Docenti neoimmessi 2022: chi non ottiene il trasferimento potrà richiedere assegnazione provvisoria e poi di nuovo trasferimento

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il decreto PA ha “sbloccato” la mobilità per i docenti neoassunti nell’a.s. 2022/23, che hanno ricevuto la convalida della domanda inizialmente presentata con riserva e parteciperanno ai movimenti per l’a.s. 2023/24, i cui esiti sono attesi il 24 maggio. Se non soddisfatti, potranno partecipare alle prossime assegnazioni provvisorie e poi alla mobilità per l’a.s. 2024/25.

Decreto PA

Il decreto legge n. 44/2023 (art. 5/20), il cosiddetto decreto PA, ha rinviato di un anno l’applicazione del vincolo di permanenza triennale nella scuola di assunzione per i neo immessi in ruolo, previsto precedentemente dall’a.s. 2022/23, e riformulato l’art. 399/3 del D.lgs. 297/94, disponendo quanto segue:

Ai docenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, a qualunque titolo destinatari di nomina a tempo indeterminato su ogni tipologia di posto, si applicano, a decorrere dalle immissioni in ruolo disposte per l’anno scolastico 2023/2024, le disposizioni di cui all’articolo 13, comma 5, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59. 

A partire dalle immissioni in ruolo a.s. 2023/24, dunque, ai neoassunti di tutti i gradi di istruzione si applica quanto previsto dall’articolo 13/5 del D.lgs. 297/94, in base al quale:

  • i neoassunti in ruolo devono restare nella scuola di assunzione (ove svolgono il periodo di prova), nel medesimo tipo di posto/classe di concorso, per tre anni, compreso l’anno di prova (pertanto, possono presentare domanda dopo i citati tre anni). Il vincolo non si applica nei casi di sovrannumero o esubero e ai docenti con grave disabilità ovvero che assistono un soggetto con grave disabilità, a condizione che la situazione di disabilità personale ovvero di assistenza a soggetto con grave disabilità si verifichi successivamente al termine di presentazione delle domande di partecipazione al relativo concorso;
  • durante i tre anni di blocco, i neoassunti possono comunque presentare domanda di assegnazione provvisoria e/o utilizzazione nella provincia di titolarità. I predetti docenti, inoltre, possono accettare supplenze al 30/06 e al 31/08 per una classe di concorso o tipologia di posto diverse da quella di titolarità, per le quali abbiano titolo.

Per i docenti neoassunti dal 2023/24 i vincoli saranno ancora più restrittivi, non essendo previsto il trasferimento per grave disabilità.

Mobilità a.s. 2023/24

Com’è noto, le domande di mobilità sono state presentate prima della pubblicazione del suddetto decreto PA e nell’incertezza il Ministero ha permesso ai docenti neoassunti nell’a.s. 2022/23 di presentare domanda di trasferimento con “riserva”. Si è quindi atteso un apposito intervento legislativo (frutto anche delle interlocuzioni con l’UE) per sbloccare la situazione, arrivato con il Decreto PA.

Chi non sarà soddisfatto nel movimento ovvero chi non ha presentato domanda potrà farlo il prossimo anno scolastico? 

Mobilità per l’a.s. 2024/25

La domanda al quesito succitato è positiva: sia chi non sarà soddisfatto sia chi non ha presentato domanda di trasferimento nel corrente anno scolastico, potrà farlo il prossimo anno per l’a.s. 2024/25.

Oltre alla domanda di trasferimento, gli interessati, almeno quelli che supereranno l’anno di prova, potranno anche presentare domanda di passaggio di ruolo/cattedra (se in possesso della prevista abilitazione).

A quanto detto aggiungiamo che:

  • potranno presentare domanda di mobilità per l’a.s. 2024/25, anche coloro i quali hanno presentato l’istanza nel corrente anno scolastico e sono stati soddisfatti in una preferenza sintetica nella provincia di titolarità (eccetto coloro i quali sono soddisfatti nel comune di titolarità);
  • non potranno presentare domanda di mobilità per l’a.s. 2024/25, coloro i quali hanno presentato l’istanza nel corrente anno scolastico e sono stati soddisfatti, nella provincia di titolarità, in una delle preferenze puntuali (scuola) indicate (a meno che non siano stati trasferiti d’ufficio o a domanda condizionata oppure beneficino di una delle precedenze previste dal CCNI se soddisfatti in un comune diverso da quello in cui si applica la precedenza);
  • non potranno presentare domanda di mobilità per l’a.s. 2024/25, coloro i quali hanno presentato l’istanza nel corrente anno scolastico e sono stati soddisfatti in una provincia diversa da quella di titolarità, a prescindere dalla preferenza espressa (a meno che non siano stati trasferiti a domanda condizionata oppure beneficino delle precedenze di cui all’articolo 13,comma 1, punto I, III, IV, VI, VII e VIII, se soddisfatti in un comune diverso da quello in cui si applica la precedenza).

