di classe, con lo scopo di soddisfare le esigenze di tutti gli studenti.

Tuttavia, gli elementi distintivi del team che si costituisce sono affetti sia da una varianza interna (variando da insegnante a insegnante) che da una esterna (cambiando da scuola a scuola).

All’interno della ricerca sull’insegnamento cooperativo, emergono diversi temi comuni che sono fondamentali per il successo di questo modello. Si tratta della necessità di comunicazione tra gli insegnanti, di supporto amministrativo, di filosofie simili e di disponibilità di tempo per la pianificazione.

In letteratura sono stati evidenziati i numerosi vantaggi presentati, tra cui:

maggiori scambi collegiali di strategie tra docenti, maggiore comprensione delle esigenze di tutti gli studenti, programmi di istruzione più efficaci basati su contenuti educativi generali (per studenti con disabilità), maggiore accettazione degli studenti con difficoltà da parte dei loro coetanei e diminuzione del burnout per i docenti.

La ricerca ha dimostrato che, quando non sono evidenti aspettative chiare e un uso significativo delle competenze di entrambi gli educatori, questo modello può essere ritenuto inefficace sia dagli insegnanti coinvolti sia in relazione alla misurazione tradizionale dell’apprendimento degli studenti. Probabilmente, questi sono i motivi che ostacolano la diffusione del cooperative teaching nella scuola secondaria.

La diffusione del curriculum verticale d’istituto, le prove di esame di Stato pluridisciplinari, l’introduzione dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica, ecc. sono innovazioni che hanno spinto verso modelli cooperativi.

Come per qualsiasi metodo di insegnamento, l’abilità dell’insegnante è importante almeno quanto la tecnica.

Tuttavia, nel co-insegnamento ci sono tre questioni critiche che i team dovrebbero affrontare prima di iniziare il processo.

Pianificazione adeguata 

Ovviamente i team di co insegnamento hanno bisogno di tempo per pianificare e di un impegno nel processo di programmazione. Se in occasione delle attività collegiali un insegnante si presenta in orario e l’altro arriva sempre in ritardo, questa mancanza di impegno può ostacolare il processo di collaborazione.

Disposizione compatibile (la vision degli insegnanti che lavorano insieme).

Se un insegnante ritiene che tutti gli studenti debbano essere inclusi e che siano essenziali sistemazioni adeguate attraverso didattiche oblique, mentre l’altro ritiene che avere standard elevati significhi trattare tutti gli studenti allo stesso modo, queste differenze possono rallentare notevolmente il processo di co-insegnamento.

Prima di iniziare l’attività di co-insegnamento, discutere su questioni come l’equità, la valutazione, la gestione del comportamento e la filosofia dell’insegnamento sono importanti per diventare un team efficace. Se i docenti hanno concetti differenti della condotta degli alunni, questi ultimi saranno disorientati dalla diversa gestione del loro comportamento.

Valutazione a 360° 

Quest’area è risultata la più carente. Se il co-insegnamento avviene in tutta la scuola, è necessario utilizzare un metodo sistematico per valutare con questo modello non solo l’apprendimento degli studenti e da almeno tre prospettive (triangolazione), ma anche la soddisfazione degli insegnanti. 

In conclusione, disposizione compatibile, tempo a disposizione per programmare e valutazione chiara sono fattori essenziali per il successo della scuola italiana.

Il Cooperative teaching può svilupparsi in varie forme organizzative.

Gruppi di studio

• I colleghi studiano o esplorano insieme un testo o un problema e mettono in comune le loro esperienze, riflessioni e risorse per la comprensione. Un esempio è il dipartimento.

Peer coaching

• I docenti si sostengono l’un l’altro con lezioni preparate, dandosi feedback e coinvolgendosi in una pratica di addestramento cognitivo (cioè una ricerca condivisa progettata per allineare le percezioni e i giudizi degli insegnanti). Un esempio viene realizzato nell’anno di prova da tutor e soggetto in straordinariato.

Gruppi di ricerca

• Gruppi di insegnanti e di esperti del territorio focalizzano il loro studio sul problema di apprendimento di uno stesso studente o di un problema della scuola che desiderano esaminare insieme come estensione delle loro iniziali discussioni di gruppo di studio. Un esempio è il comitato tecnico-scientifico.

Gruppi di ricerca-azione 

• Gli insegnanti identificano un problema o una ipotesi su cui indagare; raccolgono, analizzano e presentano le informazioni raccolte; sviluppano e implementano un piano di azione sulla base di soluzioni identificate; rivedono e modificano il loro piano per rinforzare l’impegno in un miglioramento continuo. Con l’emergenza pandemica, si sono drasticamente ridotte le esperienze di ricerca-azione.

Si sono evidenziati almeno tre problemi emergenti, la cui soluzione va ritenuta strategica per la scuola nazionale:

1) la mancata continuità dei docenti, che costringe a riavviare molto spesso il processo;

2) la questione formazione degli insegnanti in materia psicopedagogica, materia sulla quale si sono succeduti numerosi interventi (in ultimo il passaggio dai 24 ai 60 CFU);

3) il reclutamento quali docenti di soggetti predisposti alla cooperazione.

(*) Dirigente ispettore tecnico