E. Viola, Voltare pagina

Ester Viola, un’opera d’amore

di Antonio Stanca

   È appena uscito, presso Einaudi, Voltare pagina (Dieci libri per sopravvivere all’amore) di Ester Viola. La scrittrice è nata a Morbegno, Sondrio, nel 1978. È laureata in legge, collabora con “Il Foglio”, ha una posta del cuore su “iO Donna” e la newsletter “Ultraviolet”. Con Einaudi ha pubblicato altre opere che come quest’ultima e come l’altra attività su riviste riguardano, affrontano, discutono problemi legati al rapporto amoroso, a quanto succede, si crea tra l’uomo e la donna prima e dopo il matrimonio, da giovani e da adulti, da innamorati e da traditi, da uniti e da separati. Indaga la Viola nella sua narrativa, nella sua saggistica, sul fenomeno dell’incontro che avviene, del rapporto che s’instaura tra maschio e femmina, dell’unione che si verifica e della rottura che può giungere. È un argomento tra i più attuali vista l’estensione che è andata assumendo la crisi della coppia. Ma è anche un argomento che ha fatto parte di molta letteratura. Di esso hanno scritto autori soprattutto moderni e a loro si richiama la scrittrice nel libro. Non è un romanzo, è una serie di dieci racconti dedicati ognuno ad un particolare caso di vita femminile, alla particolare situazione nella quale sono venute a trovarsi tante donne. La loro età è compresa tra i trenta e i quarant’anni, i loro luoghi di provenienza sono tra i più diversi e così le loro origini, le loro famiglie, le loro condizioni materiali e morali, fisiche e spirituali. Milano diventa, nell’opera, la città dove tutte convergono, e uno dei suoi noti uffici legali il luogo dove tutte vanno a dire del loro problema. Ad accoglierle, ascoltarle è una donna avvocato che qui lavora e che ha il compito di registrare quanto le viene riferito e prepararlo, trasmetterlo ad avvocati superiori, giudici, perché sia valutato per eventuali cause di separazione, divorzio o altro. Di quella donna avvocato sarà la voce narrante, da lei si saprà delle dieci protagoniste dell’opera, delle loro vicende, di quale è stata la loro vita, di dove si è svolta, dell’uomo col quale si sono sposate, della famiglia, dei figli, del lavoro, di tutto e di come sono giunte alla separazione. Tutte vi sono giunte e per tutte c’è stata una causa anche se molte volte si è verificato un nuovo incontro, una riappacificazione finale e duratura. A suscitarla, suggerirla, compierla ogni volta è stata la lettura di un libro che si addiceva al caso in questione. Ad ognuna delle donne in crisi la Viola fa consigliare dalla donna avvocato che le riceve e le ascolta un libro dove si dice di una storia simile alla loro. Sono libri di autori famosi, fanno parte della letteratura moderna ma ci sono anche classici. Nonostante la diffidenza iniziale di quelle donne succederà che dopo la lettura riescano ad iniziare con una maniera utile alla soluzione del loro problema. Un rapporto, un riflesso, una combinazione tra letteratura e vita, una correlazione, un’interdipendenza, vuole instaurare la Viola, dimostrare vuole quanto possano servire il pensiero di un autore, la trama di un romanzo, le parole di un suo personaggio, i versi di un componimento poetico, come possano convertire certe situazioni, riportare l’amore, il bene dove si era giunti all’odio, al male.

   Molto originale va detto di questo libro, molto abile si rivela la scrittrice nella rappresentazione, nella valutazione dei casi femminili mostrati, molto sicura nelle considerazioni, nei collegamenti. Data l’attualità, la frequenza del problema trattato queste opere meriterebbero un’ampia diffusione. La loro è una funzione altamente educativa. Quello della crisi, della fine, del recupero dell’amore è un problema ormai diffuso per il quale poco si riesce a fare. Viola non si è arresa, ha creduto possibile una soluzione!

S. Tau, Carbonara in divisa

La storia di una comunità municipale attraverso i suoi militi e le loro storie

di Carlo De Nitti

Non occorre scomodare la celeberrima lirica di Bertoldt Brecht (1898 – 1956), Domande di un lettore operaio, che tematizza l’assenza delle masse dalla ricerca storica e neppure la scuola storica francese nata intorno alla rivista fondata nel 1929 Annales d’histoire économique et sociale – da Marc Bloch e Lucien Fèbvre in poi – per rimarcare l’importanza della ricostruzione delle storie delle comunità locali, la storia che va a scavare nel quotidiano delle vite degli uomini, delle donne, dei bambini, delle abitudini, delle mentalità, contrapposta alla storiografia tradizionale, quella dell’histoire événementielle.

