Dividere non fa il bene della scuola

Dividere non fa il bene della scuola

In riferimento alla proposta delle regioni riportata pubblicamente dal Ministro dell’Istruzione e Merito G. Valditara di aumentare gli s:pendi degli insegnan: che lavorano al Nord, DiSAL evidenzia le seguen: considerazioni.

Dal punto di vista del merito

Finché non ci sarà un sistema di valutazione del personale della scuola e quindi dei docen: non potrà esserci valutazione obieGva del merito professionale dello stesso personale e quindi una differenziazione s:pendiale. Il merito in ambito educa:vo non si misura automa:camente in relazione a un contesto più o meno complesso sia territoriale che scolas:co nel quale lavora il docente o il dirigente scolas:co, ma valutando oggeGvamente il raggiungimento di obieGvi di efficacia organizza:va, forma:va e didaGca dello stesso personale dirigente e docente e su aspeG di tecnicalità professionale.

Dal punto di vista dell’equità del tra4amento s5pendiale

È difficile stabilire che chi lavora in un certo ambito geografico ‘merita’ di più di chi lavora in un altro: quali sarebbero i parametri di complessità da valutare? quali le agevolazioni di cui godrebbero o meno i docen: dei diversi territori? come ‘graduare’ vantaggi e svantaggi a cui sono soPopos: taluni docen: rispePo ad altri?

Dal punto di vista della regionalizzazione del sistema scolas5co e della ges5one del personale della scuola

Il tema della differenziazione s:pendiale dei docen: tra le diverse aree geografiche italiane – semmai di questo si volesse parlare – rientra nel tema dell’inquadramento della ges:one del personale scolas:co (reclutamento, carriere, riconoscimen: economici) all’interno di una riforma del sistema delle autonomie regionali. Tema questo, assai complesso, da valutare in un confronto tra forze poli:che in Parlamento, luogo deputato a introdurre eventuali nuove norme in materia, anche guardando a modelli già ad oggi in essere, come quelli delle regioni a statuto speciale o le province autonome di Trento e Bolzano.

Dal punto di vista della differenziazione del tra4amento economico dei docen5

La vera differenziazione di cui ha bisogno la scuola è quella delle carriere degli insegnan: che tenga conto della realtà effeGva della scuola di oggi, in cui mol: docen: si assumono già diverse responsabilità, ruoli, funzioni e specifiche competenze u:li a far funzionare la scuola e a rispondere alle esigenze educa:ve di studen: e famiglie, queste sì da oggeGvare anche sul piano del riconoscimento professionale ed economico in modo coerente e adeguato alla diversità di impegno richiesto e di raggiungimento di obieGvi quan:ficabili.

È questo un tempo prezioso per costruire proposte valorizzan: tuPo il personale scolas:co, per favorire la collaborazione tra le diverse figure che lavorano nelle scuole e non per introdurre ipotesi che rischiano, invece, di demo:vare e contrapporre coloro che in esse insieme offrono alla formazione dei giovani idealità e passione professionale.

Dividere non fa il bene della scuola.

Diversità nella qualità

Diversità nella qualità

di Rita Manzara

Non c’è dubbio: per realizzare una scuola di qualità è indispensabile avere a disposizione le necessarie risorse, rappresentate sia dalle strutture e dai mezzi a disposizione sia, in primo luogo, da un corpo docente adeguato in termini numerici e di competenze.

Pur riconoscendo l’importanza di un organico non “a ranghi ridotti”, non si tratta soltanto di numeri, ma di ruoli da ricoprire ponendo realmente al centro l’interesse dei discenti e della comunità scolastica di appartenenza.

Per raggiungere questo obiettivo gli insegnanti, oltre ad essere adeguatamente formati, devono sentirsi motivati al servizio da svolgere.

Purtroppo, molteplici problematiche sono destinate ad incidere negativamente sul lavoro quotidiano del docente, come ad esempio la difficoltà a condividere con i colleghi più anziani principi pedagogici, strategie educative e metodologie didattiche o l’appesantimento causato da una persistente burocrazia che rischia di rallentare (o impedisce del tutto) la realizzazione di alcune attività.

In ogni caso, anche in presenza di una soddisfacente collegialità – che consenta al team docente di condividere efficacemente tutti i passaggi utili alla progettazione, realizzazione e valutazione del percorso di insegnamento/apprendimento –  si percepisce una diffusa insoddisfazione da parte di questa categoria di lavoratori.

Tra i fattori principali di tale insoddisfazione possiamo annoverare la mancata valorizzazione delle competenze che si evince, tra l’altro, nell’inadeguatezza della retribuzione, sia a livello stipendiale sia di riconoscimento del contributo apportato all’arricchimento dell’offerta formativa.

Chiunque abbia fatto parte di un Collegio Docenti conosce le dinamiche conflittuali che possono verificarsi al momento della ripartizione delle risorse destinate a compensare gli incarichi (ore funzionali ovvero aggiuntive d’insegnamento all’interno di progetti).

Tale conflittualità nasce dalla percezione di un’ingiustizia che si innesta sulla constatazione (o convinzione) di una differenza di trattamento.

È per questo motivo che la recente ipotesi del ministro di pensare ad un trattamento economico per i docenti differenziato tra Regione e Regione potrebbe risultare controproducente.

Le risorse (di personale e finanziarie) alle scuole pubbliche non possono essere ricondotte all’ubicazione geografica delle scuole stesse valutando, ad esempio, la necessità di “pagare di più” i docenti del Nord in rapporto al maggior costo della vita.

Non è, inoltre, accettabile il fatto che la qualità del servizio scolastico possa essere diversa a seconda del luogo in cui si attua il percorso formativo.

La diversità, in termini di maggiore o minore qualità dell’offerta formativa, contraddice, infatti, il dettato costituzionale secondo il quale (art.3) “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Come si può leggere nell’ “Introduzione al manifesto delle piccole scuole” (rete nazionale promossa dall’INDIRE) “uno degli obiettivi di un paese moderno è quello di garantire istruzione di qualità in ogni parte del suo territorio e, quindi, anche le piccole scuole possono e devono essere scuole di qualità.”
La parità significa “uguaglianza di opportunità”: per comprendere questa affermazione può essere utile riprendere l’esempio delle suddette “Piccole Scuole”, termine che non si riferisce soltanto ai plessi scolastici con una ridotta dimensione numerica degli studenti, ma anche alle scuole caratterizzate dall’isolamento, dalla difficoltà di accesso ai servizi essenziali e dal progressivo spopolamento delle zone in cui sorgono.

