Rete coordinamento nazionale ITS Academy per la transizione digitale

Favorire lo sviluppo di un ecosistema nazionale per la formazione delle nuove competenze digitali, supportare la valorizzazione delle migliori esperienze, anche in ambito Cloud Computing e Cyber Security, degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy), sostenere la formazione di tecnologi altamente specializzati, con possibilità di sbocchi a tutti i livelli, sia nella Pubblica Amministrazione, che nel settore privato.

Sono i principali obiettivi dell’accordo di collaborazione siglato oggi fra Ministero dell’Istruzione, Regione Emilia-Romagna, Regione Lombardia, Regione Liguria, Regione Puglia, Regione Umbria, Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), Confindustria, Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, Associazione Nazionale degli ITS, Fondazione Leonardo-Civiltà delle macchine.

Sulla base dell’intesa firmata sarà creata una Rete di coordinamento nazionale degli ITS Academy per la transizione digitale che promuoverà lo sviluppo di percorsi formativi dedicati alla digitalizzazione e alla sicurezza informatica dei processi delle imprese private e della Pubblica Amministrazione. L’accordo favorirà la creazione di una comunità di buone pratiche che consentirà alla Rete di coordinamento degli ITS Academy per la transizione digitale di avvalersi di competenze qualificate – esperti e docenti provenienti dal mondo accademico, delle imprese e delle professioni – e di modelli formativi e didattici.

“Questo importante accordo – dichiara il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi – rientra nel percorso di rafforzamento della formazione terziaria professionalizzante che abbiamo avviato con l’approvazione in Parlamento della riforma degli ITS. Un segmento di eccellenza, che garantisce grandi opportunità lavorative a studentesse e studenti e che questo Governo ha voluto potenziare con una nuova e solida cornice normativa e con le risorse del Pnrr. Nelle scorse settimane abbiamo ripartito già oltre 48 milioni destinati a queste realtà per il 2022/2023. Con l’intesa di oggi puntiamo alla formazione di nuove professionalità nell’ambito della transizione digitale e della Cyber Security, testimoniando concretamente che gli ITS sono una realtà in grado di cogliere le trasformazioni e i cambiamenti del sistema economico e produttivo del Paese e di offrire nuove opportunità a ragazze e ragazzi”.

“Le Competenze Digitali sono un fattore chiave abilitante trasversale per la crescita del Paese, per l’occupazione e per l’inclusione digitale – dichiara Vittorio Colao, Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale – siamo felici di fornire il nostro supporto allo sviluppo degli ITS, che aggiungono un ulteriore importante tassello alle misure che stiamo mettendo in campo per colmare il gap tra domanda e offerta di Competenze Digitali ICT”.

“L’Accordo è tra gli impegni chiave della Strategia Nazionale di Cybersicurezza, che vede nella formazione specialistica una priorità assoluta – commenta Roberto Baldoni, Direttore Generale di ACN – per assicurare una trasformazione digitale solida al nostro Paese attraverso la creazione di una adeguata forza lavoro nazionale, composta da esperti e giovani talenti con competenze tecnico informatiche e di cybersicurezza. Lo strumento degli ITS rappresenta la migliore risposta a livello territoriale per mettere a terra i numeri di tecnici necessari alle imprese e alle amministrazioni italiane da unire agli ingegneri e informatici prodotti dal sistema universitario nazionale”. L’Accordo, che avrà durata di un anno dalla data della firma, prevede, inoltre, la costituzione di un comitato di coordinamento scientifico e tecnico.

Delibera ANAC n. 201/2022 e adempimenti delle scuole

Delibera ANAC n. 201/2022 e adempimenti delle scuole: l’ANP chiede il rispetto del principio di legalità

Stiamo purtroppo assistendo, una volta di più, a un indecoroso spettacolo: la normale amministrazione subisce improvvise accelerazioni, tramutandosi in un ulteriore fattore ansiogeno per operatori già oberati di insensate scadenze burocratiche. Il tutto condito dalla tradizionale prassi dello “scarica barile”, molto in voga quando si tratta di scuole e dirigenti scolastici, e con buona pace del totemico slogan “la scuola al centro del paese”. 

Ma andiamo con ordine e ricostruiamo il quadro giuridico di riferimento. 

In forza dell’art. 45, c. 1, D.Lgs. n. 33/2013, l’ANAC ha il potere di controllare l’esatto adempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, esercitando poteri ispettivi mediante richiesta di notizie, informazioni, atti e documenti alle amministrazioni pubbliche e ordinando di procedere, entro un termine non superiore a trenta giorni, alla pubblicazione di dati, documenti e informazioni ai sensi del presente decreto, all’adozione di atti o provvedimenti richiesti dalla normativa vigente, ovvero alla rimozione di comportamenti o atti contrastanti con i piani e le regole sulla trasparenza. Nell’esercizio di tale potere, l’ANAC dispone di due interlocutori privilegiati: (1) il Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) al quale può richiedere i risultati dei controlli effettuati sulle amministrazioni; (2) l’Organismo indipendente di valutazione (OIV) cui può richiedere ulteriori informazioni sul controllo dell’esatto adempimento degli obblighi di trasparenza (art. 45, c. 2, D.Lgs. n. 33/2013). 

Fino alla delibera n. 294/2021, l’ANAC ha esercitato il controllo che le compete demandando agli OIV il compito di attestare l’assolvimento di specifiche categorie di obblighi di pubblicità da parte delle amministrazioni pubbliche. 

