da ItaliaOggi
Istituti professionali in agonia
La riforma (sconosciuta) della Fedeli non inverte il trend
Emanuela Micucci
Saranno132 mila i banchi vuoti il prossimo settembre. Il record agli istituti professionali: gli 11 indirizzi restano sconosciuti dagli studenti che a settembre inizieranno le superiori. Prosegue, dunque, il calo di consensi dei giovani per questi percorsi, che dall’anno scolastico 2015/16 al 2018/19 hanno perso il 4,6% degli iscritti. Ma i dati sulle iscrizioni al prossimo anno scolastico, appena pubblicati dal Miur (www.miur.gov.it), preannunciano a settembre quasi 132 mila banchi vuoti dalle primarie alle superiori.
In soli tre anni scolastici, infatti, gli studenti delle prime classi della scuola italiana sono diminuiti di 132.931 unità: -8,4%, passando da 1.588.781 di settembre 2015 a 1.455.850 del 2018. Un calo di alunni particolarmente forte proprio nell’ultimo anno: -154.501 ragazzi nel prossimo anno scolastico, pari al 9,6%. Dopo che nel 2016/17 erano aumentati di 33.628 arrivando a 1.610351 studenti rispetto a 1.576.722 dell’anno precedente. Nella scelta della scuola superiore continuano a volare sempre più in alto i licei che incassano un +4,4% di iscrizioni dal 2015/16, quando li sceglievano il 50,9% degli studenti, al 2018/19, quando li frequenteranno il 55,3%.
Parallelamente prosegue il calo degli istituti professionali: -4,6% dal 2015, quando vi si iscriveva il 18,4% di ragazzi, al 2018, quando li ha scelti il 14%. Restano, invece, stabili in tutto il periodo gli alunni degli istituti tecnici, che incassano il 30,7% di preferenze per il prossimo anno rispetto al 30,5% di settembre 2015. Percentuali che sembrerebbero indicare un travaso di alunni che prima sceglievano i professionali nei licei. Tutti trend confermati il prossimo anno scolastico, quando la metà degli studenti, il 55,3%, entrerà al liceo, optando sopratutto per lo scientifico (25,6%). Anche se il classico sale un po’ nelle preferenze al 6,7%. Tra i tecnici il settore tecnologico continua ad attrarre maggiormente con il 19,3% delle scelte. In picchiata i professionali, a cui si è iscritto il 14% degli studenti, rispetto al 15,1% del 2017/18.
Nonostante la riforma, al via a settembre, l’istruzione professionale non solo non dà segni di rilancio, ma continua la lenta agonia (-1,1%). Non attrae i giovani la sua maggiore articolazione in 11 indirizzi. Né i nuovissimi percorsi in Pesca commerciale e produzioni ittiche e in Gestione delle acque e risanamento ambientale. Né il maggior numero di ore di laboratorio.
Non li convince neppure l’offerta didattica personalizzata e modellata in base alle esigenze produttive e del territorio.
La svolta, però, passerà in gran parte dall’informazione e dall’orientamento, mancati per le iscrizioni 2018. Già nel 2014 l’Isfol (attuale Inapp) certificava che i genitori conoscono poco il sistema educativo in questione.