La qualità del servizio va garantita in tutti i contesti, anche se il servizio deve essere necessariamente differenziato attraverso una progettazione delle attività didattiche costruita in base alle esigenze legate al contesto territoriale ed alle risorse presenti nello stesso, anche in un’ottica di continuità orizzontale tra Istituzioni.

La differenziazione di trattamento economico potrebbe, quindi, trovare applicazione in base alla qualità del servizio svolto, in termini di efficace risposta ai bisogni e alle necessità realmente presenti.

Quest’ultima condizione deve essere assicurata attraverso l’erogazione alle Istituzioni Scolastiche di risorse assegnate in base alle necessità rilevate e con il fine di valorizzare l’impegno del personale coinvolto nella gestione dei percorsi.

In quest’ottica vanno evidenziati i percorsi già realizzati in collaborazione tra Regioni e USR, finalizzati – attraverso la stipula di appositi protocolli –  a individuare e mettere in atto un insieme di soluzioni operative che (oltre a garantire l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico in relazione alle esigenze legate alla pandemia) consentano di garantire la qualità del servizio di istruzione.

A seguire, indichiamo alcuni punti presenti nel protocollo stipulato nel Friuli Venezia Giulia tra l’Ufficio Scolastico Regionale e la Regione Autonoma, che prevede la messa a disposizione di contributi finalizzati all’incremento:

  • della dotazione di personale docente per sopperire alle carenze, anche al fine di evitare la presenza di classi numerose e disagi per l’utenza finale;
  • della dotazione oraria di docenti di sostegno, a copertura del fabbisogno annualmente parzialmente coperto con le assegnazioni in deroga;
  • della dotazione oraria di docenti a supporto della didattica nelle scuole in ospedale, in aggiunta del personale finanziato con fondi ministeriali;
  • della dotazione oraria di personale per l’assistenza tecnica per la didattica digitale integrata, con priorità agli Istituti Comprensivi;
  • dei Patti di comunità presentati dalle istituzioni scolastiche statali della regione e non finanziati per carenza di risorse al fine di favorire, attraverso la collaborazione con Enti locali e altri soggetti del territorio, attività laboratoriali di approfondimento culturale, artistico, coreutico, musicale, motorio, sportivo e attività ludico-ricreativa.

Concludiamo questa breve riflessione evidenziando il possibile intervento finanziario di privati a supporto della scuola pubblica, opportunità peraltro già attuata da tempo nelle scuole.

Senza dilungarsi sull’argomento, sembra quantomeno improbabile affermare che i fondi privati andrebbero impiegati per “elevare la dignità del personale scolastico”, anche tenendo conto delle diverse opportunità offerte a detto personale a seconda della presenza o meno di soggetti privati e disponibili sul territorio.

Un ulteriore elemento di debolezza consiste nella possibilità che l’offerta di sostegno economico all’Istituzione Scolastica comporti l’esercizio, da parte dell’offerente, di un ruolo decisorio nella definizione delle attività o progetti, anche a prescindere dalle esigenze realmente presenti.

Non si tratta, quindi, di una novità, ma unicamente di un’opportunità controversa.

10 alunni per classe con insegnanti formati e meglio pagati. La ricetta di Valditara contro la dispersione scolastica

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

“Siamo il paese europeo con il più alto tasso di dispersione scolastica. Avvieremo una sperimentazione con 150 scuole fra le più critiche, formeremo classi di dieci studenti e insegnanti formati appositamente e meglio pagati”.

Si tratta del concetto ribadito dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, nel corso del suo intervento al forum di @PwC_Italia “L’immaginario sulla scienza e le competenze del futuro”.

Valditara, come spiegato in un precedente intervento, si ispira al modello francese per la lotta all’abbandono scolastico: “Penso a quanto realizzato nelle banlieue in Francia, mi incontrerò presto con il ministro francese per sperimentare anche da noi classi da 10 alunni invece che 20-25 nei contesti più difficili. All’Ocse ho portato la proposta di creare una banca dati sulle migliori pratiche nella lotta alla dispersione scolastica. Mentre ho appena istituito una commissione di esperti sul bullismo che è una delle cause dell’abbandono, per trovare soluzioni”.

Per questo ha fortemente voluto in legge di bilancio l’inserimento di 150 milioni che verranno utilizzati per valorizzare gli insegnanti impiegati in attività di orientamento e di contrasto alla dispersione scolastica.

Nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione e del merito è istituito un fondo, con una dotazione iniziale di 150 milioni di euro per l’anno 2023, finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico, con particolare riferimento alle attività di orientamento, di inclusione e di contrasto della dispersione scolastica, ivi comprese quelle volte a definire percorsi personalizzati per gli studenti, nonché di quelle svolte in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, sentite le organizzazioni sindacali, da adottare entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri di utilizzo delle risorse di cui al presente comma“, riporta la manovra 2023 approvata lo scorso dicembre.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito si è già mosso nella direzione di contrasto alla dispersione ed ha già messo in atto alcuni interventi.

Con le linee guida sull’orientamento previsti dal PNRR, il Ministero organizza percorsi di mentoring e orientamento. Ciascun percorso viene erogato, in presenza, da un esperto in possesso di specifiche competenze, in orari diversi da quelli di frequenza scolastica. Previsti anche percorsi di potenziamento delle competenze di base, di motivazione e accompagnamento. Saranno coinvolte anche le famiglie nel concorrere alla prevenzione e al contrasto dell’abbandono scolastico: piccoli gruppi con il coinvolgimento di genitori di almeno 3 destinatari.

E poi c’è il docente tutor, la figura su cui punta Valditara inserita all’interno della riforma dell’orientamento: “Verrà introdotta la figura del docente tutor per ogni gruppo classe, il docente che dovrà avere una formazione particolare, ed anche essere pagato di più, e che dovrà in team con gli altri insegnanti seguire in particolare quei ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento ma anche di quelli molto bravi che magari in classe si annoiano e che hanno bisogno di accelerare”, ha detto il Ministro.


