I Longobardi in viaggio verso nuovi scenari

Aperte le iscrizioni al bando “I Longobardi in viaggio verso nuovi scenari” riservato alle scuole italiane di ogni ordine e grado

Obiettivo è coinvolgere gli studenti in attività didattico-formative e visite guidate alla scoperta della civiltà longobarda e delle straordinarie architetture del sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”

Candidature possibili fino al 12 febbraio 2023

Sono aperte le iscrizioni al bando “I Longobardi in viaggio verso nuovi scenari” rivolto alle scuole italiane di ogni ordine e grado, con lo scopo di favorire la partecipazione degli studenti ad attività didattico-formative e a visite guidate nell’ambito di viaggi di istruzione, nei territori che ospitano i sette gruppi monumentali appartenenti al sito seriale patrimonio UNESCO“I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”.

Il bando, cui è possibile accedere fino al 12 febbraio 2023,prevede l’erogazione di contributi fino ad un massimo di 48.000 euro, di cui 24.000 euro riservati alle scuole dei territori comunali appartenenti al sito seriale UNESCO. I contributi dovranno essere utilizzati per il finanziamento di attività didattico-laboratoriali,da effettuarsi nel periodo compreso tra il 20 febbraio e il 30 novembre 2023, con visite guidate condotte da esperti che collaborano con le realtà comunali della rete e incentrati su progetti educativi inerenti il tema dei Longobardi, esclusivamente nei Comuni del sito seriale UNESCO: Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno (PG), Castelseprio (VA), Gornate Olona (VA), Cividale del Friuli (UD), Monte Sant’Angelo (FG) e Spoleto (PG).

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Italia Langobardorum, ente incaricato della gestione del sito seriale longobardo, ha l’obiettivo di coinvolgere gli studenti delle scuole italiane nella conoscenza del patrimonio culturale dei Longobardi – popolazione di ceppo germanico stanziatasi in Italia nella seconda metà del VI secolo, che visse da protagonista la transizione dal mondo antico alla civiltà del Medioevo, coniugando in una efficace e originale sintesi l’eredità romano classica con l’apporto culturale germanico – ed in particolare incentivare la scoperta delle straordinarie architetture che fanno parte del sito seriale UNESCO dei “Longobardi in Italia”: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore-Santa Giulia a Brescia, il castrumcon la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio – Torba (VA), la Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG) e il Complesso di Santa Sofia a Benevento.

Le candidature delle scuole dovranno pervenire entro le ore 23.00 del 12 febbraio 2023, con l’invio dell’apposito modulo B (disponibile insieme al Bando e all’offerta formativa su www.longobardinitalia.it sezione “news”), debitamente compilato, alla mail longobardinitalia@gmail.com.

Le graduatorie degli istituti ammessi a contributo, saranno pubblicate a partire dal 15 febbraio 2023 sul sito web dell’Associazione Italia Langobardorum www.longobardinitalia.it, sezione “news”.

Per maggiori informazioni

www.longobardinitalia.it

Toh, i pendolari

Toh, i pendolari

di Francesco Scoppetta

La mia tesi, ormai risalente all’altro secolo, la posso riassumere così: la scuola vera italiana non viene mai raccontata. Sui perché si può aprire un ampio dibattito. Il mio testo di riferimento è del 1996, è di Rosario Drago e si intitola “Manuale di disobbedienza compatibile” (Erickson). “Ormai sono venuti meno i confini tra realtà e reality ed è come se vivessimo nei regimi ad economia socialista, quando lo stakanovismo di qualche volontario nascondeva la situazione normale della sottoccupazione e dell’improduttività”. In questa affermazione di Drago io trovavo e trovo una prima spiegazione. Vorrei aggiungere: «Non siamo ciò che fingiamo di essere, perciò dovremmo fare attenzione a chi fingiamo di essere» (Kurt Vonnegut).

