Autismo: 100 milioni di euro per l’inclusione scolastica

Autismo: “100 milioni di euro per l’inclusione scolastica, ma spesi male”
Redattore Sociale del 04/09/2023

La denuncia dell’Associazione Cimadori: i fondi stanziati dal governo per l’assistenza all’autonomia e la comunicazione devoluti a enti che non rispettano la normativa vigente in materia di disturbo dello spettro autistico”.

ROMA. “Poco più di un anno fa avevamo denunciato che la parte  degli ingenti fondi  che vengono stanziati  dal governo nella scuola per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione (Aec) per gli allievi con autismo è male utilizzata, perché molti Comuni destinatari degli stessi affidano il servizio a enti convenzionati sulla base di bandi che non rispettano la normativa vigente in materia di disturbo dello spettro autistico: l’art. 139 del decreto legislativo n. 112/98 e l’art. 13, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104 in cui è espressamente prescritta la specializzazione del personale adibito al servizio di assistenza per l’autonomia e la comunicazione”. La denuncia arriva dall’Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale, che mette in luce in una nota come per gli allievi con cecità e sordità vengano incaricati soltanto coloro che vantano la specializzazione, secondo una lunghissima tradizione rispettata anche nella scuola. Per la disabilità dell’udito, invece, esiste la possibilità di scelta dei genitori tra Aec esperti in Lingua Italiana dei Segni oppure in lettura delle labbra.

Diversa, dunque, la situazione degli alunni con autismo. “La specializzazione è fondamentale anche per gli allievi con autismo che hanno difficoltà di comunicazione sociale dovuta alla patologia organica che glielo impedisce, ma per loro gli Aec non hanno la specializzazione necessaria nella quasi totalità dei casi”, lamentano dall’associazione. Il problema è che “i bandi di appalto non riportano i requisiti necessari a definire la specializzazione della figura professionale che deve assistere gli allievi con autismo e pertanto il personale incaricato non risponde ai dettami delle norme ricordate non possedendo la specializzazione necessaria basata sull’Analisi applicata del comportamento, quella raccomandata dalla Linea Guida n.21 del ministero della Salute e dalle Linee di indirizzo approvate in Conferenza Unificata nel 2012 e confermate il 10 maggio 2018, applicando la legge 134 del 2015 e l’art.60 dei Lea del 2017. Da qui deriva la mancanza di interesse da parte degli enti vincitori dei bandi a provvedere alla formazione specifica iniziale e permanente degli Aec per l’autismo”.“Avevamo interessato ministeri competenti, enti locali, Anac e Corte dei conti ma senza ottenere nessuna risposta” rende ancora noto l’organizzazione, sottolineando come in data 26 luglio la Conferenza Stato-città e autonomie locali abbia approvato la versione definitiva dello schema di decreto valido per il 2023, trasmessa dal ministero dell’Interno in data 14 luglio 2023, diramata nella stessa e sulla quale, il 17 luglio 2023, l’Anci ha confermato assenso tecnico. “Dobbiamo rilevare che pur recependo le osservazioni apportate dalla Corte dei Conti, che in sede di registrazione del decreto 10 agosto 2022 “ha rilevato la mancata previsione di meccanismi di riparto che tengano conto di obiettivi di servizio in termini quantitativi raggiungibili sulla base delle risorse disponibili, nonché procedure di rendicontazione dell’impiego delle risorse assegnate ai singoli enti, sottolineando come tali criteri e requisiti risultano funzionali alla finalizzazione delle risorse in esame alla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni in materia e, come tali, dovranno essere tenuti in debita considerazione, da parte delle regioni, in sede di successiva distribuzione alle province e città metropolitane, nel testo definitivo non sono state implementate le nostre osservazioni al precedente decreto 22 luglio 2022, trasmesse il 30.01.23, aventi lo scopo di tutelare gli allievi con autismo. Riteniamo che la “scheda di monitoraggio” elaborata dal Tavolo di lavoro istituito presso l’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità e definita per monitorare l’utilizzo da parte dei Comuni e Regioni delle risorse finanziarie del Fondo per la fornitura del servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità, da far compilare ai Comuni interessati, con cui raccogliere i dati afferenti al numero degli alunni destinatari del servizio di assistenza, al numero delle ore richieste ed erogate, nonché alla spesa sostenuta, sia insufficiente perché non risponde all’esigenza di verificare la qualità delle ore erogate ma solo la quantità. Emerge pertanto – conclude la nota – che il servizio erogato, pur costando molte risorse, non risponde ai dettami normativi ed in particolare non garantisce il diritto inviolabile all’educazione e all’istruzione dell’allievo con autismo”.

