Ricostruzione di carriera docenti e ATA, domande online entro il 31 dicembre: tutto quello che c’è da sapere

da OrizzonteScuola

Di redazione

Per l’anno scolastico 2024/2025, il periodo utile per la presentazione della domanda di ricostruzione di carriera, necessaria per l’inquadramento definitivo in una delle sei fasce stipendiali, va dall’1 settembre al 31 dicembre 2024. Le domande devono essere inoltrate tramite la piattaforma digitale Istanze OnLine del Ministero dell’Istruzione e del Merito, entro e non oltre le ore 23:59 di martedì 31 dicembre 2024.

Con l’entrata in vigore del decreto legge 69 del 13 giugno 2023, sono state apportate modifiche significative al testo unico della scuola. In particolare, l’articolo 14, comma 1, lettera a) ha modificato l’articolo 485 del d.lgs. 297/94, introducendo i seguenti cambiamenti:

  1. È stata aggiunta la specifica che il personale docente delle scuole secondarie ed artistiche, immesso in ruolo dall’anno scolastico 2023-2024 e confermato, non è più soggetto a limitazioni economiche per i primi quattro anni e per i due terzi del periodo eventualmente eccedente.
  2. Sono state apportate modifiche al comma 3, sostituendo alcune espressioni per chiarire i limiti di applicazione.
  3. Il comma 4 è stato abrogato, semplificando ulteriormente la normativa.
  4. Al comma 5, sono state eliminate alcune limitazioni precedentemente in vigore.

Un’altra modifica rilevante riguarda l’articolo 489 del d.lgs. 297/94, dove il comma 1 è stato sostituito per stabilire che il riconoscimento del servizio di insegnamento sarà basato esclusivamente sul servizio effettivamente prestato, senza applicare le regole precedenti riguardanti la validità dell’anno scolastico. Pertanto, i docenti immessi in ruolo dal 1° settembre 2023 e confermati dopo il superamento dell’anno di prova, potranno presentare la domanda di ricostruzione della carriera a partire dal 1° settembre 2024. È importante notare che, per il riconoscimento di un anno intero di servizio, saranno necessari 365 giorni di insegnamento, a differenza della precedente normativa che considerava un anno intero anche con 180 giorni di servizio.

La scuola di titolarità del docente o del personale ATA, una volta confermato in ruolo, è responsabile della gestione della pratica di ricostruzione della carriera. Tale istituzione deve emettere il decreto di ricostruzione e inviarlo alla sede territoriale della Ragioneria generale dello Stato. La Legge 107/2015, all’articolo 1, comma 209, stabilisce le tempistiche per l’emissione di tale decreto.

In particolare, il comma 209 stabilisce che le domande per il riconoscimento dei servizi devono essere presentate al dirigente scolastico tra il 1° settembre e il 31 dicembre di ogni anno. Successivamente, entro il 28 febbraio, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca deve comunicare al Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, i dati relativi alle istanze per il riconoscimento dei servizi.

Che cos’è la domanda di ricostruzione della carriera

La domanda di ricostruzione della carriera serve a ottenere il riconoscimento degli anni di servizio di pre-ruolo, derivanti sia da rapporti di lavoro a tempo determinato sia da anni di servizio svolti in altro ruolo, unitamente al servizio militare di leva, eventualmente svolto.

Può presentare domanda il personale confermato in ruolo a seguito del superamento dell’anno di prova.

Le fasi

  1. accedere alla sezione ‘Istanze online’
  2. accedere alla richiesta di ricostruzione
  3. visualizzare i dati anagrafici e i dati di titolarità e servizio (tali informazioni non saranno modificabili)
  4. effettuare la richiesta di ricostruzione carriera
  5. inoltrare la richiesta

Il modulo della domanda online sarà disponibile fino al 31 dicembre a meno di indicazioni diverse da parte dell’Amministrazione.