PCTO, non sarà requisito di ammissione per maturità. Confermata la deroga all’assolvimento dell’obbligo

da OrizzonteScuola

Di redazione

Una deroga per quest’anno all’obbligo dei percorsi Pcto per l’ammissione alla maturità e la predisposizione da parte dell’Inail di un provvedimento per poter estendere l’assicurazione a favore degli studenti vittime di infortuni.

Sono due dei provvedimenti principali emersi dal tavolo, convocato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per fare il punto sulla sicurezza nei percorsi di Pcto (ex-ASL), al quale hanno partecipato oltre 30 associazioni dei datori di lavoro, delle forze sociali e delle Istituzioni.

Nel corso dell’incontro, spiega all’Adnkronos il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, “si è avuta la conferma che, per quest’anno scolastico, sarà derogato l’obbligo dei percorsi Pcto per l’ammissione agli Esami di Stato (maturità). Inoltre, l’Inail ha informato che sta preparando un provvedimento per poter estendere l’assicurazione a favore degli studenti vittime degli incidenti mortali durante i percorsi di Pcto”. Inoltre, prosegue Di Meglio “è stato chiarito che i percorsi di Pcto devono rientrare nell’orientamento, lo studente è un visitatore, deve osservare i lavoratori non deve svolgere mansioni lavorative, altrimenti cambia completamente il significato di questo istituto”.

“Auspicando che questi incidenti non debbano più avvenire, la Fgu – sottolinea il coordinatore della Gilda – ha ribadito la necessità di un’analisi approfondita, un monitoraggio, delle esperienze di Pcto effettuate negli ultimi anni per poter aggiornare e migliorare sia la normativa sulla sicurezza sia quella generale relativa al Pcto. In particolare sono necessarie maggiori risorse per retribuire i tutor e garantire l’assistenza degli studenti durante tutto il percorso di Pcto ed è necessario, pur garantendo il massimo della sicurezza, snellire la mole degli impegni burocratici di chi si occupa del Pcto”.

Maturità 2023, seconda prova scritta: Latino al Liceo classico, Matematica allo scientifico. Le materie per tutti gli indirizzi

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Latino al Liceo classico, Matematica al Liceo scientifico, Economia Aziendale per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”, Progettazione, costruzioni e impianti per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”; queste sono alcune delle discipline scelte per la seconda prova scritta della Maturità 2023 in base al decreto ministeriale n. 11 del 25 gennaio 2023.

Quest’anno, ricordiamo, l’Esame di Stato torna a svolgersi secondo la struttura del periodo pre-pandemia:

  • una prima prova scritta di Italiano, comune a tutti gli indirizzi di studio, che si svolgerà dalle ore 8.30 di mercoledì 21 giugno 2023;
  • una seconda prova scritta, riguardante le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio; il colloquio, che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale della studentessa e dello studente. Nel corso del colloquio, il candidato espone anche le esperienze svolte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) e le competenze acquisite nell’ambito dell’Educazione civica.

Le Commissioni d’esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e tre interni all’istituzione scolastica.

È prevista una terza prova scritta in alcuni indirizzi di studio (sezioni EsaBac, EsaBac techno, sezioni con opzione internazionale, scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e scuole con lingua d’insegnamento slovena e bilingui sloveno/italiano del Friuli-Venezia Giulia).

Per conoscere le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca.

SCARICA IL DECRETO

Chi deve presentare domanda entro il 31 gennaio 2023

Intanto ricordiamo che entro il 31 gennaio devono presentare domanda di partecipazione agli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione dell’a.s. 2022/23 gli studenti della penultima classe per abbreviazione per merito. Sono infatti ammessi, a domanda, direttamente all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo, gli studenti che hanno riportato, nello scrutinio finale della penultima classe, non meno di otto decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e non meno di otto decimi nel comportamento, che hanno seguito un regolare corso di studi di istruzione secondaria di secondo grado e che hanno riportato una votazione non inferiore a sette decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline e non inferiore a otto decimi nel comportamento negli scrutini finali dei due anni antecedenti il penultimo, senza essere incorsi in non ammissioni alla classe successiva nei due anni predetti. Le votazioni suddette non si riferiscono all’insegnamento della religione cattolica e alle attività alternative. L’abbreviazione per merito non è consentita nei corsi quadriennali e nei percorsi di istruzione degli adulti di secondo livello, in considerazione della peculiarità dei corsi medesimi.

La medesima scadenza riguarda i ritardatari, cioè di coloro che non le hanno èpresentate entro il 30 novembre scorso. Eventuali domande tardive dei candidati esterni possono essere prese in considerazione dagli Uffici scolastici regionali, limitatamente a casi di gravi e documentati motivi che ne giustifichino il ritardo, se pervenute entro il termine del 31 gennaio 2023. Gli studenti che si ritirano dalle lezioni prima del 15 marzo 2023 possono presentare l’istanza di partecipazione in qualità di candidati esterni entro il 21 marzo 2023.

Beneficiari della proroga del termine al 31 gennaio 2023, stabilito per le domande tardive dei candidati esterni, sono anche i candidati interni nelle medesime condizioni, con l’avvertenza che questi ultimi presentano domanda al dirigente scolastico/coordinatore didattico. Il suddetto termine è di natura ordinatoria e i candidati interni hanno comunque titolo a sostenere gli esami, qualora siano stati ammessi in sede di scrutinio finale.

Giorno della memoria, per ricordare le vittime dei lager e le leggi razziali

da La Tecnica della Scuola

Di Andrea Toscano

In una fredda giornata del 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata rossa che avanzavano verso Berlino raggiunsero il lager presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), abbattendone i cancelli e consentendo quindi ai sopravvissuti di rivelare gli orrori e i crimini infami commessi dai nazisti.

Le persecuzioni subite dai deportati nei lager e le leggi razziali in Italia

Il “Giorno della memoria” fu istituito nel nostro Paese con la legge n. 211/2000, cinque anni prima che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite scegliesse, con risoluzione 60/7 del 2005, la stessa giornata del 27 gennaio, per ricordare  lo sterminio del popolo ebraico e le persecuzioni subite da tutti i deportati nei campi nazisti, anche da omosessuali, dai sinti e dai rom, da altre minoranze, da disabili e dai deportati militari e politici, nonché le leggi razziali in Italia (introdotte 85 anni fa, nel 1938, dal regime fascista e firmate dall’allora re d’Italia).