Anche a Leo piace Giallo

“Anche a Leo piace Giallo”, 14 ragazzi ciechi, ipovedenti e vedenti percorreranno il Cammino di Leonardo
Redattore Sociale del 04/09/2023

Al via oggi il cammino inclusivo promosso da Noisy Vision. Il presidente Sorgato: “Mettere i giovani nella condizione di vivere un’avventura alla pari aiuta a costruire un domani migliore per tutti”
@Noisy Vision 

LECCO. Partono oggi da Lecco per arrivare a Milano il 9 settembre, lungo il Sentiero di Leonardo, inaugurato nel 2019 in occasione dei 500 anni della morte di uno dei più grandi geni della storia, che trascorse 17 anni in Lombardia, dedicandosi allo studio del moto delle acque dei fiumi. A percorrere rigorosamente a piedi circa 80 chilometri di questo cammino, diviso in 5 tappe, un gruppo di 14 ragazzi ciechi, ipovedenti e normo-vedenti che potranno vivere, tutti insieme un’avventura di indubbio valore formativo, sociale e culturale. “Anche a Leo piace giallo”, questo il nome del progetto, è un’iniziativa di Noisy Vision, associazione che da anni, utilizza il viaggio a piedi come strumento di inclusione sociale delle persone con disabilità sensoriali, partendo da un semplice assunto: la natura e l’attività fisica possono rappresentare gli ingredienti giusti per sentirsi accolti a valorizzati per le proprie caratteristiche, qualunque esse siano.

Nei prossimi giorni  i ragazzi, guidati da Igor Grigis, accompagnatore di media Montagna della Compagnia dei Cammini, attraverseranno i comuni lungo il corso del fiume Adda, da Brivio a Cornate d’Adda, da Cassano d’Adda a Cernusco sul Naviglio per concludere il viaggio il 9 settembre alle ore 15.00 in Piazza Duomo a Milano, dove verranno accolti da un flash mob. Si tratta di un viaggio alla portata di tutti lungo percorsi ciclabili e pianeggianti, durante il quale i ragazzi impareranno a conoscere il loro territorio al ritmo lento dei passi. A fare da filo conduttore saranno le storie dei Promessi Sposi raccontate da Riccardo Moratti, ideatore del Progetto LettereVive, durante la prima parte del cammino, per lasciare spazio alle storie di scienza, idraulica e pittura del grande Maestro Leonardo da Vinci, raccontate da Fiorenzo Mandelli. Mentre nella notte del 6 settembre gli occhi saranno puntati al cielo, per conoscere le stelle, grazie alla partecipazione dell’astrofotografo Fulvio Fabbiano.

“Abbiamo cambiato il modo di fare esperienze outdoor per le persone con disabilità sensoriali ­– dice Dario Sorgato, presidente di Noisy Vision, che dal 2016 organizza cammini inclusivi dalla Via degli Dei, al Cammino di Oropa, dal Cammino del Salento ai Monti Iblei al Cammino dei Briganti, fino al deserto del Sahara in  Marocco –. E se inizialmente si guardava con scetticismo a questa leggerezza che elimina le categorie, ora in molti hanno capito che il valore aggiunto è proprio nella condivisione dei limiti e delle risorse”. Così, se i ragazzi che vedono potranno descrivere i paesaggi e accompagnare i loro nuovi amici, quelli che vedono meno avranno la possibilità di far scoprire un modo diverso di vivere e muoversi nel mondo. “Certi del valore del cammino come strumento per veicolare l’inclusione sociale – prosegue  Sorgato – crediamo che mettere i giovanissimi nella condizione di vivere un’avventura alla pari, indipendentemente dalle limitazioni visive, sia la base per un domani migliore per tutti”. Dario Sorgato racconterà questa avventura durante il “Talk sul trekking accessibile” inserito nel programma del Festival delle Abilità. 17 il prossimo settembre alle ore 17.00presso la Biblioteca Chiesa Rossa di Roma.

di Antonella Patete

Scuola, pronta la stretta sul voto in condotta. In arrivo la riforma degli istituti professionali

da Il Sole 24 Ore

Per il ministro Valditara gli investimenti in istruzione vanno sottratti dal Patto di stabilità.
di Claudio Tucci

Pronta la stretta sul voto in condotta. E in rampa di lancio c’è anche la riforma dell’istruzione professionale. «Sappiamo, confrontandoci con le imprese, che uno dei problemi per la competitività del sistema produttivo è avere tecnici qualificati – ha detto da Cernobbio il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara -. Vi annuncio che intendo portare la riforma dell’istruzione tecnico-professionale tra due settimane in Consiglio dei ministri proprio per venire incontro a queste esigenze».

