Il Ministro al summit Ocse

Per la prima volta il governo italiano partecipa a un summit organizzato da Ocse, Education International e governi nazionali sulle politiche scolastiche: “Grazie a un governo del centrodestra, è la prima volta che i sindacati sono stati portati al tavolo della discussione. È fondamentale un ampio e approfondito dialogo fra governo e parti sociali nella cornice di un confronto sempre più internazionale che può fornire stimoli di grande rilievo”. Così il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, durante il XIII Summit internazionale sulla professione docente, a Washington.

Negli interventi di questa mattina dei vertici Ocse e di altre rappresentanze governative è emersa la centralità strategica della personalizzazione della formazione.

Il Ministro indica la strada, ora occorre seguirla!

Cuzzupi: il Ministro indica la strada, ora occorre seguirla!

Il Segretario Nazionale UGL Scuola, Ornella Cuzzupi, non nasconde il proprio soddisfatto interesse per quanto delineato dal Ministro Valditara in merito al “Piano di semplificazione per la scuola”.

Finalmente ci troviamo al cospetto – afferma il Segretario UGL – di una progettualità strutturata e precisa tesa a un ridisegno complessivo dell’amministrazione scolastica e dei suoi aspetti relazionali con le famiglie. Il Piano presentato dal Ministro è un passo fondamentale, atteso da anni e da noi più volte auspicato, per la costruzione della scuola del domani”.

Le parole della professoressa Cuzzupi esprimono comunque anche una serie di preoccupazioni. “La scuola necessita di una semplificazione in tutti i suoi meandri. I vari rattoppi messi nel corso del tempo (secondo gli interessi di parte che, di volta in volta, hanno coinvolto il dicastero) hanno determinato un universo tanto articolato da rasentare spesso il ridicolo. Ora – continua il Segretario Nazionale – ci troviamo al cospetto di un’idea ben delineata che però, è inevitabile pensarlo, rischia di trovare diverse resistenze tese a difendere uno status quo fatto da interessi di parte e privilegi duri a morire. Le linee d’intervento individuate che vanno dall’aspetto organizzativo a quello procedurale sino alla semplificazione normativa e a una nuova interazione con le famiglie rappresentano un’innovazione di fondamentale importanza. Se a questo si aggiunge la realizzazione dell’idea “cattedre coperte sin dal primo giorno di scuola” e un prospetto di obiettivi strategici sui quali misurare concretamente le azioni messe in campo dai vari soggetti, allora saremo al cospetto di una vera e propria rivoluzione. E come ogni rinnovamento anche questo troverà ostilità dalle quali occorre difendersi con i mezzi della trasparenza, linearità e confronto”.

Ed è a questo punto che il Segretario Nazionale UGL Scuola si rivolge direttamente al Ministro e all’Esecutivo tutto: “Adesso occorre quello che noi, nel corso degli anni, abbiamo sempre invocato: il coraggio di fare! Al professore Valditara, che ha l’enorme merito di aver posto le basi per una sostanziale ristrutturazione dell’istituzione scolastica, chiediamo di mantenere la barra dritta su tale orizzonte. All’Esecutivo invece spetterà il compito di costruire le premesse e le architetture necessarie affinché il progetto diventi realizzabile in tempi rapidi e con i necessari mezzi economici. L’idea di sciogliere definitivamente i lacci burocratici concentrandosi sulla missione educativa con la giusta valutazione del personale impegnato in questa missione è la stella polare di quel che dovrà essere l’officina del domani per il Paese: la scuola”.  