Essendo calabrese, ed essendo le Calabrie territori che spaziano dal mare alla montagna passando per un Appenino molto simile a quello ligure con zone interne spesso raggiungibili solo con mezzi privati, il pendolarismo fa parte del cursus honorum di qualsiasi docente calabrese. L’avvicinamento a casa rappresenta da sempre la meta del supplente calabrese costretto a cominciare la carriera in posti sperduti e dimenticati da Dio. Un destino comune per tutti i lavoratori della scuola calabrese, una parte dei quali ha pensato bene perciò di cominciare a insegnare nel Nord dove c’è stato sempre posto per bidelli, assistenti e docenti di origine meridionale. E ci sono mezzi di trasporto pubblici.

Abbiamo sempre guardato con meraviglia i film americani con quelle famiglie che caricano l’auto e si trasferiscono in un altra città dopo aver venduto la casa e acquistata la nuova attraverso un agente immobiliare. Da oltre un secolo negli Usa si utilizzano i Multiple Listing Service (Mls), vale a dire liste in cui gli agenti immobiliari (Realtors, in inglese) di tutto il paese inseriscono gli immobili da vendere o dare in affitto disponibili su quasi tutto il territorio nazionale. Da noi non solo il mercato immobiliare è frammentato ma soprattutto il costo della vita è così diverso tra Nord e Sud da giustificare l’andata e ritorno del personale scolastico. Si ottiene il posto a t.i. al Nord e poi tornando giù si vive meglio con quello stipendio misero. La nostra questione salariale nella scuola rappresenta un problema irrisolvibile perchèdue coniugi che insegnano a Bordighera sono poveri mentre una coppia di insegnanti a Vibo Valentia sono ceto medio (se poi uno dei due è impiegato di banca la famiglia sta bene).

Agli inizi del 2023 la stampa ha scoperto una storia di pendolarismo scolastico da trattare e, appurato che fa notizia solo l’uomo che morde il cane e non viceversa, mette in pagina la storia della bidella Giuseppina Giuliano.

(Repubblica, 18/1/23) Ogni giorno in treno da Napoli a Milano e ritorno. Giuseppina Giuliano, la bidella pendolare: “Affitti troppo cari, così risparmio”

Ha 29 anni ed è stata assunta in un liceo milanese, dove lavora dal lunedì al sabato dalle 10,30 alle 17. Così prende il treno ogni mattina alle 5 e torna a casa alle 23,30: “Con il mio stipendio mi conviene il treno, una stanza non costa meno di 650 euro“.

Sulla storia si apre un dibattito nazionale, che poi però si concentra soprattutto sulla possibilità di viaggiare da Napoli a Milano con sole 400 euro mensili. Che sia una bufala? si chiedono i soliti “amenonladateabere”. Ma il pendolarismo, sull’intero territorio nazionale, ecco il punto, fa parte integrante, come detto, dello status dell’insegnante. E’ un pegno da pagare, un tirocinio obbligatorio, il nonnismo subìto dalle reclute, l’apprendistato dei camerieri, le forche caudine che subirono i romani ad opera dei Sanniti di Gaio Ponzio. E’ un argomento che di tanto in tanto fa capolino. 

Sveglia alle quattro, l’odissea degli insegnanti pendolari (Il Messaggero, Laura Alteri, 23/10/22). Sono tantissimi gli insegnanti che vivono una quotidiana odissea per raggiungere la scuola dove prestano servizio, a centinaia di chilometri da casa.
Anche ad Aprilia molte maestre arrivano soprattutto dal sud pontino, Lenola, Minturno, Formia e dalla Campania e ogni giorno devono fare tre o quattro ore di viaggio in treno. «La mattina prendo il treno della linea Roma-Formia, salgo da Fondi alle 5.40 per raggiungere la stazione di Campoleone e poi da lì quella di Aprilia», spiega Nancy, insegnante di sostegno presso una scuola primaria di Aprilia. «Faccio circa tre ore di viaggio, con un cambio di treno all’andata e due ore di viaggio al ritorno. Sono più sui mezzi che a scuola».
Un’odissea peggiorata dai tanti disagi del trasporto pubblico: corse soppresse per guasti sulla linea, treni fermi per incidenti o incendi, ritardi accumulati. «L’altro giorno sono tornata a casa tardissimo perché sul treno c’era un ubriaco che non voleva scendere», racconta Nancy. «Quando arrivo a Campoleone poi non trovo mai la coincidenza e devo aspettare mezz’ora il treno che mi porta ad Aprilia. L’unico bus che parte dalla stazione non va bene per noi perché dobbiamo stare a scuola alle 8.30», spiega invece Annalisa, insegnante in una scuola dell’infanzia, che viene da Minturno.

