Liceo del Made in Italy, c’è il via libera del governo. Ecco come sarà: al via da settembre 2024. BOZZA Ddl

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

Il Consiglio dei ministri ha approvato, nel corso della seduta odierna, il disegno di legge sul Made in Italy, che reca disposizioni organiche per valorizzare e promuovere le produzioni di eccellenza, le bellezze storico artistiche e le radici culturali nazionali come fattori da preservare e trasmettere per la crescita dell’economia del Paese.

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Il provvedimento prevede una serie di misure e iniziative volte a incentivare il sistema imprenditoriale di eccellenza italiana con l’obiettivo di dotare il nostro Made in Italy di nuove risorse, nuove competenze e nuove tutele.

Sono previste, inoltre azioni per migliorare e allargare la rete tra i principali attori della promozione e tutela della eccellenza italiana e sono inserite norme per inasprire il sistema sanzionatorio per la lotta alla contraffazione.

Nasce il fondo sovrano italiano, denominato Fondo Strategico Nazionale del Made in Italy, con una dotazione iniziale di 1 miliardo e l’obiettivo di stimolare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali anche per la fase dell’approvvigionamento delle materie prime critiche.

Il liceo del Made in Italy

È istituito il Liceo del Made in Italy per promuovere le conoscenze e le abilità connesse all’eccellenza dei prodotti e della tradizione italiana attraverso un percorso liceale in grado di dare competenze storico-giuridiche, artistiche, linguistiche, economiche e di mercato idonee alla promozione e alla valorizzazione dei singoli settori produttivi nazionali che tengano conto delle specifiche vocazioni dei territori. La disciplina del percorso di studio partirà entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

L’avvio del nuovo ciclo scolastico è prevista per l’anno 2024/2025.

Al fine di promuovere il raccordo tra il nuovo Liceo del Made in Italy e le imprese favorendo al contempo l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro è istituita una Fondazione denominata “Imprese e Competenze per il Made in Italy”.

Gli studenti che completano il percorso di studio Made in Italy raggiungeranno risultati di apprendimento comuni a tutti i licei, ma acquisiranno anche una serie di competenze e conoscenze specifiche. Tra queste ci sarà la capacità di sviluppare competenze imprenditoriali in grado di promuovere e valorizzare i specifici settori produttivi del Made in Italy.

L’obiettivo è fornire agli studenti gli strumenti necessari per analizzare gli scenari storico-geografici e artistici e comprendere le interdipendenze tra fenomeni internazionali, nazionali e locali, con particolare riferimento all’origine e allo sviluppo dei settori produttivi del Made in Italy. Gli studenti acquisiranno anche competenze comunicative in due lingue straniere moderne, equivalenti al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per la prima lingua e al livello B1 per la seconda.

La bozza del provvedimento prevede inoltre misure di supporto allo sviluppo dei processi di internazionalizzazione, compreso il potenziamento dell’apprendimento integrato dei contenuti delle attività formative programmate in lingua straniera veicolare (Clil). Questo sarà possibile senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, ma vi è anche la possibilità di ricevere finanziamenti da soggetti pubblici e privati.

Si sottolinea l’importanza di rafforzare i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto), connettendoli al tessuto socioeconomico-produttivo di riferimento. Questo approccio favorirà l’innovazione e l’apporto formativo delle imprese e degli enti del territorio.

Tra le competenze specifiche che si prevede di sviluppare vi sono principi e strumenti per la gestione d’impresa, tecniche e strategie di mercato per le imprese del Made in Italy e strumenti per il supporto e lo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi delle imprese del Made in Italy.

A partire dall’anno scolastico 2024/2025, l’opzione economico sociale del liceo delle scienze umane si fonderà nel percorso liceale Made in Italy. Questo cambio comporterà la cancellazione dell’opzione economica sociale per le classi successive alla prima, proseguendo fino all’esaurimento dell’opzione.

Fondazione “Imprese e competenze per il Made in Italy”

Viene anche istituita la Fondazione “Imprese e competenze per il Made in Italy” con il compito di promuovere il raccordo tra le aziende che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy e i Licei del Made in Italy.

L’obiettivo principale della Fondazione è diffondere la cultura d’impresa del Made in Italy tra gli studenti e favorire iniziative volte a un rapido inserimento degli stessi nel mondo del lavoro. Con questa iniziativa si punta ad arricchire il bagaglio formativo degli studenti con un focus sulle competenze e conoscenze che caratterizzano l’eccellenza del Made in Italy.