Ma la ricorrenza del 27 gennaio serve anche per ricordare il ruolo di coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria incolumità hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Difendere la Carta costituzionale e diffonderne i valori

Essendo la scuola il luogo più idoneo per trasmettere alle nuove generazioni l’importanza della memoria e per diffondere i valori contenuti nella Carta costituzionale e nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo (contribuendo anche a far maturare nei giovani un’etica della responsabilità individuale e collettiva, una cittadinanza attiva e consapevole, per la realizzazione di una pacifica convivenza, contrastando il pregiudizio e il razzismo), gli istituti di ogni ordine e grado sono invitati a dare ampio spazio a iniziative, cerimonie, momenti di riflessione (anche nei giorni successivi al 27 gennaio), al fine di mantenere vigile la memoria per impedire che la tragedia del nazi-fascismo e gli orrori delle deportazioni e dell’Olocausto possano ripetersi.

Iniziative nelle scuole per “non dimenticare”

Un forte impatto emotivo hanno gli incontri con persone che vissero quei tragici fatti e soprattutto le testimonianze dei sopravvissuti ai campi di sterminio o dei familiari di vittime delle persecuzioni.

E anche se magari spesso non c’è la possibilità di organizzare “eventi strutturati”, l’importante è non far cadere nel silenzio il ricordo del genocidio pianificato e perpetrato dal nazismo e le riflessioni sulle complicità, anche soltanto trovando il tempo per momenti di riflessione che sono assai utili e auspicabili per gli studenti di tutte le classi nelle varie scuole d’Italia. Magari, se si ritiene opportuno, con l’ausilio di testi storici e/o letterari che rimandano a quei tragici eventi, anche semplicemente attraverso la lettura in aula, ad esempio, di alcune pagine de “Il diario di Anna Frank” (Anne è morta a neppure 16 anni nel campo di concentramento nazista di Bergen-Belsen), ricordando la sua frase “quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”, o dei versi introduttivi del romanzo “Se questo è un uomo” di Primo Levi, sopravvissuto alla deportazione nel campo di concentramento.

Le falsità di “revisionisti” e “negazionisti”. Negli ultimi anni aumentano segnali preoccupanti

Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”. Partendo dal concetto espresso dal filosofo e scrittore spagnolo George Santayana (Jorge Agustín Nicolás Ruíz de Santayana y Borrás) in  “Reason in Common Sense”, primo volume di “La vita della ragione”, frase che si può leggere, incisa in trenta lingue, sul monumento all’ingresso del campo di sterminio di Dachau, il ricordo dell’Olocausto rappresenta un monito per il presente e il futuro, in un periodo in cui si diffondono tentativi di “revisionismo” e addirittura di “negazionismo” che tendono a falsificare la drammatica storia che contrassegnò la II guerra mondiale e gli anni antecedenti, la Shoah, la Resistenza in Italia e in Europa. Una Europa che non può e non deve dimenticare la lotta al nazi-fascismo che caratterizzò quel drammatico periodo storico.

Negli ultimi anni emergono purtroppo “rigurgiti” nazi-fascisti. Notizie di cronaca fanno riferimento anche a reclutamento di volontari per la pianificazione di azioni violente, ci sono gruppi che si muovono talvolta sottotraccia (ma in alcuni casi persino ai margini di contesti istituzionali), con organizzazioni che in Europa (e non solo) tendono a compattare pericolose alleanze transnazionali di ispirazione appunto nazi-fascista (anche con l’organizzazione di “raduni” in cui si incontrano pure esponenti legati ad altri movimenti xenofobi e razzisti), che non vanno sottovalutate né tollerate.

Testimonianze dei sopravvissuti agli orrori delle deportazioni e dei campi di concentramento

Da un clima poco rassicurante scaturisce anche l’attuale situazione di Liliana Segre, da oltre tre anni costretta ad avere la scorta, assegnatale per ogni spostamento e uscita pubblica dopo gli attacchi verbali di gruppi di estrema destra e le minacce di morte via web. La senatrice è una delle “memorie storiche” degli orrori delle persecuzioni a seguito delle leggi razziali: esclusa dalla scuola in seconda elementare nel 1938, poi la deportazione nel campo di Auschwitz – ancora bambina, insieme ai propri familiari uccisi nei campi di sterminio nazisti – dal binario 21 della Stazione centrale di Milano, ora Memoriale della Shoah. Fu liberata il primo maggio 1945 a Malchow, dove c’era un sottocampo del lager di Ravensbrück (il più grande campo di concentramento interamente femminile della Germania nazista, nel quale negli ultimi mesi di guerra vennero trucidate decine di migliaia di donne, molte con i loro bambini). A Malchow, ha raccontato la Segre, era giunta perché alcuni giorni prima del 27 gennaio 1945, cioè prima della liberazione del campo di Auschwitz da parte dei sovietici, “era iniziata la ‘marcia della morte’ alla quale dovetti partecipare con altre decine di migliaia di prigionieri disperati, quasi sempre a piedi, nel gelo dell’inverno, soffrendo una fame indicibile. Spinti dai nazisti sempre più verso nord-ovest, passando da un lager all’altro. Se cadevano, venivano finiti dalle guardie con un colpo di fucile. Alla fine il gruppo di deportate di cui facevo parte raggiunse l’ultima meta, il campo di Malchow a nord di Berlino”.

Un altro dei pochissimi sopravvissuti ai campi di concentramento è Sami Modiano, da anni testimone di quegli orrori, anche a fianco delle scolaresche (lui, espulso dalla scuola a otto anni di età a causa delle leggi razziali) che attraverso l’iniziativa “Il treno della memoria” si sono recate in visita al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Molto coinvolgente un’intervista pubblicata un anno fa sul sito web di Sky Tg24. Quest’anno invece un’intervista con il sopravvissuto alla Shoah, nativo di Rodi, quando era colonia italiana, e oggi novantaduenne, verrà trasmessa  venerdì 27 gennaio alle ore 21.15 sulla rete “Focus” (disponibile in alta definizione sul digitale terrestre Canale 35). Tra gli incontri di quest’anno di Modiano anche quello in Senato con gli studenti di un liceo romano.

