PNRR per ridurre la dispersione scolastica

Utilizzare i fondi del PNRR per ridurre la dispersione scolastica

La percentuale di giovani che non studiano, non lavorano e non sonoin percorsi di formazione (NEET) colpisceoltre 2 milioni di ragazzi e ragazze.

Roma, 12 maggio 2023. Il tema della dispersione scolastica è stato uno degli argomenti principali affrontati durante la seduta del Consiglio Nazionale di ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) del 4 maggio. “La dispersione scolastica in Italia ha raggiunto valori allarmanti. Negli ultimi 15 anni la condizione dei minori è in costante e preoccupante peggioramento. Tra gli indicatori del circolo vizioso delle povertà – rileva l’ANDIS – vi è il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione che in Italia, secondo i dati ISTAT 2021, è salito al 12,7% rispetto alla media europea del 9,9% e la percentuale di giovani che non studiano, non lavorano e non sono in percorsi di formazione (NEET) colpisce oltre 2 milioni di ragazzi e ragazze tra i 15-29 anni, un fenomeno che interessa il 23% dei e delle giovani.

Per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica l’ANDIS sottolinea l’importanza dei fondi del PNRR, osservando però come alcune condizioni strutturali potrebbero renderli più funzionali al successo formativo: “Le proposte dovrebbero essere multilivello, agendo contemporaneamente sulle famiglie, sugli allievi, sui docenti e sui territori con un coinvolgimento di tutti gli attori; pluriennali, per evitare la contingenza di interventi che non dialogano e non interagiscono e quindi di sistema e tempestive”

In merito alla misura Scuola 4.0, l’ANDIS spiega che “i fondi ricevuti sono consistentima il relativo documento, condivisibile inquanto coinvolge molteplici dimensioni,all’atto pratico pare ridurre l’intervento a meri acquisti. Per rendere tale misura funzionaleal cambiamento atteso è necessario agire sulle tecnologie con una chiara struttura pedagogica di fondo e con dimestichezza con i vari setting”.

Il Consiglio Nazionale di ANDIS evidenzia, inoltre, come “l’orientamento debba partire dalla scuola dell’infanzia, educando alle scelte ed incentivando il riconoscimento delleinclinazioni dei bambini e delle bambine” e come “le rilevazioni INVALSI siano uno strumento fondamentale per intercettare la
dispersione implicita”.

Valditara: «Tra dieci anni un milione e mezzo di studenti in meno»

da Il Sole 24 Ore

Le parole pronunciate durante gli Stati Generali della natalità. Maggiore calo alle superiori. Il fenomeno inciderà anche sulle cattedre
di Redazione Scuola

Il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione non avranno conseguenze soltanto nel 2070 quando, secondo le previsioni, spariranno 11 milioni di italiani e 500 miliardi di Pil, ma ci saranno «nell’immediato». A lanciare l’allarme agli Stati Generali della natalità è stato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara tratteggiando un quadro fosco del mondo della scuola, dove già fra 10 anni, se l’andamento demografico non cambierà rotta, ci saranno quasi milione e mezzo di studenti e circa 130mila cattedre in meno. «Il quadro è effettivamente allarmante» ha ammesso Valditara.

Il fenomeno

Nell’anno scolastico 2033/34 dai 7,4 milioni di studenti del 2021, si scenderà a poco più di 6 milioni «a ondate di 110/120mila ragazzi in meno ogni anno». Secondo il ministro dell’Istruzione l’effetto dell’andamento demografico dei prossimi 10 anni si sentirà di più nella scuola secondaria di secondo grado, con una perdita di circa 500mila studenti. Nella scuola secondaria di primo grado il calo sarà di quasi 300mila alunni, in quella primaria di circa 400mila scolari e in quella dell’infanzia di oltre 156mila bambini. Quanto alle cattedre si rischierebbe di passare da 684mila a circa 558mila nel 2033/34 con «una riduzione di 10/12mila posti di lavoro ogni anno, ma dobbiamo dare risposte su questo tema». Numeri che il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha definito da choc. Per Valditara questa situazione «dovrà condurre a nuovi criteri di formazione delle classi» e «a una revisione dei criteri di formazione degli organici». Soprattutto è necessario realizzare «una riforma che ci consenta di utilizzare le risorse dei docenti che andranno in eccesso per migliorare la formazione dei nostri ragazzi all’insegna della personalizzazione dell’educazione» ma per farlo bisogna rimettere al centro la persona «per riaffermare la cultura della vita».

