Concorsi scuola, dal 30 settembre al 19 ottobre censimento e collaudo aule informatizzate

da OrizzonteScuola

Di redazione

Con nota del 18 settembre il Ministero ha comunicato l’avvio delle operazioni di censimento e collaudo delle aule utili per lo svolgimento delle procedure di reclutamento del personale scolastico e amministrativo, nonché per le progressioni verticali del personale amministrativo, di prossimo svolgimento.

Per raccogliere i dati sulla capienza e le caratteristiche tecniche delle aule viene messa a disposizione delle scuole una piattaforma dal 30 settembre al 19 ottobre.

Per quanto riguarda le scuole il dirigente scolastico provvede a designare con atto di nomina, per ogni aula, uno o, laddove possibile, due Responsabili tecnici d’aula per la gestione delle prove delle procedure concorsuali, individuando preferibilmente personale già formato e in possesso di un’adeguata esperienza per lo svolgimento delle attività previste.

Il Responsabile d’istituto sulla piattaforma, disponibile al link a partire dal 30 settembre:

  • censirà tutte le aule informatiche di cui l’istituzione scolastica dispone, a prescindere dall’eventuale utilizzo per le procedure concorsuali;
  • indicherà il nominativo, il codice fiscale, l’indirizzo e-mail ed un recapito telefonico dei Responsabili tecnici d’aula. Si evidenzia che in detta piattaforma si dovranno inserire ex novo i dati dei Responsabili tecnici d’aula designati, anche nel caso in cui gli stessi siano stati profilati in occasione di precedenti procedure.

I Responsabili tecnici d’aula designati:

  • dovranno accedere alla piattaforma per prendere preventivamente visione dell’informativa sulla privacy necessaria per poter accedere ai passaggi successivi;
  • effettueranno il collaudo delle postazioni informatiche, secondo le modalità indicate sulla piattaforma stessa. Le operazioni di collaudo saranno attive solo dopo l’avvenuto inserimento in piattaforma dell’aula e del nominativo di almeno un Responsabile tecnico d’aula;
  • riporteranno gli esiti del collaudo sulla piattaforma.

“L’Autonomia differenziata chiuderà scuole a Sud e niente tempo pieno, perché tanto non migliora l’apprendimento”: lo dice un documento “segreto” del Comitato per i LEP

da OrizzonteScuola

Di redazione

Almeno secondo quanto riferisce il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama, in un post su Facebook, che denuncia i contenuti dei lavori degli esperti nominati dal Governo facenti parte del CLEP, che sta stabilendo i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) per l’attuazione dell’Autonomia.

De Cristoforo lamenta innanzitutto la segretezza dei lavori, che tengono allo scuro i rappresentanti del popolo seduti in Parlamento. “Ancora una volta – scrive – sarò costretto a ricorrere a un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo e al Ministro Calderoli di rendere pubblici i documenti redatti dal Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (CLEP)”.

“Stavolta – continua – tocca a un documento sulla scuola il cui contenuto sarebbe semplicemente indecente, ma non sorprendente, se si rivelasse vero, prosegue De Cristofaro. Non sorprendente perché è dal primo giorno che ripetiamo che l’Autonomia differenziata è semplicemente un modo per togliere alle regioni che hanno di meno, tutte al Sud, a vantaggio di quelle più ricche. Al Sud il tempo pieno a scuola si ferma al 13%, in Sicilia e in Sardegna siamo addirittura al 4,9%, contro il 35,8% del Nord-Ovest. Bene, in questo ipotetico documento prodotto dal Clep ci sarebbero dati che spiegherebbero come il tempo pieno a scuola non abbia nessun impatto sugli esiti formativi. Quindi, se al Sud e nelle isole il tempo pieno non è sufficiente, non fa niente perché tanto non serve, parola del Clep. E altre chicche riguarderebbero la chiusura e l’accorpamento di tante scuole nelle regioni più povere. Eccoli i Lep della destra”, conclude De Cristofaro.

Sul voto in condotta e altre punizioni: chissà che direbbe don Giovanni Bosco?

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

Torna il voto in condotta per gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, i quali, se ottengono un punteggio pari o inferiore a cinque su 10 in condotta, non supereranno l’anno e dovranno ripeterlo anche se il loro livello scolastico è all’altezza. Gli studenti delle scuole superiori che ottengono solo sei in condotta dovranno fare un test di Educazione civica e i voti in condotta influenzeranno notevolmente anche l’esame di Stato.

Ma si introduce l’attività di cittadinanza solidale per chi viene sospeso e si prevedono multe per aggressioni al personale scolastico. Il ministro dell’istruzione, con l’approvazione della legge in parlamento, si ritiene soddisfatto, mentre incassa le congratulazioni del direttore dell’Ocse, con doppio compiacimento.

Tuttavia la domanda, oltre a quelle poste dalla stampa estera, rimane: il senso di responsabilità, che devono avere gli alunni, può dipendere dalle sanzioni disciplinari? E ancora: l’autorevolezza di chi educa, insegnando, si può affermare con l’autoritarismo? Inoltre, siamo sicuri che l’atteggiamento autoritario e repressivo, sollecitato dalla paura, sia utile a formare buoni cittadini? Ma soprattutto, ci chiediamo: usarono mai punizioni, anche blande, personalità di educatori come Filippo Neri o don Giovanni Bosco nei loro oratori per i ragazzi che raccoglievano per strada, togliendoli dal malaffare, dal lavoro minorile, dal degrado tanto diffuso nella seconda metà dell’800 e fino agli albori del 900? E don Milani si servì mai, coi suoi alunni contadini e montanari, figli di analfabeti, di strumenti punitivi di tale portata? 

A distanza di alcuni secoli sembra proprio che quegli insegnamenti, basati sull’ascolto e l’accoglienza, siano stati cancellati da dissuasori punitivi e deterrenti come la paura di essere bocciati, di venire in qualche modo castigati, dal voto in condotta che metterebbe in discussione perfino un curriculum di profitti anche importante.

Ma non solo, sono state rese obbligatorie le attività di cittadinanza solidale per i ragazzi con più di due giorni di sospensione: ma si è certi che costringere a fare del bene porti risultati positivi? In altre parole: prendere qualcuno per le orecchie e portarlo a rendere servizi sociali presso un ospizio o una casa di cura, è una buona palestra educativa? O è invece è del tutto controproducente? Infatti, mettersi al servizio di qualcuno, aiutarlo e sostenerlo non conosce obbligo, come costringere uno studente al soccorso di chi soffre non vuole imposizione.

La buona azione infatti non è una medicina, e per giunta amara, che bisogna prendere per guarire di un male che la scuola, in quanto proprio scuola, deve curare invece con altri accorgimenti.

Pensionamento docenti, il prof con 42 anni e 10 mesi di contributi e 65 anni di età al 31 agosto 2025 andrà in quiescenza d’ufficio

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

Un docente nostro lettore ci chiede se nel suo caso per la pensione anticipata dovrà presentare domanda entro il prossimo 21 ottobre o se invece andrà in pensione d’ufficio senza bisogno di presentare nessuna istanza. Nel caso in specie, il docente nostro lettore, avrà, al 31 agosto 2025, un’età anagrafica di 65 anni compiuti e 42 anni e 10 mesi di contributi versati.

