Aggressioni agli insegnanti, è situazione di emergenza. «Serve lo psicologo»

da Il Sole 24 Ore

In aumento di quasi il 50% i casi di bulimia e anoressia tra i giovanissimi, raddoppiano i casi di depressione e ansia
di Redazione Scuola

Aumentano di quasi il 50% i casi di bulimia e anoressia tra i giovanissimi, raddoppiano i casi di depressione e ansia ma è preoccupante anche il numero delle aggressioni ai docenti, quasi quotidiane, anche se le denunce da parte delle vittime sono ancora poche: la fragilità emotiva ed il disagio psicologico degli studenti, dopo il Covid, è cresciuto in modo esponenziale. «Le aggressioni ai professori sono ormai un bollettino di guerra», afferma allarmato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che oggi (29 maggio), subito dopo il ferimento di una docente da parte di un suo studente all’Istituto superiore Alessandrini ad Abbiategrasso, ha posto il tema della necessità di riflettere sull’introduzione strutturale dello psicologo nelle scuole.

Non rinnovato il protocollo con l’Ordine degli psicologi

Per la verità negli anni scolastici 2020-21 e 2021-22, durante la pandemia, era stato siglato un protocollo tra l’ordine degli psicologi e il ministero dell’Istruzione per l’attivazione di consulenze psicologiche nelle scuole ed il 70% delle scuole lo ha fatto, con risultati positivi. Nel 2022 il protocollo non è stato rinnovato. «Ora, però, è necessario passare da una presenza emergenziale dello psicologo a scuola ad una sua presenza strutturale», dice il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, David Lazzari, il quale aggiunge che la forza numerica c’è: in Italia ci sono 125mila professionisti iscritti all’Ordine, e molti di questi hanno già maturato un’esperienza sul campo. Attualmente, tutti i paesi occidentali hanno un servizio di psicologia scolastica. «L’Italia – conclude il presidente degli psicologi – su questo fronte è ancora indietro».

La polemica politica

I Cinque stelle accusano il ministro Valditara: «Se avesse voluto sostenere l’introduzione dello psicologo nelle scuole avrebbe potuto e dovuto agire diversamente nei mesi scorsi. Ad oggi non risulta che la specifica norma per il servizio psicologico nelle scuole sia stata rifinanziata». «Il Parlamento è pronto a lavorare senza bandierine per dare risposte drammaticamente urgenti», dice dal canto suo il senatore del Pd Filippo Sensi. Secondo dati forniti recentemente dalla Uil scuola, nel 6 per cento degli istituti superiori lombardi è stato necessario ricorrere all’intervento della pubblica autorità e nel 7 per cento le intemperanze degli studenti hanno prodotto sanzioni economiche a carico delle famiglie. Nei tecnici e nei professionali le cose peggiorano.

Alternanza scuola-lavoro, ecco come cambia: arrivano docente coordinatore e nuovi obblighi per le imprese

da OrizzonteScuola

Di redazione

Modifiche in arrivo per l’alternanza scuola-lavoro (Pcto) nel prossimo anno scolastico, come annunciato dai ministri dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, e del Lavoro, Marina Calderone.

Il loro obiettivo è aumentare la sicurezza e la qualità di queste esperienze, estendendo le protezioni Inail per studenti e insegnanti e rivedendo il formato degli istituti tecnici e professionali.

Nel 2023/24, così come segnala Il Sole 24 Ore, le aziende partecipanti ai programmi “on the job” dovranno integrare il proprio Documento di valutazione dei rischi (Dvr) con misure specifiche di prevenzione e protezione per i giovani. Il Pcto dovrà essere coerente con il piano formativo triennale e i profili di uscita degli indirizzi di studio. Per facilitare questa integrazione, verrà introdotta la figura del docente coordinatore di progettazione.

Le nuove norme rafforzeranno anche il registro per l’alternanza scuola-lavoro presso le Camere di commercio, introducendo ulteriori requisiti per le aziende ospitanti, per evitare l’insorgere di aziende improvvisate. Viene inoltre istituito un fondo per indennizzare gli infortuni mortali durante le attività formative.

Tuttavia, per l’anno corrente, l’alternanza scuola-lavoro non sarà un requisito per l’esame di maturità, a causa di una norma introdotta alla fine del 2022. Nonostante ciò, l’alternanza scuola-lavoro sarà presa in considerazione durante l’orale, con una breve relazione e/o un elaborato multimediale.

Nomine commissari esterni maturità 2023, in settimana la pubblicazione. Studenti e docenti in attesa delle Commissioni

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

Tra poco più di 20 giorni inizieranno, con le riunioni plenarie, gli esami di maturità 2023. La prima prova scritta, quella del tema di italiano, è fissata per le ore 8,30 di mercoledì 21 giugno 2023, seguirà il giorno successivo, il 22 giugno 2023, la seconda prova scritta che cambia a seconda dell’indirizzo della scuola. Nel frattempo cresce l’attesa snervante, per studenti e docenti, di conoscere i nomi dei commissari esterni e del presidente di commissione. Da lunedì 29 maggio inizia la settimana che dovrebbe essere quella prefigurata per la pubblicazione dei nominativi dei presidenti e dei commissari esterni, giorno presumibile è mercoledì 31 maggio.

Le due prove scritte tornano ad essere entrambe ministeriali

l 21 e 22 giugno 2023 oltre mezzo milione di studenti sarà alle prese con le due prove scritte predisposte a livello ministeriale e inviate tramite plico telematico alla medesima ora in tutte le scuole. Tali prove scritte saranno seguite, tra la fine di giugno e le prime due settimane di luglio, dall’ultima prova del colloquio. La prova del colloquio sarà predisposta, con apposito calendario, dalla Commissione d’esame. Quindi per la prima volta, dopo lgli esami 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022, gli scritti tornano ad essere a carattere nazionale, ad eccezione degli istituti Professionali di nuovo ordinamento. Sarà vietato l’uso dei telefoni cellulari, smartphone, smartwatch e qualsiasi apparecchiatura capace di collegarsi con l’esterno o l’interno dell’edifico scolastico.

La prima prova è il tema di italiano. Ha una durata massima di sei ore e si potrà scegliere tra sette diverse tracce che fanno riferimento agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. La seconda prova riguarda le discipline che caratterizzano il corso di studi, in particolare latino al Liceo classico, matematica al Liceo scientifico, economia aziendale per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”, progettazione, costruzioni e impianti per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”, sono solo alcune delle materie scelte per la seconda prova scritta dal decreto emanato il 25 gennaio 2023 dal Ministro Giuseppe Valditara.

Presto la pubblicazione delle Commissioni

Per consentire lo svolgimento dell’esame di Stato 2022/2023 del II ciclo di Istruzione il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha dovuto allestire circa 14 mila Commissioni d’esame. In buona sostanza gli studenti iscritti a poter sostenere l’esame, salvo non ammissioni dell’ultimo istante, saranno un numero superiore alle 500 mila unità per un numero di commissioni di circa 14 mila. In media ogni Commissione dovrà esaminare circa 37 studenti, ovviamente ci saranno Commissioni più articolate e con un maggior numero di candidati, mentre altre con numeri più ridotti.

I numeri ufficiali e la pubblicazione dei nominativi di Presidenti e Commissari esterni sono previsti per la prossima settimana, dal 29 maggio al 3 giugno. Giorni presumibili potrebbero essere mercoledì 31 maggio o giovedì 1 giugno.

Anno di formazione e prova. Procedura per lo svolgimento del test finale

da La Tecnica della Scuola

Di Salvatore Pappalardo

L’ART. 44 del decreto 36 nel modificare l’art. 13 del decreto 59/2017 nel definire la modalità dell’anno di formazione e prova e del test finale e della successiva immissione in ruolo, ha introdotto un test finale volto ad accertare come si siano tradotte in competenze didattiche pratiche le conoscenze teoriche disciplinari e metodologiche.

