Inaccettabile minacciare provvedimenti verso chi trasmette valori antifascisti agli studenti

D’Aprile: “Inaccettabile minacciare provvedimenti verso chi trasmette valori antifascisti agli studenti”

“Solidarietà nei riguardi della dirigente scolastica, senso di incredulità e indignazione sia per le dichiarazioni, sia per le sanzioni disciplinari annunciate nei suoi riguardi dal Ministro Valditara.

La scuola non è e non può essere terreno di scontro. Va tenuta fuori anche dalle strumentalizzazioni politiche”. Lo afferma Giuseppe D’Aprile, Segretario generale della Uil Scuola Rua.

“Questa mattina a nome della Federazione Uil Scuola Rua ho espresso solidarietà e indignazione per le minacce ricevute dal Ministro sui social – dice D’Aprile – Allo stesso modo però, voglio mostrare vicinanza alla dirigente scolastica Annalisa Savino, che, dallo stesso Ministro, ha subito intimidazioni scorrette, fuori luogo e inaccettabili da parte di un Ministro della Repubblica Italiana”.

Cito Voltaire  “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi perché tu la propria idea, la possa esprimere”, ricordo che manifestare dissenso per le opinioni altrui è tema ordinario e legittimo in un paese egualitario come il nostro. – prosegue – È parte della dialettica democratica che deve avere come chiaro orizzonte il rispetto – per le persone, per le istituzioni.  Rispetto che rappresenta un valore fondante in tutte le democrazie evolute e che è base insostituibile per tutte le forme di dialogo istituzionale e sociale.

Per D’Aprile “La politica tutta ha il dovere di condannare tutto ciò che riconduca ad azioni fasciste avendo chiaro all’orizzonte il rispetto – per le persone e per le istituzioni di questo paese”.

Pensione d’invalidità, stop dopo i 65 anni

Pensione d’invalidità, stop dopo i 65 anni: ordinanza della Cassazione dà ragione all’Inps

L’ordinanza n. 3011 del 2023 della Cassazione ribadisce lo stop alla Pensione di Invalidità pagata dall’INPS dopo i 65 anni. Ecco i dettagli.

Una interessante ordinanza della Corte di Cassazione è stata recentemente emanata in tema di pensione di invalidità civile, ovvero quella provvidenza economica riconosciuta ai mutilati ed invalidi civili aventi un’età inclusa tra i 18 anni e i 67 anni, verso i quali sia stata acclarata una totale inabilità lavorativa, vale ad die una invalidità corrispondente al 100%. Detta pensione rappresenta un sostegno a carattere assistenziale, e perciò sconnesso dalla presenza eventuale di un rapporto assicurativo e contributivo dell’avente diritto.

Lavoro e Diritti, 23 Febbraio 2023

Di Claudio Garau

Ebbene, secondo la Suprema Corte non sussiste alcun diritto alla pensione di invalidità civile dopo i 65 anni di età. I giudici di legittimità hanno infatti evidenziato con la recente ordinanza n. 3011/2023 che il trattamento previdenziale non può essere attribuito a favore di soggetti il cui stato di invalidità si sia perfezionato con decorrenza posteriore al compimento dei 65 anni di età anagrafica. Si tratta di un principio già noto in giurisprudenza, ma ribadito dalla Cassazione con questo recente provvedimento con cui si accoglie il ricorso dell’Inps contro una signora che chiedeva l’assegno in oggetto.

Vediamo più da vicino la vicenda.

Pensione d’invalidità, stop dopo i 65 anni: il caso concreto

Di fatto quello della Cassazione è  un provvedimento di segno opposto rispetto alla richiesta di una donna di 65 anni, la quale aveva fatto domanda per la pensione di invalidità civile, ma avendo già compiuto 65 anni di età. Nel corso dell’iter giudiziario in particolare era emersa la contrapposizione tra la richiesta della donna e la posizione dell’istituto di previdenza, in tema di accertamento dello stato di invalidità civilee dei requisiti di accesso alla citata pensione.

Ebbene, se dapprima l’istanza della donna era stata respinta dal tribunale, successivamente invece fu accolta in appello, sede nella quale dal gennaio 2015 venne riconosciuta la sussistenza degli estremi per l’accesso alla prestazione di invalidità civile. La vicende giudiziaria però proseguì fino in Cassazione, perché l’istituto di previdenza si oppose e fece impugnazione di fronte alla Suprema Corte, tenuto conto dell’età della dell’anziana percettrice della pensione di invalidità (65 anni già compiuti).