Requisiti raggiunti entro il 31 agosto 2025

Nel caso del docente di sesso maschile che compirà i 65 anni di età anagrfica entro il 31 agosto 2025 ed avrà, entro questa stessa data, raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi versati, l’Amministrazione, come chiaramente scritto nella nota MIM n. 0150796 del 25 settembre 2024, dovrà obbligatoriamente collocare a riposo il dipendente, che abbia raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini), al compimento del limite ordinamentale per la permanenza in servizio, ossia a 65 anni. Per tale ragione il prof che ha raggiunto i 65 anni di età anagrafica e i 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, entro il 31 agosto 2025, sarà collocato a riposo d’ufficio senza la necessità di presentare istanza.

Requisito anagrafico tra settembre e dicembre

È bene sottolineare che se l’età anagrafica del dipendente dovesse raggiungere 65 anni nel periodo tra l’1 settembre e il 31 dicembre 2025, anche se i 42 anni e 10 mesi fossero raggiunti entro il 31 agosto 2025, la cessazione dal servizio può avvenire solo a domanda dell’interessato.

Si ricorda che la pensione anticipata ai sensi dell’art.15 del decreto legge n.4 del 28 gennaio 2019 e convertito con modificazioni dalla legge n.26 del 28 marzo 2019, in cui si prevede appunto che l’accesso alla pensione anticipata è consentito se risulta maturata un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Tali requisiti dovranno essere maturati entro il 31 dicembre 2025 e di norma questa tipologia di pensionamento avviene a domanda.

Come abbiamo suddetto e sottolineamo nuovamente, il docente che raggiunge il requisito anagrafico di 65 anni di età entro il 31 agosto 2025, a prescindere dal fatto se raggiunge i 41 anni e 10 mesi se donna o 42 anni e 10 mesi se maschio entro il 31 agoto o il 31 dicembre 2025, dovrà andare in pensione obbligatoriamente d’ufficio.

Buono scuola in arrivo? Tra consensi e dissensi

da Tuttoscuola

Nei giorni scorsi, intervenendo ad un evento organizzato da Agidae (Associazione Gestori Istituti Dipendenti dell’Autorità Ecclesiastica), il ministro dell’istruzione Valditara ha lasciato intendere, forse anche per venire incontro alle attese dell’uditorio, che presto sarà data una soluzione definitiva alla storica querelle del finanziamento delle scuole paritarie tramite uno strumento finanziario (il buono scuola) che le metta in condizioni di effettiva parità economica con quelle statali. “È il momento di completare l’opera”, ha detto il ministro, che però ha anche aggiunto che questo compito spetta alla “politica (che) deve avere il coraggio di metter(lo) all’ordine del giorno”.

L’accenno alla “politica” fa capire che il governo non intenderebbe procedere motu proprio o con una forzatura maggioritaria, ma cercherebbe un consenso politico più ampio, come ha sottolineato suor Anna Monia Alfieri in un suo commento all’evento osservando che “le parole del ministro sono state precedute da quelle degli esponenti di tutte le forze politiche, fatta eccezione per il Movimento Cinque Stelle, in occasione della tre giorni organizzata dalle conferenze Usmi e Cism, la scorsa settimana”.

In effetti nessuno dei politici intervenuti in tale occasione – Valentina Aprea (FI), Irene Manzi (PD), Ella Bucalo (FDI), Maria Elena Boschi (IV), Luca Maggi (Noi Moderati), Valentina Grippo (Azione), Paola Binetti (UDC), Mario Pittoni (Lega) – si è detto contrario in linea di principio all’adozione di uno strumento del tipo del buono scuola adottato per esempio in Lombardia (dove è denominato “dote”, e la Aprea e’ colei che l’ha introdotto quando era assessore in Lombardia), che per il 2024 ha previsto l’erogazione  di contributi che variano da 300 a 2.000 euro, in base all’ISEE della famiglia e al tipo di scuola frequentata.

Questo, accanto ad alcuni altri interventi effettuati negli ultimi due anni in favore delle scuole paritarie (150 milioni di euro di fondi Pnrr, ed altri 70 milioni per il trasporto per i ragazzi con disabilità), contribuirebbe alla sostenibilità dell’operato di tante scuole paritarie in crescente difficoltà.

Forti critiche, sul versante politico, sono venute solo dal Movimento 5 Stelle e, su quello sindacale, dalla Uil scuola, da sempre su posizioni laiche e stataliste, e dalla Flc-Cgil, che peraltro si è limitata a ricordare il “senza oneri per lo Stato” inserito nell’art. 33 della Costituzione: un divieto di finanziamento diretto che una soluzione del tipo di quella adottata in Lombardia eluderebbe.

Voto di condotta/1. Il nuovo Regolamento dovrà essere pronto ai primi di gennaio. Possibile?

da Tuttoscuola

I tempi di attuazione della nuova legge sul comportamento non saranno brevi, come forse spera il ministro dell’istruzione Valditara, perché, a differenza della valutazione nella scuola primaria che per i giudizi sintetici prevede l’emanazione soltanto di un’ordinanza, per le nuove disposizioni sul voto di condotta occorre invece un regolamento, anzi, come dispone la nuova legge, “modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122”.

Secondo la nuova legge, le modifiche da apportare al precedente regolamento sono finalizzate a:

1) prevedere che l’attribuzione del voto di comportamento inferiore a sei decimi e la conseguente non ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato avvengano anche a fronte di comportamenti che configurano mancanze disciplinari gravi e reiterate, anche con riferimento alle violazioni previste dal regolamento di istituto;

2) prevedere che l’attribuzione del voto di comportamento inferiore a sei decimi in fase di valutazione periodica comporti il coinvolgimento della studentessa e dello studente in attività di approfondimento in materia di cittadinanza attiva e solidale, finalizzate alla comprensione delle ragioni e delle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato tale voto;

3) conferire maggiore peso al voto di comportamento della studentessa e dello studente nella valutazione complessivariferito all’intero anno scolastico, in particolar modo in presenza di atti violenti o di aggressione nei confronti del personale scolastico nonché degli studenti ……

Come evidenziato, il voto del comportamento considera la valutazione COMPLESSIVA ed è riferito all’INTERO anno scolastico (comma 3). Inoltre, va considerata l’eventualità del voto inferiore a sei decimi nella valutazione intermedia, cioè del 1° quadrimestre (comma 2).

Dopo questa disamina, è evidente che la modifica del Regolamento dovrà avvenire quanto prima e, comunque, con congruo anticipo rispetto alla valutazione intermedia, in modo da disporre degli elementi certi che giustifichino l’eventuale voto inferiore a sei decimi nel 1° quadrimestre.

Sarà possibile modificare il regolamento in tempi congrui, ad esempio, entro l’inizio del 2025? Difficile. Lo spieghiamo di seguito.