Necessaria una «Rivoluzione culturale»

Per la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità, Eugenia Roccella per battere «non l’inverno ma l’inferno demografico» c’è bisogno di una “rivoluzione culturale”, «di un cambiamento significativo per quanto riguarda la genitorialità». Mentre per Gigi De Palo, promotore degli Stati Generali, «la natalità è un tema che riguarda la salute economica e sociale del Paese». Roccella ha ribadito che la natalità è per il Governo «una priorità» come dimostrato dall’ aumento dell’assegno unico, in particolare per le famiglie numerose, o dagli incentivi alle imprese per valorizzare il lavoro femminile. «Fin quando le donne vivranno la maternità – ha detto la ministra alla Famiglia – come un’opzione alternativa alla realizzazione professionale sarà difficile sperare di invertire la tendenza al declino demografico».
E l’ex presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo ha ricordato numeri alla mano che «avere figli allontana dal mercato del lavoro» come dimostra il tasso di occupazione delle single, quasi il doppio rispetto alle madri. Ma è soprattutto nella delega fiscale, ha spiegato Roccella, che sono contenuti «i parametri essenziali» per aiutare a far fronte ai costi sostenuti per la crescita dei figli perchè «noi – ha sottolineato- abbiamo il dovere di dare al lavoro di cura un concreto riconoscimento» ribadendo ancora una volta che «essere genitori, esser madri è il vero lavoro socialmente utile».


Aumenti stipendio, circa 18 euro in più al mese per i docenti dai 220 milioni aggiuntivi

da OrizzonteScuola

Di redazione

Si è svolto oggi l’incontro tra Sindacati e Aran sulla trattativa del rinnovo contrattuale. Durante l’incontro si è discusso dei 220 milioni aggiuntivi da distribuire, ovvero dei 300 milioni previsti dalla modifica dell’Atto di indirizzo e stanziati dalla legge di bilancio 2022 sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF). Il tavolo è stato aggiornato a mercoledì 17 maggio, ore 15.

I 220 milioni di euro aggiuntivi sono destinati all’incremento della componente fissa della retribuzione del personale della scuola.

I 300 milioni di euro sono in realtà 220 milioni per effetto delle varie decurtazioni degli oneri di legge. C’è poi ancora la quota dei 100 milioni di euro una tantum da distribuire” così ha spiegato Pasquale Raimondo, Uil Scuola Rua, in collegamento su Orizzonte Scuola.

Il rinnovo del CCNL “è l’occasione per inserire i permessi per motivi personali e famigliari anche per il personale a tempo determinato perché è fonte di grande ingiustizia” ha commentato Raimondo.

Gli ulteriori aumenti di stipendio, anche se minimi, si aggiungono a quelli già assegnati dopo l’accordo dello scorso novembre.

In totale circa 124 euro di aumento lordi al mese.

Chiara Cozzetto, segretaria generale Anief, ricorda che “nei precedenti incontri, a seguito della denuncia dell’irrisorio aumento dell’indennità per la direzione dei servizi generali e amministrativi, si era scoperto un refuso nella trascrizione delle somme annuali (da 49 euro a 646 euro annuali): è certamente un piccolo passo avanti, che però necessita di ulteriori sforzi. Anche sui 220 milioni aggiuntivi da assegnare, Anief ha chiesto uno sforzo di tutto il tavolo per distribuirli all’intero personale scolastico, considerando che l’inflazione galoppante di questi giorni vale per tutti e sempre rammentando i bassi livelli stipendiali di base del personale ATA, a partire dai collaboratori scolastici“.

