Firmato accordo politico con ministro Valditara

Firmato accordo politico con ministro Valditara

Domani la sigla all’Aran della parte economica del contratto Istruzione e Ricerca

Si è concluso con la firma di un accordo politico, cui farà seguito domani alle 14.00 l’incontro all’Aran per la firma definitiva della parte economica del contratto Istruzione e Ricerca.

L’incontro di oggi tra sindacati e ministro – commentano i segretari generali di categoria – segna una svolta decisiva nel confronto fra le parti per il rinnovo del contratto del comparto istruzione e ricerca. 

L’accordo prevede una prima sequenza contrattuale di natura economica, da definire nella giornata di domani con l’utilizzo delle risorse disponibili, finalizzato a liquidare entro dicembre gli arretrati maturati nel corso del triennio di vigenza contrattuale e a corrispondere una prima tranche di aumento alle retribuzioni del personale. 

E’ invece da mettere in collegamento con l’iter della Legge di Bilancio e con l’impegno del ministro a reperire risorse aggiuntive, la ulteriore sequenza contrattuale a completamento della parte economica del contratto, che garantirà alla categoria ulteriori 300 milioni in più nella parte di retribuzione fissa. 

Un contributo importante alla conclusione del confronto è venuto anche dallo stanziamento di un ulteriore budget di 100 milioni di euro (una tantum) che saranno resi disponibili con un decreto legge in corso di approvazione nella seduta odierna del Consiglio dei Ministri.

Secondo l’intesa, il negoziato prosegue sulla parte normativa, libero dall’urgenza della definizione della parte economica imposta dalle contingenze derivanti dall’aumento del costo della vita. Arretrati e incrementi concordati saranno corrisposti, con procedura straordinaria, a dicembre a tutto il personale del comparto. 

E’ stato fatto un grande lavoro, superando le difficoltà che si stavano registrando proprio sulla partita delle risorse a partire dall’utilizzo dei 300 milioni, prima dirottati sui fondi MOF – sottolineano i segretari di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals e Gilda e oggi nella piena disponibilità del personale. 

Domani la firma di un contratto che certamente rappresenta un passo avanti nella direzione giusta.

Roma, 10 novembre 2022

Regionalizzazione scuola, legge di iniziativa popolare per dire no: i sindacati promettono battaglia

da OrizzonteScuola

Di redazione

Un no netto a qualsiasi forma di regionalizzazione dell’istruzione. A ribadirlo oggi i sindacati di categoria Flc Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, Gilda e Snals che, insieme al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale hanno dato il via ad una raccolta firme per la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare per la modifica dell’articolo 116 e 117 della costituzione.

La proposta dei sindacati pone un vincolo alla richiesta di autonomia, che può essere concessa solo se “giustificata dalla specificità del territorio”.

Inoltre la proposta esclude “la possibilità di una generica Legge quadro in ambito nazionale che lasci sostanzialmente campo libero a intese tra Stato e singole Regioni”.

IL TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE

I sindacati hanno ribadito con forza la loro contrarietà al disegno di “autonomia differenziata” che, hanno sottolineato, “produrrebbe una frammentazione del sistema e degli interventi indebolendo l’unità del Paese, con il rischio di aumentare le diseguaglianze senza garantire la tutela dei diritti per tutti i cittadini e ampliando i divari territoriali”.

“L’autonomia differenziata non riguarda soltanto la scuola, ma questa è uno degli obiettivi particolari di chi vuole la regionalizzazione – ha spiegato il presidente del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Massimo Villone – per tre motivi: identitario, di risorse e di gestione politica”. Quest’ultimo punto, per Villone, è il più importante. La scuola entra nelle famiglie, e quindi “si avrebbe a disposizione un’armata per la formazione della gestione del consenso». Se questi lavoratori «sono governati da un assessore regionale e non dal ministero, significa molto in termini di gestione politica”, ha detto Villone.

Dopo l’incontro di mercoledì scorso con i Presidenti di Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, il governo tira dritto. Si va verso una legge di attuazione entro fine anno: la possibilità di chiedere il decentramento di tutte le materie previste, compresa l’istruzione. Nell’idea del governo prima di Natale ci dovrebbe essere il passaggio in Consiglio dei Ministri, all’inizio del 2023 l’esame in Parlamento ed entro la fine di ottobre il varo definitivo. Le Regioni meridionali, e non solo, sono pronte alle barricate.