Giudizi sintetici nella primaria. Corsa contro il tempo per applicarli nel 1° quadrimestre

da Tuttoscuola

Dopo l’approvazione definitiva da parte della Camera dei deputati della riforma del voto in condotta e della valutazione alla Primaria, avvenuta la scorsa settimana, l’attenzione si volge ora ai tempi e alle modalità di attuazione. Da quando saranno effettivamente applicate queste novità? Vediamo, partendo dai giudizi sintetici nella primaria.

A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l’insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti. Le modalità della valutazione di cui al primo e al secondo periodo sono definite con ordinanza del Ministro dell’istruzione e del merito”.

A distanza di quattro anni ritornano, dunque, i giudizi sintetici (ottimo, distinto, buono, sufficiente e insufficiente) nella scuola primaria, in sostituzione dei giudizi descrittivi introdotti dalla legge n. 41 del 6 giugno 2020 e regolati successivamente dall’ordinanza ministeriale n. 172 del 4 dicembre 2020 che ne aveva consentito l’applicazione effettiva già nel primo quadrimestre del 2020-21.

In quell’occasione, tra entrata in vigore della legge ed emanazione dell’ordinanza trascorsero oltre sei mesi, un tempo utile, comunque, per consentirne l’applicazione senza rinvii, anche se la novità dei quattro livelli di giudizio descrittivo (avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione) aveva creato una certa difficoltà tra gli insegnanti.

Difficoltà che, invece, non dovrebbe esserci questa volta con i giudizi sintetici che hanno indubbiamente una applicazione semplificata e probabilmente non richiederanno, come era successo invece per i giudizi descrittivi, né la previa costituzione di un Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte tecniche, né la predisposizione di apposite Linee guida.

Dovrebbe, pertanto, bastare l’emanazione di un’apposita ordinanza da sottoporre soltanto al parere del nuovo CSPI presieduto da Damiano Previtali.

Poiché probabilmente la nuova legge entrerà in vigore circa a metà ottobre, dovrebbe esserci tempo per predisporre ed emanare l’ordinanza, che, comunque, dovrà essere pubblicata al massimo entro i primi di gennaio 2025 per essere operativa per la prima valutazione intermedia attesa per febbraio 2025, e consentire alle scuole di approntare tempestivamente il nuovo documento di valutazione mediante il registro elettronico, utilizzando eventualmente uno specifico software predisposto dalle case produttrici specializzate.

Se questa tempistica non si concluderà per tempo, la nuova valutazione con giudizi sintetici slitterà all’anno scolastico 2025-26.

Non è facile capire quanto sia gradito per i docenti il ritorno al giudizio sintetico. Probabilmente ci sono posizioni differenziate.Diffuso però sembra lo sconcerto (e la rassegnazione) per l’ennesimo cambiamento che richiede in breve tempo un’altra riconversione formativa che annulla i recentissimi corsi specifici di aggiornamento sulla valutazione.

Educazione&Scuola Newsletter n. 1165

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Settembre 2024 – XXIX Anno

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Notizie

Valutazione del comportamento

Camera, 25 settembre 2024

PNRR e Istruzione

Scuola 4.0: prorogata al 30 novembre 2024 la data prevista per la realizzazione degli ambienti innovativi di apprendimento e collaudo

Tutti a Scuola

Cagliari, 16 settembre 2024

Unica

Nuove funzionalità di ComUnica disponibili dal 11 settembre 2024

Nuove Linee Guida Educazione civica

Firmato il decreto recante le Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica

Concorso Dirigenti Scolastici

Graduatoria definitiva DM 107/23 per il reclutamento riservato

Elezioni CSPI

Pubblicato il DM 178/2024 di ricostituzione del Consiglio Superiore della pubblica istruzione

Calendario Scolastico 2024/2025

Il nuovo anno scolastico 2024-2025 ha inizio l’1 settembre 2024

Norme

Decreto Ministeriale 25 settembre 2024, AOOGABMI 188

Cessazioni dal servizio del personale scolastico dal 1° settembre 2025

Legge (Camera, 25.9.24)

Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell’autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati

Nota 23 settembre 2024, AOODGSIP 2827

XXIII edizione del Concorso “I giovani ricordano la Shoah” – Anno scolastico 2024/2025

Nota 23 settembre 2024, AOOGABMI 125321

Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Investimento M4C1I3.2 “Scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuovi ambienti di apprendimento e laboratori”. Istruzioni operative prot. n. 107624 …

Nota 23 settembre 2024, AOODGCASIS 4900

Rilevazione Statistica Assenze – Scuole statali e Cpia

Nota 20 settembre 2024, AOODPIT 6663

Progetto didattico: La Bellezza della Lettura: Leggere, Leggere, Leggere!

Nota 20 settembre 2024, AOODPIT 6660

Nota 19 settembre 2024, AOODGOSV 38475

Elezioni degli organi collegiali a livello di istituzione scolastica – a. s. 2024-2025

Nota 19 settembre 2024, AOODGOSV 38452

Programma per la valorizzazione delle eccellenze per l’anno scolastico 2024/2025. Decreto ministeriale n. 108 del 4 giugno 2024

Nota 18 settembre 2024, AOODPIT 6642

Percorsi educativi per il contrasto alle dipendenze derivanti da droghe – fentanyl e nuovi oppioidi sintetici

Nota 18 settembre 2024, AOODPPR 6461

Avvio della attività di censimento e collaudo delle aule informatizzate per l’espletamento delle procedure concorsuali

Decreto Direttoriale 13 settembre 2024, AOODGRUF 1643

Procedura di progressione tra le aree del personale di ruolo del Ministero dell’istruzione e del merito

Nota 13 settembre 2024, AOODGOSV 38012

Concorso nazionale “10 febbraio“ – “Nel marmo e nel bronzo. Itinerari storici in luoghi e spazi urbani delle città italiane alla ricerca della memoria delle terre della Frontiera Adriatica” A.S. …

Nota 12 settembre 2024, AOODGSIS 4717

Accessibilità dei servizi digitali scolastici tramite le credenziali SPID e CIE

Accordo CU 12 settembre 2024, n. 111

Conferma annuale dell’accordo quadro per la realizzazione di un’offerta di servizi educativi a favore di bambini dai due ai tre anni

Nota 12 settembre 2024, AOODGCASIS 4710

Piattaforma Unica – Le nuove funzionalità di ComUnica disponibili dal 11 settembre 2024

Nota 12 settembre 2024, AOODGRUF 34079

Bando ENFP – Pubblicazione n. 1 bando I sessione anno 2025 (scadenza bando 4.10.2024). Periodo: inizio marzo 2025

Lettera Ministro 10 settembre 2024, AOOGABMI 120744

Piano estate

Nota 10 settembre 2024, AOODPPR 6312

Avvio della rilevazione in tema di affidamento di servizi di programmazione, organizzazione ed esecuzione dei viaggi di istruzione, stage linguistici e scambi culturali di importo superiore alla soglia …

Nota 10 settembre 2024, AOODGPER 139730

Conferimento di incarichi di elevata qualificazione da Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (D.S.G.A.) e di sostituzione del titolare di incarico del D.M. n. 132/2024 attuativo dell’articolo …

Nota 9 settembre 2024, AOODGSIS 4619

Anno Scolastico 2024/2025 – Attività di aggiornamento dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti e attività funzionali all’utilizzo della piattaforma Unica