Per accedere alla sezione e compilare il modulo di domanda, l’interessato deve avere:

  • un Personal Computer con connessione ad Internet ed il software Acrobat Reader;
  • un indirizzo di posta elettronica, lo stesso indicato durante la procedura di Registrazione;
  • avere le credenziali di accesso (username, password e codice personale) ottenute con la procedura di Registrazione (per maggiori dettagli è possibile consultare la Documentazione presente nella pagina iniziale di Istanze Online);
  • rientrare nel personale che può operare amministrativamente con la procedura in esame.

Gli utenti possono vedere lo ‘stato della domanda’ che può essere:
• ‘Non Inserita’ → l’utente potrà inserire la richiesta.
• ‘Bozza’ → l’utente potrà aggiornare, cancellare e interrogare.
• ‘Inoltrata’ → l’utente potrà interrogare

L’inoltro della domanda modificherà lo stato della domanda da “Bozza” a “Inoltrata”, inoltre avrà l’effetto di salvataggio dei dati acquisiti e contemporaneamente di:

  • Produrre un PDF: il modello compilato dall’utente in formato .pdf, sarà inviato per mail all’utente e sarà salvato nel proprio archivio personale in modo da poter essere recuperato nella sezione “Archivio” presente sulla Home Page personale di Istanze online.
  • Inviare una mail all’utente con allegata l’istanza inoltrata in formato .pdf.
  • Inviare una mail alla scuola coinvolta: la domanda sarà inviata alla scuola di competenza del processo.

GUIDA Ministero

Intercultura, oltre 1.000 borse di studio per studiare all’estero: domande entro il 10 novembre

da La Tecnica della Scuola

Anche quest’anno, fino al 10 novembre, è possibile iscriversi al concorso Intercultura per trascorrere fino a un intero anno scolastico all’estero nell’anno scolastico 2025-26.

Per farlo, è necessario registrarsi online dal sito www.intercultura.it.

Sono 2.000 i posti a disposizione, oltre 1.000 le borse di studio e 60 le destinazioni in tutto il mondo.

Tra le novità si segnalano i due programmi semestrali negli Stati Uniti (con partenza nell’estate 2025 o inizio 2026) che vanno ad affiancarsi al classico programma annuale; oltre a questi, la novità assoluta della Mongolia, dove sarà possibile trascorrere un trimestre, i nuovi programmi semestrali in Brasile e Lituania, quelli trimestrali in Messico e Nuova Zelanda, e infine il corso estivo di lingua di 4 settimane in Cina.

Chi può partecipare

I programmi sono rivolti a studenti nati prioritariamente tra il 1 luglio 2007 e il 31 agosto 2010 e consentono di frequentare una scuola locale e di vivere insieme a una famiglia selezionata.

Borse di studio

Anche per quest’anno il concorso Intercultura prevede che gli studenti che necessitano di un sostegno economico possano usufruire di una delle oltre 1.000 borse di studio a totale o parziale copertura dell’intera quota di partecipazione messe a disposizione dall’Associazione anche grazie al sostegno di numerose aziende, enti e Fondazioni.

I programmi di Intercultura consentono anche di beneficiare delle borse di studio offerte dal programma ITACA di INPS.

Incontri informativi

Tra settembre e il 10 novembre si terrà un ciclo di incontri informativi online che si affianca a quelli in presenza.

Il primo in programma per giovedì 5 settembre alle ore 18.00.

Per info: www.intercultura.it/incontri-informativi

Inizio scuola 2024, ecco tutte le novità introdotte dall’anno scolastico 2024/2025

da La Tecnica della Scuola

Di Salvatore Pappalardo

Con l’inizio del nuovo anno scolastico sono diverse le novità che attendono il personale della scuola, le famiglie e gli stessi studenti; dalla riforma degli istituti tecnici, all’istituzione dei campus; dai rapporti scuola famiglia alla conferma del docente di sostegno; dal voto in condotta al divieto del cellulare in classe; dal docente orientatore alla formazione dei docenti collaboratori.