Quando si svolge

Al termine dell’anno scolastico di svolgimento del percorso di formazione e periodo annuale di prova in servizio, nell’intervallo temporale intercorrente tra il termine delle attività didattiche – compresi gli esami di qualifica e di Stato – e la conclusione dell’anno scolastico, il Comitato è convocato dal dirigente scolastico per procedere all’accertamento e alla valutazione degli obiettivi di sviluppo delle competenze di natura culturale, disciplinare, pedagogica, didattico-metodologica e relazionale, acquisite dal docente in anno di prova tradotte in competenze didattiche pratiche.

In cosa consiste il test

Il test finale sottoposto al docente, consiste nella discussione e valutazione delle risultanze della documentazione contenuta nell’istruttoria formulata dal tutor accogliente e nella relazione del dirigente scolastico, con espresso riferimento all’acquisizione delle relative competenze, a seguito di osservazione effettuata durante il percorso di formazione e periodo annuale di prova. Per le finalità e per la strutturazione dei momenti osservativi a cura del docente tutor e del dirigente scolastico, è stato predisposto l’allegato A al decreto 226 del 16 agosto 2022

Superamento dell’anno di prova e del test

Il dirigente scolastico, sentito il parere del Comitato di valutazione, obbligatorio ma non vincolante in quanto se ne può discostarsene con atto motivato, procede alla valutazione del personale docente in percorso di formazione e periodo annuale di prova in servizio. In caso di superamento del test finale e di valutazione positiva del percorso di formazione e periodo di prova in servizio, il dirigente scolastico emette provvedimento motivato di conferma in ruolo

Mancato superamento del test finale

In caso di mancato superamento del test finale e di valutazione negativa del percorso di formazione e periodo annuale di prova in servizio, il dirigente scolastico emette provvedimento motivato di ripetizione del periodo di formazione e di prova, indicando gli elementi di criticità emersi ed individuerà le forme di supporto formativo e di verifica del conseguimento degli standard richiesti per la conferma in ruolo.

2.600 scuole chiuse in dieci anni. Altre 1.200 nei prossimi cinque. Quale futuro per il nostro paese?

da Tuttoscuola

Chiuso per mancanza di alunni. Sembra segnato il destino della scuola italiana. Le culle vuote degli ultimi anni sono già diventate banchi vuoti e infine edifici scolastici chiusi, per ora soprattutto nelle scuole dell’infanzia e della primaria. Ma l’ombra della chiusura si sta già allungando anche sulle scuole medie e presto sulle superiori. Le classi, insomma, si svuotano e le scuole finiscono per chiudere i battenti.

I numeri, inediti, fanno rabbrividirenegli ultimi dieci anni – secondo una ricerca di Tuttoscuola, elaborata su dati ufficiali pubblicati sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito – in Italia sono state sbarrate le porte di oltre 2.600 scuole, solo nel segmento delle scuole dell’infanzia e primaria (alunni tra 3 e 11 anni). E nei prossimi cinque anni si può stimare che ne chiuderanno almeno altre 1.200, tra statali e paritarie. Del resto – secondo le stime dello stesso ministro Valditara – fra dieci anni dai 7,4 milioni di studenti del 2021 si scenderà a poco più di sei milioni, al ritmo di 110-120.000 ragazzi in meno ogni anno.

A questo fenomeno della chiusura di molte scuole causata dal calo demografico il Guardian, la prestigiosa testata britannica, ha dedicato nei giorni scorsi una particolare ricerca, avvalendosi anche del contributo di Tuttoscuola che ha fornito, in proposito, alcuni dati.

Stimolati dalle osservazioni del Guardian, Tuttoscuola ha ampliato la ricerca all’intero territorio nazionale, raccogliendo e comparando, da un anno a quello successivo, i dati delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie, statali e paritarie, già direttamente interessate alla chiusura delle scuole. Il servizio integrale sarà pubblicato nel numero di giugno della rivista Tuttoscuola.

Le scuole italiane stanno scomparendo come i ghiacciai che si sciolgono”, spiega Giovanni Vinciguerra, direttore di Tuttoscuola. “L’acqua è la fonte della vita e le scuole sono essenziali per la società, la similitudine è fondata. Le cifre sono davvero impressionanti e il fenomeno è solo all’inizio”. Un Paese che deve chiudere le proprie scuole – non una qui e lì, ma migliaia in maniera sistematica nell’arco di un decennio – quale futuro ha? La chiusura di una scuola è una misura estrema, e assume anche un significato simbolico. Non si tratta solo di meno alunni nelle aule, o di ridurre il numero di classi. Sbarrare per sempre il portone di una scuola, con le aule colorate, la palestra e le altre strutture, nelle quali non entreranno più alunni schiamazzanti né insegnanti, né bidelli, è molto di più: significa spegnere una comunità. Vuol dire che la crisi demografica sta mordendo la carne viva della scuola e della società, ne sta minando l’impianto organizzativo. Con minore possibilità di scelta e minore prossimità di servizi per le famiglie, peraltro sempre meno numerose. Insomma, quando una scuola chiude è un brutto presagio.Ecco perché il dato di circa 4 mila scuole chiuse sul territorio nazionale tra il 2015 e il 2030, già in larga parte consuntivato, si può considerare drammatico. E deve stimolare a pensare “lungo”, “largo” e “profondo” in termini di riprogettazione del sistema scuola, dalla didattica (coinvolgente, laboratoriale, personalizzata, mirata a sviluppare creatività e pensiero critico) al modello organizzativo e di funzionamento (da semplificare e normalizzare, avvicinandolo a quello di altre organizzazioni complesse): cercando di trasformare il fenomeno drammatico di riduzione di taglia (che ha l’unico vantaggio di liberare risorse) in una opportunità di rinascimento, in vista di una auspicabile futura ripresa demografica che trovi una scuola rinnovata e più forte.

Culle vuote, banchi vuoti, classi vuote… Scuole chiuse

da Tuttoscuola

È questa la preoccupante sequenza degli effetti del cosiddetto inverno demografico dell’Italia, iniziato nel 2009, dopo che nell’anno precedente era stato raggiunto un picco di nascite che aveva indotto ben altre prospettive.

Invece, la denatalità è continuata senza interruzione, toccando il record negativo di nascite dall’unità d’Italia nel 2019, record poi di nuovo superato, perché i nati nel 2021 sono stati appena 399.431, in diminuzione dell’1,3% rispetto al 2020 e quasi del 31% rispetto al 2008.

Gli Stati Generali sulla natalità, tenutisi a Roma la settimana scorsa, alla presenza di esponenti politici, rappresentanti delle istituzioni e anche con l’intervento di Papa Francesco, hanno affrontato la complessa questione, convenendo sulla necessità che vengano adottate soluzioni strutturali in una logica di sussidiarietà.

Potrebbe essere presa ad esempio la Francia che circa vent’anni fa aveva lo stesso problema della denatalità, ma che aveva introdotto nuove drastiche misure strutturali che hanno contribuito decisamente a fermare quel calo di nascite, portando la Francia ad avere il tasso di maggiore fertilità tra i Paesi OCSE ed europei dall’inizio degli anni 2000.

Si è trattato di misure sintetizzabili in questi termini:

  • Servizi: un sistema completo e integrato per l’infanzia
  • Gestione del tempo: un vero part time
  • Trasferimenti e agevolazioni: la generosità del quoziente familiare
  • Politiche stabili e generose: la fiducia che serve alle famiglie

Attualmente l’elevato tasso di fecondità in Francia ha bloccato la denatalità e aumentato la crescita del numero dei nati.

L’Italia, adottando misure strutturali analoghe, potrebbe invertire gradualmente la tendenza, riempire le culle, i banchi e le classi, riducendo il rischio di chiusura di scuole.

Le migliori previsioni ipotizzano l’obiettivo di 500mila nascite per il 2033.