È bene ricordare che le istituzioni scolastiche non dispongono di OIV in quanto l’art. 74, c. 4, D.Lgs. n. 150/2009 ne esclude categoricamente la costituzione. Con la delibera n. 294/2021, l’ANAC ha esteso i controlli anche agli enti privi di OIV o di altri organismi o soggetti con funzioni analoghe. In tal caso, l’attestazione e la compilazione della griglia di rilevazione è effettuata dal RPCT (nel caso delle società a partecipazione pubblica non di controllo dal rappresentante legale; nelle associazioni, fondazioni e enti di diritto privato dal rappresentante legale o dall’organo di controllo, ove previsto), specificando che nell’ente è assente l’OIV o altro organismo con funzioni analoghe e motivandone le ragioni. La delibera, peraltro, afferma pure che La pubblicazione e il contestuale invio ad ANAC della griglia di rilevazione, secondo le modalità sopra indicate, compete al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.  

Ne deriva, quindi, che l’attestazione degli obblighi di pubblicazione e la compilazione della griglia di rilevazione competono all’RPCT, ovvero – nel caso delle istituzioni scolastiche – al Direttore dell’USR. 

La più recente delibera ANAC n. 201 del 13 aprile 2022 Attestazioni OIV, o strutture con funzioni analoghe, sull’assolvimento degli obblighi di pubblicazione al 31 maggio 2022 e attività di vigilanza dell’Autorità reitera tale assetto, senza apportarvi alcuna sostanziale modifica. 

Inopinatamente, l’Avviso del 5 ottobre 2022, riportato sul sito dell’ANAC, così afferma: A seguito delle numerose richieste di chiarimento pervenute in questi giorni, si ritiene utile precisare, quale regola generale ai fini del corretto adempimento di invio della griglia di rilevazione ad ANAC, che, nel caso in cui l’ente sia privo di OIV, o di organismo o di altro soggetto con funzioni analoghe agli OIV, l’attestazione e la compilazione della griglia di rilevazione sono effettuate dal RPCT, specificando, nella nota di trasmissione, che nell’ente è assente l’OIV o altro organismo con funzioni analoghe e motivandone le ragioni. Nelle scuole – nelle more dell’individuazione di un organismo analogo all’OIV – è il dirigente scolastico che predispone e trasmette la griglia di rilevazione con attestazione delle verifiche effettuate sugli obblighi di pubblicazione indicati nella delibera n. 201/2022. Successivamente alla trasmissione della griglia da parte del RPCT o del Dirigente Scolastico, sarà cura di enti e scuole individuare al proprio interno l’OIV o organismo analogo cui affidare le funzioni in materia di attestazione degli obblighi di pubblicazione di cui al d.lgs. 33/2013 in vista delle future attestazioni

È per l’ANP lapalissiano come un avviso del genere contrasti grossolanamente con l’impianto ordinamentale, fissato da rigide disposizioni normative e da delibere della stessa ANAC il cui potere di controllo, come peraltro avviene per tutti i poteri amministrativi, è sottoposto al principio di legalità. 

In particolare, il passaggio sarà cura di enti e scuole individuare al proprio interno l’OIV o organismo analogo cui affidare le funzioni in materia di attestazione degli obblighi di pubblicazione di cui al d.lgs. 33/2013 in vista delle future attestazioni risulta totalmente illegittimo per violazione del citato art. 74, c. 4, D.Lgs. n. 150/2009 che esclude espressamente l’operatività di tale organismo nell’ambito delle istituzioni scolastiche.  

Ad alcuni Uffici scolastici regionali, in forza dell’odierno avviso dell’ANAC, non è parso vero di poter immediatamente chiedere ai dirigenti delle scuole di provvedere loro alla predisposizione e alla trasmissione della griglia di rilevazione, con attestazione delle verifiche effettuate sugli obblighi di pubblicazione indicati nella delibera n. 201/2022.  

Chiediamo che il Ministero dell’istruzione intervenga tempestivamente per ripristinare la legittimità dell’operato delle istituzioni scolastiche e per evitare che i loro dirigenti siano gravati da obblighi extra legem

Il noto brocardo dura lex, sed lex non può essere usato a senso unico e solo a vantaggio di qualcuno. 

Giornata mondiale insegnanti

Giornata mondiale insegnanti, FLC CGIL: non sia solo ricorrenza, importante investire in istruzione

Roma, 5 ottobre – Oggi ricorre la giornata mondiale degli insegnanti promossa, a partire dal 1994, dall’Unesco, dall’Organizzazione internazionale del lavoro e da Education International, la federazione che riunisce le organizzazioni di insegnanti e di altri dipendenti dell’istruzione di tutto il mondo.

Gli insegnanti sono il “cuore pulsante dell’educazione” come recita uno degli slogan della giornata di quest’anno e proprio oggi, dopo gli anni segnati dalla pandemia e il suo enorme impatto sulla scuola, meritano più che semplici ringraziamenti per quello che hanno affrontato e per il lavoro che fanno ogni giorno.Per celebrare realmente il ruolo essenziale dei docenti nello sviluppo di ogni società, i governi di tutto il mondo devono impegnarsi ad aumentare gli investimenti in sistemi di istruzione pubblica di qualità, garantire i diritti e le buone condizioni di lavoro per gli insegnanti e per tutto il personale scolastico, e rispettare gli insegnanti e la loro esperienza pedagogica.

Per questo, come FLC CGIL, chiediamo al prossimo governo e al prossimo parlamento, di investire maggiori risorse nell’istruzione e dare fin da questo rinnovo contrattuale quel segnale di attenzione e quel riconoscimento che il personale della scuola e, i docenti in particolare, aspettano da tempo.

