Incontro con il Coordinamento Nazionale dei Presidenti delle Consulte Provinciali

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha incontrato i nuovi eletti componenti del Coordinamento Nazionale dei Presidenti delle Consulte studentesche provinciali, per un confronto sulle principali sfide che coinvolgono il mondo della scuola.

“Stiamo portando avanti un dialogo costante con le Consulte studentesche, che rappresentano un punto di riferimento cruciale del sistema scolastico. Il nostro obiettivo è costruire una scuola sempre più inclusiva, innovativa e attenta alle esigenze degli studenti”, ha dichiarato Valditara.

Tra i temi affrontati, il disagio psicologico giovanile, le Linee Guida per l’educazione civica, con particolare attenzione all’educazione al rispetto della donna, e il Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo. Si è discusso, inoltre, dell’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nella didattica, per la quale sono stanziati 25 milioni di euro a supporto degli studenti con disabilità, e della sicurezza nei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento. Tra le novità oggetto di confronto anche la possibilità, a partire da fine maggio, che le famiglie richiedano la conferma del docente di sostegno precario, così da garantire continuità didattica ai ragazzi con disabilità.

Maturità 2025, è requisito di ammissione lo svolgimento dei PCTO: faq del Ministero

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Per i candidati interni ed esterni costituisce requisito di ammissione all’esame anche lo svolgimento dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (di seguito PCTO).

Secondo quanto previsto dal D.M. 12 novembre 2024, n. 226, il requisito di ammissione all’esame è assolto anche svolgendo attività assimilabili ai PCTO. A specificarlo è il MIM, con l’annuale circolare sulla presentazione delle domande per la Maturità 2025.

Con il suddetto decreto il MIM fornisce in particolare indicazioni per lo svolgimento dei PCTO per i candidati interni che, superato l’esame di idoneità, siano stati ammessi al penultimo o all’ultimo anno di corso, e per i candidati esterni.

Quali sono le attività assimilabili ai PCTO?

Ai sensi dell’articolo 2 del suddetto D.M. 226/2024:

  1. Sono attività assimilabili ai PCTO le esperienze lavorative nella forma di lavoro dipendente o autonomo e le attività di apprendimento svolte in un contesto lavorativo formale e non formale, al fine di acquisire competenze trasversali o tecnico professionali sotto la responsabilità e guida di un tutor, di un datore di lavoro o di un responsabile della struttura ospitante, anche sotto forma di volontariato, stage aziendale, tirocinio e apprendistato.
  2. Le attività di cui al comma 1, svolte anche all’estero, devono essere non meramente esecutive ed essere finalizzate all’acquisizione di competenze trasversali e tecnico professionali.
  3. Le attività di cui al comma 1 non sono in alcun modo riferibili ai candidati interni che hanno frequentato regolarmente il proprio percorso di studio, nonché a tutti coloro che, a seguito di esami di idoneità, siano stati già ammessi alla frequenza del penultimo o ultimo anno di corso.

Come documentare i PCTO?

I PCTO svolti negli anni scolastici precedenti conclusi positivamente sono documentati allegando:

  • il Patto formativo individuale, sottoscritto dalla studentessa e dallo studente e da coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, che fornisce ampia e dettagliata informazione sul progetto e sulle sue finalità educative e formative, oltre che sulle competenze attese e gli obblighi che derivano dall’attività in contesto lavorativo;
  • l’attestazione delle competenze raggiunte rilasciata dall’istituzione scolastica precedentemente frequentata, riportante il numero di ore di attività di PCTO svolte;
  • eventuale altra documentazione messa a disposizione dalla suddetta istituzione scolastica.

Le attività assimilabili ai PCTO devono risultare, se di lavoro dipendente, da una dichiarazione del datore di lavoro corredata da idonea documentazione e, nel caso di attività assimilabili non riconducibili al lavoro dipendente, da dichiarazione e idonea documentazione predisposte dal responsabile della struttura ospitante.

Per le attività assimilabili volte presso le pubbliche amministrazioni è ammessa l’autocertificazione, mediante dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà prodotta ai sensi del D.P.R. 445/2000.