Ma ci vorrà molto tempo, troppo tempo per vedere risultati concreti, mentre le scuole continueranno a chiudere (almeno altre 1200 entro il prossimo quinquennio), mentre oltre 2.600 scuole hanno già chiuso nell’ultimo decennio.

La scuola non può aspettare: occorre intervenire con urgenza nella riorganizzazione della rete scolastica, rivedendo i parametri fissati quindici anni fa, nella stagione delle “vacche grasse”. Senza tergiversare.

Esposizione libri su Don Milani

La Biblioteca del Ministero dell’Istruzione e del Merito ricorda la figura di Don Lorenzo Milani, a cento anni dalla nascita (27 maggio 1923), con un’esposizione di volumi, tratti dalle collezioni ministeriali, che sarà aperta ai visitatori fino a fine mese presso la Sala dell’Emeroteca.

Si parte da “Tutte le opere”, una raccolta in due tomi (edizione i Meridiani-Mondadori, 2017), a cura di Alberto Melloni, che contiene gli scritti editi e molti inediti del priore di Barbiana, a cominciare da “Lettera a una professoressa”, il libro-manifesto scritto da Don Milani insieme ai suoi alunni e pubblicato nel 1967 a firma della Scuola di Barbiana, un mese prima della sua morte. Nella raccolta sono poi presenti articoli pubblicati su quotidiani e riviste, dedicati all’istruzione quale strumento di emancipazione, nonché l’epistolario privato di Don Milani. I tomi contengono anche le lettere pubbliche che il sacerdote rivolse ai giudici e ai cappellani militari e in cui si espresse in favore dell’obiezione di coscienza. Quest’ultimo tema è trattato in dettaglio in un altro libro esposto: “L’obbedienza non è più una virtù: documenti del processo di don Milani”, Libreria editrice Fiorentina, Firenze, 2014.

Testimonianze della missione educativa del priore di Barbiana si trovano nel libro “Don Lorenzo Milani e la scuola della parola: analisi storica e prospettive pedagogiche”, a cura di Roberto Sani e Domenico Simeone, EUM, Macerata, 2011 e in “Lettere di Don Lorenzo Milani priore di Barbiana”, a cura di Michele Gesualdi, pubblicato da San Paolo Edizioni nel 2007. Di ex allievi sono altri due volumi in visione presso la Biblioteca del MIM, editi dalla Libreria Editrice Fiorentina rispettivamente nel 1997 e nel 2005: “Don Lorenzo Milani: riflessioni e testimonianze”, a cura di alcuni studenti della scuola popolare di San Donato a Calenzano (FI), in cui Don Milani fu nominato cappellano nel 1947, e “Don Lorenzo Milani: la parola fa eguali”, a cura di Michele Gesualdi. In mostra anche “Barbiana e la sua scuola: immagini dall’archivio della Fondazione Don Lorenzo Milani”, a cura di Sandra Gesualdi e Pamela Giorgi, Aska edizioni, Firenze, 2014. Si tratta di un prezioso libro fotografico, contenente una ricca collezione di carteggi, materiali scolastici e immagini su Don Milani e la sua scuola. Il pensiero del sacerdote di Barbiana, il suo impegno verso gli ultimi e gli emarginati sono al centro del volume “I care ancora. Inediti. Lettere, appunti e carte varie”, curato da Giorgio Pecorini, Emi, 2001, con il chiaro richiamo, nel titolo, al famoso motto coniato dal priore, “I care”“Mi importa, ho a cuore”, ancora oggi presente all’ingresso della scuola di Barbiana.

L’esposizione sarà aperta dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 15.00, per visitarla è possibile prenotarsi scrivendo a biblioteca@istruzione.it

Per il personale del Ministero non è necessaria la prenotazione.

Le sfide al canone sociologico

Pisa lancia le sue sfide al canone sociologico

Studiosi da Italia, Francia e Regno Unito si incontrano all’Università di Pisa per discutere sul futuro dei classici della Sociologia

Rileggere criticamente i classici della sociologia per comprendere meglio le dinamiche sociali di oggi. È questo il tema al centro delle due giornate di studio che si terranno a Palazzo Boileau il 30 e 31 maggio sotto il titolo programmatico di: Le sfide al canone sociologico.

Organizzato dal Seminario Permanente di Teorie Sociologiche (SPTS), nome collettivo di un gruppo italiano di sociologhe e sociologi di cui fanno parte, tra gli altri, studiosi dell’Università di Pisa, l’incontro nasce dalla volontà di promuovere una riflessione sul ruolo delle teorie sociologiche quale strumento per orientare, ispirare e supportare l’azione pubblica e privata.

“Il campo degli studi sociologici ha conosciuto un forte processo di frammentazione a partire dagli anni Sessanta del Novecento e questo ci pone di fronte alla necessità di interrogarci sull’attualità dei contributi dei padri fondatori della disciplina – spiega il professor Andrea Borghini, ordinario di Sociologia Generale dell’Università di Pisa e coordinatore del comitato scientifico e organizzatore delle due giornate – Nelle due giornate a Palazzo Boileau ci occuperemo proprio di questo, confrontandoci su se e cosa renda il pensiero dei classici una lezione dalla quale partire per elaborare dei quadri concettuali utili nell’analisi della complessità sociale del mondo contemporaneo”.

“La sociologia – prosegue Borghini – è una disciplina che, nel corso della propria storia, ha elaborato strumenti teorici ed empirici particolarmente efficaci al fine di interpretare i cambiamenti della nostra epoca e ampliare il livello di consapevolezza collettiva di fronte a questioni sempre più urgenti, quali, tra le altre, il cambiamento climatico, le crescenti disuguaglianze, il ruolo pervasivo delle nuove tecnologie. Ciò ovviamente a patto che essa si ponga in dialogo con altre discipline, si rivolga ad un pubblico più ampio rispetto ai soli sociologi e sociologhe e sia aperta, pubblica e critica”.

Al seminario interverranno, oltre a sociologhe e sociologi delle Università di Pisa, Chieti-Pescara, Firenze, Orientale di Napoli, Padova, Roma Tre, Sapienza, Salerno e Urbino, anche Nicola Marcucci della École des hautes études en sciences sociales (EHESS) di Parigi eSimon Susen della City – University of London, uno dei più noti studiosi di scienze sociali contemporanee.

Mercoledì 31 maggio alle 19 presso il Caffè Letterario Volta Pagina di Pisa, è previsto un incontro-dibattito con Mariano Longodell’Università del Salento che presenterà il suo volume Emotions through Literature – Fictional Narratives, Society and the Emotional Self, edito da Routledge nel 2020.

Educazione, istruzione e crescita dei giovani

Al via il 9 maggio a Roma un ciclo di convegni dedicati alla formazione del docente, con l’approfondimento culturale di tematiche di attualità nell’ambito dell’educazione, dell’istruzione e della crescita dei giovani. L’iniziativa è promossa dal Polo Formativo 2, che raggruppa le istituzioni scolastiche del II e del IV Municipio di Roma, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Il primo dei tre convegni, dal titolo “Educazione civica, riflessioni ed esperienze di scuola e società”, si terrà domani, a partire dalle ore 16.00, presso l’Aula magna del Liceo classico “Giulio Cesare”, capofila del Polo Formativo, in corso Trieste 48. Apriranno i lavori l’on. Paola Frassinetti, Sottosegretario all’Istruzione e al Merito, e Carmela Palumbo, Capo dipartimento per il Sistema educativo di istruzione e di formazione.

Tre le relazioni della prima sessione formativa, moderate da Rocco Salemme, docente del Liceo classico “Giulio Cesare”; “Capire per cambiare”, di Alfonso Rubinacci, coordinatore del Comitato scientifico Tuttoscuola; “La scuola come fondamento etico-politico della democrazia partecipata”, di Giulio Alfano, docente di Istituzioni di filosofia politica e delegato per il ciclo di studi in Scienze della pace e cooperazione internazionale presso la Pontificia Universitas Lateranensis; “Educazione civica a scuola: il quadro di riferimento attuale e gli assi fondamentali”, di Maria Rosa Silvestro, dirigente tecnico presso la Direzione Generale per gli ordinamenti, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione.