Nella recente ordinanza menzionata, i giudici della Suprema Corte hanno rimarcato in particolare che:

  • la pensione d’inabilità nonché l’assegno di invalidità civile non possono essere attribuiti a soggetti il cui stato di invalidità si evidenzi con decorrenza posteriore al compimento dei 65 anni,
  • e questo in ragione del sistema normativo vigente il quale, per gli over 65, comporta l’alternativo beneficio dell’erogazione dell’assegno sociale. 

In altre parole, secondo il provvedimento in oggetto, la donna avrebbe dovuto perdere il beneficio della pensione di invalidità al compimento dei 65 anni, così come disposto dalla legge e dagli adeguamenti annuali dell’epoca di riferimento.

Le ragioni dell’INPS: ecco cosa prevede la Legge

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’istituto di previdenza contro la anteriore decisione giudiziaria, favorevole alla donna, sulla scorta di quanto previsto nel decreto legislativo n. 509/1988. Detto provvedimento dispone in particolare che la pensione di inabilità e la pensione non reversibile di cui si trova traccia nel testo della legge n. 381 del 1970 sono concesse, rispettivamente, ai mutilati ed invalidi civili ed ai sordomuti di età inclusa fra i 18 e i 65 anni, fermi restando i requisiti e le condizioni previste dalla legislazione vigente.

1923-2023 I cento anni della Riforma Gentile (I)

1923-2023 I cento anni della Riforma Gentile (I)

di Gabriele Boselli

Parte prima: la filosofia di Gentile

Mentre scrivevo questo articolo sul centenario della riforma Gentile, è nato il caso della preside strapazzata e minacciata di sanzioni da un ministro che -si direbbe a leggere gli scritti da lui firmati- non ha mai letto Giovanni Gentile, la cui filosofia è essenzialmente, oltre le contingenti costrizioni politiche dell’uomo, una filosofia della libertà.

La nobile lettera di Annalisa Savino, preside (piace chiamarci così, il termine “dirigenti” indica soggezione attiva o passiva mentre noi siamo soggetti solo alla Scienza e alla Legge) evocava come il “Fascismo eterno” (U.Eco, 2018) nasca con episodi di violenza di gruppetti per poi farsi sistema di repressione. La politica è il governo della cosa pubblica, appunto della polis ed educare alla cittadinanza è tra i compiti di un capo di istituto. Questi non è mero amministratore di un’ organizzazione, quasi un ingranaggio, un tecnico privo di volto, di identità. E’ punto auspicabilmente autorevole di una comunità territoriale, prende posizioni culturalmente fondate e apartitiche (non a-politiche), non può essere ignavo. Dirigere degnamente una scuola significa orientare, indicare direzioni di senso, partecipare con ampia consapevolezza culturale e scientifica alle vicende della comunità. Comporta anche aiutare i soggetti di riferimento a ripensare più profondamente la nostra storia e a leggere con spirito critico e creativo il presente. Il capo di istituto, se non è un mero manager, è il primo educatore, ha responsabilità nel processo formativo.

    Il poco gentiliano MIM di Valditara non si limita a manifestare la propria contrarietà al pensiero della preside, il che può far parte di una normale dialettica culturale; quel che è davvero brutto è il ventilare sanzioni perchè ci sarebbe stata da parte della preside una presa di posizione “politica”. Il che è anche vero, ma ogni tesi è “politica” in quanto avviene entro la polis e, se non porta al disprezzo o alla censura di chi ne sostiene diverse, è democraticamente fonte di valore. La presa di posizione valditarea non è semplicemente di destra; come ogni minaccia agitata da chi detiene potere e dovrebbe esprimere l’autorità dello Stato (che non è il Governo), è totalitaria.

Nei primi anni Trenta un illustre latinista di Savignano sul Rubicone, don Luigi Scarpellini, come professore di liceo ebbe il coraggio di bocciare il figlio del Federale di Forlì; questi reagì da fascista d.o.c. disponendo la radiazione del professore. Il che avvenne, almeno sino a quando il ministero dell’istruzione, ancora gentiliano, non ne dispose il reintegro avviando nel contempo presso i competenti organismi gerarchici la destituzione del Federale.