Riforma ITS

Con l’anno scolastico 2024/2025 parte, in circa 150 scuole, la riforma degli istituti tecnici professionali, che prevede la formula 4+2, con l’obiettivo di potenziare e ampliare la formazione professionale degli studenti al fine di preparare dei tecnici con elevate competenze tecnologiche e tecnico-professionali per sostenere, in modo sistematico, lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo del Paese.

Aspetto innovativo

La riforma, oltre a ridurre a 4 anni gli istituti tecnici con la possibilità di specializzarsi nel biennio ITS, prevede l’utilizzo di docenti esterni provenienti dalle imprese, al fine di dare una preparazione quanto più tecnica possibile rispondente alle esigenze specifiche del mondo industriale.

Istituzioni dei campus

La normativa inoltre, al fine di favorire i poli tecnico professionali presenti sul territorio attraverso l’integrazione dell’offerta formativa, ha promosso l’istituzione dei “campus” per la cui realizzazione è stata prevista una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2024 e 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026.

Scuola e famiglia

Al fine di rendere più efficace il rapporto scuola famiglia, è stato istituito il nuovo servizio digitale della piattaforma Unica dedicato allo scambio di documenti, informazioni e dati. Il servizio ComUnica si pone l’obiettivo di automatizzare, semplificare e velocizzare il processo di condivisione di documenti, informazioni e dati utili all’avvio e alla gestione dell’anno scolastico agevolando le famiglie senza nuovi oneri in capo alle segreterie scolastiche.

Divieto utilizzo cellulare

Fra le novità che gli interessano gli alunni, con il nuovo anno scolastico è stato fatto divieto di utilizzare il cellulare in classe, anche ai soli fini educativi e didattici. Fermo restante la possibilità di utilizzare altri dispositivi digitali sempre per fini didattici e sotto il controllo diretto dei docenti e nei casi previsti dal PEI (Piano Educativo Individualizzato) e nel PDP (Piano Didattico Personalizzato) qualora sia considerato opportuno per favorire il processo apprenditivo degli alunni disabili e in quelli con disturbi specifici di apprendimento.

Voto in condotta

Nonostante i notevoli ritardi è plausibile pensare che tra il mese di ottobre e novembre potrebbe entrare in vigore la norma sul voto in condotta al fine di responsabilizzare i giovani. La riforma ancora in fase di approvazione, ponendo l’accento sul ripristino del rispetto all’interno dell’ambiente scolastico, si pone come fine il riaffermare l’autorità dei docenti e migliorare il clima per tutto il personale scolastico e gli studenti attraverso specifici interventi educativi e ove necessario la bocciatura.

Docenti di sostegno

Le novità introdotte dal decreto 71/2024 in merito al sostegno didattico agli alunni disabili mirano a potenziare i percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico attraverso non solo con i percorsi organizzati dalle Università di 60 CFU, ma anche, eccezionalmente fino al 31 dicembre del 2025, con percorsi di 30 CFU organizzati dall’INDIRE.

Continuità didattica

Al fine di favorire la continuità didattica agli alunni disabili, è data la possibilità di garantire i docenti a tempo determinato su posto di sostegno su indicazione delle famiglie, fermo restante la decisione ultima del dirigente Scolastico.

Docenti posto comune

Per quanto riguarda i docenti su posto comune viene confermata la figura del docente tutor orientatore al fine di supportare gli alunni e le loro famiglie nella scelta del percorso di studio più adeguato alle potenzialità individuali di ognuno.

Docenti collaboratori

E’ stato avviata la formazione volontaria per i docenti che collaborano alla gestione della scuola della durata di tre anni per trenta ore annue. Tale riforma potrebbe rappresentare l’avvio nella scuola del middle management.