Interverranno nella seconda sessione, portando la propria testimonianza, il Liceo classico “Giulio Cesare”, su “Costituzione e il diritto a fondamento di legalità e solidarietà”; l’Istituto comprensivo “Falcone e Borsellino”, in riferimento allo sviluppo sostenibile e all’educazione ambientale; l’Istituto d’Istruzione Superiore “John von Neumann”, per l’innovazione e la cittadinanza digitale. A seguire, in collegamento dall’Ufficio di Istruzione presso il Consolato generale d’Italia a New York, saranno illustrati i risvolti formativi e didattici della cittadinanza attiva oltreoceano.

L’ultima sessione presenterà le relazioni di Emilio Porcaro, dirigente del Centro per l’Istruzione degli Adulti 2 metropolitano “Eduard C. Lindeman” di Bologna e referente della Rete RIDAP, e di Anna Uttaro, docente del Centro per l’Istruzione degli Adulti 1 di Roma.

Concluderanno i lavori Maria Urso, dirigente dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Tommaso Salvini”, e Paola Senesi, dirigente del Liceo classico “Giulio Cesare” – Scuola capofila del Polo formativo della Rete territoriale di Ambito 2.

Gli altri appuntamenti, in programma sempre a Roma, sono per il 23 maggio, dalle ore 16.00 alle ore 19.00, presso il Liceo scientifico “Amedeo Avogadro”, in via Brenta 26, sul tema dell’innovazione digitale, e per il 31 maggio, presso il Liceo artistico “Enzo Rossi”, in via del Frantoio 4, dalle ore 16.00 alle ore 19.00, su benessere e coesione sociale, sport, inclusione ed educazione alla salute alimentare.

I tre convegni sono organizzati dal Polo Formativo della Rete di Ambito 2, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, l’Associazione Guido Carli, la Fondazione Vittorio Occorsio e l’Università Sapienza di Roma e d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio.

Educare alla sostenibilità. Una guida per fare scuola con l’Agenda 2030

Lunedì 29 maggio 2023 alle 9 presso la Sala “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione e del Merito si terrà la presentazione di “Educare alla sostenibilità. Una guida per fare scuola con l’Agenda 2030”. La pubblicazione è il risultato del lavoro di ricerca-azione svolto nell’ambito del progetto “Guid@genda per la sostenibilità”, a cura della Rete nazionale Scuol@agenda 2030, beneficiaria del finanziamento ministeriale “Educazione della cittadinanza attiva, della legalità e del rispetto” 2020.
I risultati saranno presentati dai professori Ermelinda De Carlo e Marco Piccinno. Interverranno il Dirigente Tecnico del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, Caterina Spezzano, e la Dirigente Scolastica del IV Circolo Lecce, scuola capofila del progetto, Tiziana Faggiano. Parteciperanno delegazioni delle scuole della Rete, composte da dirigenti, docenti, alunni e genitori.
Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming sul canale Youtube del Ministero.

Dalla parte della conoscenza

Dalla parte della conoscenza

di Giovanni Fioravanti

La cultura della destra, la cultura della sinistra, la cultura della chiesa, la cultura delle minoranze, la cultura della gente credevo che stessero tutte dentro ad uno stesso contenitore, forse più che recipiente, diciamo, universo.

Che fossero il contesto, i contesti delle vite terrene, che stanno dentro e fuori di noi, in cui si è immersi e da cui si emerge.

Il farsi una cultura pensavo che fosse il nuotare in questi oceani, a volte stagni o forse piscine. Mi pareva che l’idea di una collisione tra  culture fosse questione da crociate, anzi fosse addirittura il negare la propria natura di cultura per trasformarsi, per usare antichi linguaggi, in sovrastruttura, qualcosa di artefatto che perde  le caratteristiche e i connotati della cultura, semmai per divenire  catechismo, ideologia, visione parziale del mondo che si contraddice col respiro e l’apertura propria della cultura.

La cultura è la pratica di un valore e non esibisce etichette, quel valore si chiama conoscenza. Non accetta abiti cuciti addosso che finirebbero per sterilizzarla, cosa che non è possibile, perché la conoscenza è prolifica e produce sempre altra conoscenza. 

Che senso ha costruire isole di cultura destre e sinistre che siano, se non inaridire il fiume della conoscenza, che mentre scorre genera altra conoscenza. Pretendere un’egemonia che rischia la sua fragilità appena viene a contatto con il divenire del tempo e dei valori.

Indossare i panni del domatore in gabbia con il cerchio e la frusta per addomesticare una folla riluttante, distratta e deviata da pericolose sirene.

Ha il senso della propaganda che brucia i cervelli, l’inganno della manipolazione, la vendita di merce avariata ad una clientela di bocca buona.

Culture statiche, conservate in bacheche, che si pretenderebbe di far uscire dai loro tabernacoli per consegnarle ai nuovi sacerdoti perché diffondano il verbo, convinti che altre religioni hanno occupato gli interstizi mentali del popolo, di una massa che pensa per procura ed ora potrebbe essere affascinata da nuovi procuratori a cui delegare i loro pensieri.

In questa rincorsa ad accaparrarsi una egemonia nella mente collettiva c’è un vizio d’origine, il vizio dell’ignoranza che è l’avversaria della conoscenza. 

È da tempo ormai che indifferenza e diffidenza coltivano la cultura dell’ignoranza come approdo sicuro, lontano dai saperi colti dei radical chic, solitamente quelli di sinistra. Poi c’è il sapere dogmatico, tipico delle chiese e delle religioni, ma quelli sono saperi più identitari con i quali maggiore è la familiarità.

In queste condizioni diventa arduo parlare di conoscenza, di capitale umano, di secolo della conoscenza, di Europa della Conoscenza.

Qui siamo all’analfabetismo. E ciò che più preoccupa è quello che viene dopo. Le nuove generazioni, chi deve formarle, quali adulti, quali famiglie, quali istituzioni educative. Quale scuola.

Imparare, apprendere, istruirsi per divenire cittadini della cultura, per essere egemoni della cultura anziché esserne egemonizzati. Ricevere il testimone per continuare la narrazione che altri hanno compiuto della nostra storia di uomini e di donne, dei suoi miti e dei suoi simboli.

Ciò che chiamiamo educazione con termine improprio è il nostro  ingresso nella cultura, la chiamata a divenire protagonisti delle pagine che la cultura scrive, a continuare quella narrazione che ora dipende anche da noi. Cultura come coltivazione di saperi, come somma dei saperi che nel corso dei secoli l’uomo ha messo a disposizione di sé, È quello che ci serve a stare insieme, a cercare di progredire a condivide la cultura come condizione della nostra convivenza.

II tema della contesa oggi sono invece le culture, quelle plurali, i saperi di cui ognuno è portatore. Il sapere non è mai un punto di arrivo, ma un punto di partenza, per andare oltre per ricercare, è per questo che la cultura si fa narrazione. Quella narrazione che noi abbiamo ingessato, smembrato, inaridito nelle discipline, nelle materie scolastiche, come abbiamo svilito, impoverito l’incontro con la cultura, l’ ingresso nella cultura con i nostri riti scolastici, con il nostro giocare con le parole educazione, istruzione, formazione, calpestando il vero significato della cultura, parola ampia e dinamica, mai paga di sé.

I rigurgiti egemonici culturali non possono che preoccuparci, come segnali di un arretramento pericoloso di valori e di civiltà, come segno di un’insipiente ignoranza che si appresta a spostare all’indietro il futuro, a rinchiudere le menti tra gli steccati dell’antico.

Come se la scienza fosse un convitato di pietra della cultura, una presenza inquietante, nemica del proprio paradigma coniugato al passato remoto, prima che le conquiste della  ricerca spuntassero le armi ai nemici della società aperta.