In verità, proprio sul tema della regionalizzazione della scuola il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha raffreddato la pista, giudicando l’autonomia differenziata per la scuola un tema non all’ordine del giorno e senza dubbio non una priorità: “In questo momento ci sono cose più importanti: il dimensionamento scolastico, l’orientamento, il rinnovo del contratto”, ha detto il Ministro.

Quattro settori coinvolti

Sono quattro le materie coinvolte: la scuola, la sanità, l’ambiente e le politiche del lavoro, materie sulle quali verrà aperta la trattativa. Alle Regioni virtuose sarà consentito di ottenere un aumento delle somme destinate alle prestazione. Si ipotizza di prevedere un monitoraggio ogni tre anni. Non verrà erogato un solo euro in più: tanto lo Stato spende, tanto lo Stato darà.

La bozza del disegno di legge “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” risulta completa, in questa nuova formulazione, con alcune modifiche rispetto alla bozza elaborata dal ministro Maria Stella Gelmini nell’aprile 2022.

All’articolo 3 si parla anche di scuola. I livelli essenziali di prestazione sono applicati, infatti, anche in questo settore. Ad esempio, entro il 2027, ogni Comune dovrà mettere a disposizione il 33% dei posti negli asili nido per i bambini di fascia 0-3 anni e fissare i numeri di alunni e docenti per ogni scuola e classe.

Si legge: “Nelle materie di cui all’articolo 117, norme generali sull’istruzione, tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, della Costituzione e nelle materie della tutela e sicurezza sul lavoro, dell’istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale, e della tutela della salute, (…) il trasferimento delle competenze legislative o delle funzioni amministrative e delle risorse corrispondenti ha luogo a seguito della definizione dei relativi livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”.

BOZZA LEGGE [PDF]


Ministro Valditara convoca i sindacati per trovare una soluzione sul rinnovo del contratto 2019-2021

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

Domani 10 novembre 2022, i sindacati sembra siano stati convocati a Viale Trastevere, per cercare di trovare una soluzione risolutiva per il rinnovo del CCNL scuola 2019-2021. Intanto le notizie sull’incontro di oggi riferito al CCNI mobilità è da considerarsi una vera e propria fumata nera.

CCNI mobilità le distanze restano evidenti

L’Amministrazione resta del suo parere sui vincoli della mobilità dei neoassunti del 2022-2023, segnando un netto distanziamento con le richieste sindacali. In buona sostanza il CCNI mobilità del biennio 2023-2025 si è arenato in un braccio di ferro tra Amministrazione e sindacati, restano agli antipodi le interpretazioni normative sui nuovi vincoli dei neoassunti. Intanto il Ministro Valditara convoca per domani alle 12 il tavolo dei sindacati per trovare una soluzione al rinnovo del CCNL 2019-2021.

Incontro politico con i sindacati

L’incontro di domani pare non essere un incontro con l’ARAN per procedere con alcuni aspetti del rinnovo contrattuale, ma piuttosto sembrerebbe essere un incontro politico che il Ministro Valditara vuole fare per sbloccare e accelerare l’accordo contrattuale per il rinnovo del CCNL 2019-2021 entro il prossimo dicembre.

Quali proposte avrà da fare il successore di Bianchi non è dato sapere con precisione, anche se l’intento è di convincere i sindacati a chiudere per dicembre per consentire gli aumenti e l’incasso degli arretrati.

C’è sicuramente in ballo la questione del cambio di destinazione di 340 milioni di euro per la valorizzazione professionale dei docenti e del personale scolastico da passare sugli aumenti stipendiali, già avallata dal Governo Draghi ma soggetta ad un via libera del MEF. Probabilmente il Ministro Valditara coglierà l’occasione di chiarire ai sindacati la destinazione di queste risorse e se sarà possibile modificare l’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale. Quindi domani 10 novembre 2022, alle ore 12, potrebbe esserci un incontro di natura politica che potrebbe dare l’orizzonte sul rinnovo o sul rinvio del CCNL scuola 2019-2021. Facciamo solo notare che il contratto scuola attualmente vigente è scaduto da quattro anni e che il CCNL scuola che dovrebbe essere firmato è già scaduto da oltre un anno, adesso siamo già nella fase del CCNL scuola 2022-2024, ma di questo contratto nemmeno si è cominciato a discutere.


Bonus 150 euro, non serve l’autodichiarazione per i dipendenti pubblici: sarà erogato automaticamente

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Saranno individuati mediante apposite comunicazioni tra il Ministero dell’economia e delle finanze e l’INPS, quindi senza necessità di presentare nessuna autodichiarazione, i beneficiari del bonus 150 euro.

