Cabina di regia PNRR

Si è tenuta il 15 novembre a Palazzo Chigi la Cabina di regia sullo stato di avanzamento del PNRR, convocata dal Ministro per gli Affari Europei, la Coesione Territoriale e il PNRR Raffaele Fitto. Era presente anche il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha fatto il punto sullo stato di avanzamento dei progetti legati al comparto della scuola.

“È stato un positivo e propositivo incontro di coordinamento, figlio anzitutto dell’intenzione del governo di ottimizzare nel miglior modo possibile tutte le opportunità di sviluppo offerte dal PNRR” dichiara il Ministro Valditara.

“Da parte mia” prosegue il Ministro “ho anzitutto garantito che, nonostante le criticità pregresse e i ritardi accumulati dal precedente governo, rispetteremo le scadenze imminenti, quelle del 31 dicembre, che coinvolgono snodi fondamentali per il nostro sistema dell’istruzione. Mi riferisco anzitutto al tema del dimensionamento, dove si agirà attraverso norma primaria; a quello dell’orientamento, rispetto a cui appena entrato in carica ho costituito un Gruppo di lavoro con la missione di mettere concretamente a terra le linee-guida che saranno alla base del decreto, con particolare attenzione al contrasto alla dispersione scolastica e alla prevenzione del fenomeno dei Neet; a quello dell’incentivazione delle competenze Stem, dove si procederà sempre con norma primaria”.

“Inoltre” conclude il Ministro “abbiamo condiviso la necessità di sviluppare in prospettiva un confronto più ampio sulle questioni rilevanti per il PNRR Istruzione, che potranno dare vita a interventi ulteriori e anche correttivi, nel costante dialogo con la Commissione Europea”.

Individuazione dei livelli di fragilità negli studenti

INVALSI, FLC CGIL: rimettere in discussione l’utilizzo prove per l’individuazione dei livelli di fragilità negli studenti

Roma, 15 novembre – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede un “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica” con un investimento di 1,5 miliardi di euro. I criteri di ripartizione della prima tranche delle risorse sono stati oggetto di aspre polemiche anche per l’utilizzo dei risultati delle prove INVALSI e il conseguente parametro della dispersione implicita, che è stato lo strumento fondamentale per la ripartizione tra regioni e tra istituzioni scolastiche.

Nel mese di ottobre l’INVALSI ha restituito alle scuole attraverso le varie piattaforme utilizzate per il registro elettronico, i livelli di fragilità in base ai test standardizzati effettuati dai singoli studenti negli scorsi anni. Conseguentemente ogni studente, identificato attraverso un codice numerico, è stato classificato in base ai vari livelli di fragilità determinati dalle prove.

Esprimiamo totale contrarietà verso questa scelta. È chiaro che attraverso il PNRR si intende promuovere un uso pervasivo dei test standardizzati che rischiano di diventare lo strumento di riferimento per l’individuazione delle fragilità degli studenti, si tenta così di ridurre in maniera significativa una delle funzioni fondamentali della professionalità docente, la valutazione delle studentesse e degli studenti e si orienta l’attività educativa verso la performance nelle prove INVALSI.
Al tempo stesso poniamo un serie di interrogativi sulla legittimità dell’intera operazione: in base a quale norma i gestori delle piattaforme del registro elettronico hanno fornito i dati delle studentesse e degli studenti? Le famiglie e gli allievi sono stati informati della collocazione in livelli di fragilità? Quale uso sarà fatto di questi dati? Quale attendibilità può avere, ad esempio, per un ragazzo che frequenta la quinta classe della scuola superiore, il dato delle prove INVALSI effettuate nella classe terza della secondaria di I grado nel 2018?

Si tratta di una deriva inaccettabile rispetto all’idea di scuola come comunità educativa e alla funzione formativa che dovrebbe connotare la valutazione degli apprendimenti. Contro questa aberrante torsione ideologica dell’utilizzo delle prove INVALSI, metteremo in campo come FLC CGIL tutte le necessarie azioni di contrasto.

Rinnovo contratto, gli arretrati corrisposti a dicembre saranno soggetti a tassazione separata

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Con il rinnovo del Contratto Istruzione e Ricerca per il triennio 2019-2021, che fa seguito all’accordo firmato tra il ministro Valditara e le Organizzazioni sindacali il 10 novembre scorso e all’intesa sulla parte economica sottoscritta all’ARAN l’11 novembre, oltre agli incrementi stipendiali verranno corrisposti, nel cedolino di dicembre, anche gli arretrati spettanti.

Per ottenerli, non sarà necessario presentare alcuna richiesta: gli arretrati, infatti, verranno corrisposti in automatico da NoiPA al personale della scuola, compresi i precari e i pensionati.

Gli arretrati saranno sottoposti a tassazione separata.

Un recente parere dell’Agenzia delle Entrate

A tal proposito, recentemente l’Agenzia delle Entrate è intervenuta con parere 468 del 22 settembre 2022, ricordando che l’articolo 17, comma 1, lettera b), del Tuir prevede che sono soggetti a tassazione separata «gli emolumenti arretrati per prestazioni di lavoro dipendente riferibili ad anni precedenti, percepiti per effetto di leggi, di contratti collettivi, di sentenze o di atti amministrativi sopravvenuti, o per altre cause non dipendenti dalla volontà delle parti».

Secondo la prassi in materia infatti, le situazioni che possono in concreto assumere rilevanza ai fini della tassazione separata sono di due tipi:

  1. quelle di “carattere giuridico”, che consistono nel sopraggiungere di norme legislative, di contratti collettivi, di sentenze o di atti amministrativi
  2. quelle consistenti in “oggettive situazioni di fatto“, che impediscono il pagamento delle somme riconosciute spettanti entro i limiti di tempo ordinariamente adottati dalla generalità dei sostituti d’imposta, causandone il “ritardo”.

Il legislatore ha ricompreso tra le cause giuridiche che legittimano la tassazione separata il sopraggiungere del contratto collettivo.

Pertanto, in generale, è sufficiente che per effetto della stipula del contratto collettivo, l’erogazione degli emolumenti avvenga in un periodo d’imposta successivo rispetto a quello in cui gli emolumenti stessi si riferiscono, per realizzare le condizioni per l’applicazione della tassazione separata.

Gli arretrati non concorrono a formare il reddito

Questo tipo di tassazione fa sì che gli importi spettanti non concorrano a formare il reddito complessivo, evitando così, a causa della progressività delle aliquote IRPEF, di comportare per il contribuente un carico fiscale eccessivamente elevato.


Docenti neo-assunti, informativa del Ministero sulla nota annuale su anno di prova 2022/23

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

I docenti neo-assunti impegnati nell’anno di formazione e prova dovranno seguire le regole contenute nel D.M. 226/2022. Al momento manca ancora la nota annuale del Ministero con le indicazioni sul percorso. La bozza è stata illustrata dal MI ai sindacati nel corso dell’incontro di informativa dell’11 novembre. Con l’occasione, il MI ha anticipato che è imminente l’apertura della piattaforma INDIRE.

Servizi validi

Il superamento del percorso di formazione e periodo annuale di prova in servizio è subordinato allo svolgimento del servizio effettivamente prestato per almeno centottanta giorni nel corso dell’anno scolastico, di cui almeno centoventi per le attività didattiche.

Sono computabili nei 180 giorni di servizio tutte le attività connesse al servizio scolastico, compresi i periodi di sospensione delle lezioni e delle attività didattiche, gli esami e gli scrutini ed ogni altro impegno di servizio, ad esclusione dei giorni di congedo ordinario e straordinario e di aspettativa a qualunque titolo fruiti. Va computato anche il primo mese del periodo di astensione obbligatoria dal servizio per gravidanza.