La storia locale è quel luogo in cui si verifica – e può essere inverata o smentita – la storia che si studia a scuola sui manuali, quella politica, economica, religiosa che, di solito, ha per protagonisti i personaggi importanti oppure le élites. La storia locale quella che hanno vissuto i nostri padri e le nostre madri, i nostri nonni e le nostre nonne, ma anche noi attraverso i loro racconti, i loro aneddoti di vicende storiche vissute.

Anche noi, contemporanei, abbiamo vissuto e viviamo momenti storici che si trovano/troveranno sui libri: chi scrive queste righe aveva diciassette anni quando è stato la stagione del terrorismo raggiunse il suo picco con l’uccisione dell’on. Aldo Moro, ne aveva ventinove quando è caduto, dopo ventisette anni dalla sua costruzione, il muro di Berlino.

Ancora una volta, l’appassionato ricercatore di storia locale Salvatore Tau regala ai suoi concittadini – ed a tutti i lettori che si trovano extra moenia –  un volume che lumeggia la storia del suo paese (oggi parte del Municipio 4 di Bari): Carbonara in divisa in tempo di guerra e di pace, recentemente pubblicato dall’Associazione Culturale “Le Tre Lanterne”, presso le edizioni Joyprint.

Dopo aver ricostruito, in tre diversi volumi, la storia della scuola elementare “Armando Diaz” di Carbonara, la storia di Carbonara dall’anno mille al 1927, la storia delle famiglie carbonaresi illustri, Salvatore Tau ha indagato con inesausta ed acribica passione sui militi carbonaresi dall’istituzione della Guardia Nazionale nel periodo dal 1848 al 1861, fino alla seconda guerra mondiale con un unico, nobile, scopo: la divulgazione presso i propri concittadini della storia della comunità cui appartengono. “Conoscere ancora meglio il nostro territorio attraverso la vita dei suoi soggetti principali: quelli che una volta erano i carbonaresi” (p. 8). La ricerca è stata svolta in Archivi – quello di Stato ma anche privati –, nel cimitero monumentale di Carbonara e nei monumenti ai caduti.

I risultati sono certamente degni di nota per la ricchezza di informazioni e di materiale iconografico raccolto e pubblicato in questo volume a cominciare dalle stampe d’epoca per le immagini della metà del XIX secolo. All’inizio dello Stato italiano unitario, Carbonara contava poco più di cinquemila abitanti, quindi, prima della coscrizione obbligatoria, “sorteggiava solo due giovani” (p. 22) che avrebbero servito la patria con la divisa della Guardia Nazionale: notoriamente, la coscrizione obbligatoria fu introdotta nel 1862 e riformata dal 1876. Che la pratica del sorteggio fosse quella utilizzata per individuare i coscritti lo si apprende anche leggendo il primo grande romanzo scritto nello Stato italiano unitario, I Malavoglia di Giovanni Verga (1840 – 1922), in cui i due primi nipoti maschi del patriarca – ‘Ntoni e Luca – svolgono il servizio militare nella Regia Marina (per cinque anni): Luca, infatti, muore nella battaglia di Lissa (III guerra di indipendenza, 1866). La pugliese Carbonara non doveva essere molto diversa dalla siciliana Trezza…

Degli anni del primo conflitto mondiale, naturalmente è serbata la memoria collettiva mediante il Monumento ai Caduti che fu edificato in piazza Umberto I, nel 1928, ad opera dell’architetto barese Gaetano Civera e dello scultore rutiglianese Vitantonio De Bellis (cfr. p. 27).

I due conflitti mondiali sono le due fondamentali tappe ulteriori di questo volume. Salvatore Tau, attraverso i documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Bari e la collaborazione dei loro discendenti, ricostruisce storie di militari (di ogni grado), ne pubblica le relative fotografie, perpetuandone così la memoria. Tant’è che molto ricco – e di grande interesse – risulta essere l’ampio apparato iconografico che accompagna i testi, sebbene, riconosce lo stesso Tau, non ha potuto reperire tutte le immagini possibili. Guardando le foto dei Carbonaresi in divisa si può fare, parallelamente, la storia, sebbene incompleta, delle divise che i vari Corpi delle Forze Armate hanno indossato nelle diverse epoche storiche, ma anche la storia della tecnica fotografica con cui le foto sono state realizzate. Si spazia dalle fotografie di singoli

Arricchisce la documentazione archivistica, la narrazione di aneddoti di cui l’Autore del volume è stato portato a conoscenza o che sono di pubblico dominio.