Lo fa sapere la FLC CGIL che segnala l’approvazione dell’emendamento 18.3 con il quale si chiarisce che limitatamente ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni per le quali i servizi di pagamento delle retribuzioni del personale siano gestiti dal sistema informatico del Ministero dell’economia e delle finanze (NOIPA) i beneficiari dell’indennità sono individuati mediante apposite comunicazioni tra il Ministero dell’economia e delle finanze e l’Istituto nazionale della previdenza sociale, nel rispetto della normativa europea e nazionale in materia di protezione dei dati personali. Pertanto per tali dipendenti non sussiste l’onere di rendere l’autodichiarazione prevista.

Riguardo ai settori della conoscenza, la norma si applica alla scuola, agli enti di ricerca con pagamento tramite NOIPA e all’AFAM.

Per l’effettiva entrata in vigore della proposta normativa, è necessaria la definitiva conversione in legge del Decreto Legge 144/22 che deve avvenire entro il 22 novembre 2022.

A chi spetta

Ricordiamo che il decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144 (cd. Decreto Aiuti ter) ha previsto l’erogazione del bonus per tutti i rapporti di lavoro dipendente, purché venga rispettato il limite della retribuzione mensile, da intendersi come retribuzione imponibile ai fini previdenziali, di 1.538 euro, nella competenza del mese di novembre 2022, anche nelle ipotesi in cui nel predetto mese vi sia copertura figurativa parziale.

L’indennità una tantum spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro; e spetta nella misura di 150 euro anche nel caso di lavoratore con contratto a tempo parziale.

Docenti e personale Ata dichiarano titoli falsi per aumentare punteggio nelle graduatorie, scavalcando i colleghi: le indagini

da La Tecnica della Scuola

Di Sara Adorno

Una vicenda che sembra avere dell’assurdo, ma che è stata organizzata da una vera e propria squadra composta da un consulente del lavoro di Castellammare di Stabia e da otto titolari di scuole paritarie di Nocera, Angri, Castel San Giorgio e Scafati. Dai documenti acquisiti sarebbe emerso che i nove indagati avrebbero instaurato dei falsi rapporti di lavoro per 1.503 soggetti, tra docenti e personale Ata. Gli assunti avrebbero poi dichiarato falsamente di aver prestato servizio nelle predette scuole, per avere più punteggio nelle graduatorie e ottenere incarichi annuali, scavalcando di gran lunga i loro colleghi che avevano ottenuto i punteggi in maniera leale.

Le indagini e i reati

Le indagini sono state messe in atto a seguito di una relazione ispettiva redatta dagli Ispettori della sede INPS di Nocera Inferiore, che aveva notato una evidente sproporzione tra le reali esigenze delle scuole paritarie ispezionate e la forza lavoro che risultava assunta.

I carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria, al comando del luogotenente Zenna hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari reali – emessa dal Gip del Tribunale di Nocera Inferiore su richiesta della Procura – con la quale è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di due milioni di euro circa a carico dei nove indagati. Stando a quanto si legge dal comunicato ufficiale della Procura, è stato, inoltre, notificato ai 9 indagati avviso della conclusione delle indagini preliminari per i reati associazione per delinquere, falso, abuso d’ufficio ed indebita compensazione di crediti inesistenti.

Scuola digitale, al via la consultazione per docenti: scadenza 15 novembre

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Con nota 2028 del 27 ottobre 2022 il MI aveva comunicato alle scuole l’intenzione di coinvolgere i diversi attori del sistema scolastico nell’attualizzazione del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), alla luce dei rapidi cambiamenti in atto e dell’evolversi delle tecnologie digitali.

Ha deciso quindi di avviare una consultazione, che si sostanzia nella compilazione di un questionario da parte di docenti e dirigenti.

La consultazione per i docenti è stata ufficializzata con l’invio di una scheda, contenente il link per accedere all’indagine.

Gli insegnanti dovranno fornire alcune informazioni, come gli anni di servizio, la regione e l’ordine di scuola in cui prestano servizio, e poi rispondere ad alcuni quesiti riguardanti il rapporto con le tecnologie digitali e gli ambienti innovativi per l’apprendimento.

Come abbiamo già fatto notare, il sondaggio è aperto a chiunque, quindi potrebbe raccogliere anche le risposte di persone estranee al corpo docente.

Il termine per la compilazione è fissata alle ore 23:59 del 15 novembre 2022.

