Organici DS: ridotte le reggenze, ma non si conoscono i dati sulle assunzioni 2025/26. Presentata anche la nuova piattaforma per la mobilità

da OrizzonteScuola

Di Simone Lo Presti

Nel corso dell’incontro con le organizzazioni sindacali, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha illustrato i dati aggiornati sull’andamento dell’organico dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2025/26. Le informazioni si basano sull’attuazione del dimensionamento scolastico, già recepito in quasi tutte le Regioni.

Tra i principali dati emersi figura una riduzione del numero delle reggenze, che scenderanno da 452 a circa 380. Di queste, 73 derivano da deroghe concesse al dimensionamento da parte di alcune Regioni, valide ancora per il prossimo anno.

Concorso ordinario: conclusione e restituzione posti

L’Amministrazione ha riferito che le procedure del concorso ordinario per dirigenti scolastici sono in via di conclusione in quasi tutte le Regioni, con l’eccezione della Campania, dove si prevede un ritardo di circa un mese. Inoltre, è stata confermata la restituzione al concorso ordinario di 314 posti, precedentemente assegnati in via straordinaria ai candidati del concorso riservato per l’anno scolastico 2024/25, oltre al 40% previsto dalla normativa.

Assunzioni 2025/26: quadro ancora incerto

Nonostante le stime sull’organico, che per il 2025/26 dovrebbe essere paria 7.401 unità, il numero effettivo di assunzioni resta al momento indefinito, in attesa della disponibilità dei dati definitivi relativi a:

pensionamenti d’ufficio e pensionamenti su domanda;

numero degli idonei effettivi al concorso ordinario.

I posti in deroga, pur esistenti (73 unità), non vengono conteggiati ai fini delle immissioni in ruolo né per la mobilità interregionale.

Mobilità: in arrivo una nuova piattaforma digitale

Fuori dall’ordine del giorno, l’Amministrazione ha presentato una nuova piattaforma digitale ministeriale destinata alla gestione della mobilità dei dirigenti scolastici, con particolare riferimento a quella interregionale. Il sistema, che sarà integrato nella piattaforma SIDI, permetterà agli utenti di esprimere preferenze per Regioni e province, secondo un ordine prioritario.

La nuova modalità di gestione prevede che:

la prima Regione indicata analizzi la domanda e restituisca un esito (“non accoglimento”, “accoglibile”, “accolta”);

  • solo dopo tale risposta, le altre Regioni indicate in subordine potranno procedere all’esame della stessa.

  • L’obiettivo è ottimizzare le tempistichegarantire maggiore trasparenza e favorire l’interoperabilità tra gli Uffici Scolastici Regionali.

Rinnovo contratto scuola, ultime notizie dopo l’incontro all’Aran: il prossimo sarà il 28 maggio

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Oggi, 7 maggio, si sono riuniti ARAN e sindacati per proseguire la trattativa per il rinnovo del CCNL 2022/24 del comparto “Istruzione e ricerca”. L’ARAN ha presentato alcune proposte – molto parziali- di modifica della parte relativa alle relazioni sindacali e di integrazione della disciplina del lavoro a distanza così come definite nel CCNL 2019/21. Lo riporta il sindacato Flc Cgil.

La trattativa prosegue il 28 maggio.

Le richieste di Flc Cgil

La FLC CGIL nel proprio intervento ha evidenziato l’esigenza di un cambiamento più profondo del capitolo relativo alle relazioni sindacali al fine di potenziarne la funzione, sia per quanto riguarda la parte comune del comparto che nelle parti specifiche di settore (scuola, università, ricerca, AFAM). In particolare sarebbe opportuno che diverse materie attualmente oggetto di confronto sindacale siano trasferite più propriamente tra quelle oggetto di contrattazione. Inoltre, alla luce dell’esperienza applicativa del CCNL 2019/21, si ritiene necessario precisare alcune clausole relative alle relazioni sindacali al fine di renderne maggiormente chiara l’applicazione (ad esempio, in materia di informazione sull’utilizzo delle risorse o di contrattazione dei compensi). È altresi importante individuare per rendere certi e stringenti i tempi di esigibilità degli istituti contrattuali.

