Stipendi docenti e dichiarazioni del Ministro

Stipendi docenti e dichiarazioni del Ministro Valditara: puntualizziamo – Articolo FLC CGIL

Cosa ha detto il Ministro e come effettivamente stanno le cose.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, nel corso del suo intervento a Sky Tg 24 di qualche giorno fa ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle retribuzioni dei docenti e sull’aumento contrattuale. Vogliamo analizzarle passo dopo passo e commentarlo per fare il punto su come stanno realmente le cose. 
“La prima cosa che abbiamo fatto è stata quello di fare il più significativo aumento contrattuale, non solo mettendo altri 100 mila euro rispetto al Governo precedente…”, ha affermato Valditara. 
L’aumento contrattuale è stato di circa 100 euro lordi mensili grazie alle risorse stanziate dai precedenti Governi. Le risorse aggiuntive disposte dal Ministro Valditara sono 100 milioni ma va evidenziato che queste risorse sono una tantum, ovvero si percepiscono una sola volta in un anno, e che ammontano a circa 65 euro lorde a testa (nette circa 45 euro).

“Ma – ha continuato il Ministro – (abbiamo) anche definalizzato 300 milioni destinati inizialmente a piccoli progetti e altre finalità che non avevano a che fare con gli stipendi di tutto il personale della scuola”: 
Si tratta di risorse già nella disponibilità dei docenti – ma destinate in un primo momento alla “dedizione” (sic!) del personale – e che, a seguito di rivendicazione sindacale, ora saranno distribuite direttamente sullo stipendio. Tuttavia la cifra definalizzata non è di 300 milioni ma di 220 milioni di euro poichè nel  frattempo il Ministero ha effettuato delle distrazioni di somme da destinare ad altre finalità decise autonomamente.

“Noi prevediamo di pagare il docente tutor quasi 5mila euro in più”, ha continuato.
Il compenso previsto per il docente tutor va da un minimo di 2.850 euro ad un massimo pari a 4.750 euro, ma le cifre sono lordo Stato (come prevede il DM 63/2023). Tolti gli oneri statali i compensi si riducono da un minimo di 2.147 euro lordo dipendente ad un massimo di 3.579 lordo dipendente (a cui poi occorre sottrarre ancora il lordo a carico del dipendente). Ben lontano dalla cifra di cui parla il Ministro.

“Io credo che dobbiamo farci carico di valorizzare la professione docente e consentire a tutti i docenti di avere uno stipendio dignitoso”, ha concluso.
Per fare questo occorre non solo chiudere il CCNL ancora da completare relativamente al triennio 2019-2021 ma soprattutto finanziare il nuovo triennio contrattuale 2022-2024 già in corso e per il quale il Governo in legge di bilancio non ha stanziato neanche un euro, nè il DEF ha previsto specifici stanziamenti nella prossima manovra finanziaria. Tutto ciò a fronte di un’inflazione che viaggia ormai a cifra doppia, con la conseguenza di far retrocedere drasticamente i docenti sul piano salariale e sociale. Il punto di partenza e…di arrivo deve essere l’equiparazione allo stipendio dei colleghi europei.

Il Ministro risponde, quarto appuntamento

Il #MinistroRisponde: è online sul canale YouTube del Ministero la quarta puntata della videorubrica con il Ministro Giuseppe Valditara intervistato dalla giornalista Maria Latella.

La puntata è dedicata al tema dell’alternanza #scuola lavoro e al pacchetto di interventi presentato dal Ministro al CdM sui Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO).