La filosofia dell’atto nel mondo dell’artificio

Giovanni Gentile, la più alta mente filosofica e pedagogica italiana del Novecento, agisce ancora nel deep school ma non ha più eredi. Non lo sono certamente gli attuali governanti del MIM, nella loro profonda indifferenza alla sua lezione e agli insegnamenti della sinistra gentiliana postbellica (Ugo Spirito…); lo sono ancor meno i nipotini politici di Gramsci, autore politicamente contrapposto ma filosoficamente assai influenzato dal Nostro.  

Eppure la lettura di Gentile sarebbe particolarmente preziosa ora che l’Italia e il mondo stanno forse diventando un immenso conglomerato nazionalistico e guerrafondaio e insieme un vuoto  schermo OLED universal/provinciale capace di far credere alla gente che lo Spirito sia solo un totem etnico o un nome dell’alcool o una componente di Mastrolindo.

Sarebbe una lettura preziosa ora che l’atto  (ciò che originalmente e gratuitamente si dà) divien sempre più difficile e raro, dovendo fare i conti con la sterminata potenza del fatto, ovvero di atti senza soggetto anonimi e letali come droni, pure merci su merce o carne da cannone umana.

 Nel clima presente non c’ è da stupirsi se la scuola rischia di divenire essa stessa un prodotto misurabile e classificabile, da gettare sul mercato come tutti gli altri in attesa di valutazione dell’Imperatore.

La scuola eterna contro il fascismo eterno.

La scuola non deve accontentare solo i contemporanei: vede protagonisti anche gli antenati e i posteri.  Almeno la scuola di Stato -che Gentile sostenne fortemente contro la scuola confessionale- non dovrebbe essere interessata agli indici di gradimento in quanto é essa a dover indicare all’Epoca il cammino. E lasciamo a certe scuole private la pubblicità o le offerte speciali di anni scolastici come i vari “paghi un anno prendi cinque”.

No ai fatti che -come disse un’altra grande anima, Edmund Husserl- trasformano gli uomini in meri uomini di fatto e sì agli atti. Ma quali atti? Ascoltiamo Gentile e la sua teoria dell’Atto.

— Atto-problema

Nulla sta; tutto diviene, tutto procede e niente permane come dato assoluto, sciolto dalla sua relazione con tutte le altre forme in atto. Non esistono dati assoluti ma solo dati-a-qualcuno; qualche volta dati venduti, ipostatizzati e sacrificati all’assoluto economico insieme ai relativi fenomeni.

In educazione tutto é problema, anche se può essere problema coperto, soffocato; tutto é aperto all’inter-rogazione, interrogazione rivolta sia al maestro che allo scolaro.

—-Atto come dialettica

Nella programmazione educativa di massa (reti televisive, sistemi informativi, apparati produttivi) e in quella scolastica il soggetto in educazione non é concepito come altro, ovvero come dialetticamente opposto al soggetto educante; non é il soggetto del pensiero, é semplicemente il soggetto dell’apprendimento . Il che vuol dire che non é riconosciuto per niente.

Nella miglior tradizione della pedagogia italiana, Gentile indica nell’attività del soggetto la premessa del suo vitale contrasto con il mondo e con lo stesso maestro; chi non raggiunge la condizione di contrasto o perché impedito o perché blandito non arriverà mai a raggiungere se stesso. Il maestro deve porsi, contemporaneamente come qualcuno da amare e come qualcuno da vincere.

—Atti che fondano il conoscere, senza rappresentarne le fondamenta

Il sapere che viene presentato come basato sui fatti é immobile, di pietra e va bene per le culture semplici, statiche, immutabili. La pedagogia dell’atto é incompatibile con la pedagogia degli obiettivi, fatti predefiniti e imposti allo spirito soggettivo, pesantissime icone sopportate da insegnanti e alunni come pratica di devozione agli idoli tardomoderni.

–Atti del lasciar vivere e del lasciare che il soggetto prenda forma

Impegnato nel duro lavoro della sopravvivenza, il soggetto/assoggettato della tarda modernità non capisce come la scuola possa essere un luogo di vita, ovvero dove si vive, con qualche avvertenza, come ci si sente di vivere. “Lasciate vivere lo spirito…….ed egli si costituirà come intelligenza sempre più possente”  (G.Gentile “Sommario  di pedagogia”, Sansoni ’38, p.231). Gentile invita a restituire al soggetto la sua vita, liberandolo dalla soggezione agli oggetti. Il principale dei diritti é quello di seguire la propria via; e il principale dei doveri quello di non imporla agli altri.