Monte ore per i candidati esterni

Per la validità del percorso del candidato, le attività di PCTO complessivamente svolte devono corrispondere ad almeno tre quarti del monte ore previsto dal percorso di studi per il quale il candidato esterno intende sostenere l’esame di Stato.

Le faq del Ministero

In queste ore, il Ministero ha pubblicato una serie di faq riguardanti proprio le attività di PCTO ai fini dell’ammisisone alla Maturità.

Le riportiamo di seguito.

  1. Molte scuole, durante e dopo l’emergenza pandemica da COVID-19, hanno svolto attività di PCTO all’interno della scuola, senza prevedere la stesura del Progetto Formativo Individuale (PFI) e della certificazione delle competenze. In tali casi, per documentare lo svolgimento delle attività può essere sufficiente una dichiarazione da parte dell’istituzione scolastica?
    La dichiarazione da parte dell’istituzione scolastica è accettabile purché contenga la tipologia dell’attività effettuata, l’arco temporale di svolgimento con specificazione della durata dell’esperienza (numero di ore svolte) e una valutazione complessiva delle competenze acquisite con le attività di PCTO.
  2. Nel caso in cui un candidato esterno produca la domanda di ammissione agli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo senza dichiarare e documentare lo svolgimento, in precedenti anni scolastici conclusi positivamente, di PCTO e di attività assimilabili ai PCTO, ma dichiarando che si impegna a integrare la domanda con documentazione relativa a esperienze svolte nel periodo intercorrente tra la presentazione della domanda stessa e il 30 marzo dell’anno in cui intende sostenere l’esame, ai sensi dell’articolo 6, comma 6, del d.m. 12 novembre 2024, n. 226, tale domanda può essere comunque accettata?
    Si ritiene che, in applicazione del principio del favor partecipationis, la domanda possa essere accettata. Ovviamente, la partecipazione all’esame è subordinata alla presentazione di idonea documentazione nei termini previsti dal citato articolo 6, comma 6, e al parere positivo di cui all’articolo 7 del medesimo decreto n. 226/2024.
  3. Nel caso in cui un candidato interno o esterno si trovi in eccezionali e documentate situazioni personali (degente in luoghi di cura, detenuto o, comunque, impossibilitato a lasciare il proprio domicilio per un lungo periodo) che rendono impossibile effettuare/completare il monte ore previsto dal d.m. 12 novembre 2024, n. 226 per le attività di PCTO o assimilabili al PCTO, tale candidato può essere comunque ammesso all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione?
    In considerazione delle eccezionali e documentate circostanze personali che impediscono al candidato interno o esterno di svolgere o completare il monte ore previsto dal d.m. 12 novembre 2024, n. 226 per le attività di PCTO o assimilabili al PCTO, il consiglio di classe cui il candidato è assegnato può disporre l’ammissione all’esame di Stato. In tale contesto potranno essere valorizzate eventuali attività di PCTO o assimilabili ai PCTO parzialmente svolte dal candidato nelle precedenti annualità.
  4. Nell’articolo 2, comma 1, del d.m. 12 novembre 2024, n. 226, sono menzionate “le attività di apprendimento svolte in un contesto lavorativo formale e non formale”. Cosa si intende per “contesto lavorativo non formale”?
    Per la definizione di “apprendimento non formale” si rinvia al d. lgs. 16 gennaio 2013, n. 13, e in particolare all’articolo 2, lettera c), che lo definisce come apprendimento caratterizzato da una scelta intenzionale della persona, che si realizza al di fuori dei sistemi indicati alla lettera b) (sistema di istruzione e formazione, università e istituzioni AFAM) in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi, anche del volontariato, del servizio civile nazionale e del privato sociale e nelle imprese.
  5. L’articolo 2, comma 2, del d.m. 12 novembre 2024, n. 226, stabilisce che le attività assimilabili ai PCTO “devono essere non meramente esecutive ed essere finalizzate all’acquisizione di competenze trasversali e tecnico professionali”. Cosa si intende con attività “non meramente esecutive”?
    Le attività assimilabili ai PCTO, in quanto finalizzate all’acquisizione di competenze trasversali e tecnico professionali, non possono consistere esclusivamente in mansioni di carattere soltanto esecutivo. Pertanto, tali attività dovranno corrispondere – almeno parzialmente – a mansioni di concetto (attività intellettiva svolta con un certo grado di autonomia e secondo un indirizzo di personale responsabilità e di iniziativa).
  6. Quante ore di PCTO devono svolgere i candidati interni che sono in quinta quest’anno a seguito di esami di idoneità? Si possono considerare, per tale tipologia di candidati, anche attività assimilabili svolte prima di sostenere gli esami di idoneità?
    L’art. 2 comma 3 del d.m. 12 novembre 2024, n. 226, espressamente stabilisce che “Le attività di cui al comma 1 [attività assimilabili] non sono in alcun modo riferibili a tutti coloro che, a seguito di esami di idoneità, siano stati già ammessi alla frequenza dell’ (…)ultimo anno di corso”. Pertanto, tale tipologia di candidati dovrà svolgere almeno un terzo del monte ore di attività di PCTO del corso di studi in cui risulta iscritta. Tali candidati, al fine della quantificazione delle ore da svolgere, possono valorizzare eventuali PCTO svolti negli anni scolastici precedenti o attività eventualmente svolte nell’ambito dei moduli di orientamento.
  7. Nei percorsi dell’istruzione degli adulti lo svolgimento dei PCTO è condizione di ammissione all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo?
    Il riferimento alle attività di PCTO quale requisito per l’ammissione all’esame di Stato contenuto nel dm 226/2024 non riguarda gli studenti iscritti ai percorsi di istruzione per adulti disciplinati dal dPR 263/2012. Alla luce della formulazione dell’articolo 1, comma 33, della legge 107/2015, che ha introdotto l’obbligatorietà dei PCTO e che fa riferimento esclusivamente agli assetti ordinamentali disciplinati dai dd.PP.RR. 87, 88 e 89 del 2010, è da ritenersi che nei suddetti percorsi di istruzione per gli adulti i PCTO, attesa la specificità dell’utenza, contraddistinta da bisogni formativi differenziati, e in quanto metodologia didattica, rappresenti un’opportunità per gli studenti iscritti, rimessa all’autonomia delle istituzioni scolastiche, come già specificato nel documento “Attività di alternanza scuola lavoro – Guida operativa per la scuola” del 2015.
  8. Come si calcola il monte ore dei PCTO per gli studenti interni ammessi all’esame di Stato con abbreviazione per merito, ai sensi dell’articolo 13 comma 4 del d. lgs. 13 aprile 2017, n. 62?
    Si ritiene che per tali candidati, che non frequentano il quinto anno, il monte ore debba corrispondere ai due terzi di quello previsto dal percorso di studi frequentato. Per la validità del percorso del candidato, le attività di PCTO complessivamente svolte devono corrispondere ad almeno tre quarti del suddetto monte ore.