Aspetti pedagogici

Dopo il parere espresso dal CSPI, si è in attesa del testo definitivo delle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica volta a promuovere e valorizzare: la persona e i suoi diritti fondamentali, la responsabilità individuale, la solidarietà, la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale, il lavoro e l’iniziativa privata come strumento di crescita economica per creare benessere e vincere le sacche di povertà, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita, l’educazione stradale, il rispetto della donna, l’uso etico del digitale e l’uso responsabile dei dispositivi elettronici.

Nuovi percorsi di abilitazione per la scuola secondaria, Palumbo (MIM): ‘Programmazione a carico del MUR’. Tutte le novità

da Tuttoscuola

Con l’entrata in vigore del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 4 agosto 2023, il sistema educativo italiano affronta un’importante fase di rinnovamento. Il decreto, che si inserisce nel quadro delle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), introduce nuovi percorsi di abilitazione per la scuola secondaria, progettati per rispondere a standard formativi più elevati e per migliorare la qualità dell’insegnamento. A spiegare l’importanza di queste novità è Carmela Palumbo, capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito: Il DPCM 4 agosto 2023, dando attuazione a una specifica normativa adottata nell’ambito della riforma del reclutamento prevista dal PNRR, ha introdotto percorsi di abilitazione per la scuola secondaria completamente nuovi e rispondenti a diversi standard formativi. La programmazione di questi percorsi è a carico del Ministero dell’Università che dispone l’accreditamento delle Università proponenti. L’erogazione e la durata dei percorsi è definita dalle singole Università secondo le disposizioni del DPCM”.

Riconoscimento dei Punteggi nelle Graduatorie per le Supplenze

Con l’introduzione dei nuovi percorsi abilitanti, è emersa la necessità di aggiornare il sistema di valutazione nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS). Palumbo ha sottolineato come il Ministero abbia affrontato questa sfida in modo collaborativo con le Organizzazioni Sindacali (OOSS): “A fronte dell’attivazione dei nuovi percorsi abilitanti, si è reso necessario prevedere il riconoscimento di uno specifico punteggio (come già accaduto per precedenti percorsi abilitanti) nelle graduatorie per le supplenze. La questione è stata affrontata e dibattuta con le OOSS già a partire da febbraio scorso, nella fase di redazione dell’Ordinanza ministeriale che avrebbe disciplinato l’aggiornamento delle GPS e il conferimento delle supplenze”.

In particolare, durante gli incontri tenutisi il 6 febbraio e il 3 aprile 2024, le sigle sindacali hanno richiesto modifiche alle tabelle di valutazione dei titoli proposte dall’Amministrazione, che prevedevano inizialmente 24 punti per i corsi da 60 CFU e 12 punti per quelli da 30 CFU. “Tra queste istanze, in relazione alla definizione delle tabelle dei titoli e, dunque, dei punteggi per le graduatorie per le supplenze, da parte sindacale sono pervenute richieste di modifica rispetto alla tabella di valutazione proposta dall’Amministrazione (che prevedeva un riconoscimento di 24 punti per i corsi da 60 CFU e 12 punti per i corsi da 30 CFU) e si è richiesta una valutazione di 24 punti per tutte le diverse abilitazioni rilasciate dalle Università,” ha aggiunto Palumbo, ricordando che questa esigenza di uniformità è stata espressa anche dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) nel suo parere del 23 febbraio.

Scelte Professionali Autonome degli Aspiranti

Nonostante l’adozione ufficiale dell’Ordinanza risalga a maggio, le informazioni sulle tabelle di valutazione erano già note da febbraio. “Benché l’adozione dell’Ordinanza in questione risalga al mese di maggio, le notizie relative alle tabelle di valutazione dei punteggi circolavano già dalla fine di febbraio sui siti sindacali e nelle riviste specializzate – ha spiegato Palumbo -. Questa diffusione anticipata ha permesso agli aspiranti docenti di prendere decisioni autonome riguardo l’accesso ai nuovi percorsi abilitanti, scelte che si sono riflettute poi nell’attribuzione del punteggio aggiuntivo in graduatoria. “Si è trattato ovviamente di valutazioni e scelte professionali da parte dei singoli aspiranti in cui l’Amministrazione non ha titolo di entrare,” ha concluso.