Federazione Nazionale UGL Scuola

D. Pennac, Il paradiso degli orchi

Daniel Pennac a Belleville

di Antonio Stanca

  Nato a Casablanca nel 1944 e vissuto, seguendo i familiari, tra l’Europa e l’Asia Daniel Pennac si è infine stabilito a Parigi dove è stato professore di Francese in scuole di periferia. Di questi posti emarginati, della loro povertà, delle condizioni, dei problemi di chi vi abita,Pennac ha poi pensato di scrivere. Aveva trentasei anni, era intorno al 1980 quando inizia con la serie di romanzi detti di Belleville dal nome di un quartiere della periferia parigina dove sono ambientati. Avrebbe scritto deiluoghi, delle persone, dei problemi che la sua attività di insegnante gli aveva fatto conoscere. Ampia, varia sarebbe stata l’umanità rappresentata. Per persone, cose di ogni tipo ci sarebbe stato posto in quelle opere e in particolare per Benjamin Malaussène, il personaggio che in ognuna avrebbe svolto la funzione di capro espiatorio. In ogni situazione difficile, pericolosa, grave, e ce ne sarebbero state tante nei romanzi di Belleville, si sarebbe sospettato di Malaussène o gli sarebbe stata attribuita la colpa. Sarà lui a farsi carico di tutti i guai di Belleville esi adatterà tanto alla situazione da crederla l’unica possibile, da accettarla come un destino inevitabile anche se ignote gli rimarranno le cause. Cercherà di spiegarsele ma non ci riuscirà, vorrà liberarsi da quella che gli sembrava una condanna ma nemmeno sarà possibile. Gli unici momenti di salvezza saranno quando il caso o i casi gravi si risolveranno, quando i veri colpevoli saranno scoperti e lui scagionato. Ma dureranno, quei momenti, solo finché non si presenterà un altro caso e non si tornerà a sospettare di lui. 

Famoso nel mondo è diventato Pennac con i romanzi di Belleville, in molte lingue sono stati tradotti e molti e prestigiosi riconoscimenti gli hanno procurato. Ha scritto anche d’altro, altri romanzi, racconti, monologhi, testi teatrali, saggi, è stato sceneggiatore di fumetti, scrittore di fantascienza. In molti sensi si è applicato, facile gli è riuscito, sicura, scorrevole è sempre stata la sua lingua.Trasporta il lettore, lo avvince, gli procura un continuo stato di attesa. Così succedeva già ne Il paradiso degli orchi, primo romanzo della serie Belleville. Risale al 1985 ed ora è stato ristampato da Feltrinelli nella “Universale Economica”. La traduzione è di Yasmina Melaouah. Compare per la prima volta Benjamin Malaussène e compaiono pure le persone e le cose di Belleville insieme ad una sempre latente comicità.Saranno gli elementi che torneranno in ogni opera della serie. Questa prima si svolge intorno al Grande Magazzino, il grosso centro commerciale del quartiere, dove è possibile trovare di tutto, per tutti i gusti, tutti i prezzi, dove il numero dei clienti tende ad aumentare, acomprendere persone di ogni età, sesso, condizione economica, funzione sociale, dove Malaussène svolge il lavoro di Controllo Tecnico ma in effetti quello di capro espiatorio. Nel Magazzino all’improvviso si sono verificati casi piuttosto gravi, sono avvenute esplosioni che ogni volta hanno comportato la morte di una delle persone che erano vicine. Ci sono già state quattro o cinque esplosioni con relative vittime ma né la polizia né i proprietari né altri inquirenti sono riusciti a scoprire i colpevoli. Neanche Malaussène, che pure si è applicato nell’indagine, ci è riuscito. Ha attirato anzi i sospetti: dal momento che provvede, presso l’Ufficio Reclami, a dichiararsi colpevole dei guasti lamentati da qualchecliente circa il prodotto acquistato e poiché lo fa in modo così convincente da indurre quel cliente ad accettare comunque quel prodotto evitando al Magazzino l’impegno di sostituirlo, si era cominciato a pensare che le esplosioni e le morti potessero rappresentare la sua vendetta per un ruolo così poco edificante quale quello di addossarsi tutti i difetti della merce in vendita. Si arriverà alla fine, alla sesta esplosione, al sesto morto, ed ancora di lui si sospetterà finché il mistero non sarà risolto e i colpevoli riconosciuti e identificati. Intanto molta vita, molta storia individuale e sociale, privata e pubblica, è trascorsa nella narrazione del Pennac. È diventata una lunga, immensa narrazione che procede, si sviluppa, fa di Malaussène il suo riferimento principale ma non trascura altri, tanti altri, a lui vicini o lontani, familiari o estranei, amici o nemici. È questa la migliore qualità del Pennac e la si vedrà anche nei successivi romanzi della serie: fa muovere un’intera umanità, fa sentire tante voci, fa credere tante verità, fa vedere tante situazioni, fa correre tanti pericoli e mostra sempre possibile la salvezza. C’è una morale che percorre i suoi libri, un senso di misura, di equilibrio, una volontà di bene che va oltre ogni vicissitudine, che salva. C’è la vita che dopo lo smarrimento ritorna, si ristabilisce, c’è l’uomo che non smette di voler essere tale, c’è Malaussène che pur nella sventura continua a sperare.

Un insegnamento sono i romanzi di Belleville!