Didattica orientativa
di Anna Braghini
La didattica orientativa è un approccio educativo e formativo che ha come finalità quella di aiutare gli studenti e le studentesse a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, delle proprie attitudini e delle proprie capacità.
Ogni nostro intervento didattico e ciascuna disciplina sono orientativi alla condizione che si agisca con intenzionalità, passando dall’implicito all’esplicito in un percorso di progettazione dell’ambiente di apprendimento nel quale trova spazio anche l’autovalutazione. La riflessione sul percorso effettuato e sul proprio stile cognitivo è importante per tutti ed è anche un forte rimando ai/alle docenti perché si possa rifletteresull’impostazione della didattica.
Si può sapere con lo studio ma mai senza il corpo: le maggiori conoscenze ci arrivano dalle mani, dai sensi, dall’esperienza, dalle emozioni.
Il sapere, dal latino sàpere, ha a che fare non solo con la testa ma con il gusto. Sapere e sapore nascono insieme. Se il sapere non è anche sapore diventa privo di senso. Non solo a scuola ma anche nella vita è fondamentale riconoscere i significati e il senso delle cose. Il sapere non è solo accumulo di conoscenze, è un modo di vivere, è risposta alle domande di senso.
Sulla base di tali convinzioni, è stato avviato un progetto di formazione coordinato dall’UST di Brescia che mirava ad evidenziare come le nostre programmazioni siano ricche di didattica orientativa che attende d’essere scoperta e, pertanto, esplicitata e documentata.
Quest’anno abbiamo contestualizzato la proposta nei musei e in biblioteca, l’anno prossimo inizieremo il 18 settembre al Monastero di S. Pietro in Lamosa (Provaglio d’Iseo, Bs), ma potremmo anche immaginare di proseguire il percorso sulle tracce di rappresentazioni teatrali o cinematografiche perché anche tutti i docenti coinvolti nel portare il teatro, l’audiovisivo e il cinema a scuola potrebbero dare corpo alla didattica orientativa.
L’esperienza delle giornate di studi per docenti di ogni ordine e grado sulla didattica orientativa.
Alla scoperta del sé attraverso le discipline, al pensiero critico e alla scelta.
A partire da settembre dell’anno scolastico appena concluso, l’Ufficio scolastico territoriale di Brescia, tramite la prof.ssa Anna Braghini e la d.s. dell’I.C. di Nuvolento Cristina Fontana (direttrice dei corsi inseriti su Piattaforma Sofia), ventitré docenti che hanno progettato le attività didattiche e le prof.sse Patrizia Bonaglia (referente PCTO) e Flavia Maffezzoni (docente e psicoterapeuta), ha promosso quattro giornate di formazione sulla didattica orientativa: il 29 settembre al Museo Diocesano di Brescia, il 21 ottobre al Vittoriale degli italiani di Gardone Riviera, il 16 gennaio nella sede della Biblioteca Queriniana e il 3 aprile al Museo del Risorgimento. Queste giornate sono stati i primi passi di una strada che si intende continuare a percorrere, visto il buon riscontro avuto dai 160 docenti che vi hanno preso parte.
L’evidenza sulla quale il gruppo di lavoro ha progettato le giornate sono gli studi dell’UST di Brescia, svolti da Daria Giunti, sul successo scolastico nel quadriennio 2018-2019 / 2021-2022. In particolare, si sono osservati gli abbandoni conseguenti all’insuccesso, spesso reiterato a causa di fallimentari tentativi di autocorrezione della scelta.
L’analisi condotta ha messo in luce che il tasso di abbandono tra i «ritardatari» è di circa 10 volte superiore a quello di chi ha un percorso regolare. I ritardi si generano prevalentemente nel biennio, dove si registra anche un’incidenza maggiore dell’abbandono.
Come maturano questi ritardi gli studenti e le studentesse? A fronte della constatazione di insuccesso o di aver fatto una scelta non soddisfacente, gli allievi/e mettono in atto un tentativo di autocorrezione, solitamente passando ad un altro indirizzo.
In tre anni questi trasferimenti hanno coinvolto circa 6.500 studenti di cui circa 4.900 del biennio, vale a dire che ogni anno, in media, il 4,2% della totalità dei frequentanti e il 6% dei frequentanti il biennio, ha cambiato scuola. Spesso il cambio di istituto ha comportato anche un ritardo.
