“Vite extra-ordinarie”

Redattore Sociale del 12-02-2018

“Vite extra-ordinarie”: al via la rassegna cinematografica sul tema della disabilita’

ROMA. “La disabilità non è una scelta, la nostra attitudine si”: questa espressione è alla base della rassegna cinematografica di sette film, intitolata “Vite extra-ordinarie”, che parte oggi, lunedi’ 12 febbraio, alle ore 17.00 con la proiezione del capolavoro di David Lynch “The Elephant Man” presso la Sala MediCinema al Policlinico A. Gemelli. La rassegna è promossa dal Centro di Ateneo per la Vita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ed è nata da un’idea del Centro di Malattie Rare e Difetti congeniti della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. Dopo il primo appuntamento di oggi pomeriggio, i successivi film protagonisti degli incontri saranno “Inside I’m Dancing” di Daniel O’Donnell (26 febbraio), “Basta guardare il cielo” di Peter Chelsom (12 marzo), “Qualcosa di buono” di George C. Wolfe (19 marzo), “Misure straordinarie” di Tom Vaughan (9 aprile), “Ottavo giorno” di Jaco van Dormael (16 aprile), “Il mio piede sinistro” di Jim Sheridan (7 maggio). Ogni film tratterà una condizione legata alla disabilità che sarà presentata, per gli aspetti clinici, da un esperto. Al termine della proiezione seguirà una riflessione sull’aspetto umano, relazionale e sociale della trama, curata da un neuropsichiatra infantile esperto di problematiche relazionali e da un’esperta di problematiche sociali. Si delineeranno così, nel corso degli incontri, le caratteristiche cliniche di alcune malattie rare ma non solo: sindrome di Proteus, Distrofia muscolare di Duchenne, SLA, sindrome di Pompe, sindrome di Morquio, sindrome di Down e Paralisi Cerebrale. Si rifletterà sulla diversità, sull’amicizia, sull’amore, sulla reciprocità, sulla speranza di guarire, sul confine tra vita e morte. Le riflessioni saranno guidate da Paolo Mariotti, dirigente medico dell’Unità di Neuropsichiatria Infantile della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, e da Anna Contardi, Coordinatrice Nazionale dell’Associazione Italiana Persone Down.

“Questa rassegna cinematografica- spiega il professor Giuseppe Zampino, responsabile del Centro di Malattie rare e Difetti congeniti del Policlinico Gemelli- vuole essere un metodo didattico che ha come obiettivo veicolare le informazioni puramente cliniche con il coinvolgimento emotivo suscitato dal film. Questo e’ specialmente utile nelle malattie rare che, considerate di nicchia, spesso non suscitano particolare interesse o non rimangono nella memoria. L’idea di associare una emozione all’informazione rende il ricordo della condizione più duraturo. Inoltre, capitalizzando sulle problematiche relazionali comuni della disabilità che investono la maggior parte delle numerose condizioni rare disabilitanti, l’approccio a tali condizioni sarà meno preoccupato, poiché a dispetto della rarità vi è una comunanza di vissuti e di problemi da affrontare. La rassegna cinematografica ha l’obiettivo di far entrare lo spettatore nell’intenso mondo della disabilità e attraverso questo indurlo a riflettere sulla propria esistenza”. “Collaboriamo con molto interesse a questo Progetto di Università Cattolica e Policlinico A. Gemelli e siamo certi fornirà importanti riflessioni- dichiara Fulvia Salvi Presidente, MediCinema Italia Onlus- L’utilizzo del contenuto cinematografico rappresenta un importante strumento di sperimentazione per la cura di diverse patologie volto al riconoscimento del cinema come strumento riabilitativo nei processi di cura e nei percorsi di formazione”.

L’attività di MediCinema, presso il Policlinico, prevede la programmazione di film, due volte alla settimana, oltre anteprime e rassegne cinematografiche per i pazienti in età pediatrica e per un pubblico di adulti. Si ricorda che da settembre 2016 è stato avviato il primo studio, coordinato dal professor Celestino Pio Lombardi, Direttore Chirurgia Endocrina Fondazione Policlinico A. Gemelli con i ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, in collaborazione con l’Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, con l’obiettivo di misurare gli effetti della terapia attraverso il cinema nel percorso ospedaliero e nell’approccio alla malattia. (DIRE)