Riforma tecnici e professionali

Scuola, riforma tecnici e professionali. FLC CGIL: un disastro annunciato

Roma, 18 settembre – La riforma dei tecnici e professionali è un disastro annunciato per i ragazzi e le ragazze di questo Paese. Altro che serie A, in questo modo si istituisce un doppio canale dove il sistema dei tecnici e professionali viene declassato e ridotto. Un percorso specifico e accorciato per coloro che non sono destinati all’università, promuovendo una nuova sperimentazione, con meno tempo scuola, senza aver prima valutato gli effetti dei licei quadriennali. Una scelta da parte del Governo che ci appare priva di qualsiasi impostazione scientifica.

Ancora una volta si confonde l’istruzione con l’addestramento professionale legato ai bisogni delle imprese. L’attuale modello dei PCTO (ex alternanza scuola lavoro), anziché essere ripensato, viene addirittura esteso, con un ruolo fondamentale per consentire agli studenti la definizione di un proprio progetto di vita e di sviluppo professionale e l’utilizzo dell’apprendistato di primo livello con la finalità di rendere rapida la transizione verso il lavoro una volta concluso l’obbligo scolastico.

Altro aspetto grave del DDL appena approvato è sicuramente il ruolo dato all’Invalsi che certificherà l’accesso diretto agli ITS per i percorsi sperimentali di Istruzione e Formazione Professionale. Ciò equivale alla totale messa in discussione del valore legale del titolo di studio finora attestato dagli esami di stato. Affidando inoltre, un ruolo inappropriato all’Invalsi, che travalica la funzione attribuitogli dalla legge stessa, ovvero quella di rilevare gli aspetti valutativi e formativi del sistema scolastico.

Siamo di fronte a un disegno vecchio, ideologico, che cristallizza le disparità già presenti nel Paese e che la scuola ha, già in passato, rifiutato con forza.

Il GLO per l’inclusione scolastica

Il GLO per l’inclusione scolastica: chi ne fa parte, cosa fa e come Funziona
La Tecnica della Scuola del 18/09/2023

Con l’inizio del nuovo anno scolastico, il Dirigente, sulla base della documentazione presente agli atti, definisce, con proprio decreto, i componenti del Gruppo di Lavoro Operativo (GLO), alla luce delle ultime innovazioni introdotte a livello legislativo. Il loro compito consiste nell’elaborazione di un Piano Educativo Individualizzato (PEI), al fine di realizzar un ambiente di apprendimento che promuova lo sviluppo delle facoltà degli alunni con disabilità e il soddisfacimento dei bisogni educativi individuati.

Composizione
Il GLO, presieduto dal Dirigente Scolastico o da un suo delegato, è composto da tutti i docenti contitolari della classe ove è iscritto un soggetto disabile, dallo psicopedagogista, ove esistente, ovvero dei docenti referenti per le attività d’inclusione, dai genitori dell’alunno con disabilità o chi ne esercita la responsabilità genitoriale, da figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica, che interagiscono con la classe e con l’alunno con disabilità nonché, ai fini del necessario supporto, dall’unità di valutazione multidisciplinare.

Specialisti facoltativi
 Su richiesta dei genitori il Dirigente Scolastico può autorizzare, la partecipazione di un esperto. La suddetta partecipazione ha valore consultivo e non decisionale. Inoltre possono essere chiamati a partecipare alle riunioni del GLO anche altri specialisti che operano in modo continuativo nella scuola con compiti medico, (psico-pedagogici e di orientamento) psico-pedagogici, di orientamento e di assistenza specialistica, oltre che i collaboratori scolastici che coadiuvano nell’assistenza di base.

Funzioni e compiti del GLO
Il GLO, convocato dal dirigente scolastico, si riunisce entro il 31 ottobre per l’approvazione e la sottoscrizione del PEI definitivo sulla base del testo provvisorio redatto il 30 giugno tenendo in massima considerazione ogni apporto fornito da coloro che sono ammessi alla partecipazione ai suoi lavori, motivando le decisioni adottate in particolare quando esse si discostano dalle proposte formulate dai soggetti partecipanti.

Verifiche periodiche
Il GLO nel corso dell’anno scolastico al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi e apportare eventuali modifiche e integrazioni al PEI, si riunisce almeno una volta, da novembre ad aprile ed entro il 30 di giugno, per la verifica finale e per formulare le proposte relative al fabbisogno di risorse professionali e per l’assistenza per l’anno successivo.

 Elementi propedeutici al PEI
La redazione del PEI si basa sulle informazioni presenti nel Profilo di Funzionamento rispetto alle quali è necessaria un’analisi puntuale, seguita dalla progettazione di interventi specifici. Qualora, non fosse disponibile il Profilo di funzionamento, le informazioni necessarie alla redazione del PEI sono desunte dalla Diagnosi Funzionale e dal Profilo Dinamico Funzionale.

Progettazione inclusiva
Il GLO nell’esplicitazione del PEI metterà in evidenza le indicazioni relative al raccordo con il Progetto Individuale, al fine di realizzare una progettazione inclusiva che recepisca anche azioni esterne al contesto scolastico, coordinate dall’Ente locale, rivolte allo sviluppo della persona e alla sua piena partecipazione alla vita sociale.
Fermo restante che se il progetto individuale non dovesse essere stato già redatto è opportuno raccogliere indicazioni utili per la redazione del Progetto.

Retribuzione
Ai componenti del GLO (Gruppo di Lavoro Operativo) per l’inclusione non spetta alcun compenso, indennità, gettone di presenza, rimborso spese e qualsivoglia altro emolumento.

di Francesco Di Palma

Ministero rinnovi accordo con ANPI

Scuola, Resistenza e Costituzione: Ministero rinnovi accordo con ANPI

Roma, 18 settembre – “Riteniamo molto grave il fatto che il ministero dell’Istruzione non abbia ancora rinnovato quello che da quasi dieci anni è un accordo con l’Associazione nazionale partigiani per portare nelle scuole italiane lezioni e dibattiti con partigiani, storici e giuristi, sui valori e gli ideali espressi nella Costituzione repubblicana.

I valori della Resistenza e della Costituzione appartengono a tutte e tutti e sono alla base di un’istruzione che, così come la Carta prescrive, ha come compito principale quello di formare cittadine e cittadini consapevoli. 
Ci auguriamo dunque, che il MIM sblocchi al più presto il rinnovo dell’accordo e che il ruolo fondamentale dell’ANPI nella storia e nella memoria del Paese, non venga piegato a pessime logiche politiche di parte”. 

Lo dichiara Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL.