All’iniziativa del “Treno della memoria” hanno partecipato più volte in passato, per testimoniare l’esperienza tragica dei lager, dove furono rinchiuse appena bambine, anche altre due sopravvissute all’Olocausto, le sorelle Tatiana e Andra  Bucci, di cui si parla anche in un libro (successivo alla realizzazione di un film d’animazione), “La stella di Andra e Tati”, che è stato inserito tra le letture consigliate, insieme ad altri volumi, nel blog “Deascuola”, dove oltre ai “consigli di lettura” sono riportati proposte di attività e spunti didattici inerenti il Giorno della Memoria.

Testimone dei rastrellamenti di cittadini da incarcerare o trasferire nei lager è Emanuele Di Porto, che interverrà, in un un incontro solo per le scuole, a Roma il 30 gennaio alla presentazione del libro “Il bambino del tram” (a Roma presso la Casa della Memoria e della Storia). Emanuele Di Porto, durante il rastrellamento dei nazisti il 16 ottobre 1943, nel Ghetto di Roma, aveva 12 anni. Salvato dalla madre, che invece verrà deportata, chiede aiuto a un bigliettaio al capolinea del tram. L’uomo gli fa cenno di salire e l’autista lo fa stare in cabina accanto a lui. Tranviere e bigliettaio condividono con Emanuele il loro cibo e alla fine del turno raccomandano il bambino ai loro colleghi. Emanuele si salvò, trascorrendo due giorni dentro il tram.

Tra le molte le iniziative, la novità della “Rete italiana della memoria”. Le scuole vincitrici del concorso “I giovani ricordano la Shoa”

Tra le tante iniziative di quest’anno segnaliamo la novità della “Rete italiana della memoria”, di cui questa testata ha dato notizia giorni fa. Sul sito “studenti.it” leggiamo: “La Rete italiana della memoria è un progetto patrocinato dal Mim in cui intervengono il Civico Museo della Risiera di San Sabba – Monumento nazionale nel comune di Trieste, la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Onlus, la Fondazione Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah – MEIS, la Fondazione per il recupero e la valorizzazione della memoria storica del Campo di Fossoli, la Fondazione Museo della Shoah e Museo internazionale della memoria Ferramonti di Tarsia. Con il sostegno di Trenitalia – Gruppo Ferrovie dello Stato, sarà più semplice potere raggiungere e visitare i luoghi della memoria in Italia, raggiungibili in treno con biglietti a costi agevolati. Un modo alternativo per celebrare il Giorno della memoria. Nelle schede tecniche di Trenitalia, le modalità di adesione e condizioni per fruire, fino al 31 dicembre 2023, delle agevolazioni sul prezzo del biglietto ferroviario”.

Maggiori informazioni sulla “Rete italiana della memoria” in una nota diffusa dal Ministero dell’istruzione lo scorso 23 gennaio.

Da segnalare anche le iniziative del Memoriale della Shoah di Milano, che si trova nella zona sottostante il piano dei binari della Stazione centrale.

Infine, per quanto riguarda la scuola ricordiamo che è prevista la premiazione degli istituti scolastici proclamati vincitori del concorso “I giovani ricordano la Shoah”, di cui abbiamo dato notizia in un altro articolo nei giorni scorsi.

Carovita e adeguamento salario per i docenti: cosa sta succedendo in Europa?

da La Tecnica della Scuola

Di Andrea Maggi

L’esplosione dell’iperinflazione e l’instabilità dei mercati provocati dal conflitto attuale ha provocato, tra le altre conseguenze economiche, la polverizzazione del potere d’acquisto del ceto medio, di cui il corpo docente tutto fa parte, già scolpito dalla svalutazione finanziaria della propria professione, cruciale per la crescita del Paese. Molti esecutivi europei, consapevoli delle disparità dei costi sostenuti da i cittadini circa utenze, alimenti e beni di consumo a livello interno, sono disposti a proporre un adeguamento salariale relazionato ai singoli impatti del carovita sul territorio. Tra questi si colloca, in prima linea, il Ministro dell’Istruzione Valditara, che ha promesso un pacchetto di adeguamenti connessi agli aumenti ed al costo della vita a livello locale. In Europa, specie nelle realtà vaste e disomogenee, sì è proposto all’avvio dell’anno scolastico un aumento consistente degli stipendi adeguato ai parametri microeconomici: è accaduto in Francia, Spagna, Regno Unito e Polonia.

Il clima di tensioni e gli scioperi. La frammentazione delle iniziative si scontra con un tessuto sociale docente in difficoltà

Misure temporanee, adeguamenti mancati, carovita. Il quadro generale è finito sui banchi della Commissione Europea, che ha promesso, con un investimento rateizzato e programmato durante l’attuale quinquennio (2020-2025) di adeguare gli stipendi al carovita ed all’inflazione. La somma prevista è di circa 400 miliardi di cui i Ministeri d’Europa saranno adeguatamente beneficiari. Migliaia di scuole in Inghilterra e Galles rischiano la chiusura durante il mese attuale. In Ungheria, migliaia di insegnanti hanno marciato per le strade di Budapest alla fine dello scorso anno, chiedendo salari più alti e riforme urgenti da parte del governo dopo gli scioperi di settembre. Fa parte di un quadro più ampio di malessere nell’istruzione pubblica, con una crescente carenza di insegnanti che si diffonde in tutta Europa. In Francia ci sono attualmente 4.000 posti vacanti; le ultime stime in Germania che suggeriscono un deficit di 25.000 insegnanti entro il 2025.

Adeguamento salariale localizzato: vantaggi e limiti. Applicazione problematica in Europa

Come reso noto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara presso la piattaforma di dialogo “Italia 2023: persone, lavoro, impresa”, “La scuola pubblica ha bisogno di nuove forme di finanziamento, anche per coprire gli stipendi dei prof che potrebbero subire una differenziazione regionale. E per trovarle, si potrebbe aprire ai finanziamenti privati.”. Occorre però tenere in considerazione se tale applicazione non crei disuguaglianze. La linea europea è, in via generale, un adeguamento dello stipendio sulla base del costo della vita della capitale, in genere medio rispetto a realtà rurali e turistiche. L’adeguamento in oggetto richiederebbe un’impressionante mole di dati. Si pensi al caso tedesco, che ha provocato la rabbia di interi Laender: i fondi commissionati all’istruzione – e di conseguenza la retribuzione dei docenti – erano decisi presso gli uffici locali, creando forti disuguaglianze ed adeguamenti lenti rispetto ad altre località. Il caso è scoppiato prima in Sassonia, interessando il Baden e la Turingia.

