Adaptive Learning

Adaptive Learning

di Bruno Lorenzo Castrovinci

In una società liquida in continuo cambiamento, caratterizzata da una rapida evoluzione dei costumi e degli strumenti tecnologici che ridefiniscono archetipi e ristrutturano l’identità collettiva in tempo reale, è impensabile continuare ad affidarsi a una didattica ancorata alle pratiche del passato. Le sfide educative odierne richiedono una sintesi virtuosa tra innovazione e tradizione, dove ricerca, scoperta e adattabilità siano centrali. Questo non implica abbandonare le buone pratiche del passato, bensì reinterpretarle in chiave moderna, integrando approcci innovativi come il Universal Learning Design (ULD) e l’insegnamento adattivo.

Il concetto di ULD, sviluppato per garantire un accesso universale all’apprendimento, propone l’eliminazione delle barriere che ostacolano la partecipazione degli studenti, promuovendo una didattica flessibile e inclusiva. In Italia, documenti come la Nota Ministeriale Prot. n.1143 del 17-05-2018 e il Dossier “L’Autonomia per una Scuola Inclusiva” redatto dal gruppo di lavoro istituito con Decreto Dipartimentale n.479 del 24-05-2017, hanno enfatizzato l’importanza di ambienti educativi che possano rispondere alle necessità diversificate di tutti i discenti. Parallelamente, l’insegnamento adattivo rappresenta una delle frontiere più promettenti della didattica contemporanea. Basandosi su una valutazione continua delle esigenze e dei punti di forza degli studenti, mira a personalizzare il supporto educativo, adattando strategie e risorse. Questo approccio supera le rigidità della differenziazione tradizionale, eliminando l’idea che ogni studente necessiti di un’attività completamente distinta, concentrandosi invece su una personalizzazione flessibile e dinamica.

Entrambi gli approcci condividono un obiettivo comune: creare una scuola in cui l’inclusione non sia un’eccezione, ma il fondamento stesso della progettazione didattica.

 

Pedagogia e neuroscienze le basi teoriche dell’insegnamento adattivo

L’insegnamento adattivo o Adaptive Learning, trova solide basi nelle teorie pedagogiche più recenti e nei progressi delle neuroscienze educative. Autori come Lev Vygotskij, con il concetto di “zona di sviluppo prossimale”, e Jerome Bruner, con lo “scaffolding”, offrono un quadro teorico di riferimento per comprendere l’importanza di un supporto che varia in base al livello di competenza dello studente. In quest’ottica, l’insegnante diventa una guida che fornisce il giusto equilibrio tra sfida e sostegno, promuovendo un apprendimento attivo e coinvolgente.

Altri autori, come Carol Dweck, con la teoria della “mentalità di crescita”, sottolineano l’importanza di promuovere una visione positiva delle capacità di apprendimento, favorendo un atteggiamento proattivo verso le sfide scolastiche. John Hattie, nel suo libro “Visible Learning”, evidenzia come il feedback tempestivo e mirato sia uno degli strumenti più efficaci per migliorare i risultati degli studenti, elemento chiave nell’insegnamento adattivo. Inoltre, Reuven Feuerstein, con il suo “Programma di Arricchimento Strumentale”, mette in luce l’importanza di interventi mirati per sviluppare le funzioni cognitive carenti.

Dal punto di vista neuroscientifico, studi come quelli condotti da Sarah-Jayne Blakemore hanno evidenziato l’importanza della plasticità cerebrale durante l’età evolutiva. Questa caratteristica rende l’apprendimento particolarmente sensibile agli stimoli ambientali e alla qualità dell’interazione con l’insegnante. Strumenti come la valutazione formativa continua e le pratiche di metacognizione diventano, quindi, fondamentali per identificare le necessità specifiche degli studenti e intervenire in modo tempestivo.

 

Diagnosi e adattamento il cuore dell’insegnamento adattivo

L’approccio Universal Learning Design (ULD) si integra in modo armonico con l’insegnamento adattivo, condividendo l’obiettivo di creare un ambiente educativo flessibile e accessibile per tutti gli studenti. L’ULD mira a rimuovere le barriere all’apprendimento e a garantire che ogni discente abbia accesso a percorsi personalizzati, utilizzando strategie didattiche innovative e strumenti tecnologici avanzati. In parallelo, l’insegnamento adattivo si fonda sulla diagnosi continua delle esigenze degli studenti, permettendo una modulazione costante delle attività e delle risorse per rispondere alle necessità di ciascuno. Questo approccio sinergico trasforma l’ambiente scolastico in uno spazio inclusivo, in cui ogni studente può sentirsi supportato e valorizzato nel suo percorso di crescita.