Rispetto al lavoro a distanza, pur apprezzando la proposta dell’ARAN di estendere i giorni di attività resa in questa modalità dai lavoratori in particolare condizioni di salute o che assistano familiari con disabilità è stata evidenziata la necessità che questo istituto sia reso maggiormente accessibile a tutto il personale. Per quel che riguarda il lavoro agile va anche esplicitata la possibilità di fruizione del buono pasto.

La FLC CGIL si è riservata di presentare per iscritto puntuali proposte modificative del testo predisposto dall’ARAN.

In conclusione la FLC CGIL ha ribadito la richiesta che vengano erogate al personale del settore ricerca le risorse relative al CCNL 2019-2021 non ancora distribuite. 

Aumenti stipendio docenti, le previsioni

Il rinnovo contrattuale riguarda poco meno di un milione e 300mila dipendenti. Si prevedono aumenti pari al 6% circa rispetto agli stipendi attualmente in godimento anche se bisogna considerare che una fetta importante dell’incremento è già stata erogata sotto forma di indennità di vacanza contrattuale.

La strada verso la firma sembra in ascesa: al tavolo si tratteranno dei temi normativi sui quali alcuni sindacati rappresentativi si dicono già da oggi di vedute diverse se non contrapposte: parliamo di argomenti come i nuovi profili professionali Ata, il welfare professionale da introdurre per via contrattuale, la mobilità del personale (su cui pesa tantissimo il vincolo legislativo per i neo-assunti), il middle management.

Come abbiamo scritto, per il 27 febbraio l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) ha convocato le organizzazioni sindacali per l’apertura delle trattative relative al CCNL del comparto scuola, università e ricerca per il triennio 2022-2024.

In questo scenario i sindacati con meno consensi, come Gilda e Anief, potrebbero paradossalmente diventare l’ago della bilancia. Potrebbe dipendere da loro, in sostanza, se quasi un milione e 300 mila dipendenti avranno o meno entro qualche mese un nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro.

Elenchi aggiuntivi Gps, abilitazione da conseguire entro il 30 giugno ma l’esame finale è a luglio: docenti in protesta

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Alcuni docenti che stanno per ottenere l’abilitazione all’insegnamento prevista per la scuola secondaria stanno riscontrando un grave problema: come abbiamo scritto, il termine per conseguire il titolo e inserirsi nelle graduatorie è fissato al 30 giugno 2025.

Ci sono atenei in cui, però, gli esami finali si svolgono a luglio, quindi oltre il termine, come riporta Il Fatto Quotidiano. Si tratterebbe di migliaia di docenti che hanno fatto il concorso per insegnanti e ora devono fare il percorso per l’abilitazione ma rischiano di non lavorare il prossimo anno.

Lo sfogo della docente

Una docente 48enne, precaria da cinque anni, che nel 2023 ha partecipato al concorso Pnrr1, ancora non sa gli esiti dell’orale ma si è dovuta iscrivere al corso per avere i crediti formativi necessari: “Ci stanno chiedendo un sacrificio enorme e in più rischiamo alla nostra età di perdere il posto di lavoro. Il nostro tirocinio è di 84 ore: io faccio la docente al mattino e la tirocinante al pomeriggio. Non le pare assurdo? Dalle 8 alle 12 lo Stato mi fa lavorare come professoressa e più tardi mi dice che devo formarmi per salire in cattedra. È una contraddizione”.

Da un ateneo è arrivata la risposta agli interrogativi dei candidati: “Il disallineamento – cita una nota pubblicata sul ‘Corriere Adriatico‘ – tra i tempi previsti dal ministero dell’Università e del Merito per l’inserimento nelle graduatorie provinciali di supplenza non dipende certamente dalle singole università”.

“Siamo pronti – spiega la docente – a scrivere al ministro ma non sappiamo nemmeno a quale ufficio rivolgerci. Rischiamo di fare un buco nell’acqua. È importante che Giuseppe Valditara si renda conto della situazione e proroghi i termini per le Gps in modo che anche noi possiamo accedervi”.