Un’importante iniziativa della Fondazione sarà il conferimento annuale del premio “Maestro del Made in Italy”. Questo riconoscimento sarà assegnato agli imprenditori che si sono distinti per la loro capacità di trasmettere il sapere e le competenze alle nuove generazioni, anche attraverso iniziative formative e di sensibilizzazione dei giovani. I criteri e le modalità per il riconoscimento del premio saranno disciplinati con decreto del Ministro delle imprese e del Made in Italy, sentito il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

La Fondazione si propone come catalizzatore tra i diversi attori pubblici e privati che operano nel settore della formazione professionale e del trasferimento tecnologico. Si prevede la creazione di sinergie e la messa a sistema di competenze e risorse per creare un ecosistema in cui i Licei del Made in Italy possano sviluppare progetti formativi coerenti con le linee di sviluppo economico del Paese.

Nella bozza del Ddl, il Ministero delle imprese e del Made in Italy ed il Ministero dell’Istruzione e del merito appaiono come membri fondatori della Fondazione. Saranno responsabili della definizione degli obiettivi strategici attraverso l’adozione di un atto di indirizzo.

Per l’anno 2024 è stata autorizzata una spesa in conto di capitale di 2 milioni di euro per la costituzione della Fondazione e di 2 milioni di euro per il suo funzionamento. Questo investimento, una chiara dimostrazione dell’impegno delle istituzioni nel sostenere l’innovazione e la formazione nel Paese, rappresenta un importante passo avanti per il rafforzamento del Made in Italy e della sua rappresentazione nel panorama mondiale.

Piano di studi (bozza)

Le materie del primo biennio: ​lingua e letteratura italiana; lingua e cultura straniera; storia dell’arte; matematica; informatica; scienze naturali; fisica; scienze motorie e sportive; storia e geografia; diritto ed economia politica; religione cattolica o attività alternative.

Per gli ultimi tre anni, invece: lingua e letteratura italiana, lingua e cultura straniera, storia dell’arte, matematica, informatica, scienze motorie e sportive, storia, filosofia, religione cattolica o attività alternative. Poi le novità: economia e gestione delle imprese del Made in Italy; modelli di business nelle industrie dei settori della moda, dell’arte e dell’alimentare; Made in Italy e mercati internazionali.

I quattro pilastri del provvedimento

  1. Essere indirizzato allo studio della cultura giuridica ed economica e della tradi­zione umanistica del nostro Paese;

2. Fornire allo studente competenze particolarmente avanzate negli studi afferenti alle scienze giuridiche ed economiche, al l’interno di un quadro culturale che, riser­vando attenzione anche alle scienze matematiche, fisiche e naturali, consenta di cogliere le intersezioni tra i saperi e di elaborare una visione critica della realtà;

  1. Guidare lo studente ad approfon­dire e sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per co­gliere la complessità e la specificità di al­cuni settori strategici dell’economia del Pa­ese, cosiddetti settori del Made in Italy;

4. Assicurare allo studente un per­ corso di acquisizione di conoscenze e di competenze molteplici per proseguire, in modo proficuo, la propria formazione in am­bito universitario e per inserirsi efficace­mente nel mondo del lavoro.

Maturità 2023, Valditara agli ispettori: all’orale niente interrogazioni sulle singole discipline, prove da svolgere in un clima di serenità

da La Tecnica della Scuola 

Di Alessandro Giuliani

Quella del 2023 dovrà essere una maturità da svolgere “in un clima di serenità” perché “l’esame è un momento importante che non deve però essere affrontato in maniera traumatica“, anche perché arriva dopo i difficili anni della pandemia da Covid: a sostenerlo è stato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara durante un incontro, tenuto il 31 maggio, con gli ispettori ministeriali.

Il ministro ha spiegato agli ispettori, che hanno compito di fornire supporto e assistenza alle commissioni d’esame, avrebbe “raccomandato che le prove si svolgano in un clima di grande serenità: in particolare – riporta l’Ansa – è stato ricordato che l’orale non consisterà in una serie di interrogazioni sulle singole discipline, ma sarà centrato, come prevede l’ordinanza firmata a marzo, su un colloquio fra lo studente e la commissione, che toccherà i vari ambiti di studio, nel contesto di una comprensione globale di quanto è stato assimilato durante l’ultimo anno e degli interessi che lo studente ha mostrato durante il suo percorso”.

“L’esame è un momento importante che non deve però essere affrontato in maniera traumatica”, ha aggiunto Valditara nell’incontro con gli ispettori.