Un confronto significativo può essere fatto con le pratiche tradizionali di didattica trasmissiva, in cui spesso non si tiene conto dei prerequisiti degli studenti e il libro di testo rappresenta l’unica guida per molti docenti. Questi ultimi applicano una mediazione didattica prevalentemente attraverso la lezione frontale, che a volte è partecipata e supportata da materiali digitali proiettati su schermi touchscreen o LIM, spesso utilizzate in modo passivo e non interattivo. Segue, generalmente, l’assegnazione dei compiti a casa, come lo studio di pagine specifiche del libro di testo e lo svolgimento di esercizi, con una successiva verifica che consiste in una prova scritta uniforme per tutti gli studenti o in interrogazioni orali a campione. Questo approccio presenta diverse criticità: non tiene conto delle esigenze individuali, rischiando di lasciare indietro gli studenti con difficoltà o di annoiare quelli più avanzati. Inoltre, l’utilizzo limitato delle potenzialità tecnologiche e l’assenza di una diagnosi continua penalizzano una personalizzazione reale dell’apprendimento. Al contrario, l’insegnamento adattivo si propone di superare questi limiti, promuovendo una didattica più inclusiva e dinamica.

Un elemento centrale dell’insegnamento adattivo è la diagnosi accurata delle esigenze degli alunni. La valutazione formativa, sia essa esplicita, come nei test diagnostici, o implicita, come nell’osservazione quotidiana, consente agli insegnanti di ottenere informazioni preziose sul livello di comprensione degli studenti e sulle loro eventuali difficoltà. Solo attraverso questa analisi, gli insegnanti possono modulare il loro approccio, aumentando il supporto per gli studenti in difficoltà o favorendo l’autonomia di quelli più avanzati.

L’Education Endowment Foundation (EEF), attraverso il suo Teaching and Learning Toolkit, sottolinea l’efficacia dell’insegnamento adattivo nel migliorare i risultati scolastici. Secondo le ricerche condotte, l’individualizzazione dell’istruzione può portare a progressi aggiuntivi di circa quattro mesi, con benefici particolarmente evidenti nelle scuole secondarie e nelle discipline scientifiche. La tecnologia digitale, in questo contesto, gioca un ruolo cruciale, offrendo strumenti che facilitano la diagnosi e la personalizzazione dell’insegnamento.

Articoli come quelli pubblicati sulla rivista TES, come “Differenziazione vs insegnamento adattivo: cosa dice la ricerca?” e “Didattica adattiva: come funziona nei primi anni?”, offrono approfondimenti utili e aggiornati sull’applicazione pratica di queste metodologie, sottolineando come l’adattamento delle strategie educative sia fondamentale per rispondere alle esigenze di una classe eterogenea.

 

Didattica adattiva due approcci

L’insegnamento adattivo si declina in due approcci principali: proattivo e reattivo.

Insegnamento Adattivo Proattivo – Gli insegnanti devono sapere cosa dovrebbe essere normalmente disponibile in classe per supportare un insegnamento di alta qualità. In alcuni paesi governi e enti locali forniscono linee guida su come soddisfare una gamma di esigenze con piccoli aggiustamenti inclusivi. Ad esempio, il Portsmouth City Council suggerisce di collocare le risorse a portata di mano di tutti gli studenti, aumentando l’indipendenza e riducendo lo stigma, inteso come il senso di esclusione o inadeguatezza che alcuni alunni possono provare quando si trovano in difficoltà rispetto ai loro compagni. Questo approccio consente a tutti gli studenti di accedere facilmente alle risorse senza sentirsi giudicati, promuovendo un ambiente di apprendimento più equo e inclusivo.

Le relazioni positive tra insegnante e alunni sono essenziali per il successo dell’insegnamento adattivo. Gli insegnanti devono comprendere le differenze nei modi di apprendere degli studenti e dedicare attenzione a come ciascuno si sente rispetto al proprio percorso formativo. È importante che gli insegnanti pianifichino strategie per promuovere sia l’indipendenza che la partecipazione attiva, modellando i compiti in modo che risultino chiari e accessibili. Inoltre, devono fare attenzione a non fornire troppe informazioni contemporaneamente, evitando di sovraccaricare gli studenti, e favorire così un ambiente di apprendimento equilibrato e produttivo.