Elenchi aggiuntivi, chi può fare domanda

Possono presentare istanza di inclusione negli elenchi aggiuntivi gli aspiranti che conseguiranno il titolo di abilitazione e/o di specializzazione sul sostegno o nei metodi didattici differenziati entro il 30 giugno 2025.

Coloro che conseguiranno il titolo di abilitazione e/o specializzazione sul sostegno o nei metodi didattici differenziati successivamente alla data del 29 aprile 2025 ed entro il 30 giugno 2025 si iscriveranno con riserva e comunicheranno il conseguimento del titolo con le medesime modalità di cui al periodo precedente, nell’arco temporale compreso tra il 16 giugno 2025 (h. 9:00) ed il 3 luglio 2025 (h. 23:59).

La riserva è sciolta negativamente qualora il titolo non venga conseguito entro il 30 giugno 2025 o non venga data comunicazione dell’avvenuto conseguimento secondo i termini e le modalità sopra descritte.

Valutazione scolastica, una nuova visione educativa

da  Tuttoscuola

L’anno scolastico si avvicina alla sua conclusione, e come ogni ciclo che si chiude, è tempo di tirare le somme. Le ultime verifiche prendono forma, i registri si riempiono delle ultime righe, e intanto nei corridoi e nelle aule si insinua silenziosa una riflessione: cosa abbiamo costruito insieme? Cosa resta, al di là dei voti?

La scuola ha i suoi tempi, lenti e regolari, come il ritmo del mare o il mutare delle stagioni. Ogni anno ripete le sue routine, i suoi suoni familiari, le sue piccole liturgie quotidiane. Ma sotto questa superficie regolare batte un cuore profondo, fatto di emozioni trattenute, pensieri non detti, legami che crescono e si trasformano tra le pieghe del tempo scolastico. In quel battito silenzioso vive la parte più vera dell’esperienza educativa, quella che non compare nei documenti, ma abita lo sguardo di un alunno, la voce di un’insegnante, il coraggio di un cambiamento.

In questo scenario così umano e fragile, la valutazione scolastica si presenta come uno dei momenti più delicati. Non è solo uno strumento tecnico: è una narrazione del percorso compiuto, una lente che può illuminare o oscurare. Con l’introduzione della Legge 150 del 2024, il nostro sistema si orienta verso una visione più formativa e relazionale della valutazione, più attenta ai bisogni e alle potenzialità di ciascuno. Ma ogni transizione richiede tempo, cura e consapevolezza.

Tra le novità più significative spicca la richiesta di saper costruire rubriche valutative. Non semplici griglie, ma vere e proprie architetture pedagogiche, che rendano visibile ciò che spesso è intangibile: il progresso, l’impegno, la trasformazione. Redigerle significa tradurre in parole il percorso di un apprendimento, trasformare in indicatori osservabili il viaggio interiore dello studente. È un esercizio sottile, che richiede equilibrio, competenza, sensibilità. E proprio per questo, è uno dei gesti più autentici e potenti che la scuola possa compiere per essere davvero generativa.

La valutazione nella scuola primaria, un nuovo approccio

La Legge 150/2024 ha cambiato il modo di valutare nella scuola primaria. A partire dall’ultimo scrutinio dell’anno scolastico 2024/25, gli apprendimenti, compresa l’educazione civica, saranno valutati con giudizi brevi e chiari su sei livelli: Ottimo, Distinto, Buono, Discreto, Sufficiente, Non sufficiente.

Questi giudizi saranno accompagnati da semplici descrizioni, legate al curricolo della scuola, e faranno riferimento a quattro aspetti principali: quanto bene l’alunno conosce l’argomento, come usa il linguaggio, quanto è autonomo e se riesce a rielaborare ciò che ha imparato. In alcuni casi, potranno essere aggiunti anche i traguardi di apprendimento raggiunti.

Ogni scuola dovrà creare griglie di valutazione (rubriche) per ogni disciplina e per ogni classe. Ad esempio, in prima elementare, in italiano, “Buono” può significare che l’alunno capisce semplici testi e scrive frasi corrette. In terza, in matematica, “Discreto” può indicare che conosce i concetti ma ha ancora bisogno di aiuto. In quarta, in scienze, “Ottimo” può voler dire che osserva, capisce e rielabora con sicurezza.