Valorizzazione delle Eccellenze, entro il 28 febbraio le domande per ottenere l’accreditamento

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Il 28 febbraio 2023 scadono i termini per la presentazione delle domande per ottenere l’accreditamento e il riconoscimento delle competizioni nel Programma annuale per la valorizzazione delle eccellenze per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

La procedura è riservata ai soggetti interni e ai soggetti esterni all’Amministrazione scolastica che hanno i requisiti previsti dalle norme ed esperienze già consolidate in tema di valorizzazione del merito degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

All’avviso è allegata l’informativa sul trattamento dei dati personali e la seguente modulistica per partecipare alla procedura:

Modulo 1 – Domanda di accreditamento
Domanda per ottenere l’accreditamento per un triennio scolastico, a partire dall’a.s.2023/2024, da parte dei soggetti esterni all’Amministrazione scolastica che intendono concorrere alle iniziative di valorizzazione delle eccellenze riguardanti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

Modulo 2 – Competizione proposta
Domanda per ottenere il riconoscimento della competizione nel Programma per la valorizzazione delle eccellenze, a partire dall’a.s.2023/2024, da parte dei soggetti interni e dei soggetti esterni all’Amministrazione scolastica.

Modulo 3 – Elenco dati relativi alla competizione
Modulo contenente i dati relativi alla competizione realizzata dai soggetti interni e dai soggetti esterni all’Amministrazione scolastica per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado (Foglio 1 e Foglio2).

SCARICA NOTA E ALLEGATI

Materie seconda prova maturità 2023: l’elenco per tutti gli indirizzi

da Tuttoscuola

Torna la seconda prova maturità 2023 e con le le materie oggetto dello scritto che si svolgerà il prossimo 21 giugno. Il ministro Valditara ha firmato il decreto e la seconda prova maturità 2023, diversa per ciascun indirizzo, avrà per oggetto una sola disciplina tra quelle caratterizzanti il percorso di studi. Latino al Liceo classicoMatematica allo Scientifico, Economia aziendale per l’Istituto Tecnico, Settore economico, Indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing”, Progettazione, costruzioni e impianti per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e TerritorioVediamo di seguito l’elenco delle materie maturità 2023.

Materie seconda prova maturità 2023 – Licei

Liceo classico
Latino

Liceo scientifico
Matematica

Liceo scientifico – Opzione scienze applicate
Matematica

Liceo linguistico
Lingua e cultura straniera 1

Liceo artistico – Architettura e Ambiente
Discipline progettuali architettura e ambiente

Liceo artistico – Arti figurative plastico scultoreo
Discipline plastico-scultoree

Liceo Scienze Umane
Scienze umane

Liceo Scienze Umane, opzione economico sociale
Diritto ed economia politica

Liceo Musicale e Coreutico – Sezione Musicale
Teoria, analisi e composizione

Liceo Musicale e Coreutico – Sezione Coreutica
Tecniche della danza

Clicca qui per conoscere tutte le materie maturità 2023 dei licei

Materie seconda prova maturità 2023 – Istituti Tecnici

Amministrazione Finanza e Marketing
Economia aziendale

Amministrazione Finanza e Marketing – Articolazione Relazioni internazionali per il marketing
Economia aziendale e geopolitica

Turismo
Discipline turistiche e aziendali

Meccanica, meccatronica ed energia – Articolazione meccanica e meccatronica
Disegno, progettazione, organizzazione industriale

Trasporti e logistica – Costruzione del mezzo
Struttura costruzione sistemi impianti del mezzo

Elettronica ed elettrotecnica – Elettronica
Elettronica ed elettrotecnica

Elettronica ed elettrotecnica – Elettrotecnica
Elettronica ed elettrotecnica

Informatica e Telecomunicazioni – Informatica
Informatica

Grafica e comunicazione
Progettazione multimediale

Chimica, materiali e biotecnologie – Chimica e materiali
Tecnologie chimiche e industriali

Sistema Moda – Tessile, abbigliamento e moda
Ideaz. progettaz. industrializ. prodotti moda

Agraria, agroalimentare e agroindustria – Produzioni e trasformazioni
Produzioni vegetali

Costruzioni, ambiente e territorio
Progettazione, costruzioni e impianti

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Materie seconda prova maturità 2023 – Istituti professionali

Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale
Economia agraria e dello sviluppo territoriale

Servizi socio sanitari
Igiene e cultura medico-sanitaria

Servizi commerciali
Tecniche professionali dei servizi commerciali

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Messaggio INPS 27 gennaio 2023, n. 422

Istituto Nazionale Previdenza Sociale
Direzione Centrale Inclusione e Invalidità Civile
Direzione Centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione

OGGETTO: Contributo in favore dei genitori disoccupati o monoreddito, con figli con disabilità, introdotto dall’articolo 1, commi 365 e 366, della legge 30 dicembre 2020, n. 178. Presentazione domande per l’anno 2023

Giorno della Memoria

Con la legge 211 del 20 luglio 2000 è stato istituito il Giorno della Memoria, “in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. Tale ricorrenza è fissata per il 27 gennaio di ogni anno. La data è altamente simbolica: il 27 gennaio del 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito è da tempo impegnato, anche in collaborazione con l’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), in iniziative e attività con e per le scuole sul tema della memoria e sulla didattica della Shoah. In questo speciale sono raccolte le azioni più significative condotte dal Ministero.

Il Viaggio della Memoria – 10-11 gennaio 2023
Dopo due anni di stop a causa della pandemia, studentesse e studenti sono tornati in Polonia per il Viaggio della Memoria organizzato dal Ministero. Una delegazione dell’Istituto “Giovanni Bertacchi” di Lecco, individuata nell’ambito del concorso “I giovani ricordano la Shoah”, ha preso parte alla visita istituzionale a Cracovia e al campo di Auschwitz-Birkenau. Erano presenti il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, Noemi Di Segni, Presidente dell’UCEI, il Rabbino capo della Comunità ebraica di Torino, Ariel Finzi. La visita ad Auschwitz è stata accompagnata dalla preziosa testimonianza di Tatiana Bucci che, insieme alla sorella Andra, è entrata nel campo di concentramento nel 1944. Aveva solo sei anni. Oggi Tatiana, che ha voluto portare per la prima volta con sé suo nipote durante il viaggio del MIM, è testimone della Shoah e incontra spesso le scolaresche per passare ai più giovani il testimone della memoria.