Un solido sistema di valutazione formativa dell’intera istituzione scolastica può supportare queste pratiche, garantendo che ogni insegnante abbia gli strumenti necessari per monitorare i progressi degli studenti.

Insegnamento Adattivo Reattivo – Questo approccio richiede un alto grado di flessibilità e capacità di improvvisazione. Gli insegnanti devono essere pronti a modificare il piano iniziale sulla base delle esigenze che emergono durante la lezione. Questo implica una valutazione formativa costante e un dialogo continuo con gli studenti, che permette di identificare e correggere eventuali misconcezioni, ovvero concetti errati o incomprensioni che gli studenti possono sviluppare durante il processo di apprendimento.

L’insegnamento adattivo reattivo prevede interventi specifici e flessibili, come la semplificazione delle istruzioni per chiarire il compito da svolgere o l’adattamento dei canali di comunicazione, che possono essere visivo, uditivo o cinestetico, in base alle necessità dello studente. Questo approccio consente di affrontare immediatamente le difficoltà di apprendimento, garantendo che ogni studente possa ricevere il supporto più adatto al proprio stile cognitivo e sentirsi pienamente valorizzato in un ambiente educativo inclusivo.

Un esempio pratico è dato dall’uso di strumenti tecnologici come piattaforme di apprendimento adattivo, che analizzano in tempo reale le risposte degli studenti e propongono esercizi calibrati sulle loro esigenze. Tuttavia, l’efficacia dell’insegnamento adattivo non dipende esclusivamente dalla tecnologia: è fondamentale che gli insegnanti sviluppino competenze di osservazione e analisi, oltre a una solida conoscenza delle strategie didattiche.

 

Esempi pratici di insegnamento adattivo

Scuola Primaria – In una classe primaria, l’insegnamento adattivo può essere implementato attraverso un uso mirato di attività differenziate durante la lettura. Ad esempio, gli studenti con difficoltà di comprensione possono utilizzare strumenti audio o visivi, come audiolibri o video esplicativi, mentre gli studenti più avanzati possono lavorare su progetti di approfondimento legati al testo. Un insegnante potrebbe utilizzare strumenti di valutazione in tempo reale, come applicazioni digitali per quiz interattivi, per identificare le aree in cui gli studenti necessitano di maggiore supporto.

Scuola Secondaria di primo e secondo grado – Nelle scuole secondarie, l’uso della tecnologia e della personalizzazione assume un ruolo cruciale. Ad esempio, nell’insegnamento della matematica, piattaforme come Mathletics possono fornire esercizi adattivi che si adattano automaticamente al livello di competenza dello studente. Gli studenti più avanzati possono essere sfidati con problemi complessi, mentre quelli che necessitano di supporto possono ricevere spiegazioni dettagliate e attività di base. Nelle scuole superiori, l’uso del metaverso, di simulazioni virtuali e degli escape room può essere utilizzato per insegnare materie come le scienze o la storia, permettendo agli studenti di esplorare ambienti interattivi e apprendere in modo esperienziale.

 

Canali di comunicazione e processi cognitivi

Per un insegnamento adattivo efficace, è cruciale considerare i canali di comunicazione più adatti ai processi cognitivi degli studenti. Secondo Howard Gardner e la sua teoria delle intelligenze multiple, gli studenti apprendono attraverso una varietà di modalità, tra cui linguistica, logico-matematica, visiva e cinestetica. Questo implica che gli insegnanti debbano diversificare le strategie comunicative, utilizzando ad esempio mappe concettuali per studenti visivi o esercizi pratici per quelli cinestetici. Nel libro “Make It Stick” di Brown, Roediger e McDaniel, viene sottolineato come la varietà di approcci e la pratica distribuita migliorino la capacità di apprendimento a lungo termine, aspetti che possono essere integrati in una didattica adattiva. Anche autori come David Kolb, con il modello di apprendimento esperienziale, e Richard Mayer, con la sua teoria della multimedialità, offrono spunti preziosi per progettare un insegnamento che tenga conto dei diversi stili cognitivi.