La valutazione serve così ad aiutare a imparare meglio, non solo a dare un voto. Deve guidare l’insegnante a proporre attività più adatte e personalizzate. Il collegio dei docenti ha il compito di deliberare i criteri da seguire e inserirli nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa.

Anche il comportamento sarà valutato in modo sintetico, considerando quanto l’alunno sviluppa le competenze di cittadinanza. Rimangono uguali le modalità di valutazione per religione cattolica, attività alternativa alla stessa e per il giudizio generale.

Per gli alunni con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), la valutazione dovrà tenere conto dei loro obiettivi personalizzati, come indicato nei piani individuali (PEI o PDP). Inoltre, sarà data più importanza alle osservazioni quotidiane e alle prove durante l’anno.

Le nuove modalità entreranno in vigore nell’ultimo periodo del 2024/25. Le scuole dovranno aggiornare i documenti ufficiali, i registri e il PTOF, e spiegare bene alle famiglie come funzionano le nuove regole.

Le novità per la scuola secondaria, tra comportamento e responsabilità

Nella scuola secondaria di primo grado, la Legge 150/2024 ha innovato la valutazione del comportamento reintroducendo il voto espresso in decimi, superando il precedente giudizio sintetico. Questo voto, assegnato al termine di ciascun periodo didattico, assume un ruolo centrale nell’ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo. Il legislatore ha stabilito che un voto inferiore a sei decimi comporta automaticamente la non ammissione, anche qualora tutte le discipline curricolari siano sufficienti. Tale valutazione deve tener conto dell’intero anno scolastico, includendo eventuali episodi sanzionati disciplinarmente e il comportamento quotidiano dell’alunno. Il Consiglio di classe è pertanto chiamato ad assumere una posizione deliberativa collegiale, fondata su elementi documentabili e coerenti con i regolamenti interni.

Nella scuola secondaria di secondo grado, la disciplina resta sostanzialmente invariata, ma con un’importante novità: per gli studenti che ottengono un voto di comportamento pari a sei decimi, è previsto l’obbligo di presentare un elaborato critico su tematiche inerenti alla cittadinanza attiva e solidale. Tale produzione, da valutarsi entro l’anno scolastico, ha valore formativo e rappresenta un’occasione per riflettere sul senso civico e la partecipazione democratica. La mancata consegna dell’elaborato comporta la non ammissione all’anno successivo o all’esame di Stato, ribadendo così la centralità delle competenze trasversali e del comportamento responsabile all’interno del percorso scolastico.

È importante notare che, ai sensi dell’art. 15, co. 2 bis, del d.lgs. 62/2017, introdotto dalla legge n. 150/2024, il punteggio più alto all’interno della fascia di attribuzione del credito scolastico, basato sulla media dei voti dello scrutinio finale, può essere assegnato se il voto di comportamento è pari o superiore a nove decimi. Questa disposizione si applica anche agli studenti frequentanti il terzultimo e penultimo anno.

Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della propria autonomia e in coerenza con quanto disposto dal DPR 275/1999, deliberano criteri e modalità di valutazione del comportamento. Tali criteri devono ispirarsi allo sviluppo delle competenze di cittadinanza, allo Statuto delle studentesse e degli studenti, al Patto educativo di corresponsabilità e ai regolamenti interni, favorendo pratiche condivise, coerenti e trasparenti. Si raccomanda, inoltre, di adottare rubriche valutative articolate, che rendano esplicite le aspettative comportamentali e aiutino gli studenti a maturare una consapevolezza progressiva del proprio ruolo all’interno della comunità scolastica.

Valutazione e neuroscienze: comprendere per educare

Le neuroscienze offrono preziose indicazioni per comprendere come la valutazione influenzi i processi di apprendimento. Studi nel campo della neuroeducazione hanno dimostrato che l’attivazione emotiva durante l’apprendimento incide direttamente sulla memoria a lungo termine e sulla plasticità cerebrale. Le emozioni positive, come la gratificazione, la fiducia e la curiosità, promuovono la produzione di dopamina e altri neurotrasmettitori che facilitano l’acquisizione e la ritenzione delle informazioni. Di contro, la paura del giudizio o dell’insuccesso attiva l’amigdala, il centro della risposta allo stress, che può inibire l’accesso alla corteccia prefrontale, responsabile del pensiero logico e della risoluzione dei problemi.