Assegnazione provvisoria 2023/24

Evidenziamo, infine, che i docenti neoassunti nell’a.s. 2022/23, non essendo soggetti al vincolo triennale sopra illustrato, se non soddisfatti nella mobilità (o anche se soddisfatti), potranno presentare in estate la domanda di assegnazione provvisoria non solo provinciale (che potranno presentare anche i docenti vincolati), ma anche quella interprovinciale.

Questo è stato confermato nel primo degli incontri al Ministero sulle assegnazioni provvisorie, il Ministero ha presentato una Bozza di Contratto che non presenta vincoli per i neoassunti 2022.

Concorso dirigenti scolastici riservato ricorrenti: modalità partecipazione, valutazione titoli e graduatoria finale

da La Tecnica della Scuola

Di Salvatore Pappalardo

Nella giornata del 15 maggio 2023, presso la sede del MIM, si è tenuto l’incontro tra l’amministrazione e le organizzazioni sindacali, nella quale è stata illustrata la bozza del decreto previsto dalla legge n° 14 del 23 febbraio 2023 nel quale sono definite oltre alle modalità di partecipazione al concorso riservato, i titoli valutabili ai fini della graduatoria finale.

Chi può partecipare

Possono partecipare al concorso riservato per dirigenti ccolastici i candidati che alla data di entrata in vigore della legge n° 14 del 23 febbraio 2023 abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per:

  1. Mancato superamento della prova scritta;
  2. Aver superato la prova scritta e la prova orale dopo essere stati ammessi a seguito di un provvedimento giurisdizionale cautelare, anche se successivamente caducato;
  3. Mancato superamento della prova orale del predetto concorso.

Modalità di accesso al corso

Per accedere al corso intensivo di 120 ore, i ricorrenti di cui alle lettere a), b) è previsto il superamento di una prova scritta selettiva con un punteggio minimo di 6/10 basata su sistemi informatizzati, a risposta chiusa; i ricorrenti di cui alla lettera c) dovranno superare una prova consistente in un colloquio con un punteggio minimo di 6/10.

Graduatoria finale

Gli aspiranti dopo aver superato la prova preliminare, e completato il corso intensivo, saranno inseriti in una graduatoria in relazione al punteggio derivante dal voto riportato nella prova d’accesso e dai titoli culturali e di servizio professionali indicati dalla tabella A allegata al decreto n° 138 del 3 agosto 2017. I titoli valutabili devono essere posseduti alla data del 29 dicembre 2017 ed elencati nuovamente all’atto della presentazione della domanda.

Titoli valutabili

I titoli culturali e di servizio professionali valutabili previsti possono raggiungere un massimo di 30 punti, devono essere posseduti alla data del 29 dicembre 2017 ed elencati nuovamente all’atto della presentazione della domanda.

Graduatoria finale

I candidati che sostengono la prova finale sono inseriti in un elenco graduato

sulla base del punteggio ottenuto nella prova di accesso al corso intensivo di formazione e dei titoli valutabili e dei titoli di precedenza. L’elenco è inserito in coda alla graduatoria di merito del concorso del 2017. I soggetti inseriti nella graduatoria sono immessi in ruolo successivamente agli iscritti nelle graduatorie concorsuali precedentemente vigenti.

LE TABELLE DI VALUTAZIONE

Precari: un assorbimento graduale è possibile?

da Tuttoscuola

Nella sua prima audizione a novembre 2022 al Senato, il ministro Valditara aveva accennato anche al problema del precariato nella scuola, prefigurando un quadro transitorio per il suo assorbimento.

Ritengo che l’attuale quadro concorsuale necessiti di migliorie, anche in relazione alla riduzione del precariato e percorsi transitori necessari al suo assorbimento.

L’obiettivo che mi prefiggo è preciso, realizzare un quadro transitorio e a regime in grado di garantire la qualità del profilo docente, di attrarre quanti vogliono affacciarsi alla professione docente al termine del percorso di studi garantendo il necessario rinnovamento generazionale”.

Si può ritenere, quindi, che intendesse attuare gradualmente vari interventi, organici tra loro, per ridurre o eliminare (ha parlato di assorbimento) il precariato nel corso intero del suo mandato al MIM.

Riteniamo, tuttavia, sia necessario un chiarimento preliminare su questo ambizioso obiettivo finale di assorbimento dei precari.

Secondo i dati pubblicati dal Portale Unico del Ministero, nel 2021-22 erano in servizio 225mila docenti con contratto a tempo determinato di durata annuale o fino al termine, e 44mila unità di personale ATA con la stessa tipologia di contratto.