Di tanto in tanto, quindi, la stampa si occupa dei pendolari, e scrivere un articolo è pure facile, basta recarsi in una qualsiasi stazione ferroviaria e individuare i docenti o i bidelli in partenza. Non a caso, l’articolo più interessante e bello lo ha scritto un docente che è anche scrittore, Marco Lodoli. “Avanti e indietro in treno, dalla notte alla notte, la giornata di Pasquale che lavora nella scuola” (10/11/2021 Il Foglio). “La vita di Pasquale e di migliaia di lavoratori della scuola ormai è questa. Avanti e indietro su un treno, dalla notte alla notte. Il suo stipendio non arriva a 1.200 euro, e di questi soldi almeno 250 se ne vanno per i biglietti dei treni, degli autobus, della metro. “Con il Frecciarossa farei molto prima, ma costa troppo”. Viaggia, lavora e non protesta, Pasquale, anzi è contento perché la nostra scuola gli piace, c’è un ambiente sereno. Prima ha lavorato per tre anni in un liceo a Modena, mi racconta che lì era più dura, non si era trovato bene. In tanti fanno la vita di Pasquale, molti insegnanti di sostegno della mia scuola partono insieme a lui. Sono giovani e forti, hanno energia e coraggio, resistono. E di nuovo penso che io forse non ce l’avrei fatta, che mi sarei perso tra i binari, la fine della notte e le prime luci dell’alba. Guardo Pasquale, lo ammiro, da lui imparo tante cose, anche se non saprei dire di preciso cosa. Forse che la vita non è quella che ci raccontano in televisione, è molto peggio, è molto meglio“.

Ecco, forse la vita non è quella che ci raccontano. Il racconto sulla scuola italiana, zeppo di fumisterie giuridiche, di buoni propositi dei ministri che si avvicendano, di sperimentazioni avanguardistiche, di sigle incomprensibili ai non addetti ai lavori (apro un sito web di un IIS di Chioggia e trovo: PTOF, PI/PAI, RAV, RS e PDM, PNSD) procede spedito. Ma sotto il vestito, fuori dalla propaganda, dal supermercato pieno di Open day e dal Progettificio Continuo, la scuola vissuta è altro. Di tanto in tanto si apre uno spiraglio, poi si richiude e si torna a raccontare un’altra scuola che non ha niente a che fare e a che vedere con la scuola vera.

Quella scuola vera che la famiglia finlandese Mattsson ha criticato pochi giorni fa a Siracusa. Basta leggere le reazioni che ha provocato la temeraria signora Eline – quelli che dovevano reagire lo hanno fatto prontamente – per trasmettere a futura memoria la foto di quello che siamo. Non bisogna infatti dimenticare che la critica viene da una donna proveniente dal paese il cui sistema scolastico è stato riconosciuto come il migliore al mondo. Perché allora non provare a imparare qualcosa?

Per riflesso condizionato a me torna in mente sempre Alberto Arbasino che invitava gli italiani alla famosa gita a Chiasso. A mettere il naso un pò fuori casa, per evitare sempre di rimirarsi l’ombelico. Solo che è passato troppo tempo dagli anni sessanta, quando Arbasino lamentava che la vita intellettuale e culturale del nostro Paese fosse provinciale e marginale, che i valori identitari fossero calpestati o ridicolizzati, che bastasse uscire dai nostri confini per rendersene conto. 

La ministra finlandese dell’Istruzione Li Sigrid Andersson ha detto:
“Il nostro è un sistema che abbiamo costruito negli anni. Un secolo fa eravamo poveri, ora siamo all’avanguardia. Costruiamo la società del futuro partendo dalla base, cioè dall’istruzione e lo facciamo anche investendo molto sugli insegnanti. Sono preparati, competenti, hanno un buono stipendio e vengono rispettati per il ruolo che svolgono”. Certo, là si diventa insegnanti dopo una selezione durissima, ecco spiegato il ruolo sociale e gli stipendi alti. 