S. Moro, Ho visto l’abisso

Moro, una lezione di vita

di Antonio Stanca

   Simone Moro è nato a Bergamo nel 1967, ha cinquantacinque anni e molto ha fatto come alpinista, aviatore e scrittore. Recentemente per conto di GEDI, nella serie “Avventure in alta quota”, è stata ristampata una sua opera del 2020, Ho visto l’abisso. Leggendola si ha la possibilità di conoscere tutta la vita del Moro, dall’infanzia all’adolescenza, all’età adulta, da quando era uno dei fratelli della sua famiglia ad ora che è padre di due figli, da quando ha lasciato la scuola per arrampicarsi sui monti intorno alla sua città a quando è andato oltre l’Italia, oltre l’Europa, è diventato un alpinista himalayano, autore di imprese uniche, riconosciute, premiate. Nel 1992 era iniziata questa sua esperienza, aveva venticinque anni, aveva compiuto numerose salite comprese quelle sulle Dolomiti, aveva svolto il servizio militare dove era stato ufficiale degli Alpini. Poi fuori d’Europa compirà più di trenta imprese alpinistiche, scalerà otto, quattro d’inverno, delle quattordici montagne alte ottomila metri, raggiungerà quattro volte la cima dell’Everest. Molte altre salite farà, da solo o con altri, in Asia e in America, generalmente d’inverno quando è più difficile, più pericoloso. Anche concatenamenti farà, si muoverà tra monti diversi nella stessa scalata, li percorrerà. Estenuanti saranno gli allenamenti ai quali si sottoporrà per ottenere simili risultati.

    Presterà pure molti soccorsi, salverà molte persone rischiando la vita. Lo ha fatto da alpinista e da aviatore, da solo e con l’elicottero. Era diventato pilota nel 2009 e si era specializzato nel soccorso alpino compiendo imprese tra le più eroiche. Ha creato una scuola di pilotaggio in America e una squadra di elisoccorso in Nepal. Molti premi ha ricevuto per le imprese alpinistiche e le opere di soccorso. Internazionale è diventata la sua fama.

   Ha scritto pure dei libri, ha cominciato nel 2003 quando si è laureato in Scienze Motorie all’Università di Bergamo. Di alcune delle sue scalate ha scritto senza, però, limitarsi alla loro cronaca, a riportare quanto ha fatto o visto. Riflette Moro, quando scrive, su ciò che gli accade, che pensa in alta quota o nel campo base o nella discesa o in qualsiasi altro momento della sua vita. Lo fa pure in questo libro e con maggiore insistenza. Venuto dopo tante sue imprese sembra voglia coglierne il significato, ripercorrerle per desumere il senso, per ricavare degli insegnamenti.

   L’autore ripete fino all’esagerazione il concetto che per raggiungere un risultato degno di nota bisogna dedicarsi a quanto richiede di attività del corpo e della mente, che le rinunce, le fatiche che gli impegni comportano saranno sempre premiate, che non bisogna credere nei miracoli, nelle facili vittorie perché ogni successo ha il suo prezzo.

    Nell’opera dice pure dell’insuccesso, della delusione, dell’offesa, provengano da un’impresa non riuscita, da un inganno, da un tradimento, da qualunque forma di avversità, di cattiveria. A questo proposito dice di quanto di negativo ha subito senza che ne abbia capito il motivo, che abbia saputo spiegarsi come persone da lui amate, aiutate, siano state capaci di accusarlo, calunniarlo, come sia stato possibile manipolare la verità, sostenere il contrario ed infine come i colpevoli non abbiano sentito il bisogno di porre un riparo, un rimedio alle loro cattive azioni.

    Non fanno bene certe cose, osserva Moro nel libro, eppure succedono e bisogna imparare a sopportarle, bisogna cercare di ridurre il male che provocano pensando ad altro, ingegnandosi a concepire compiti, progetti nuovi, diversi, più importanti dei soliti. In una forza, in una carica bisogna trasformare quella che era destinata a diventare una pena, bisogna risalire l’“abisso” come tante volte lui ha fatto.

   Questo e molti altri sono i consigli che Moro s’impegna a formulare. Sembra un romanzo di formazione il suo tanto attento si mostra a indicare, segnalare pensieri, azioni utili soprattutto ai giovani perché imparino ad essere equilibrati, corretti, giusti, perché riescano nei propositi, non si arrendano alle difficoltà. E’ una lettura che attira, è una lingua capace di passare con facilità tra tempi, luoghi, eventi diversi, di trasformare quanto fatto dall’autore in un riferimento importante per chi si prepara a iniziare, a vivere.

 Una lezione di vita finisce col diventare questo libro del Moro, una lezione molto valida, molto vera perché vissuta è stata prima che trasmessa.