Il nuovo modello 4+2

Il nuovo modello dell’istruzione tecnica e professionale si chiama «filiera formativa tecnologico-professionale» destinata ad affiancare in un’ottica di “campus” istruzione professionale statale, IeFp regionale e Its Academy. Il progetto è ambizioso e partirà come sperimentazione. I punti cardine sono quattro: percorsi quadriennali, rilanciando la sperimentazione delle superiori in quattro anni, anziché cinque, partita con Valeria Fedeli ma mai realmente decollata; apprendistato formativo e alternanza scuola-lavoro già dal secondo anno e almeno fino a 400 ore complessive; quota di docenti provenienti dal mondo produttivo e professionale per potenziare la didattica; spinta all’internazionalizzazione con un più scambi internazionali, visite e soggiorni di studio, stage all’estero. Questa sperimentazione non partirà subito, ma nel 2024.

Stretta su voto in condotta e sospensione

Nel Ddl annunciato da Valditara potrebbe entrare anche la stretta su voto in condotta e sospensione annunciata in estate dopo alcuni episodi di violenza e bullismo a scuola. Sono diverse le novità previste. La prima è che, anche alle medie, viene ripristinata la valutazione del comportamento espressa in decimi e farà media. In generale il voto in condotta dovrà essere riferito a tutto l’anno scolastico e nella valutazione peseranno atti violenti o di aggressione nei confronti dei docenti, degli studenti e di tutto il personale scolastico. Il voto sul comportamento inciderà sui crediti per l’ammissione all’esame di maturità. Oggi la bocciatura a seguito di 5 in condotta scatta esclusivamente in presenza di gravi atti di violenza o di reati. Con le novità annunciate da Valditara l’assegnazione del 5, quindi della conseguente bocciatura, potrà avvenire anche a fronte di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del regolamento di istituto. Se si prende 6 in condotta verrà generato un debito scolastico (alle superiori) in educazione civica da recuperare a settembre. Cambia anche la sospensione: fino a due giorni l’alunno sospeso sarà coinvolto in attività scolastiche – assegnate dal consiglio di classe – di riflessione e di approfondimento, che si concluderanno con la produzione di un elaborato critico su quanto si è appreso. Se la sospensione supera i 2 giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale.

Investimenti in istruzione fuori da Patto di stabilità

Valditara ha poi confermato l’intenzione di spingere la proposta di escludere gli investimenti in istruzione dal Patto di stabilità. «Io ritengo che dobbiamo riflettere sul fatto che gli investimenti in istruzione, come quelli in innovazione e infrastrutture, siano sottratti dal Patto di stabilità – ha detto il ministro -. Non ci sarà più una proroga del patto di stabilita nel 2024 si legge oggi su tutti i giornali. Ma noi abbiamo imparato che gli investimenti in istruzione sono fondamentali – ha chiosato Valditara – e c’è tutta una ricerca scientifica che ha sottolineato come investire in istruzione significhi creare le condizioni per un aumento del Pil. Ci sono soprattutto anche report della Commissione europea che testimoniamo come gli investimenti in istruzione siano fondamentale per la crescita di un Paese».


Diplomifici, Valditara: “Criteri più stringenti per la formazione delle ultime classi”

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

Nelle ultime settimane è tornato alla ribalta il caso dei “diplomifici”, dopo le segnalazioni di troppi diplomati nelle scuole paritarie di alcune regioni in particolare. Segnalazioni che hanno portato ad avviare delle ispezioni per verificare il tutto.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ad inizio agosto aveva incontrato i direttori dell’USR e predisposto le attività.

In particolare, si è stabilito di operare in tre direzioni: agire sul rafforzamento dei controlli, elaborare una serie di interventi di tipo amministrativo e predisporre alcune soluzioni normative.

Oggi Valditara, intervistato dal Corriere della Sera, ha detto: “L’attività ispettiva si è già svolta e abbiamo ora un quadro chiaro. Gli interventi riguardano diversi livelli“.

Inoltre, “per quanto ci riguarda interverremo a livello legislativo per rendere, tra l’altro, più stringenti i criteri per la formazione delle ultime classi“, ha spiegato.