Sono invece compresi nei 120 giorni di attività didattiche sia i giorni effettivi di insegnamento sia i giorni impiegati presso la sede di servizio per ogni altra attività preordinata al migliore svolgimento dell’azione didattica, comprese quelle valutative, progettuali, formative e collegiali.

Nel caso di contratto part-time, i 180 giorni di servizio e i 120 giorni di attività didattica sono proporzionalmente ridotti.

50 ore di formazione

Il D.M. 226/2022 prevede inoltre che per superare l’anno di prova il docente neo-assunto debba seguire un percorso di formazione. Le attività formative comportano un impegno complessivo pari ad almeno 50 ore, aggiuntive rispetto agli ordinari impegni di servizio e alla partecipazione alle attività di formazione di cui all’articolo 1, comma 124, della Legge 107/2015, e rivestono carattere di obbligatorietà.

Nel percorso di formazione e periodo annuale di prova in servizio, le attività formative hanno una durata complessiva di 50 ore, organizzate in 4 fasi:

a. incontri propedeutici e di restituzione finale;

b. laboratori formativi;

c. “peer to peer” e osservazione in classe;

d. formazione on-line.

Le richieste sindacali

La FLC CGIL ha chiesto di chiarire bene che nella platea del personale coinvolto nel percorso di formazione e prova siano compresi i docenti assunti da GPS 1 fascia sostegno e anche i docenti vincitori del concorso straordinario bis.

Il Sindacato ha inoltre richiesto di consentire il computo dei giorni di servizio svolti dai supplenti individuati quali vincitori del concorso straordinario bis ai fini dei requisiti di servizio per l’anno di prova e formazione, con l’obiettivo di favorire che la maggior parte di loro possa completare il percorso con esito favorevole e avere l’assunzione a TI dal 1/9/2023.

Mentre rispetto ai colleghi che hanno superato il periodo di prova e formazione l’anno scorso  e quest’anno sono destinatari di nomina a TI da altra procedura, sempre sullo stesso grado, la FLC CGIL ha chiesto di chiarire se  possono fare la domanda di ricostruzione di carriera entro il 31 dicembre 2022.

La spesa per l’Istruzione è crollata, -1,5% rispetto a 20 anni fa: lo dice l’Eurispes annunciando un nuovo rapporto Scuola e Università

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Venti anni fa “veniva destinato all’istruzione solo il 5,5% del Pil e alla ricerca appena lo 0,7%. Purtroppo, non sono stati fatti grandi passi in avanti in questo senso, anzi, oggi l’Italia spende ancora meno per l’istruzione: il 4% circa del Pil. E l’investimento in ricerca arriva a sfiorare lo 0,5%“. A dirlo è stato il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, in avvio del seminario “Scuola e università per il futuro dell’Italia” che si è tenuto oggi a Roma per raccogliere indicazioni per la stesura del nuovo rapporto da realizzare il prossimo anno.

Sal rapporto Eurispes emerge che negli ultimi due decenni in Italia l’investimento per l’Istruzione “non è migliorato niente, anzi la situazione è peggiorata”. Una riduzione su cui pensa molto il dimensionamento scolastico del 2008, che con la Legge 133 ha ridotto di molto il numero di sedi scolastiche, di cattedre e di ore di offerta formativa.

Secondo Fara il Pnrr può rappresentare, però, un cambiamento: “le sfide sono tante” e la società “reclama nuovi modelli organizzativi ed educativi”, ha spiegato Fara.

A colloquio con l’Ansa, il direttore dell’Osservatorio sulle Politiche educative dell’Eurispes, Mario Caligiuri, “i recenti programmi elettorali dei partiti hanno tutti assegnato una funzione importante all’educazione”, ma quel che è emerso è una dimensione “inattuale” perché gli interventi proposti sono tutti “di dettaglio”.

Quindi, ha aggiunto il direttore, bisognerebbe “porre l’educazione al centro del dibattito politico, culturale e istituzionale del Paese – ha detto Caligiuri -. In Italia dobbiamo parlare dei problemi veri e questo lo è. Tutto il resto è una conseguenza della mancanza dell’aumento di sviluppo dell’educazione”.

Secondo la vicedirettrice dell’Osservatorio sulle Politiche educative dell’Eurispes, Elena Ugolini, occorre poter fare un nuovo rapporto sulla scuola e l’università dopo vent’anni perché oggi ci sono dati che prima non c’erano.

Un plauso, secondo Ugolini, va all’Invalsi, perché “ha permesso di arrivare a dati micro che danno elementi classe per classe, su tutto il territorio nazionale”. Tra i temi più importanti poi, secondo Ugolini “c’è quello della modalità di formazione e valorizzazione dei docenti, così come dei dirigenti e di tutto il personale scolastico”.

Per il presidente dell’Invalsi, Roberto Ricci, è significativo che lo scorso mese di luglio quasi il 10% degli studenti ha conseguito il diploma di maturità avendo competenze di base “che ci dovremmo attendere alle scuole medie”.

“Le regioni che hanno quindi esiti più problematici non solo hanno molti allievi in condizioni di fragilità, ma anche pochi allievi che conseguono risultati solidi e robusti”, ha detto Ricci.

Secondo il direttore dello Svimez, Luca Bianchi, “l’impegno della riduzione dei divari non solo è necessario ma è anche fondativo della stessa Costituzione”: occorre “assicurare uguali diritti in ogni parte del Paese è un percorso ancora da compiere”.

Per questo, secondo Bianchi, il Pnrr avrà un impatto se riuscirà a ridurre disuguaglianze.

Parlando di sicurezza digitale, la vicedirettrice dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Nunzia Ciardi, si è soffermata sulla “vita intrecciata tra reale e virtuale”, definendo grave “l’assenza di un’educazione digitale”.

Denominazione Ministeri, il MI diventa Ministero dell’Istruzione e del Merito

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Il Ministero dell’Istruzione diventa ufficialmente Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Nella Gazzetta Ufficiale n. 264 dell’11 novembre 2022 è stato infatti pubblicato il Decreto-Legge 173 di pari data, recante “Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri”.

L’art. 6 riguarda il Ministero dell’Istruzione e del Merito:

“1. Il Ministero dell’istruzione assume la denominazione di Ministero dell’istruzione e merito.

  1. Al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 sono apportate le seguenti modificazioni: a) all’articolo 49:

1) al comma 1, le parole: «È istituito il Ministero dell’istruzione, cui» sono sostituite dalle seguenti: «Al Ministero dell’istruzione e merito»;
2) la rubrica è sostituita dalla seguente: «(Attribuzioni)»;

b) all’articolo 50:

1) al comma 1, le parole: «Ministero dell’istruzione» sono sostituite dalle seguenti: «Ministero dell’istruzione e merito» e le parole «Ministro dell’istruzione» sono sostituite dalle seguenti: «Ministro dell’istruzione e merito»;

2) al primo periodo, le parole: «valutazione dell’efficienza dell’erogazione dei servizi medesimi nel territorio nazionale» sono sostituite dalle seguenti: «promozione del merito e valutazione dell’efficienza nell’erogazione dei servizi medesimi nel territorio nazionale»;

3) al primo periodo, le parole: «supporto alla realizzazione di esperienze formative finalizzate all’incremento delle opportunità di lavoro e delle capacità di orientamento degli studenti» sono sostituite dalle seguenti: «supporto alla realizzazione di esperienze formative finalizzate alla valorizzazione del merito, all’incremento delle opportunità di lavoro e delle capacità di orientamento degli studenti»;

c) all’articolo 51, comma 1, la parola: «venticinque» è sostituita dalla seguente: «ventotto»;

d) la rubrica del Capo XI del Titolo IV è sostituita dalla seguente: «Ministero dell’istruzione e merito»;

e) all’articolo 51-ter le parole: «congiuntamente con il Ministero dell’istruzione» sono sostituite dalle seguenti: «congiuntamente con il Ministero dell’istruzione e merito».