Chi sei tu

Chi sei tu

di Vincenzo Andraous

Un fagottino di pochi mesi di vita, un bimbo ancora in fasce, pochi kilogrammi di bellezza infinita, piccolissimo cielo dentro una culla deprivata di amore, dentro una stanza senza più colori. Creatura intoccabile e irraggiungibile a ogni miserabilità umana, eppure sono nuovamente parole, ancora parole, nefande e sporche più del male stesso perpetrato. Come è possibile prendere a botte, a calci, a pugni un esserino tanto indifeso, essenza della vita umana. Ma tu chi sei piccolo uomo, grande niente, indecifrabile mercanzia andata a male, chi sei tu, per riuscire a fare una cosa del genere. Non riesco a capacitarmi di ciò che hai fatto, di quanto sei stato capace di fare, proprio mi diventa irrinunciabile la necessità di comprendere questa efferatezza, talmente atroce e dolorosa da non poterla neppure avvicinare. Come può una persona adulta, mettere le mani addosso a un bimbo di pochi mesi, prendere quel visino di Dio, percuoterlo senza alcuna pietà. Come puoi avere fatto una cosa del genere, come? No, non riesco a immaginare neppure lontanamente una pratica tanto vile e a dir poco infame. Eppure tu ci sei riuscito. Tento disperatamente di capire questa violenza senza alcun senso, e l’unica cosa che mi viene facile intendere è che picchiare è il segno della debolezza degli adulti, in questo caso non c’è neppure da etichettare l’accaduto con un genitore autoritario privo di qualsiasi autorevolezza, che impone e non consegna alcun rispetto. Questa piccolissima innocente è stata ridotta in fin di vita da un uomo senza alcuna dignità, un esempio tragico di nullità valoriale e affettiva. Ma davvero tu chi sei, per aver commesso un atto così terribile, cosa può averti fatto un angelo di pochi giorni nella sua culla, il suo pianto, la sua richiesta di coccole, il suo bisogno di mangiare, di bere? Ma tu chi sei per arrivare a oscurare quel sorriso di cielo, chi sei davvero tu. Che rapporto, che relazione, che presente hai disegnato con quella bimba di sole, di luna, chi sei tu per scaricare su una innocente la tua pochezza, chi sei tu, chi sei tu. Parlare a te di strategie educative, di esempi autorevoli, di emozioni genitoriali,  è come interrogare un sasso, richiedere compassione a un corpo morto, attendere risposte da un bicchiere vuoto capovolto. Chi sei tu, più me lo domando più mi ferisco nel profondo, sarebbe umano sinceramente troppo umano consolare la disperazione per questa immane tragedia, prendendoti a scaracchi, nell’intento di renderti la vita un inferno. Invece ancora e ancora e ancora mi costringo a chiedermi, a chiederti chi sei tu. Chissà se avrai  come compagna di viaggio la colpa. Chi sei tu.

Rigenerazione

DALL’ EMILIA-ROMAGNA IL RILANCIO DELLE SCUOLE DELL’INFANZIA PARITARIE

AL CONVEGNO FISM L’ 8 OTTOBRE ATTESO IL PRESIDENTE BONACCINI

“Rigenerazione”: questo il titolo del convegno promosso dalla Federazione Italiana Scuole Materne (Fism) dell’Emilia-Romagna sabato 8 ottobre, dalle ore 10, al Forum Monzani di Modena, che sarà aperto dai saluti del sindaco e del vescovo della città, Gian Carlo Muzzarelli e monsignor Erio Castellucci. Una sorta di Stati Generali per un organismo che rappresenta le nove federazioni provinciali operanti nel territorio – Bologna Ferrara, Forli/Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini – realtà importante dentro Fism nazionale che complessivamente conta quasi novemila realtà educative, frequentate da circa mezzo milione di bambini. Diversi gli obiettivi dall’appuntamento, nelle parole di Luca Iemmi, presidente Fism della regione, nonché membro dell’Ufficio di Presidenza della Fism Nazionale. Innanzitutto la consapevolezza di una necessaria rigenerazione “facendo esperienza di quello che è successo nel male e nel bene (in questo caso la scoperta di nuovi mezzi di comunicazione con le famiglie e i bambini)”, poi di ripensare “il ruolo delle nostre scuole nel grande villaggio educativo ricordato da papa Francesco” ed infine l’urgente “conseguimento del traguardo della vera parità”. “In caso contrario, con il calo delle nascite e l’aumento dei costi (soprattutto quelli energetici), non potremo sopravvivere”, ripete Iemmi alla vigilia dell’incontro di Modena, dove non nasconderà, tra le criticità nel mondo delle paritarie, i problemi del reclutamento e delle condizioni degli insegnanti, della formazione, le difficoltà da superare nelle relazioni con le Università e i Comuni. Recheranno contributi al convegno anche il presidente della Fism nazionale Giampiero Redaelli e Laura Colonna, referente del Coordinamento Pedagogico Fism. Insieme a loro Aldo Fortunati (Istituto degli Innocenti di Firenze), Stefano Piastra (Università di Bologna), Luca Vecchi (presidente Anci Emilia-Romagna), Chiara Brescianini (Ufficio Scolastico Regionale) e Monica Raciti (responsabile area infanzia e adolescenza) della Regione Emilia Romagna).

Particolarmente atteso l’intervento del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Con lui Iemmi dialogherà circa l’offerta della Regione sul nido (6 milioni di euro prelevati dal Fondo sociale europeo), invitandolo alla stessa attenzione per le scuole per i bambini fra i tre e i sei anni: “un segmento che, in mancanza di adeguamento dei contributi, complice anche il calo demografico, farà solo aumentare le difficoltà preesistenti”.

JA Italia Teacher of the Year Award

IL PROFESSOR ROBERTO CASTALDO
DI NAPOLI VINCE IL PREMIO “TEACHER OF THE YEAR” ASSEGNATO DA JUNIOR ACHIEVEMENT ITALIA

Docente presso l’ISIS Europa di Pomigliano D’Arco,
ha guidato i propri studenti nella realizzazione di un sito
che facilita la relazione fra i cittadini e la Pubblica Amministrazione

Milano, 05 ottobre 2022 – Cambiare la scuola richiede il contributo di tanti soggetti: genitori, istituzioni, cittadini, associazioni del terzo settore, ma i docenti in questo processo hanno un ruolo centrale. Ne è ben consapevole Junior Achievement, la più vasta organizzazione non profit al mondo dedicata all’educazione economico-imprenditoriale nella scuola. Ogni anno JA Italia premia l’insegnante che più si è distinto durante l’anno portando nella scuola progetti innovativi assegnandogli il “JA Italia Teacher of the Year Award” che quest’anno è andato al professor Roberto Castaldo dell’ISIS Europa di Pomigliano d’Arco.

Docente di informatica nella sede distaccata di Casalnuovo di Napoli, il professore, assieme alla prof.ssa Angela Serpe, ha guidato studenti e studentesse nella creazione di Europa Community Service, un sito e un’app per facilitare il rapporto fra i cittadini del comune di Casalnuovo e la pubblica amministrazione.