Si trattava, quindi, di 269mila precari che occupavano altrettanti posti nelle scuole statali.

Quando parla di assorbimento, il ministro probabilmente intende stabilizzare in organico quei posti, assegnandoli gradualmente a personale di ruolo, attraverso le varie forme di reclutamento.

Per i sindacati, invece, l’assorbimento dei precari quasi certamente va ben oltre quel numero.

Ci sono, infatti, altri precari che in diversi momenti hanno fruito di contratti fino al termine delle attività o altri ancora che, pur non rientrando tra i 269 mila con contratto annuale o fino al termine nel 21-22, hanno cumulato, attraverso supplenze saltuarie, diversi anni di servizio.

La platea dei precari di lungo corso è, dunque, molto più ampia di quanto emerge dai dati ufficiali.

Il ministro Valditara dovrà trovare una soluzione o una mediazione, perché i sindacati non si accontenteranno della sola stabilizzazione dei posti (comunque, di difficilissima realizzazione, e che sarebbe già moltissimo), ma chiederanno stabilità di tutti i precari storici.

Tanti soldi alle scuole, difficili da spendere: DSGA e DS buttano la spugna

da Tuttoscuola

Impossibile gestire progetti per il PNRR: meglio lasciare l’incarico. La clamorosa notizia, da confermare, viene da Bolzano dove alcuni DSGA  e DS avrebbero rinunciato all’incarico, chiedendo la restituzione al ruolo di provenienza, a causa delle difficoltà di gestire i finanziamenti per progetti del PNRR finalizzati a contrastare la dispersione scolastica, ridurre i divari territoriali e favorire l’innovazione digitale.

Senza arrivare a gesti clamorosi come quelli di Bolzano, da diverse scuole arrivano segnali di difficoltà nella elaborazione dei progetti e nella gestione dei finanziamenti assegnati d’ufficio con obbligo di spesa. Alcune intendono rinunciare, a rischio di essere commissariate, come prevedono i decreti sul PNRR.

Di fronte a questa situazione il prof. Italo Fiorin ha espresso considerazioni pienamente condivisibili, diffuse su Facebook e che Tuttoscuola riporta di seguito.

RISPETTO. Alle scuole sono arrivati tanti fondi. Sono arrivati la scorsa estate, improvvisamente. Fondi per contrastare la dispersione scolastica, per ridurre i divari territoriali, per favorire l’innovazione digitale. Ottime finalità, non c’è che dire.

Ma i problemi sono nati subito, quando si è capito o temuto di dover spendere presto, tutto, secondo direttive che prima mancavano, poi sono tardivamente apparse, con richieste incalzanti a stressare uffici non abituati a gestire questa abbondanza. Tutti confidando in qualche soluzione all’italiana.

Tanta grazia per i furbetti, per i venditori senza progetto ma molto abili, pronti a soccorrere i dsga (sigla tremenda) e i dirigenti.

E tutto questo dentro gabbie rigide, con un progetto (se si può dir così) pensato da qualche imperscrutabile ufficio. Soldi del PNRR. Soldi da spendere rapidamente.

Tutto questo è accaduto con l’altro governo, ed è continuato con questo, in una incredibile continuità di intenti, pur essendo divisi da tutto e su tutto. Salvo che, sulla pelle della scuola, tutto questo si scarica.

Allora devi fare acquisti, anche se non ne hai bisogno; allora devi intervenire così e così con gli studenti, e non diversamente; e farlo subito, e rispondere dei risultati in tempi brevi, come se bastasse una valanga di denaro a cancellare la povertà educativa in quattro e quattrotto.

Ora ecco arrivare altri soldi, per la formazione, ma anche questa deve essere come da direttiva.

E se la direttiva è miope, l’importante è obbedire.

Povera scuola. Quanta mancanza di rispetto, quanta incuria, quante parole, quanto vuoto. E quanto spreco. Chi misurerà il fallimento? Chi ne risponderà? Italo Fiorin.

PNRR a rischio. I soldi arrivano, ma per fare cosa?

da Tuttoscuola

Nelle scuole arrivano altri soldi a pioggia: con i decreti ministeriali n. 65-66/2023 è stata disposta la ripartizione tra le scuole di 1.050 milioni di euro. Se c’è una litania che ha sempre accompagnato chi si occupa di scuola, è che le risorse economiche non sono mai state abbastanza, in particolare quelle messe a disposizione delle istituzioni scolastiche, dotate di un’autonomia finanziaria più di facciata che di sostanza. E ora che i finanziamenti arrivano copiosi, a leggere le chat dei dirigenti scolastici e a sentire tanti di loro, si respira preoccupazione (come convincere i docenti e il personale Ata a fare altro lavoro?), demotivazione, ci si sente esausti. E’ paradossale. Ma perché avviene questo? Se lo dovrebbero chiedere a Viale Trastevere.