  1. Le denominazioni «Ministro dell’istruzione e merito» e «Ministero dell’istruzione e merito» sostituiscono, a ogni effetto e ovunque presenti, le denominazioni «Ministro dell’istruzione» e «Ministero dell’istruzione»”.

SCARICA IL DECRETO

Pnrr, segreterie oberate di lavoro per la gestione dei fondi. Eppure ancora ritardi per i pagamenti delle prestazioni sulle Gps

da La Tecnica della Scuola

Di Carla Virzì

Con nota del 9 novembre il ministero dell’Istruzione ha informato le scuole sullo stato dei pagamenti relativi al lavoro aggiuntivo delle segreterie (personale Ata, Dsga inclusi) per la valutazione delle istanze degli aspiranti all’inserimento nelle graduatorie provinciali per le supplenze.

Da quanto emerge nella nota, a seguito del coinvolgimento degli uffici scolastici regionali nella procedura di assegnazione delle risorse finanziarie alle scuole, la procedura si sarebbe poi inceppata, privando i lavoratori delle segreterie delle risorse finanziarie che spettavano loro per il surplus di lavoro. Leggiamo infatti nella nota ministeriale che la procedura “ha presentato delle criticità di natura tecnico-operativa, che hanno impedito agli uffici scolastici regionali di portare a termine le assegnazioni sui POS delle istituzioni scolastiche”.

A questo punto – comunica il Ministero – si è introdotta una variazione al sistema. Seppure gli uffici territoriali siano stati incaricati della verifica degli importi, l’assegnazione delle somme avverrà direttamente dal Mi (Direzione delle Risorse Umane e Finanziarie) agli interessati. In altre parole “sulla base delle attestazioni delle ripartizioni delle risorse finanziarie oggetto di monitoraggio, confermate dagli uffici scolastici regionali, la direzione generale procederà con l’assegnazione diretta delle risorse finanziarie alle istituzioni scolastiche e alla conseguente comunicazione direttamente a queste ultime”.

LA NOTA DEL MI

Al riguardo non sono mancate le proteste dei sindacati per i ritardi di pagamento che vanno a gravare su una situazione di lavoro già disastrosa delle segreterie scolastiche, oberate di impegni (a partire da quelli legati alla gestione dei fondi del Pnrr) e carenti di personale.

La squadra bipartisan di Valditara

da Tuttoscuola

Se si considera la qualità della scelta dei consiglieri che accompagneranno Valditara nel suo incarico, si può ritenere che il ministro voglia fare le cose in grande e che non intenda accontentarsi di una mera attività gestionale e amministrativa.

Peraltro, a differenza di molti altri ministri che lo hanno preceduto, ha davanti a sé un quinquennio di tempo che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) dargli tranquillità e continuità di azione per le riforme che vorrà affrontare.

Il ministro ha scelto come suoi consiglieri, tra gli altri, quattro “pezzi da 90”: Giuseppe Bertagna, Max Bruschi, Marco Campione e Luciano Chiappetta.

Professionisti che vengono da storie professionali diverse e che hanno collaborato con ministri con appartenenze politiche anche contrapposte. Del resto in linea con l’idea del ministro Valditara di perseguire “una grande alleanza per la Scuola e per il Merito. Quando l’ho lanciata – ha dichiarato Valditara – non intendevo fare della retorica, ma indicare la strada che oggi iniziamo a percorrere con questo accordo: una grande collaborazione tra istituzioni, parti sociali, docenti, studenti, famiglie, ognuno nel suo ruolo, per prenderci cura di quella straordinaria comunità che è la scuola italiana”.

I consiglieri incaricati non hanno bisogno di grandi presentazioni.

Giuseppe Bertagna è stato professore universitario a Bergamo fino al suo recente pensionamento. Al ministero dell’istruzione è noto per essere stato ascoltato consigliere del ministro Moratti e del sottosegretario Aprea nelle riforme della scuola nei primi anni del 2000. Riforme il cui impianto è sostanzialmente tuttora in atto.

Max Bruschi è stato capo dipartimento al ministero dell’istruzione con il ministro Azzolina. Prima di tale incarico è stato per diversi anni dirigente tecnico incaricato in Lombardia.

Marco Campione, libero professionista, è un esperto di politica scolastica. Per diversi anni è stato al ministero dell’istruzione a fianco di responsabili politici del PD: nella segreteria tecnica del ministro Fedeli e capo segreteria del sottosegretario Faraone (poi passato a Italia Viva).

Luciano Chiappetta, dirigente di lungo corso al ministero dell’istruzione, dove è stato anche capo dipartimento, ha una rara e riconosciuta conoscenza delle norme e degli ordinamenti.

Non ha una definita collocazione politica ma, dopo il pensionamento, ha svolto attività di consulenza per il sen. Mario Pittoni (responsabile del dipartimento Istruzione della Lega, nonché estensore principale del programma elettorale sulla scuola).

Tutti per uno, uno per tutti? Difficile da immaginare. Considerata la forte personalità e la variegata esperienza dei quattro consiglieri, il ministro Valditara dovrà gestirne i rapporti interni per farne una squadra coesa. E non sarà facile.

Completano la squadra del ministro Valditara il Capo di Gabinetto Giuseppe Recinto, già capo di gabinetto al Ministero dell’Università e il Capo dell’Ufficio legislativo Giuseppe Cerrone, già capo ufficio legislativo al Ministero dell’Università.

Processi autovalutativi e Rendicontazione sociale nelle scuole pugliesi

Verso la nuova triennalità. Collegamento con il PNRR

di Francesco Forliano e Antonella Loiotile

Premessa

La Rendicontazione sociale rappresenta il più recente tra i processi strategici che, in Italia, le istituzioni scolastiche sono chiamate ad attuare, ai fini della comunicazione dei risultati in esito ad un percorso di autovalutazione intrapreso.  Richiamando l’art. 6, comma 1, lettera d, del DPR del 28 marzo 2013, n. 80, la nota Miur del 16 ottobre 2018[1], in merito al procedimento di valutazione delle istituzioni scolastiche, ricorda che la fase della Rendicontazione si identifica con la “pubblicazione, diffusione dei risultati raggiunti, attraverso indicatori e dati comparabili, sia in una dimensione di trasparenza sia in una dimensione di condivisione e promozione al miglioramento del servizio con la comunità di appartenenza”. 

La scelta di modelli di trasparenza e comunicazione, finalizzati a costruire una relazione dinamica con cittadini ed utenti, comincia ad assumere particolare rilevanza e rientra nell’ambito dei processi di modernizzazione delle amministrazioni pubbliche. Sotto la spinta dei principi introdotti dalla legge del 07.08.1990, n. 241, infatti, si avvia l’utilizzo di varie tecniche di Rendicontazione sociale. Nello specifico, la Direttiva del Ministro della Funzione Pubblica del 17 febbraio 2006 chiarisce che la Rendicontazione sociale delle amministrazioni pubbliche ha lo scopo di fornire risposte ai bisogni comunicativi dei diversi interlocutori, siano essi singoli cittadini, famiglie, imprese, associazioni.    

