Tutti i docenti dovranno insegnare il pensiero computazionale, previsto nelle nuove indicazioni nazionali. Di cosa si tratta?

da Orizzontescuola

Tutti i docenti dovranno insegnare il pensiero computazionale, previsto nelle nuove indicazioni nazionali. Di cosa si tratta?

di Giovanna Onnis

Il pensiero computazionale rappresenta un importante traguardo di apprendimento nel primo ciclo di istruzione, previsto dalla recente normativa e indicato anche nei Traguardi delle Indicazioni 2012.

COSA SI INTENDE PER PENSIERO COMPUTAZIONALE?

Come chiarisce il documento “Indicazioni Nazionali e nuovi scenari”, per pensiero computazionale si intende un processo mentale che consente di risolvere problemi di varia natura seguendo metodi e strumenti specifici pianificando una strategia.

È un processo logico creativo che, più o meno consapevolmente, viene messo in atto nella vita quotidiana per affrontare e risolvere problemi. L’educazione ad agire consapevolmente e le strategie messe in atto consentono di apprendere ad affrontare le situazioni in modo analitico, scomponendole nei vari aspetti che le caratterizzano e pianificando per ognuno le soluzioni più idonee.

Tali strategie sono indispensabili nella programmazione dei computer, dei robot, ecc. che hanno bisogno di istruzioni precise e strutturate per svolgere i compiti richiesti

IL PENSIERO COMPUTAZIONALE NELLA DIDATTICA

Nella didattica, è possibile portare avanti attività legate al pensiero computazionale anche senza le macchine. Ogni situazione che presupponga una procedura da costruire, un problema da risolvere attraverso una sequenza di operazioni, una rete di connessioni da stabilire (es. un ipertesto), si collocano in tale ambito, a patto che le procedure e gli algoritmi siano accompagnati da “riflessione, ricostruzione metacognitiva, esplicitazione e giustificazione delle scelte operate

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

La Legge 107/2015 individua tra gli obiettivi formativi prioritari, nel comma 7 lettera h), lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale, all’utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione e ai legami con il mondo del lavoro.

Al fine di sviluppare e di migliorare le competenze digitali degli studenti e di rendere la tecnologia digitale uno strumento didattico di costruzione delle competenze in generale, la Legge 107/2015, nel comma 56, prevede il Piano nazionale per la scuola digitale dove vengono indicate le competenze che devono raggiungere gli studenti nell’informatica e nell’uso critico della rete.

L’introduzione del pensiero logico e computazionale deve, quindi, partire dalla scuola primaria mediante la l’acquisizione dei primi aspetti operativi delle tecnologie informatiche in un contesto ludico e in modo semplice e divertente, ma creativo e fondamentale, con l’obiettivo di aiutare gli studenti a diventare utenti consapevoli di ambienti e strumenti digitali, ma anche produttori, creatori, progettisti.

Nel PNSD si parla, quindi, di coding come “metodologia trasversale del cambiamento e di cultura digitale, intesa come uso critico delle tecnologie e della rete

Il Piano Nazionale Scuola Digitale precisa, quindi, che l’educazione al pensiero computazionale è essenziale affinché le nuove generazioni siano in grado di affrontare la società del futuro non da consumatori passivi ma da soggetti consapevoli e attori partecipi del loro sviluppo .

Gli stessi docenti, per quanto riguarda le competenze digitali, dovranno essere messi nelle giuste condizioni per agire come facilitatori di percorsi didattici innovativi basati su contenuti più familiari per i loro studenti.

Nel Decreto Ministeriale n.741/2017 si sottolinea l’importanza del pensiero computazionale anche per lo svolgimento dell’ Esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione.

Nell’art.8 comma 3 si stabilisce, infatti, che nella predisposizione della prova scritta relativa alle competenze logico-matematiche, la commissione può fare riferimento anche ai metodi di

analisi, organizzazione e rappresentazione dei dati, caratteristici del pensiero computazionale.

Il Decreto Ministeriale n.742/2017 stabilisce che le istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo ciclo di istruzione certificano l’acquisizione delle competenze progressivamente acquisite dalle alunne e dagli alunni.

Tra le competenze che devono essere certificate vi sono anche quelle digitali.

Come chiarisce l’art.1 comma 3, la certificazione delle competenze “descrive i risultati del processo formativo al termine della scuola primaria e secondaria di primo grado, secondo una valutazione complessiva in ordine alla capacità di utilizzare i saperi acquisiti per affrontare compiti e problemi, complessi e nuovi, reali o simulati”, in sintonia, quindi, con il pensiero computazionale.

TRAGUARDI DELLE INDICAZIONI NAZIONALI 2012

Nei Traguardi delle Indicazioni Nazionali 2012 sono previste attività legate al pensiero computazionale in particolare nell’ambito della Tecnologia, anche se è possibile prevederne in ogni ambito disciplinare.

Coding , pensiero computazionale ed altri aspetti connessi allo sviluppo tecnologico, come chiarito nelle Nuove Indicazioni Nazionali, sono presi in considerazione, nelle Indicazioni 2012, proprio nel paragrafo dedicato alla Tecnologia, dove si sottolinea quanto segue:

(…) “Quando possibile, gli alunni potranno essere introdotti ad alcuni linguaggi di programmazione particolarmente semplici e versatili che si prestano a sviluppare il gusto per l’ideazione e la realizzazione di progetti (siti web interattivi, esercizi, giochi, programmi di utilità) e per la comprensione del rapporto che c’è tra codice sorgente e risultato visibile.”

QUALI COMPETENZE?

L’educazione al pensiero logico e analitico finalizzato alla soluzione dei problemi, caratteristica del pensiero computazionale, contribuisce alla costruzione delle competenze matematiche, scientifiche e tecnologiche, ma , come sottolineano le Nuove Indicazioni Nazionali, contribuisce anche allo sviluppo dello spirito di iniziativa e al potenziamento delle competenze linguistiche.

Si tratta sostanzialmente di educare gli studenti al pensiero logico e analitico diretto alla soluzione di problemi. Impiegandolo in contesti di gioco educativo (es. la robotica), evidenzia maggiormente le proprie potenzialità, perché l’alunno ne constata immediatamente le molteplici e concrete applicazioni.

FINALITÀ E APPLICAZIONI

In base a quanto stabilito nelle Indicazioni 2012 e ribadito nelle Nuove indicazioni Nazionali, risulta indispensabile aiutare gli studenti ad acquisire, alla fine del primo ciclo di istruzione, una prima elementare padronanza del coding e del pensiero computazionale con l’obiettivo di “governare le macchine e comprendere meglio il loro funzionamento”.

Si tratta di competenze importanti per le possibili applicazioni nei diversi ambiti disciplinari e per la realizzazione di progetti in diversi contesti nei quali gli studenti potranno trovarsi ad operare.