Tra le figure tratteggiate con maggiori dettagli, alle pp. 148-149, quella del dott. Ottavio Tieri (1922 – 2002), amatissimo e stimatissimo medico di famiglia e filantropo,  nonché Presidente della Sezione di Carbonara dell’”Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia (si vedano le pp. 148 – 149). “Il dott. TIERI ha sempre concepito la professione medica come una ‘missione’ e, pertanto, non si è mai sottratto al compimento del suo dovere professionale andando oltre a quanto solitamente richiesto. Alle numerose istanze quotidiane di prestazione della sua professione presso il domicilio dei sofferenti, anche durante le ore notturne e in qualsiasi stagione dell’anno, ‘Don Ottavio’ accorreva senza indugio, in sella alla sua ‘amata’ bicicletta della gloriosa ditta ‘Bianchi’ di colore nero e con i freni a ‘bacchetta’. Inoltre, era solito comperare le medicine a proprie spese per donarle ai suoi assistiti che non potevano permettersele economicamente” (p. 148).  

E’ innegabile merito del IV Municipio – e della sua Presidente, la prof.ssa Grazia Albergo, di cui è ben nota la sensibilità culturale – e dell’associazione culturale “le Tre Lanterne”, che hanno supportato il diuturno lavoro alacre di Salvatore Tau sempre teso ad interrogare le vestigia del passato di Carbonara, affinchè i cittadini, di oggi e di domani, possano essere tali in modo sempre più attivo e consapevole. A tal fine è interessante ricordare una frase del George Orwell di 1984: “Solo chi è padrone del passato è padrone del futuro”.     

Sciopero 7 dicembre 2023

SCIOPERO della SCUOLA Nazionale

giovedì 7 dicembre 2023 Manifestazione Natzionale a CAGLIARI via Roma – Consiglio Regionale ore 10:00

Lo SCIOPERO della SCUOLA è convocato per i seguenti obiettivi:

CONTRO il DIMENSIONAMENTO Scolastico e la norma sull’aumento del numero minimo di alunne/i (media da 900 a 1.000), per mantenere l’autonomia degli Istituti Scolastici e il continuo smantellamento degli stessi Istituti, con un futuro distruttivo dimensionamento scolastico che non tiene in alcun conto le specificità dei territori, prevede la creazione di Istituti “monstre” ingestibili e la perdita di migliaia di posti di lavoro;

CONTRO il disegno di legge di bilancio del Governo che peggiorerebbe le attuali e future pensioni intaccando anche diritti acquisiti e PER la modifica della Legge Fornero e della Legge Dini che allungano a dismisura la vita lavorativa e prevedono pensioni miserabili per le prossime generazioni;

CONTRO l’Autonomia Differenziata, la scuola della delirante didattica delle competenze addestrative e della digitalizzazione selvaggia, con lo sperpero dei denari del PNRR, e PER l’abolizione dell’INVALSI.

CONTRO l’ultimo CCNL Scuola che prevede aumenti ridicoli rispetto all’inflazione ed alla perdita del potere d’acquisto degli ultimi anni e PER l’immissione in ruolo di tutte/i le/i precari/e che hanno 3 anni di servizio, con la modifica delle norme sul reclutamento;

CONTRO tutte le GUERRE, le servitù militari e le spese militari in continuo aumento e PER la riconversione delle fabbriche di armi e la fine del loro commercio con investimenti di tali risorse nelle urgenti necessità sociali.

______________________________________________________I COBAS SCUOLA SARDEGNA sono un’organizzazione sindacale indipendente che opera prevalentemente in Sardegna ma abbiamo deciso di indire lo SCIOPERO Nazionale, in particolare per lottare contro il devastante DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO, e mettere a disposizione tale giornata
per tutti i territori dello Stato italiano. Invitiamo i vari comitati ed i rappresentanti degli Enti Locali, studenti/esse, genitori e cittadini/e, a partecipare alla manifestazione di Cagliari e organizzare altre iniziative nelle diverse località.