Mobilità docenti di religione, domande dal 21 marzo al 17 aprile 2025: ecco l’elenco delle diocesi

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

L’Ordinanza Ministeriale n. 37 del 28 febbraio 2025 riguarda la mobilità degli insegnanti di religione per l’a.s. 2025/2026.

La domanda da parte del personale interessato dovrà essere presentata dal 21 marzo al 17 aprile 2025.

La trasmissione non avverrà tramite POLIS, come mil restante personale, ma compilando le domande di trasferimento e di passaggio tramite gli appositi modelli pubblicati sul sito del MIM nella sezione Mobilità e corredate dalla relativa documentazione.

Le domande dovranno essere indirizzate all’Ufficio scolastico regionale della regione di titolarità e trasmettere le stesse, utilizzando le modalità previste dal Codice dell’amministrazione digitale (es. posta elettronica certificata), al dirigente dell’istituzione scolastica presso la quale prestano servizio.

Modelli e autodichiarazioni

IRC – Domanda di passaggio di ruolo – PR1 scuola dell’infanzia e primaria

IRC – Domanda di passaggio di ruolo – PR2 scuola secondaria I e II grado

IRC – Domanda di trasferimento – TR1 scuola dell’infanzia e primaria

IRC – Domanda di trasferimento – TR2 scuola secondaria I e II grado

Dichiarazioni insegnanti di religione cattolica

Altre scadenze

Il termine ultimo per la presentazione della richiesta di revoca delle domande è fissato 22 maggio 2025.