Sulla via di Piero Romei

Sulla via di Piero Romei

di Francesco Scoppetta

 Sul  prof.  Piero  Romei,  che  insegnava  Teoria  delle  organizzazioni  complesse  all’Università  di  Bologna  ed  è  scomparso  nel  2006,  esiste  sul  web  il  commovente  ricordo  scritto  allora  da  Nicola  Casaburi.  In  tanti  anni  resto  sorpreso  come  di  lui  non  mi  sia  stato  possibile  rintracciare  ancora  una  biografia,  per  esempio  non  conosco  neppure  la  sua  data  di  nascita  (neppure  nei  libri  è  riportata).  Adesso  tenterò  di  ricordare  l’importanza  dei  suoi  studi  per  noi  presidi,  dal  momento  che  lo  conobbi  la  prima  volta  quando  il  Ministero  ci propose una sua conferenza televisiva.

 Mi  colpì  tanto  il  suo  discorso  sulla  “organizzazione”  che  comprai  tutti  i  suoi  libri  e,  nel  mio  piccolo,  cercai  di  realizzare  nell’istituto  per  ragionieri  che  dirigevo  in  Calabria  le  sue  acute  indicazioni.  Non  l’ho  mai  incontrato,  so  che  esiste  un’  associazione  culturale  da  lui  fondata  nel  1998,  OD,  e  dunque  resto  solo  un  piccolo  testimone  di  quel  che  ha  prodotto  il  suo  insegnamento  nella  scuola  militante,  pur  essendo  egli  scomparso  troppo  presto.  In  suo  onore  coniai,  nel

 1995,  il  motto  per  la  scuola  che  dirigevo:  Persone  prima  che  studenti  ( Persone oltre         le cose della       Conad è venuto ben dopo) .

 Il  filosofo  Maurizio  Ferraris  in  un  articolo  sul  Corriere  (sett.  2023)  ci  ha  ricordato  qualcosa  che  forse  secondo  me  è  la  premessa  necessaria  per  comprendere  l’approccio  di  Romei  alla  questione  “scuola  dell’individualismo”.  Eccola:  “  I  conservatori,  spesso,  sanno  fin  troppo  bene  quanto  l’umano  sia  debole,  difettoso,  malvagio  e  limitato.  Sanno  quanta  fatica  la  società,  e  la  tecnica  che  ne  è  una  parte  o  meglio  la  precondizione  (perché  il  mondo  sociale  è  un  mondo  tecnologico,  inizia  con  la  scoperta  del  fuoco  e  con  i  racconti  intorno  ai  bivacchi),  debbano  spendere  per  trasformare  questa  creatura  egoista  in  un  essere  capace  di  convivere  con  i  propri  simili  e  con  il  mondo  circostante.  Sanno,  soprattutto,  che  lo  sforzo  non  è  mai  pienamente  coronato  da  successo (…)   sanno,  insomma,  che  l’appellativo  «homo  sapiens»  è  l’emblema  di  cartapesta  con  cui  si  è  auto-incoronata  una  specie  che  si  definisce  «sapiente»  solo  per  distinguersi  dai Neanderthaliani che ha fatto fuori insieme a tante altre forme di vita”.

 La  premessa  culturale  del  discorso  di  Romei  è  stata  che  anche  un  insegnante  (homo  sapiens  per  definizione)  va  trasformato  da  creatura  egoista  in  un  essere  capace  di  lavorare  insieme  con  i  colleghi  assumendo  la  logica  del  compito  unitario .  In  Italia  è  stato  lui  (sin  dal  1986,  ma  nel  1999  il  suo  “ Guarire  dal  mal  di  scuola ”,  La  nuova  Italia  ed.,  rappresenta  il  punto  più  alto)  a  proporre  una  lettura  organizzativa  delle  scuole  che  potesse  avere  un’  efficace  ricaduta  pratica.  Egli  ha  affrontato  l’aspetto  fondamentale  del  lavoro  scolastico,  per  ri-costruire  un  equilibrio  nel “  dilemma  tra  Individuo/libertà  ~ Organizzazione/regole  ”.

 La  qualità  formativa  delle  scuole  risente  della  organizzazione  «segmentaria»  o  «a  sommatoria  di  docenti»,  in  cui  ogni  unità-docente  svolge  isolatamente  tutte  le  funzioni  del  sistema  e  in  cui  non  esiste  un  curricolo  di  scuola,  ma  tanti  curricoli  quanti  sono  i docenti  .  Tale  modello  organizzativo  produce  un  duplice disagio:   scarica  sugli  studenti  il  compito  di  integrare  la  frammentazione  delle  azioni  formative  e  di  trovare  un  senso  organico  nella  molteplicità  di  proposte,  metodi,  stili;  e  lascia  i  singoli  insegnanti  soli  di  fronte  alla complessità   dei  problemi  didattici  ed  educativi.  Per lui   l’individualismo  non  è  colpa  dei  docenti:  «Resta  il  fatto  che  il  modello  individualistico  è  stato  interiorizzato  così  profondamente  da  assumere  un’aura  di  indiscutibilità e   una  forza  di  inerzia  quasi  invincibile».  «Mentre  la  tendenza  all’individualismo  è  naturale e   corrisponde  all’ansia  di  libertà  di  ciascuno,  la  collegialità  è il   prodotto  di  un  processo  culturale,  deliberato,  esplicito,  intenzionale  di  scelta  di  mettersi  al  servizio  di  un  compito  rispetto  al  quale  si riconosce la propria non autosufficienza ».

L’individualismo  ,  spiegava,  è  un  atteggiamento  difensivo  che  va  capito,  però  non  può  esistere  un  bravo  insegnante  che  lo  sia.  «Ho  imparato»  diceva  don  Milani  «che  il  problema  degli  altri  è  uguale  al  mio.  Sortirne  tutti  insieme  è politica. Sortirne da soli è avarizia ».

 Nella  scuola  italiana  a  mio  parere  forse  ci  sono  due  periodi,  il  prima  e  il  dopo  Romei .  Di  solito  questa  organizzazione  la  si  guarda  dal  basso,  attraverso  la  visuale  del  singolo  che  vi  opera  dentro;  oppure  la  si  osserva  dalla  luna.  Dall’alto  si  osservano  le  connessioni  tra  scuola  ed  altre  istituzioni  o  tra  scuole  di  paesi  diversi,  però  sfuggono  i  particolari  e  i  dettagli  importanti.  Romei  invece  guarda  alla  scuola  dall’altezza  giusta  per  farci  capire  come  l’organizzazione  sia  un  artificio  umano  necessario .  Riportando  l’esempio  della  paradossale  partita  di  calcio  descritta  da  J.  March,  che  Weick  (1976) riprende, costruisce il paradigma dell’«organizzazione a legami deboli».