“Seguendo questa impostazione, gli Esami di Stato 2023 rappresenteranno in maniera ancor più marcata un momento di maturazione e di crescita nella transizione tra il mondo della scuola e quello dell’Università o del lavoro”, ha concluso il ministro dell’Istruzione e del Merito.

Nella stessa giornata, nel corso della diretta “Maturità 2023, ecco i commissari esterni: tutto pronto per il via”, è intervenuto uno degli ispettori ministeriali a cui si è rivolto Giuseppe Valditara: è la dottoressa Flaminia Giorda – Coordinatrice della Struttura tecnica esami di Stato del ministero dell’Istruzione e del Merito – che ha reso pubblici dei dati numerici nazionali sull’Esame di Stato 2023 della secondaria di secondo grado.

Quest’anno, ha detto l’ispettrice Flaminia Giorda, a giugno si presenteranno alla maturità oltre 536mila studenti. Le commissioni d’esame che saranno formate saranno 14mila, per un totale di quasi 27895 classi.

L’ispettrice ha anche fornito delle interessanti anticipazioni su come cambierà lo svolgimento dell’Esame di Stato per gli Istituti Professionali.

Più di 100.000 firme contro l’autonomia regionale differenziata

da Tuttoscuola

Grande soddisfazione del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale: le 50.000 firme necessarie per presentare la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare che punta a modificare gli artt. 116 comma 3 e 117, commi 1, 2 e 3 della Costituzione non solo sono state raggiunte, ma ne sono state raccolte più del doppio del necessario.

Giovedì primo giugno, alle 11.30una delegazione del Comitato promotore consegnerà agli Uffici del Senato (ingresso via degli Stadedari)  le firme raccolte, sia on line che su moduli cartacei, in calce al disegno di legge costituzionale: “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione concernente il riconoscimento alle Regioni di forme particolari di autonomia, e dell’art.117, commi 1, 2  e 3 con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà esclusiva dello Stato”.

Dopo la consegna, i promotori della proposta di legge incontreranno i giornalisti nella sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama alle ore 13.

Verranno comunicati i numeri definitivi delle firme raccolte, l’elenco delle organizzazioni sociali che hanno contribuito al successo della campagna, l’iter della proposta di legge una volta depositata.

Saranno presenti per il Comitato promotore: Massimo Villone, Domenico Gallo, Alfiero Grandi, Antonio Pileggi, Alfonso Gianni, Graziamaria Pistorino (Flc Cgil), Francesca Ricci (Uil scuola RUA), Orazio Ruscica (Presidente Gilda Unams).

Scuole paritarie: già chiuse 1.306 scuole dell’infanzia e 139 primarie. Tra cinque anni altre 500

da Tuttoscuola

Il sistema paritario, anche in riferimento alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie, merita una diversa considerazione rispetto al sistema statale; considerazione che va oltre il coinvolgimento del calo demografico.

Certamente il calo demografico ha lasciato il segno anche in questo settore che nel corso del decennio considerato ha registrato 1.445 chiusure (1.306 infanzia e 139 primaria).

In questi casi, però, pur tenendo conto del dato oggettivo del numero di scuole chiuse (sia di scuola dell’infanzia che di scuola primaria) la causa non è tutta da ascrivere al calo di iscritti.

In questo settore del sistema pubblico integrato pesano notevolmente i costi di gestione, tanto che, nonostante i contributi statali, i gestori sono costretti ad aumentare le rette di iscrizione e di frequenza, determinando, in tal modo, anche l’effetto di dirottare l’iscrizione verso le scuole statali, il cui accesso non comporta oneri rilevanti.

Nel sistema paritario le scuole dell’infanzia, con il 60%, rappresentano il settore maggioritario tra tutti quelli organizzati dai gestori pubblici e privati.

Delle 9.610 scuole attive nel 2013-14, 108 risultavano già chiuse l’anno dopo.

La chiusura di scuole è continuata ininterrottamente e in misura consistente per l’intero decennio, cumulando alla fine, a livello nazionale, una chiusura complessiva di ben 1.306 scuole paritarie dell’infanzia.

Diversa è risultata invece la situazione delle scuole primarie, sia per la ridotta presenza di questo settore paritario sul territorio, sia per il maggior numero di classi che compongono un corso. Complessivamente nel decennio sono state chiuse 139 scuole primarie.

