Scuola, sciopero flop?

Scuola, sciopero flop? Valditara non tollera dissenso

Roma, 21 novembra 2023 – “È grave che un ministro della Repubblica insulti ripetutamente lavoratrici e lavoratori che hanno scelto di rinunciare allo stipendio di una giornata di lavoro per chiedere salari dignitosi, stabilizzazione dei precari, investimenti, non privatizzazione della scuola pubblica edire un secco NO all’autonomia all’autonomia differenziata”. Così Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL.

“Le piazze in tutto il paese hanno democraticamente manifestato il dissenso verso la manovra di bilancio e le riforme che investono i nostri settori. Spiace constatare che ciò crei insofferenza e un certo nervosismo nel Ministro. Sappia che noi non ci fermeremo e andremo avanti per difendere la scuola pubblica e chi vi lavora”, conclude Fracassi.

Empatia, voce del verbo insegnare

Empatia, voce del verbo insegnare

di Laura Bertocchi

L’empatia è, dizionario alla mano, “la capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro”. In altre parole possiamo definirla come la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, di sperimentare i sentimenti degli altri e di parteciparvi da un punto di vista emotivo-affettivo.

Questa dote, che ai profani può apparire trascurabile in ambito educativo, è in realtà fondamentale per stabile e mantenere un rapporto con gli studenti, in quanto aiuta a comprenderne gli stati d’animo, a prevederne le reazioni e, infine, a gestire adeguatamente anche le situazioni più difficili. La rilevanza educativa dell’empatia consiste nel fatto che “fa superare all’educatore ogni forma di rapporto con l’educando di tipo astratto, oggettivistico, di conseguenza pericolosamente autoritario.”

Nel corso degli anni Cinquanta del Novecento, Maslow, psicologo comportamentista statunitense, ha sviluppato una teoria dei bisogni di ogni essere umano e, attraverso la sua famosa piramide,li ha classificati secondo differenti livelli, dai bisogni di base, la cui mancata soddisfazione può compromettere la vita, a bisogni progressivamente più complessi. E tra questi troviamo la necessità di dare un senso alle nostre azioni e trovare una ragione in ciò che facciamo . 

È evidente che sentirsi costretti a fare qualcosa senza vederne lo scopo costituisce un forte ostacolo alla motivazione e all’impegno. È compito del docente aiutare i propri studenti a trovare la ragione dell’alzarsi ogni mattina per recarsi in un’aula ad ascoltare per -mediamente – trenta ore la settimana degli insegnanti che spiegano, talvolta argomenti che toccano e coinvolgono i ragazzi ma, più spesso, temi che non suscitano il loro interesse.  

Per gli studenti delle scuole secondarie, le indagini più recentimettono in evidenza la necessità di trattare durante le lezioni questioni legate all’attualità e tematiche più concrete – questioni legate al genere, al rispetto delle minoranze, ai temi di Educazione Civica, solo per citare alcuni esempi – che abbiano dunque un riscontro nella vita di tutti i giorni, con conoscenze ancorate al quotidiano. 

Se dare un senso al proprio agire è indispensabile per gli studenti più grandi, per gli alunni delle scuole dell’infanzia e della primaria può essere più complesso. Per loro è indispensabiletrovare modalità e strategie che rendano più piacevole l’apprendimento, anche e soprattutto quando questo rischia di essere vissuto come costrizione. 

Dismettere i panni del docente e indossare quelli dei propri allievi può dunque rivelarsi essenziale per comprenderne gli stati d’animo, prevederne le reazioni, intercettare i segnali che potrebbero innescare una crisi. Infatti “l’empatia va considerata come un fattore importante nello sviluppo delle capacità di porsi in relazione con gli altri per le sue evidenti relazioni con lo sviluppo dei comportamenti prosociali o altruistici, con la comprensione delle emozioni, con il prospective taking, cioè con la capacità (…) di assumere la prospettiva di un’altra persona”, tutte capacità che assumono un’importanza fondamentale nel lavoro di chi si prende cura degli altri, come i docenti che si prendono cura dei processi di apprendimento e di socializzazione degli studenti.