 Immaginate  di  essere  arbitro,  allenatore,  giocatore  o  spettatore  di  una  singolare  partita  di  calcio:  il  campo  ha  forma  circolare,  le  porte  sono  più  di  due  e  sono  sparse  disordinatamente  lungo  i  bordi  del  campo.  I  partecipanti  possono  entrare  ed  uscire  dal  campo  a  piacere;  possono  dire  «ho  fatto  goal»  per  quanto  vogliono,  in  ogni  momento  e  per  quante  volte  vogliono.  Tutta  la  partita  si  svolge  su  un  terreno  inclinato  e  viene giocata come se avesse senso.

 Non  esiste ( o  magari  io  me  la  sono  persa)  una  descrizione  migliore  e  più  realistica  delle  organizzazioni  scolastiche,  dove  l’arbitro ( il  preside),  gli  allenatori  (gli  insegnanti),  i  giocatori  (gli  studenti),  gli  spettatori  (i  genitori),  partecipano  ad  una  partita  di  calcio ( attività  scolastica)  senza senso  .  Una  partita  per  giunta  giocata  con  un  pallone  sgonfio ,  per  cui  le  migliori  intenzioni  malgrado  gli  sforzi  individuali  non  riescono  ad  imprimere  al  tiro  traiettorie  precise  e  lunghe.  Tutto,  eventi,  processi,  comportamenti  degli  attori,  si  svolge  senza  che  si  colga  una  trama,  secondo  una  totale  arbitrarietà  e  casualità.  Le  scuole  pertanto  sono  «non-luoghi»  (Augè)  come  le  piazze,  gli  atri  delle stazioni ferroviarie, le sale d’aspetto, gente che va gente che viene. Estranei.

 Romei  con  tutti  quelli  che  ha  influenzato  e  guidato  attraverso  le  sue  analisi,  ha  tentato  di  far  diventare  questo  “non-luogo”  una  scuola  riconoscibile,  organizzando  questa  realtà,  cioè  «stabilendo  una  trama  capace  di  descriverla,  interpretarla,  prevederla,  per  poi  magari  tentare  di  influenzarla  e  indirizzarla  –  di  gestirla  –  intervenendo  in  essa  per strutturarla deliberatamente ed intenzionalmente» .

 Se  la  scuola  fosse  come  un’automobile,  ogni  sua  parte  o  componente  contribuirebbe  al  buon  funzionamento  e  attraverso  una  visione  d’insieme  si  potrebbe  capire  il  meccanismo.  L’auto,  Romei  ne  è  ben  consapevole,  non  si  guida  da  sola,  occorre  un  conducente  che  sia  in  grado  di  farlo,  ma  non  è  che  l’unico  problema  siano  i  soldi  per  comprare  la  benzina.  Soltanto  un  meccanico  che  sappia  come  funziona  la  macchina  è  in  grado  di  individuare  bene  i  problemi  per  tentare  di  risolverli,  magari  ricorrendo  agli  strumenti  di  una indispensabile cassetta degli attrezzi.

 Però,  ecco  il  punto,  a  differenza  di  un’auto  dove  ogni  parte  assolve  necessariamente  ad  una  funzione  ben  precisa,  ogni  scuola,  essendo  una  organizzazione  complessa  a  «legami  deboli»,  consente  alle  diverse  figure  organizzative  presenti  all’interno,  non  subordinate  gerarchicamente  ma  finalizzate  a  scopi  comuni,  di  autodefinire  a  livello  personale  i  propri  compiti  e  doveri. I   legami sono  laschi,   perché le  varie  relazioni  presenti  ( dirigente-docente; docente-alunni;  docente-genitori;   docenti-personale  Ata…)  non  sono  regolate,  oppure  lo  sono  così tanto  come   in  Italia  che  ogni  soggetto

 «interpreta»  il  ruolo  secondo l’umore   del  momento.  Ognuno  appare  all’interlocutore  come  un  muro  di  gomma ,  ciascuno  non  si  comporta  come  deve  ma  come  se  facesse  un  «favore»  all’altro.  L’alunno  studia  per  compiacere  i  genitori  o  un  professore  che  gli  è  simpatico;  un  docente  è  puntuale  per  compiacere  il  preside;  il  preside  autorizza  un  giorno  di  ferie  per  compiacere  un  docente  e  così  via.  Per  capire  bene  il  concetto  di  legame  «debole»  che  esiste  per  esempio  tra  dirigente  e  docente,  basta  pensare  al  rapporto  che  si  crea  nella  nostra  democrazia  rappresentativa  tra  elettore  ed  eletto.  Quest’ultimo  svolge  il  suo  ruolo  come  vuole  senza  vincolo  di  mandato  e senza sentirsi per nulla influenzato da chi gli ha dato il voto.

 Per  quanto  mi  riguarda  è  stato  decisivo  un  ragionamento  che  Romei  ha  sviluppato  a  partire  dall’affermazione  che  le  materie  separano  i  docenti .  Con  questa  sua  osservazione  finalmente  mi  è  stato  chiaro  il  senso  di  frustrazione  che  tutti  abbiamo  provato,  docenti  o  dirigenti,  in  un  consiglio  di  classe  allorchè  si  apre  il  confronto  su  ogni  singolo  allievo ( e  per  ogni  disciplina  gli  si  attribuisce  un  voto).  A  seconda  della  materia  che  viene  insegnata  i  giudizi  sullo  stesso  allievo  divergono  a  tal  punto  da  essere  talvolta  inconciliabili:  “genio”  o  “asino”.  La  parabola  dei  sei  ciechi  che  toccavano  un  elefante  è  troppo  nota  per  ripeterla,  ma  essa  spiega  bene  la  dinamica  presente  nel  confronto  tra  insegnanti  di  materie  diverse  che  “valutano”  lo  stesso  allievo.  Romei  allora  propone  di  saper  distinguere  ciò  che  è  “ disciplinare”  da  ciò  che  non  lo  è,  perchè  “ in  classe  succedono  molte  più  cose  di  quante  possano essere viste e controllate dagli insegnanti ”.

 Quindi  nel  consiglio  di  classe  egli  propone  che  il  confronto  avvenga  sul  “non disciplinare”  ,  la  sfera  delle  relazioni  affettivo-relazionali  dell’allievo  e  il  loro  metodo  di  studio ,  così  gli  insegnanti  sono  costretti  a  guardare  lo  studente  senza  gli  occhiali  delle  proprie  competenze  disciplinari.  Mentre  in  ogni  dipartimento  (o  GD,  gruppo  disciplinare)  i  docenti  sono  impegnati  in  un  lavoro  di  ricerca  sul  valore  formativo  della  disciplina,  nel  consiglio  di  classe  (CdC)  si  predispone  un  progetto  che  insegni  norme  comportamentali  e  un  metodo  di studio  ,  strumenti  indispensabili  per  consentire  l’apprendimento delle discipline.