–Atto infinito

Il fatto é caratterizzato dalla compiutezza, dal suo esaurirsi, venir meno, segnare il morire di una frazione della vita del suo operatore.  L’atto, epifania dello Spirito, non ha principio e non ha fine. Non vi fu mai una stagione in cui non fosse e non muore, continua a vivere nelle nuove manifestazioni dell’attualità.

Gli atti del maestro- le sue parole non abbandoneranno mai l’anima dell’allievo, sempre che l’allievo e il maestro rimangano capaci di parlare e d’intendere e non si faccian poi rubare l’anima dalla setta degli adoratori del Fatto.

—Atto della persona

La più importante risorsa educativa é la persona ;  é essa a fare la buona o la cattiva scuola, non certo le strategie organizzative o le alchimie programmatorie.

Per la prevalente pedagogia tardomoderna il titolare del senso dell’azione educativa non é il soggetto ma il sistema ed é il sistema che detta regole e fornisce garanzie di produttività.

La prossima puntata sulla grande Riforma del 1923

  • S. Natoli Giovanni Gentile filosofo europeo, Torino, Bollati Boringhieri, 1988
  • A.Erbetta L’eredità inquieta di Giovanni Gentile Milano, Marzorati, 1988
  • G.Boselli Riflessioni gentiliane. Per una teoria dell’atto in educazione
    in AAVV Pedagogia al passato prossimo Firenze, La Nuova Italia, 1991
  • G.Boselli-N.Serio  (a cura di) Fondazioni culturali delle riforme scolastiche, Armando 2005
  • U.Eco Il fascismo eterno La Nave di Teseo, 2018

SOLIDARIETA’ ALLA COLLEGA

SOLIDARIETA’ ALLA COLLEGA ANNALISA SAVINO

Il Direttivo Nazionale A. N. Di. S. esprime piena solidarietà alla collega Annalisa Savino, dirigente scolastica del Liceo Scientifico Statale “Leonardo Da Vinci” di Firenze, coinvolta dalle critiche del Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, per la lettera con la quale ha preso posizione sull’aggressione avvenuta sabato davanti al Liceo “Michelangelo” della stessa città.

La lettera della collega non è un “atto improprio”, in quanto è compito del dirigente scolastico indirizzare verso il pieno rispetto di quanto prevede la nostra Costituzione.

Il DPR 275 del 1999 all’art. 4 recita: “Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie …. concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.”

A parere del Direttivo Nazionale Andis le parole della collega Savino non possono essere considerate “iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione”, ma risultano essere invece parole che indirizzano tutti noi verso azioni finalizzate alla crescita educativa dei nostri ragazzi.

L’ ANDIS auspica che al centro del dibattito nazionale torni l’attenzione al ruolo che la Costituzione assegna alle istituzioni educative, ovvero quello di favorire la crescita completa ed equilibrata di persone, libere, autonome e democratiche.

Roma, 23 febbraio 2023

IL DIRETTIVO NAZIONALE ANDIS

L’antifascismo non si punisce

USB scuola: l’antifascismo non si punisce, solidarietà alla preside Savino

Esprimiamo la nostra solidarietà alla preside Annalisa Savino del Liceo da Vinci di Firenze, attaccata violentemente dal ministro “revisionista” Valditara. Anziché condannare con forza il vile atto squadrista compiuto contro gli studenti inermi del liceo Michelangiolo di Firenze ed elogiare la lettera della dirigente scolastica che si rifà ai principi fondanti della Costituzione, il Ministro Valditara minaccia di prendere provvedimenti contro la dirigente scolastica, legittimando di fatto l’azione squadrista compiuta da Azione studentesca, movimento di destra vicino a Fratelli d’Italia. Una precisa presa di posizione, da parte del Ministro, che chiarisce il clima revisionista, reazionario, repressivo che si respira nell’intero Paese e che si prova a portare nel cuore stesso delle scuole pubbliche statali, con azioni punitive come quelle viste all’esterno del Liceo Michelangiolo.
Per fortuna, la Firenze antifascista la pensa diversamente e il 21 febbraio ha dato vita a una manifestazione partecipatissima che ha visto studenti, lavoratori e cittadini scendere in piazza per dire chiaramente: fuori il fascismo e i fascisti dalle scuole e dal Paese.

Inaccettabili le parole del ministro

Inaccettabili le parole del ministro Valditara, agli attacchi fascisti si risponde con ogni mezzo democratico

Roma, 23 febbraio – Il ministro Valditara definisce “ridicole” le parole di una dirigente di un liceo fiorentino e sostiene che di lettere dei presidi su fascismo e antifascismo non sa che farsene.

La dirigente Savino, dopo l’aggressione al Liceo Michelangiolo, si è rivolta ai propri studenti invitandoli a non essere indifferenti, assolvendo così ai compiti educativi previsti dalla scuola della Repubblica sulla cui Costituzione antifascista il ministro dell’Istruzione e del Merito ha giurato.

Dopo le distorsioni della storia a cui abbiamo assistito in questi mesi ora giunge, da parte di Valditara, anche la minaccia di provvedimenti nei confronti della libera espressione dei dirigenti scolastici.

Il ministro farebbe meglio a placare il clima di tensione e di odio suscitato da giovani neofascisti, a condannare l’accaduto, sostenere i dirigenti nell’esercizio delle loro funzioni educative e ad affermare compiutamente un messaggio antifascista.

La FLC nazionale, la FLC di Firenze e la CGIL di Firenze si impegnano fin d’ora per la difesa dei principi costituzionali di libertà di pensiero, invitando a una mobilitazione straordinaria tutte le forze democratiche e antifasciste.

INACCETTABILE, VOGLIAMO LE DIMISSIONI

GLI STUDENTI A VALDITARA: INACCETTABILE, VOGLIAMO LE DIMISSIONI

Oggi, alla trasmissione Mattino 5, il ministro Valditara ha definito impropria la lettera della preside Savino del Liceo Leonardo da Vinci di Firenze, nella quale si condannava con forza l’aggressione squadrista subita da due studenti del liceo Michelangiolo da parte di militanti di Azione Studentesca, associazione legata a doppio filo con Fratelli d’Italia. Una lettera in cui la Preside ricordava le radici del fascismo novecentesco, ed invitava a non abbassare la guardia in questi tempi in cui la Destra eversiva torna ad alzare la testa.

Il ministro Valditara ha invitato la preside a  “riflettere sulla Storia e sul presente”, sottolineando la necessità di “difendere le proprie frontiere e ricordare (…) l’identità di un popolo”, e definendo la lettera “un atto di propaganda”. 

“È una dichiarazione di una gravità inaudita. È grave perché attacca direttamente la legittima, oltre che corretta, dichiarazione di una dirigente. – dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli Studenti Medi – È grave perché fa propri i riferimenti ideali di una Destra nazionalista ed apertamente reazionaria. È grave, soprattutto, perché il Ministro Valditara ha preferito esprimersi sulla lettera di una preside piuttosto che condannare la violenza squadrista che a Firenze si è consumata.”

Sui fatti del Michelangiolo non è stata ancora spesa una parola, né da parte di Valditara né da parte di nessuno degli esponenti di governo. Un silenzio che puzza, se non di collusione, quantomeno di omertà. 
Tutto questo non può essere accettato.

“Chiediamo – continua Notarnicola- le dimissioni immediate del Ministro Valditara: perché è inaccettabile che non ci sia stata alcuna dichiarazione di condanna da parte del Ministro sull’aggressione fascista di pochi giorni fa; perché non si può pretendere di governare il mondo della Scuola a colpi di dichiarazioni autoritarie e colpevolizzanti; perché il confronto con gli studenti viene negato in ogni spazio. Adesso basta: Valditara dimettiti!”

Dichiarazione Ministro “Inaccettabile”

Dichiarazione Valditara – Rete Studenti Lazio “Inaccettabile”

Questa mattina il ministro Valditara si è espresso contro la circolare della dirigente del Liceo Michelangiolo, definendola ‘impropria’.

A difendere la risposta antifascista della preside ci sono gli studenti e le studentesse, che chiedono al Ministro come mai si sia sentito in dovere di commentare la lettera anziché esprimersi sull’aggressione fascista che qualche giorno fa ha visto coinvolti i ragazzi e le ragazze della scuola.

Una dichiarazione che fa risuonare il silenzio del governo sui fatti accaduti, non solo a Firenze, ma anche a Ostia e a Bracciano nei giorni prima.

‘Parlare di antifascismo è parlare della nostra costituzione. – dichiara la Rete degli Studenti Medi del Lazio – Le parole del Ministro ci confermano la sua inadeguatezza. Invece di intervenire su questioni fondamentali come edilizia, alternanza scuola lavoro e salute mentale, perde tempo con dichiarazioni ideologiche e fuori contesto.’