Ma quali sono gli atteggiamenti – le posture diciamo oggi – che i docenti assumono e che gli studenti leggono come segnali di apertura, interesse, empatia – appunto – nei loro confronti? Non solo ciò che l’insegnante dice, ma il “come” lo dice è altrettanto importante, se non addirittura più importante, perché è risaputo che siamo prima visti e poi ascoltati e siamo più visti che ascoltati. Il paraverbale dunque assume un ruolo essenziale nell’approccio empatico verso lo studente.

Il primo assioma della comunicazione, secondo Watzlawick, è che non si può non comunicare. La non comunicazione è impossibile, perché qualsiasi comportamento comunica qualcosa ed è impossibile avere un non-comportamento. Comunichiamo continuamente dunque, più o meno consapevolmente, e per raggiungere scopi diversi, spiega Jakobson, teorizzando sei funzioni. Quelle riferibili all’empatia che il docente può mostrare nei confronti del discente riguardano i due interlocutori:

a. La funzione emotiva è riferita all’emittente ed è quella nella quale si esprimono gli stati d’animo, anche attraverso la modulazione della voce, che può rendere più vivido il sentimento provato;

b. La funzione conativa, riferita al destinatario, ha l’intento diinfluire sul proprio interlocutore, suscitando in lui emozioni che lo persuadano ad agire o pensare in un determinato modo. Questa funzione può anche essere attuata senza che l’attore ne abbia davvero consapevolezza. 

Costitutiva della relazione empatica è dunque la dimensione relazionale della comunicazione, area del dialogo e dello scambio interattivo con l’altro. In questo incontro non vengono scambiate solo parole, ma anche emozioni, gesti e sentimenti. Le funzioni del docente in questa relazione sono positive e fungono da facilitatori nell’instaurarsi di una relazione di ascolto e comprensione. Il docente, dunque, non dispone né moralizza, ma chiarisce, dimostra, stimola, apprezza, offre supporto ed aiuto, loda, mostra sollecitudine, interpreta e riconosce un proprio errore. 

Il comportamento verbale del docente è evidentemente di apertura nei confronti dello studente, di ascolto e comprensione.

Come è noto però non si comunica solo con la voce, ma con l’intero corpo; è dunque importante mostrare coerenza e corrispondenza tra gli atteggiamenti e gli intenti comunicativi. 

Fondamentale è l’aspetto paraverbale, cioè il modo con cui qualcosa viene detto. 

Le principali qualità vocali che caratterizzano il tono di un discorso sono l’altezza (acuta o grave); il timbro (che può essere, a titolo esemplificativo, squillante, graffiante, freddo, penetrante…); la velocità di eloquio; il ritmo (che riguarda l’alternanza delle velocità in un discorso) e l’intensità (che permette di distinguere i suoni deboli da quelli forti). 

L’altezza e il timbro ci appartengono per natura e sono difficilmente modificabili. Nell’interlocutore possono suscitare sentimenti, talvolta fastidio ma, generalmente, non esprimono le emozioni e gli atteggiamenti di chi parla. Queste peculiarità consentono piuttosto di distinguere e riconoscere una voce tra mille altre. 

Le caratteristiche note, invece, con il nome di “colore”, oltre a suscitare la reazione dell’interlocutore, sono riconosciute come rivelatrici di sentimenti ed emozioni di colui che parla. Pensiamo al ritmo: la velocità di elocuzione è certamente influenzata dalle inclinazioni, dalla storia personale e dal contesto culturale. Generalmente noi italiani abbiamo un comportamento “logorroico”, poiché abbiamo orrore del silenzio, che cerchiamo di riempire in ogni modo. Al di là di queste considerazioni interculturali, comunque, lo stato emotivo gioca qui un termine fondamentale. Parlare troppo rapidamente è abitualmente indice di apprensione, ansia, imbarazzo… tutte sensazioni che mal si sposano con l’intento di mostrare ascolto e comprensione nei confronti di uno studente. Viceversa, una parlata lenta può suscitare calma, tranquillità, predisporre all’ascolto e al confronto. 

Adattare il ritmo al discorso è quindi molto importante e modularne l’andamento consente di far passare intenzioni diverse, catturare e mantenere l’attenzione dell’altro. Le pause, inoltre, consentono all’interlocutore di inserirsi nel discorso che, in questo modo, diventa collaborazione, co-costruzione, comprensione. 