 Romei,  a  me  pare,  in  estrema  sintesi  è  stato  accolto  soltanto  da  chi  condivide  questa  sua  netta  distinzione  tra  disciplinare  e  non  disciplinare ;  e  da  chi  condivide  la  sua  gerarchia  di  priorità  tra  le  4  famiglie:  discipline  (al  primo  posto),  poi  il  metodo  di  studio ,  quindi  le  norme  comportamentali ,  infine  le  dinamiche  psicosociali .  E’  facile  trovare  il  punto  dirimente  di  chi  non  ha accolto le analisi di Romei. Non si condivide la sua seguente osservazione:

 Se  i  ragazzi  sono  aggressivi  o  indisciplinati  o  svogliati  questo  non  è  la  causa  ma  l’effetto  di  una  proposta  didattica  povera,  non  chiara  o  comunque  inadeguata  sul  piano  dei  contenuti,  o  del  metodo.  Se  agli  studenti  vengono  proposti  temi  disciplinari  resi  interessanti,  strumenti  di  lavoro  percepiti  come  utili,  norme  comportamentali  comprese  come  necessarie,  allora  le  dinamiche  psicosociali  si  manterranno  a  livelli  di normalità fisiologica.

 Prima  di  concludere,  della  lezione  di  Romei  mi  preme  sottolineare  un  ultimo  punto  (che  di  certo  servirebbe  anche  per  l’unione  europea):  « Una  maggiore  solidarietà  è  possibile  tra  i  membri  di  una  comunità,  se  accompagnata  da  una  progressiva  cessione  di  sovranità » .  Chi  sono,  nelle  tre  categorie ( disponibili,  refrattari,  tiepidi)  degli  insegnanti,  coloro  che  si  oppongono  con  tutte  le  forze  e  con  qualsiasi  mezzo  a  tale  lezione?  E’  facile  dirlo,  tutti  quelli  convinti  che  il  raggiungimento  di  un  livello  soddisfacente  di  conoscenza  dipenda  esclusivamente  da  chi  apprende.  Quelli  convinti  che  si  devono  valutare  solo  gli  allievi  mentre  si  dà  per  scontato  ciò  che  scontato  non  è,  «l’adeguatezza  sia  delle  procedure  didattiche  nel  loro  complesso,  sia  delle  specifiche  soluzioni  tecniche  adottate,  come  possono  essere  la  lezione,  le  esercitazioni,  i  materiali  didattici» .  Il  nodo  cruciale  è  questo  e  nei  tempi  biblici  che  ci  sono  congeniali  prima  o  poi  arriveremo  ad  un  processo  di  valutazione  di  tutte  le  componenti  del  sistema.  Perchè  la  corruzione  non  sta  solo  nelle  mazzette,  una  comunità  corrotta  è  quella  i  cui  membri,  qualsiasi  lavoro  facciano,  non  rispondono  di  sé  e  non  rispondono  agli  altri.  In  altre parole, non sono responsabili.

 Romei  comunque  ha  seminato  così  bene  che  alcune  sue  intuizioni  (o  metafore)  sono  entrate  ormai  a  far  parte  della  cultura  diffusa  nelle  nostre scuole           .

 Occorre  decidere,  facendo  scelte  meditate  e  responsabili,  che  cosa  è  fondamentale  e  che  cosa  non  lo  è ”.  “ Progettare  (nella  complessità)  significa  fare  delle  scelte  di  priorità,  e  verificare  sperimentalmente  la  fondatezza  delle ipotesi di lavoro ad esse ispirate ”.

 La  sua  “ logica  del  cruscotto”  (in  un’auto  il  cruscotto  contiene  alcune  spie  per  funzioni  importanti,  livello  dell’acqua,  olio…Quali  sono  le  spie  da  tenere  sotto  controllo  in  una  scuola?)  non  ha  forse  portato  all’Autovalutazione  delle  scuole,  al  Piano  di  miglioramento,  al  Rav,  di  cui  l’Indire  si  è  fatto  meritoriamente  promotore?  Quelli  che  Romei  aveva  battezzato  “vincoli  rigidi”  dell’organizzazione  a  legami  deboli  non  sono  forse  gli  “indicatori”  che  tutte  le  scuole  scelgono  per  portare  avanti  le  loro  azioni  di  miglioramento  dopo aver individuato punti di forza e debolezza?

 Insomma,  una  scuola  che  riflette  su  quello  che  fa  e  cerca  di  misurare  gli  effetti  e  le  conseguenze  delle  sue  azioni  e  della  sua  progettualità ,  invece  di  procedere  per  “adempimenti”  successivi  decisi  dall’alto,  di  portare  avanti  vecchie  abitudini  o  peggio  ancora  di  recitare  il  rosario  del  “faccio  così  perchè  si  è  sempre  fatto  così”,  a  me  pare  che  debba  molto  ai  libri,  alle  sperimentazioni,  ai  seminari,  alle  idee  di  Romei.  E’  quello  che  avviene  ai  precursori,  sono  capiti  in  ritardo  e  certe  pratiche  ormai  diffuse  sul  territorio  e  diventate  normali  si  finisce  per  dimenticare  quando  sono  cominciate  e  chi  le ha rese possibili.

 Quello  che  oggi  appare  scontato,  magari  una  volta  non  era  compreso,  insomma  solo  il  tempo  dà  ragione  ai  precursori.  A  me  capita  ancora  di  chiedermi  cosa  avrebbe  scritto  oggi  il  prof.  Romei  quando  vedo  che  la  polemica  con  la  “scuola-azienda”  procede  sempre  accoppiata  al  lamento  sui  “guasti  del  neoliberismo”,  a  dimostrazione  che  non  sono  state  mai  lette  quelle  pagine  che  lui  aveva  dedicato  alla  scuola-impresa,  quella  che  sa intra-prendere strade nuove ed inesplorate.

Inizio scuola, Valditara: “Agenda Sud piano più importante per il Mezzogiorno. Voto in condotta? Responsabilizzare i bulli”

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha parlato dei temi del momento, legati all’inizio della scuola, su ‘Repubblica’.

