Burocrazia, medici e docenti 

 Burocrazia, medici e docenti 

di  Francesco  Scoppetta

Leggo  una  dichiarazione  del  segretario  provinciale  calabrese  della  Fimmg,  Gennaro  De  Nardo,  il  quale  a  nome  dei  medici  di  famiglia  lamenta  l’eccessiva  burocrazia.  « Purtroppo  ci  sono  una  serie  di  fattori  che  disincentivano i   giovani  ad  intraprendere  questa  professione  e,  in  particolare,  la  eccessiva  burocratizzazione  dell’atto  medico…Un  giovane  che  viene  affiancato  ad  un  medico  di  medicina  generale  nella  maggior  parte  dei  casi  fa  una  esperienza  che  può  risultare  deludente  perché  vede  un  professionista  che  si  barcamena  quotidianamente  con  questioni  che  non  sono  assolutamente  di  carattere  sanitario  ma  prevalentemente  di  natura  burocratica…Pazienti  che  vengono  continuamente  rimbalzati  dagli  ambulatori  ospedalieri  agli  studi  medici  per  redigere  prescrizioni  o  sollecitati  a  scrivere  ricette  per  ottenere  visite  con  priorità  allo  scopo  di  superare  l’ostacolo  delle  infinite  liste  d’attesa ».

 Dunque,  anche i   medici  di  famiglia  lamentano  l’eccessiva  burocratizzazione  di  un   ruolo,  così  come  fanno  da  decenni  gli  insegnanti.  Questi  ultimi  sono  passati  da  una  professione  dove  la  burocrazia  era  rappresentata  dai  cd  verbali  delle  riunioni  collegiali ,  operazione  noiosissima  affidata  ai  soliti  volenterosi ( segretari  o  coordinatori),  raccolti  in  ponderosi  libri  scritti  a  mano,  ad  una  professione  dove,  in  concomitanza  con  l’avvento  del  digitale,  ogni  attività  del  singolo  docente  viene  registrata  e  rappresentata  e  si  trasforma  in  atto  burocratico,  con  relativi  archivi  digitali .  Si  pensi  per  cominciare  al  registro  personale  che  da  sempre  era  lo  scrigno  segreto  del  professore,  diventato  ora  elettronico  e  quindi  un  atto  pubblico  dove  tutti  gli  interessati,  a  cominciare  dal  preside,  possono  buttare  l’occhio.

 La  cd  trasparenza  è  diventata ( anche  grazie  al  diritto  d’accesso  ex  L.241)  burocrazia  incessante.  Ma  questo  è  solo  l’inizio.  Venne  un  giorno  in  cui  l’insegnante  che  doveva  fare  solo  il  programma ( e  alla  fine  di  ogni  anno  presentava  lo  stesso  identico  elenco  di  contenuti  controfirmati  in  buona  fede  da  due  alunni)  dovette  aggiungere  la  programmazione  e  la  relazione  finale ,  così  come  alle  lezioni  frontali  si  aggiunsero  le  Uda ,  Unità  didattiche  di  apprendimento,  e  tutti i   progetti  della  scuola  progettificio.

 Accanto  a  questi, i   nuovi  problemi  come  l’aumento  esponenziale  delle  certificazioni  negli  ultimi  dieci  anni:  gli  alunni  con  DSA,  disturbi  specifici  dell’apprendimento,  sono  passati  dallo 0 ,9  per  cento  del  2010  al 5 ,4  per  cento  del 2021     ,  con  relativo  carico  di adempimenti   burocratici  e  incontri  extra  degli  insegnanti  con  le  famiglie  e i   neuropsichiatri.  La  medicalizzazione  della  scuola  è  il  punto  di  incontro  tra  insegnanti  e  medici,  e  trova  la  sua  apoteosi  negli  adempimenti  degli  insegnanti  di  sostegno .

 Sino  al  2015  questi  ultimi  erano  davvero  figure  aggiuntive  in  classe,  basta  pensare  che  lo  stesso  orario  di  lavoro  consisteva  in  18  ore  settimanali  ma  in  pratica  non  lo  predisponeva  la  scuola  bensì  a  suo  piacimento  l’insegnante  stesso.  A  scuola  poi  inviata  dall’Asl  fece  la  sua  comparsa  una  psicologa  che  si  evidenziava  nelle  riunioni  collegiali  che  oggi  si  chiamano  GLO  dopo  aver  cambiato  centinaia  di  sigle  nei  decenni.  Ad  uno  stesso  tavolo  la  psicologa, i   docenti,  il  sostegno, i   genitori  dell’alunno  certificato,  il  preside,  discutevano  di  come  venisse  seguito  lo  studente.  Con  il  relativo  verbale  si  lasciava  traccia  della  discussione.  Oggi  non  è  più  così  e  l’insegnante  di  sostegno  è  diventato  di  gran  lunga  il  più  tartassato  dalla  burocrazia  scolastica.  Dalla  diagnosi  funzionale  in  sù,  è  stata  creata  una  montagna  di  carte   che  l’insegnante  deve  scalare  pian  piano,  rifugio  dopo  rifugio,  per  arrivare  in  vetta  e  osservare  dall’alto  il  panorama.  Si  pensi  al  Pei ( piano  educativo  individuale).