Decreto Ministeriale 7 settembre 2024, AOOGABMI 183

Adozione delle Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica

Ordinanza TAR Lazio 7 settembre 2024, n. 4125

Concorso riservato DS

Nota 6 settembre 2024, AOODGOSV 37296

Fiera Didacta Italia edizione Puglia 2024. Nuova Fiera del Levante – Bari 16-17-18 ottobre 2024

Decreto Ministeriale 5 settembre 2024, AOOGABMI 180

Nota 4 settembre 2024, AOODGPER 135779

Applicazione articolo 14-bis, comma 3, del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, recante “Disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio …

Nota 4 settembre 2024, AOODPIT 6541

Diciottesima edizione del concorso Juvenes Translatores, 2024-2025

Rubriche

in Bacheca della Didattica

Oltre il fatto contingente

di Francesco G. Nuzzaci

Outdoor Learning

Flipped Classroom

Il Metodo di studio

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Ragazzi, soli, mai!

di Antonietta Cataldi


in Concorsi

Il contenzioso dei concorsi a dirigente scolastico

di Francesco G. Nuzzaci


in Europ@Fondi Strutturali di Fabio Navanteri


in Psicologia

I genitori degli adolescenti

di Margherita Marzario


in Recensioni

Modugno e Santomauro

di Carlo De Nitti

E. Mujčić, La buona condotta

S. Casati Modignani, Segreti e ipocrisie

di Antonio Stanca


in Statististiche

Avvio anno scolastico 2024-2025

Ufficio di Statistica – Ministero dell’Istruzione e del Merito


Formazione ed Eventi

Education at a Glance 2024

Roma, 26 settembre 2024

Tutti a Scuola

Cagliari, 16 settembre 2024


Rassegne
a cura di Fabio Navanteri

Nota 30 settembre 2024, AOODGOSV 39504

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
e per il loro tramite, Ai Dirigenti Scolastici dei CPIA
Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni scolastiche sedi dei percorsi di istruzione degli adulti di secondo livello LORO SEDI
e, p.c., Al Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali SEDE
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Autonoma Valle d’Aosta
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione e cultura per la Provincia Autonoma di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano LORO SEDI

Oggetto: Istruzione degli adulti e apprendimento permanente – funzionamento dei Centri per l’istruzione degli adulti per l’anno scolastico 2024-2025

Nota 30 settembre 2024, AOODGSIP 2904

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per lo studente, l’inclusione, l’orientamento e il contrasto alla dispersione scolastica

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Ai Dirigenti delle Istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado statali e paritarie
Al Dipartimento istruzione – Provincia Autonoma di Trento
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca – Bolzano
All’Intendenza Scolastica per le Località Ladine – Bolzano
Alla Sovrintendenza agli studi per la Regione Valle d’Aosta
Al Comitato Olimpico Nazionale Italiano
Al Comitato Italiano Paralimpico
A Sport e Salute S.p.A.
Al Dipartimento per lo Sport – Presidenza del Consiglio dei ministri
Alle Federazioni sportive e Discipline sportive associate
Ai Coordinatori regionali di Educazione Fisica e sportiva

Oggetto: Progetto Studente-atleta di alto livello anno scolastico 2024/2025. Decreto ministeriale 3 marzo 2023, n. 43.


Decreto Ministeriale 3 marzo 2023, AOOGABMI 43
Sperimentazione didattica per una formazione di tipo innovativo, anche supportata dalle tecnologie digitali, destinata agli Studenti-atleti di alto livello

Nota 30 settembre 2024, AOOGABMI 128374

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Unità di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

Alle Istituzioni scolastiche – Soggetti attuatori

OGGETTO: Piano nazionale di ripresa e resilienza. Investimento M4C1I2.1 “Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico” e M4C1I.3.1 “Nuove competenze e nuovi linguaggi”. Decreto del Ministro dell’istruzione e del merito 12 aprile 2023, n. 65 e decreto del Ministro dell’istruzione e del merito 12 aprile 2023, n. 66. Differimento del termine di chiusura della piattaforma per l’aggiudicazione degli affidamenti.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 229

229 del 30-09-2024

Oltre il fatto contingente

Oltre il fatto contingente: un salutare stimolo per la valutazione dei dirigenti scolastici?

Francesco G. Nuzzaci

Non ci risulta che l’iniziativa ci sia stata in altre regioni; e, per quel che a breve si dirà, a ragion veduta. Al momento, quindi, è soltanto il direttore generale dell’USR del Lazio che, presumibilmente su input della Ragioneria territoriale dello Stato, ha rimesso ai propri dirigenti scolastici un addendum al contratto individuale di lavoro già sottoscritto all’atto d’incarico; per inserirvi, tra gli obiettivi da perseguire, il rispetto dei tempi di pagamento delle fatture commerciali, figurante tra le riforme abilitanti del PNRR e che peserà nella retribuzione di risultato in misura del 30%: secondo le indicazioni fornite a suo tempo dalla circolare n. 1, prot. 2449 del 03/01/2024 – U, a firma congiunta del Ragioniere generale dello Stato e del Capodipartimento della Funzione pubblica, in merito all’applicazione dell’articolo 4-bis del d.l. 13/2023, convertito con modificazioni dalla legge 41/2023.

Non vi è dubbio che l’azione dell’USR Lazio è in sé legittima, trovando il fondamento nella menzionata norma primaria avente come destinatari i dirigenti delle pubbliche amministrazioni – ex articolo 1, comma 2 del D. Lgs. 165/2001 – responsabili di detti pagamenti, quindi anche i dirigenti delle istituzioni scolastiche.

Solo che la stessa norma, per poter essere attuata, presuppone il sistema di valutazione della performance, individuale e organizzativa, che esiste per tutti i dirigenti, ma che per i dirigenti tuttora a metà – i dirigenti scolastici – ancora non c’è.

Dunque, un’iniziativa – più che obbligata – sterile, che però in fatto sollecita – o dovrebbe sollecitare – il Ministro dell’istruzione e del merito a dar seguito alla prescrizione contenuta nell’articolo 13, comma 1 del decreto legge n. 71 del 31 maggio 2024, convertito nella legge n. 106 del 29 luglio 2024: che gl’imponeva di definire, entro sessanta giorni, gli indirizzi  per gli obiettivi strategici volti ad assicurare il buon andamento dell’azione dirigenziale e di individuare i soggetti che intervengono nella procedura di valutazione dei dirigenti scolastici, con decorrenza dal primo settembre 2024 poiché da questa data la retribuzione di risultato non può più essere corrisposta in modo automatico, come è avvenuto per un quarto di secolo, parametrata sulle tre fasce di complessità in cui sono distribuite le istituzioni scolastiche per la retribuzione di posizione variabile dei rispettivi dirigenti.

Ottobre è alle porte, ma restiamo – ancora – in fiduciosa attesa che egli s’induca a battere un colpo. Almeno il primo.