Altrettanto importante nella comunicazione è l’intensità della voce, intesa anche come volume, che si deve adattare al contesto e alle circostanze. Se in un’aula una voce forte richiama l’attenzione, incita e esorta, in un dialogo a due può diventare prevaricatrice e aggressiva. D’altro canto, il volume utilizzato per una confidenza non è adeguato alla gestione di una lezione in un’aula piena. Una voce troppo bassa rischia di perdersi e mostra indifferenza alle esigenze di studenti che necessitano di sentire con chiarezza quanto viene detto dal docente. 

Se poi analizziamo il non verbale sono numerosi gli atteggiamenti che meritano una riflessione.

Innanzitutto, il contatto fisico. È una delle forme più comuni di comunicazione e l’interpretazione che si dà varia molto a seconda delle circostanze, dell’età e del genere degli attori, della cultura di appartenenza. Ci sono situazioni nelle quali il contatto fisico può favorire l’avvicinamento tra le persone e trasmettere vicinanzaemotiva, solidarietà, comprensione. D’altro canto, può essere percepito anche come violenza e intrusione nel proprio spazio personale. La sensibilità nel leggere le evidenze e ciò che si cela tra le righe è essenziale per capire l’opportunità o meno di un contatto fisico. Ciò vale naturalmente anche per la prossimità, cioè la distanza tra i due interlocutori. Entrare nello spazio dell’altro, quando dall’altro siamo accolti, favorisce l’instaurarsi di una certa sintonia. 

Guardarsi poi ha un enorme significato a livello emotivo: “l’incontro tra due paia di occhi rappresenta la modalità primaria fondamentale che favorisce l’incontro interpersonale”. Lo sguardo non è indagatorio, accusatorio o di sfida, ma è uno sguardo intenso, sincero, aperto e mai sfuggente. Il sorriso, aperto o appena accennato, a seconda delle circostanze, è un invio ad aprirsi e a fidarsi. 

È tutto il corpo, dunque, a comunicare la nostra disponibilità all’ascolto. La postura – in una dimensione empatica – non rimanda messaggi di chiusura, come le braccia conserte o la testa ripiegata, non si mostra prevaricatrice, ma è rilassata, protesa verso l’altro, pur nel rispetto dei suoi tempi e dei suoi spazi. I gesti devono essere coerenti con questa apertura. 

Naturalmente il controllo costante e completo dei nostri atteggiamenti è praticamente impossibile. È molto importante però essere consapevoli che determinate posture comunicano chiusura e posizioni rigide, di scarso ascolto nei confronti dell’altro, in questo caso dello studente. Affinché gli studenti comprendano la disponibilità al dialogo da parte dei docenti, non è sufficiente che questa venga esplicitata, ma è necessario che traspaia dalle parole e dai modi dell’insegnante, coerenti con le intenzioni dichiarate. 

Il dialogo educativo è complesso, non sempre facile o lineare. Ècostituito da tappe, da passi in avanti e rapidi passi indietro,perché è dialogo intergenerazionale, tra ruoli diversi e in circostanze in continua mutazione. Naturalmente non è la singola postura a trasmettere scarsa disponibilità, ma l’insieme dei diversi atteggiamenti. Ciò che è imprescindibile è il sincero interesse del docente nei confronti dello studente, la vera disponibilità ad ascoltare, che è molto di più del sentire. 

L’empatia, la disponibilità ad aprirsi all’altro è impegnativa, richiede costanza e fatica, perché chiede di mettere in discussione i propri pregiudizi, i propri preconcetti e, talvolta, anche i propri valori. D’altro canto, può essere fonte di grandi scoperte, perché l’altro ha sempre le sue ragioni, sebbene possano essere diverse dalle nostre e talvolta incomprensibili. 

“Il bambino e il maestro” è un corto nel quale si vede un docente di scuola elementare punire un bambino perché arriva sempre in ritardo. Una mattina, recandosi a scuola, il maestro vede il suo alunno accompagnare il fratello sulla sedia a rotelle in un’altra scuola e poi correre per arrivare nella sua aula e, come ogni giorno, arrivare in ritardo. A quel punto il maestro chiede perdono e stringe a sé l’alunno. 