 

Tecnologia e innovazione nell’insegnamento adattivo

La tecnologia rappresenta un alleato indispensabile per l’insegnamento adattivo, specialmente nella fase diagnostica e nella personalizzazione della didattica. Strumenti come l’intelligenza artificiale possono analizzare grandi quantità di dati relativi ai progressi degli studenti, identificando aree di forza e debolezza. Ad esempio, piattaforme come DreamBox o Khan Academy offrono percorsi di apprendimento personalizzati basati sulle risposte degli studenti. Nel contesto del metaverso, inteso come un ambiente virtuale tridimensionale accessibile attraverso tecnologie come visori VR, scenari immersivi permettono agli studenti di vivere esperienze simulate che replicano situazioni reali. Questo consente loro di applicare concetti in modo pratico e coinvolgente, esplorando ambienti complessi senza i limiti del mondo fisico. Gli ologrammi, invece, sono rappresentazioni tridimensionali proiettate nello spazio che possono essere utilizzate per creare presentazioni interattive e dinamiche. Questi strumenti offrono agli studenti un’esperienza visiva e tattile unica, permettendo un feedback immediato e la possibilità di adattare il livello di complessità delle lezioni in tempo reale. Tali tecnologie non solo migliorano l’efficacia della didattica, ma alleviano anche il carico cognitivo sugli insegnanti, consentendo loro di concentrarsi sulle interazioni dirette con gli studenti.

Sfide e opportunità dell’insegnamento adattivo

Nonostante i suoi numerosi vantaggi, l’insegnamento adattivo presenta anche delle sfide. Una delle principali è rappresentata dal tempo necessario per effettuare valutazioni diagnostiche accurate e per pianificare interventi personalizzati. Inoltre, è essenziale che gli insegnanti ricevano una formazione adeguata, che li prepari a utilizzare strumenti tecnologici avanzati e a implementare pratiche di insegnamento flessibili.

Tuttavia, le opportunità offerte da questo approccio sono enormi. L’insegnamento adattivo non solo migliora i risultati scolastici, ma promuove anche l’inclusione, garantendo che ogni studente riceva il supporto di cui ha bisogno per raggiungere il proprio potenziale. In un contesto educativo sempre più eterogeneo, questa metodologia rappresenta una risposta efficace alle sfide poste dalla diversità.

 

Conclusione

L’insegnamento adattivo rappresenta molto più di una semplice metodologia educativa: è un cambio di paradigma che pone al centro l’unicità di ogni studente, riscrivendo le regole della personalizzazione in chiave inclusiva. Fondendo pedagogia, neuroscienze e tecnologia, questo approccio non solo riduce il divario educativo, ma getta le basi per una scuola equa e innovativa. Tuttavia, realizzarlo appieno richiede impegno, formazione e una visione condivisa tra tutti gli attori del sistema scolastico.

Come educatori, il nostro compito non è solo insegnare, ma ispirare. L’insegnamento adattivo ci ricorda che ogni studente ha un potenziale unico da scoprire e coltivare. Perché, come ha scritto Nelson Mandela, “L’istruzione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo”.

Campionati di Matematica

L’11 maggio 2025, a Cesenatico (FC), si sono concluse le finali nazionali dei Campionati di Matematica.

La gara ha visto un ex aequo al vertice della classifica delle finali nazionali: Luca Giovanni Giorgio Cavallo Perin del Liceo Scientifico “G. Ferraris” di Torino e Marcel Stologan del Liceo Scientifico “L. Respighi”di Piacenza.

Al terzo posto un ex aequo: Lorenzo Degli Atti del Liceo Scientifico “G. Banzi Bazoli “di Lecce e Loek Van Der Zijde del Liceo Scientifico “A. Tassoni” di Modena. Al quinto posto: Filippo Gargiulo del Liceo Scientifico “A. Volta” di Milano. Al sesto posto un ex aequo: Barbara Catino del Liceo Scientifico “A. Volta” di Milano e Anna Kazhamiakina del Liceo Scientifico “G. Galilei” di Trento, e Valerio Morra del Liceo Scientifico “I. Newton” di Chivasso (TO). Anna e Barbara hanno anche fatto parte, lo scorso aprile, della spedizione italiana alle EGMO (Olimpiadi Europee Femminili della Matematica), dove hanno conquistato due medaglie d’oro.

Alla premiazione della gara individuale hanno preso parte: Marco Andreatta, Presidente dell’UMI, Domenica Di Sorbo, Presidente di Mathesis, Enrico Munini, Presidente della Federazione Italiana Mathesis e Emanuela Pedulli, Assessora alla scuola e alla cultura del comune di Cesenatico.

Le studentesse e gli studenti presenti alla finale hanno provato a risolvere 6 problemi matematici, di difficoltà crescente, in 4 ore e mezza.