COBAS SCUOLA SARDEGNA

Violenza, il 17% degli episodi avvenuto tra i banchi di scuola. Circa 9 alunni su 10 raccontano di non sentirsi sicuri in classe

da Tuttoscuola

“Sono stata palpata alle medie in mezzo alle gambe e il preside a mia mamma ha detto: com’era vestita sua figlia?”
“15 anni, il mio fidanzato mi costringe a fare sesso orale a un suo amico, altrimenti mi avrebbe lasciata”.
“Il prof mi dà una caramella e mi dice, questa è da succhiare, come piace a te”.
Queste sono solo alcune delle 13500 testimonianze a cui abbiamo dato voce attraverso il sondaggio condotto da MySecretCase per raccontare le esperienze degli studenti di ieri e di oggi e riflettere su ciò che è percepito come violenza, sulla sua diffusione e sull’importanza di un’educazione all’affettività in ogni scuola di ordine e grado.

I dati parlano chiaro: oltre il 65% delle persone dichiara di aver vissuto in prima persona episodi di violenza, di questi più del 17% avviene in ambito scolastico, secondo solo alle relazioni sentimentali (19,4%) e seguito dai rapporti di amicizia (14.7%) e dal contesto lavorativo (12.7%).

Tra le tipologie più diffuse di aggressione troviamo le molestie verbali (27.8%), gli abusi sessuali (23.2%), la violenza psicologica (22.1%), atti persecutori (7.2%) e le molestie online – diffamazione online, ingiurie, revenge porn, ecc. – (6.8%).

I tempi, le modalità e i contesti in cui avvengono questi episodi cambiano, ma rimangono immutati, negli anni, gli stessi meccanismi di pensiero e di comportamento che mettono in luce un vuoto educativo e culturale.

É importante che le esperienze di violenza siano una traccia per creare un programma di educazione reale rispetto a un vuoto che deve essere colmato al più presto. I fatti di cronaca e le esperienze di persone a noi care, ci hanno portato a voler parlare di questo argomento, c’è troppa confusione su ciò che è o non è violenza, c’è un profondo senso di vergogna – e anche di colpa – da parte delle vittime, una tendenza – non così rara – a sminuire la gravità di tali episodi da parte delle famiglie e, a volte, una scarsa fiducia verso le forze dell’ordine” dichiara Norma Rossetti, CEO di MySecretCase. 

Più del 90% delle persone intervistate ha dichiarato, infatti, di non aver presentato denuncia formalmente per un senso di vergogna (23.4%), un’assenza di fiducia nelle autorità (17.8%), una scarsa conoscenza sui servizi disponibili a supporto delle vittime (13.2%) e una paura di ritorsioni da parte dell’aggressore (11.3%). Più dell’80% decide però di confidarsi con persone di fiducia, e lo fa principalmente con amici (45%), genitori (20%), insegnanti (12%) e in sportelli d’ascolto (6,4%).

Tra i principali fattori indicati come cause della violenza troviamo la disuguaglianza di genere (16.5%), gli stereotipi di genere (19.4%) e al primo posto un’educazione insufficiente (31.9%), indicata anche come principale responsabile della violenza in ambito scolastico (33.1%).

Non solo, più del 90% degli studenti ritiene che la propria scuola non faccia – o non abbia fatto – abbastanza per promuovere un ambiente sicuro. A tal proposito, oltre il 40% ritiene che un percorso scolastico sull’educazione sessuale, sul rispetto dei confini fisici e sulla gestione delle emozioni, debba essere il primo – ma non l’unico –  strumento di prevenzione e contrasto della violenza. Questo deve essere, infatti, seguito da programmi di supporto psicologico per gli studenti (11,6%),  un rafforzamento delle leggi contro questi fenomeni (10,7%), incontri di sensibilizzazione per i genitori da parte della scuola (9%), un sostegno alle vittime attraverso servizi sociali e legali (8.6%) e una maggiore supervisione da parte del personale scolastico (4.3%).

“Vogliamo un mondo in cui l’educazione alla sessualità e al consenso siano parte integrante dei programmi scolastici, perché crediamo sia il primo strumento di prevenzione alla violenza. I Programmi per ora, risultano assenti o inefficaci in gran parte d’Italia: quasi nel 70% dei casi non includono lezioni ad hoc sul tema, e le poche  pianificate, vengono reputate inutili o poco efficaci dal 90% delle persone” continua Norma Rossetti.

In questo sondaggio abbiamo raccolto oltre 13500 testimonianze e i risultati confermano una situazione allarmante e un vuoto educativo, su cui le istituzioni non riescono ancora a intervenire in modo efficace. Ancora una volta in MySecretCase stiamo cercando di fare la nostra parte: a fine 2022 abbiamo lanciato MySecretCase Education, una piattaforma di educazione sessuale accessibile a tutt*, per formare nuove generazioni sessualmente libere e consapevoli, grazie a una piattaforma online di professionist* che completa il lavoro che ogni giorno il team porta avanti sui social. Affinché avvenga un vero cambio di rotta, però, è necessario un impegno congiunto tra istituzioni, aziende e associazioni ” conclude Norma Rossetti.