Modugno e Santomauro

GIOVANNI MODUGNO E GAETANO SANTOMAURO NEL PERSONALISMO PUGLIESE, ITALIANO ED EUROPEO DEL ‘900

di Carlo De Nitti

Maestri di umanità. Maestri di compassione. Maestri di nuove opportunità per il pianeta e i suoi abitanti. Maestri di speranza PAPA FRANCESCO

1. ABBRIVO

In un’epoca, come quella che viviamo caratterizzata da una sempre più forte caratterizzazione digitale in ogni aspetto della vita – personale, sociale, civile economico, politico – e delle sue relazioni, non è anacronistico parlare di educazione ‘integrale’, ovvero che un’educazione che programmaticamente abbracci nel processo educativo l’uomo/la donna, la persona, in ogni età della vita ed in tutte le sue dimensioni.

A chi scrive sembra interessante incentrare il proprio intervento sul pensiero di Giovanni Modugno e di Gaetano Santomauro, pedagogisti del ‘900 pugliese, italiano, europeo.

Non come esperto dei due Autori nel senso accademico della parola, ma come chi, uomo di scuola, da molti anni, con le storia di vita e di pensiero dei due autori ha avuto una frequentazione generata dall’aristotelico “thaumazein”. Sì, perché personalità siffatte non possono non sé-durre, a prescindere dalle idee di chi si accosti, purché lo faccia con onestà intellettuale e sprito teoretico scevro da pre-giudizi. 

E’ di sicuro interesse interrogare le figure di Giovanni Modugno e di Gaetano Santomauro per cogliere – provando a suggere l’essenza del loro pensiero – quanto essi possanodire (rectius: insegnare) a noi, persone di scuola del XXI secolo, che operano nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Il ri-pensare le istanze di Giovanni Modugno e di Gaetano Santomauro nella scuola di oggi non può, né deve, essere un mero esercizio di erudizione storiografica, ma un interesse squisitamente teoretico che interroghi i due pedagogisti, a partire dagli interrogativi del presente che scaturiscono, ovviamente, da bisogni didattici, educativi e pedagogici che urgono alle persone di scuola.

2. I “MAESTRI DEL SENSO”

E’ possibile connotare Giovanni Modugno e Gaetano Santomauro – per utilizzare il lessico della pedagogia di Papa Francesco – nell’espressione “maestro del senso”. Chi scrive non trova migliore sintetica definizione se non quella delle parole usate dal Pontefice nel 2022 a Lisbona, parlando ai giovani per definirli: <<Maestri di umanità. Maestri di compassione. Maestri di nuove opportunità per il pianeta e i suoi abitanti. Maestri di speranza>>. 

Giovanni Modugno e Gaetano Santomauro lo sono stati, di sicuro, ante litteram, … e lo sono ancora oggi per noieducatori e le giovani generazioni affidate alle nostre cure!Leggere contestualmente oggi Modugno e Santomauro oggi significa affrontare in modo efficace le urgenze educative del mondo contemporaneo. Al centro del processo educativo – come sostenevano nel loro tempo i pedagogisti dell’attivismo pedagogico – non possono che esserci gli educandi con i loro vissuti, le loro storie interiori, i loro bisogni. Nel processo di educazione, non si può che “ascendere insieme”, per riprendere il titolo di un testo del 1943 dello stesso Modugno, per cambiare se stessi e,contestualmente, la società in cui si vive.

3. GIOVANNI MODUGNO 

La vita, la ricerca culturale, l’insegnamento di Giovanni Modugno incarnano l’anelito verso una società più giusta e più libera, nella quale ogni persona, consapevole della sua dignità, possa recuperare e vivere il significato dei valori fondamentali, in primis, la vita e la libertà, senza dei quali non è possibile praticare alcun altro valore. L’attualità del suo messaggio si focalizza prioritariamente intorno alla finalità dell’educazione, riprendendo le istanze più significative della tradizione pedagogica cristiana, arricchita dal dialogo fecondo con autori contemporanei. A partire dalla fine degli anni Venti, intensa fu la relazione di Giovanni Modugno con il gruppo di pedagogisti cattolici che si raccoglieva in quel di Brescia intorno alla casa editrice La Scuola, fondata nel 1904, ed alla rivista Scuola Italiana Moderna, nata nel 1893. Il medesimo milieu cattolico in cui, com’è noto, si formò il giovane don Giovanni Battista Montini (1897 – 1978) – Pontefice con il nome di Paolo VI – che alle posizioni di Giovanni Modugno fu certamente vicino, attraverso la filosofia della persona di Jacques Maritain (1882 – 1973).  

Nel gruppo di docenti e pedagogisti cattolici bresciani e nelle loro iniziative, di cui fu ispiratore e sodale anche attraverso il suo discepolo e figlioccio Matteo Perrini (1925 – 2007), Giovanni Modugno trovò quella consonanza intellettuale e religiosa che spesso gli mancò in Puglia, una sorta di accogliente “rifugio”, ma anche la possibilità di incidere nella scuola militante: basti pensare alla comunanza di interessi e alla sua consonanza intellettuale con Laura Bianchini (1903 – 1983), docente liceale bresciana di filosofia e madre Costituente.  

Anche dopo la seconda guerra mondiale, Giovanni Modugno continua a collaborare con Scuola Italiana Moderna, la rivista scolastica più diffusa tra i docenti di scuola elementare, ed ispirò anche una filiazione diretta del gruppo bresciano: il “gruppo di maestri sperimentatori” di Pietralba (BZ), che si riunì per la prima volta nel 1948, cui partecipò anche un altro grande pedagogista pugliese, appena venticinquenne, suo allievo all’Istituto Magistrale di Bari: Gaetano Santomauro.  

Giovanni Modugno riconosce che la pedagogia è la “scienza della vita”: si preoccupa di affinare una riflessione rigorosa ma anche che manifesti un’efficacia pratica, fondata su principi e valori saldi, applicabili sia alla prassi quotidiana, scolastica e non. Per Modugno, la scienza della vita costituisce la risposta più significativa all’esigenza di riaffermare il primato della moralità, della razionalità e della spiritualità, come qualità peculiari di ogni persona che impara a riconoscerle come espressioni ineludibili della propria dignità e della propria coscienza morale.

Giovanni Modugno ricerca sempre il “perfezionamento interiore” anche nei momenti più drammatici della sua vita personale, come, con la precoce morte della figlia Pina. Evento – collegato con altri lutti familiari (i genitori) – che interroga la coscienza del pedagogista. Quando la figlia si ammala, il progetto di Giovanni Modugno è di lavorare per ‘cristianizzare la vita’, in lui e attorno a lui. E’ convinto che le disuguaglianze sociali e le miserie non si eliminano soltanto con le leggi e le riforme, ma con l’amore. La vera riforma interiore consiste nel disporsi a comprendere i bisogni di ciascuna persona in difficoltà e nel sentirsi responsabili se manca il necessario per vivere.