Gli strumenti di attuazione della Rendicontazione sociale sono diversi e molteplici, ma tra essi il bilancio sociale pubblico può considerarsi il principale. Il bilancio sociale è definibile, pertanto, come il documento, da realizzare con cadenza periodica, nel quale l’amministrazione riferisce, a beneficio di tutti i suoi interlocutori privati e pubblici, le scelte operate, le attività svolte e i servizi resi, dando conto delle risorse a tal fine utilizzate, e descrivendo i suoi processi decisionali ed operativi [2].

Con particolare riguardo allo specifico della realtà scolastica, sin dal lontano 1998, le Raccomandazioni al Ministro per il sistema di valutazione prevedevano l’istituzione di un sistema di valutazione che incentrasse la sua attività sulla definizione di parametri di valutazione. La Raccomandazione n. 5 indicava, inoltre, che i risultati di questa valutazione venissero messi a disposizione dei genitori e della comunità[3]. Solo successivamente, dopo più di un decennio, nel nostro sistema formativo si implementa la valutazione esterna, finalizzata al miglioramento. 

Dopo numerosi tentativi sperimentati dalle scuole italiane per introdurre vari sistemi di programmazione, controllo e certificazioni di qualità, con la nota ministeriale del 22 maggio 2019[4], la Rendicontazione sociale entra ufficialmente all’interno dell’ordinamento scolastico. 

La Rendicontazione sociale realizza la fase conclusiva del ciclo della valutazione delle istituzioni scolatiche, ai sensi del già menzionato DPR del 2013[5]. Al termine del primo processo di autovalutazione – intrapreso dalle istituzioni scolastiche nel primo triennio 2016-19 – la su citata nota ministeriale 10701, dell’ormai lontano maggio 2019, indica alle scuole – per la prima volta – il termine per la predisposizione della Rendicontazione sociale[6]. Ciascuna scuola, quindi, entro il mese di dicembre 2019 era chiamata a riflettere sui risultati effettivamente raggiunti, per darne conto, in riferimento alle priorità e ai traguardi individuati nel Rapporto di Autovalutazione.  

La sequenza logica del processo di valutazione si ripropone nuovamente entro dicembre 2022: l’analisi dei risultati conseguiti nel triennio precedente, ossia la Rendicontazione effettuata nel dicembre 2019, diventa il punto di avvio per riprendere con consapevolezza il percorso verso il miglioramento ed avviare la nuova triennalità 2022-25.

1. La sequenza logica del processo di valutazione

È tuttora in corso, per la seconda volta, il medesimo processo, con la stessa sequenza logica di azioni: ogni istituzione scolastica, infatti, sta verificando, con la Rendicontazione sociale, il percorso svolto nella triennalità precedente (2019-22) e, entro il mese di dicembre 2022, dovrà individuare, con la pubblicazione del Rapporto di AutoValutazione (da ora in avanti RAV), priorità e traguardi da perseguire nella successiva triennalità che si avvia. Inoltre, sulla base dell’AutoValutazione effettuata, dovrà pianificare il miglioramento, redigendo il Piano di Miglioramento. Contestualmente, si dovrà definire l’offerta formativa triennale declinata nel nuovo Piano Triennale dell’Offerta Formativa (da ora in avanti PTOF)[7]. Pertanto, già a partire dal 19 settembre 2022 e fino alla data di inizio della fase delle iscrizioni, risultano aperte contemporaneamente le piattaforme di riferimento per la predisposizione della documentazione strategica su richiamata e sono disponibili sul portale del Sistema Nazionale di Valutazione.  

Per la predisposizione della nuova Rendicontazione sociale, le scuole utilizzano struttura di riferimento e modalità fondamentalmente simili a quelle con cui hanno familiarizzato nel triennio precedente. Le procedure operative per la compilazione della piattaforma, all’interno del portale del Sistema

Nazionale di Valutazione[8], SNV – Rendicontazione sociale (da ora in avanti SNV – RS) sono descritte nel dettaglio nella “Guida operativa” di ottobre 2022[9], presente in piattaforma, con indicazioni relative anche a casi specifici. Per la predisposizione del documento in modo uniforme a livello nazionale già dal 2019, infatti, è stata resa disponibile una piattaforma SNV – RS 2019.

Sul Portale SNV è ancora disponibile, per la consultazione, nella sezione Documenti utili, il Rapporto nazionale sulla Rendicontazione sociale[10], in cui si offre un quadro complessivo di riferimento delle scelte operate dalle singole istituzioni scolastiche, a seguito dell’analisi delle Rendicontazioni sociali pubblicate dalle scuole, entro dicembre 2019, sul portale “Scuola in chiaro”. Il Focus sulla regione Puglia è un altro Rapporto sulle Rendicontazioni sociali, specifico per la Puglia, in cui vengono riportati i dati legati ad un’analisi quantitativa delle Rendicontazioni sociali pugliesi, rappresentati graficamente in comparazione con i dati nazionali. In questa fase di predisposizione della Rendicontazione 2022, risulta interessante esaminare e riflettere su alcuni dati rilevati nel Focus sulla regione Puglia[11].  

Nel Focus – dopo un’analisi introduttiva sullo stato di compilazione e pubblicazione delle Rendicontazioni sociali – vengono analizzate, e comparate – ai dati nazionali – tutte e quattro le sezioni di cui si compone la struttura delle Rendicontazioni pubblicate, sia le due sezioni a compilazione obbligatoria – Contesto e risorse, Risultati raggiunti – che le due a compilazione facoltativa – Prospettive di sviluppo, Altri documenti di Rendicontazione

2. Le sezioni obbligatorie: contesto, risorse e risultati raggiunti

Relativamente alla prima sezione Contesto e risorse, in piattaforma SNV – RS 2019, in automatico, le istituzioni scolastiche trovavano precaricato quanto presente nell’area omonima dell’ultimo RAV pubblicato, nei campi Opportunità e Vincoli, con riferimento alle dimensioni Popolazione scolastica, Territorio e capitale sociale, Risorse economiche e materiali, Risorse professionali.  Il testo precaricato era comunque editabile e modificabile in modo tale che le scuole avrebbero potuto evidenziare gli elementi del contesto – oltre che le risorse disponibili – che – in un certo modo – avessero favorito o ostacolato le scelte effettuate, nel tempo di riferimento, e il raggiungimento dei risultati rendicontati nella sezione successiva. In Puglia, la maggior parte delle scuole non è intervenuta nella modifica del testo precaricato dal RAV, conservando anche la distinzione schematica tra Opportunità e Vincoli.  Alcune scuole, invece, sono intervenute, adattando e semplificando il testo precaricato, rendendo la descrizione maggiormente discorsiva e agganciando i contenuti da rilevare anche ai valori di riferimento inseriti nel PTOF. 

La medesima sezione Contesto e risorse – attualmente, in piattaforma SNV – RS 2022, fa riferimento, non più al RAV, ma ai contenuti inseriti nell’ultimo PTOF pubblicato nel triennio di riferimento tramite la piattaforma all’interno del SIDI e, in particolare, a quelli della sezione La scuola e il suo contesto, sottosezione Analisi del contesto e dei bisogni del territorio. Nel caso in cui la scuola non abbia utilizzato per la predisposizione del PTOF la piattaforma presente nel SIDI, il campo di testo risulta completamente libero per la compilazione. In esso è opportuno mettere in evidenza quanto, nel triennio 2019-2022, il contesto in cui si è operato e le risorse a disposizione abbiano condizionato le scelte effettuate, favorendo o ostacolando, rispetto a quanto preventivato, il raggiungimento dei risultati che si intende rendicontare nella sezione successiva. Ritorna anche in questa triennalità l’importanza della circolarità e della coerenza tra tutti i documenti strategici che dialogano tra loro per un’effettiva integrazione tra gli stessi. 

