Principali dati della scuola – Avvio Anno Scolastico 2023/2024

a cura del Ministero dell’Istruzione e Merito – Direzione generale per i sistemi informativi e la statistica – Ufficio di statistica

Nell’anno scolastico 2023/2024 sono tornati sui banchi 7.194.400 studenti delle scuole statali, distribuiti in 364.069 classi. È disponibile sul sito del MIM l’approfondimento con i primi dati sull’anno appena iniziato.

Nel 2023/2024 le bambine e i bambini della Scuola dell’infanzia sono 809.861 e 2.219.151 quelli della Primaria. Gli studenti della Scuola secondaria di I grado sono 1.533.509 e 2.631.879 ragazzi frequentano la Secondaria di II grado. Di questi ultimi, il 51,4% frequenta un Liceo, il 31,7% un Istituto tecnico, il 16,9% un Istituto professionale.

Expo Aid

Expo Aid, Coordown: “Silenzi sui temi prioritari. Per questo non parteciperemo”
Redattore Sociale del 22/09/2023

Il Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down lancia delle riflessioni in merito all’evento promosso dal ministro per le disabilità, Locatelli. Ma denuncia: “Avremmo voluto che emergessero riflessioni, dubbi, proposte sostenibili di impatto reale sulle condizioni di vita delle persone con disabilità intellettiva e sulle loro famiglie e ne uscisse una sintesi condivisa
 
Mancheranno dei temi prioritari per le persone con disabilità intellettiva e le loro famiglie ad Expo AID, evento promosso dal ministro per le disabilità Alessandra Locatelli.
A sottolinearlo è Coordown, il Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down, secondo cui “la due giorni che si apre domani a Rimini ruota attorno a sei seminari su ambiti della disabilità che escludono però l’analisi e il confronto su questioni problematiche che non possono essere accantonate dal dibattito pubblico e istituzionale”. Da qui la protesta: “CoorDown ha scelto di non partecipare negli spazi ridotti che ci erano stati accordati perché avremmo voluto che emergessero riflessioni, dubbi, proposte sostenibili di impatto reale sulle condizioni di vita delle persone con disabilità intellettiva e sulle loro famiglie e ne uscisse una sintesi condivisa”.

A partire dalla sfida dell’inclusione lavorativa: “Analizzando i paradossi normativi che sono disincentivi al lavoro come le borse lavoro, che continuano ad essere considerate redditi – afferma il Coordinamento -; le formule di affiancamento e accompagnamento al lavoro che sono ancora agli albori; i servizi per l’impiego e le opportunità che soffrono di una disparità territoriale inaccettabile. Le persone con disabilità intellettiva continuano ad essere le più escluse dal mondo del lavoro, tanto da essere assolutamente residuali i loro inserimenti in forza della legge 68/1999 sul collocamento mirato. A questo si aggiunge il macigno della pensione di reversibilità: la persona con disabilità che decide di lavorare in modo ordinario perderà quella tutela previdenziale a meno che non ripieghi su contratti ‘terapeutici’ e a part-time”. 

Continua Coordown: “Mancherà uno spazio dedicato alla sessualità e all’affettività delle persone con disabilità. Come si può programmare la realizzazione del progetto di vita (con quali risorse reali non è dato sapere), ignorando tali aspetti. Davvero si ritiene che un progetto di vita, o anche solo un percorso di autonomia personale, possa funzionare senza considerare e operare sulla componente affettiva e sessuale così centrale per ogni persona? Se non si ricerca la consapevolezza è inutile confidare in possibili azioni educative, informative, di supporto. Danni, conflitti, fallimenti sono inevitabili per l’equilibrio, la maturazione, la transizione alla vita adulta”.