Una volta un giornalista Rai andò a fare un reportage in una scuola finlandese e un preside dopo avergli illustrato le attività e mostrato gli ambienti, gli presentò gli insegnanti. Alla fine disse: “Eccoli, sono orgoglioso di loro, sono i migliori”. Il giornalista (la trasmissione era Report) gli fece: “Lei è allora un preside fortunato”. Il preside lo guardò e replicò: ” Fortunato? Non sa che sforzo ho dovuto fare per sceglierli uno ad uno, quanto impegno mi ci è voluto”. Il giornalista, convinto che tutti copiano da noi, con graduatorie e punteggi di anzianità, rimase come si usa dire basito.

Educazione civica, disabilità, sport e digitalizzazione, ecco le deleghe di Frassinetti come sottosegretaria all’Istruzione e Merito

da OrizzonteScuola

Di redazione

Educazione civica, disabilità, sport e digitalizzazione. Ecco le deleghe che il Ministro dell’istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha affidato alla sottosegretaria Paola Frassinetti.

Ringrazio il Ministro Valditara per le importanti deleghe che mi ha assegnato. Sono tutte materie che riguardano gli studenti, la loro inclusione, la loro crescita e il loro benessere. In questo modo avrò l’opportunità di affrontare sfide reali per la formazione dei nostri giovani, dall’inclusione di tutti gli studenti con disabilità nel sistema istruzione, all’educazione civica, allo sport e alla salute, alla scuola in ospedale fino all’importante frontiera dell’innovazione e della transizione digitale“, dichiara il Sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, a seguito del conferimento delle deleghe da parte del Ministro.

C’è bisogno di migliorare l’inclusione degli studenti con disabilità, di potenziare la pratica sportiva nella scuola, di sviluppare l’insegnamento dell’educazione civica per aiutare gli studenti ad affrontare il loro percorso di vita. Una delle priorità di questo Governo è lavorare per migliorare il futuro dei nostri giovani e per farli diventare, con l’aiuto della scuola, cittadini responsabili e sensibili verso la loro comunità nazionale” aggiunge.


PCTO, ecco come gli studenti vorrebbero la nuova alternanza scuola lavoro

da Tuttoscuola

Sicurezza e formazione: sono i due pilastri posti alla base della imminente riforma dei PCTO – i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento – e dell’alternanza scuola-lavoro in generale, a cui sta lavorando il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Il Tavolo appena avviato con il Ministero del Lavoro mira proprio a rimodulare la normativa dei PCTO dal punto di vista della sicurezza degli studenti nei luoghi di stage. Una revisione del sistema che punta anche a rendere centrale la formazione degli studenti riguardo alla sicurezza sul lavoro e quella dei tutor scolastici e aziendali, due figure fondamentali nello svolgimento dei progetti. Una missione che, se verrà portata positivamente a termine, incontrerà sicuramente i favori degli interessati. Visto che, come evidenzia un’indagine condotta di recente dal portale Skuola.net su un campione di 2.500 studenti dell’ultimo triennio delle superiori (periodo in cui si svolgono i PCTO), sono proprio quelle appena descritte le principali variabili da considerare per distinguere un buon tirocinio.

PCTO, come dovrebbe essere? In presenza, formativo e coerente con gli studi svolti

A pensare che i PCTO abbiano bisogno di un restyling sono soprattutto gli studenti coinvolti nell’alternanza scuola-lavoro. Il primo dato che emerge dal sondaggio di Skuola.net citato all’inizio è che gli stagisti hanno apprezzato maggiormente l’alternanza quando è stata svolta per vere e proprie realtà lavorative (pubbliche o private) e non “simulata” a scuola: tra coloro che l’hanno fatta direttamente sul campo l’indice di gradimento è al 66%. Ma questo è solo il punto di partenza. Infatti, agli studenti occorre anche che le attività vengano svolte in presenza. Gli studenti che hanno svolto i PCTO totalmente a distanza, infatti giudicano l’esperienza come pessima: per fortuna si tratta di una sparuta minoranza, appena il 22%.