In effetti, come emerso per esempio dal caso della Sicilia, a destare spesso sospetto sono le iscrizioni delle ultime classi prima del diploma.

L’input all’ispezione nell’isola è arrivato in seguito ai dati anomali sulle iscrizioni al quinto anno delle scuole superiori paritarie. Ma non solo: ad insospettire anche il boom di chi è riuscito a saltare in un sol colpo dal quarto anno agli esami di maturità.

Anomalie che evidentemente si presentano anche in altre regioni e che spingono il capo di Viale Trastevere ad intervenire sulle ultime classi delle scuole paritarie.

Morto Giorgio Rembado, fondatore dell’ANP

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

E’ mancato stanotte Giorgio Rembado, uno dei fondatori della Associazione Nazionale Presidi, nata 40 anni fa.
Ad Antonino Petrolino, che con Rembado ha operato per decenni, abbiamo chiesto un ricordo professionale e umano di un uomo di scuola è stato per tanti anni un saldo riferimento per i presidi della sua associazione ma anche di quanti si sono occupati di scuola.

Con lui si chiude una pagina importante della vita di Anp. Della storica associazione professionale dei dirigenti scolastici, Giorgio Rembado era stato tra i fondatori, già negli anni Ottanta del secolo scorso; l’aveva poi guidata ininterrottamente dal 1990 al 2017. Ma il rilievo del suo ruolo non sta nella durata, pur eccezionale, della sua leadership, ma nelle trasformazioni che, anche per suo impulso e comunque sotto la sua guida, la figura dei capi di istituto ha conosciuto.

La lunga storia della sua azione alla guida di Anp ha conosciuto due stagioni: la prima, rapida ed esaltante, ha visto affermarsi i modelli organizzativi – rivoluzionari a quel tempo – dell’autonomia delle scuole e della dirigenza dei capi di istituto. In meno di quindici anni, quelli che erano poco più che funzionari esecutivi sono divenuti dirigenti pubblici, dotati di poteri significativi, almeno nelle intenzioni del legislatore. La seconda, più lunga e faticosa e tuttora non del tutto conclusa, è stata votata alla ricerca della piena parificazione, anche economica, con gli altri dirigenti.

Chi ha avuto il privilegio di condividere con lui entrambe queste stagioni deve oggi ricordare la lucidità della sua visione, la capacità anticipativa rispetto alle dinamiche che hanno attraversato la realtà della professione, l’energia e la coerenza con cui ha condotto le numerose battaglie di volta in volta necessarie. Al tempo stesso, va sottolineata l’elasticità intellettuale di cui ha saputo dar prova per restare fedele ad un’idea attraverso il continuo mutare dei contesti con cui doveva misurarsi. Un navigare di bolina, per mutuare un’espressione che a lui, orgogliosamente ligure, sarebbe forse piaciuta. Se Anp è oggi un riferimento ineludibile di ogni dibattito sulla professione del fare scuola, lo deve soprattutto a lui.

Cattedre vacanti, per il Ministro sono 130mila, per i sindacati più di 200mila. Qualcuno sbaglia (o mente)

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

La questione delle cattedre vacanti a inizio d’anno è ormai, senza alcun dubbio, la più complicata da risolvere, tanto è vero su di essa nessun Governo è riuscito a fare interventi strutturali che potessero servire ad invertire la tendenza.

Nelle ultime 48 ore il Corriere si è occupato del problema: prima con un articolo ricco di dati, e di cui abbiamo già parlato, e poi con una intervista al Ministro che ha cercato di replicare all’allarme del quotidiano che parlava di più di 200mila posti vacanti che verranno coperti con supplenti.

Ora, c’è da dire che il numero 200mila supplenti lo hanno fatto praticamente tutti i sindacati i quali lo hanno certamente dedotto dalle informazioni che essi stessi possono ricavare dal sistema informativo del Ministero.
E, poiché tutti i sindacati che si sono espressi su questo punto sono concordi nel considerare attendibile il dato c’è da credere che questo numero non sia una mera invenzione.

Peraltro va anche detto che su questo dato si basa una presa di posizione della senatrice di  Azione-Italia Viva Daniela Sbrollini: “A pochi giorni dal ritorno nelle aule, si scopre che anche quest’anno dovranno fare i conti con il grave problema delle cattedre vacanti. La metà dei posti sarà coperto non da insegnanti di ruolo ma da supplenti: a pagarne le conseguenze saranno ancora una volta studenti e famiglie”.