https://youtu.be/F3Vl23IfqTQ

Carcere, Cose, Oggetti, Numeri

Carcere, Cose, Oggetti, Numeri

di Vincenzo Andraous

Il paese delle dichiarazioni roboanti, dei sistemi complessi, degli eventi critici che fanno sempre giurisprudenza d’elite,  parole che cadono come cluster bomb. Altri due detenuti a fine corsa, tra i tanti di quest’anno, a seguito dell’anno precedente che ha battuto tutti i record di persone ristrette innocenti e colpevoli “evase con i piedi in avanti”. Due persone in stato di detenzione morte a seguito di sciopero della fame, decedute ieri l’altro e l’altro ancora, il mese prima, senza che una sola voce ne parlasse, ne facesse motivo di vergogna, di responsabilità di questo e di quello, sono mortI nel silenzio più colpevole, senza una riga di compassione, una parola di informazione. La comunicazione azzerata da una forma omertosa di potere assoluto alla bisogna. Ora che il sepolcro imbiancato è stato nuovamente messo alla disperata berlina di se stesso, in molti interverranno per escludere responsabilità, per richiamare i punti della mucca carolina a questa e quella casata di riferimento,  nessuno parlerà dei silenzi imposti, delle indifferenze imposte, delle rivendicazioni imposte a comodo. Morti ammazzati per sciopero della fame, non una sola manifestazione dal rumore assordante, non una camminata per le strade, assenti slogan, cartellonistiche d’accatto, urla e grida di protesta, soltanto silenzio. Eppure fino a ieri l’altro il paese è stato scosso e attraversato per molto meno, per qualcuno che da  colpevole rivendicava giustizia come poi confermato dalle norme e leggi vigenti. Televisioni, giornali, intellettuali, politici, cittadini, ognuno e ciascuno a dire la propria in maniera corretta e pure scorretta, ma con la consapevolezza di un dovere preciso,  denunciare una disumanità che non è più tollerabile, soprattutto  nei riguardi di una attenzione post mortem, quando ogni respiro si è estinto, quando la strategia della silenziazione ha ormai fatto il suo corso. Due persone suicidate giorno dopo giorno, senza mai che un bollettino medico sia stato comunicato all’intorno, come invece nel ben più famoso caso precedente. Giorno dopo giorno, a ridosso della morte incombente, unica risposta il cattivo silenzio. Si dirà che di fronte a queste tragedie-vicende tutte meritano la stessa attenzione, ma questa declinazione di tecnici del diritto penitenziario altro non è che la rappresentazione più feroce di come sia reale l’affermazione che in galera non ci sono più persone, non ci sono più innocenti e colpevoli, non ci sono più pezzi di una società che sa riprendere i cocci per ripararne i danni. In carcere ci sono solamente cose, oggetti, numeri, e vanno trattati senza alcun trattamento umano, e al diavolo quanto dice la carta magna, la tanto sbandierata bibbia laica. Adesso come ieri e l’altro ancora, il potere politico riempirà valigie di cartone di condizioni precarie negli istituti penitenziari, ma nessuno di loro obietterà alcun che sul silenzio che ha accompagnato la solitudine di quei due corpi in procinto di diventare cadaveri di nessuno. Appunto.

Valditara: “Personalizzare gli apprendimenti valorizzando i talenti senza lasciare indietro nessuno”

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

Il ministro Giuseppe Valditara nel corso della riunione dei Ministri dell’Istruzione del G7 a Toyama in Giappone, ha detto che bisogna dare a ogni studente l’opportunità di realizzare al meglio le sue potenzialità, rivalutando l’importanza di ridare autorevolezza al ruolo dei docenti, rimettendo la professione al centro della società, puntando su qualità e formazione del personale docente.

Le agenzie scrivono pure, e in modo particolare si legge nel comunicato di Rai News,  che il ministro italiano è stato il primo a intervenire nella sessione di apertura, sostenendo la centralità della personalizzazione degli apprendimenti, per valorizzare i talenti di ogni giovane e non lasciare indietro nessuno.

Il ministro ha anche sottolineato l’esigenza di riportare la serenità nelle scuole dopo la crisi pandemica, garantendo scuole sicure, scuole belle che siano luoghi stimolanti di lavoro e studio, contrastando violenza e bullismo.

Egli ha altresì evidenziato l’importanza della cultura digitale, che va tuttavia governata.

Ma soprattutto il Ministro ha sottolineato la necessità di portare la cultura del lavoro nelle scuole e il ruolo dell’istruzione professionale.

È opportuno dare spazio a docenti esterni dove manchino adeguate specializzazioni, garantire alternanza scuola lavoro e apprendistato, ha pure aggiunto.

L’economia del futuro è sempre più un’economia del trasferimento di conoscenza, da qui la centralità dell’istruzione come trasferimento di competenze e conoscenze per stimolare la crescita sociale ed economica.

Infine, il Ministro ha concluso insistendo che si crei una grande alleanza per l’istruzione, anche a livello internazionale, per ridare centralità alla scuola.