Il provvedimento comprende anche la formazione dei docenti, che era stata esclusa dall’Unità di missione per i progetti relativi a Scuola 4.0 e dispersione: adesso la formazione è prevista ma giunge fuori tempo, visto che le scuole hanno dovuto già definire i progetti.

Tuttoscuola già nel mese di ottobre 2022 aveva denunciato la mancanza di un approccio unitario alla progettazione da parte delle scuole, obbligate da una decisione centralizzata ad attuare determinati tipi di interventi (acquisto obbligato di dotazioni tecnologiche per Scuola 4.0; mentoring, counseling, etc per la dispersione scolastica) a prescindere dalle loro caratteristiche, esigenze, fattibilità pratica dei progetti, e soprattutto senza un piano di formazione del personale tale da supportare l’introduzione di modelli educativi più efficaci: come se la progettualità e la creatività delle scuole potesse essere “accesa” a comando, in base alle esigenze e alle tempistiche dell’Amministrazione, e non in una cornice unitaria in grado di favorire una visione strategica e olistica. Carenze gravi, che avrebbero ridotto gli interventi – nel caso dei progetti contro la dispersione – di fatto a un “mega ‘corso di recupero’ pomeridiano”. Con la conseguenza che i docenti di oggi, non formati per utilizzare in modo innovativo le risorse tecnologiche in arrivo (quanti hanno collegato i progetti contro la dispersione con quelli di Scuola 4.0? Pochi, e non certo per le indicazioni in questo senso del Ministero, che non ci sono state), rischiano di ottenere gli stessi (non) risultati di sempre, essendo costretti di fatto ad offrire agli studenti più fragili, in orario extra scolastico, lo stesso menu del mattino: “una forma di accanimento terapeutico o addirittura un ‘raddoppio della pena’…”.

Come noi avevamo sottolineato, la formazione andava programmata prima, insieme a tutto il resto (attrezzature, aule, ecc.), solo in tal modo le scuole avrebbero potuto fare una pianificazione organica, e non a pezzi, a compartimenti stagni, come sta avvenendo tra le proteste e le resistenze di molti dirigenti scolastici, che si trovano a programmare l’attuazione dei progetti, compresa la formazione dei docenti, in coincidenza con la fine di un anno scolastico non facile. E la spiacevole sensazione di dover rimettere mano a quanto stavano facendo, disponendo ora di informazioni (per ora la consistenza dei nuovi fondi a disposizione, per le istruzioni su come poterli spendere chissà) a loro non note quando hanno dovuto metterci la testa.

Cosa potrebbe fare ora il Ministero dell’istruzione e del merito per evitare una deriva negativa? Fare uscire tempestivamente le istruzioni operative (per le due precedenti azioni passarono sei mesi dai decreti di assegnazione, complice anche il cambio di Governo) e lasciare margini di manovra alle scuole, con la possibilità di fare ciò che a loro realmente serve, senza imbrigliarle con vincoli eccessivi.

XXXV Salone Internazionale del Libro

La XXXV edizione, Attraverso lo specchio, del Salone Internazionale del Libro si svolge a Torino, nella cornice del Lingotto Fiere, dal 18 al 22 maggio 2023.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito sarà presente a Torino, dal 18 al 22 maggio, per il Salone internazionale del libro. Il MIM parteciperà con uno stand in cui saranno realizzate sia attività informative per docenti, studenti, famiglie, attraverso un desk di accoglienza, sia attivitàlaboratoriali e seminariali, con oltre 40 eventi in programma organizzati dalle Direzioni Generali in collaborazione con il Senato della Repubblica, la Camera dei deputati e l’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca).

Al centro dell’attività ministeriale sarà posto il tema delle Biblioteche scolastiche, con il lancio di un Manifesto per la loro diffusione e promozione curato dalla Cabina di regia del MIM per la Promozione della lettura. Cinque, in particolaresaranno gli eventi sul tema delle Biblioteche che si terranno nelle diverse giornate del Salone sia nelle sale principali della manifestazione che presso lo stand MIM dove sarà possibile ritirare una copia del Manifesto dedicato al tema.

Negli oltre 40 incontri si parlerà di Costituzione, con una lezione del professor Alfonso Celotto, nella giornata del 18 maggio, di come funzionano Senato e Camera, aiutando di cittadini a conoscere meglio queste istituzioni, di Erasmus+, sport a scuola, service learning, pensiero critico, spazi didattici innovativi e molto altro. Sarà anche illustrata l’attività di rilancio della Biblioteca del Ministero.

Per informazioni per le scuole che vogliono partecipare agli eventi del programma MIM comunicazione.istituzionale@istruzione.it