“Si tratta – aggiunge Sbrollini – di una questione annosa che, dopo la parentesi del governo Renzi, che era riuscito ad abbattere il numero delle cattedre vacanti dimezzandolo, è tornata a livelli preoccupanti: le conseguenze sulla formazione e la continuità didattica degli studenti rischiano di essere gravi”.
“Considerata la distribuzione geografica del problema, che colpisce soprattutto il centro-Nord, e in particolare i professionali e la scuola primaria – argomenta ancora la senatrice – riteniamo che la soluzione non possa essere rappresentata solo da incentivi per gli affitti degli insegnanti provenienti dal Sud”.

E conclude: “Bisogna semmai agire su una diversificazione delle retribuzioni che tenga conto del costo della vita e anche trovare un rimedio rispetto tema più generale dei salari e degli strumenti che offrano un sostegno contro l’inflazione”.

Valditara: “Assunti 40.619 docenti, quasi 3mila in più dell’anno scorso. Presto nuovi istituti tecnici della durata di 4 anni più 2”

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

In occasione dell’inizio dell’anno scolastico 2023/2024 il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere della Sera in cui ha trattato alcuni punti chiave relativi al suo operato e alla stretta attualità.

Valditara: “Siamo in anticipo con le procedure”

Valditara ha fornito alcuni dati sulle supplenze e sulle assunzioni docenti: “Abbiamo assegnato il 79,9% dei posti autorizzati dal Mef contro il 47,4 dello scorso anno. Restano vuoti 40.404 posti a fronte di 56.324 dell’anno scorso. Per il sostegno la chiamata dalle graduatorie delle supplenze ha funzionato anche se restano 66mila posti assegnati a insegnanti non di ruolo. Abbiamo una o due settimane di anticipo nelle procedure, i tempi per compilare le domande sono diminuiti del 35% e gli insegnanti possono firmare i contratti anche da remoto. Abbiamo avviato un lavoro di semplificazione e digitalizzazione”, ha detto, ottimista. “Abbiamo assunto 40.619 docenti, 2.813 in più dello scorso anno”, ha specificato.

“Secondo i nostri calcoli, i supplenti saranno poco più di 130 mila. Va detto che i posti sul sostegno affidati in parte a supplenti saranno destinati a un aumento: ci saranno nuove certificazioni mediche che arriveranno ad anno già avviato. Quanto ai posti di ruolo, oltre 30 mila non sono andati ad assunzioni in questa fase perché li abbiamo riservati ai vincitori del concorso Pnrr che stiamo per bandire”, ha aggiunto il capo del dicastero di Viale Trastevere.

E, sulla questione dei docenti costretti a lavorare lontano da casa: “Voglio pianificare delle misure di incentivo e ne parlerò anche con i sindacati. Intanto sto dialogando con le Regioni, in particolare con la Lombardia, per cercare appartamenti negli immobili dell’edilizia residenziale pubblica”.

L’Agenda Sud ripartirà da Caivano

Ecco alcune battute sugli aiuti previsti per la comunità scolastica di Caivano, finita al centro dei riflettori dopo che si è avuta notizia delle violenze di gruppo a due cuginette minorenni in un contesto di forte degrado: “Manderemo venti insegnanti in più (cinque per scuola), prolungheremo il tempo scuola, aiuteremo i docenti con didattiche innovative, avvieremo collaborazioni con il terzo settore. A questo si aggiungono gli interventi di Agenda Sud, che riguardano duemila scuole e prevedono uno stanziamento di 265 milioni di euro”, ha ribadito Valditara.

La riforma degli Istituti Tecnici in dirittura d’arrivo

Tra le novità di quest’anno, a quanto pare, ci sarà la riforma degli Istituti Tecnici e Professionali: “Tra un paio di settimane presenterò il testo in Consiglio dei ministri, dopo un incontro con le Regioni e le parti sociali. Partiremo con una sperimentazione che potrà coinvolgere fino al 30% degli istituti e consiste in un percorso di quattro anni al quale si legano i due anni di Its, istituti tecnici superiori”, ha detto il ministro.

Valditara ha concluso: “È una sperimentazione, il numero di professori in organico sarà lo stesso di oggi. Le scuole potranno anche coinvolgere esperti esterni con specializzazioni particolari per le quali manchino competenze interne. E potranno decidere di aumentare le ore di Pcto, i percorsi di scuola-lavoro, e di apprendistato formativo. Lo sbocco naturale per gli studenti, ma non l’unico, è quello dell’Its, con due anni di specializzazione post diploma. Raccoglieremo anche le disponibilità di imprese ed enti per sponsorizzare e supportare la filiera tecnica”.