Contratto scuola, chiusa l’analisi del testo

Contratto: sezione scuola, chiusa l’analisi del testo

Il 22 febbraio è ripresa all’Aran la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro con le ultime disposizioni contrattuali riguardanti la sezione scuola. Nella giornata precedente erano stati affrontati i temi relativi alla funzione docente.

Nel corso della discussione sull’analisi del testo contrattuale, abbiamo chiesto precisazioni e modifiche riguardanti alcune disposizioni già in vigore, ad esempio sui congedi parentali, le assenze per visite, terapie, ecc., e la risoluzione del rapporto di lavoro.
Abbiamo inoltre richiesto che nel nuovo contratto venissero affrontate alcune tematiche attualmente non regolate.

L’ARAN, al termine dell’incontro, ha mostrato attenzione e interesse riguardo ad alcune delle nostre richieste, riservandosi degli approfondimenti specie per le materie che comportano oneri contrattuali.

Ad ogni docente uno studiolo a scuola. Valditara a Orizzonte Scuola: “Disponibili 5 miliardi, vuol dire dare dignità e decoro agli insegnanti”

da OrizzonteScuola 

Di Andrea Carlino

Ad ogni insegnante uno studiolo a scuola per preparare le lezioni, ricevere i genitori e fare attività di ricerca. Le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante la presentazione di Fiera Didacta, hanno fatto discutere.

Il titolare del dicastero di Viale Trastevere, a Orizzonte Scuola, chiarisce la sua proposta partendo da quanto affermato ieri dal Movimento Cinque Stelle in una nota. I pentastellati hanno criticato l’idea di dotare le scuole di circa 900mila studioli, uno per ogni insegnante, una realtà che stride con “i tagli di 4 miliardi previsti nella legge di bilancio e l’accorpamento delle scuole, che potrebbero portare alla chiusura di interi plessi, soprattutto al Sud”.

Su questo il ministro dell’Istruzione spiega: “Quanto affermano i Cinque Stelle su futuri tagli all’istruzione per 4 miliardi non trova alcun riscontro nei dati ufficiali. Anzi aggiungo che c’è un aumento di 623 milioni di euro anche per il 2023, 632 per il 2024 e 598 per il 2025. A fronte di tagli già decisi dal governo Draghi per 28, 39, 49 milioni di euro nei tre medesimi anni. Consiglio pertanto di leggere meglio i bilanci del Ministero”.

Valditara, poi, aggiunge ulteriori dettagli all’idea lanciata nelle scorse ore di studi per i docenti: “Ho realizzato nel 2001 come assessore alla Provincia di Milano la stessa misura con risorse ben più scarse e fu accolta con notevole favore”.

Il ministro sottolinea il concetto di ridare dignità e decoro ai professori: “Questa indicazione agli enti locali va nella direzione di dare dignità e decoro al lavoro dei docenti i quali hanno diritto, come i professori universitari, ad avere uno studio. Diamo dunque finalmente dignità e decoro al lavoro dell’insegnante che significa anche poter fare ricerca, studiare, ricevere i genitori e gli studenti in luoghi idonei e non certo, come accade talvolta, negli androni delle scuole”.

Come realizzare l’idea di dotare ogni scuola di spazi per gli insegnanti? La ricetta di Valditara prevede l’intervento degli enti locali, deputati per la costruzione e la riqualificazione degli istituti scolastici: “Abbiamo 5 miliardi per la riqualificazione degli istituti scolastici in Italia, vuole veramente che non si riesca a tirar fuori, durante la riqualificazione delle scuole, uno spazio per una libreria, un computer, una scrivania, un armadietto. Mi stupisce che ci sia qualcuno che protesti, significa che non ha il senso della dignità del lavoro del docente”.

Il ministro, poi, continua: “Dopo l’aumento dello stipendio al personale scolastico che le opposizioni non sono state in grado di fare, dopo la norma sui cellulari finalizzata a rispettare il lavoro dell’insegnante, dopo la circolare sui docenti aggrediti e la difesa dell’Avvocatura dello Stato, propongo agli enti locali di destinare una piccola parte dei 5 miliardi, che daremo loro per la riqualificazione del patrimonio scolastico, per ridare dignità al lavoro del docente. Mi stupisco, lo ribadisco ancora, che ci sia qualcuno che sia contrario”.

Decreto mille proroghe. Approvato con 198 voti favorevoli, 128 contrari e 4 astenuti

da La Tecnica della Scuola

Di Salvatore Pappalardo

Nella giornata odierna 22 febbraio 2023 è stato approvato con voto di fiducia il decreto mille proroghe con tutti gli emendamenti già approvati in Senato.
Le notizie riguardanti la scuola sono volte al reclutamento di personale docente, direttivo e ispettivo.