La seconda e successiva sezione Risultati raggiunti, di compilazione obbligatoria, è suddivisa in due parti: Risultati legati all’autovalutazione e al miglioramento e Risultati legati alla progettualità della scuola. Le scuole in autonomia, sia in piattaforma SNV – RS 2019 che nell’attuale piattaforma SNV – RS 2022, possono scegliere se rendicontare i risultati raggiunti legati all’autovalutazione e/o quelli legati alla progettualità scolastica. Per la compilazione della sezione, quindi, risulta sufficiente compilare anche  una sola delle due parti, come nella scorsa triennalità hanno fatto sia il 24% delle scuole pugliesi – rendicontando, per esempio, solo i risultati raggiunti in relazione all’autovalutazione e ai percorsi di miglioramento intrapresi nell’ambito del ciclo di valutazione delle istituzioni scolastiche – sia l’11% delle scuole in Puglia – rendicontando esclusivamente i risultati raggiunti in relazione alla progettualità delineata nel PTOF. Il 65% delle istituzioni scolastiche in Puglia, invece, ha rendicontato i risultati raggiunti con riferimento sia a quelli legati all’autovalutazione sia a quelli legati alla progettualità scolastica. Il dato pugliese – in questo caso – supera di ben 8 punti il dato nazionale: le scuole italiane che hanno rendicontato i risultati raggiunti, sia relativamente all’autovalutazione che legati alla progettualità scolastica, infatti, risultano essere in percentuale inferiore rispetto al dato della Puglia e corrispondono al 57%. 

Nella piattaforma SNV – RS 2022 risultano significativamente alleggerite nel lavoro di compilazione le istituzioni scolastiche che hanno effettuato la Rendicontazione annuale e pubblicato il PTOF tramite la piattaforma nel SIDI. In questo caso, infatti, ritrovano già caricate in piattaforma SNV – RS 2022 le informazioni inserite nell’ultimo PTOF pubblicato, nella parte Il monitoraggio, la verifica e la Rendicontazione e nello specifico alla voce Verifica – Priorità e traguardi del RAV. Ritrovano, quindi, una serie di dati che ne facilitano la compilazione:le coppie Priorità-Traguardo, distinte per ciascuna area degli Esiti, (non modificabili) dell’ultima annualità per cui si è effettuata la Rendicontazione; la descrizione delle attività svolte (non modificabili) relative agli aa.ss. 2019/2020 e 2020/2021;la descrizione dei risultati raggiunti (non modificabili) relativi agli aa.ss. 2019/2020 e 2020/2021. Ciò non toglie che le scuole che lo ritengano opportuno possano anche cancellare i dati precaricati dall’ultimo PTOF pubblicato, cliccando sul pulsante Importa priorità-traguardi dal RAV che consente di sostituire le coppie Priorità-Traguardo dal PTOF con quelle dell’ultimo RAV pubblicato. Una volta sostituite le coppie Priorità-Traguardo dal PTOF con quelle del RAV, risulterà inibito il pulsante Importa priorità-traguardi dal RAV esarà visibile esclusivamente il pulsante Importa priorità-traguardi dal PTOF, dando la possibilità alle istituzioni scolastiche di ritornare sui propri passi ed, eventualmente, caricare nuovamente ciò che si era cancellato. Le scuole, invece, che non hanno effettuato la Rendicontazione annuale e pubblicato il PTOF tramite la piattaforma nel SIDI, ritrovano tutte le coppie Priorità-Traguardo (non modificabili) inserite nell’ultimo RAV pubblicato, distinte per ogni area degli Esiti interessata. Tutte le scuole – a prescindere dall’aver pubblicato il PTOF tramite piattaforma SIDI – non possono aggiungere nuove coppie Priorità-Traguardo. 

Nella piattaforma della precedente triennalità, SNV – RS 2019, le scuole trovavano disponibili e precaricate tutte le coppie Priorità-Traguardo presenti in tutti i RAV compilati dall’a.s. 2014/15 fino all’a.s. 2017/18 e avrebbero potuto scegliere in autonomia per quali specifiche coppie Priorità-Traguardo illustrare i risultati raggiunti, in base alla propria peculiare situazione e alle proprie scelte strategiche. Le scuole pugliesi hanno rendicontato per il 67% coppie di Priorità – Traguardo afferenti alle aree degli Esiti Risultati nelle prove standardizzate nazionali e Risultati scolastici (nello specifico, il 34% relativamente all’area dei Risultati scolastici e il 33% per l’area dei Risultati nelle prove standardizzate nazionali) per il 24% coppie di Priorità – Traguardo nell’ambito dell’area Competenze chiave europee e solo per il restante 9% in ambito Risultati a distanza. I dati pugliesi sulle aree degli Esiti maggiormente rendicontate dalle scuole risultano fortemente in linea con i dati nazionali che riproprongono percentuali simili per le scelte operate, rimarcando quanto la maggior parte delle scuole rendiconti  di più sulle aree dei Risultati  – scolastici e delle prove INVALSI – attestandosi su basse percentuali, invece, relativamente all’area Risultati a distanza, che risulta ad oggi di più difficile rendicontabilità per le istituzioni scolastiche o strategicamente meno individuata dalle scuole per la Rendicontazione dei risultati.

Anche per la parte II della seconda sezione Risultati legati alla progettualità della scuola, da compilare in aggiunta o in alternativa alla parte I, Risultati legati ad autovalutazione e miglioramento, in piattaforma SNV – RS 2022,le scuole che abbiano effettuato la Rendicontazione annuale e pubblicato il PTOF, tramite la piattaforma nel SIDI, sono avvantaggiate nella compilazione poiché – anche per gli obiettivi formativi interessati – si ritrovano in piattaforma le informazioni presenti nella sezione Il monitoraggio, la verifica e la Rendicontazione dell’ultimo PTOF pubblicato, relativamente alla voce Verifica – Obiettivi formativi, ossia le descrizioni delle attività svolte e dei risultati raggiunti (non modificabili) relativamente agli aa.ss. 2019/2020 e 2020/2021. Anche per questo triennio, in piattaforma è prevista la possibilità di inserire nuovi obiettivi formativi prioritari personalizzati, modificarli e/o cancellarli.

In piattaforma SNV – RS 2019, nel precedente triennio, per quanto riguarda la stessa parte II Risultati legati alla progettualità della scuola, le scuole avrebbero potuto scegliere di rendicontare – in termini di quantità e di tipologia – obiettivi formativi – mediante la descrizione di attività svolte e risultati raggiunti – tra i diciassette riportati nel comma 7 dell’articolo unico della Legge 107/2015, su cui era incentrata l’offerta formativa del PTOF.  Dalla compilazione di questa parte ad opera delle scuole pugliesi, si desumono interessanti dati, sia in ordine alla quantità degli obiettivi rendicontati, che in riferimento alla tipologia degli obiettivi scelti dalle scuole che hanno orientato l’offerta formativa del triennio. Il 21% delle istituzioni scolastiche della Puglia ha rendicontato un unico obiettivo formativo, il 12% due obiettivi e l’11% tre – per citare le percentuali più importanti – fino ad arrivare all’1% delle scuole (in Puglia come in Italia) che ha, addirittura, rendicontato 16 obiettivi formativi. Relativamente, invece, a quali obiettivi sono stati rendicontati dalle scuole, si rileva che il 13% delle istituzioni scolastiche della Puglia ha descritto attività e risultati raggiunti riguardo alla valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche in italiano e lingue straniere, anche condotte mediante la metodologia CLIL, il 10% si è orientato verso il potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche, il 9% ha lavorato sullo sviluppo delle competenze di cittadinanza attiva e democratica e potenziamento delle conoscenze giuridico, economiche e finanziarie e l’8% delle scuole ha preferito sia il potenziamento delle competenze nella pratica e cultura musicali, nell’arte e storia dell’arte, nei media in generale che la prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica e potenziamento dell’inclusione scolastica anche in relazione ai possibili BES. Gli obiettivi formativi più scelti dalle scuole della Puglia rispetto a quelle del resto d’Italia, su cui il dato pugliese ha superato il dato nazionale, attengono al potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche, al rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale e allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti. Inoltre, le scuole – come per la nuova triennalità – avrebbero potuto anche descrivere altri obiettivi formativi personalizzati, intorno ai quali fosse stata incentrata la progettualità della scuola descritta nel PTOF 2016/19, in aggiunta o in alternativa agli obiettivi precaricati riportati nel comma 7 dell’articolo unico della Legge 107/2015. L’8% delle scuole della regione – allo stesso modo di quelle della nazione – ha compilato questa sezione inserendo la definizione di altri obiettivi formativi. 