Se non interverranno cospicue risorse finanziarie per ridurre drasticamente i costi di gestione mentre il calo demografico continuerà a ridurre il numero di iscritti, tra cinque anni potrebbero chiudere almeno altre 500. Complessivamente entro i prossimi cinque anni, se non interverranno misure normative di contenimento, tra statali e paritarie potrebbero chiudere 1.200 scuole.

E. Malfatto, Il lamento del Tigri

Emilienne Malfatto, un esordio da successo

di Antonio Stanca

Del 2020 è il primo breve romanzo di Emilienne Malfatto, Il lamento del Tigri. Nel 2022 è stato pubblicato in Italia da Sellerio nella collana “La memoria”. La traduzione è di Vincenzo Barca.

La Malfatto è una giornalista, saggista, fotoreporter, fotografa e documentarista francese. È nata nel 1989. Ha studiato in Colombia e in Francia. A Parigi si è diplomata in Giornalismo. E come giornalista ha cominciato a lavorare in Colombia, a Bogotà, e poi in Medio Oriente. Nel 2015 è in Turchia dove realizza un apprezzato e premiato reportage riguardo ai cittadinimandati in esilio. Nel 2020 a Baghdad allestisce una ricca mostra fotografica che pure viene accolta con favore. Si riferisce alla rivoluzione irachena. Quell’anno compare la suddetta prima opera narrativa, Il lamento del Tigri, che riceve subito la menzione speciale dai lettori del Premio Hors Concours e l’anno successivo il prestigioso Premio Goncourt.

Seguiranno, nella produzione letteraria della Malfatto, il saggio investigativo I serpenti verranno per te: una storia colombiana e l’altro romanzo Il colonnello non dorme. Anche il saggio sarà premiato e si può dire che la Malfatto stia riuscendo bene e in tanti modi. Immagini, riprese, motivi, temi della sua varia attività risalgono generalmente alla storia, alla vita, ai luoghi, alle vicende,agli ambienti, ai costumi di aree, di popoli della terra rimasti lontani dall’emancipazione, dallo sviluppo economico, politico, sociale, culturale, tecnologicovissuto dall’Occidente. In quelle zone la Malfatto ha svolto finora la sua attività di giornalista, fotografa, documentarista, in esse ha ambientato quella di scrittrice. Già all’inizio, con Il lamento del Tigri, si è impegnata a narrare quanto succede in una famiglia del lontano Iraq mentre infuriano guerre interne ed esterne. Queste, insieme al Tigri che scorre e sembra commentare gli eventi, fanno da sfondo alla trama del romanzo. Gli aerei che bombardano, i carrarmati, le mitragliatrici che sparano, la distruzione, la morte, la rovina che provocano, rappresentano la drammatica cornice entro la quale rientra una storia che pure è tragica. Solo tragedie ci possono essere in certi posti sembra voglia dire la scrittrice con quest’opera. Qui una giovane donna, quasi una ragazza, vive in una famiglia numerosa che si è spostata da Baghdad dove molti sono i pericoli della guerra. Con la sua si sono spostate altre famiglie, con loro altre persone tra le quali il giovane Mohammed che piace alla ragazza e col quale si fidanzadi nascosto. Rimarrà incinta prima del matrimonio ma non potranno sposarsi perché lui morirà in guerra. La sua condizione di ragazza-madre non sarà ammissibile per la famiglia, la madre, i fratelli, le sorelle, per l’ambiente, per l’opinione pubblica. Sono posti dove “l’onore, il pudore, il decoro sono più importanti della vita… dove è meglio una ragazza morta che una ragazza-madre”. Sarà, quindi, la vittima, quella ragazza, di un ambiente, di una società dove non c’è posto per lei, dove lei significa disonore, vergogna, scandalo. La famiglia non può sopportare tanto, non può rinunciare al suo nome per colpa di un suo membro. È meglio rinunciare a lui, eliminarlo e salvarsi dalla rovina. Così sarà, sarà il fratello maggiore Amir, successo al padre morto nella direzione della casa, a fare giustizia, a punire la sorella “impura”, ad ucciderla e mostrare di rispettare quanto proveniva dalle regole, dai principi della tradizione. Tutti in casa vorranno che sia così, tutti accetteranno, anche se tacitamente, che giustizia sia fatta, che ci si salvi dalla gravissima situazione, dal pesante giudizio della collettività. E capace sarà la scrittrice di mostrare, per l’intera narrazione, gli oscuri, paurosi pensieri, sentimenti di quella che sarebbe stata la vittima e di quanti, in casa, le stanno intorno, attendono il suo sacrificio. Abile sarà la Malfatto nell’evidenziare quanto importante sia ancora in certi luoghi la posizione dell’uomo, la sua supremazia in casa, nella società, come venga accettata senza protesta anche per decisioni gravi come l’eliminazione di un familiare. Nel romanzo questafigura maschile sarà interpretata da Amir, dalla sua volontà, dalla sua decisione, dal suo gesto finale. Al suo posto lo avrebbe fatto il padre, sarebbe stato lui il giudice e il giustiziere, un giustiziere impietoso ma quella era la loro giustizia, quella la loro salvezza.