Dietro ad ogni comportamento ci sono ragioni che chiedono di essere viste e ascoltate. Talvolta possiamo non capirle o non condividerle, ma è indispensabile conoscerle per darci, e dare all’altro, la possibilità di accettarle.

Nelle scuole già 24 episodi di crolli a partire da settembre. Edilizia scolatica, è ancora allarme

da Il Sole 24 Ore

L’indagine conferma il consueto quadro negativo: il 47% degli edifici degli istituti sono stati costruiti prima del 1976, e solo l’11% è progettato secondo la normativa antisismica
di Redazione scuola

Già 24, da settembre a oggi, gli episodi di crolli nelle scuole italiane: lo rivelano i dati di Cittadinanzattiva. I crolli ed episodi di vario genere che «mostrano lo stato di insicurezza delle nostre scuole» sono stati analizzati in vista della Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole del 22 novembre. I dati sono oltre la media di circa 7 al mese registrati nell’anno scolastico scorso, quando Cittadinanzattiva ne aveva censiti 61 in nove mesi.

Un docente su tre segnala infiltrazioni, uno su quattro crepe

Un docente su 3 segnala infiltrazioni nella propria scuola e 1 su 4 la presenza di crepe. Lo dicono i dati di Cittadinanzattiva sul tema della sicurezza scolastica, che saranno presentati domani (21 novembre) in vista della Giornata sulla sicurezza nelle scuole del 22 novembre, contenuti nel rapporto di settembre 2023. Nello specifico un terzo dei 588 docenti e dirigenti intervistati da Cittadinanzattiva ha segnalato situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza della propria scuola. Gran parte degli edifici presenta, secondo questi docenti, tracce di umidità (42%) e infiltrazioni di acqua (33%), insieme a distacchi di intonaco (36%) o crepe (23%).

Il 21,4% degli edifici in aree di pericolosità idraulica

Il 21,4% delle scuole italiane si trova in aree a pericolosità/probabilità elevata per quanto riguarda il rischio idrogeologico e idraulico. I dati sono un’elaborazione Soluxioni srl su open data del ministero. Tra queste scuole, il 3,1% (1.420 strutture) si trova in aree a pericolosità/probabilità elevata, il 6,2% (2854) in zone a pericolosità/probabilità media e il 9,6% (4.372) in situazione di pericolosità/probabilità bassa. In totale si parla di 1944 scuole in Emilia Romagna, 1745 in Toscana, 1163 in Lombardia, 1136 in Veneto, frequentate da circa 1.550.000 studenti, dice Cittadinanzattiva.

Il 47% delle strutture costruite prima del 1976

Il 47% degli edifici delle scuole italiane sono stati costruiti prima del 1976, e solo l’11% è progettato secondo la normativa antisismica. Solo sul 3% degli edifici sono stati effettuati interventi di adeguamento e miglioramento sismici. Secondo i dati della Protezione Civile, aggiornati al febbraio 2022, in tema di rischio antisismico nelle scuole, analizzati sempre da Cittadinanzattiva, il fondo per gli interventi straordinari ha finanziato 225 interventi in totale. In gran parte si tratta di interventi di adeguamento strutturale e antisismico: 195 edifici (86,7%). Vi sono poi 29 nuove costruzioni e il miglioramento di un edificio sottoposto a vincolo.


Studente-atleta di alto livello, proroga al 31 gennaio 2024 per le adesioni

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Posticipata al 31 gennaio la data di scadenza di adesione al progetto didattico sperimentale Studente-atleta di alto livello per l’anno scolastico 2023/2024.

L’ha comunicato il Ministero, con nota del 20 novembre.

L’adesione da parte delle istituzioni scolastiche dovrà avvenire tramite la piattaforma dedicata https://www.progettostudentiatleti.it/.

Il MIM ricorda che resta ferma la necessità di assicurare il tempestivo avvio delle misure di personalizzazione della didattica per gli studenti atleti individuati e che una volta inoltrata la domanda del singolo studente-atleta alla sperimentazione, l’Istituzione scolastica può dare avvio al Percorso Formativo Personalizzato (PFP), pur in attesa della comunicazione di validazione.

Educazione stradale, adesioni entro il 20 novembre 2023 al progetto EDUSTRADA

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Sulla Piattaforma Nazionale per l’Educazione Stradale del Ministero dell’istruzione e del merito www.edustrada.it è disponibile l’offerta formativa gratuita per l’a.s. 2023/24 a disposizione delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, statali e paritarie.