Il progetto si basa sulla metodologia del Service Learning (apprendimento servizio), di cui già il motto parla da sé: “apprendere serve, servire insegna”. Se nella scuola tradizionale si apprende in classe con il solo obiettivo di ottenere un buon voto e spesso dimenticandosi i contenuti non appena conclusa l’interrogazione, nel Service Learning le attività in aula sono legate a quelle oltre l’aula.

Il progetto Europa Community Service, iniziato prima della Pandemia, ha coinvolto nell’anno scolastico 2021/2022 188 studenti di sei classi diverse ed è stato possibile grazie alla collaborazione della preside e di diversi insegnanti che hanno accettato di mettersi in gioco, rivedere i programmi delle proprie discipline e aiutare gli studenti in questo progetto. In ogni classe è stata creata una mini-impresa, seguendo la metodologia del progetto Impresa in azione di Junior Achievement, e assegnando dei ruoli: CEO, Human Resources e così via. I pari grado di tutte le classi si sono riuniti due volte al mese per scambiarsi informazioni, per coordinare e monitorare il lavoro che stavano facendo.

Europa Community Service prevedeva inizialmente la creazione di un ufficio relazioni con il pubblico negli spazi appositamente concessi dal comune in cui le classi si sarebbero turnate, ma con l’avvento della pandemia ciò non è stato possibile. I ragazzi e le ragazze, tuttavia, non si sono persi d’animo e hanno proposto soluzioni digitali alternative, occupandosi in prima persona della realizzazione tanto del sito quanto dell’app e di una chatbot che permette ai cittadini di porre domande e ottenere risposte ai quesiti più comuni.

Tramite il sito, che è ora linkato nelle pagine del comune e riceve migliaia di visite al giorno, gli utenti possono apprendere, per esempio, come chiedere e utilizzare lo SPID, come iscrivere i propri figli nelle scuole del territorio o trovare delle schede sui principiali social network, siti di gaming e piattaforme streaming per poter meglio conoscere questo mondo e poter essere d’aiuto ai propri figli minorenni.

“Il percorso con JA Italia è stato illuminante per me e per i ragazzi perché si è visto davvero a cosa potrebbe servire la scuola se tutti remassero nello stesso senso. Il fatto che Junior Achievement preveda un’offerta didattica ampia con progetti per l’acquisizione di soft skills e l’educazione imprenditoriale che abbracciano le scuole di ogni ordine e grado è un segno dell’importanza dell’offerta stessa e di come possa contribuire a migliorare la scuola nel suo complesso”, ha affermato il Professor Castaldo.

“I docenti sono i nostri principali alleati, grazie a loro possiamo aiutare studenti e studentesse a crescere e a diventare cittadini e cittadine consapevoli, nonché ad acquisire competenze, come la capacità di lavorare in team, che saranno fondamentali nel mondo del lavoro. Il progetto realizzato dal professor Castaldo e dai suoi colleghi insieme ad alunni e alunne dell’ISIS Europa è la testimonianza che un’evoluzione della scuola verso un insegnamento che va oltre la semplice trasmissione di nozioni diventando sempre più esperienziale e utile alla comunità, è possibile”, ha aggiunto Miriam Cresta, CEO di JA Italia.

Il progetto attuato nella Scuola del Professor Castaldo è stato inserito da INDIRE fra le best practice nel volume “Linee guida per l’implementazione dell’idea Dentro/fuori la scuola Service Learning”.

Mobility manager: gratis e senza esonero all’insegnamento per il docente interessato. Ministero presenta nuovo testo

da OrizzonteScuola

Di redazione

Incontro in video-conferenza tra il ministero dell’Istruzione e i sindacati, nel corso del quale sono state illustrate le nuove Linee Guida per l’istituzione in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado della figura del mobility manager scolastico già prevista dell’articolo 5, comma 6, della legge 28 dicembre 2015, n. 221, ora sostituito dal comma 12 bis dell’articolo 8 del decreto-legge 16 giugno 2022 n. 68, convertito dalla legge 5 agosto 2022 n. 108.

Prima delle recenti modificazioni di legge, il precedente decreto e le linee guida avevano ricevuto la valutazione negativa del CSPI.

La bozza di decreto introduce all’art. 1 una diversa accezione della figura del mobility manager scolastico orientata verso una “funzione educativa della scuola e dello sviluppo sostenibile”.

Tale nuova curvatura del ruolo si definisce all’interno delle linee guida anche attraverso un richiamo al ruolo degli organi collegiali ed alla coerenza con il piano dell’offerta formativa (POF) e con l’organizzazione didattica dell’istituto.

Inoltre, nella attuale versione, è esplicitamente escluso il compito, previsto nel precedente decreto, di elaborare il piano degli spostamenti casa-scuola-casa.

Al tempo stesso, il provvedimento richiama la possibilità di ricorrere a figure professionali esterne e permangono nel testo funzioni di natura organizzativo gestionale estranee ad un ruolo didattico.

Secondo quanto segnala la Flc Cgilnon si prevede l’esonero dall’insegnamento per il docente interessato e si ribadisce che l’istituzione della figura del mobility manager scolastico è attuata nei limiti delle risorse finanziarie disponibili e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Gps, che caos: nomine estratte a tombola e ricorsi a raffica, il 5 ottobre sindacati convocati al Ministero

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Le nomine annuali da Gps continuano ad essere caratterizzate da lamentele: diversi docenti precari sostengono di essere stati costretti a scegliere cattedre “scomode”, pur in presenza di posti liberi ma non ritenuti tali dal sistema telematico ministeriale; altri candidati maestri o prof annuali addirittura di essere stati scavalcati o di essere scivolati in fondo alla graduatoria. Il ministero dell’Istruzione e gli Uffici scolastici hanno negato errori o bug del sistema telematico, ma è sempre sul cosiddetto algoritmo che si scagliano un po’ tutti.