Il Ministro ha parlato di Caivano e di Agenda Sud: “L’11 ottobre tornerò lì con 20 docenti in più e le novità dell’Agenda Sud, il più importante piano mai fatto per rilanciare la scuola nel Mezzogiorno: 256 milioni per potenziare l’offerta formativa in 2mila scuola. In 245 di queste faremo 10 interventi di rilancio, ovvero più docenti più formazione per contesti difficili, più tempo scuola, sport, teatro, mense, palestre, laboratori. Oltre ai 25 milioni del decreto Caivano e un miliardo in più di fondi Pon”.

“Dal 2024 poi con il Piano estate – spiega Valditara – le scuole saranno aperte per ripasso, sport, lingue, musica e l’adesione per studenti e docenti sarà volontaria”.

Voto in condotta, riforma punitiva?

Altra riforma è quella del voto in condotta, su cui è sorta la polemica che ha coinvolto la Flc Cgil, i comitati degli studenti e il ministro Salvini: “Credo sia un segnale importante per responsabilizzare i ragazzi, farli sentire parte di una comunità e sviluppare il senso di solidarietà. Chi compie atti di bullismo non sarà allontanato ma svolgerà attività di cittadinanza solidale in ospedali, mense per poveri, case per anziani. Con il 6 in condotta si viene rimandati a settembre per un esame di riparazione sui temi della cittadinanza e della Costituzione”.

Istruzione tecnica e professionale, la svolta

La intende così il Ministro che spiega come il percorso sarà di 4 anni più 2 di Its uniti in filiera. Metteremo insieme professionisti dei vari settori e potenzieremo l’alternanza scuola-lavoro. L’istruzione dev’essere concepita sempre più come un abito sartoriale cucito sullo studente. I docenti tutor faranno emergere le abilità degli alunni, gli insegnanti disciplinari le potenzieranno e i docenti orientatori raccoglieranno le potenzialità del territorio e le porteranno a conoscenza di scuola e famiglie”.

Docente tutor e orientatore: funzione e compiti delle nuove figure introdotte nella scuola

da La Tecnica della Scuola

Di Francesco Di Palma

Nel piano di riforma scolastica disegnata dal Ministro Valditara, a partire dall’anno scolastico 2023/2024 trovano spazio due nuove figure: il docente tutor e il docente orientatore. Questi hanno l’obiettivo di valorizzare le inclinazioni e i talenti di ciascun alunno, promuovere il senso del merito nel successo formativo e supportare gli studenti e le loro famiglie al fine di consentire a ogni singolo alunno di fare scelte consapevoli per il proprio futuro sia nello studio sia nel mondo del lavoro.

Docente tutor

La figura del docente tutor, presente nella scuola secondaria di primo e secondo grado, supportato dalla figura del docente orientatore, seguirà tra i 30 e i 50 alunni, svolgendo le seguenti funzioni:
a) aiutare ogni studente a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono il suo E-port-folio personale
b) costituirsi come consigliere delle famiglie nei momenti di scelta dei percorsi formativi o delle prospettive professionali dello studente.

Cos’è il E-port-folio personale?

Si tratta di un documento nel quale sono evidenziati, in forma sintetica, gli apprendimenti personalizzati integrati e completati, in un quadro unitario il percorso scolastico, alfine di favorire l’orientamento rispetto alle competenze progressivamente maturate negli anni precedenti e, in particolare, nelle esperienze di insegnamento dell’anno in corso.

Compiti del tutor relativi al E-port-folio personale

Secondo quanto indicato nella circolare ministeriale 958 del 5 aprile 2023 il docente tutor ha il compito di rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono l’E-port-folio personale, nello specifico:
a. il percorso di studi compiuti, anche attraverso attività che ne documentino la personalizzazione;
b. lo sviluppo documentato delle competenze in prospettiva del proprio personale progetto di vita culturale e professionale (trovano in questo spazio collocazione, ad esempio, anche le competenze sviluppate a seguito di attività svolte nell’ambito dei progetti finanziati con fondi europei o, per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO));
c. le riflessioni in chiave valutativa, auto-valutativa e orientativa sul percorso svolto e, soprattutto, sulle sue prospettive.;
d. la scelta di almeno un prodotto riconosciuto criticamente dallo studente in ciascun anno scolastico e formativo come il proprio “capolavoro”

Consigliere delle famiglie

Nella misura in cui, sulla scorta del E-port-folio personale, consiglia le famiglie nei momenti di scelta dei percorsi formativi o delle prospettive professionali dello studente, anche alla luce dei dati territoriali e nazionali e delle informazioni contenute nella piattaforma digitale unica per l’orientamento creata appositamente al fine di far trovare indicazioni in merito.

Contenuti della piattaforma

Nella piattaforma nazionale le famiglie e gli stessi studenti possono trovare indicazioni in merito a:
• scelta consapevole, nel passaggio dal primo al secondo ciclo di studi, sulla base delle competenze chiave, delle motivazioni e degli interessi prevalenti;
• la documentazione territoriale e nazionale riguardante il passaggio dal secondo ciclo all’offerta formativa del sistema terziario
• la transizione scuola-lavoro, con dati relativi sia alle professionalità più richieste nei diversi territori, sia sulle prospettive occupazionali e retributive correlate ai diversi titoli di studio secondari e terziari;

La piattaforma inoltre ha uno spazio riservato in cui sarà possibile consultare la stratificazione annuale del proprio EPortfolio relativo alle competenze acquisite nei percorsi scolastici, ed extrascolastici.

Compito della scuola

Ogni istituzione scolastica, nell’ambito della propria organizzazione individua una figura con il compito di gestire i dati di cui sopra e di integrarli con quelli specifici raccolti nelle differenti realtà economiche e territoriali, nell’ottica di agevolare la prosecuzione del percorso di studi o l’ingresso nel mondo del lavoro. In questa logica le scuole favoriscono l’incontro tra le competenze degli studenti e la domanda di lavoro.

Nota 18 settembre 2023, AOODGSIP 3917

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico Ufficio Terzo

Alle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado

Oggetto: Concorso nazionale “RESPIRIAMO INSIEME” – Anno scolastico 2023/2024.

Nota 18 settembre 2023, AOODGPER 54257

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per il personale scolastico
Uff. III – Reclutamento del personale docente ed educativo

Agli Uffici scolastici regionali LORO SEDI
Al Dipartimento Istruzione della Provincia Autonoma di TRENTO
Alla Sovrintendenza Scolastica della Provincia Autonoma di BOLZANO
All’Intendenza Scolastica perla Scuola in Lingua Tedesca BOLZANO
All’Intendenza Scolastica per le Scuole delle Località Ladine BOLZANO
Alla Regione Autonoma della Valle d’Aosta Ass. Istruzione e Cultura Direzione Personale Scolastico AOSTA
e, p.c., al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE
Al Direttore generale per i sistemi informativi e la statistica SEDE

OGGETTO: Decreto ministeriale 15 settembre 2023, n. 185. Cessazioni dal servizio del personale scolastico dal 1° settembre 2024. Trattamento di quiescenza e di previdenza. Indicazioni operative.