Una valutazione percepita come minacciosa, focalizzata sull’errore e sul confronto competitivo, può generare ansia da prestazione e blocchi cognitivi. Questo effetto è particolarmente evidente nei bambini e nei soggetti con fragilità emotive o insicurezze pregresse, che rischiano di interiorizzare una rappresentazione negativa di sé. Al contrario, un ambiente valutativo positivo e supportivo, centrato sul miglioramento continuo e sul riconoscimento degli sforzi, stimola l’apprendimento significativo e l’autoefficacia.

Un altro aspetto rilevante riguarda il tempo della valutazione: secondo recenti studi, l’immediatezza e la coerenza del feedback favoriscono il consolidamento delle tracce mnestiche e orientano il comportamento futuro. Per questo motivo, la valutazione formativa, distribuita nel tempo e fondata sul dialogo, rappresenta un potente strumento di accompagnamento cognitivo ed emotivo. Essa non solo misura, ma educa il cervello a imparare meglio e con maggiore consapevolezza.

Aspetti psicologici e pedagogici della valutazione

Dal punto di vista psicologico, la valutazione incide profondamente sull’autostima, sull’autoefficacia e sull’immagine di sé degli studenti. Una valutazione equa, motivante e trasparente può rafforzare la fiducia nelle proprie capacità, attivando un circolo virtuoso di apprendimento e crescita personale. Al contrario, una valutazione percepita come punitiva, poco chiara o focalizzata esclusivamente sugli errori, rischia di generare vissuti di inadeguatezza, ansia da prestazione e, nei casi più gravi, disaffezione verso la scuola e demotivazione.

Sul piano pedagogico, la valutazione dovrebbe essere concepita come un momento integrato e continuo del processo di insegnamento-apprendimento. Essa non rappresenta una semplice verifica conclusiva, ma uno strumento dinamico per monitorare i progressi, riflettere sulle strategie adottate, sostenere il recupero e promuovere l’eccellenza. In tal senso, il ruolo del docente si configura sempre più come guida e mediatore del significato, in grado di restituire all’alunno un’immagine positiva e costruttiva del proprio percorso.

Un approccio formativo alla valutazione valorizza il feedback tempestivo e personalizzato, l’autovalutazione e la valutazione tra pari. Tali pratiche non solo favoriscono l’apprendimento attivo e la responsabilizzazione degli studenti, ma li aiutano a sviluppare competenze metacognitive fondamentali, come la consapevolezza dei propri punti di forza e delle aree di miglioramento, la capacità di auto-regolarsi, di porsi obiettivi realistici e di riformulare le proprie strategie di studio. In definitiva, una valutazione pensata in chiave educativa contribuisce allo sviluppo integrale della persona, promuovendo l’empatia, la resilienza e il senso di appartenenza alla comunità scolastica.

Conclusione

La valutazione si conferma un pilastro del processo educativo, influenzando in modo decisivo non solo gli esiti scolastici, ma anche la crescita integrale dello studente. Essa assume un valore formativo autentico quando diventa occasione di consapevolezza, riflessione e orientamento, e non si limita alla funzione certificativa. La Legge 150/2024, insieme alla successiva ordinanza ministeriale n. 3 del 2025, segna una svolta verso una valutazione più umana, coerente con i traguardi di competenza del curricolo nazionale, capace di coniugare rigore e attenzione alla persona.

L’impianto normativo richiama con forza l’importanza di una valutazione chiara, trasparente, calibrata sui reali bisogni formativi, che sappia accogliere la diversità e riconoscere i talenti. Tuttavia, perché questa riforma possa incidere realmente sulle prassi didattiche, è indispensabile che le scuole e i docenti assumano una postura pedagogica rinnovata, fondata su empatia, ascolto, osservazione qualitativa e dialogo. La valutazione deve diventare il tempo della relazione educativa, un’opportunità per accendere la motivazione e promuovere il benessere scolastico.