I motivi fondamentali che accompagnano la vita di Modugno sono quelli di ‘ascendere insieme’, ‘salire alla sublime vetta’, ‘aiutare gli altri a salire’: l’insegnamento gli consente di adempiere a questa sua idea. Nella prospettiva del suo pensiero, la religione costituisce il principale centro d’interesse dell’intero curricolo scolastico, oltre che il contenuto più significativo della scienza della vita. Essa è la guida per cogliere nella vita concreta le relazioni tra le singole azioni ed i principi della ragione e della morale. Con la didattica della ‘provocazione riflessiva’, stimolata dal docente, la pratica del riflettere durante le lezioni li sollecita nella chiarificazione dei criteri direttivi e li pome nelle condizioni di osservare, giungendo a scoprire le istanze più profonde della vita. Come non ritenere queste suggestioni attuali e praticabili nel XXI secolo

4. GIOVANNI MODUGNO VIVANT

Riflettere oggi, nel terzo decennio del XXI secolo, sulla figura, sul pensiero e sulla storia di Giovanni Modugno, “cercatore di Cristo” ed “apostolo dell’educazione” è un atto “rivoluzionario” nella sua essenza, che modifica radicalmente i paradigmi del pensiero corrente, spesso incentrato sui tecnicismi della pedagogia – declinati in tutte le sue branche – e della scuola, piuttosto che sulla persona, quale punto di imputazione ultimo di ogni azione educativa.

Questo è il continuum che attraversa la vita di Giovanni Modugno, anche prima di insegnare, quando, da giovanissimo, iniziò ad impegnarsi nelle vicende della politica della sua città, Bitonto, in solido con lo storico molfettese Gaetano Salvemini (1873 – 1957), cui lo unì un lunghissimo sodalizio intellettuale e politico, nonostante le diverse posizioni, che ha attraversato la storia italiana di mezzo secolo. Pressocché coetanei, furono entrambi “figli”, diversi tra loro, della temperie culturale positivistica, da cui furono entrambi alieni, giungendo a posizioni politiche diverse che avevano in comune l’impegno per il riscatto dei contadini meridionali rispetto ai soprusi dei latifondisti, attraverso la conquista del più fondamentale dei diritti, quello all’istruzione.   

Il fulcro dell’attività di Giovanni Modugno – che volle essere sempre “maestro di maestri” – fu sempre l’educazione dei giovani al pensiero critico, lontano da ogni possibile strumentalizzazione. Egli non fu mai uomo “di parte”, rifiutò sempre per se stesso incarichi, cariche ed onori di ogni tipo, proprio per conservare la sua libertà di pensiero. Non a caso, nel 1923, al pedagogista, ed amico, Giuseppe Lombardo Radice (1879 – 1938) che gli offriva, a nome del Ministero della Pubblica Istruzione, la nomina a Provveditore di Bari, egli oppose un fermo diniego, come fece, alla stessa maniera, quando la carica gli fu offerta, nel 1944, da Tommaso Fiore (1884 – 1973) a nome del Comitato di Liberazione Nazionale. Parimenti, non a caso, nel 1929, fu assordante il suo silenzio – in un’Italia osannante – di fronte alla firma dei Patti Lateranensi.

Questa missione educativa – cui adempì senza maideroga alcuna – non gli impedì di mantenere relazioni intellettuali con i più sensibili ed insigni pedagogisti del suo tempo, a cominciare dalla “scoperta” di Friedrich Wilhelm Foerster (1869 – 1966) e Josiah Royce (1855 – 1916). Con ed attraverso di loro, Giovanni Modugno difese la persona umana, la sua dignità e la sua libertà interiore, trovando nel Cristianesimo, inteso ome “fede nella Resurrezione”, il miglior fondamento per conseguire questo obiettivo. In quest’opera educativa, massima era la sintonia del pedagogista con Mons. Marcello Mimmi (1882 – 1961), Arcivescovo di Bari dal 1933 al 1952, di cui condivideva in toto il metodo pastorale.

La cifra di tutta l’esistenza del pedagogista che si può compendiare nel titolo del volume – pubblicato dieci anni dopo la sua scomparsa, a cura dell’amatissima moglie, Maria Spinelli Modugno – Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno: mediante un’ascesa interiore, mai disgiunta dall’adempimento del dovere della missione educativa, indirizzata alla conquista, da rinnovare continuamente, della libertà, della coscienza critica e della dignità della persona umana. Un’eredità pedagogica e morale da raccogliere e praticare con rinnovata lena anche, se non soprattutto, nelle scuole di ogni ordine e grado.

5. GAETANO SANTOMAURO

Le tematiche del pensiero di Modugno, si ritrovano, a parere di chi scrive, con semantica diversa, nel pensiero di Gaetano Santomauro. Rimeditare sul pensiero di questo autore, mediante la costruzione di un itinerario di ricerca all’interno di alcune tra le sue opere, significa accostarsi al pensiero di un Maestro della pedagogia italiana di ispirazione meridionalista e personalista: di un personalismo peculiare che “non è dogmatico ma neanche tendenzialmente scettico o relativista. E’ un personalismo realistico, che ha nella persona la misura delle cose e che nella persona ritrova il giusto equilibrio tra l’ansia del trascendente ed il qui ed ora “. 

Chi scrive pensa che esista un modello ‘protagoreo’ della pedagogia, al pari di quello della filosofia, come magistralmente teorizzato da Giuseppe Semerari. Tale modello è, di certo, invenibile in quel personalismo realistico che trova nella persona il giusto equilibrio tra l’ ‘hic et nunc’ e l’ansia del trascendente: esso legittima e sostiene la ‘pedagogia in situazione’ che è ermeneutica allorché sollecita a trovare i principi categoriali con i quali ‘comprendere’ le situazioni.

Il qui ed ora, per Santomauro, erano fondamentalmente la scuola e la società meridionali del dopoguerra ed il ruolo che la prima aveva il dovere di svolgere per il riscatto culturale, sociale, civile e, conseguentemente, economico della seconda. Il suo impegno sociale in favore del Mezzogiorno fu costante ed accompagnò la sua riflessione teoretica e la sua azione pedagogica a tutto tondo: non a caso, intrattenne rapporti, anche epistolari con uno dei più grandi Statisti, meridionale e meridionalista anch’egli, che l’Italia nei suoi centocinquanta anni di vita unitaria abbia mai avuto, Aldo Moro (1916 – 1978).

Il lascito migliore della riflessione pedagogica di Gaetano Santomauro, la cui prematura scomparsa ne ha tragicamente impedito ulteriori e fecondi sviluppi – un’eredità che lo fa essere nostro contemporaneo di persone di scuola del Terzo Millennio – è, “la sua fiducia inconcussa nell’educazione e nel suo ruolo positivo e propulsivo nella società, la sua speranza nell’educazione non in maniera fideistica né in forma ingenuamente ottimistica, ma in forma consapevole, responsabile, lucidamente ancorata al tempo storico e alla condizione umana” . 

Particolarmente interessante ed euristica è, a distanza di oltre cinquantacinque anni dalla sua prima pubblicazione, in quest’ottica, la rilettura dell’opera principale della pur vasta produzione scientifica di Santomauro, Per una pedagogia in situazione, purché la si affronti utilizzandola come chiave di lettura critica e propositiva delle problematiche pedagogiche del XXI secolo. 