A meno che si confonda la cultura con gli occhiali che si indossano e si pretendesse che tutti fossero miopi allo stesso modo. Imporre i propri occhiali agli altri, convinti che solo questi consentono universalmente di percepire la realtà. Allora non è più questione di cultura è piuttosto questione di imbonitori, di Dulcamare dei tempi moderni.

La cultura come ingegneria sociale, come igiene del pensiero collettivo, anestetico per procurarsi la sintonia tra governanti e governati.

Ma farsi paladini di una cultura conservatrice piuttosto che illuminista ha più a che fare con l’ignoranza che con la conoscenza.

Edgar Morin ci ricorda che conoscere vuol dire negoziare, lavorare, discutere, battersi con l’incognito che si ricostruisce senza sosta, giacché ogni soluzione di un problema produce una nuova questione. Così come il progresso della scienza è un’idea che implica in se stessa incertezza, conflitto e gioco. Non si può assolutamente porre in alternativa progresso e regresso, conoscenza e ignoranza.

Chi pone la cultura in alternativa pretendendo di possederne l’egemonia si pone di traverso ad ogni progresso della cultura stessa, dimostrando di ignorare o temere la complessità che da sempre è compagna di strada del progresso e della conoscenza. 

Per dirla, prendendo in prestito il lessico del pensiero tedesco da Herder a Weber, più che di fronte a questioni di “Kultur” ci troviamo ancora una volta a fare i conti con un problema di “Zivilisation”.

Esami di Stato 2023

Diario d’Esame 2022-2023 di Dario Cillo


La Nota 12 maggio 2023, AOODGOSV 15851, fornisce indicazioni circa gli adempimenti di carattere operativo e organizzativo relativi all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2022-2023


Con le note 28 aprile 2023, AOODGOSV 13908 e 2 maggio 2023, AOODGSIS 2115, vengono fornite indicazioni sulla gestione del plico telematico:

  • la nomina dei referenti deve essere effettuata improrogabilmente entro il giorno 5 giugno 2023;
  • la funzione per la richiesta di prove in formato speciale è disponibile fino al giorno 9 giugno 2023.

L’art. 10 dell’Ordinanza Ministeriale 9 marzo 2023, AOOGABMI 45, stabilisce che “entro il 15 maggio 2023 il consiglio di classe elabora, ai sensi dell’art. 17, comma 1, del d. lgs. 62/2017, un documento che esplicita i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che lo stesso consiglio di classe ritenga utile e significativo ai fini dello svolgimento dell’esame. (…) Il documento del consiglio di classe è immediatamente pubblicato all’albo on-line dell’istituzione scolastica. La commissione si attiene ai contenuti del documento nell’espletamento del colloquio.


La Nota 24 aprile 2023, AOODGOSV 13461, fissa la data di pubblicazione degli elenchi dei Presidenti delle commissioni d’esame per il giorno 4 maggio 2023.


Con Nota 16 marzo 2023, AOODGOSV 9260, sono fornite disposizioni per la formazione delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2022/2023


Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha firmato l’Ordinanza Ministeriale 9 marzo 2023, AOOGABMI 45 che definisce l’organizzazione e le modalità di svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2022/2023. La sessione dell’esame di Stato avrà inizio il giorno 21 giugno 2023 alle ore 8.30, con la prima prova scritta.

L’esame di Stato torna così alla normalità, secondo quanto previsto dal DLgs. 62/2017. Gli effetti della pandemia di Covid, particolarmente gravosi per la scuola e per i giovani, hanno comportato la necessità di modificare le modalità di svolgimento delle prove negli ultimi anni. Ora a fare ancora eccezione saranno i PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), che non sono requisito di ammissione all’esame ma potranno essere oggetto del colloquio, se svolti. L’effettuazione delle prove INVALSI (che non concorrono alla valutazione) è invece requisito per l’ammissione.

“L’esame di Stato – dichiara Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito – è un momento importante nella vita di ogni studente. Si tratta di un passaggio simbolico fondamentale nel percorso di crescita di ciascuno, oltre a costituire il momento finale dell’intera esperienza scolastica, chiudendo un ciclo iniziato con la scuola primaria. L’esame di Stato non si limita a verificare le conoscenze, le abilità e le competenze sviluppate dagli studenti ma ne valorizza il percorso formativo e la crescita personale. A tutte le studentesse e gli studenti che si preparano a questo importante momento – conclude il Ministro – voglio assicurare che ho ben presente le tante difficoltà che sono stati costretti ad affrontare negli ultimi anni a causa dell’epidemia. In virtù di questo, nella scelta delle prove scritte e nello svolgimento del colloquio d’esame si terrà conto dell’eccezionalità del percorso scolastico affrontato nel triennio, valorizzando l’effettivo processo di apprendimento. Invito pertanto tutti gli studenti a vivere questo passaggio in maniera serena, consapevoli del loro impegno e degli sforzi fatti”.

LE NOVITÀ

PROVE SCRITTE NAZIONALI

Per la prima volta dopo la pandemia, tutte le prove scritte (prima, seconda e terza solo per alcuni indirizzi, tra cui Esabac, Esabac Techno, licei internazionali) saranno a carattere nazionale, a eccezione degli istituti Professionali di nuovo ordinamento.

SECONDA PROVA SCRITTA PER ISTITUTI PROFESSIONALI DI NUOVO ORDINAMENTO

Tra le novità va annoverata l’introduzione della seconda prova scritta per gli Istituti Professionali di nuovo ordinamento (come da Decreto Legislativo 61/2017). Si tratterà di un’unica prova integrata che non verterà su discipline scolastiche ma sulle attività svolte durante il percorso di studi. Nel dettaglio, le commissioni declineranno le indicazioni ministeriali sulla base del percorso formativo effettivamente svolto e dei programmi degli istituti, in un’ottica di personalizzazione, partendo da una cornice nazionale generale di riferimento e dalla tipologia di prova individuata e trasmessa dal Ministero alle scuole, tramite plico telematico, il martedì precedente il giorno di svolgimento della prova.

IL COLLOQUIO

Nel colloquio, che prenderà avvio da uno spunto iniziale (un’immagine, un breve testo, un breve video) scelto dalla Commissione, verranno valorizzati il percorso formativo e di crescita, le competenze, i talenti, la capacità dello studente di elaborare, in una prospettiva pluridisciplinare, i temi più significativi di ciascuna disciplina. Questi ultimi saranno indicati nel documento del Consiglio di Classe – che le scuole predisporranno entro il 15 maggio – di ciascuno studente. Nella parte del colloquio dedicata alle esperienze svolte nell’ambito dei PCTO o dell’apprendistato di primo livello, tenuto conto delle criticità determinate dall’emergenza pandemica, le studentesse e gli studenti potranno illustrare il significato di tali esperienze in chiave orientativa, anche in relazione alle loro scelte future, sia che queste implichino la prosecuzione degli studi sia che prevedano l’inserimento nel mondo del lavoro. In sede d’esame saranno valorizzate le competenze di Educazione civica maturate durante il percorso scolastico.

ATTENZIONE AI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Nell’ordinanza vengono individuate disposizioni relative alle situazioni delle studentesse e degli studenti più fragili: con disabilità, con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), con bisogni educativi speciali (presenti anche nelle ordinanze precedenti) e che hanno frequentato corsi di istruzione funzionanti in ospedali, in luoghi di cura o nelle case di reclusione.

Per le studentesse e gli studenti con disabilità, in particolare, si segnala che la Commissione può deliberare (tenuto conto della gravità della disabilità) lo svolgimento di prove equipollenti in un numero maggiore di giorni, oltre all’assegnazione di tempi più lunghi per l’effettuazione delle prove scritte, anche sulla base della relazione del consiglio di classe, delle modalità di svolgimento delle prove durante l’anno scolastico.