Novità per la Continuità dei Docenti di Sostegno dal 2025

Palumbo ha inoltre sottolineato un’importante novità per quanto riguarda la continuità dei docenti di sostegno: “Per effetto di una norma fortemente voluta dal Ministro Valditara, dall’anno scolastico 2025/2026 troverà applicazione una novità assoluta: la conferma dei supplenti sullo stesso posto su richiesta delle famiglie. Ciò permetterà di evitare il continuo cambio dei supplenti di sostegno a tutto vantaggio degli studenti con disabilità”. Questa misura mira a garantire stabilità agli studenti con disabilità, offrendo loro una figura di riferimento costante, un cambiamento che risponde alle esigenze di continuità didattica e di qualità educativa.

A.S. 2024-2025/1. No smartphone, torna il diario. Si guarda indietro o avanti?

da Tuttoscuola

Nello scorso mese di luglio il ministro Valditara ha inviato ai presidi una circolare contenente le direttive per il nuovo anno scolastico. Tra le novità più discusse il drastico “divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare” a partire dalla scuola dell’infanzia e fino alla terza media, a meno che il loro uso “sia previsto dal piano educativo individualizzato o dal piano didattico personalizzato, come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento ovvero per documentate e oggettive condizioni personali” (ammesso invece l’uso a fini didattici di altri dispositivi digitali, quali pc e tablet, sotto la guida dei docenti), e la “raccomandazione” di affiancare alla annotazione sul registro elettronico delle attività da svolgere a casa una “notazione giornaliera su diari/agende personali”.

Immediatamente è ripartito il confronto, che dura da anni (in Italia il ministro Fioroni fu il primo a vietare l’uso del cellulare in classe già nel 2007, quando ancora non esistevano gli smartphone, introdotti nel 2011), tra sostenitori e detrattori dell’uso didattico dei devices multimediali, ma negli ultimi anni, soprattutto dopo il Covid-19, è aumentato il numero dei Paesi che hanno deciso di vietarli, accogliendo le indicazioni in tal senso provenienti dall’Unesco e dall’OCSE e da un numero crescente di studiosi come lo psicologo Haidt.

In Europa tra i primi a decidere le restrizioni sono stati Francia, Inghilterra, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia, mentre anche negli Stati Uniti, patria degli smartphone, alcuni Stati si sono già mossi in tal senso. Tra questi Indiana, Minnesota, Ohio, Virginia, e dalla scorsa settimana anche l’ipertecnologica California con una legge bipartisan che entrerà in vigore il 1° luglio 2026, ma che alcuni distretti, come il Los Angeles Unified School District (il più grande negli USA dopo quello di New York) hanno deciso di applicare da gennaio 2025.

L’opinione attualmente prevalente nel mondo, condivisa da Valditara, è che dal punto di vista pedagogico (ma anche psicologico e neurologico) vietare gli smartphone in classe sia un modo per guardare avanti, e non indietro, all’era pre-digitale. Lo stesso si può dire per il ripristino del diario, e in generale dello scrivere a mano anziché con una tastiera, come da anni sostiene Benedetto Vertecchi   e come ribadisce Andrea Cangini, direttore dell’“Osservatorio Carta, Penna & Digitale” in un argomentato intervento sul Corriere della Sera del 26 agosto 2024, intitolato “Meno smartphone, più carta e penna”.