Le funzioni Naviga fra gli indicatori e Allega evidenze, disponibili  in piattaforma SNV – RS 2019 e nell’attuale SNV – RS 2022, potevano e possono essere utilizzate da parte delle scuole in fase di Rendicontazione per documentare i risultati raggiunti, sia selezionando i vari indicatori e descrittori presenti nel RAV – nella serie storica dei dati, completa dei benchmark di riferimento – che inserendo un allegato predisposto ad hoc, in riferimento ad indicatori per i quali non erano disponibili indicatori omogenei a livello nazionale oppure nel caso si avessero a disposizione dati da utilizzare presenti in altre piattaforme. Le scuole della Puglia, in fase di Rendicontazione 2019, hanno utilizzato per la maggior parte (il 60%) sia la serie storica dei dati fornita a livello centrale, collegata ad uno o più indicatori, sia un’evidenza appositamente creata.  Il 22% delle scuole ha utilizzato solo le evidenze fornite tramite la serie storica dei dati collegati agli indicatori e il 18% si è servito solamente di evidenze autonomamente prodotte.

3. Tra utovalutazione e rendicontazione: riflessioni ed indicazioni

Alla luce dei dati restitutiti dal Focus sulla regione Puglia, considerato che il 24% delle scuole della regione, a dicembre 2019, ha rendicontato i risultati raggiunti con riferimento esclusivo a quelli legati all’autovalutazione ed il 65% ha rendicontato sia i risultati legati all’autovalutazione che quelli legati alla progettualità della scuola, si può desumere che, in totale, ben l’89% delle scuole in Puglia ha richiamato almeno una coppia Priorità-Traguardo dal RAV per descriverne attività svolte e risultati conseguiti. Dalle osservazioni effettuate sul processo di Rendicontazione compiuto dalle scuole pugliese, in relazione alle varie aree previste sulla piattaforma SNV – RS 2019 che dialoga e si integra della piattaforma SNV – RAV, emerge cha talune criticità presenti nel RAV ritornano in automatico nel documento di Rendicontazione sociale. 

In riferimento alle Priorità nel RAV, per esempio, sul piano semantico, talvolta, sono espresse in termini di resoconto o descrizione di un processo e quindi non risultano facilmente rendicontabili. Dal punto di vista numerico, inoltre, a volte le scuole inseriscono nel RAV anche più di due Priorità per ciascuna area degli Esiti. Alle volte, non viene inserita alcuna Priorità per le aree degli Esiti diverse dall‘area Competenze chiave e di cittadinanza, magari in presenza di livelli bassi sui Risultati. E, per fare un altro esempio, si verifica anche che, sebbene la scuola si sia data un giudizio negativo (tra 1 e 3) in una determinata area, non inserisce alcuna Priorità per tale area.

Anche relativamente alla formulazione dei Traguardi, si evidenzia, qualche volta, che sono espressi in termini di generiche mete da raggiungere o come ulteriore formulazione descrittiva della Priorità, e non sempre, quindi, osservabili e/o misurabili. 

Quanto agli Obiettivi di processo individuati, talora, si nota che non sono traducibili in attività specifiche e mirate e, al contrario, risultano espressi in termini di generici interventi-iniziative. Talvolta, sono in numero eccessivo e sembrano numerosi per ciscuna area di processo. Anche in termini di coerenza, spesso mal si agganciano alle aree di processo a cui si riferiscono, risultando poco coerenti con le aree stesse.

Si evidenziano ulteriori riflessioni sull’uso delle Rubriche di valutazione presenti nel RAV.  Spesso le istituzioni scolastiche si attribuiscono un giudizio molto positivo – tra 6 e 7 – su tutte le aree degli Esiti. Inoltre, sebbene la scuola si sia data un giudizio molto positivo – tra 6 e 7 – per esempio, sull‘area Risultati nelle prove standardizzate nazionali, si nota che il descrittore 2.2.a.4 Differenze nel punteggio rispetto a scuole con contesto socio-economico e culturale simile (ESCS) ha un valore basso.

Risulta, pertanto, opportuno – primariamente in fase di autovalutazione anche per questa nuova triennalità – attenersi scrupolosamente alle indicazioni contenute nella Guida operativa RAV 2022[12], disponibile nella sezione Documenti utili della piattaforma SNV – RAV 2022, insieme a tutte le Note metodologiche degli anni precedenti, a cui si rimanda per una approfondita lettura.

Si sottolinea l’importanza di attenersi ad alcune indicazioni di base, da cui non poter prescindere, in riferimento a Priorità – Traguardi – Obiettivi di processo. Risulta opportuno: indicare un numero limitato di Priorità (1 o 2), all’interno di una o due aree degli Esiti degli studenti; individuare Traguardi che articolino in forma osservabile e/o misurabilei contenuti delle Priorità e rappresentino le mete verso cui la scuola tende, nella sua azione di miglioramento; identificare un numero più contenuto di obiettivi di processo particolarmente significativi. 

Tali indicazioni sono fondamentali per la successiva fase di predisposizione del Pano di Miglioramento e per la redazione, al termine del ciclo di valutazione, della Rendicontazione sociale.  Considerato che alcune criticità presenti nel RAVpasseranno automaticamente – poiché precaricate – nel documento di Rendicontazione sociale, si suggerisce alle scuole di evitare di rendicontare coppie Priorità -Traguardo, già inserite nell’ultimo RAV pubblicato, che presentino le su menzionate irregolarità semantiche, formulazioni incerte e incoerenze. Le attività ed i risultati descritti da parte delle scuole nei campi di riferimento in piattaforma SNV – RS 2022 vanno resi coerenti con i Traguardi e/o con gli obiettivi formativi, che rappresentano i risultati attesi al termine del processo. Anche in fase di individuazione delle evidenze da allegare in piattaforma SNV – RS 2022, è opportuno riferirsi ad evidenze in grado di documentare i risultati raggiunti dalla istituzione scolastica invece che i processi attivati. I risultati raggiunti possono essere documentati anche attraverso altri documenti individuati dalle scuole, purchè non siano documenti non pertinenti e non coerenti con i risultati stessi o, eventualmente, risultino già presenti su Scuola in chiaro, come, per esempio, PTOF e RAV.