Rotazione dirigenti scolastici da settembre ma non retroattiva. Anni trascorsi nella stessa scuola non conteggiati

da La Tecnica della Scuola

Di Daniele Di Frangia

Il tema della rotazione dei dirigenti scolastici è tornato nuovamente in auge dopo la vicenda dell’arresto di Daniela Lo Verde, a capo dell’istituto Falcone di Palermo.

Su ‘La Repubblica’ si parla dell’ultima bozza della direttiva ministeriale presentata qualche giorno fa ai sindacati e sollecitata all’Autorità nazionale anti corruzione. La rotazione partirà da settembre e non sarà retroattiva. Dunque, gli anni già trascorsi alla guida di una scuola non saranno conteggiati. Infatti, l’incarico triennale in corso viene considerato il primo dei tre che il dirigente può sfruttare nello stesso istituto, con la possibilità perciò di rimanere da altri sette a nove anni.

Lo scorso gennaio, l’Anac dettò le regole per la rotazione dei presidi nelle scuole, giudicando gli istituti scolastici a basso rischio corruttivo ma sollecitando comunque la rotazione, in considerazione dell’arrivo di ingenti fondi europei. Dunque, la rotazione ci sarà, ma senza effetto retroattivo. Per un dirigente si prospettano comunque diversi anni nella stessa scuola, con la possibilità magari di andare in pensione senza cambiare istituto. E senza essere valutati. Già perché, sempre il quotidiano, ricorda quando nel 1998 venne istituita la figura del dirigente scolastico che sostituì quella di preside. Questo doveva rispondere in ordine ai risultati, valutati sulla specificità delle funzioni e sulla base delle “verifiche effettuate da un nucleo di valutazione istituito presso l’amministrazione scolastica regionale”. Una valutazione che avrebbe dovuto influire sulla retribuzione degli stessi dirigenti. Ma i criteri non sono mai stati stabiliti.

Anac favorevole: trasferimenti nel raggio di 50 chilometri

E’ raccomandabile – afferma Anac – la periodica rotazione, che diventa necessaria ogni qualvolta si ravvisino rischi specifici di corruzione, anche minimale. La rotazione non va mai intesa come una forma di sfiducia o di punizione nei confronti del dirigente scolastico, ma quale strumento di prevenzione della possibile insorgenza di collusioni, incrostazioni o di pressioni esterne, data la perdurante permanenza nello stesso incarico di vertici per più e più anni. La misura è concepita come strumento di tutela generale, priva di funzioni sanzionatorie, ma volta invece a rafforzare l’autonomia dei dirigenti. Va ricordato, poi, che nel caso dei presidi, si parla di una categoria omogenea, che non mostra particolari necessità formative connesse agli eventuali trasferimenti. Né questi possono pregiudicare, se programmati per tempo, il buon andamento dell’istituzione scolastica.

Anac suggerisce, inoltre, di adottare criteri di preventiva pubblicazione delle sedi sottoposte a rotazione, favorendo l’acquisizione di candidature da parte dei dirigenti, e anche stimolando una rotazione verso l’alto promuovendo l’accesso alle fasce superiori per i dirigenti provenienti da quelle inferiori, in funzione di una crescita professionale e acquisizione di nuove competenze da parte dei dipendenti della scuola.

Scuola giapponese: le ragioni di un successo

da Tuttoscuola

Si è tenuta in questi giorni a Toyama in Giappone la riunione dei Ministri dell’Istruzione del G7.

Il ministro Valditara ha sostenuto la centralità della personalizzazione degli apprendimenti, per valorizzare i talenti di ogni giovane, non lasciare indietro nessuno e dare a ogni studente un’opportunità di realizzare al meglio le sue potenzialità; ha altresì sottolineato l’importanza di ridare autorevolezza al ruolo dei docenti, rimettendo la professione docente al centro della società, puntando su qualità e formazione del personale docente. E ha messo in luce la necessità di portare la cultura del lavoro nelle scuole e il ruolo dell’istruzione professionale. “È opportuno dare spazio a docenti esterni dove manchino adeguate specializzazioni, garantire alternanza scuola lavoro e apprendistato”.

Con l’occasione Tuttoscuola fa un approfondimento sul sistema scolastico giapponese, riportando un’interessante testimonianza di una lettrice di lì.