Niente voti a scuola, crescono gli istituti che scelgono di sostituirli con altri metodi di valutazioni

da La Tecnica della Scuola

Di Sara Adorno

I voti numerici sono così indispensabile per una corretta valutazione formativa? A quanto pare la questione è ancora aperta, soprattutto per dirigenti e docenti che si mettono in discussione, cercando di adottare la scelta più efficace per portare avanti la crescita degli studenti.

Alla luce di una sperimentazione di una scuola secondaria di Roma, dove i docenti nelle proprie classi stanno mettendo in pratica modalità di valutazione in cui non si prevede di usare il voto numerico, ma il giudizio descrittivo, anche all’istituto agrario Cecchi di Pesaro gli studenti non riceveranno voti per i primi due anni, ma solo autovalutazioni.

Precisiamo che nella scuola primaria il voto numerico è già stato abolito più di un anno fa. Nella secondaria (e soprattutto in quella di secondo grado) lo si può fare? A chiarirlo il pedagogista Cristiano Corsini (Roma Tre): “Certo che è possibile e senza violare alcuna norma, al posto dei numeri si possono benissimo usare quei riscontri descrittivi che, al contrario del voto, possono incidere positivamente sullo sviluppo degli apprendimenti”.

Il dirigente del Cecchi: “L’obiettivo è stroncare la dispersione scolastica”

Il dirigente scolastico dell’istituto, Riccardo Rossini in un’intervista a Il Resto del Carlino, ha dichiarato: “La riforma dei professionali ci permette di attuare un percorso rivoluzionario il cui primo obiettivo è stroncare la dispersione scolastica. L’idea è di rimodulare le unità didattiche. Intensificheremo le ore di materie pratiche al biennio. La valutazione della scuola sarà alla fine dei primi due anni: se lo studente non raggiunge gli obiettivi formativi può sanare a settembre o ripetere. Oppure, avendo superato i 16 anni, non essendo più in obbligo formativo, va a lavorare avendo imparato, il più possibile, un mestiere”.

Il sondaggio della Tecnica della Scuola: Valutare gli alunni di medie e superiori con i giudizi? Contrari 7 docenti su 10

Sulla questione della valutazione è intervenuta anche la nostra testata giornalistica che con un sondaggio ha chiesto ai protagonisti del mondo della scuola il loro parare.

Il mondo della scuola è favorevole o contrario al giudizio descrittivo al posto del voto numerico alla secondaria? Come spesso accade nell’ambito dell’Istruzione, anche questo argomento si rivela divisivo, perché in base ad nostro sondaggio (al quale hanno risposto mille lettori) due docenti su tre si dicono contrari, mentre otto studenti, al contrario, si esprimono in modo favorevole.

LEGGI I RISULTATI

Valutazione formativa: ascoltiamo il punto di vista dei ragazzi

Il nostro esperto di didattica e di valutazioneGiovanni Morello, ci ha offerto suggerimenti utili per un modello valutativo attento a valorizzare l’alunno più che a mortificarlo, perché anche la valutazione sia uno strumento di motivazione allo studio. Ne abbiamo discusso in occasione di Didacta Sicilia, presso il nostro stand. Hashtag della seconda giornata, venerdì 21 ottobre, #pedagogia.

Nota 10 novembre 2022, AOODGOSV 30943

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Agli Uffici Scolastici Regionali
Alla Sovrintendenza agli Studi per la Regione autonoma della Valle d’Aosta – Aosta
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia Autonoma di Bolzano
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia Autonoma di Trento
All’Intendenza Scolastica per le scuole delle località ladine di Bolzano
Ai Dirigenti scolastici degli Istituti Tecnici e degli Istituti Professionali
E,p.c. Capo Dipartimento Istruzione Sede
Ufficio Stampa Sede

OGGETTO: Gara Nazionale per gli studenti degli Istituti professionali e degli Istituti tecnici che frequentano il IV anno di corso nel corrente anno scolastico 2022/2023.

Nota 10 novembre 2022, AOODGRUF 51887

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie -Ufficio VII (ex Ufficio IX)

A tutte le istituzioni scolastiche ed educative statali
e, p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali
Al Ministero dell’economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato – Ispettorato Generale di Finanza (IGF)
Ai revisori dei conti per il tramite dell’istituzione scolastica

Oggetto: Predisposizione e approvazione del programma annuale 2023 ai sensi dell’art. 5 del D.I. 28/08/2018, n. 129 “Regolamento recante istruzioni generali sulla gestione amministrativo contabile delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’articolo 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n. 107” (di seguito, anche “DI n. 129/2018”).