La pedagogia in situazione non è una pedagogia relativistica (se non addirittura nichilistica) che si smarrisce nella realtà o la ratifica sic et simpliciter, ma è una pedagogia ermeneutica, in quanto – spiega ancora Pagano – assume il carattere, da un lato, ‘noetico’ perché sollecita la ricerca pedagogica a trovare i principi categoriali con i quali ‘leggere’, ‘spiegare’, ‘comprendere’ le cose, i fatti, le situazioni, e, dall’altro lato, storico-dialettico, perché spinge il pedagogista ad uscire dalle assolutizzazioni e a cercare mediazioni, a cogliere le reali possibilità di un processo educativo. E‟ una pedagogia forte nei suoi principi, ma pronta a mettersi in discussione quando avverte i limiti ed i rischi di una deriva integralista e fondamentalista. E‟ una pedagogia che vuole operare nel mondo e con esso continuamente rinnovarsi”. 

La ‘pedagogia in situazione’ è, a parere di chi scrive, la scommessa pedagogica che vive ogni giorno chi voglia operare con consapevolezza ed efficacia nella scuola del XXI secolo per formare persone, uomini e donne, competenti nell’umano, educando alla responsabilità, alla cittadinanza attiva, alla solidarietà, alla differenza, ma soprattutto al rispetto di tutt* e di ciascun*.

E’ la scommessa pedagogica che si trova a vivere ogni giorno chi voglia operare nella scuola del XXI secolo: formare persone, uomini e donne, competenti nell’umano significa educare “alla responsabilità, alla partecipazione, alla solidarietà, alla tolleranza, al rispetto della tradizione, all’inclusione contro l’esclusione, al dialogo, alla prossimità, al realismo, alla comprensione del sé storico”, in una parola, ai valori.

A parere di chi scrive, l’effettiva competenza nell’umano è, e deve essere, sostanziata di un’originaria responsabilità / libertà per … che contraddistingue la persona: “noi non siamo responsabili perché siamo socialmente impegnati, ma ci impegniamo socialmente perché siamo originariamente responsabili”, come insegnava, in quegli stessi anni, Giuseppe Semerari, in una prospettiva teoretica tutt’affatto diversa.

Negli anni ‘60/’70 del secolo scorso, per Santomauro, praticare una pedagogia in situazione significava difendere le peculiarità valoriali della civiltà contadina, segnatamente pugliese e meridionale, dall’industrializzazione e dall’urbanizzazione spersonalizzante ed alienante. Non è difficile invenire nell’impegno mai disgiunto di ricerca teoretica e attività sociale da parte di Gaetano Santomauro, – consegnato a volumi come Civiltà ed educazione nel mondo contadino meridionale, Il senso di una pedagogia impegnata e Problemi educativi e programmazione nel Mezzogiorno ed alle azioni per la scuola pugliese e meridionale nei decenni di transizione dalla società contadina a quella agro-industriale ed industriale come Consulente tecnico dell’Ente Riforma e come membro della delegazione italiana presso l’UNESCO – i fondamenti teoretici e sociali per un impegno odierno di donne ed uomini di scuola contro la spersonalizzazione di una società postindustriale, globalizzata, che tende ad omologare idee, comportamenti, usi, costumi, linguaggi, impoverendo o, addirittura, svellendo le tradizioni e modificando gli stili di vita degli uomini, delle donne e dei bambini nella prospettiva sempre ‘allettante’ dell’incremento dei consumi finalizzato alla produzione ed ad un profitto spesso fuori controllo.

6. GAETANO SANTOMAURO VIVANT

A parere di chi scrive, praticare oggi una pedagogia in situazione significa riconoscere nelle azioni concrete la dignità di ogni persona umana e determinare la necessità di elaborare e di definire itinerari operativi di “educazione compensativa”, ossia di recupero delle situazioni di emarginazione e di insuccesso negli istituti scolastici di ogni ordine e grado. Tale riconoscimento è la cifra caratterizzante la cultura occidentale dal mondo greco fino al nostro tempo. La dignità dell’uomo definisce il suo essere persona ed il fine dell’educazione di cui è protagonista: in particolare, per la scuola, non è possibile leggere, conoscere ed educare le varie condizioni umane se non nell’ottica dell’accoglienza e della promozione di ogni persona, di tutti e di ciascuno, soprattutto di quelle contrassegnate dall’emarginazione e dell’insuccesso, che non sono soltanto scolastici, ma anche e soprattutto sociali e civili, anche, se non soprattutto, per una serie di ragioni sociali, storiche, economiche e politiche, che non è, in questa sede, dato di indagare ed approfondire, nel Mezzogiorno d’Italia.

In questo senso, operare quotidianamente nella scuola sta a significare porre in essere ogni giorno la pedagogia impegnata in situazione, che non è né può diventare pedagogia della situazione.

La pedagogia in situazione trova la sua massima espressione nella pratica dei laboratori e nella didattica incentrata su di essi, che non sono soltanto uno spazio didattico diverso dall’aula tradizionale, ma una modalità di apprendimento fondata su dimensioni altre dell’insegnare, consente di conseguire in modo efficace tanto gli obiettivi formativi quanto gli obiettivi specifici di apprendimento, afferenti il sapere (conoscenze), il saper fare (abilità) il saper essere (comportamenti e competenze) poiché essa promuove linguaggi plurimi e non soltanto quelli “dal collo in su”, quelli dimidiati, per dirla con Papa Francesco, poiché non coniugano la mente con il cuore e con le mani.

Questa opzione teoretica per la laboratorialità a trecentosessanta gradi colloca la prospettiva delle scuole, soprattutto del primo ciclo di cui massimamente si è occupato, già nel 1954, Gaetano Santomauro – a parere di chi scrive – sulla medesima linea pedagogica e metodologica che, all’inizio del Novecento, era proposta in modo dirompente, in ben altro contesto culturale, dall’attivismo pedagogico: da John Dewey, alle sorelle Agazzi, da Maria Montessori ad Edouard Claparède, da Céléstin Freinet a Ovide Decroly (a cui Gaetano Santomauro, peraltro, dedicò una specifica monografia) nella direzione dell’ampliamento dell’offerta formativa e delle opportunità di apprendimento per i bambini, i ragazzi, i giovani ma anche gli adulti di tutte le età interessati a crescere, a migliorare se stessi ed a riqualificarsi in un mondo del lavoro in continua trasformazione. 

7. LEGAMI ED APPRODI

Nel 1959, in un articolo comparso su “Rassegna Pugliese”, su cui, probabilmente, non è inutile soffermarsi in questo contesto, dal titolo Il pensiero di Giovanni Modugno attraverso i suoi inediti, Gaetano Santomauro ricostruisce il pensiero del pedagogista bitontino recentemente scomparso: la sua non è mera storiografia pedagogica delle fonti cui si è “abbeverato” il pensiero di Giovanni Modugno e dei passaggi cruciali del suo itinerarium 

G. Santomauro, da insigne pedagogista, ci fa toccare con mano la grandezza di Modugno, che, come tutti i grandi, ha pensato, in forme e modalità diverse, un solo grande tema: l’educazione morale, declinandola come civile e religiosa. Non è un caso che, in quegli stessi anni, l’educazione morale, civile e religiosa fosse al centro degli interessi teoretici del medesimo Santomauro, come si evince dalla bibliografia dei suoi scritti.