Dichiara Antonella Falugiani, presidente CoorDown: “Lo scorrere del tempo per le persone con disabilità e le loro famiglie è quello che più incide e determina le nostre vite. L’ansia, le istanze, le attese sono tenute a bada da annunci che descrivono imminenti riforme e miglioramenti. Ma il tempo passa, l’esclusione resta, i genitori invecchiano, le persone pure. CoorDown ritiene che non si possano attendere sine die riforme epocali, ma che si possa procedere anche con interventi più ridotti, ma immediati e di reale efficacia. Per le persone e per le famiglie il tempo non è una variabile infinita e non possono accontentarsi di chiacchiere o passerelle. Oggi ribadiamo che c’è tanto su cui confrontarsi, con i tempi e le modalità congrue e secondo concreti spazi di partecipazione, che a Rimini non sono stati resi possibili”. 

“Avremmo voluto che si dedicasse attenzione alla questione della povertà e del rischio di impoverimento delle famiglie con persone con disabilità: quali strategie e quali risorse attivare per contrastare un fenomeno sempre più marginalizzante? Avremmo voluto confrontarci sulle soluzioni per l’abitare delle persone con disabilità e su come promuoverne una reale e diffusa attuazione, superando logiche di co-housing forzoso, di residenzialità inadeguata. E poi ancora avremmo voluto porre anche delle domande alla parte politica: in gran velocità a dicembre è stata approvata una legge delega sulla disabilità, su cui non mancano i coni d’ombra. Né lo schema, né la bozza sono transitati preliminarmente in Osservatorio nazionale sulla disabilità. È questa, ancora una volta, la partecipazione prevista per il mondo associativo?

CoorDown continua il suo lavoro con una forte predisposizione al confronto con qualsiasi attore abbia buona volontà, concretezza, intuizioni e proposte sostenibili, un confronto al di là delle sigle e dei ruoli, ma centrato sulle idee e senza scordare chi siamo e per chi stiamo lavorando. Noi ci siamo”.

Aumenti CCNI per DS

Il Ministero dell’istruzione e del merito, su precisa indicazione del Ministro Giuseppe Valditara, all’interno di una preziosa e fattiva collaborazione istituzionale con il MEF, ha lavorato per fare sì che già nel cedolino di settembre (data di inizio del nuovo anno scolastico) fossero accreditati ai dirigenti scolastici gli stipendi con gli aumenti previsti dal CCNI, firmato in via definitiva nel mese di Luglio, per l’anno scolastico 2023/2024.

Si tratta di una vera novità in quanto per la prima volta dall’introduzione dell’autonomia scolastica, dopo oltre venti anni di ritardi ed inefficienze, il 70% dei dirigenti scolastici (pari a 4.899 unità) percepirà da oggi la retribuzione allineata all’anno di riferimento, ed in gran parte con importi incrementati in misura rilevante, già nel mese di avvio dell’anno scolastico. Il restante 30% dei dirigenti, che hanno avuto un nuovo incarico quest’anno, vedrà l’adeguamento dello stipendio al CCNI a partire dal mese di ottobre.

Concorso dirigenti tecnici, ok dal CSPI. Il bando per 145 posti è imminente

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha fornito un parere favorevole in merito al regolamento del concorso dirigenti tecnici di prossima emanazione.

Il CSPI ritiene indispensabile che il Regolamento definisca sia una procedura di reclutamento rigorosa che consenta di verificare adeguatamente conoscenze e competenze necessarie ai compiti di alto profilo che i vincitori di concorso saranno chiamati a svolgere sia un idoneo percorso di formazione, iniziale e in itinere, attraverso il quale consolidare e aggiornare le competenze disciplinari specifiche riferite ai singoli gradi di scuola dei vincitori di concorso.

Inoltre, sottolinea che quella del dirigente tecnico è una figura di fondamentale importanza nel supporto qualificato alle autonomie scolastiche ed esprime pertanto apprezzamento per l’avvio delle procedure di reclutamento, tenuto conto della carenza di organico che ha caratterizzato in particolare l’ultimo decennio, come già evidenziato nel precedente parere sul decreto ministeriale relativo alle modalità di esercizio della funzione ispettiva.