Nel prossimo incontro si discuterà anche dei profili professionali del personale ATA per i quali ci sono a disposizione 36,9 milioni di euro.


Pensioni scuola, Inps aggiorna le procedure per la liquidazione di Quota 103

da OrizzonteScuola

Di redazione

L’Inps ha rivisto le linee guida per la presentazione delle richieste di pensionamento anticipato flessibile per gli impiegati che rientrano nella cosiddetta Quota 103 – vale a dire coloro che hanno raggiunto l’età di 62 anni e hanno versato contributi per 41 anni.

Questi criteri devono essere soddisfatti entro il termine del 31 dicembre 2023, come sottolineato dal comunicato dell’Inps.

Il diritto al pensionamento anticipato flessibile, acquisito nel corso del 2023, offre la possibilità di accedere alla pensione in qualsiasi momento dopo l’apertura del periodo di “finestra”, che si verifica tre mesi dopo la data in cui i requisiti sono stati soddisfatti. Questo vale per i lavoratori dipendenti di datori di lavoro non appartenenti al settore delle Pubbliche Amministrazioni e per i lavoratori autonomi, a partire dal primo aprile 2023. Per i lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni, il periodo di finestra è invece di sei mesi. Tuttavia, in quest’ultimo caso, l’effetto della pensione non può avere inizio prima dell’1 agosto 2023.

Le condizioni di accesso alla pensione per il personale dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) e per i lavoratori del settore scolastico rimangono invariate, con decorrenza rispettivamente al 1° novembre e al 1° settembre dell’anno in cui i requisiti sono stati raggiunti. Tali requisiti sono considerati soddisfatti anche se completati dopo le date indicate, ma sempre entro l’anno solare.

Calo demografico: i sindacati chiedono di rivedere il numero massimo di alunni per classe; ma la misura potrebbe essere insufficiente

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Le parole del ministro Valditara sul  tema della denatalità stanno già provocando le prime reazioni.

Sui numeri forniti dal Ministro c’è poco da dire, mentre è tutta da discutere la “soluzione” proposta: “Questa situazione dovrà condurre a nuovi criteri di formazione delle classi, dovrà condurre ad una revisione dei criteri di formazione degli organici. Non si tratta di ragionare soltanto su un mero salvataggio delle cattedre a rischio, ma si tratta di proporre vedute più ampie e lungimiranti che il mio dicastero ha particolarmente a cuore e che vanno all’insegna della lotta alla dispersione scolastica, all’insegna di una sempre maggiore efficacia della formazione. Questa è la vera sfida che ci attende per proseguire sempre di più verso la personalizzazione della formazione”.

“Le proiezioni sul prevedibile calo del numero di alunni non sono una novità” commenta la segretaria generale di Cisl Scuola Ivana Barbacci che aggiunge: “La novità sarebbe non accettare come ineluttabile una meccanica ricaduta sugli organici del personale, andando invece nell’a direzione di una rafforzata capacità della scuola di svolgere il suo compito, sempre più impegnativo, specie nelle aree di maggior disagio e di più acuta emergenza educativa. Riducendo l’affollamento delle classi, per esempio, ampliando il tempo scuola e favorendo la personalizzazione della didattica”.

Anche Giuseppe D’Aprile, segretario generale di Uil Scuola sottolinea: “Ridurre gli alunni per classe sarebbe possibile approfittando appunto della denatalità. Invece si agisce al contrario: è stato innalzato il limite degli alunni per istituto da 600 a 900 con conseguente tagli di organico”.
“La scuola – aggiunge D’Aprile – va tenuta fuori dal patto di stabilità e fuori dai vincoli di bilancio. E’ questo il principio per sostenere un sistema di istruzione nazionale e di qualità. E’ necessario dare una risposta a partire proprio dalla dimensione delle classi: 18/20 alunni dovrebbero tornare ad essere uno standard per il nostro Paese”.
“Se si considerasse la scuola determinante per il futuro del Paese – conclude il segretario di Uil Scuola – il tema della denatalità dovrebbe rappresentare una opportunità e non una penalizzazione”.

