Prof stressati, la scuola ha il suo psicologo

da Il Messaggero

Prof stressati, la scuola ha il suo psicologo

Spesso gli psicologi sono nelle scuole con sportelli di ascolto per i ragazzi, bulli o vittime di bullismo, ma sempre più frequentemente la loro presenza è di aiuto soprattutto per i docenti.

Stressati e insoddisfatti, messi continuamente alla prova, in preda al burn out e spesso in cerca di un aiuto: sono i docenti cosiddetti bruciati, per i quali è sempre più frequente l’arrivo di uno psicologo a scuola. Una figura professionale che sappia cogliere i disturbi e i campanelli di allarme di una situazione emotiva al limite. Spesso gli psicologi sono nelle scuole con sportelli di ascolto per i ragazzi, bulli o vittime di bullismo, ma sempre più frequentemente la loro presenza è di aiuto soprattutto per i docenti. Sia nelle gestione della classe, sia nel sostegno per i disturbi legati alla professione.
Quali sono i disagi più frequenti? Si va dallo stress alla stanchezza psicofisica, dai docenti demotivati sul lavoro a quelli pressati dalle famiglie, dalla frustrazione all’apatia nei confronti di un lavoro per i quali si sono impegnati per anni ma che, ora, non riescono più a riconoscere. Molti affrontano i problemi superandoli, altri non ce la fanno. E vanno in crisi. Sono sempre di più e le motivazioni sono strettamente legate al rapporto con la classe, con le famiglie e con un lavoro che, cambiando di giorno in giorno, diventa sempre più complicato da gestire.

LA RICERCA

Sette docenti su 10 sentono che il loro impegno non viene riconosciuto. Secondo l’indagine Valori costituzionali e comportamenti professionali condotta dal Centro di iniziativa democratica degli insegnanti su un campione di 2.300 docenti, i principali motivi di insoddisfazione degli insegnanti sono infatti da cercare nello scarso riconoscimento sociale, posto come primo problema dal 69,4% degli intervistati e, a seguire, dalla mancata possibilità di una progressione economica sul lavoro. Un elemento importante per la carriera, riconosciuto dal 52,7% dei docenti interpellati.

IL RISVOLTO

Anche gli esperti dell’Inail si sono occupati del burn out nell’insegnamento cercando fattori di rischio e strategie per controllare il fenomeno, tra cui emerge la necessità di una rete di supporto. Una ricerca dell’Ordine degli psicologi del Lazio, in collaborazione con Doxa, su un campione di 1.500 docenti di scuole di ogni ordine e grado, spiega che il 70% degli istituti ha usufruito o usufruisce di uno sportello psicologico. «Si tratta di percorsi avviati o di semplici iniziative spot – spiega la psicoterapeuta Maria Caccetta del Gruppo di lavoro Scuola per l’Ordine degli psicologi del Lazio – e il dato rilevante è che nel 40% dei casi lo psicologo è di aiuto ai docenti, non agli studenti. I docenti lamentano infatti la mancanza di riconoscimento del loro lavoro e la scarsa auto-efficacia personale, presentano il logorio psicofisico, il rischio depressivo e la mancanza di un supporto in classi sempre più numerose con ragazzi dal tessuto sociale differente, con disturbi di apprendimento differenti e con diverse strategie di intervento da applicare. Serve quindi nelle scuole una regola, un progetto di prevenzione, non di emergenza».
A ottobre è stato presentato un disegno di legge dalla senatrice del Pd, Laura Fasiolo, ma non ha avuto seguito. «La figura dello psicologo – spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio – è presente in centinaia di scuole nel Lazio. Purtroppo però si tratta di iniziative autonome dei singoli istituti, a pagamento. Ritengo invece opportuno che si torni a parlare del problema per regolamentare la presenza dello psicologo a scuola, visto che oggi il servizio erogato dipende dall’onestà professionale dei singoli esperti che vengono coinvolti. Eppure si parla del problema da almeno 20 anni. Con l’allora ministro Tullio De Mauro venne anche istituita una commissione apposita e venne stilato un codice deontologico. Non se ne fece nulla ma credo che oggi quel codice e quella regolamentazione siano più che mai necessari».
Lorena Loiacono