Calendario delle prove:

– prima prova scritta: mercoledì 21 giugno 2023, dalle ore 8:30 (durata della prova: sei ore);

– seconda prova scritta: giovedì 22 giugno 2023. La durata della seconda prova è prevista nei quadri di riferimento allegati al d.m. n. 769 del 2018.

– terza prova scritta: martedì 27 giugno 2023, dalle ore 8:30 per gli istituti presso i quali sono presenti i percorsi EsaBac ed EsaBac techno e nei licei con sezioni a opzione internazionale cinese, spagnola e tedesca.

La prima prova scritta suppletiva si svolge mercoledì 5 luglio 2023, dalle ore 8:30; la seconda prova scritta suppletiva si svolge giovedì 6 luglio 2023, con eventuale prosecuzione nei giorni successivi per gli indirizzi nei quali detta prova si svolge in più giorni; la terza prova scritta suppletiva, per gli istituti interessati, si svolge martedì 11 luglio 2023, dalle ore 8:30.


  • Nota 10 febbraio 2023, AOODGSOV 4608
    Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2022/23 – indicazioni operative per il rilascio del Curriculum dello studente

A partire dall’anno scolastico 2020/2021 Il Ministero ha introdotto, nel secondo ciclo di istruzione, il Curriculum dello studente, documento che viene allegato al diploma e deve essere rilasciato ai candidati sia interni che esterni. Con la nota 4608, inviata alle scuole il 10 febbraio 2023, vengono riproposte, sinteticamente, le indicazioni operative relative alla predisposizione, alla valorizzazione e al rilascio del Curriculum dello studente. Per indicazioni e informazioni di dettaglio è possibile consultare il sito dedicato, curriculumstudente.istruzione.it, punto di accesso per tutte le funzioni predisposte per le scuole e per gli studenti.



Latino al Liceo classico, Matematica al Liceo scientifico, Economia Aziendale per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”, Progettazione, costruzioni e impianti per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”; sono alcune delle discipline scelte per la seconda prova scritta della #Maturità2023 in base al decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Dopo tre anni scolastici in cui l’Esame di Stato ha visto rilevanti modifiche dovute all’emergenza epidemiologica, l’Esame conclusivo del secondo ciclo d’istruzione quest’anno torna a svolgersi secondo la struttura definita dal decreto legislativo 62/2017: una prima prova scritta di Italiano, comune a tutti gli indirizzi di studio, che si svolgerà dalle ore 8.30 di mercoledì 21 giugno 2023; una seconda prova scritta, riguardante le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio (per i Professionali delineati dal d.lgs. n. 61/2017, che quest’anno giungono per la prima volta all’Esame di Stato, la seconda prova scritta non riguarda più specifiche discipline ma le competenze in uscita e i nuclei tematici fondamentali di indirizzo alle stesse correlati); il colloquio, che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale della studentessa e dello studente. Nel corso del colloquio, il candidato espone anche le esperienze svolte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) e le competenze acquisite nell’ambito dell’Educazione civica.

Le Commissioni d’esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e tre interni all’istituzione scolastica.

È prevista una terza prova scritta in alcuni indirizzi di studio (sezioni EsaBac, EsaBac techno, sezioni con opzione internazionale, scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e scuole con lingua d’insegnamento slovena e bilingui sloveno/italiano del Friuli-Venezia Giulia).

Per conoscere le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca.

Di seguito alcuni esempi di discipline oggetto di seconda prova:

Licei
Latino per il Liceo classico; Matematica per lo Scientifico, anche per l’opzione Scienze applicate e la Sezione ad indirizzo Sportivo; Lingua e cultura straniera 1 per il Linguistico; Scienze umane per il Liceo delle Scienze umane (Diritto ed Economia politica all’opzione Economico-sociale); Discipline progettuali caratteristiche dei singoli indirizzi per il Liceo artistico; Teoria, analisi e composizione per il Liceo musicale; Tecniche della danza per il Liceo coreutico.

Istituti tecnici
Economia aziendale per l’indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”; Economia aziendale e Geo-politica nell’articolazione “Relazioni internazionali per il marketing” e Discipline turistiche e aziendali per l’indirizzo Turismo; Progettazione, costruzioni e impianti per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”, per “Informatica e Telecomunicazioni”, Informatica e Telecomunicazioni per i rispettivi indirizzi; Progettazione multimediale nell’indirizzo “Grafica e comunicazione”; Produzioni vegetali per gli indirizzi agrari, Enologia per l’articolazione “Viticoltura ed enologia”.

Istituti professionali previgente ordinamento (esclusivamente nell’istruzione degli adulti)
Scienza e cultura dell’alimentazione per l’indirizzo “Servizi per l’Enogastronomia e l’ospitalità alberghiera” articolazione Enogastronomia, Diritto e Tecniche amministrative della struttura ricettiva nell’articolazione Accoglienza turistica; Tecniche professionali dei servizi commerciali per l’indirizzo “Servizi commerciali”; Tecniche di produzione e di organizzazione per l’indirizzo “Produzioni industriali e artigianali”, articolazione Industria.

Mobilità A.S. 2023/2024

Calendario Mobilità

a cura di Dario Cillo

Mobilita@edscuola.com

Mobilità


Termine presentazione domandeTermine acquisizione domandeDiffusione risultati
Personale Docente (1 – 2)6  – 21 marzo2 maggio24 maggio
Personale Educativo (3)9 – 29 marzo3 maggio29 maggio
Personale ATA (4)17 marzo – 3 aprile11 maggio1 giugno
Personale IRC (5)21 marzo – 17 aprile30 maggio
NB: Sono indicate in rosso le date che hanno subito variazioni

(1 – Scuola Infanzia e Primaria) Il dirigente scolastico competente provvede, entro i 15 giorni successivi al termine fissato dall’O.M. per la presentazione delle domande di mobilità, alla formazione e pubblicazione all’albo dell’istituzione scolastica delle relative graduatorie comprendenti gli insegnanti titolari su scuola nel rispetto della disciplina prevista per la protezione dei dati personali. (art. 19, c. 4, CCNI)

(2- Scuola Secondaria) I dirigenti scolastici, entro i 15 giorni successivi alla scadenza delle domande di trasferimento, formulano e affiggono all’Albo, nel rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali, le graduatorie per l’individuazione dei soprannumerari in base alla sopracitata tabella con le precisazioni concernenti i trasferimenti d’ufficio, tenendo presente che debbono essere valutati soltanto i titoli in possesso degli interessati entro il termine previsto per la presentazione della domanda di trasferimento. (art. 21, c. 3, CCNI)

(3) Il dirigente scolastico competente, provvede – entro 10 giorni dalla data di pubblicazione della tabella organica – alla formazione e pubblicazione, nel rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali, all’albo della direzione delle graduatorie relative al personale educativo interessato al fenomeno delle soppressioni. (art. 31, c. 4, CCNI)

(4) I dirigenti scolastici, entro i 15 giorni successivi alla scadenza delle domande di trasferimento, formulano, nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali, e affiggono all’albo le graduatorie per l’individuazione dei perdenti posto. (art. 45, c. 5, CCNI)

(5) Gli insegnanti di religione cattolica che si vengano a trovare in posizione di soprannumero rispetto alle dotazioni organiche di ogni singola diocesi sono individuati sulla base della graduatoria articolata per ambiti territoriali diocesani, predisposta dall’Ufficio scolastico regionale competente, di cui alla successiva specifica ordinanza ministeriale. (art. 27, c. 7, CCNI)


Utilizzazioni e Assegnazioni provvisorie

Tipo di personaleTermine presentazione domande
Personale Docente
Personale Educativo
Personale IRC
Personale ATA

A ottenere il trasferimento sono circa 45mila insegnanti, su un totale di oltre 82mila

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha reso pubblici nella mattinata di oggi gli esiti delle domande di mobilità dei docenti per l’anno scolastico 2023/2024. Su un totale di 82.282 richieste, quelle soddisfatte a livello nazionale sono state 44.819, pari al 54,5% dei docenti che hanno partecipato alla mobilità ordinaria.
Ogni docente poteva presentare più domande. Nel dettaglio, sono state accolte 40.847 domande di mobilità territoriale e 3.972 domande di mobilità professionale.
Per quanto concerne la scuola dell’infanzia, su 11.891 domande ne sono state accolte 6.512 (54,8%); in riferimento alla scuola primaria, su 26.198 richieste, 14.550 hanno trovato soddisfazione (55,5%); nelle scuole di I grado, invece, su 16.224 domande valide ne sono state accolte 8.520 (52,5%) mentre in quelle di II grado, su un totale di 32.406 richieste, 15.237 (47%) sono state soddisfatte.