Tutte osservazioni più che comprensibili ma che trascurano un dato importante: soprattutto nelle aree più marginali (per esempio nei piccoli Comuni) sta diventando quasi impossibile evitare le pluriclassi nelle scuole primarie mentre nelle secondarie di primo grado accade sempre più spesso che si fa fatica ad aprire le classi prime perché i numeri sono davvero piccoli, anche al di sotto dei 10-12 alunni.
Senza considerare che anche le scuole dell’infanzia rischiano ogni anno la chiusura perché non riescono ad arrivare neppure a una dozzina di bambini.
Insomma, abbassare il numero degli alunni per classe è certamente una misura auspicabile per poter migliorare la didattica, ma è probabile che siano necessarie anche altre misure.

Contratto scuola: la trattativa va per le lunghe, ma intanto arriva ancora qualche spicciolo per gli stipendi

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Nulla di fatto, o quasi, anche dopo l’incontro fra Aran e sindacati svoltosi nella mattina dell’11 maggio.
La discussione ha riguardato in questo caso solamente l’aspetto economico in quanto si tratta di distribuire ancora 220 milioni derivanti dal fondo per la valorizzazione della professionalità docente e qualche altra decina di milioni di euro che erano stati accantonati a novembre al momento della firma della parte economica del CCNL.
Nel concreto si tratta di cifre modeste, anzi modestissime; nella migliore delle ipotesi nelle tasche del personale potrebbero arrivare 15 euro in più al mese.
Restano del tutto irrisolti i nodi pendenti da tempo: i sindacati chiedono che con il contratto nazionale si rivedano anche le regole delle relazioni sindacali, con la restituzione al tavolo contrattuale di materie che, al momento, rimangono “riserva di legge” almeno in parte (per esempio la mobilità, l’aggiornamento e la formazione e le sanzioni disciplinari).
Un prossimo incontro è già previsto per la prossima settimana, ma sarà dedicato a definire le modalità e i criteri di distribuzione delle risorse ancora disponibili: l’Aran si è infatti impegnata a predisporre quanto prima le tabelle aggiornate riferite ai diversi profili professionali.
La trattativa, in ogni caso, procede in salita perché Uil Scuola Rua conferma la posizione già espressa nei giorni scorsi: “Al momento non esistono le condizioni per sottoscrivere l’intesa”.

Nota 12 maggio 2023, AOODGOSV 15851

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Direttori generali e dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali LORO SEDI
Regione autonoma Valle di Aosta Dipartimento sovraintendenza agli studi AOSTA
Provincia autonoma di Bolzano Direzione istruzione e formazione italiana Direzione istruzione e formazione tedesca
Direzione istruzione, formazione e cultura ladina BOLZANO
Provincia autonoma di Trento Dipartimento istruzione e cultura TRENTO
Coordinatore della Struttura tecnica Esami di Stato SEDE
p. c. Capo di Gabinetto del Sig. Ministro
Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Capo del Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direttore Generale per i sistemi informativi e la statistica
Direttore Generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico
Direttore Generale per le risorse umane e finanziarie

OGGETTO: Adempimenti di carattere operativo e organizzativo relativi all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione – anno scolastico 2022-2023.

Nota 12 maggio 2023, AOODGOSV 15850

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio I

Agli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni scolastiche di secondo grado Statali e Paritarie LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta AOSTA
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
E p.c. Ufficio Stampa MIM SEDE

Oggetto: XXVIII Scuola Estiva di Astronomia e Astrofisica nella progettazione di percorsi formativi