Gli esiti della mobilità saranno pubblicati il 30 maggio 2025.

Elenco delle diocesi

Il MIM ha anche pubblicato l’Elenco delle diocesi.

L’ORDINANZA


Un 15enne su 3 carente in Matematica, il 40% non possiede competenze digitali di base: Commissione Europea lancia ‘Unione delle Competenze’

da Tuttoscuola

L’Unione Europea affronta una sfida urgente: i risultati scolastici di milioni di ragazzi sono al di sotto delle aspettative e le competenze professionali degli adulti sono carenti. Secondo i dati recenti, circa 18 milioni di studenti europei mostrano scarsi risultati, mentre ben 47,7 milioni di adulti sono scarsamente qualificati. Questo scenario ha spinto la Commissione Europea a lanciare un ambizioso piano chiamato “Unione delle Competenze” per invertire questa tendenza e colmare le lacune educative e professionali che minacciano il futuro economico e sociale del continente.

Le problematiche educative in numeri

Il quadro presentato dalla Commissione è preoccupante. Un quindicenne su 3 fatica a comprendere e applicare la matematica nella vita reale, un’abilità fondamentale per affrontare le sfide quotidiane e future. Inoltre, 1 su 4 non riesce a interpretare testi di base o applicare semplici conoscenze scientifiche. Questi dati evidenziano la necessità di un cambiamento radicale nei metodi educativi e nei curricula scolastici, per fornire agli studenti gli strumenti necessari per navigare in un mondo sempre più complesso.

Un altro dato allarmante riguarda le competenze digitali. Ben il 40% dei giovani europei non possiede competenze digitali di base, una lacuna che potrebbe compromettere la loro capacità di partecipare attivamente alla società digitale e al mercato del lavoro. In un’epoca in cui le competenze informatiche sono sempre più richieste in tutti i settori, la mancanza di tali competenze è un ostacolo significativo per l’inclusione e la crescita professionale.

Il piano dell’Unione Europea: ‘Unione delle competenze’

Per affrontare queste sfide, la Commissione Europea ha lanciato la “Unione delle competenze”, un piano strategico che mira a ridurre significativamente il numero di studenti con risultati scarsi, con l’obiettivo di portare la quota sotto al 15%. Inoltre, il piano prevede di aumentare la percentuale di studenti eccellenti, mirando a raggiungere almeno il 15% di eccellenze nel sistema educativo europeo.

Un altro aspetto centrale della “Unione delle competenze” è l’investimento nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). La Commissione punta a incrementare il numero di studenti iscritti a corsi STEM nelle scuole professionali, con l’ambizione di raggiungere il 45% di studenti iscritti a tali corsi. Un obiettivo cruciale, che si affianca alla promozione di una maggiore partecipazione femminile in questi ambiti, con l’intento di assicurare che almeno un quarto degli studenti STEM siano donne. Questa iniziativa mira a ridurre il divario di genere nei settori tecnologici e scientifici, dove la presenza femminile è ancora troppo bassa.

Un piano che guarda al futuro

L’iniziativa europea si propone di rispondere non solo alle necessità immediate di formazione, ma anche di preparare le future generazioni alle sfide di un mondo del lavoro in continua evoluzione. La Commissione intende garantire che ogni studente abbia accesso a un’educazione che promuova la comprensione critica e l’applicazione pratica delle conoscenze, in particolare nelle aree della matematica e delle scienze.

Inoltre, la promozione delle competenze digitali e STEM è cruciale per garantire che i giovani europei possiedano le competenze necessarie per prosperare in un’economia digitale sempre più globale e tecnologicamente avanzata. Le scelte educative di oggi determineranno la competitività e l’inclusione sociale di domani.