Decreto Ministeriale 15 settembre 2023, AOOGABMI 185
Cessazioni dal servizio del personale scolastico dal 1° settembre 2024

Tutti a Scuola 2023

L’Istituto tecnico “Saffi-Alberti” di Forlì lunedì 18 settembre ospita la XXIII edizione di “Tutti a Scuola”, la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2023/2024.

Parteciperanno all’evento il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

La diretta verrà trasmessa su Rai Uno a partire dalle 16.30, condotta da Flavio Insinna con la partecipazione di Malika Ayane. L’evento sarà animato, come di consueto, da delegazioni di studenti provenienti da tutto il Paese in rappresentanza delle scuole italiane. 

Tra gli ospiti, selezionati tramite un avviso pubblico al quale hanno partecipato istituti di tutta Italia, saranno presenti gli studenti dell’Istituto comprensivo “Chieri 3” di Chieri (TO): 25 violinisti eseguiranno “Carovana nel deserto”, accompagnati dal loro maestro Simone Zoja. I ragazzi del Liceo coreutico “Angelo Musco” di Catania parteciperanno con un’esibizione dedicata a “Pandora, il mito”. Il Liceo coreutico teatrale “Germana Erba” di Torino interpreterà “High School Musical”, con 25 ballerini e due ragazze in carrozzina. L’Istituto professionale “Morvillo Falcone” di Brindisi presenterà una sfilata di moda con abiti realizzati a scuola. Un video racconterà la ricostruzione, con fondi MIM, del laboratorio del Polo tecnico professionale di Lugo (RA), danneggiato dall’alluvione che ha colpito Emilia-Romagna e Marche. 

Si parlerà di attualità, lavoro, salute, sport, scuole italiane all’estero, storie di riscatto sociale. Un docente tutor spiegherà la funzione di questa importante figura, introdotta quest’anno nelle scuole dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Interverrà il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone, che parlerà di sicurezza sul lavoro e nei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO). Saliranno sul palco anche due protagonisti della cronaca recente: il 16enne Alessandro Dioni che, grazie a un corso di pronto soccorso frequentato a scuola, ha salvato la vita con un defibrillatore al 50enne Marcello Amadori. Si parlerà di sport, con il Presidente del CONI Giovanni Malagò, con il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli e con gli atleti Simone Giannelli e Sofia Raffaeli e gli atleti paralimpici Claudia Cretti e Maxcel Amo Manu. 

Alla manifestazione, realizzata grazie alla collaborazione tra Ministero dell’Istruzione e del Merito e RAI, interverranno artisti come il cantante Alfa, l’attore Nicolò Galasso e il gruppo musicale “The Kolors”. Il Maestro Leonardo De Amicis dirigerà l’Orchestra Sinfonica delle Scuole Marchigiane e un coro composto dagli allievi delle Scuole militari “Nunziatella” di Napoli, “Pietro Teulié” di Milano, “Francesco Morosini” di Venezia, “Giulio Douhet” di Firenze e da studenti del “Saffi-Alberti”. 

L’evento, che prevede il saluto del Ministro Valditara, potrà essere seguito in diretta tv su Rai Uno e sui canali social del Ministero dell’Istruzione e del Merito, tramite l’hashtag #TuttiAScuola. 

Concluderà la cerimonia l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2023/2024

Forlì, 18/09/2023 (II mandato)

Rivolgo un saluto molto cordiale ai Ministri e alle Autorità del territorio.

Ringrazio la Rai per l’organizzazione, unendomi al ricordo di Claudio Donat Cattin.

Ringrazio l’Istituto che ci ospita, il “Saffi Alberti”, in questa bella ambientazione così ben organizzata.

Ringrazio coloro che hanno partecipato – dagli artisti, agli sportivi, agli studenti, ai tanti che hanno partecipato – rendendo così coinvolgente questo incontro, con il supporto indispensabile e prezioso dell’Orchestra.

Ringrazio Flavio Insinna e Malika Ayane, per averci condotto per mano, passo dopo passo, in questo splendido pomeriggio.

Grazie.

Care ragazze, cari ragazzi, la scuola riparte. E con la scuola riparte il ritmo consueto e dinamico della società.

La scuola scandisce l’anno non soltanto dei giovani, ma anche delle famiglie, delle comunità, delle città e dei paesi.

La riapertura della scuola da sempre rappresenta un’opportunità, una forte ragione di impegno comune, un motivo di speranza.

È il percorso verso il nostro futuro.

Abbiamo deciso, per questo inizio, di ritrovarci qui, nel cuore della Romagna, colpita a maggio scorso da una devastante alluvione, che ha causato vittime, distrutto abitazioni e aziende, allagato campi di coltivazione, sconvolgendo la vita di tante persone.

L’anno scolastico si apre in queste terre con regolarità, nonostante i danni subiti dalle strutture. Anche se il terremoto di questa notte, in un Comune non lontano da qui, ha creato problemi alla scuola del luogo. Questo inizio così in Romagna è segno, forte e concreto, di tenacia e di resistenza.

L’apertura qui, oggi, rappresenta – attraverso la scuola e al di là di essa – un messaggio di inalterata vicinanza alla gente di Romagna.

Nei giorni successivi all’alluvione tanti volontari provenienti da tutta Italia, soprattutto ragazze e ragazzi, hanno impugnato pale, scope e secchi. Il loro contributo è stato prezioso nella lotta contro il fango e nel manifestare cultura della solidarietà.

Hanno dimostrato, concretamente, che l’Italia è una comunità. Che dai problemi si esce tutti insieme.

La scuola italiana, nel suo complesso, è una grande realtà. Dispone di preziose energie. È ricca della passione, della cultura, della dedizione di insegnanti, dirigenti, personale addetto.

Come ogni anno rammentiamo che non mancano problemi, lacune e insufficienze, spesso tamponate dall’impegno quotidiano del personale docente e non docente. Non sempre si riesce ad attribuire al sistema educativo risorse e investimenti adeguati.

Ma cresce, in ogni ambiente, la consapevolezza del valore strategico della formazione: per la realizzazione personale dei ragazzi, per le loro future prospettive di lavoro, per l’acquisizione di una coscienza civile e democratica.

La Costituzione repubblicana – la Carta fondamentale che regola e ispira la nostra convivenza – ha disposto che “la scuola è aperta a tutti.”

Perché tutti i cittadini, sin dalla nascita, sono uguali.