Solo una valutazione che integra le dimensioni cognitive, affettive e sociali può ambire a sostenere percorsi inclusivi ed equi. A tale fine, l’alleanza tra ricerca neuroscientifica, riflessione pedagogica e autonomia didattica diventa fondamentale per garantire a ogni studente la possibilità di crescere, apprendere e sentirsi valorizzato nella propria unicità.

La scomparsa dell’ispettore Tiriticco

da  Tuttoscuola

All’età di 97 anni, vissuti con grande impegno politico (non in senso partitico), culturale e professionale, ci ha lasciati l’ispettore Maurizio Tiriticco, uno dei principali protagonisti della storia della scuola italiana degli ultimi decenni.

Resterà nella memoria dei tanti che l’hanno conosciuto e apprezzato come uomo del dialogo e della ricerca di soluzioni pragmatiche ai tanti problemi di politica scolastica – e della loro gestione amministrativa da parte del Ministero – che ha affrontato nel corso della sua lunga esperienza come ispettore centrale e ascoltato consulente di molti direttori generali.

Si è occupato fra l’altro, svolgendo anche un’intensa attività di formatore e divulgatore, dell’attuazione delle norme sull’autonomia delle scuole, del nuovo modello di esame di Stato voluto dall’allora ministro Berlinguer, di iniziative e progetti innovativi europei.

Tuttoscuola partecipa al cordoglio della scuola italiana per la scomparsa di una persona competente, generosa, sempre aperta e disponibile (O.N.)

Specializzazione Indire. Il fabbisogno specchio dello squilibrio dei TFA

da  Tuttoscuola

Il recente decreto ministeriale n. 75/2025, in applicazione dell’articolo 6, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2024, n. 106, oltre a prevedere modalità e costi per la formazione specialistica e definire il profilo del docente di sostegno specializzato (allegato A), ha definito nell’allegato B il fabbisogno di docenti con specializzazione per le attività di sostegno, calcolato in base al numero di supplenti che hanno svolto attività di sostegno privi della specializzazione.

Il fabbisogno corrisponde, infatti, al numero di docenti che nel quinquennio hanno svolto nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie, alla data del 31 agosto 2024, un servizio su posto di sostegno della durata di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, sul medesimo grado di istruzione.

La distribuzione dei posti (poco più di 52 mila rispetto agli 85mila di cui inizialmente aveva parlato il ministro Valditara) conferma la squilibrata distribuzione dei posti per la specializzazione del sostegno operata dalle università con i corsi TFA, con pochi posti al Nord.

La carenza di docenti specializzati in diverse graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) ha reso necessario il ricorso a docenti privi di specializzazione per il sostegno.

Da qui il rilevante numero di docenti settentrionali da specializzare, come dimostrato dalla sintesi predisposta da Tuttoscuola che evidenzia come oltre il 57% del fabbisogno dei posti da specializzare si trova nelle aree settentrionali.

Fabbisogno di docenti con specializzazione per le attività di sostegno

Area Infanzia Primaria I grado II grado Totale
Nord Ovest 2.123 9.624 5.604 3.201 20.552 39,1%
Nord Est 964 4721 2219 1801 9705 18,4%
Centro 1351 5437 2473 2402 11663 22,2%
Sud 999 2629 1223 1024 5875 11,2%
Isole 737 1963 983 1144 4827 9,2%
Totale 6.174 24.374 12.502 9.572 52.622 100%

Elaborazione Tuttoscuola su dati MIM

Ma la specializzazione straordinaria – un una tantum per compensare lo squilibrio territoriale dei corsi universitari dei TFA – non risolve il problema di quello squilibrio.

Servirà forse un intervento da parte del ministero dell’Università e Ricerca per una distribuzione equilibrata dei posti da assegnare nei territori per specializzare docenti per il sostegno.