La recente restituzione degli esiti delle prove Invalsi rappresenta un’importante occasione – opportuna e necessaria – per le istituzioni scolastiche per avviare una riflessione proprio in fase di predisposizione della documentazione strategica per il triennio 2022-25, in generale, ed in fase autovalutativa per la redazione del RAV, in particolare. L’analisi dei dati Invalsi rappresenta per ogni scuola una modalità per individuare punti di forza e criticità nelle aree degli apprendimenti e per mettere in relazione i livelli raggiunti dagli alunni nelle prove standardizzate con gli esiti scolastici, con lo scopo di predisporre interventi migliorativi della proposta didattica complessiva. 

Tale riflessione non può prescindere dall’analisi dei dati Invalsi Puglia 2022[13]. Per ciò che concerne l’italiano e la matematica, nella scuola secondaria di primo grado, si rileva che, in Puglia, la percentuale degli alunni che non raggiungono risultati almeno adeguati, ossia in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali (Livello 3) è pari al 42,5% per l’italiano e al 50,3% per la matematica, con scarti ,rispettivamente, per l’italiano del 4%, rispetto alla media nazionale, che si attesta sul 38%, e per la matematica del 6,7%, laddove la media nazionale corrisponde al 50,3%. Anche per la scuola secondaria di secondo grado la situazione risulta abbastanza critica, sia per l’italiano che, soprattutto, per la matematica. Infatti, la percentuale degli alunni al di sotto del livello di accettabilità (Livello 3) corrisponde al 55,2% per l’italiano, con uno scarto del 6,8% rispetto alla media nazionale, che è pari al 48,4%, e per la matematica si attesta sul 57,6% con uno scarto importante, pari al 17,6%, rispetto alla media nazionale che corriponde al 50%. La riflessione in chiave autovalutativa da parte delle scuole pugliesi costituisce un’urgenza da non trascurare, su cui si può lavorare per costruire prospettive di sviluppo, per il nuovo triennio, anche alla luce di particolari eventuali scostamenti che potrebbero registrarsi in fase di Rendicontazione. 

4.      Le sezioni facoltative: prospettive di sviluppo e altri documenti di Rendicontazione                              

  Il Focus Puglia si conclude con l’analisi dei comportamenti delle scuole pugliesi in relazione alla compilazione delle ultime due sezioni che completano la struttura della Rendicontazione e che sono a compilazione facoltativa, sia in piattaforma SNV – RS 2019 che nell’attuale piattaforma SNV – RS 2022. Nella prima Prospettive di sviluppo, le scuole, al termine della descrizione dei risultati e tenendo conto di quelli conseguiti nel triennio, considerati soprattutto gli eventuali scostamenti registrati, possono completare il campo libero per esporre – in maniera programmatica – le mete da raggiungere e i percorsi da intraprendere nel successivo triennio. Mediante la compilazione della seconda sezione facoltativa Altri documenti di Rendicontazione, è possibile integrare la Rendicontazione svolta nelle sezioni obbligatorie, con massimo due ulteriori documenti o modalità di Rendicontazione in atto nell’istituzione scolastica, quali bilancio sociale, bilancio di missione, bilancio di impatto, giusto per fare alcuni esempi.

A dicembre 2019, solo il 19% delle scuole pugliesi, a differenza del 22% del dato nazionale, non ha compilato le su menzionate sezioni facoltative, preferendo concludere la Rendicontazione con l’esclusivo completamento delle parti obbligatorie. Il restante 81%, invece, ha ritenuto che anche le parti facoltative fossero necessarie a completare il quadro rendicontale del triennio e, nello specifico, si è comportato nel seguente modo: il 35% delle scuole ha compilato entrambe le sezioni facoltative; il 43% ha compilato solo la sezione Prospettive di sviluppo; il 3% ha scelto di integrare la Rendicontazione con altra documentazione e compilando unicamente la sezione Altri documenti di Rendicontazione

In riferimento al numero degli ulteriori documenti prodotti e allegati dalle scuole che hanno scelto di compilare comunque la sezione facoltativa Altri documenti di Rendicontazione, il 53% delle scuole ha allegato un solo documento, mentre il restante 47% ne ha allegati due.

L’analisi e la riflessione sui dati rilevati nel Focus sulla regione Puglia – con riferimento alle rendicontazioni inserite dalle scuole a dicembre 2019 – offre un quadro di riferimento che potrebbe essere di supporto e di sollecitazione alle scuole che entro dicembre 2022 devono ultimare i lavori sul format della Rendicontazione sociale, sicuramente con ormai raggiunta e aumentata consapevolezza rispetto a tre anni fa, quando lo stesso lavoro era una novità per tutti. Il processo di rendicontazione è, senza dubbi, un processo di consapevolezza delle scuole, che utilizzano la piattaforma SNV – RS, per la predisposizione della Rendicontazione sociale 2022, non per portare a compimento un adempimento burocratico che deve essere concluso entro un termine di scadenza , ma per fruire, in modo sempre migliore, di uno strumento di lavoro utile a dare conto del rapporto tra le risorse messe in campo e investite  nel triennio di riferimento e gli impatti e le ricadute di esse sugli esiti formativi degli alunni e dell’intera comunità scolastica.

5. Collegamento con il PNRR – Piano di riduzione dei divari territoriali e Piano “Scuola 4.0”

La dimensione della condivisione, infine, rende la Rendicontazione sociale, un importante strumento di dialogo della comunità di apprendimento interna alla scuola che si apre alla vasta comunità sociale, uno strumento di responsabilità e di comunicazione, che fa sì che la Rendicontazione non casualmente si definisca sociale.[14]   

Con la Rendicontazione sociale, l’istituzione scolastica riferisce – a beneficio di tutti i suoi interlocutori, famiglie e vari stakeholder – le scelte operate, le attività svolte e i risultati ottenuti, dando conto delle risorse a tal fine utilizzate.

La Rendicontazione sociale – oltre a consentire il controllo di gestione tra obiettivi e risultati raggiunti, in termini di miglioramento degli esiti – rappresenta per le istituzioni scolastiche un fondamentale strumento di orientamento per le scelte future, in vista del nuovo triennio 2022-25[15].

Il successo formativo degli studenti, probabilmente, rivela più di ogni altra narrazione, la qualità e l’impatto sociale del servizio effettuato; tuttavia, la semplice pubblicazione dei dati sui risultati degli apprendimenti – non accompagnata da una accurata descrizione degli effetti di contesto, ben agganciata alla descrizione dei processi organizzativi e didattici – non basterebbe a rendere conto dei risultati effettivamente raggiunti e non rappresenterebbe la cartina di tornasole di quanto implementato.  

Gli apprendimenti, infatti, risultano fortemente legati alle caratteristiche del contesto, delle famiglie e degli studenti; pertanto, l’analisi dei risultati va contestualizzata per evidenziare l’effettivo valore aggiunto della scuola, al netto degli elementi di contesto[16]. I risultati, infatti, sono determinati dai processi, ma, anche e soprattutto, dal contesto socioeconomico e culturale di riferimento, che rappresenta la situazione di partenza da cui muoversi per l’implementazione di processi, ai fini del conseguimento degli esiti; pertanto, la Rendicontazione sociale deve partire da una rigorosa analisi del contesto. 