In base al nuovo Regolamento chi supererà il concorso intraprenderà un percorso formativo presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Si tratta di un punto di incontro tra le regole per l’accesso alla dirigenza pubblica e quelle specifiche dell’area istruzione e ricerca.

Il documento prevede l’apertura di un concorso per 145 posti, con l’obiettivo di coprire tutti i posti vacanti nella dotazione organica. L’innovazione principale riguarda l’abolizione della suddivisione tra settori e sottosettori, spostando il dirigente tecnico verso un profilo più generalista. L’accesso è previsto per dirigenti scolastici e docenti di ruolo con almeno dieci anni di anzianità.

In caso di un alto numero di domande, verrà attivata una fase preselettiva. La selezione avverrà tramite 60 quesiti a risposta multipla, spaziando da argomenti come pedagogia e diritto fino a ragionamento logico e lingua inglese.

Infine, i candidati selezionati affronteranno due prove scritte e una orale. Queste saranno determinanti per la loro ammissione come dirigente tecnico, sottolineando l’importanza di una preparazione completa e multidisciplinare.

Riepilogo prove

– una prova scritta su tutte le aree oggetto del concorso, articolata in 7 quesiti a risposta aperta (punteggio minimo 49; punteggio massimo 70)

– una prova pratica consistente in una soluzione di caso (punteggio minimo 49; punteggio massimo 70)

– una prova orale (punteggio minimo 42; punteggio massimo 60)

PARERE CSPI

Carta docente, il 27 settembre sarà disponibile per i docenti di ruolo e gli esercenti

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Sul sito del Ministero dedicato alla Carta del docente è pubblicato il seguente avviso:

  • La nuova edizione di Carta del Docente (a. s. 2023/2024) aprirà il 27 settembre alle ore 15.00 per i soli docenti di ruolo e per gli esercenti.
  • Al momento dell’accesso non risulteranno attribuite al borsellino del docente le annualità pregresse riconosciute a seguito di sentenza.

Quindi, per il momento, l’attivazione del bonus 500 euro per l’autoformazione e l’aggiornamento interesserà esclusivamente i docenti con contratto a tempo indeterminato. Esclusi gli insegnanti con contratto di supplenza fino al 31 agosto, come previsto dal Decreto Salva Infrazioni.

Regole Covid settembre 2023, mascherine e DaD a scuola? Risponde il direttore Vaia

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

La scuola è iniziata da qualche settimana ed è ritornato al centro della discussioni il numero crescente, ma non preoccupante, dei contagiati da Covid.

Venerdì 8 settembre è stata pubblicata una nuova circolare Covid dal Ministero della Salute a firma del direttore della prevenzione Francesco Vaia.

Il direttore fa chiarezza sulle norme da seguire in questo particolare momento storico: “Bisogna evitare assolutamente il ritorno alle mascherine e alla Dad e per fare questo abbiamo istituito un tavolo interdisciplinare per verificare insieme quali misure adottare per dare serenità ai ragazzi, al corpo docente e non docente e ai familiari a casa”.

E continua: “Dai primi dati in nostro possesso rileviamo un aumento abbastanza contenuto dei contagi ben al di sotto sia in termini percentuali che assoluti di quanto alcuni temevano”.

Positivo al Covid, cosa fare a scuola o al lavoro? Le risposte del Ministero della Salute

Per quanto riguarda la scuola, ecco una serie di domande e risposte direttamente dal Ministero della Salute.

Ci sono prescrizioni per il nuovo anno scolastico?

Nessuna prescrizione. Caduto l’obbligo di mascherina, niente più distanziamento tra i banchi né tantomeno obbligo vaccinale per insegnanti e personale scolastico.

Se si è positivi si può andare al lavoro o a scuola?