E ancora una volta i dati lo confermano: più del 98% delle persone intervistate ritiene che sia necessario introdurre piani di educazione alla sessualità nei programmi scolastici, il 40,7% li introdurrebbe a partire dalla scuola primaria, il 32.5% dalla scuola secondaria di primo grado e il 24.1% dalla scuola dell’infanzia.

Oltre agli episodi di molestie e violenza sopra citati, vengono classificati come tali: minacce, insulti, umiliazioni, isolamento sociale, controllo e manipolazione emotiva (23.7%), gli atti che offendono e mortificano la dignità dell’individuo, molestie verbali (21.7%), ogni forma di controllo sull’autonomia economica, ad esempio, sottrarre o impedire l’accesso al denaro per sabotare l’indipendenza della persona (17.5%), gli episodi di bullismo (18.1%) e gli atti contro le persone facenti parte della comunità LGBT+ (17.3%).

Diplomi facili, mentre le stelle stanno a guardare

da Tuttoscuola

Mentre il piano ministeriale di contrasto ai diplomifici – annunciato circa quattro mesi fa e non si sa se davvero già definito – resta chiuso inspiegabilmente nei cassetti, non restano certamente ad aspettare gli eventi i soliti istituti paritari che anche la recente trasmissione “Mi manda Rai Tre”, sulla base dei dossier di Tuttoscuola, ha cercato di smascherare.

In attesa di conoscere ancora una volta – sempre grazie ai nostri approfondimenti esclusivi – i dati oggettivi degli studenti e delle classi collaterali che li stanno ospitando in questo anno scolastico, uno sguardo attento all’anagrafe degli istituti paritari della secondaria di II grado consente di rilevare, soprattutto in Campania, regione prolifica di istituti “opachi”, un incremento sospetto di strutture.

Ci riferiamo, in particolare agli indirizzi di studio presenti, in quantità variabile, in tutti gli istituti.

Esempi di indirizzi di studio: tecnico economico, tecnico tecnologico, liceo scienze umane, meccanica meccatronica, linguistico, ecc.

Attualmente è previsto da un decreto ministeriale, ma non dalla legge, che per ogni indirizzo di studio è consentita una sola classe collaterale in più, rispetto a quelle terminali dell’ultimo anno.

Ovviamente, maggiore è il numero degli indirizzi di studio e più ampia è l’offerta per nuovi studenti, grazie ad un maggior numero di classi collaterali che li può accogliere, senza considerare che diversi istituti “disinvolti” vanno ben oltre il limite di una classe collaterale in più, anche con eccedenze di sei-sette classi (inutilmente non autorizzate dall’USR e salvate poi da sentenze del TAR).

Mentre complessivamente in Italia negli ultimi anni il numero degli indirizzi di studio negli istituti paritari tende a diminuire, in Campania invece tende ad aumentare.

Negli ultimi tre anni in Italia il loro numero è sceso da 1.678 del 2021-22 a 1.639 del 2023-24, mentre in Campania è salito da 348 a 405, con un incremento che non ha uguali.

In particolare, nella provincia di Napoli gli indirizzi di studio sono passati dai 183 nel 21-22 (72 istituti), a 199 nel 22-23 (75 istituti) e 206 in questo 23-24 (86 istituti): l’incremento è stato, dunque di 23 indirizzi di studio e 14 nuovi istituti.

Un andamento simile è stato registrato per la provincia di Salerno: 94 nel 21-22 (33 istituti), a 105 nel 22-23 (35 istituti) e 113 in questo 23-24 (43 istituti); l’incremento è stato, dunque, di 19 indirizzi di studio e di 10 nuovi istituti.

Come si vede, la prospettiva di business facile alimenta nuovi investimenti nel settore, mentre… “le stelle stanno a guardare”.

Piattaforma Unica

Le registrazioni dei due webinar dedicati a Unica sono state pubblicate sul canale YouTube del Ministero dell’Istruzione e del Merito, all’interno della playlist “Webinar – Chiarimenti e indicazioni in merito alla nomina, all’abilitazione dei tutor e funzionalità della piattaforma Unica”.

Di seguito i link per poterli visualizzare: