Precisazione su comunicato Gilda

Rispetto a quanto segnalato dal sindacato Gilda in data odierna sul pagamento del personale precario si precisa quanto segue.

Grazie alle variazioni di bilancio che il MIM ha effettuato tra settembre e novembre del 2024 è stato possibile dare copertura ai ratei contrattuali del personale con incarichi di supplenza breve e saltuaria inseriti e autorizzati dalle scuole.

Il Ministero, tra novembre e dicembre è così riuscito, per la prima volta negli ultimi 10 anni, a garantire il pagamento di tutti gli stipendi che sono stati autorizzati dalle segreterie scolastiche nei tempi previsti.

Se vi sono casi di ritardato pagamento, occorre verificarne le cause rispetto alle situazioni specifiche. In ogni modo, si tratta di un fenomeno di dimensioni notevolmente contenute rispetto a quanto accaduto negli ultimi 10 anni.

Si evidenzia inoltre che il 18 gennaio è calendarizzata l’emissione di Noipa e in questa circostanza si darà copertura a tutti gli stipendi arretrati.

Abbiamo comunque preso contatti direttamente con il sindacato Gilda per avere l’elenco delle segnalazioni in modo da poter fare le opportune verifiche.

Docenti precari senza stipendio

INACCETTABILE DOCENTI PRECARI SENZA STIPENDIO DA OTTOBRE, SCENARIO SOLO ITALIANO

Dal mese di ottobre non ricevono lo stipendio. Chiediamo incontro con MIM 

E’ vergognoso e inaccettabile quanto si sta perpetuando ai danni di centinaia di docenti precari che dal mese di ottobre ancora non hanno visto accreditarsi lo stipendio.

Una situazione drammatica, uno scenario sicuramente solo italiano, che ancora una volta ignora i bisogni del comparto docente, compromettendone la serenità e facendolo risultare l’ultima ruota del carro. Il primo diritto di ogni cittadino lavoratore è ricevere la giusta retribuzione per il lavoro che svolge, per adempire anche a tutte quelle spese che ognuno, nella vita di tutti i giorni, deve coprire.

La Gilda degli Insegnanti, per questo, chiede formalmente un incontro al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, affinché si intervenga nell’immediato per una risoluzione del problema.

Docenti precari senza stipendio

INACCETTABILE DOCENTI PRECARI SENZA STIPENDIO DA OTTOBRE, SCENARIO SOLO ITALIANO

Dal mese di ottobre non ricevono lo stipendio. Chiediamo incontro con MIM 

E’ vergognoso e inaccettabile quanto si sta perpetuando ai danni di centinaia di docenti precari che dal mese di ottobre ancora non hanno visto accreditarsi lo stipendio.

Una situazione drammatica, uno scenario sicuramente solo italiano, che ancora una volta ignora i bisogni del comparto docente, compromettendone la serenità e facendolo risultare l’ultima ruota del carro. Il primo diritto di ogni cittadino lavoratore è ricevere la giusta retribuzione per il lavoro che svolge, per adempire anche a tutte quelle spese che ognuno, nella vita di tutti i giorni, deve coprire.

La Gilda degli Insegnanti, per questo, chiede formalmente un incontro al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, affinché si intervenga nell’immediato per una risoluzione del problema.

Docenti precari senza stipendio

INACCETTABILE DOCENTI PRECARI SENZA STIPENDIO DA OTTOBRE, SCENARIO SOLO ITALIANO

Dal mese di ottobre non ricevono lo stipendio. Chiediamo incontro con MIM 

E’ vergognoso e inaccettabile quanto si sta perpetuando ai danni di centinaia di docenti precari che dal mese di ottobre ancora non hanno visto accreditarsi lo stipendio.

Una situazione drammatica, uno scenario sicuramente solo italiano, che ancora una volta ignora i bisogni del comparto docente, compromettendone la serenità e facendolo risultare l’ultima ruota del carro. Il primo diritto di ogni cittadino lavoratore è ricevere la giusta retribuzione per il lavoro che svolge, per adempire anche a tutte quelle spese che ognuno, nella vita di tutti i giorni, deve coprire.

La Gilda degli Insegnanti, per questo, chiede formalmente un incontro al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, affinché si intervenga nell’immediato per una risoluzione del problema.