In entrambi i casi è decaduto l’obbligo di isolamento, quindi in teoria i positivi possono andare al lavoro o a scuola, ma come per qualsiasi altra malattia contagiosa la raccomandazione è di rimanere a casa. E il certificato del medico curante, sulla scorta del tampone positivo, giustifica l’assenza.

LEGGI IL CONTENUTO DELLA CIRCOLARE

In particolare, il documento contiene delle indicazioni per l’accesso in Pronto Soccorso e accesso per ricovero nelle strutture sanitarie, accesso alle strutture residenziali sanitarie e socio-sanitarie e misure di igiene e di protezione personale.

Per quanto riguarda gli accessi a ospedali, pronto soccorso e rsa, chi manifesta sintomi riconducibili al Covid è soggetto a tampone obbligatorio. Diversamente, gli asintomatici non hanno nessun obbligo.

Sport a scuola: Senato approva ddl. Tornano i Giochi della gioventù

da Tuttoscuola

Approvato all’unanimità dal Senato il ddl per la promozione della pratica sportiva nelle scuole e per l’istituzione dei nuovi giochi della gioventù. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera. Obiettivo è la promozione della formazione sportiva come strumento di apprendimento cognitivo, formativo, relazionale e di socializzazione. Tra le novità previste dal ddl l’istituzione dei nuovi giochi della gioventù che saranno avviati in forma sperimentale per l’anno scolastico 2024-2025.

Secondo quanto prevede il ddl, per l’avviamento alle discipline sportive degli studenti a partire dalla scuola primaria e fino all’ultimo anno della scuola secondaria gli istituti scolastici, nell’ambito della propria autonomia, possono collegarsi in rete con il coordinamento degli enti locali territorialmente competenti, per la stipula di protocolli annuali o pluriennali con gli organismi sportivi per la realizzazione di corsi di avviamento e perfezionamento alle discipline sportive. Infine previste misure anche per la prevenzione sanitaria e l’individuazione della copertura degli oneri finanziari.

La promozione e l’organizzazione dei Giochi sono affidate al Ministero dell’istruzione insieme ai dipartimenti per lo sport e per le politiche in favore di persone con disabilità. Lo svolgimento viene coordinato dalla Commissione organizzatrice nazionale, che ha il compito di redigere i regolamenti annuali per lo svolgimento e di individuarne le sedi, d’intesa con le Commissioni organizzatrici regionali.

 “Oggi scriviamo una bella pagina per la scuola: approvato all’unanimità in Senato il ddl della Lega sulla promozione della pratica sportiva nelle scuole e sull’istituzione dei Nuovi Giochi della Gioventù. Lo sport ha un ruolo essenziale per la salute, la formazione individuale e lo spirito partecipativo, e permette ai nostri ragazzi di esprimere le loro attitudini e la loro personalità. La reintroduzione dei Giochi rappresenta il modo migliore per educare i giovani ai valori dello sport, al rispetto dell’istituzione scolastica come luogo di crescita e al senso civico. Un coinvolgente strumento di socialità per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado“. Così commentano in una nota i senatori Massimiliano Romeo e Roberto Marti, rispettivamente capogruppo Lega e presidente della commissione Istruzione e Sport a Palazzo Madama.

Palestre nelle scuole: quell’errore presente nel PNRR

da Tuttoscuola

Il fatto che il PNRR abbia investito notevoli risorse per nuove palestre nelle scuole evidenzia l’importanza del binomio strutture e docenti specializzati: non solo personale ad hoc, dunque, ma anche spazi idonei per ospitare in modo efficiente la nuova educazione motoria per la quale il PNRR ha evidenziato la finalità: “L’obiettivo è quello di potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie. Infatti, è importante valorizzare, anche attraverso l’affiancamento di tutor sportivi scolastici, le competenze legate all’attività motoria e sportiva nella scuola primaria, per le loro valenze trasversali e per la promozione di stili di vita salutari, al fine di contrastare la dispersione scolastica, garantire l’inclusione sociale, favorire lo star bene con sé stessi e con gli altri, scoprire e orientare le attitudini personali, per il pieno sviluppo del potenziale di ciascun individuo”.