Come una viaggiatrice, un’esploratrice, un’investigatrice si presenta la Malfatto nell’opera visto che scrive di quanto avviene a molta distanza, di come si vive, si pensa, si fa, in un mondo diverso, lontano. Interessano i suoi argomenti perché insoliti ma anche i suoi modi espressivi improntati ad un’interminabile sequenza di frasi indipendenti. Ne deriva una serie infinita di immagini, di flash. È la maniera della giornalista che sta facendo la scrittrice, è il modo migliore per mostrarsi sorpresa, meravigliata, spaventata rispetto a quanto sta dicendo, per sorprendere, meravigliare, spaventare chi sta leggendo.

Nota 1 giugno 2023, AOODPIT 2202

Ministero dell’istruzione e del merito Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Generali
e, per il loro tramite ai Referenti regionali per l’inclusione
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle D’Aosta LORO SEDI
e p.c.: Alla Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico
Al Direttore generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
Al Direttore generale per il personale scolastico
Al Direttore generale per i sistemi informativi e la statistica SEDE

Oggetto: Indicazioni per Redazione dei PEI

Sviluppo del pensiero critico negli istituti tecnici e professionali

Scuola, a Firenze evento conclusivo sulla filosofia negli Istituti tecnici e professionali

Il 1° giugno, INDIRE presenta i risultati del programma sperimentale del 2022-23

Firenze, 25 maggio 2023 – Sono 21 gli Istituti tecnici e professionali che durante questo anno scolastico (2022-23) hanno partecipato al programma sperimentale dell’inserimento della filosofia (intesa come sviluppo del pensiero critico) durante la lezione di educazione civica, con lo scopo di ragionare con un rigore logico, comprendere i diritti e i doveri propri della condizione di cittadino e acquisire capacità critica.

I risultati del primo anno di sperimentazione verranno illustrati giovedì 1° giugno alle ore 10, a Firenze (via M. Buonarroti) nel Salone Lombardo Radice di INDIRE. Le attività hanno coinvolto gli U.S.R. di diverse regioni italiane: Molise, Piemonte, Toscana e Trentino Alto Adige. Durante l’evento, dopo i saluti istituzionali e gli interventi dei ricercatori INDIRE Matteo Borri e Samuele Calzone, verranno presentate le sintesi delle esperienze regionali e nello specifico delle scuole IIS “G. Boccardi – U. Tiberio” di Termoli, IIS “B. Vittone” di Chieri, dell’Istituto Professionale “Luigi Einaudi” di Pistoia e dell’IIS “Cesare Battisti” di Bolzano.

Il percorso didattico intrapreso negli Istituti ha inizio dalle proposte sostenute dagli Orientamenti per l’apprendimento della filosofia nella società della conoscenza, il Documento del Ministero dell’Istruzione del 2017, per cui acquisire la capacità di domandare e di riflettere in modo logico e critico diventa fondamentale per ogni studente degli istituti tecnici e professionali, affinché lo studente possa acquisire una crescita di tipo personale, utile per l’inserimento nell’attuale mondo del lavoro; soprattuttograzie all’apporto della filosofia.

L’idea di promuovere tale sperimentazione scaturisce dal progetto PATHS (a Philosophical Approach to Thinking Skills) – per Parole che dal 2018 viene proposto da INDIRE – in collaborazione con la Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e il Sistema Nazionale di Istruzione del Ministero dell’Istruzione e del Merito – ai docenti di tutte le discipline di ogni ordine delle scuole secondarie di secondo grado e, a partire dal 2020, anche delle scuole del I Ciclo. Ad oggi, il progetto PATHS – per Parole ha raccolto l’interesse di oltre 1.700 docenti e di 1.100 scuole italiane (https://formazione.indire.it/paths/login?r=home).

Per partecipare all’evento online registrarsi al seguente link https://bit.ly/41AcMbb

Per ulteriori informazioni, si consiglia di consultare il sito web del progetto  http://formazione.indire.it/paths/home o di scrivere al team di progetto all’indirizzo paths@indire.it.