L’ammissione del ministero dell’Istruzione

E’ poi un dato di fatto che la situazione sia diventata giorno dopo giorno più pesante, con gli uffici territoriali subissati di ricorsi. Il problema è diventato di portata nazionale, tanto che alcuni sindacati rappresentativi hanno fatto richiesta di accesso al software di gestione delle Gps per capire dove sono posizionati i problemi.

Lo stesso dicastero di Viale Trastevere si è reso conto che negare l’evidenza non è stata una strategia vincente e per mercoledì 5 ottobre ha convocato tutte le organizzazioni sindacali rappresentative per un confronto.

Una cattedra su cinque ai precari

Il problema è che potrebbe essere troppo tardi. A pensarla così è il Collettivo nazionale docenti Gps, che parla di “nomine estratte a tombola” dopo che per il “secondo anno di seguito le ordinanze del ministro Bianchi fanno saltare l’algoritmo come una cavalletta tra i precari o meglio giocare a tombola, pescando a dispetto dei punteggi in graduatoria le nomine annuali, contratti a tempo determinato sui quali si regge la scuola italiana, circa una su cinque dall’infanzia alle superiori”.

L’esperienza del 2021 non è servita

“Nel frattempo – continua il Collettivo – i sindacati con una azione legale chiedono al ministero dell’Istruzione l’accesso al codice sorgente dell’algoritmo. I ricorsi vinti dai singoli docenti presso diverse sedi provinciali del Tribunale del Lavoro per lo scorso anno scolastico non hanno fermato il software”.

Il Collettivo nazionale docenti Gps spera in un intervento risolutivo del nuovo ministro dell’Istruzione: “Il prossimo inquilino di Viale Trastevere dovrà ristabilire trasparenza e imparzialità del diritto pubblico”, concludono i rappresentanti degli insegnanti precari.

Tempi troppi lunghi

Il problema è che quando sarà nominato il nuovo numero uno del dicastero bianco, probabilmente nella terza decade di ottobre, l’anno scolastico sarà iniziato da quasi due mesi e rivedere in corso d’opera un’alta percentuale di nomine svolte fino a quel momento potrebbe determinare, a cascata, un “balletto” infinito di cambi di cattedra.

Con gli studenti ancora una volta a subire le conseguenze negative di un’organizzazione di gestione delle supplenze che ogni anno sembra “incartarsi” sempre di più.

“Una vita da social” la campagna educativa itinerante della Polizia di Stato e del Ministero dell’Istruzione

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Continua il progetto del ministero dell’Istruzione insieme alla Polizia di Stato: la campagna educativa itinerante, nell’ambito del progetto Generazioni Connesse di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori riparte, infatti, da Gragnano (Napoli).

L’obiettivo comune di istituzioni e scuola è quello di fare in modo che il fenomeno del cyberbullismo e tutte le forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie non facciano più vittime, prevenendo episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”.

Gli studenti potranno dire la loro contro il cyberbullismo attraverso il diario di bordo https://www.facebook.com/unavitadasocial/ Dopo Gragnano saranno coinvolte nelle prossime tappe oltre 70 città, con un truck allestito con un’aula didattica multimediale che attraverserà il Paese.

Gli operatori della Polizia Postale e quelli del Ministero dell’Istruzione incontreranno studenti, genitori e insegnanti per parlare dei temi della sicurezza online con un linguaggio semplice, ma esplicito, adatto a tutte le fasce di età. Per fare della Rete un luogo più sicuro occorre continuare a diffondere una cultura della sicurezza online in modo da offrire agli studenti occasioni di riflessione ed educazione per un uso consapevole degli strumenti digitali. “Una vita da social” si inserisce nell’ambito del progetto europeo Generazioni Connesse (www.generazioniconnesse.it) gestito dal Ministero dell’Istruzione, che prevede anche la formazione del personale scolastico sui temi connessi alla sicurezza in Rete. Il Ministero ha di recente stanziato ulteriori 2 milioni di euro a favore di iniziative per il contrasto del cyberbullismo. Sul sito dedicato vengono periodicamente inseriti materiali e strumenti per le scuole per supportarle in queste attività. E grazie alla Piattaforma Elisa, www.piattaformaelisa.it, sono stati quasi 20mila i docenti già formati su questi temi.

Concorso DSGA, prova scritta al computer e unica per tutta Italia: su cosa verteranno i 60 quesiti

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 231 del 3 ottobre 2022 è stato pubblicato il Decreto Ministeriale 28 giugno 2022, n. 146, concernente il Regolamento del concorso per titoli ed esami per l’accesso al profilo professionale del Direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA).

Le procedure concorsuali si articolano in una prova scritta, in una prova orale e nella successiva valutazione dei titoli.

Caratteristiche della scritta

La prova scritta:

  • sarà computer-based
  • sarà unica per tutto il territorio nazionale
  • sarà suddivisa in 60 quesiti, con quattro opzioni di risposta, di cui una sola corretta, volti a verificare la preparazione dei candidati sugli argomenti di cui all’allegato B
  • avrà una durata complessiva pari a 120 minuti, fermi restando gli eventuali tempi aggiuntivi previsti dalla normativa vigente, al termine dei quali il sistema interrompe la procedura e acquisisce definitivamente le risposte fornite dal candidato fino a quel momento.

Non è prevista la pubblicazione dei quesiti prima dello svolgimento della prova.

I candidati che hanno superato la prova scritta sono ammessi a sostenere la prova orale.