Tuttoscuola aveva già evidenziato l’anno scorso la grave carenza di strutture adeguate ad accogliere la nuova educazione motoria, rilevando anche il clamoroso errore di calcolo dei tecnici che nel PNRR avevano affermato che “Secondo i dati dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica il 17,1 per cento delle sole scuole del primo ciclo non dispone di palestre o strutture sportive”.

L’errore era rappresentato dall’avere rilevato la presenza di palestre soltanto per gli istituti principali (sede dell’istituzione scolastica), anziché sui singoli plessi scolastici (numerosi per la scuola primaria) dove si svolgono le lezioni, comprese le attività di educazione motoria.

Sport a scuola: in 3 scuole primarie su 5 non c’è la palestra

da Tuttoscuola

A breve migliaia di candidati affronteranno le prove del concorso che permetterà loro di diventare docenti di educazione motoria e insegnare nelle scuole primarie. Scuole che in molti, troppi casi, non sono dotate di una palestra. Tuttoscuola fa il punto della situazione analizzando i dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica. In Calabria e in Sicilia l’80% delle scuole primarie sono prive di palestra.

Approvato all’unanimità dal Senato il ddl per la promozione della pratica sportiva nelle scuole e per l’istituzione dei nuovi giochi della gioventù. Un provvedimento meritorio e lungamente atteso che non cancella, però, un problema strutturale che tocca soprattutto gli alunni più piccoli. Sono infatti in arrivo i docenti di educazione motoria alla scuola primaria, ma molti di loro non troveranno una palestra in cui insegnare. Partito il concorso per assumere 1.740 insegnanti di educazione motoria nella scuola primaria, in questi giorni altrettanti supplenti stanno infatti svolgendo attività per la prima volta anche nelle quarte classi, oltre che nelle quinte, come l’anno scorso. Ma dove svolgono la loro attività? In quali palestre o strutture sportive?

Tuttoscuola ha esaminato la situazione dei 12.493 edifici scolastici che ospitano scuole primarie e censiti nell’anagrafe aggiornata dell’edilizia scolastica e, tra i diversi gap che segnano l’inizio di questo nuovo anno scolastico, purtroppo si aggiunge anche la mancanza di palestre.

Secondo l’analisi di Tuttoscuola, dunque, il 41,9% degli edifici esaminati (esattamente 5.219) dispone di palestra: praticamente ne sono dotati 2 edifici ogni 5, con la conseguenza che 3 edifici su 5 (58,1%, pari a 7.230) ne sono privi.

In Puglia è dotato di palestra il 62,1% degli edifici scolastici che ospitano scuole primarie; in Liguria il 58,1%, in Toscana il 55,4%, in Lombardia il 50,8%, in Sardegna il 50%, in Veneto il 48,5% e in Molise il 42,6%. Nelle restanti regioni la percentuale di edifici scolastici con percentuali di palestre presenti è sotto la media nazionale del 41,9%.

In fondo a questa non invidiabile graduatoria di edifici dotati di palestra vi sono quelli della Calabria e della Sicilia rispettivamente con il 18,8% e il 22,6%. Per loro il rovescio della medaglia corrisponde alla mancanza di palestra nell’81,2% in Calabria e nel 77,4% in Sicilia.

Alla luce di questi dati, è doverosa una domanda: dove svolgono educazione motoria gli scolari delle scuole primarie presenti nei 7.230 edifici scolastici privi di palestra?
Alcuni potranno avvalersi di una struttura vicina utilizzata da una scuola secondaria o in un plesso scolastico distaccato. Ma tutti gli altri?
Dovranno arrangiarsi e adattarsi a svolgere educazione motoria (due ore tutte le settimane) in locali di fortuna o in classe.