Non dis-perdersi. Azioni di rete per contrastare la povertà educativa

Dispersione scolastica: a Roma un seminario per contrastare il fenomeno

L’Unità EPALE Italia raccoglie e presenta le buone pratiche contro la povertà educativa

Roma, 3 novembre 2022 – Dal 9 al 10 novembre 2022 Roma ospita il seminario nazionale “Non dis-perdersi. Azioni di rete per contrastare la povertà educativa”. L’evento è organizzato dall’Unità EPALE, responsabile in Italia per la gestione della piattaforma europea per l’educazione degli adulti EPALE.

Nell’anno europeo della Gioventù, il seminario prende in esame il tema della dispersione scolastica e della povertà educativa nei giovani adulti mettendo al centro l’importanza delle reti territoriali, come strumento di contrasto efficace alle disuguaglianze educative, e della creatività per accendere la motivazione, come testimonia il successo dell’Educazione rap di Amir Issaa, tra le buone pratiche in programma.

Il fenomeno della dispersione scolastica in Italia è molto esteso ed in controtendenza rispetto all’andamento europeo. Secondo l’ultimo rapporto Eurostat, gli “abbandoni scolastici precoci” (espressione con cui si intende l’abbandono prematuro dei percorsi di istruzione e la formazione tra i 18 e i 24 anni) nell’Unione Europea sono in costante diminuzione, salvo in alcuni casi dove si registrano quote molto elevate tra cui: Romania (15%), Spagna e Italia (entrambe 13%).

Al tema dell’abbandono scolastico si collega quello della povertà educativa ovvero l’impossibilità per un minore di avvalersi del diritto ad apprendere, a sviluppare capacità e competenze, a coltivare aspirazioni e talenti personali. Si riferisce dunque non solo alla lesione di un diritto, quello allo studio, ma alla mancanza di opportunità educative nel senso più ampio del termine, dalla fruizione di attività culturali, a quelle sportive, ricreative, sociali. La povertà educativa è prevalentemente legata a contesti sociali svantaggiati, segnati da disagio familiare, precarietà occupazionale e limitata disponibilità economica.

Il territorio può avere un ruolo decisivo nel ridurre queste problematiche se crea e attiva reti, patti e alleanze educative, ovvero se mette in atto una collaborazione tra enti locali, scuole e altri soggetti della cosiddetta comunità educante.

Il seminario Epale “Non dis-perdersi” sarà l’occasione per conoscere più nei dettagli il quadro della situazione italiana, grazie al contributo di Openpolis e Inapp, conoscere iniziative in atto nel nostro Paese da reti inter-istituzionali in grado di dare risposte concrete per combattere in fenomeno, e partecipare attivamente a gruppi di lavoro su temi specifici con approfondimenti che andranno in tre direzioni: dispersione scolastica, orientamento e competenze per l’occupabilità.

Saranno poi presentati i risultati dell’indagine “Patti educativi Territoriali e percorsi abilitanti” condotta dal Forum Disuguaglianze Diversità.

Tramite una poster session sarà possibile conoscere le iniziative e i progetti in corso finalizzati a contrastare abbandono scolastico e povertà educativa grazie alla collaborazione attiva con gli enti del territorio.

All’interno del seminario saranno presentate buone pratiche nate in contesti territoriali diversi, compresi i progetti all’interno degli istituti penali minorili per il contrasto all’abbandono scolastico dei giovani adulti autori di reato. Tra queste spicca l’esperienza di Amir Issaa, rapper, scrittore e autore di percorsi educativi per i giovani che interverrà al seminario con una relazione sulla sua “Educazione rap” e una performance live.

Un’apposita sessione offrirà infine una panoramica europea con buone prassi trasferibili nate in altri Paesi EU, con la partecipazione delle Unità EPALE di Belgio, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Slovacchia.

Maggiori informazioni:

Il programma del seminario:

News sul seminario, sul sito EPALE:

https://epale.ec.europa.eu/it/blog/seminario-epale-non-dis-perdersi-azioni-di-rete-contrastare-la-poverta-educativa

L’esperienza del rapper Amir Issa: L’inclusione attraverso il rap

https://epale.ec.europa.eu/it/blog/linclusione-attraverso-il-rap-amir-issaa-tra-i-relatori-del-seminario-epale-non-dis-perdersi