Campionati Italiani di Astronomia

Si è conclusa la XXIII edizione dei Campionati Italiani di Astronomia con la finale che si è svolta a Teramo – Giulianova (TE) dal 6 all’8 maggio 2025. Alla gara hanno partecipato 89 fra studentesse e studenti, suddivisi in 4 categorie. I finalisti si sono cimentati nella risoluzione di problemi di astrofisica teorica durante la mattina e nella risoluzione di prove pratiche e mappe celesti nel pomeriggio, con problemi di difficoltà e contenuti diversi a seconda della categoria.

I primi 5 classificati in ciascuna delle categorie Junior 1, Junior 2 e Senior, e i primi 3 classificati della categoria Master sono stati proclamati vincitori ed è stata consegnata loro la medaglia intitolata all’astronoma Margherita Hack. Le studentesse e gli studenti che si sono comunque distinti nella gara e si sono classificati dal sesto al decimo posto nelle categorie Junior 1, Junior 2 e Senior, e dal quarto al quinto posto nella categoria Master hanno ricevuto dalla giuria un diploma di merito. Sono state assegnate anche 2 menzioni speciali.

Il percorso dei campionati è iniziato nel mese di dicembre, con la fase di preselezione che si è svolta simultaneamente in tutte le 326 scuole partecipanti (comprese 5 scuole italiane all’estero).

I Campionati Italiani di Astronomia, inseriti nel Programma di valorizzazione delle eccellenze del Ministero, sono promossi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito – Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la formazione del personale scolastico e la valutazione del sistema nazionale di istruzione – Ufficio I, ed attuati con la Società Astronomica Italiana (SAIt), in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

Vincitori della finale nazionale – medaglia “M. Hack” (classificati dal 1° al 5° posto, in ordine alfabetico)

Categoria Junior 1

  • Cerrano Matteo, Istituto Comprensivo Statale “Biancheri” – Ventimiglia (IM)
  • De Paoli Chiara, Istituto Comprensivo Statale “Torre” – Pordenone
  • Di Egidio Irene, Ist. Comp. Statale “Savini – San Giuseppe – San Giorgio” – Teramo
  • Di Silvestro Andrea, Istituto Compr. Statale “De Amicis – Don Milani” – Randazzo (CT)
  • Matarazzi Rachele Pia, Istit. Compr. Statale “F. Jerace – Capoluogo Brogna” – Polistena (RC)

Categoria Junior 2

  • Barberi Davide, Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci” – Reggio Calabria
  • Costantini Ettore, Licei “Ampezzo e Cadore” – Cortina d’Ampezzo (BL)
  • Fabi Alessandro, Liceo Scientifico e delle S.A. Statale “P. Ruffini” – Viterbo
  • Palumbo Gaia, Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci” – Reggio Calabria
  • Rucco Luca, Liceo Scientifico e delle S.A. Statale “E. Fermi” – Aversa (CE)

Categoria Senior

  • Bortoluzzi Nicola, Liceo Scientifico e delle S.A. Statale “Galilei – Tiziano” – Belluno
  • Dandrea Giulio, Liceo Scientifico Statale “E. Fermi” – Pieve di Cadore (BL)
  • Di Maria Luca, Liceo Scientifico e delle S.A. Statale “E. Fermi” – Arona (NO)
  • Lambertini Gabriele, Liceo Scientifico e delle S.A. Statale “G. Bruno” – Budrio (BO)
  • Leccese Francesco, Liceo Scientifico Statale “G. Banzi Bazoli” – Lecce

Categoria Master

  • Brunetta Riccardo, Liceo Scientifico Statale “Leopardi – Majorana” – Pordenone
  • Cusimano Andrea, Liceo Scientifico Statale “T. Levi Civita” – Roma
  • Trunfio Ilenia, Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci” – Reggio Calabria

Nota 8 maggio 2025, AOODGPOC 741

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale
Direzione Generale per la comunicazione e le relazioni istituzionali

Alle Istituzioni scolastiche del sistema nazionale d’istruzione – statali e paritarie
A tutte le Istituzioni scolastiche del sistema della formazione italiana nel mondo per il tramite del MAECI (dgdp-05.comunicazione@esteri.it)
p. c. Agli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di TRENTO
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta AOSTA

OGGETTO: Selezione per la partecipazione alla Cerimonia d’inaugurazione dell’a.s. 2025/2026.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 105

105 del 08-05-2025