Nelle indagini comparative internazionali sugli apprendimenti scolastici (OCSE Pisa e IEA Timss e Pirls) i risultati ottenuti dagli studenti delle scuole giapponesi risultano da sempre ai primi posti, insieme a quelli dei coreani e di altri Paesi orientali. Le classifiche si fondano sui risultati ottenuti nei test, che vengono concordati e predisposti da apposite commissioni tecniche internazionali in inglese ­– e poi tradotti nelle varie lingue – e riguardano i livelli di prestazione raggiunti nelle principali competenze di base: padronanza della lingua materna (reading literacy), abilità di calcolo (numeracy), scienze (science skills).

A cosa si devono questi brillanti risultati? Alla migliore qualità degli insegnanti, ai metodi di studio, alla configurazione dei curricula, alla quantità di risorse investite? Banalmente si potrebbe rispondere: a una combinazione di tutti questi fattori. In realtà i fattori che incidono di più non hanno carattere strutturale ma culturale, e sono fortemente influenzati dall’etica confuciana: il grande rispetto per gli insegnanti e per gli ambienti di apprendimento (che gli studenti curano e tengono puliti insieme ai docenti) e l’impegno nello studio, sentito non tanto come un diritto ma come un dovere, e che induce gli studenti e le loro famiglie (non solo quelle più agiate, ma in pratica quasi tutte) ad aggiungere alla scuola del mattino un doposcuola per tre, quattro e perfino sei pomeriggi alla settimana, senza escludere la domenica, in vista dei temuti esami finali di scuola elementare (6 anni), media (3 anni) e secondaria superiore (3 anni), dal cui esito può dipendere l’iscrizione ai migliori corsi successivi, fino a quelli universitari.

Ce lo conferma una nostra lettrice giapponese, alle prese con l’iscrizione delle figlie, una delle quali, Nozomi, si sta preparando per sostenere l’esame d’ammissione a una rinomata scuola media privata, dove potrà frequentare anche i tre anni di scuola superiore (consigliamo di leggere la lettera che ci ha scritto, che racconta uno spaccato molto interessante di come è vissuta la scuola nel paese orientale): lì gli istituti comprensivi, a differenza che da noi (elementari+medie), comprendono le medie e le superiori in unico ciclo di sei anni, un modello ormai molto diffuso. Nozomi non solo frequenta scuola e doposcuola, ma studia anche la domenica. Si può essere ragionevolmente sicuri che all’esame farà benissimo…

Per approfondimenti:

Lettera di una mamma giapponese: 20 ore di studio pomeridiano a settimana per accedere alla scuola media privata

Decreto Direttoriale 15 maggio 2023, AOODGFIESD 59

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale

Costituzione del Gruppo tecnico di lavoro presso la Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale (DGEFID) per dare attuazione alle proposte e alle linee di azione adottate dal Comitato tecnico-scientifico e supportare la DGEFID nelle attività di disseminazione sul territorio attraverso la creazione di community di innovazione.

Nota 15 maggio 2023, AOODGOSV 16044

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio IV

Oggetto: Premio delle Camere di Commercio “Storie di alternanza” – 6^ Edizione anno 2023

Dati adesione sciopero 5 maggio 2023

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Ufficio di Gabinetto

COMPARTO E AREA ISTRUZIONE E RICERCA

Settore scuola

Sciopero indetto da Cobas Scuola Sardegna, Cobas Scuola (solo scuola primaria), Unicobas Scuola e Università per tutto il personale docente, dirigente, educativo ed ATA a tempo indeterminato e determinato per l’intera giornata del 5 maggio 2023

Dati di adesione

In ottemperanza a quanto previsto dalla Legge 146/90 e successive modifiche e integrazioni, si comunicano i dati di adesione allo sciopero del personale docente, dirigente, educativo ed Ata nelle istituzioni scolastiche ed educative e digitati dalle stesse nell’apposito programma di rilevazione presente sul portale SIDI.

A tal proposito risulta che i dati definitivi dello sciopero in questione sono i seguenti:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 6.348 su un totale di 8.333 (76,18%);
  • per quanto attiene il personale gli aderenti allo sciopero sono stati 8.058, cioè lo 0,94% delle 858.653 unità di personale tenuto al servizio. Questo numero non comprende le 75.999 unità di personale assente per altri motivi (es: malattia, ferie, permesso, etc…).