Nuovo sistema di valutazione

Scuola, FLC CGIL: con giudizi e condotta Valditara punisce anziché educare

Roma, 10 gennaio 2025- L’annuncio del ministro Valditara della pubblicazione dell’ordinanza ministeriale sul nuovo sistema di valutazione non coglie di sorpresa ma indigna profondamente la scuola italiana.

Nonostante l’allarme espresso negli ultimi mesi da autorevoli esponenti del mondo della pedagogia democratica, le critiche delle organizzazioni sindacali e delle associazioni professionali, il ministro dell’Istruzione e del Merito ha finalizzato un provvedimento di stampo sanzionatorio e punitivo, dimostrando di non credere nel potenziale dell’educazione e dell’istruzione come strumenti di prevenzione del disagio e dell’insuccesso scolastico. Secondo la logica ministeriale, ispirata coerentemente alla nota pedagogia del merito e dell’umiliazione, i giudizi sintetici nella scuola primaria sanciscono difficoltà e carenze, privando la valutazione della funzione di miglioramento dei processi di insegnamento e apprendimento. Si decreta, inoltre, che la scuola, nella fase delicata della pre-adolescenza, non ha strumenti per educare al rispetto delle regole e del bene comune se non ricorrendo a votacci e bocciature.

Come FLC CGIL, siamo certi che la scuola, nel suo complesso, abbia molte più risorse educative di quanto Valditara creda e che saprà reagire a questo suo ennesimo svilimento, mettendo in campo e potenziando le buone pratiche che consentono di agire in un’ottica formativa e non punitiva. II Ministro se ne faccia una ragione e pensi piuttosto a trovare le risorse per il rinnovo del contratto 2022/2024 e per riconoscere e valorizzare le professionalità, oltre che per investimenti nella scuola statale che mettano nelle condizioni di lavorare al meglio nell’interesse delle nuove generazioni e del Paese.

Lo stress dei dirigenti

Lo stress dei dirigenti

di Nicola Puttilli

Sarà stato il 1985 o il 1986 quando il consiglio scolastico provinciale di Torino, che in quegli anni ebbi la ventura di presiedere, decise di procedere alla fusione delle scuole medie “Pavese” e “Casorati”. Dopo tre decenni di ininterrotta e tumultuosa crescita si trattò della prima soppressione di un istituto scolastico, non a caso nella periferia sud di Torino, case popolari costruite in fretta intorno allo stabilimento di Mirafiori. Da allora, a parte gli ultimi, ho seguito direttamente tutti i piani di dimensionamento che si sono succeduti nella provincia di Torino, nell’ambito del consiglio scolastico provinciale prima e a livello regionale poi nella consulta regionale per il diritto allo studio, istituita nel 2007.

Con precisione e puntualità  tutte sabaude, le istituzioni scolastiche piemontesi sono state costantemente dimensionate secondo i parametri di legge.

 Il crescente successo degli istituti comprensivi, nati per contrastare gli effetti derivanti dallo spopolamento nelle aree montane ma effettivamente in grado di rispondere a reali esigenze di continuità, ha inevitabilmente cambiato il quadro di riferimento. A causa, tuttavia, del già avvenuto dimensionamento, non è risultato semplice, nel contesto urbano torinese in particolare, procedere alla loro formazione che, in effetti, si è realizzata con notevole ritardo rispetto ad altre realtà nazionali, semplicisticamente accorpando scuole medie e direzioni didattiche, raddoppiandone la dimensione.

Una volta deciso, il passaggio generalizzato ai comprensivi è avvenuto in tempi relativamente rapidi rispetto alla media dei tempi di cambiamento della nostra scuola, con annesso effetto di trascinamento sulle dimensioni delle secondarie superiori, secondo due modalità invece piuttosto consuete. La prima è la casualità quasi assoluta e l’evidente assenza di progetto: gli istituti comprensivi hanno ormai soppiantato le altre tipologie (4.865 istituti comprensivi contro 313 direzioni didattiche e 121 scuole medie, dati MIM a.s. 23/24) senza un minimo di riflessione sulle dimensioni ottimali di un’istituzione scolastica, senza preoccuparsi di rendere omogeneo lo stato giuridico del personale docente, senza alcun percorso di formazione dedicato, senza prevedere funzioni di sistema adeguatamente strutturate e formate. La seconda è l’impulso irrefrenabile a tirare i cordoni della borsa quando si tratta di scuola (escluse ovviamente le spese relative al PNRR che rispondono a logiche del tutto particolari ed eccezionali); da decenni la priorità del risparmio caratterizza le politiche scolastiche (quota di PIL  dedicato praticamente dimezzata in poco più di due decenni), in questo caso si tratta di risparmiare (neanche tanto, ma tutto fa cassa) sui dirigenti scolastici e sul personale amministrativo.

Mancanza di visione, pressapochismo, tagli indiscriminati alla spesa. Si tratta, a ben vedere, delle stesse modalità che hanno caratterizzato il tormentato percorso delle autonomie scolastiche. Nate per rispondere direttamente alle esigenze del territorio  con proprie risorse finanziarie e di organico e presto abbandonate a se stesse, prive di risorse e caricate di ogni incombenza. Sono stati prontamente aboliti i provveditorati agli studi con le relative competenze, spesso pregevoli, che avrebbero potuto svolgere, trasformati in centri di servizio, preziose funzioni di supporto, per lasciare spazio alle direzioni regionali diventate tanti piccoli ministeri dispensatori di disposizioni e richieste continue. Così come, con altrettanta celerità, sono stati aboliti gli IRRSAE che avrebbero potuto efficacemente affiancare le scuole in materie delicate e complesse come la formazione, la ricerca e la sperimentazione, relegando ancora di più le autonomie scolastiche in una condizione di pressoché totale solitudine.

Dimensionamento e autonomia scolastica, due problematiche diverse ma interconnesse sulle quali sarebbe urgente intervenire rimediando gradualmente, ma con chiarezza e determinazione agli errori del passato, se non si vogliono ulteriormente aggravare non solo le condizioni di lavoro dei dirigenti scolastici ma anche, e soprattutto, i problemi, già ampiamente presenti, di gestione e di funzionamento delle nostre scuole. Purtroppo i ministri che si sono succeduti a viale Trastevere in quest’ultimo quarto di secolo mai se ne sono fatti carico e meno che mai sembra intenzionato a farlo quello attualmente in carica, impegnato com’è a  piantare le proprie bandierine ideologiche tra sovranità nazionale, made in Italy e voti numerici nella scuola primaria).

In un recente articolo comparso sul “Corriere della Sera”, a seguito di uno specifico sondaggio, si parla dei dirigenti scolastici come  di una categoria professionale particolarmente stressata, si lamentano fra l’altro “sintomi depressivi come la perdita di interesse o piacere nelle attività, l’affaticamento mentale cronico (in grassetto nell’articolo), il pianto frequente e la reattività emotiva accentuata”.

Con i livelli attuali di complessità dirigere una scuola con 800 alunni è profondamente diverso dal dirigerne una con 1500, magari articolata in una molteplicità di plessi e chissà che, fra le altre cose, non sia stata anche la gestione approssimata e sbrigativa del dimensionamento a porre i dirigenti scolastici piemontesi al vertice della classifica dello stress.

Avviso 10 gennaio 20215, AOODGPER 6040

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per il personale scolastico

AVVISO

Concorso pubblico, per titoli ed esami, per 1.435 posti per l’accesso all’area dei funzionari e dell’elevata qualificazione, di cui al decreto dipartimentale n. 3122 del 12 dicembre 2024 – Costituzione commissioni giudicatrici

Decreto Direttivo 10 gennaio 2025, AOOSAFI 9

Avviso pubblico per la selezione di progetti e iniziative relative a strategie innovative per la formazione del personale scolastico.

Nota 10 gennaio 2025, AOODGSIP 35

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per lo studente, l’inclusione, l’orientamento e il contrasto alla dispersione scolastica

Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado statali e paritarie
Ai Direttori generali e ai Dirigenti titolari degli Uffici scolastici regionali
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia autonoma di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per le località ladine di Bolzano
Al Dipartimento istruzione e cultura della Provincia autonoma di Trento
Alla Sovrintendenza agli studi per la Regione Valle d’Aosta
e, p.c. All’Ufficio di Gabinetto
Alla Segreteria tecnica del Ministro
Al Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Al Dipartimento per le risorse l’organizzazione e l’innovazione digitale
Ai Coordinatori regionali delle Consulte degli studenti

Oggetto: Seconda edizione del Bando di concorso “Da uno sguardo: film di studentesse e studenti sulla violenza contro le donne”

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 7

7 del 10-01-2025