Le iscrizioni ai progetti didattici sono aperte fino al 20 novembre 2023 e verranno automaticamente trasmesse agli Enti che offrono la formazione gratuita, vale a dire Polizia Stradale, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Dipartimento di Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma, Automobile Club d’Italia, Fondazione ANIA, Federazione Ciclistica Italiana, Federazione Motociclistica Italiana. Questi Enti, in base alla propria disponibilità e organizzazione territoriale, programmeranno le modalità di erogazione e contatteranno, in ordine di iscrizione, le scuole partecipanti durante l’anno scolastico.

I docenti interessati dovranno registrarsi personalmente, con la propria mail, alla piattaforma Edustrada e provvedere all’iscrizione del gruppo classe al progetto di interesse presente nella sezione “Offerta formativa”. I docenti possono iscriversi solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione del Dirigente scolastico del proprio Istituto. Durante la formazione è obbligatoria la presenza dei docenti in classe.

Sulla stessa piattaforma è presente anche il progetto ICARO, la campagna sulla sicurezza stradale promossa dalla Polizia stradale, che prevede per le scuole la possibilità di partecipare ad incontri formativi in presenza presso l’istituto o in modalità webinar, erogati da tutor, debitamente formati, della Polizia stradale e del MIT. La formazione è rivolta agli studenti delle scuole secondarie di primo grado (III Media) e alle scuole secondarie di secondo grado di tutte le province italiane. Al progetto ICARO è inoltre abbinato un concorso, rivolto alle istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado, il cui termine di partecipazione è fissato al 15 aprile 2024.

LA NOTA

Iniziativa Agenda Sud

Con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito 30 agosto 2023, n. 176, è stato avviato il progetto “Agenda SUD”, rivolto alle scuole statali primarie, secondarie di primo e di secondo grado delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Gli interventi dell’Agenda Sud sono finalizzati al superamento dei divari negli apprendimenti tra Nord e Sud Italia, garantendo pari opportunità d’istruzione alle studentesse e agli studenti su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo principale consiste nel contrasto alla dispersione scolastica, a partire dalla scuola primaria, con interventi mirati sulle scuole del Mezzogiorno.Il Piano avrà durata biennale, a.s. 2023/2024 e a.s. 2024/2025, ed è finanziato in parte a valere sulle risorse del PNRR, in parte su quelle del PON “Per la scuola” 2014-2020 e del PN “Scuola e competenze” 2021-2027.

In particolare, quanto al presente avviso, il PON Scuola 2014-2020 finanzia i progetti delle scuole statali primarie per l’anno scolastico 2023/2024.

Procedure e norme

Adesione all’iniziativa Agenda Sud

(Prot. 134894 del 21 novembre 2023)

Decreto Ministeriale n. 176 del 30 agosto 2023

(Pubblicazione del 30 agosto 2023)

Manuali

Manuale Operativo Avviso

(Pubblicazione del 21 novembre 2023)

Nota 21 novembre 2023, AOODGSIP 4969

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico
Ufficio II

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
Al Dipartimento istruzione – Provincia Autonoma di Trento
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca – Bolzano
All’Intendenza Scolastica per le Località Ladine – Bolzano
Alla Sovrintendenza agli studi per la Regione Valle d’Aosta
e, per il Loro tramite Ai Dirigenti di tutte le Istituzioni scolastiche statali e paritarie di secondo grado

Oggetto: Progetto Memo. Merito e Mobilità Sociale della Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna di Pisa- Selezione a.s. 2023/2024

Nota 21 novembre 2023, AOODGRUF 32361

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie -Ufficio VII

A tutte le istituzioni scolastiche ed educative statali
e, p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali
Al Ministero dell’economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato – Ispettorato Generale di Finanza (IGF)
Ai revisori dei conti per il tramite dell’istituzione scolastica

Oggetto: Predisposizione e approvazione del programma annuale 2024 ai sensi dell’art. 5 del D.I. 28/08/2018, n. 129 “Regolamento recante istruzioni generali sulla gestione amministrativo contabile delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’articolo 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n. 107” (di seguito, anche “DI n. 129/2018”).