Inoltre, una volta arrivati in azienda, gli studenti vogliono toccare con mano i processi lavorativi. Essere coinvolti nelle attività principali è un requisito fondamentale per il 67% degli intervistati: più di 2 studenti su 3. Meglio ancora se il tutto viene preceduto da un’adeguata formazione di carattere teorico-pratico: anche questo un altro requisito chiave secondo il parere degli studenti. Di conseguenza, la soddisfazione per la qualità dell’esperienza è stata minore tra coloro che hanno avuto solo una spiegazione di tipo teorico: in questo caso solo il 18% si è detto contento dello stage. Ancora minore il gradimento tra gli studenti che hanno svolto compiti marginali (9%) e tra chi è stato messo da parte “a guardare” (6%). Ma più di tutto, gli studenti sognano uno stage in linea con i propri interessi e studi: non è un caso che gli studenti che hanno avuto questa opportunità giudichino – in 9 casi su 10 – l’esperienza come positiva.

Il tutor, una figura chiave dell’alternanza scuola-lavoro

Un’altra prerogativa essenziale – anche qui gli studenti sembrano essere in linea con il Ministro Valditara – è la presenza costante di un tutor aziendale, che supporti gli stagisti nell’arco di tutta l’alternanza. Si tratta di una figura teoricamente obbligatoria ma che non sempre le ragazze e i ragazzi hanno avuto la fortuna di avere accanto. Solo il 40% degli intervistati è stato assistito con regolarità, mentre addirittura il 30% non lo ha mai conosciuto. Eppure che la presenza del tutor aziendale sia un elemento chiave è un dato di fatto: chi ha giudicato positivamente l’esperienza in alternanza – in quasi 6 casi su 10 – ha potuto godere dei consigli di un tutor aziendale.

Sicurezza, studenti in linea con Valditara

Altro campo in cui gli studenti sono in sintonia con Valditara è quello della sicurezza sui luoghi di lavoro. Un tema che ha tenuto banco per tutto il 2022 e che in questi giorni è tornato alla ribalta per il caso del mancato risarcimento alla famiglia De Seta. I dati di Skuola.net mostrano come l’80% degli studenti che ha svolto mansioni pratiche si sia sentito al sicuro durante le attività. Lo stesso non si può dire però per un 20% di intervistati che invece ha temuto di essere in pericolo in più di un’occasione durante l’alternanza scuola-lavoro. Anche se alla fine, fortunatamente, l’86% degli stagisti ha giudicato sicuro l’ambiente di lavoro in cui ha operato.

Barriere architettoniche nelle scuole: quali accorgimenti per il superamento?

da Tuttoscuola

“Grazie ai fondi previsti per l’edilizia scolastica, provvederemo infine alla rimozione di tutte le barriere architettoniche nelle scuole italiane”. Questa la recente dichiarazione di impegno del ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, per rimuovere tutte le barriere architettoniche nelle scuole che dovrà trovare un’efficace azione operativa degli Enti Locali, soprattutto in talune aree meridionali dove si registrano ritardi nell’attuazione degli specifici accorgimenti per il superamento delle barriere.

La situazione degli edifici scolastici risulta dal Portale dati del ministero aggiornata al 2021-22. Nelle rilevazioni del 2017-18 il 75,5% degli edifici scolastici di scuole statali risultava aver messo in atto accorgimenti di varia natura (porte, rampe, ascensori, servizi igienici, scale, ecc.) per il superamento delle barriere architettoniche nelle scuole.

Nelle rilevazioni del 2021-22 gli accorgimenti per superare le barriere architettoniche hanno invece superato l’81%, interessando 32.553 edifici su un totale di 40.079, di cui 27.130, pari all’82,3% di quelli con scuole dell’infanzia e del primo ciclo (sotto la responsabilità gestionale di Amministrazioni comunali) e 5.423, pari al 76,3% di quelli con istituti del secondo ciclo.

La significativa estensione ad altri edifici degli accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche è indubbiamente un segnale positivo dell’impegno degli Enti Locali a migliorare le condizioni di accesso per alunni con disabilità.