In totale sono stati premiati 158 dei 299 concorrenti: 26 con la medaglia d’oro, 54 con la medaglia d’argento e 78 con la medaglia di bronzo. Chi ha risolto in maniera completamente corretta almeno uno dei sei problemi proposti, ma senza arrivare al punteggio necessario per una medaglia, ha ricevuto una menzione d’onore.

Negli stessi giorni si svolte anche le finali delle gare a squadre, al Palazzetto dello sport di Cesenatico. In quella femminile, ha vinto la squadra del liceo “Volta” di Milano, già campione nell’edizione 2024, seguita dal “Marconi” di Carrara e dal “Galilei” di Trento.

Nella finale mista ha vinto il liceo “Cassini” di Genova, seguito dal liceo “Volta” di Milano (che nel 2024 aveva trionfato) e dal liceo “Cattaneo” di Torino. Le 15 squadre meglio classificate di entrambe le gare sono state premiate con gadget “olimpici” e libri di matematica.

I Campionati di matematica, inseriti nel Programma di Valorizzazione delle Eccellenze del Ministero, sono organizzati dall’Unione Matematica Italiana.

I siti di riferimento dei Campionati di Matematica sono:
http://olimpiadi.dm.unibo.it, e http://www.fairmath.it/cesenatico/, dove è possibile trovare informazioni più complete, i testi dei problemi proposti e le classifiche delle gare.

Campionati delle Scienze naturali

Si è svolta dal 9 all’11 maggio 2025, presso il Convitto Nazionale di Assisi, la XXIII edizione dei Campionati delle Scienze naturali.

Quasi 100 studenti di tutte le regioni d’Italia, tra cui anche uno di San Marino e uno del Belgio, selezionati attraverso le precedenti fasi d’istituto e regionale, hanno affrontato prove teoriche e prove sperimentali, afferenti ai vari ambiti delle discipline scientifiche.

La competizione, promossa dalla Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la formazione del personale scolastico e la valutazione del sistema nazionale di istruzione del Ministero dell’Istruzione e del Merito ed organizzata dall’Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali (ANISN), è finalizzata a valorizzare le eccellenze della scuola italiana, a incrementare e sostenere l’interesse per le conoscenze scientifiche e, nel contempo, concorre all’orientamento e all’emersione dei talenti e può contribuire a una revisione del processo di insegnamento-apprendimento.

L’evento ha registrato anche gli apprezzamenti del Rettore del Convitto nazionale, Prof. Stefano Cammerieri, della presidente ANISN, Prof. Isabella Marini, dei responsabili nazionali della competizione, Prof.ri Vincenzo Boccardi ed Emanuele Piccioni, e l’intervento in videoconferenza della Prof. Anna Brancaccio, in rappresentanza del Ministero.

Gli studenti delle scuole secondarie di 2° grado, primi in classifica, parteciperanno a due fasi internazionali:

  • le Olimpiadi Internazionali di Biologia (IBO – International Biology Olympiad), che quest’anno si terranno a luglio a Quezon City, nelle Filippine.
  • le Olimpiadi Internazionali di Scienze della Terra (IESO – International Earth Science Olym-piad) che anche quest’anno si terranno in Cina, ad agosto, a Ji’ning.

I vincitori:

Categoria Triennio Biologia:

  • 1° Giuseppe Piazza, I.S.I.S. “G. Salerno” di Gangi (Palermo), Sicilia.
  • 2° Lorenzo Guttà, L.S. “Galileo Galilei” di Catania, Sicilia.
  • 3° Michelangelo Grimaldi, Polo Liceale “R. Mattioli” di Vasto (Chieti), Abruzzo

Categoria Triennio Scienze della Terra:

  • 1° Desiree Cadelli, Lic. Sc. “M. Grigoletti” di Pordenone, Friuli-Venezia Giulia.
  • 2° Giulio Maria Giuseppe De Gregorio, IIS “G. Peano” di Marsico Nuovo (Potenza), Basilicata.
  • 3° Daniele Mingardi, I.I.S. Scientifico “E. Majorana” di Orvieto (Terni), Umbria.

Categoria Biennio:

  • 1° Marchioni Gabriel, Liceo “Fermi” di Bologna, Emilia-Romagna.
  • 2° Enis Jelassi, Liceo Scientifico “G. Galilei” di Potenza, Basilicata.
  • 3° Dario Boi, I.I.S. “L. Calamatta”” di Civitavecchia (Roma), Lazio

Le graduatorie della competizione sono visibili all’indirizzo: http://olimpiadi.anisn.it/