I 60 quesiti della prova scritta

Per la prova scritta, i 60 quesiti sono somministrati secondo la seguente ripartizione:

  • Diritto Costituzionale e Diritto Amministrativo con riferimento al diritto dell’Unione europea n. 5 quesiti;
  • Diritto civile n. 4 quesiti;
  • Contabilità pubblica con particolare riferimento alla gestione amministrativo contabile delle istituzioni scolastiche n. 18 quesiti;
  • Diritto del lavoro, con particolare riferimento al pubblico impiego contrattualizzato, n. 10 quesiti;
  • Legislazione scolastica n. 8 quesiti;
  • Ordinamento e gestione amministrativa delle istituzioni scolastiche autonome e stato giuridico del personale scolastico n. 12 quesiti;
  • Diritto penale con particolare riguardo ai delitti contro la pubblica amministrazione n. 3 quesiti.

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Allegato A – Titoli di diploma di laurea di vecchio ordinamento, laurea specialistica e laurea magistrale che costituiscono titolo di accesso alla procedura concorsuale per il profilo professionale di DSGA

Allegato B – Programma d’esame per l’accesso al profilo professionale di DSGA

Allegato C – Tabella di ripartizione del punteggio dei titoli valutabili nei concorsi a titoli ed esami per l’accesso al profilo professionale di DSGA

Concorso DSGA, le lauree che consentono di partecipare alla selezione

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 231 del 3 ottobre 2022 è stato finalmente pubblicato il Decreto Ministeriale 28 giugno 2022, n. 146, concernente il Regolamento del concorso per titoli ed esami per l’accesso al profilo professionale del Direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA).

Sono ammessi a partecipare al concorso coloro che sono in possesso della cittadinanza italiana, o di uno degli Stati membri dell’Unione europea, oppure cittadinanza di uno Stato diverso da quelli appartenenti all’Unione europea, qualora ricorrano le condizioni di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in possesso dei diplomi di laurea, delle lauree specialistiche e delle lauree magistrali di cui all’allegato A ovvero di analoghi titoli conseguiti all’estero considerati equipollenti o equivalenti ai sensi della normativa vigente.

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Diploma di laurea di vecchio ordinamento, laurea specialistica e laurea magistrale

L’allegato A riporta tutte le lauree ammesse e le equipollenze tra vecchio e nuovo ordinamento.

In sostanza, possono partecipare i laureati in GiurisprudenzaEconomia e Commercio e Scienze politiche.

Allegato A – Titoli di diploma di laurea di vecchio ordinamento, laurea specialistica e laurea magistrale che costituiscono titolo di accesso alla procedura concorsuale per il profilo professionale di DSGA

Allegato B – Programma d’esame per l’accesso al profilo professionale di DSGA

Allegato C – Tabella di ripartizione del punteggio dei titoli valutabili nei concorsi a titoli ed esami per l’accesso al profilo professionale di DSGA

Costituzione graduatorie regionali docenti di sostegno. Procedura per le assunzioni

da La Tecnica della Scuola

Di Salvatore Pappalardo

Il Ministero ha predisposto una bozza di decreto riguardante la costituzione di graduatorie regionali per l’assunzione dei docenti di sostegno.

Inserimento in graduatoria

Possono fare domanda solo i docenti in possesso, alla data  di scadenza del termine previsto per la presentazione della domanda, dello specifico titolo di specializzazione sul sostegno nel relativo grado conseguito in Italia o all’estero, in quest’ultimo caso è necessario che il titolo sia stato riconosciuto dalla competente Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici.

Inserimento con riserva

Sono inseriti con riserva i docenti che hanno conseguito il titolo di specializzazione all’estero e che hanno presentato domanda per il riconoscimento del titolo entro la data di scadenza del termine per la presentazione delle domande per la partecipazione alla procedura.

Modalità di presentazione della domanda

I candidati in possesso dei relativi titoli possono presentare domanda di partecipazione, a pena di esclusione, per un’unica regione esclusivamente in forma telematica. Le domande presentate con modalità diversa non sono prese in considerazione.

Partecipazione a più procedure

Il candidato che ne abbia titolo, può concorrere per più procedure mediante la presentazione di un’unica domanda con l’indicazione delle procedure concorsuali cui intende partecipare.

Modalità di partecipazione

Con successivo decreto  ministeriale saranno chiarite:

  • le modalità di partecipazione alla procedura di costituzione delle graduatorie sia per l’aggiornamento, sia per nuovi inserimenti e di scioglimento delle riserve;
  • sarà stabilito il contenuto del bando e l’ammontare e le modalità di versamento del contributo di segreteria, tale da coprire integralmente la spesa di organizzazione e svolgimento della procedura.

Procedura

La procedura prevede la compilazione di una graduatoria regionale finalizzata al conferimento di contratti annuali sui posti vacanti e disponibili, residuati dalle ordinarie procedure d’immissione in ruolo; i contratti annuali saranno attribuiti in modalità informatizzata.

Decadenza dalla graduatoria

Gli aspiranti decadono dalla graduatoria nei seguenti casi:

  • mancata partecipazione alla procedura di attribuzione dell’incarico annuale;
  • mancata individuazione per incompleta indicazione di tutte le preferenze esprimibili;
  • mancata presa di servizio entro i termini fissati dall’Amministrazione nella sede assegnata;
  • rinuncia all’individuazione effettuata.

Fermo restante la possibilità di nuova iscrizione all’atto dell’aggiornamento delle graduatorie.

Contratto scuola, allarme Uil: ‘Destinate ad altro uso le somme che servivano per il rinnovo’

da Tuttoscuola

Contratto scuola: “E’ già successo: quasi 2 miliardi di euro destinati alla scuola scostati dai fondi del PNRR. E si prosegue: 300 milioni del budget a disposizione per il rinnovo del contratto di lavoro del personale della scuola, altri 28 milioni dal fondo di istituto vengono destinati ad altro. Misure dettate da politiche ragionieristiche con le quali ci si preoccupa di restare nel quadrato delle misure di gestione della finanza pubblica, senza curarsi delle conseguenze, né delle priorità“. Così Giuseppe D’Aprile, segretario Uil Scuola.