Papa Francesco, anche gli studenti pregano per lui: 4 su 10 per conto proprio, 1 su 4 a scuola o all’università

da Tuttoscuola

Anche il mondo dell’istruzione si stringe attorno a Papa Francesco. Lo stato di salute del Pontefice, ricoverato da settimane al Policlinico Gemelli di Roma, sta infatti diventando argomento di dibattito nelle aule, con sfumature diverse a seconda dell’ambiente scolastico o universitario. C’è chi ne discute in classe, chi si interroga sul futuro della Chiesa – a seconda di come procederà il ricovero del Papa – e chi si raccoglie in preghiera. Indipendentemente dal modo in cui viene affrontato, però, il tema è molto sentito e dibattuto tra i più giovani: circa 1 studente su 3 ha avuto modo di parlare delle condizioni di salute di Papa Francesco e delle possibili implicazioni del suo ricovero, mentre in 1 caso su 4 la scuola o l’università di appartenenza ha addirittura invitato esplicitamente il corpo docente e discente a pregare per lui. A rivelarlo è un sondaggio del portale Skuola.net, che ha interpellato 1.000 studentesse e studenti di scuole medie, superiori e università, con l’obiettivo di scoprire come la comunità scolastica abbia reagito al ricovero di Francesco.

La risposta, come detto, è stata intensa: il 33% ha affermato di aver toccato la questione, assieme ai propri compagni di classe o di corso, almeno una volta negli ultimi giorni; in circa la metà dei casi (15%) ciò è avvenuto spesso. Ma la vera “prova del nove” che attorno al bollettino sanitario del Pontefice c’è preoccupazione ce la dà un altro elemento: lo spazio dedicato dagli istituti e dagli atenei ai momenti di pura religiosità: è il 26% degli intervistati a raccontare che la struttura in cui studia ha espressamente chiamato a raccolta gli iscritti per pregare per il Papa.

Al 7% è stato chiesto di partecipare ad attività spirituali di gruppo, al 4% di prendere parte a una o più messe, altrettanti (4%) sono stati invitati a rosari collettivi. Mentre l’11% ha ricevuto il “compito” di pregare individualmente. Ma anche senza sollecitazioni esterne, gli studenti dimostrano di avere particolarmente a cuore la faccenda. Chi più chi meno, ben 4 su 10 in questo momento stanno pregando per Papa Francesco, considerato da molti una vera “fonte di ispirazione nella vita e nella preghiera e un punto di riferimento”.

Il ricovero del Pontefice sembra, dunque, avere mobilitato più di quanto forse ci si aspetti. Smuovendo persino le coscienze di chi è piuttosto distante dalle dinamiche della Chiesa: “Non sono una persona credente – ha scritto un ragazzo – però credo nei pensieri positivi. Spero perciò che il Papa stia meglio e si riprenderà del tutto”.

Ancora più forte, ovviamente, è l’auspicio di chi non solo è credente ma nutre anche una particolare devozione per Francesco, ricordando aneddoti personali: “Ci siamo incontrati ad agosto del 2024, durante una sua udienza – racconta una studentessa – e conservo ancora le caramelle che mi ha dato. Spero tanto che guarisca, perché è una grandissima persona”.

Ma sono stati davvero tanti i messaggi di vicinanza al Papa che i giovani hanno voluto affidare a Skuola.net. C’è chi si augura che Francesco “continui a lasciare segni di speranza a ognuno di noi”. Chi sostiene che Bergoglio sia “l’unico che può fornirci la speranza”. E chi auspica una pronta guarigione, per poter così “tornare a pregare insieme a noi per la pace fra i popoli”. Perché, come dice un altro studente, “il mondo ha bisogno di un santo come lui in questo momento”.

Educazione affettiva: il 70% degli italiani la vuole a scuola

da Tuttoscuola

Un ampio consenso tra gli italiani sostiene l’idea che l’educazione alle relazioni debba diventare una materia obbligatoria nelle scuole. Secondo un sondaggio condotto dall’Ufficio Studi Coop, con la collaborazione di Nomisma, il 70% degli intervistati ritiene che questo tipo di educazione sia fondamentale per il benessere sociale e per la prevenzione di fenomeni di odio, emarginazione e violenza di genere. Un dato che assume ancora maggiore significato alla luce dei recenti episodi di femminicidio, tra cui il caso di Giulia Cecchettin, che hanno scosso l’opinione pubblica.