La Rendicontazione sociale, quindi, diventa uno strumento di lavoro efficace quando ragiona sui dati collocati nel contesto di riferimento, anche mettendoli in relazione alle risorse economiche e professionali utilizzate[17]. Sebbene la piattaforma SNV – RS, sia 2019 che 2022, non preveda una sezione specifica relativa all’analisi delle risorse economiche e professionali utilizzate, le istituzioni scolastiche le descrivono all’interno del Piano di Miglioramento, altro documento strategico di rilevante importanza a cui la Rendicontazione sociale fa riferimento. Quanto alle risorse a disposizione delle istituzioni scolastiche, non si può tralasciare il riferimento alle risorse per le azioni di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica in attuazione di quanto previsto dal PNRR. Come noto, con il Decreto ministeriale 24 giugno 2022 n. 170[18] sono stati individuati i criteri di riparto e le istituzioni scolastiche, secondarie di primo e secondo grado, beneficiarie delle risorse per le azioni di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica, in attuazione di quanto previsto dal PNRR. Con successiva nota prot. 60586 del 13 luglio 2022[19], sono stati forniti Orientamenti per l’attuazione degli interventi nelle scuole

La Nota prot. m_pi.AOODGOSV 23940 del 19-09-2022, pertanto, al paragrafo “Collegamento con il PNRR – Piano di riduzione dei divari territoriali e Piano “Scuola 4.0”” evidenzia quanto – da parte delle scuole beneficiarie dei finanziamenti del Decreto ministeriale 24 giugno 2022 n. 170 – l’analisi del contesto, in fase di predisposizione di RAV, Piano di Miglioramento e Piano Triennale dell’Offerta Formativa,  debba orientare la progettazione degli interventi, anche al fine di definire obiettivi specifici e mirati alla riduzione della dispersione scolastica e al potenziamento delle competenze di base degli studenti.  A tal proposito, anche in vista di una pertinente e proficua progettazione degli interventi legati all’investimento 1.4 del PNRR Istruzione, la stessa nota suggerisce, alle istituzioni scolastiche coinvolte, una serie di fondamentali indicazioni. 

Appare opportuno che il “gruppo di lavoro” per la prevenzione della dispersione scolastica, di cui all’art. 2, comma 4, del DM 170/2022, sia composto, nel rispetto delle procedure di trasparenza per la selezione del personale previste dal PNRR, anche da docenti del Nucleo interno di valutazione che avrà il compito di individuare, nell’ultima sezione del RAV delle istituzioni scolastiche attuatrici, sulla base dell’autovalutazione svolta, con riferimento ai dati e ai benchmark presenti, priorità di miglioramento e connessi traguardi collegati alle finalità degli interventi sostenuti dall’investimento 1.4 del PNRR, anche ai fini dell’assegnazione degli obiettivi oggetto dell’atto d’obbligo, da sottoscrivere per la realizzazione delle attività.  

Il Piano di Miglioramento definirà i percorsi e le azioni da attuare per il raggiungimento delle priorità individuate, ponendo particolare attenzione al collegamento fra gli obiettivi previsti nel PNRR, le azioni finanziate con il DM 170/2022, nonché le azioni previste nell’ambito del Piano “Scuola 4.0”. Nel PTOF, invece, saranno riportati i principali aspetti relativi alle nuove strategie didattiche e organizzative per la trasformazione delle classi in ambienti innovativi di apprendimento.


[1] Cfr. Nota prot. m_pi.AOODGOSV 17832 del 18-10-2018 – Il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) 2019/2022 e la Rendicontazione sociale (RS).

[2] Cfr. Direttiva del Ministro della Funzione Pubblica del 17 febbraio 2006.

[3] Cfr. OCSE, Esami delle politiche nazionali dell’istruzione: Italia, Roma, Armando Editore, 1998.

[4] Cfr. Nota prot. m_pi.AOODGOSV 10701 del 22-05-2019 – Rendicontazione sociale 2019 e apertura del Rapporto di autovalutazione per il triennio 2019/2022.

[5] Cfr. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 marzo 2013, n. 80 Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione

[6] Cfr. Nota prot. m_pi.AOODGOSV 10701 del 22-05-2019 – Rendicontazione sociale 2019 e apertura del Rapporto di autovalutazione per il triennio 2019/2022.

[7] Cfr. Nota prot. m_pi.AOODGOSV 23940 del 19-09-2022 – Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) – indicazioni operative in merito ai documenti strategici delle istituzioni scolastiche per il triennio 2022-2025 (Rapporto di autovalutazione, Piano di miglioramento, Piano triennale dell’offerta formativa, Rendicontazione sociale).

[8] Link portale SNV https://snv.pubblica.istruzione.it/snvportaleweb/public/index  

[9] Cfr.       SNV,        Rendicontazione Sociale    Guida      operativa                Ottobre 2022.      Disponibile             al              link https://snv.pubblica.istruzione.it/snvportaleweb/public/rs/rsdoc  

[10] Cfr.     SNV,        Rapporto                 nazionale                sulla         Rendicontazione Sociale. Disponibile             al              link https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Rapporto+nazionale+sulla+RS.pdf  

[11] Cfr. SNV, Rapporto sulla Rendicontazione sociale – Focus sulla regione Puglia Focus Puglia.

[12] Cfr. SNV, Guida operativa RAV 2022. Disponibile al link https://snv.pubblica.istruzione.it/snvportaleweb/public/scuole/rav/documenti  

[13] Cfr.     INVALSI,                  Rapporto                 prove      invalsi     2022.      Disponibile             al              link           https://invalsiareaprove.cineca.it/index.php?get=static&pag=rapporti_invalsi  

[14] Cfr. D. PREVITALI, Riparte la nuova triennalità del sistema nazionale di valutazione (SNV), in Notizie della scuola “La Progettualità strategica ed il coordinamento con il PNRR – Rendicontazione sociale – RAV – PTOF e PdM”, N. 2, Anno L – 16/30 settembre 2022, Napoli, ed. Tenodid, 2022.

[15] Cfr. M. LOGOZZO, D. PREVITALI, M.T. STANCARONE, La Rendicontazione sociale Come rendere pubblico il valore della scuola, Napoli, ed. Tecnodid, 2019.

[16] Cfr. PREVITALI, Riparte la nuova triennalità del sistema nazionale di valutazione (SNV), in Notizie della scuola “La Progettualità strategica ed il coordinamento con il PNRR – Rendicontazione sociale – RAV – PTOF e PdM”, N. 2, Anno L – 16/30 settembre 2022, Napoli, ed. Tenodid, 2022.

[17] Cfr. D. PREVITALI, Il bilancio sociale nella scuola. La risposta a sette domande chiave, Roma, Edizioni Lavoro, 2010.

[18] Cfr. prot. m_pi.AOOGABMI. Registro Decreti.R.0000170.24-06-2022, Definizione dei criteri di riparto delle risorse per le azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica in attuazione della linea di investimento 1.4. “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica” nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU.

[19] Cfr. Nota prot. m_pi.AOOGABMI. REGISTRO UFFICIALE.U.0060586.13-07-2022, Riduzione Dei Divari Territoriali E Contrasto Alla Dispersione Scolastica – Orientamenti per l’attuazione degli interventi nelle scuole – Missione 4 – Componente 1 – Investimento 1.4: Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nella scuola secondaria di I e II grado.

Nota 15 novembre 2022, AOODGPER 39972

Ministero dell’Istruzione,
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per il personale scolastico – Ufficio VI
Formazione del personale scolastico, formazione dei dirigenti scolastici e accreditamento enti

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
Ai Dirigenti degli Uffici per la Formazione presso gli Uffici Scolastici Regionali
e p.c. All’Ufficio di Gabinetto SEDE
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione SEDE
Ai Dirigenti scolastici delle Scuole capofila di ambito
LORO SEDI

Oggetto: Periodo di formazione e prova per i docenti neoassunti e per i docenti che hanno ottenuto il passaggio di ruolo. Attività formative per l’a.s. 2022-2023.

Nota 15 novembre 2022, AOODGOSV 31317

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie del secondo ciclo di istruzione LORO SEDI
E, p.c. Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE
Al Capo Ufficio Stampa SEDE

OGGETTO: Giochi della Chimica 2022/2023