Così, mente il Governo ancora in carica cerca risorse destinate ad arginare gli effetti di una congiuntura economica imprevedibile e si cerca di delineare nella Nadef misure a tutela dei bilanci delle famiglie, per la scuola si procede in ordine inverso: si prelevano risorse dai fondi per la valorizzazione professionale, per misure destinate a pochi, in base a criteri tutti da verificare:

– 30 milioni per premiare quanti permangono nella scuola per almeno 5 anni per realizzare la continuità didattica che secondo le nostre proiezioni riguarderà meno del 3% dei docenti;
– 28 milioni per pagare i docenti che surrogano i dirigenti scolastici mancanti nelle scuole affidate in reggenza e per la lotta al Covid;
– 270 milioni per rimpinguare il fondo di istituto finalizzato alla valorizzazione del personale”.

“Sono misure – spiega D’Aprile – collegate alla legge di Bilancio 2022, rispondono dal Mef. Come se tutto ciò che sta accadendo non riguardasse la scuola. E il personale che ci lavora: che lavora con un contratto scaduto e un negoziato che, proprio a causa dell’esiguità delle risorse disponibili, non si riesce a chiudere . La scuola è l’unico dei comparti pubblici a non aver concluso la trattativa, iniziata a maggio e ancora alle battute sui temi dei profili professionali – aggiunge d’Aprile.  Stiamo discutendo di sanzioni, di compiti, di obiettivi, ma di risorse da mettere sul tavolo, niente. Invece di aggiungere, si usano le risorse disponibili, in ordine sparso”.

“Sono misure che vanno a complicare e inasprire una situazione che appare già molto difficile. Non è questo il clima che serve per far ripartire la scuola – conclude D’Aprile -. Il nostro impegno in queste giornate di macroprogrammazione economica del Governo, e di negoziato contrattuale per la scuola, è rivolto concretamente a individuare ogni strada possibile per portare gli aumenti – quelli a-tre-cifre annunciati a maggio – nei cedolini del personale”.

Concorso DSGA: pubblicato Regolamento in Gazzetta Ufficiale

da Tuttoscuola

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, serie generale, del 3 ottobre 2022, il decreto del 28 giugno 2022 contenente il regolamento del Concorso DSGA 2022, che detta le disposizioni concernenti le procedure di selezione per titoli ed esami per l’accesso al profilo professionale di Direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA). Il concorso DSGA si svolgerà su base regionale con frequenza definita ai sensi della normativa vigenteVediamo nel dettaglio le prime indicazioni sul concorso DSGA previste dalla bozza del decreto che sta circolando negli ultimi giorni. Di seguito riepiloghiamo tutti i requisiti e le prove d’esame a cui i candidati del concorso DSGA saranno sottoposti.

Leggi il Regolamento concorso DSGA pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Concorso DSGA 2022: chi può partecipare

Nel decreto si legge che “sono ammessi a partecipare alle procedure di cui al presente decreto coloro che sono in possesso della cittadinanza italiana, o di uno degli Stati membri dell’Unione europea, oppure cittadinanza di uno Stato diverso da quelli appartenenti all’Unione Europea, qualora ricorrano le condizioni di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.”

I titoli di studio richiesti per partecipare al concorso sono diplomi di laurea, delle lauree specialistiche e delle lauree magistrali.

Concorso DSGA 2022: prove e materie d’esame

La procedura concorsuale del nuovo Concorso DSGA 2022 sarà composta di due prove, una scritta e una orale, seguite dalla valutazione dei titoli. La prima sarà una prova scritta computer based, consistente nella risoluzione di 60 quesiti, con quattro opzioni di risposta, somministrati secondo la seguente ripetizione per materia:

  • Diritto Costituzionale e Diritto Amministrativo con riferimento al diritto dell’Unione europea n. 5 quesiti;
  • Diritto civile n. 4 quesiti;
  • Contabilità pubblica con particolare riferimento alla gestione amministrativo contabile delle istituzioni scolastiche n. 18 quesiti;
  • Diritto del lavoro, con particolare riferimento al pubblico impiego contrattualizzato, n. 10 quesiti;
  •  Legislazione scolastica n. 8 quesiti;
  • Ordinamento e gestione amministrativa delle istituzioni scolastiche autonome e stato giuridico del personale scolastico n.12 quesiti;
  • Diritto penale con particolare riguardo ai delitti contro la Pubblica Amministrazione n. 3 quesiti.

La seconda fase del concorso DSGA 2022 consisterà in una prova orale, ovvero:

  • un colloquio sulle materie d’esame di cui all’allegato B, che accerta la preparazione professionale del candidato sulle medesime e verifica la capacità di risolvere un caso riguardante la funzione di DSGA;
  • una verifica della conoscenza degli strumenti informatici e delle TIC di più comune impiego;
  • una verifica della conoscenza della lingua inglese attraverso la lettura e traduzione di un testo

Concorso DSGA 2022: valutazione titoli e prove

La Commissione d’esame, complessivamente, dispone di 150 punti, così ripartiti:

  • 60 per la prova scritta: a ciascuno dei 60 quesiti a risposta multipla è attribuito un punteggio pari a 1 punto, per ogni risposta esatta, e 0 punti per ogni risposta non data o errata. Accedono alla prova orale i candidati che abbiano conseguito un punteggio di almeno 42/60;
  • 60 per la prova orale: la prova è superata dai candidati che conseguono un punteggio non inferiore a 42 punti;
  • 30 per i titoli culturali e professionali.