Sul diritto universale all’istruzione si fonda uno dei pilastri della Repubblica.

La scuola è, dunque, per tutti e di tutti. Non tollera esclusioni, marginalizzazioni, differenze, divari. Ne sarebbe – e, talvolta, ne viene – deformata.

È il luogo dove i bambini e i ragazzi apprendono i fondamenti della conoscenza. Dove fanno i conti con la propria storia e con le proprie radici. Dove si cimentano con la diversità e la convivenza. Dove si appassionano all’arte, alla letteratura, alla scienza, alla tecnica, disegnando il cammino del proprio domani. Dove sperimentano la padronanza di sé, dei propri sentimenti, del vivere insieme.

Non c’è futuro individuale senza il sapere. Non ci può essere società libera e ordinata senza la scuola.

L’inclusione è, quindi, un obiettivo di importanza decisiva. Molti passi sono stati fatti negli ultimi decenni per i giovani portatori di disabilità, grazie anche allo straordinario lavoro degli insegnanti di sostegno. Ma su questo fronte non possiamo fermarci né, tantomeno, tornare indietro.

Va considerato anche con attenzione che le nostre classi sono frequentate da circa 800 mila studenti, migranti o figli di migranti stranieri. Un decimo degli iscritti nei nostri istituti. Si tratta di un impegno educativo imponente. Studiano da italiani, apprendono la nostra cultura e i nostri valori, e possono costituire un grande potenziale per il nostro Paese. Dal loro positivo inserimento può dipendere parte importante del futuro dell’Italia.

Tuttavia la peculiare condizione di migranti, unita alle condizioni di povertà di molte loro famiglie, fa sì che queste ragazze e questi ragazzi siano esposti – più di altri – a ritardi o abbandoni scolastici.

Non si cresce con il necessario spirito civico nell’isolamento. Perché forme, pur non dichiarate né intenzionali, di separazione producono rischi gravemente insidiosi per l’intera società.

Dobbiamo scongiurare il rischio di giovani che, crescendo al di fuori dei canali scolastici, traducano la loro marginalizzazione in rifiuto della convivenza o come impulso alla ribellione.

Per questo l’inclusione è valore fondamentale della scuola.

I riflettori della cronaca recente si sono appuntati su alcuni casi di gravissima devianza che hanno visto dei ragazzi come protagonisti.

Rapine, omicidi, risse tra bande giovanili, intollerabili violenze e molestie ai danni delle ragazze, inaccettabili episodi di bullismo e di prepotenza che mortifica altri ragazzi.

È necessaria un’azione di ampio respiro a diversi livelli. Con politiche volte a investire sui giovani e sul futuro, con interventi strutturali per colmare i divari tra i territori, con strategie per ampliare le opportunità e i percorsi di integrazione e di solidarietà, con la repressione dei reati, in particolare dell’attività delle organizzazioni criminali che cercano di imporsi come violenta alternativa alla vita civile, alla legalità, alle stesse istituzioni democratiche.

Tutto questo, ancora una volta, rende ancor più fondamentale combattere, con sempre maggior determinazione, l’abbandono scolastico.

Perché la scuola è la prima e la più importante risposta al degrado. E’ la buona scuola lo strumento più efficace e prezioso di cui la Repubblica dispone per creare e diffondere tra le giovani generazioni una cultura della legalità, della convivenza, del rispetto.

Dobbiamo incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti, entusiasti e volenterosi, aiutare la loro strada per camminare insieme agli studenti, evitando che cambino ogni anno, con la necessità di ricostruire ogni volta il rapporto con loro. Assicurando agli insegnanti condizioni economiche adeguate, e restituendo pienamente alla loro funzione il prestigio che compete loro nella società e che talvolta è messo in discussione da genitori che non si rendono conto di recar danno ai propri figli.

Perché, come insegnava Platone “Quando i figli presumono di essere uguali ai padri, i maestri tremano davanti agli scolari, e preferiscono adularli anziché guidarli; quando si disprezzano le leggi, e non si sopporta più alcuna autorità, allora è segno che sta per cominciare la tirannide”

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – occasione storica per l’Italia – riguarda ovviamente anche il potenziamento della scuola. Ovunque, in tutto il territorio nazionale, perché la scuola è un patrimonio comune dell’intera Italia. Lo spirito che deve guidarci è quello di un’impresa corale per le istituzioni e la società.

La scuola ha bisogno di continua manutenzione e di aggiornamento. Anche per colmare limiti strutturali.

Si deve operare per evitare l’affollamento delle classi, che penalizza i programmi di studio e le opportunità per gli alunni.

Va garantita anzitutto la sicurezza degli edifici scolastici e quella dell’alternanza tra scuola e lavoro. Ho apprezzato in questo senso le parole dei Ministri Valditara e Calderone.

I genitori e i ragazzi devono vivere l’esperienza scolastica con piena serenità.

L’attenzione ai giovani è fondamentale. Maria Montessori, la grande educatrice italiana famosa nel mondo, scriveva: «La società umana non può cambiare senza che gli adulti e i bambini collaborino».

Occorre rendere appetibile, accattivante, anche divertente l’insegnamento, la frequenza scolastica. Occorre trasmettere il gusto per l’apprendimento, per la cultura, per la vita insieme.

I ragazzi – gli scolari, gli studenti – sono a scuola per imparare ma anche per crescere, per diventare protagonisti del loro futuro. Non per adeguarsi passivamente, tanto meno per essere oggetto di omologazione ma, al contrario, per sviluppare iniziativa e creatività e metterle alla prova.

La scuola deve essere sempre più aperta e accogliente, integrante. È nella compagnia che si apprende “ad avere idee”, come scrive Omero in un canto dell’Iliade.

Ragazze e ragazzi hanno risorse che le generazioni più anziane neppure avrebbero potuto immaginare.

Sono molti passi più avanti nelle conoscenze tecnologiche e digitali. Sono allenati a vivere in un tempo dove tutto è accelerato e globale.

La scuola deve correre per stare al passo con loro, e può farlo soltanto rendendo i giovani protagonisti, rafforzando il dialogo tra insegnanti e famiglie, e con la realtà sociale in cui è inserita.

Dobbiamo credere nei giovani. Puntare su di loro. Aiutarli nella crescita.

Perché la scuola siete voi, care ragazze e cari ragazzi.

La scuola è il vostro cammino di libertà.

Buona strada.

Buon anno scolastico a tutti.