Le foto
Il video

L’Accordo MIM-UCEI – 10 gennaio 2023
Alla sinagoga Remuh di Cracovia il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato una Carta di Intenti fra il Ministero e l’UCEI che sancisce la collaborazione per promuovere nelle scuole italiane iniziative che contrastino l’antisemitismo.

Il comunicato
La Carta di Intenti

L’iniziativa della Biblioteca del Mim – 16-31 gennaio 2023
È “Bronzi italiani (Trecento-Settecento)”, di Lodovico Pollak, il libro con cui è stata aperta, lunedì 16 gennaio 2023, l’iniziativa “Il libro del mese”, promossa dalla Biblioteca del Ministero dell’Istruzione e del Merito e inserita fra le attività di valorizzazione del patrimonio librario del MIM. Il volume scelto per il mese di gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, è quello di Lodovico Pollak, archeologo e mercante d’arte deportato ad Auschwitz nel 1943 e deceduto nel campo di sterminio.

Per approfondire
Le foto

Concorso “I giovani ricordano la Shoah”, premiazione al Quirinale – 27 gennaio 2023
Il Ministero bandisce dal 2002, attraverso la Direzione generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento Scolastico, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con l’UCEI, il concorso “I giovani ricordano la Shoah”. Il concorso è rivolto a tutti gli alunni e le alunne, gli studenti e le studentesse del primo e secondo ciclo di istruzione, “al fine di promuovere studi e approfondimenti sul tragico evento che ha segnato la storia europea del Novecento”. Quella dell’anno scolastico 2022/2023 è la XXI edizione. Le scuole vincitrici, una per la scuola primaria, una per la scuola secondaria di primo grado ed una per la scuola secondaria di secondo grado, sono premiate il 27 gennaio 2023 al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. Sono previste anche cinque menzioni speciali.

Il comunicato
Il discorso del Ministro al Quirinale

La formazione e la partecipazione all’IHRA
Il 14 gennaio 2022 sono state emanate Le Linee Guida per il contrasto all’antisemitismo nella scuola: il documento è stato elaborato da un Comitato paritetico Tecnico scientifico costituito da componenti del Ministero dell’istruzione e del merito, dalla Struttura per il contrasto all’antisemitismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’UCEI – Unione delle comunità ebraiche Italiane. Al fine di promuovere la diffusione delle Linee guida presso le istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo di istruzione, il MIM ha organizzato diversi seminari regionali di formazione destinati ai docenti. I seminari sono in corso di svolgimento secondo un calendario che copre tutto l’anno scolastico 2022/2023, con incontri organizzati presso ciascun Ufficio scolastico regionale.

L’Italia partecipa poi, dal 1999, all’IHRA, International Holocaust Remembrance Alliance, nata nel 1998 per sviluppare le relazioni internazionali sul tema della memoria della Shoah, promuovendo la ricerca e lo sviluppo di programmi educativi volti a favorire la conoscenza e il ricordo dell’Olocausto. La delegazione italiana dell’IHRA ha partecipato alla Plenaria tenutasi a Göteborg nello scorso novembre presentando, tra l’altro, una traduzione in lingua inglese de “Le Linee Guida per il contrasto all’antisemitismo nella scuola”, per una condivisione con la comunità internazionale. Nell’anno in corso, la rappresentanza italiana assumerà il prestigioso incarico di presiedere il Gruppo di Lavoro Musei e Memoriali (MMWG) dell’IHRA oltre ad essere presente nei diversi Comitati permanenti che operano per specifici ambiti di intervento.

Un’altra importante iniziativa cui le scuole possono aderire (iscrivendosi entro il 31 gennaio 2023) è il concorso “Adotta un giusto”, rivolto agli alunni e alle alunne, agli studenti e alle studentesse delle scuole di ogni ordine e grado. L’obiettivo del concorso è quello di favorire la memoria del bene, a partire dalle storie di donne e uomini che in tutti i genocidi, i totalitarismi e i crimini contro l’umanità si sono impegnati e s’impegnano per salvare delle vite e per difendere la dignità umana.

Nell’ambito delle azioni a sostegno della Giornata della Memoria il Ministero ha inviato una circolare alle istituzioni scolastiche segnalando il filmato “La stella di Andra e Tati”, un cartoon realizzato da Rai Ragazzi in collaborazione con il MIM, liberamente tratto dalla storia vera di Andra e Tatiana Bucci.
Si è costituita inoltre la Rete Italiana della Memoria: una Rete fra Musei e Memoriali della Shoah, fra “luoghi” che vanno da Trieste a Milano, da Ferrara a Carpi, da Roma a Tarsia. Con l’obiettivo di promuovere l’apertura dei luoghi italiani della memoria ad alunni ed insegnanti delle scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione che potranno essere raggiunti in treno a costi agevolati.

Il sito Scuola e Memoria
Il Ministero cura, in raccordo con l’UCEI, il sito “Scuola e Memoria” quale “strumento per sensibilizzare e affiancare i giovani alla riflessione sui temi della Shoah, dell’antisemitismo, dell’indifferenza nei confronti delle discriminazioni, attraverso la fruizione di percorsi, modalità pedagogiche e testi in continuo aggiornamento, che si avvalgono di rimandi a siti specializzati”.
Il sito

Sono stati premiati questa mattina al Quirinale le studentesse e gli studenti vincitori del concorso “I giovani ricordano la Shoah”, bandito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con l’UCEI e giunto alla sua XXI edizione.
La premiazione è avvenuta alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
“Le vostre opere contribuiscono a diffondere la cultura della memoria e il valore dell’identificazione nell’altro. Questo è il vero antidoto contro l’antisemitismo e la via per riconoscere la centralità della persona, come indica la Costituzione”, ha il dichiarato il Ministro.
Il concorso è rivolto a tutti gli studenti del primo e secondo ciclo di istruzione con lo scopo di “promuovere studi e approfondimenti sul tragico evento che ha segnato la storia europea del Novecento”.