 Chiunque  può  fare  una  semplice  ricerca  su  Google  o  su  Amazon,  per  consultare i   libri  che  sono  in  vendita  sull’argomento.  Cliccando  “ Pei  sostegno  libri”  appariranno  decine  e  decine  di  libri  acquistabili  per  capire  come  predisporre  un  documento  diventato  “enigmatico”.  Per  esempio  uno  può  spendere  15  euro  per  farsi  arrivare  a  casa  “I  NUOVI  PEI:  come  sono  e  in  che  modo  compilarli  in  ottica  BIO-PSICO-SOCIALE.:  SOS  PEI-ICF  Copertina  flessibile  –  23  novembre 2021,  di  Rita  Centra”.  Ma i   libri  sull’argomento  sono  centinaia  e  non  si  sa  quale  sia  il  migliore  o  il  peggiore.  Mi  spiego.  Per  trovare  il  libro  giusto  e  utile  occorre  saper  leggere  tra  le  righe.  Sotto  il  libro  citato  c’è  infatti  una  dizione  che  non  deve  sfuggire,  che  è  questa.

2 °  edizione:  Volume  aggiornato  alla  sentenza  del  Consiglio  di  Stato (aprile  2022)  che  dà  ragione  al  Ministero  e  boccia  il  TAR  Lazio;  con  la  prefazione  della  dott.ssa  Stefania  Stellino,  Presidente  ANGSA  LAZIO.

 Il  libro  più  completo  sul  nuovo  PEI  con  esempi  di  Modelli  PEI  già  compilati  per  ogni  grado  scolastico  secondo  le  normative  vigenti.  Inoltre  troverai:

  • Indicazioni  operative  da  seguire  in  funzione  dell’evoluzione  della  normativa
  • Come  progettare  le  Unità  di  Apprendimento ( UDA)
  • Check-list  di  osservazione
  • Esempi  compilati  di  Progetto  di  Vita  e  Profilo  di  Funzionamento.

 Cos’è  il  piano  educativo  individualizzato  ( PEI )  e  perchè  è  così  importante?  E’  uno  strumento  di  didattica  inclusiva  che  consente  al  consiglio  di  classe  di  delineare  un  piano  personalizzato  per  gli  studenti  con  disabilità,  fissando  le  attività  e  gli  obiettivi  da  perseguire  durante  l’anno  scolastico.  Detto  così  sembra  facile,  ma  basti  pensare  che,  per  continuare  con  gli  esempi,  è  disponibile  un  altro  libro ( Nuovo  PEI:  domande  e  risposte.  La  normativa  per  genitori  e  insegnanti,  di  Flavio  Fogarolo)  che  raccoglie  oltre  250  domande,  e  altrettante  risposte,  per  affrontare  tutti i   dubbi  nella  compilazione  del  Piano  Educativo  Individualizzato  e  conoscere i   diritti  degli  studenti  e  dei  genitori  da  un  punto  di  vista  normativo  e  pratico.  Tutti i   dubbi  nella  compilazione.  Qui  ne  elenca 250 ,  ma  forse  sono  molti  di  più.

 Il  Decreto  Interministeriale  182  del  29  dicembre  2020  ha  introdotto  il  nuovo  modello  di  PEI,  e  dunque  il  nuovo  PEI  è  entrato  in  vigore  dal  2021.  In  seguito,  la  Sentenza  del  TAR  Lazio  n.  9795  del  19  luglio  2021  ha  annullato  il  decreto  interministeriale  n. 182,  però  il  Consiglio di   Stato,  Sezione  VII,  con  Sentenza n.  3196  del  15  marzo 2022, accogliendo   il  ricorso  del  Ministero  dell’istruzione,  gli  ha  ridato  validità.  Questa  complicata  vicenda  giuridica  e  giudiziaria  dimostra  come  nella  scuola  prima  si  tratta  di  capire  quale  diritto  sia  vigente  e  poi  tentare  di  adeguarsi.  Pur  in  presenza  di  scuole  autonome  e  della  cd  libertà  di  insegnamento  che  è  la  coperta  di  Linus  di  ogni  insegnante,  la  scuola  degli  adempimenti  formali  ha  sempre  il  sopravvento  e  domina  incontrastata.  Per  tale  ragione  la  burocrazia  come  un  camino  sempre  acceso  viene  alimentata  con  nuove  norme  che  si  aggiungono  alle  precedenti,  in  un  intreccio  perverso  tra  circolari  ministeriali,  giurisprudenza,  direttive  dei  dirigenti  scolastici.  Anche  l’inclusione  ha i   suoi  prezzi  da  pagare  e  le  sue  montagne  da  scalare.  Il  fine  giustifica i   mezzi?