Procedure concorso docenti IRC

Il Ministro è autorizzato a emanare due procedure concorsuali entro il 2023 volti al reclutamento dei docenti di religione cattolica per la copertura del 50% dei posti liberi e vacanti negli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024 , da assegnare ai docenti con tre anni d’incarico e il restante 50% ai docenti partecipanti alla procedura ordinaria.

Concorso dirigenti tecnici

Il decreto prevede inoltre l’autorizzazione al Ministero dell’istruzione e del merito di bandire nel 2023 la procedura concorsuale per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato, nel 2024 cinquantanove dirigenti tecnici, e 87 nel 2025.

Concorso straordinario bis

Per il concorso straordinario bis qualora non si dovesse arrivare in tempo a nominare i docenti con contratto a tempo determinato al fine di consentire loro di effettuare il corso di formazione e prova, le nomine saranno rinviate all’inizio del nuovo anno scolastico 2023/2024 per svolgere la formazione durante l’anno ed essere assunti con contratto a tempo indeterminato nel 2024/2025

Concorso dirigenti scolastici 2017

Il ministro dell’istruzione e del merito è autorizzato a emanare un decreto, entro 60 giorni, con il quale definire le modalità di partecipazione a un corso intensivo di formazione con relativa prova finale. Al suddetto corso intensivo potranno partecipare i candidati che , che abbiano sostenuto almeno la prova scritta nel concorso bandito nel 2017 e a condizione che, alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto mille proroghe abbiano:
a) un in corso un ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta del predetto concorso ovvero abbiano superato la prova scritta e la prova orale dopo essere stati ammessi a seguito di un provvedimento giurisdizionale cautelare, anche se successivamente caducato;
b) proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova orale di tale concorso.

Chi può partecipare

I soggetti di cui al punto a) potranno partecipare al corso intensivo di formazione dopo aver affrontato e superato con un punteggio pari ad almeno 6/10, una prova scritta basata su sistemi informatizzati a risposta chiusa.
I soggetti di cui al punto b) dovranno invece affrontare e superare con un punteggio pari ad almeno 6/10 una prova orale

Graduatorie finali

Superato il corso intensivo, il cui costo è a carico dei partecipanti, i vincitori saranno inseriti in coda alla graduatoria di merito del concorso indetto con DDG 1259/17 n° 194 e dalla suddetta graduatoria saranno attinti il 40% dei posti liberi e vacanti, mentre il 60 % saranno attribuiti ai vincitori del concorso ordinario di cui il regolamento del 22 dicembre 2022.

Corsi di recupero: le risorse stanziate sono vincolate o possono essere utilizzate per altre attività?

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Con l’art. 40 del CCNL Istruzione e Ricerca del 19.04.2018 è stato istituito il nuovo Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, nel quale sono confluite le risorse elencate ai commi 1, 2 e 3 del medesimo articolo.

Il fondo è finalizzato a remunerare il personale per le seguenti finalità:
a) finalità già previste per il Fondo per l’Istituzione scolastica;
b) compensi per le ore eccedenti del personale insegnante di educazione fisica nell’avviamento alla pratica sportiva;
c) funzioni strumentali al piano dell’offerta formativa;
d) incarichi specifici del personale ATA;
e) misure incentivanti per progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo immigratorio e contro l’emarginazione scolastica;
f) compensi ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti;
g) valorizzazione dei docenti;
h) finalità di cui all’art 1, comma 593 della legge n. 205/2017.

La ripartizione delle risorse tra tali finalità avviene in sede di contrattazione integrativa nazionale, nel cui ambito si definiscono – tra l’altro – sia la quota di finanziamento destinata alle attività di recupero presso le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado sia i criteri per la distribuzione del fondo tra le singole istituzioni scolastiche.

In proposito, le risorse destinate ai corsi di recupero sono vincolate o possono essere utilizzate per altre attività?

A questa domanda ha risposto l’Aran con orientamento applicativo CIRS95.

Sulla base di quanto previsto dal Contratto, l’istituzione scolastica, in sede di contrattazione integrativa d’istituto ai sensi dell’art. 22, comma 4, lett. c) del CCNL Istruzione e Ricerca del 19.04.2018, stabilirà i parametri di distribuzione e assegnazione al personale scolastico delle suddette risorse, nel rispetto delle previsioni contenute all’interno del contratto integrativo di livello nazionale che destinano le risorse alle singole finalità.