Gli elaborati premiati
Gli studenti della Direzione Didattica Statale di Aulla (MS) sono stati premiati per il loro progetto Farfalle: un percorso interdisciplinare che, partendo dalla lettura dei documenti e dall’ascolto dei testimoni, si è tradotto in un libro, un pannello e un suggestivo modello tridimensionale che rappresenta, simbolicamente, attraverso il volo di farfalle colorate, la rinascita dopo l’oppressione, l’affermazione della giustizia, la speranza per un futuro di libertà.
Premiato anche l’Istituto Comprensivo “Ottaviano Bottini” di Piglio (FR), grazie all’elaborato È scolpito nei nostri cuori: una poesia collettiva composta da pensieri, immagini e colori con cui gli studenti hanno approfondito i documenti storici, a partire da un testo di Liliana Segre. Gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Giovanni Bertacchi” di Lecco sono stati scelti grazie alla pluralità delle testimonianze proposte e alla produzione di linguaggi coinvolgenti e originali utilizzati: il progetto proposto si intitola Memory Wearing, un gioco da tavolo con carte speciali per allenare la memoria della Shoah. Sempre i ragazzi di Lecco hanno realizzato un brano rap per raccontare i tragici eventi dello sterminio.
Hanno ricevuto una menzione speciale:

  • il IV Circolo “Sigismondo Castromediano” di Lecce per il lavoro “L’empatia sconfigge l’indifferenza, l’aiuto fa la differenza”
  • l’IC “Don Milani De Matera” di Cosenza per il video Il Filo della storia
  • la scuola secondaria di I grado “Colozza” di Frosolone (IS) per il progetto Farfalle e Colibrì
  • l’Istituto Comprensivo “Gianni Rodari” di Palagiano (TA) per il lavoro in legno Tasselli di memoria
  • l’Istituto “A. Magarotto” di Roma per la realizzazione di Poesia, danza e lingua dei segni per non dimenticare.

Rispetto alle menzioni c’è stata un’ulteriore cerimonia al Ministero dell’Istruzione e del Merito.


Intervento del Ministro

Signor Presidente, autorità presenti, studenti in rappresentanza degli istituti scolastici, signore e signori presenti o che ci seguono a distanza,

desidero iniziare questo mio breve intervento ricordando che quest’anno ricorrono i 75 anni dalla entrata in vigore della nostra Costituzione. Leggerne i lavori preparatori è un’esperienza affascinante. C’è in particolare un intervento molto bello -la Relazione di Giorgio La Pira sui Principi relativi ai rapporti civili- che riassume il principio personalistico della nostra Carta, ovverosia la centralità della persona umana, il suo primato rispetto allo Stato, l’essere al centro di una serie di relazioni sociali: non dunque l’uomo isolato in sé stesso, ma come entità capace di pensare e di amare ovvero di avere sentimenti verso l’altro.  La persona dunque è individuo, ma non individuo isolato, privo di legami ed esente da responsabilità nei confronti degli altri componenti la società.

L’intervento di La Pira e più in generale il senso ultimo della nostra Costituzione si concepiscono come reazione al totalitarismo, e alla barbarie, nazifascista. 

I campi di sterminio di Birkenau e di Auschwitz sono il simbolo paradigmatico di quella barbarie.

È rimasto all’ingresso del campo di Birkenau un carro bestiame, su quel carro sono state trasportate migliaia di persone che avevano sogni, speranze, paure, sentimenti simili a quelli che ognuno di noi nella sua vita ha provato. Il 27 gennaio del 2000, quando ero assessore alla provincia di Milano ed era stata da poco istituita la Giornata della Memoria, invitai Liliana Segre a parlare davanti a circa un migliaio di ragazzi come voi. Nel suo racconto mi colpì fra le tante cose la amara tenerezza con cui ricordava come poco prima di essere deportata ad Auschwitz suo padre le avesse regalato una bicicletta, pensai a quando mio padre mi regalò la mia prima bicicletta. In suo padre vedevo il mio, in lei vedevo me stesso.

Nel museo di Auschwitz qualche settimana fa ho visto oggetti che ancora oggi esprimono la quotidianità di tanti di noi. Erano le povere cose di donne e di uomini massacrati dalla ferocia criminale del nazismo. Il nazismo, certo.

Non possiamo però dimenticare che decine di migliaia di italiani di religione ebraica sono stati sterminati per colpa del collaborazionismo del regime fascista che consentì e anzi favorì la loro deportazione. Non possiamo dimenticare che già il decreto legge n. 1728 del 17 novembre 1938, contenente Provvedimenti per la difesa della razza, vietò alcuni diritti fondamentali ai cittadini ebrei, e che poi l’articolo 1 comma 3 del codice civile del 1942 limitò la capacità giuridica ai cosiddetti non ariani e in special modo agli ebrei.

Gli antichi avevano il culto della memoria. La memoria serve per avere ben fissi nella nostra mente certi eventi, e con essi certi valori. Il ricordo di Auschwitz appartiene al nostro patrimonio culturale.

Quando avevo 21 anni le istituzioni non organizzavano viaggi della memoria, mi organizzai il mio viaggio della memoria e visitai il campo di concentramento di Dachau. Quelle immagini terribili mi sono rimaste nella mente e nel cuore, le porto dentro di me come vaccino e monito perenne: mai più. Come ebbe a dire Lei, signor Presidente, nel suo discorso del 2021 “tutte le volte ci accostiamo al tema della Memoria con commozione e turbamento”.

Ed è per questo che ritengo importante che il Senato il 18 gennaio scorso abbia approvato l’istituzione di un apposito fondo presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito con una dotazione di 6 milioni di euro per promuovere e incentivare i “viaggi della memoria”.

Ricordare è ancora più importante oggi che sta rinascendo l’antisemitismo in Europa. Un documento della Commissione europea attesta come il 38% dei cittadini europei di religione ebraica abbia paura e pensi di andarsene dal nostro Continente, erano il 7% nel 2008. In alcune città europee si ha timore ad indossare la Kippah. Se questo accade significa che abbiamo sbagliato qualcosa, che non abbiamo ricordato abbastanza. Non deve dunque stupire che percentuali crescenti di giovani europei non abbiano mai sentito parlare della Shoah, percentuali che raggiungono il 25% in Francia. L’antisemitismo ha tante facce, ma ha alla base un unico problema: la incapacità di chi, perso nelle nebbie o negli abissi del proprio sé,  non sa immedesimarsi nell’altro, non sa sentire l’altro, chiunque esso sia.