Il Ministro Valditara: “Recepite le istanze dei docenti e garantita la continuità didattica nell’interesse degli studenti”

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato oggi l’ordinanza sulla mobilità del personale docente, educativo e ATA per l’anno scolastico 2023-2024. La firma è avvenuta dopo un confronto costruttivo con le Organizzazioni Sindacali, centrato sull’applicazione dei vincoli normativi alla mobilità, in particolare sulla categoria dei docenti neo-immessi in ruolo.

“Abbiamo lavorato per contemperare le esigenze della continuità didattica nell’interesse degli studenti con le istanze di mobilità dei docenti assunti a settembre, facendo il massimo sforzo, a fronte di precisi paletti normativi e impegni assunti in sede europea dal precedente governo. A tale riguardo abbiamo avviato una forte interlocuzione con la Commissione Ue in merito alla tempistica e all’ambito di applicazione dei vincoli sulla mobilità. Con l’ordinanza garantiamo in ogni caso il regolare avvio del prossimo anno scolastico”, ha dichiarato il Ministro Valditara.

L’ordinanza emanata recepisce le richieste delle Organizzazioni Sindacali sulla tempistica della sua applicazione: permette infatti ai docenti di presentare domanda di mobilità fino a che non verranno adottate le norme interpretative.

Inoltre, l’ordinanza recepisce la richiesta di differire i termini di presentazione delle domande: per il personale docente dal 6 al 21 marzo 2023, per il personale educativo dal 9 al 20 marzo, per il personale ATA dal 17 marzo al 3 aprile. La pubblicazione dei trasferimenti avverrà il 24 maggio per il personale docente e il 1° giugno per il personale ATA.

Tutor e Orientatore

  • Nota 21 aprile 2023, AOODPPR 1101
    Avvio delle iniziative propedeutiche all’attuazione delle Linee guida sull’orientamento – A.S.2023-2024. Il tutor scolastico: proroga del termine
  • Nota 17 aprile 2023, AOODPPR 1039
    Il tutor scolastico e l’orientatore prime indicazioni e chiarimenti: Webinar 21 aprile 2023, ore 11:30
  • Nota 5 aprile 2023, AOODPPR 958
    Avvio delle iniziative propedeutiche all’attuazione delle Linee guida sull’orientamento – A.S.2023-2024. Il tutor scolastico: prime indicazioni
  • Decreto Ministeriale 5 aprile 2023, AOOGABMI 63
    Individuazione dei criteri di ripartizione delle risorse finanziarie finalizzate alla valorizzazione del personale scolastico, con particolare riferimento alle attività di orientamento, di inclusione e di contrasto della dispersione scolastica, ivi comprese quelle volte a definire percorsi personalizzati per gli studenti, nonché’ di quelle svolte in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ai sensi dell’art. 1, comma 561, della Legge 29 dicembre 2022, n. 197 – Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023
  • Legge 29 dicembre 2022, n. 197
    Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (Orientamento – art. 1, cc. 555-556)
  • Decreto Ministeriale 22 dicembre 2022, AOOGABMI 328
    Adozione delle Linee guida per l’orientamento, relative alla riforma 1.4 “Riforma del sistema di orientamento”, nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU

Docenti tutor, al via lo spot e la campagna di comunicazione


Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato, il 21 aprile 2023, una direttiva che dà mandato al Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione di definire con i Sindacati, nell’ambito del prossimo contratto integrativo, il punteggio da riconoscere per il servizio prestato, punteggio che sarà utile ai fini delle graduatorie interne e della mobilità.


Prorogato al 31 maggio il termine per le iscrizioni ai percorsi di formazione, organizzati da INDIRE (Nota 21 aprile 2023, AOODPPR 1101)

Ai fini della preparazione, chi lo desidera potrà prendere parte al corso di formazione online di 20 ore organizzato da Indire, tramite la piattaforma ScuolaFutura. Quest’ultimo prevederà un programma articolato in moduli e permetterà agli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado che vi prenderanno parte di acquisire una formazione di base. Seguirà un’attività di accompagnamento, sempre a cura di Indire, nel corso dell’anno scolastico 2023/2024. Gli insegnanti che volessero accedere alla formazione dovranno manifestare la disponibilità a svolgere la funzione di tutor/orientatore per almeno un triennio.

Per sostenere le scuole nell’avvio della riforma, le domande e risposte più frequenti saranno pubblicate, sottoforma di Faq (frequently asked questions), sul sito docentitutor.istruzione.it, al cui interno il Ministero ha predisposto apposite sezioni dedicate sia a docenti, dirigenti e personale scolastico che a studenti e famiglie.


Come previsto dalla Nota 17 aprile 2023, AOODPPR 1039, il 21 aprile 2023, alle ore 11.30, si svolge un webinar al fine di supportare i dirigenti scolastici durante la fase di individuazione dei docenti
da iscrivere alla formazione propedeutica e con l’obiettivo di assicurare la necessaria informazione in tema di orientamento a partire dall’a.s. 2023-2024.

Nello specifico, il webinar sarà suddiviso in quattro parti:

  • Le procedure di individuazione delle figure del tutor e dell’orientatore nelle scuole
  • L’importanza e i compiti del tutor e dell’orientatore nel nuovo sistema di orientamento
  • La formazione del tutor e dell’orientatore
  • Risposte a “Richieste di chiarimento” dei dirigenti scolastici

Il link per accedere all’evento: https://aka.ms/il_tutor_e_orientatore


Disponibile la pagina docentitutor.istruzione.it dedicata al Piano per l’orientamento varato a dicembre dal Ministro Giuseppe Valditara e, in particolare, agli approfondimenti sulle nuove figure del docente tutor e del docente orientatore. Mentre venerdì 21 è in programma un webinar per le scuole in cui saranno illustrate le modalità per l’individuazione di tutor e orientatori e il Ministero risponderà alle domande di dirigenti scolastici.

“Dal prossimo anno scolastico, gli studenti e le loro famiglie potranno contare sul sostegno dei docenti tutor e degli orientatori, per poter individuare e valorizzare i talenti di ogni ragazzo e, di conseguenza, scegliere il percorso formativo più giusto sul quale proseguire. È il primo passo di una concreta rivoluzione del merito, per una scuola che torni realmente a essere ascensore sociale e che non lasci indietro nessuno. In questo cammino, i dirigenti, il personale scolastico e l’amministrazione non sono soli e verranno accompagnati dal Ministero con iniziative formative e una costante assistenza”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Il sito prevede cinque sezioni che saranno costantemente aggiornate. Nella prima, dal titolo il Piano, sono illustrate le ultime novità sull’orientamento varate nell’ambito dell’attuazione del PNRR, con un focus su docenti tutor e orientatori che, già dal prossimo anno scolastico, saranno attivi nelle scuole di secondo grado e supporteranno gli studenti di 70mila classi nelle loro scelte per il futuro.