In tre anni la scuola secondaria di II grado ha perso 5.947 studenti e studentesse (in media il 3,3% ogni anno) di questi 3.265 frequentavano il biennio: il 70% di loro era in ritardo (2.281) e per quasi il 50% di loro il ritardo era pari o superiore ai due anni.
Questi dati sono un’evidenza sulla quale ripensare la didattica, che o è orientativa o non è. O è diretta all’espressione e alla maturazione delle singolarità di tutti e di ciascuno o non dà corpo alle Indicazioni Nazionali 2012 per il I ciclo e alle Linee guida sull’orientamento.
La posta in gioco è alta, ma se ogni disciplina fa qualcosa possiamo fare molto; ognuno è chiamato a fare la propria parte, per questo c’è bisogno di agire sulla didattica.
La didattica orientativa si propone di costruire conoscenze e competenze per comprendere e comprendersi. Tutte le proposte didattiche possono essere virate in funzione dell’orientamento a patto che lo si faccia emergere, lo si renda evidente, che sia proposto in modo intenzionale.
La didattica orientativa include l’acquisizione di competenze trasversali, come la capacità di pensiero critico, la capacità di risolvere i problemi, la capacità di comunicare e di interagire con le altre persone, di assumersi responsabilità. Sulla capacità di lavorare in gruppo e sull’assunzione di responsabilità un po’ di strada dovremmo farla in tanti se ancora oggi gli studi sui/sulle giovani laureati/e compiuti da Confindustria mettono in luce il dato come una carenza. Vince chi collabora e chi sta assieme, e questo vale per tutti i sapiens, direbbe Mario Tozzi.
L’orientamento è esperienziale ed è per questo che abbiamo scelto di lavorare con attività capaci di mostrare che in qualsiasi contesto, ogni disciplina può far emergere peculiarità e caratteristiche. Importante però che i ragazzi e le ragazze colgano il salto che vogliamo fargli fare: il salto dall’acquisizione dei contenuti all’acquisizione della conoscenza del sé, non lo studio per lo studio, ma la comprensione del senso di quello che si fa.
Fare didattica orientativa significa anche insegnare a fare ricerca dentro di sé, insegnare ciò che non si sa. Alla domanda di verifica di quanto appreso, come metodo di lavoro, si dovrebbe affiancare la domanda che sollecita l’espressione del proprio punto di vista. Non c’è una risposta giusta, ma questa è una domanda che apre alla ricerca e alla definizione del proprio sé. Per stimolare l’apprendimento occorre cambiare le domande. Alla domanda di controllo si deve affiancare quella che sollecita l’esposizione del proprio punto di vista.
Quindi, non solo obiettivi di apprendimento disciplinari, ma anche autovalutazione delle proprie competenze come metodo di apprendimento. Ancorati all’epistemologia delle discipline, si intende puntare sul coinvolgimento di tutte le risorse personali degli studenti/esse, perché i saperi senza le competenze trasversali non bastano per affrontare il futuro.
Certo non è possibile testare tutto in ogni momento, ma si potrebbe immaginare di attingere ad una check list condivisa dal consiglio di classe per inserire una per volta le domande guida al percorso orientativo. Solo a titolo di esempio:
- Che cosa dice a me (l’esperienza al museo, questo quadro, questa musica…)?
- Come me la sono cavata nel lavoro di gruppo? Mi sono confrontato con qualcuno dei miei compagni/e? (capacità di relazione e di lavoro in gruppo)
- Che cosa è emerso di me in questo lavoro, in quest’esperienza? Che cosa dice di me?
- Che cosa ho gustato dell’esperienza? Che cosa ho imparato dai miei compagni? Che cosa mi ha messo in difficoltà, in che cosa mi sono sentito/a capace? Sono riuscito ad utilizzare bene il tempo a disposizione?
- Sull’azione: sono stato/a capace di assumermi una responsabilità? Ho portato a termine il lavoro?
Ideatori delle attività didattiche e conduttori dei gruppi di lavoro:
Bonomini Anna, Bozzoni Mauro e Tarolli Marco, Braghini Anna, Bresciani Monica, Bussi Valeria, Campilongo Barbara, Carini Camilla, Costa Eleonora, Cotelli Federica, Daolio Elisabetta, Errante Giusy, Formenti Giulia, Gianesini Monica, Greco Graziella, Maffezzoni Flavia, Mussari Raffaele, Poisa Monica, Prandelli Fabio, Rivali Mariarosa, Strada Annalisa, Tedeschi Alessandra, Tosoni Paolo, Ziglia Camilla.
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