Entrambi fecero i conti, in tempi diversi, con il neoidealismo, sia nella versione storicistica crociana che in quella attualistica gentiliana. Basti pensare a due scelte fondamentali delle loro esperienze biografiche.

Giovanni Modugno non fece mai parte a Bari del gruppo di antifascisti che si riuniva intorno a Benedetto Croce presso la casa editrice Laterza, sebbene il suo volume su Foerster fu pubblicato nel 1931 proprio da Giovanni Laterza, quindi è ipotizzabile non senza l’assenso di Benedetto Croce. Né il pedagogista bitontino alcun ruolo nell’organizzazione del congresso del Comitato di Liberazione Nazionale che si svolse a Bari dal 28 al 30 gennaio 1944, e fu aperto proprio da un discorso del filosofo partenopeo (di adozione).

Al pensiero di Benedetto Croce e dalla sua concezione della storia, il giovanissimo Gaetano Santomauro dedicò addirittura la sua tesi di laurea che discusse nel 1946 (quindi con Croce ancora vivente) presso l’Università degli Studi di Urbino, avendo come relatore il filosofo neotomista cattolico Gustavo Bontadini (1903 – 1990). Senza considerare l’influenza di Giuseppe Flores d’Arcais (1908 – 2004), di Mario Casotti (1896 – 1975), di Vittorio Chizzolini(1907 – 1984) e del gruppo bresciano con cui era in stretta e feconda relazione anche Giovanni Modugno, che in quel consesso lo aveva introdotto.

Ciò che contraddistingue entrambi, in una linea teoretica che si potrebbe definire di continuità ideale, è il perseguire una concezione personalistica ed un’ascesa umana che li conduce all’elaborazione di un pensiero coerente ed originale: la connotazione geografica che è nel titolo non è, ovviamente, l’indicazione di un limite, ma di una precipua specificità che non arricchisce il Gotha del personalismo italiano ed europeo, quale quello che negli stessi decenni elaboravano Oltralpe Emmanuel Mounier (1905 – 1950, Jacques Maritain (1882 – 1973), Paul Ricoeur (1913 – 2005).

8. BIBLIOGRAFIA

I volumi qui citati non sono, di certo, una bibliografia esaustiva sugli argomenti cui si è avuto modo di argomentare, ma hanno costituito certamente un faro per chi si è cimentato nella scrittura.

• AA.VV., Maestri del senso: competenze e passione per una scuola migliore, a cura di CARLO DE NITTI e CARLO LAVERMICOCCA, Bari 2023, Ecumenica editrice;

• AA.VV., “Mente – Cuore – Mani”: la proposta educativa di Papa Francesco per la scuola di oggi. Riflessioni teoriche e prassi educative, a cura di CARLO DE NITTI e CARLO LAVERMICOCCA, Bari 2022, Ecumenica editrice;

• CAPORALE, VITTORIANO, Educazione e politica in Giovanni Modugno, Bari 1988, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Un pedagogista del Sud, Bari 1995, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Pedagogia Scienza della Vita, Bari, 1997, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, La proposta pedagogica di Giovanni Modugno, Bari, 2004, Cacucci;                                                                        

• CAPORALE, VITTORIANO, Pedagogia e vita di Giovanni Modugno, Bari 2006, Cacucci;

• CAPORALE, VITTORIANO, Santomauro Gaetano, in “Enciclopedia pedagogica”, 1994, pag. 10277-10283;

• CAPURSO, GIOVANNI, Due Maestri per il Sud: Gaetano Salvemini e Giovanni Modugno, Corato, 2022, SECOP;

• CHIOSSO, GIORGIO, Novecento pedagogico italiano, Brescia 19 , La Scuola editrice;

• LAENG, MAURO, (a cura di), Gaetano Santomauro, “I contemporanei”, Giunti-Barbera, Firenze 1979, pp. 890-893;

• LAFRANCESCHINA, LUIGI, La Pedagogia Italiana del Secondo Dopoguerra e la Proposta Pedagogica di Don Gino Corallo, Bitonto 2014, Arti Grafiche Cortese; 

• MODUGNO, GIOVANNI, Il problema morale e l’educazione morale, Firenze 1924, Vallecchi;

• MODUGNO, GIOVANNI, F.W. Foerster e la crisi dell’anima contemporanea, Bari 1931, Laterza;

• PAGANO, RICCARDO, Il pensiero pedagogico di Gaetano Santomauro, Brescia 2008, La Scuola;

• PERRINI, MATTEO, Pedagogia e Vita di Giovanni Modugno, Brescia 1961, La Scuola;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno. Il volto umano del Vangelo, Bari 2020, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno e il suo “rifugio” bresciano, Bari 2022, Edizioni Dal Sud;

• SANTOMAURO, GAETANO, Giovanni Modugno attraverso gli inediti, «La Rassegna pugliese», 1969, 4-5, pp. 3 – 22;

• SANTOMAURO, GAETANO, Civiltà ed educazione nel mondo contadino meridionale, Padova 1959, Liviana;

• SANTOMAURO, GAETANO, Il senso di una pedagogia impegnata, Lecce 1963, Milella;

• SANTOMAURO, GAETANO, Problemi educativi e programmazione nel Mezzogiorno, Lecce 1964, Milella;

• SANTOMAURO, GAETANO, Per una pedagogia in situazione, Brescia 1967, La Scuola;

• SANTOMAURO, MARIA TIZIANA,

• SARACINO, DOMENICO, Politica, cultura e spiritualità in un cercatore di Cristo, Bari 2006, Stilo editrice;

• SEMERARI, GIUSEPPE, Responsabilità e comunità umana, Manduria 1960, Lacaita.

 

Et si parva licet componere magnis, precedenti brevi testi di chi ha scritto questo:

a) Un pedagogista meridionale e meridionalista: Gaetano Santomauro, “Tempopieno”, VI, gennaio – giugno 2011, 1-2, pp. 9 – 13;

b) Introduzione. Il pensiero pedagogico di Gaetano Santomauro nella scuola del XXI secolo, in Il pensiero pedagogico di Gaetano Santomauro nella scuola del XXI secolo, a cura di CARLO DE NITTI, “Educazione & Scuola”, XVII, marzo 2012, 1015, pp. 4-8;

c) La missione educativa di Giovanni Modugno e la sua attualità nel XXI secolo. Nota a margine di una recente biografia del pedagogista bitontino, ”Educazione & Scuola”, XXVI, marzo 2021, 1123;

d) In difesa del Sud: storia di un’amicizia tra due grandi Maestri tra Molfetta e Bitonto, “Educazione & Scuola”, XXVII, settembre 2022, 1141;

e) Giovanni Modugno: un “cercatore di Cristo”, apostolo dell’educazione, in VINCENZO ROBLES, Giovanni Modugno e il suo “rifugio” bresciano, Bari 2023, Edizioni Dal Sud, pp. 9 – 12; 

f) La ‘pedagogia in situazione’ oggi: Gaetano Santomauro vivant, “Educazione & Scuola”, XXVIII, marzo 2023, 1147;

g) Giovanni Modugno: un “maestro di senso” per la scuola italiana di oggi, “Educazione  Scuola”, XXVIII, dicembre 2023, 1156.

 

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 228

228 del 28-09-2024