Gite scolastiche, capitali europee troppo care per le famiglie, diversi istituti romani scelgono l’Italia

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

La crisi economica si fa sentire e per una famiglia spendere 600 euro per far andare il proprio figlio qualche giorno in gita in una capitale europea, è troppo. Così, diversi istituti di Roma stanno rinunciando al viaggio all’estero, creando però una spaccatura all’interno delle classi, tra chi può permettersi il viaggio e chi no. Che sia Polonia, Grecia o Berlino, il costo si aggira sempre tra oltre 500 e più di 600 euro a testa per pochi giorni. Colpa dei rincari, come spiega La Repubblica, con i tour operator che non riescono a proporre preventivi meno esosi. E dunque, mentre ci sono classi che partiranno lo stesso, ma con un numero ridotto, altri istituti hanno optato per siti italiani e con meno giorni, in modo da rendere la partecipazione accessibile a tutti.

Una notte a Firenze o Pompei al costo di massimo 150 euro o qualche giorno in Toscana, Puglia o Sicilia a circa 400 euro, come spiega Cristina Costarelli, dirigente scolastica del liceo Newton.

La Rete degli Studenti Medi chiede un supporto per le famiglie in presenza di costi esosi, ma solo pochi istituti hanno messo a disposizione un “fondo di solidarietà”.

Pensioni scuola: entro il 28 febbraio le domande per Quota 103, Opzione donna e cessazioni dei Dirigenti scolastici

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

La data del 28 febbraio rappresenta il termine ultimo per l’invio delle domande di pensionamento dal 1° settembre 2023, in attuazione delle disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2023, in particolare dall’art. 1, commi 283, 288 e 292.

Quota 103

Il comma 283 ha introdotto, in via sperimentale per il 2023, il trattamento di “pensione anticipata flessibile”, fissando il termine finale del 28 febbraio 2023 per la presentazione da parte di tutto il personale del comparto scuola delle relative istanze di cessazione dal servizio. Tale nuova disciplina prevede la facoltà di accedere alla pensione anticipata al raggiungimento, entro il 31 dicembre 2023, di un’età anagrafica di almeno 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di almeno 41 anni (c.d. pensione “quota 103”), la pensione sarà liquidata in misura non superiore a cinque volte il trattamento minino per il 2023 sino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni per il biennio 2023/2024), raggiunta la quale verrà messo in pagamento l’intero importo della pensione.

Opzione donna

Il comma 292 ha previsto che possono beneficiare della cd. opzione donna le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni, ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni e al ricorrere di una delle seguenti condizioni: assistenza ex art. 3 comma 3 legge 5 febbraio 1992 n. 104 oppure riduzione capacità lavorativa con invalidità civile pari o superiore al 74%, come meglio specificato, rispettivamente, alle lettere a) e b) del suddetto comma 1-bis.

Il termine ultimo per la presentazione delle istanze di cessazione dal servizio, con effetti dall’inizio dell’anno scolastico 2023/24, è fissato al 28 febbraio 2023.

Le istanze on-line

Il personale interessato potrà presentare domanda, tramite il sistema Polis, dal 1° al 28 febbraio 2023 utilizzando le funzioni che saranno disponibili nell’ambito della sezione “Istanze Online” del sito.

Le istanze Polis disponibili sono:

  • Cessazioni On Line – personale docente, educativo, IRC e ATA – Quota 103
  • Cessazioni On Line – personale docente, educativo, IRC e ATA – Opzione donna
  • Cessazioni On Line – Dirigenti Scolastici – Quota 103
  • Cessazioni On Line – Dirigenti Scolastici – Opzione donna.

È escluso il personale in carico alle province di Trento e Bolzano.

Deve essere formulata un’unica istanza, in cui gli interessati devono anche esprimere la volontà di interrompere/non interrompere il rapporto d’impiego, nel caso in cui venga accertata la mancata maturazione dei requisiti.

Tutte le predette domande valgono, per gli effetti, dal 1° settembre 2023.

Cessazioni per i Dirigenti scolastici

Rimane confermato, anche per i dirigenti scolastici, il termine finale del 28 febbraio 2023, per la presentazione delle domande di dimissioni volontarie e delle altre tipologie di accesso al trattamento pensionistico, come già previsto dal D.M. n. 238 del 8 settembre 2022.

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