Ma, rispetto alla media nazionale dell’81,2% di edifici scolastici nei quali le Amministrazioni locali hanno messo in atto accorgimenti di varia natura per il superamento delle barriere architettoniche, risultano notevolmente differenziati, per valori assoluti e percentuali, gli interventi realizzati dalle diverse regioni italiane.

A fronte di regioni virtuose, come, ad esempio, il Friuli VG (92%), il Piemonte (91,6%), il Veneto (91,5%), la Toscana (89,2%), la Sardegna (88,5%) e la Lombardia (88,3%), vi sono invece altre regioni che hanno percentuali di accorgimenti molto più basse, come, ad esempio, la Campania (56,9%), la Calabria (65%) e il Lazio (73,7%).

Complessivamente sono le regioni settentrionali che hanno fatto registrare le più elevate percentuali di accorgimenti realizzati per il superamento delle barriere architettoniche.

Probabilmente in alcuni territori meridionali il ritardo di intervento per mettere in atto gli accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche è anche conseguente all’assenza nei decenni passati di piani regolatori che hanno costretto diversi Comuni ad adibire a scuole abitazioni ad uso civile.

Reclutamento: il piano del governo per assumere 70mila docenti

da Tuttoscuola

Il PNRR prevede 70 mila assunzioni entro il 31 dicembre 2024. Per farlo il governo pare pronto a sbloccare i concorsi della scuola aggiornando anche le regole delle selezioni. È quanto emerso nel corso di un incontro tra il ministero dell’Istruzione e del merito e i sindacati della scuola. Nello specifico, l’idea del Ministero sarebbe quella di procedere con bandi annuali  e una salvaguardia nei confronti dei precari storici, quelli con almeno tre anni di servizio.

In sostanza, per i docenti con almeno 3 anni di servizio e in possesso dei 24 CFU si prevede un concorso riservato in primavera. Non una procedura concorsuale una tantum in quanto ne sarebbe prevista un’altra anche per il prossimo anno scolastico, il 2024, a cui potranno partecipare coloro che abbiano conseguito almeno 30 CFU dei 60 previsti con il nuovo percorso così come previsto dal PNRR e dalla riforma del reclutamento portata avanti dall’ex ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Per quanto riguarda poi il sostegno, il Ministero propone l’assunzione con contratto a tempo determinato finalizzato al ruolo dei docenti già in possesso della specializzazione sul sostegno e di chi conseguirà il titolo entro il 30 giugno 2023. Dopo l’anno di prova e la formazione ci sarà l’assunzione a tempo indeterminato.

La direzione da prendere è quella di rafforzare la formazione in ingresso dei docenti della secondaria con l’avvio dei percorsi abilitanti – ha commentato Francesca Sinopoli, segretario FLC Cgil -. Da luglio si attendono i decreti attuativi necessari per l’avvio di questi percorsi previsti nella riforma. Bisogna velocemente procedere con l’emanazione perché i corsi abilitanti servono alla scuola e alla qualità della didattica, ma sono fondamentali anche per i precari che lavorano da anni e devono poter accedere all’abilitazione, ai docenti di ruolo ingabbiati, che vogliono abilitarsi su un altro insegnamento o un altro grado di scuola e ai docenti specializzati su sostegno che non hanno un titolo abilitante sulla disciplina”.

“Un altro provvedimento utile e di facile applicazione – ha aggiunto Sinopoli – è la proroga delle assunzioni da GPS sostegno, che negli ultimi due anni scolastici ha già prodotto quasi 24 mila assunzioni di docenti formati e selezionati e bisogna infine, completare le assunzioni degli idonei dei concorsi già svolti e dei precari con tre anni di servizio”.

Incarichi Capo Dipartimento in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 19 gennaio 2023, ha deliberato, su proposta del Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, il conferimento dell’incarico di Capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione alla dott.ssa Carmela Palumbo, dirigente di prima fascia del Ministero, e il rinnovo dell’incarico di Capo dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali al dott. Jacopo Greco, dirigente di prima fascia del Ministero.