Nella sezione dedicata alla normativa sono contenuti decreti e circolari utili per scuole, personale scolastico e famiglie. La sezione formazione è aggiornata con le modalità per diventare tutor e orientatori, comprese quelle per partecipare alla formazione dedicata. Da oggi, infatti, le scuole potranno indicare i docenti partecipanti. I docenti tutor individuati riceveranno successivamente un’apposita comunicazione per l’accesso ai percorsi formativi. I corsi saranno organizzati da INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) e saranno articolati in moduli online della durata di 20 ore. Nella sezione pensata per studenti e famiglie ci sono, invece, le indicazioni sui nuovi strumenti a disposizione per l’orientamento. In un’ultima sezione sono contenute le ultime notizie e i link utili.

Per l’istituzione dei tutor e dei docenti orientatori il Ministero ha già messo a disposizione uno stanziamento da 150 milioni di euro per l’anno scolastico 2023/2024. Lo scorso 5 aprile le scuole hanno ricevuto le prime indicazioni operative.


Il Ministero dell’Istruzione e del Merito: a partire da settembre operativi 40.000 tutor e orientatori, che aiuteranno gli studenti delle 70.000 classi del triennio delle scuole superiori a effettuare le scelte migliori per il loro futuro

Uno stanziamento da 150 milioni di euro per l’anno scolastico 2023/2024, destinato alle figure professionali di “docente tutor” e “docente orientatore”: è quanto previsto dal decreto firmato oggi da Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, che la scorsa settimana ne aveva annunciato l’imminente attuazione. Contestualmente, oggi il MIM ha inviato a tutte le scuole statali secondarie di II grado la circolare contenente le prime indicazioni operative per l’attivazione dei docenti tutor.

Nel dettaglio, a partire da settembre 2023 saranno pienamente operativi circa 40.000 docenti tutor e orientatori, che aiuteranno gli studenti delle circa 70.000 classi dell’ultimo triennio delle Scuole secondarie di II grado a effettuare scelte consapevoli e costruire un percorso di studi e di lavoro che faccia emergere appieno i talenti di ciascuno di essi.

Con il provvedimento adottato, ciascuna scuola viene a conoscenza del numero minimo di docenti da avviare ai percorsi formativi, utili a rafforzare le competenze necessarie a garantire il miglior supporto a studenti e famiglie. Negli allegati al documento sono rese note le risorse finanziarie assegnate a ciascuna istituzione scolastica che, nell’ambito della contrattazione d’istituto, potrà individuare il numero di docenti tutor più adeguato alle sue esigenze, con un compenso che va da un minimo di 2.850 a un massimo di 4.750 euro al mese per ognuno. In ogni scuola sarà altresì individuato un docente orientatore, il cui compenso dovrà essere compreso tra un minimo di 1.500 e un massimo di 2.000 euro. 

Per far fronte a questo impegno, dal 17 aprile al 2 maggio saranno aperte le iscrizioni ai percorsi di formazione, organizzati da INDIRE e articolati in moduli online della durata di 20 ore. I docenti in possesso dei requisiti per ricoprire il ruolo di docente tutor o di docente orientatore potranno iscriversi accedendo alla piattaforma sia dall’area riservata del portale del Ministero dell’Istruzione e del Merito, sia dall’area riservata presente sul portale PNRR Istruzione: https://pnrr.istruzione.it/

L’iniziativa, che dà seguito alla riforma prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si pone l’obiettivo di potenziare le attività di orientamento nelle scuole statali secondarie di secondo grado di tutta Italia a partire dal triennio. In ottica generale, la misura fa parte di un più vasto quadro di iniziative volte a sostenere docenti, studenti e famiglie e costruire una scuola capace di garantire il superamento di tutte le disuguaglianze esistenti, siano esse di natura sociale o territoriale.


“Con l’istituzione del tutor e del docente orientatore comincia la grande rivoluzione del merito”: così il Ministro Giuseppe Valditara dopo l’incontro del 21 marzo fra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e i Sindacati di categoria, in cui è stato presentato lo schema di decreto che prevede, con uno stanziamento di 150 milioni di euro nel 2023, l’istituzione di due figure professionali dedicate una a sviluppare la personalizzazione dell’istruzione nelle Scuole secondarie di II grado e l’altra a concretizzare l’attività di orientamento: il docente tutor e il docente orientatore. Ecco i tratti principali del provvedimento, che dopo il confronto di ieri sarà sottoposto al parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

Il decreto va nella direzione di una scuola che faccia emergere i talenti di ogni studente innescando un percorso virtuoso, volto anche al superamento delle difficoltà frutto di diseguaglianze di natura sociale e territoriale e favorendo le scelte consapevoli per il percorso di studi e di lavoro.

Nello specifico, a partire dall’anno scolastico 2023/2024, il docente tutor avrà il compito di coordinare e sviluppare le attività didattiche a favore di una personalizzazione dell’istruzione nelle classi terze, quarte e quinte delle secondarie di secondo grado, favorendo il recupero per i ragazzi che manifestano maggiori difficoltà e consentendo a quelli che hanno particolari talenti di potenziarli. Il docente orientatore dovrà invece favorire le attività di orientamento per consentire ai ragazzi di fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti di vita, nella consapevolezza dei diversi percorsi di studi e/o di lavoro e della varietà di offerte dei territori, del mondo produttivo e universitario. Un approccio, questo, che deve avvenire nel rispetto dell’autonomia dei singoli istituti, degli studenti e delle loro famiglie.

“Un modello di scuola virtuoso – ha detto Valditara – deve mettere in luce i talenti di ogni singolo studente. Per questo – ha aggiunto Valditara –, con un significativo stanziamento di risorse, come Ministero abbiamo deciso di puntare su figure professionali specializzate che saranno adeguatamente formate, selezionate e pagate. Il tutto in un confronto costante con le parti sindacali”.

I 150 milioni di euro previsti come dotazione iniziale per l’anno 2023 sono destinati a remunerare le circa 40.000 figure di docente tutor a cui vanno ad aggiungersi quelle di docente orientatore, una per ogni istituto scolastico; saranno distribuiti nelle scuole in maniera proporzionale al numero degli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle secondarie di secondo grado (anno scolastico 2023/2024). Saranno poi le scuole a organizzare il servizio nella loro autonomia.

Le istituzioni scolastiche inoltre potranno accedere ai finanziamenti derivanti dal PNRR e dal PON per remunerare attività didattiche di potenziamento sulle discipline e attività innovative per l’orientamento. Le azioni già previste nel PNRR, che saranno oggetto nei prossimi giorni di riparto tra tutte le istituzioni scolastiche, ammontano a circa 600 milioni, con particolare riferimento all’orientamento verso le discipline STEM e con metodologie innovative, alle quali si aggiungono le attività che riguardano l’orientamento come misura di contrasto alla dispersione scolastica, per un importo di ulteriori 1,5 miliardi di euro. Le scuole potranno utilizzare anche le risorse del PON della nuova programmazione 2021-2027 per remunerare attività extracurricolari sull’orientamento didattico per circa 300 milioni.

REQUISITI PER LA FORMAZIONE

Il Ministero comunicherà a ogni istituto il numero minimo di docenti tutor da formare attraverso un percorso definito sull’apposita piattaforma in collaborazione con INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), che avrà la durata di 20 ore e che si concluderà con un esame.

LA CONTRATTAZIONE D’ISTITUTO

Ciascuna scuola, nell’ambito della sua autonomia, individuerà i docenti che parteciperanno alle 20 ore di formazione, preferibilmente nell’ambito di coloro che sono in possesso di alcuni requisiti indicati dal decreto ministeriale, e definisce mediante contrattazione integrativa d’istituto i relativi compensi.

In coerenza con le linee guida sull’orientamento varate prima di Natale 2022, questo è il primo passo di un percorso di sempre maggiore personalizzazione della didattica che coinvolgerà nei prossimi anni tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado.

Come detto, la proposta è stata presentata ieri alle organizzazioni sindacali, con le quali perseguirà nei prossimi giorni un approfondimento, e trasmessa per parere al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, nell’ottica della grande alleanza per la scuola e del necessario confronto istituzionale.