Legge 18 settembre 2023, n. 127

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 luglio 2023, n. 98, recante misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica e di termini di versamento. (23G00139)

(GU Serie Generale n.223 del 23-09-2023)


Decreto-Legge 28 luglio 2023, n. 98

Misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica e di termini di versamento.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87, quinto comma, della Costituzione;

Vista la legge 8 agosto 1972, n. 457, recante «Migliora- mento ai trattamenti previdenziali ed assistenziali nonché disposizioni per l’integrazione del salario in favore dei lavoratori agricoli» e, in particolare, l’articolo 8;

Visto il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recan- te «Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro»;

Visto il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, recante «Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rappor- to di lavoro, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183» e, in particolare, l’articolo 12;

Vista la legge 29 dicembre 2022, n. 197, recante «Bi- lancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025», e, in particolare, l’articolo 1, commi da 115 a 119;

Visto il decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, converti- to, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 56, recante «Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali», e, in particolare, l’articolo 8;

Considerato che l’articolo 12, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, esclude dai limiti di durata, in relazione agli interventi determinati da eventi oggettiva- mente non evitabili, le imprese beneficiarie ad eccezione di quelle di cui all’articolo 10, lettere m), n), e o), operanti nel settore edile, lapideo e delle escavazioni;

Considerato che l’articolo 8 della legge 8 agosto 1972, n. 457, riconosce agli operai agricoli con contratto a tem- po indeterminato, sospesi temporaneamente dal lavoro per intemperie stagionali, un trattamento sostitutivo della retribuzione, per le giornate di lavoro non prestate, per la durata massima di novanta giorni nell’anno;

Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di ema- nare disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi climatici verificatisi nel corso del mese di luglio 2023, con particolare riferimento alle ondate di calore che han- no interessato il Paese;

Ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di di- sporre modalità e termini di graduale applicazione del versamento del contributo di solidarietà di cui all’artico- lo 1, commi da 115 a 119, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, nonché di intervenire in materia di versamento degli importi dovuti dalle imprese fornitrici di dispositivi medici al Servizio sanitario nazionale, ai sensi dell’arti- colo 8, comma 3, del decreto-legge n. 34 del 2023;

Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adot- tata nella riunione del 26 luglio 2023;

Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e dei Ministri dell’economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con i Ministri dell’agri- coltura, della sovranità alimentare e delle foreste e della salute;

EMANA
il seguente decreto-legge:

Art. 1.

Disposizioni in materia di integrazioni salariali ordinarie per le imprese del settore edile, lapideo e delle escavazioni in caso di eccezionale emergenza climatica

1. Al fine di fronteggiare eccezionali situazioni cli- matiche, comprese quelle relative a straordinarie ondate di calore, nelle more della definizione di nuove misure emergenziali, per le sospensioni o riduzioni dell’attivi- tà lavorativa effettuate nel periodo dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023, le disposizioni dell’articolo 12, commi 2 e 3, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, non trovano applicazione relativamente agli interventi determinati da eventi oggettivamente non evitabili richie- sti anche dalle imprese di cui all’articolo 10, lettere m), n), e o), del medesimo decreto. A carico delle imprese che presentano domanda di integrazione salariale ai sensi del presente articolo non si applica il contributo addizionale di cui all’articolo 5 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148.

2. Agli oneri derivanti dal comma 1, valutati in 8,6 mi- lioni di euro per l’anno 2023, si provvede mediante corri- spondente riduzione del Fondo sociale per occupazione e formazione di cui all’articolo 18, comma 1, lettera a), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2.

Art. 2.

Disposizioni in materia di integrazione salariale per gli operai agricoli in caso di eccezionale emergenza climatica

1. Al fine di fronteggiare eccezionali situazioni cli- matiche, comprese quelle relative a straordinarie ondate di calore, nelle more della definizione di nuove misure emergenziali, per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa effettuate nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del presente decreto e il 31 dicembre 2023, il trattamento di cui all’articolo 8 della legge 8 ago- sto 1972, n. 457, previsto nei casi di intemperie stagionali, è riconosciuto agli operai agricoli a tempo indeterminato anche in caso di riduzione dell’attività lavorativa pari alla metà dell’orario giornaliero contrattualmente previsto.

2. I periodi di trattamento di cui al comma 1 non sono conteggiati ai fini del raggiungimento della durata mas- sima di novanta giornate all’anno e sono equiparati a pe- riodi lavorativi ai fini del requisito delle 181 giornate di effettivo lavoro, previsti al citato articolo 8.

3. In deroga all’articolo 14 della legge 8 agosto 1972, n. 457, il trattamento di cui ai commi 1 e 2 è concesso dalla sede INPS territorialmente competente ed è erogato direttamente dall’Istituto.

4. Agli oneri derivanti dai commi da 1 a 3, valutati in 1,4 milioni di euro per l’anno 2023, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo sociale per occupa- zione e formazione di cui all’articolo 18, comma 1, lettera a), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, converti- to, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2.

Art. 3.

Linee guida in materia in salute e sicurezza

1. I Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e della salute favoriscono la sottoscrizione di intese tra organiz- zazioni datoriali e sindacali per l’adozione di linee-guida e procedure concordate per l’attuazione delle previsioni di cui al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, a tute- la della salute e sicurezza dei lavoratori che sono esposti alle emergenze climatiche.

2. Le intese di cui al comma 1 possono essere recepite con decreto dei Ministri del lavoro e delle politiche socia- li e della salute.

Art. 4.

Disposizioni in materia di proroga di termini di versamento

1. Il contributo di solidarietà di cui dell’articolo 1, commi da 115 a 119, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, può essere versato entro il 30 novembre 2023, senza applicazione di sanzioni e interessi, per la quota parte corrispondente alla differenza tra l’importo del con- tributo determinato ai sensi dell’articolo 1, comma 116, della legge n. 197 del 2022, e l’importo del contributo che sarebbe stato determinato in applicazione delle dispo- sizioni dell’articolo 5 del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 mag- gio 2023, n. 56, successivamente abrogate.

2. All’articolo 8, comma 3, primo periodo, del decreto- legge 30 marzo 2023, n. 34, convertito, con modificazio- ni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 56, le parole: «31 luglio 2023» sono sostituite dalle seguenti: «30 ottobre 2023».

Art. 5.

Entrata in vigore

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno suc- cessivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 28 luglio 2023

MATTARELLA

TAJANI, il Vicepresidente ex articolo 8, comma 1, del- la legge 23 agosto 1988, n. 400

GIORGETTI, Ministro dell’eco- nomia e delle finanze

CALDERONE, Ministro del la- voro e delle politiche so- ciali

LOLLOBRIGIDA, Ministro dell’agricoltura, della so- vranità alimentare e delle foreste

SCHILLACI, Ministro della sa- lute

Visto, il Guardasigilli: NORDIO

23G00110