Il sondaggio, che ha coinvolto un campione di 2.000 persone tra i 18 e i 64 anni, sottolinea come la società italiana stia maturando una crescente consapevolezza sull’importanza dell’educazione affettiva e relazionale. In particolare, il 90% degli italiani intervistati ritiene che l’insegnamento scolastico possa giocare un ruolo cruciale nella prevenzione di violenze, discriminazioni e problematiche legate ai diritti delle donne.

Il ruolo della scuola nelle relazioni e nei temi delicati

La ricerca evidenzia anche come, nonostante la crescente attenzione, esistano ancora delle difficoltà nell’affrontare certi temi all’interno della famiglia. Se il 44% degli intervistati dichiara di parlare spesso con i propri figli di rapporti interpersonali, come quelli con amici o familiari, la percentuale scende drasticamente quando si tratta di trattare argomenti più delicati come le relazioni di coppia (21%) e l’informazione sessuale (19%). In questo contesto, la scuola emerge come un punto di riferimento fondamentale per colmare queste lacune, con un’inclinazione sempre maggiore verso l’adozione di programmi educativi che affrontino questi temi in modo aperto e competente.

A tal proposito, il sondaggio ha rilevato che gli italiani chiedono alla scuola un approccio specialistico. Il 68% degli intervistati ritiene necessario il coinvolgimento di esperti esterni, come psicologi o pedagogisti, nei programmi educativi. Inoltre, il 62% degli intervistati auspica la creazione di spazi di ascolto psicologico specializzato, mentre il 51% pensa che gli insegnanti dovrebbero essere formati attraverso programmi di formazione specialistica.

Educazione alle relazioni fin dalla scuola primaria

Un altro dato interessante emerso dalla ricerca riguarda l’opinione dei genitori sul momento più adatto per iniziare a parlare di educazione affettiva. Circa un genitore su due ritiene che tale percorso dovrebbe cominciare già nelle scuole elementari, in modo da instaurare fin da piccoli una consapevolezza emotiva e relazionale che possa crescere e svilupparsi nel corso degli anni. La visione di una scuola che non si limiti alla trasmissione di contenuti strettamente accademici, ma che si faccia carico anche della crescita umana e sociale degli studenti, appare dunque sempre più diffusa.

La ricerca: “La Scuola degli affetti”

Lo studio intitolato “La Scuola degli affetti. Un’indagine sull’educazione alle relazioni” è stato condotto dal Comitato Scientifico composto da figure di rilievo, tra cui Linda Laura Sabbadini, ex dirigente del Dipartimento per le Statistiche Sociali dell’Istat, la docente di Psicologia Sociale Elisabetta Camussi, e lo scrittore e insegnante Enrico Galiano. Il loro lavoro ha permesso di tracciare un quadro chiaro delle aspettative degli italiani riguardo all’insegnamento dell’educazione alle relazioni nelle scuole, evidenziando come la società sia sempre più consapevole dell’importanza di affrontare tematiche che riguardano la sfera affettiva e relazionale sin dalla giovane età.

Nota 6 marzo 2025, AOODGSIP 509

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per lo studente, l’inclusione, l’orientamento e il contrasto alla dispersione scolastica

Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni scolastiche del primo e secondo ciclo di istruzione statali e paritarie
Ai Direttori generali e ai Dirigenti titolari degli Uffici scolastici regionali
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia autonoma di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per le località ladine di Bolzano
Al Dipartimento istruzione e cultura della Provincia autonoma di Trento
Alla Sovrintendenza agli studi per la Regione Valle d’Aosta
e, p.c. All’Ufficio di Gabinetto
Al Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Ai Coordinatori regionali dei Presidenti delle Consulte Provinciali degli studenti e ai Referenti regionali per le Consulte Provinciali degli studenti

Oggetto: VIII^ edizione del Progetto-Concorso “Diffusione della cultura della legalità e promozione del merito” – A.S. 2024/2025 – Proroga termine di scadenza di presentazione delle candidature

Decreto Direttoriale 6 marzo 2025, AOODGPOC 26

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale
Direzione Generale per la comunicazione e le relazioni istituzionali

Procedura di selezione di un’istituzione scolastica statale che collaborari alla redazione e gestione del Piano di Comunicazione del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola