Campionati Italiani della Geografia

Al momento, iscritte quasi un centinaio di scuole secondarie di primo e secondo grado, di tutta Italia, con circa 2.200 studenti partecipanti.

L’edizione 2023 dei Campionati Italiani della Geografia si avvia a battere ogni record.

Per consentire la partecipazione delle scuole ritardatarie gli organizzatori (SOS Geografia, AIIG Liguria e Toscana, “Zaccagna, ieri e oggi”) hanno deciso di prorogare la scadenza per le iscrizioni.

Non più sabato 25 febbraio ma sabato 11 marzo. 

I giochi – lo ricordiamo – si svolgeranno online dal 23 al 25 marzo. 

Quattro i concorsi facenti capo alla manifestazione: scuola secondaria di primo grado, scuola secondaria di secondo grado, open e miglior video geografico (dedicato alla secondaria di primo e secondo grado).

I vincitori dei primi tre concorsi godranno di un soggiorno nei Parchi nazionali dell’Appennino toscano e delle Cinque Terre mentre i realizzatori del miglior video parteciperanno al Festival delle Geografie di Levanto previsto dal 14 al 16 aprile.

Ai migliori piazzati verrà donato materiale didattico, gadgets ed altro.

La premiazione si svolgerà sabato 1° aprile, dalle 10 alle 13, all’I.I.S. “D. Zaccagna” di Carrara che da sempre ospita la manifestazione.

Le scuole e i cittadini interessati a partecipare possono visitare il sito www.sosgeografia.it oppure scrivere a campionatigeografia@gmail.com

Ritardo pagamenti RTS

Ritardo pagamenti RTS: il Presidente ANP scrive al Ragioniere Generale dello Stato

Il Presidente ANP, Antonello Giannelli, ha inviato oggi 10 febbraio 2023 una lettera al Ragioniere Generale dello Stato, e per conoscenza al Ministro dell’economia e delle finanze e al Ministro dell’istruzione e del merito, per segnalare i gravi ritardi delle Ragionerie Territoriali dello Stato nell’applicazione dei Contratti Integrativi Regionali per la definizione della retribuzione dei dirigenti scolastici.

Il ritardo è imputabile alla lentezza con la quale alcune Ragionerie Territoriali dello Stato lavorano le pratiche di questi contratti, negando ai lavoratori il godimento di quanto dovuto e la corresponsione dei relativi arretrati stipendiali. Accanto a uffici solerti, ve ne sono altri in forte ritardo che non hanno nemmeno provveduto alla liquidazione dei compensi di cui al CIR 2018/19.

Nella lettera il Presidente ANP ha sottolineato che “si tratta di una situazione inaccettabile e giunta al limite della sopportazione da parte dei dirigenti scolastici ai quali, peraltro, si è chiesto tanto durante la fase più critica della pandemia e si sta chiedendo, anche di più adesso, per i gravosi impegni legati all’attuazione del PNRR”.

In chiusura Giannelli ha evidenziato che si chiede la liquidazione di somme già stanziate e contrattate e ha chiesto un decisivo intervento, al fine di risolvere nel più breve tempo possibile la questione.

Il «milleproroghe» mette una toppa sul concorso per dirigente scolastico

da Il Sole 24 Ore

Passa emendamento al decreto per rimettere in carreggiata quanti, tra i candidati al concorso, si ritenevano ingiustamente esclusi ed avevano i avviato un contenzioso con il ministero
di Dino Caudullo

Dopo un lungo tira e molla, la maggioranza è riuscita a chiudere il cerchio trovando una soluzione condivisa per risolvere l’annosa questione del concorso per dirigente scolastico bandito nel 2017. Dopo le numerose criticità riscontrate nella procedura, alcune delle quali finite sotto la lente della magistratura penale, altre già superate dal Consiglio di Stato e molte altre ancora in attesa di giudizio innanzi al Tar Lazio, la politica ha deciso di affrontare il problema.

Ok a emendamento nella legge di conversione

Al dichiarato fine di prevenire le ripercussioni sull’amministrazione dei possibili esiti dei contenziosi pendenti, in Commissione al Senato è stato infatti approvato l’8 febbraio un emendamento al decreto cosiddetto milleproroghe, in cui si prevede una “via di fuga” per rimettere in carreggiata quanti, tra i candidati al concorso, si ritenevano ingiustamente esclusi ed avevano quindi avviato un contenzioso con il Ministero.

Un corso di formazione con prova finale

È stato quindi demandato ad un decreto ministeriale, da emanare entro sessanta giorni, il compito di definite le modalità di partecipazione allo svolgimento di un corso intensivo di formazione e della relativa prova finale, cui potranno essere ammessi i candidati che hanno partecipato al concorso, purché siano in possesso di specifici requisiti.

Chi potrà partecipare al corso-concorso

Saranno ammessi al corso di formazione ed alla successiva prova finale i candidati al concorso del 2017 che, alla data di entrata in vigore della legge di conversione al decreto milleproroghe – abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta del concorso ovvero – abbiano superato la prova scritta e la prova orale dopo essere stati ammessi a seguito di un provvedimento giurisdizionale cautelare, anche se successivamente caducato; ovvero- abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova orale del predetto concorso.

Prove differenziate per l’accesso al corso di formazione

È previsto che per poter accedere al corso intensivo di formazione, coloro i quali abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta ovvero abbiano superato la prova scritta e la prova orale in seguito ad ammissione con provvedimento cautelare, successivamente caducato, dovranno superare una prova scritta, basata su sistemi informatizzati, a risposta chiusa con un punteggio pari ad almeno 6/10.Invece, coloro i quali abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova orale, ai fini dell’ammissione al corso di formazione, dovranno superare una prova orale con un punteggio pari ad almeno 6/10.

Chi supera la prova finale collocato in coda alla graduatoria

I candidati che avranno sostenuto la prova finale del corso intensivo di formazione saranno inseriti in coda alla graduatoria di merito del concorso del 2017, la cui validità viene prorogata fino all’anno scolastico 2025/2026, e verranno immessi in ruolo successivamente alle graduatorie concorsuali vigenti.


Docenti malmenati e insultati saranno “difesi” dalla Avvocatura, ma la circolare del Ministro non convince

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Non convince molto la recente nota firmata personalmente dal ministro Valditara sulla possibilità che, in futuro, il personale scolastico oggetto di episodi di violenza venga rappresentato in giudizio dalla Avvocatura dello Stato.
Preliminarmente va detto che la norma che consente ai dipendenti pubblici di ottenere il patrocinio gratuito della Avvocatura non è particolarmente recente e risale al 1933, essendo contenuta in Regio Decreto a firma di “Sua Maestà il Re”, del Capo del Governo Mussolini e del Ministro di Grazia e Giustizia De Francisci” (così si legge nella GU il cui provvedimento venne pubblicato).

Nulla di nuovo, dunque, sotto il sole: anche senza la nota del ministro Valditara la disposizione potrebbe essere tranquillamente applicata.
Ma le “stranezze” non finiscono qui, stando anche alle informazioni che abbiamo raccolto presso alcuni esperti del settore.
Il Ministro, infatti, dice che d’ora in avanti il docente oggetto di un episodio di violenza potrà essere rappresentato dalla Avvocatura dello Stato, ma non è affatto chiaro come questo possa avvenire.

Proviamo a fare un caso pratico.
L’insegnante X, mentre svolge la sua lezione, viene malmenata da uno studente. In che modo potrà intervenire l’Avvocatura?
Allo stato attuale potrà farlo solo dopo che l’episodio sia diventato oggetto di una indagine della autorità giudiziaria che, a sua volta, potrà aprire il caso solo a seguita di una querela della parte offesa, cioè l’insegnante stessa.
Ma anche così va chiarito un altro punto: ma perché mai l’insegnante parte offesa dovrebbe aver bisogno di essere assistita da un legale?
Quasi certamente non in sede penale ma solo nel caso in cui decidesse di costituirsi parte civile.
A quel punto, finalmente, l’Avvocatura potrebbe intervenire.
Possibilità che, peraltro, esiste già oggi.

In ogni caso la nota del Ministro chiarisce fin da ora che le richieste di patrocinio da parte della Avvocatura dovranno essere esaminate e vagliate e non è detto che venga accolte in moto automatico.
E a questo punto sorge un altro problema: l’insegnante che decide di chiedere l’intervento dell’Avvocatura deve attenderne la decisione che – se non arrivasse in tempi congrui – potrebbe di fatto inficiare la possibilità di presentare la querela in modo autonomo facendosi assistere da un legale di propria fiducia (la querela, infatti, va presentata normalmente entro 3 mesi da quando si è verificato il fatto).

Osserva in proposito il nostro esperto Dino Caudullo: “La procedura è in effetti abbastanza farraginosa. L’amministrazione deve avanzare la richiesta di patrocinio per il proprio dipendente (quindi il dirigente scolastico invia la richiesta all’Usr, il quale la gira al Ministero che a sua volta la inoltra all’Avvocatura generale oppure è sufficiente la trasmissione all’avvocatura distrettuale da parte del dirigente scolastico, e sarà poi cura dell’avvocatura distrettuale inoltrare il tutto alla generale?) e l’Avvocato generale ne deve riconoscere l’opportunità”.

Nel concreto, ad ogni modo, è probabile che sarà la stessa Avvocatura, nelle prossime settimane a fornire qualche chiarimento in più.

A. De Robertis – C. Fusaro, Il “Redentore”

La comunità salesiana ed il suo quartiere: la storia del “Redentore” attraverso il suo archivio

di Carlo De Nitti

Gli archivi, pubblici e privati, sono quei luoghi “fisici in cui si depositano le storie delle istituzioni, degli enti, delle comunità, delle singole persone nel corso degli anni, dei decenni, dei secoli. Essi non sono – né devono essere – fini a se stessi, autoreferenziali, anzi, i documenti hanno un ruolo fondamentale nella ricerca storica e nella pratica didattica nelle scuole di ogni ordine e grado: non a caso, giova rammemorarlo, il sostantivo documento deriva dal verbo latino, doceo, io insegno. Come sarebbe più interessante la didattica della storia se si partisse dai documenti e non già dalla narrazione manualistica!

Negli archivi pubblici e privati sono nascosti dei “tesori” che meritano di essere portati alla luce e messi a disposizione delle comunità più ampie di cittadini, rendendole in tal modo fruitrici progressivamente consapevoli della ricchezza che in essa stessa si è sedimentata nel corso del tempo: è certamente tale azione meritoria per chiunque la ponga in essere in senso nobilmente politico, ovvero in quanto attiene alla polis, alla communitas.
Altresì, una siffatta opera non può non avere un indispensabile substrato tecnico-professionale nell’appassionato e diuturno lavoro di esperti archivisti.

È proprio in questa ottica propositiva di servizio nei confronti della comunità del quartiere cittadino in cui opera da oltre un secolo che si è mossa la Comunità salesiana di Bari nella promozione dell’opera di riordino e di valorizzazione del proprio archivio storico, partecipando ad un bando del Comune di Bari, vincendo il quale, è stato possibile conseguire l’obiettivo della fruibilità dell’archivio stesso (si vedano la Prefazione alle pp. 7-9).
Tale impresa culturale ha messo capo anche al recente volume di ANNABELLA DE ROBERTIS e CLEMENTINA FUSARO, Il “Redentore” Storia e archivi di una comunità, pubblicato per i tipi della casa editrice Dal Sud di Bari, che è arricchito dalla Prefazione di don Francesco Preite, Presidente di “Salesiani per il sociale aps”,  già Direttore dell’istituto salesiano Redentore di Bari e da un saggio introduttivo di Vito Antonio Leuzzi, Presidente dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea “Tommaso Fiore” di Bari.

La città di Bari tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo era sicuramente una realtà urbana in grande fermento economico e culturale, sospinta da una borghesia imprenditoriale che in quegli stessi anni di un nuovo meraviglioso Politeama e la rendeva nuova casa editrice – la Giuseppe Laterza e figli –  avrebbe fatto la storia della cultura italiana europea.
E’ in questo milieu storico – politico che il Canonico Beniamino Bux (1835 – 1917), primo vicario curato capitolare nella neoedificata chiesa di San Ferdinando, propose, nel 1898, al Comune con il consenso dell’allora arcivescovo di Bari, Mons. Giulio Vaccaro (1898 – 1924), la costruzione di un orfanotrofio. Scrive nel suo saggio introduttivo lo storico Vito Antonio Leuzzi:《 L’avvio della costruzione dell’Orfanotrofio dei Salesiani all’inizio del Novecento rappresentò il risultato di una forte esigenza di radicamento della presenza religiosa dai centri popolari della città, un contesto caratterizzato da ampi processi di modernizzazione delle strutture sociali e produttive 》(p. 12).

Annabella De Robertis e Clementina Fusaro –  esperte archiviste a cui si deve la preziosa opera di riordino, conservazione e tutela, finalizzati alla valorizzazione dell’archivio del “Redentore”, ricostruiscono, attraverso “le carte”, la storia di quella che è stata, ed è, una città nella città – nel corso degli ultimi centoventi anni circa a partire dal 1905: 《[ ] il lavoro di recupero e di valorizzazione del patrimonio documentale dell’Istituto Salesiano di Bari ha mirato non solo a preservare la sua storia ultracentenaria ma anche a far emergere la sua stretta connessione con il tessuto socio-culturale dell’intera città.  L’inventario che è stato prodotto costituisce quindi uno strumento fondamentale non solo per un’agevole consultazione ma anche per una valorizzazione del patrimonio documentale mediante iniziative culturali ad ampio spettro>> (p. 66). 

Quell’orfanotrofio è stato il punto di abbrivo della storia di una comunità religiosa, quella salesiana, e quella umana e civica che si è venuta costruendo intorno (e grazie) ad essa nel rione che dalla Chiesa “Redentore” ha preso nome, nell’ambito del quartiere che, quando si insediarono i Salesiani, si chiamava “Terzo quartiere”, poi si sarebbe chiamato “Littorio” in epoca fascista ed infine, “Libertà”. Dall’arrivo dei Salesiani  Bari (1905), alla nascita delle scuole elementari e ginnasio; dall’utilizzo degli spazi durante la Grande Guerra quale ospedale militare alla nascita delle scuole professionali; dall’inaugurazione della chiesa (1935) all’elevazione a parrocchia (1941); dal dramma dell’attacco al porto ed alla città il 2 dicembre 1943 alla ricostruzione postbellica ed agli sviluppi degli ultimi decenni: attraverso tutto il ‘900 e nel XXI secolo il Redentore è stato parte integrante della città ed, in un certo senso, uno dei suo cuori pulsanti di essa in tutte le direzioni della vita sociale e culturale, sempre dalla parte dei più “deboli”, lasciati a margini dalla verghiana “fiumana del progresso”, intrecciando sempre l’opera educativa con l’istruzione e la formazione professionale, seguendo il solco tracciato da San Giovanni Bosco (si vedano le pp. 33 – 47).

Anche chi scrive, che, a partire dall’inizio degli anni ’60 del Novecento, ha vissuto in altre zone della città (ora divenuta metropolitana) ha sempre sentito e vissuto l’eco delle attività del Redentore e della comunità salesiana. Ne sovvengono alla mente alcuni.

Come non rammemorare che, presso l’oratorio del “Redentore”, hanno mosso i primi passi nel mondo del calcio due grandi giocatori che da Bari hanno spiccato il volo per le loro importanti carriere da professionisti: Biagio Catalano (1938 – 2015) ed Antonio Lopez (1952), universalmente noto con il diminutivo di “Totò”?

Come non rammemorare un grande progetto contro la dispersione scolastica che vide partner il Dipartimento di Pedagogia dell’Università degli studi di Bari (allora diretto dal prof. Cosimo Laneve), il Centro Nazionale Opera Salesiana – Formazione Addestramento Professionale, l’Ufficio Scolastico Provinciale (all’epoca diretto dal compianto dott. Giovanni Lacoppola) ed alcune scuole del Comune di Bari, tra cui la Scuola Secondaria di primo grado che chi scrive, all’epoca, aveva l’onore di dirigere? Il lavoro che ne risultò vide la luce in forma di volume intitolato Ci sono dei posti vuoti in classe, edito dal Centro Pedagogico Meridionale

Come non rammemorare la preziosa ospitalità offerta dal Redentore per i concerti natalizi degli alunni della Scuola Secondaria di primo grado “Giovanni Pascoli” di Bari negli anni dal 2007 al 2011 nel teatro San Giuseppe?

Come non rammemorare, negli anni seguenti, gli esami dei corsi di formazione professionale in cui chi scrive ha avuto l’onore ed il piacere di svolgere il ruolo di presidente, trovando sempre giovani corsisti (ambosessi) motivati e competenti nel settore in cui si stavano conseguendo la qualifica, vero passaporto per il  mondo del lavoro?

Come non rammemorare, infine, la figura di un grande Salesiano come don Gino Corallo (1910 – 2003), siciliano di nascita, ma pugliese di adozione, vissuto nella comunità del “Redentore” fondatore dell’Istituto di Pedagogia dell’Università degli studi di Bari (insieme a Gaetano Santomauro), uno dei primi a far conoscere in Italia il pensiero di John Dewey, nel secondo dopoguerra, dopo aver visitato e studiato le scuole americane?

Anche la presenza ed il ruolo di don Gino, indimenticato pedagogista, erano un modo – alto e profetico – di essere al servizio della Comunità del Quartiere, cittadina e non soltanto.

Nota 10 febbraio 2023, AOODGSOV 4608

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio 6° – Valutazione del sistema nazionale di istruzione e formazione

Ai Direttori generali/Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta
Ai Dirigenti scolastici/Coordinatori didattici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie del secondo ciclo di istruzione
Agli studenti frequentanti l’ultimo anno delle istituzioni scolastiche statali e paritarie del secondo ciclo di istruzione LORO SEDI
e p.c. Al Capo di Gabinetto
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Al Capo Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Al Capo Ufficio stampa
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di Trento LORO SEDI

Oggetto: Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2022/23 – indicazioni operative per il rilascio del Curriculum dello studente

Giorno del Ricordo

Giorno del Ricordo, premiate al Quirinale le scuole vincitrici del concorso nazionale “10 febbraio”. Valditara: “Questi istituti rappresentano un intero sistema scolastico che conserva la memoria e la testimonianza”

“La Giornata del Ricordo vuole conservare e rinnovare la memoria della tragedia delle migliaia di italiani uccisi e infoibati e delle centinaia di migliaia di nostri connazionali costretti ad abbandonare le terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia nel secondo dopoguerra”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara questa mattina al Quirinale, durante la cerimonia di celebrazione del “Giorno del ricordo”.

“Al di là dello specifico contesto storico, quelle tragedie sono state possibili perché l’ideologia ha misconosciuto la centralità della persona umana, e rinnegato i valori della democrazia – ha proseguito il Ministro -. Proprio oggi che la violenza è tornata ad insanguinare terre d’Europa, è fondamentale ribadire come il rispetto verso ogni essere umano e lo stato di diritto siano i due decisivi baluardi contro ogni barbarie”.

Il Ministro si è congratulato con le scuole vincitrici del concorso “10 febbraio” “Amate Sponde – Ricostruire l’esistenza dopo l’esodo tra rimpianto e forza d’animo”, promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dalle associazioni degli esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, “che ringrazio sentitamente”, ha aggiunto.

“Questi istituti – ha concluso il Ministro Valditara – rappresentano l’opera di un intero sistema scolastico che si prende cura di conservare e tramandare il preziosissimo bene immateriale che si esprime nella memoria e nella testimonianza”.

Le scuole vincitrici del concorso

  • Per la Scuola primaria: Scuola “Balbino Del Nunzio” della Direzione Didattica di Spoltore (PE), con l’opera “Amate sponde!”.
  • Per la Scuola secondaria di I grado (ex aequo): Scuola “Enea Salmeggia”, dell’IC “San Paolo D’Argon” di Bergamo, con l’opera “La chiave dei miei sogni”; Scuola “Giovanni Pascoli”, dell’IC “Zanzotto” di Caneva-Polcenigo (PN), con l’opera “Villotte 56 – 65: un percorso lungo le strade e le storie del ricordo”.
  • Per la Scuola secondaria di II grado: Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Algeri Marino” di Casoli (CH), con l’opera “Memoria negata”.