Certo, in Europa e negli USA per vietare serve una norma giuridica. In Paesi come la Corea e il Giappone, basta l’etica confuciana, impersonata dal Professore: nessuno studente si azzarderebbe mai a usare uno smartphone senza il suo permesso. La Cina sta a metà: c’è una normativa restrittiva, ma anche lì gli studenti per usare lo smartphone in classe devono chiedere il permesso dei professori, corredato da una domanda scritta dei genitori. Non tutto il mondo è Paese…

Le commissioni dei concorsi: un ostacolo che imbriglia il sistema

da Tuttoscuola

Tra gli appuntamenti mancati in questo inizio del nuovo anno scolastico ci sono numerose graduatorie di merito (GM) del concorso docenti, non definite in tempo utile per la nomina dei vincitori al 1° settembre 2024 come prospettava il primo obiettivo del PNRR.

Per rimediare a questo obiettivo mancato, un emendamento dell’ultima ora in sede di conversione del decreto-legge ha previsto una proroga straordinaria delle GM a dicembre, in modo di avere i vincitori (che il Ministro Valditara ha quantificato in circa 10mila) entro il 2024.

La questione va ben oltre il problema, seppur transitorio, di dover nominare per quattro mesi altrettanti supplenti temporanei che rimarranno in cattedra in attesa della nomina dei nuovi titolari, incidendo sulla precarietà del sistema scolastico, sempre più in attesa di stabilizzazione.

Dietro quel rinvio straordinario si nasconde un problema congiunturale che rischia ormai di diventare strutturale, minando alla base l’attuale sistema di reclutamento dei docenti.

Ci riferiamo alla costituzione delle commissioni esaminatrici, un gravame amministrativo che sta mettendo a dura prova gli Uffici Scolastici Regionali, impegnati continuamente (e sfiancati) a cercare e nominare i commissari, nonché a provvedere alla sostituzione dei tanti che, a nomina già avvenuta, si dimettono per ragioni varie (tra cui, il tardivo accertamento degli onerosi impegni preparatori per la prova orale).

A maggio le sostituzioni di commissari avevano già superato ampiamente i 200 casi.

Per tutte queste ragioni ostative e per gli impegni di servizio (i commissari non fruiscono di esonero) che prolungano i tempi di svolgimento delle prove, molte procedure sono andate per le lunghe, determinando anche quel ritardo conclusivo delle graduatorie di merito finali per le nomine dei vincitori che ha motivato l’emendamento di proroga straordinaria delle GM a dicembre.

A fine agosto, per il concorso di scuola secondaria, delle 1.242 graduatorie di merito previste (283 per la secondaria di I grado e 959 per quelle di II grado), erano state definite 537, pari al 43% di quelle attese. Sarà difficile che entro dicembre si riesca a colmare un simile ritardo.

Le commissioni – loro malgrado – non sono la soluzione, ma il problema, l’ostacolo vero per semplificare le procedure.

Occorre mettere mano rapidamente ad una revisione delle norme in merito, prevedendo, ad esempio, l’esonero dal servizio dei commissari.

E infine occorre prevedere un secondo canale di reclutamento per gli idonei dei concorsi.

Quali conclusioni si possono trarre riguardo al problema commissari dei concorsi? Siamo di fronte a una sorta di eterogenesi dei fini: c’è un obiettivo, un reclutamento efficace ed equo. C’è uno strumento, il concorso pubblico (previsto dalla Costituzione per entrare nella PA), che sarebbe quello più adatto. Ma per essere anche uno strumento efficiente e tempestivo, servono i commissari: finché si continuerà a pretendere che svolgano il loro impegnativo lavoro senza essere esonerati, almeno parzialmente, dagli impegni ordinari e ad essere sottopagati (ricorderete l’inchiesta di Tuttoscuola sui commissari “pagati un euro l’ora”), “il cane si morderà la coda”.

Ergo: concedere esoneri (o semiesoneri) e pagare il giusto, risolvendo un problema che incancrenisce il sistema e ha una serie di ricadute enormi (reclutamento inefficace, precariato indotto, discontinuità didattica, etc). Lo si vuol capire o no, soprattutto dalle parti di Via XX settembre?