Vaccini, Tar Brescia annulla esclusione bimbo dal nido

da Il Sole 24 Ore

Vaccini, Tar Brescia annulla esclusione bimbo dal nido

Il Tar di Brescia ha accolto l’istanza dei genitori di un bambino senza copertura vaccinale escluso dalla frequentazione dell’asilo comunale di Lovere (Bergamo) e ne ha autorizzato il ritorno a scuola fissando la trattazione collegiale per la Camera di Consiglio del 4 aprile. Intanto a Rovigo sono 98 gli “under 17” che non sono vaccinati e non lo saranno per decisione irremovibile delle loro famiglie. Nella Usl 5 del capoluogo, in ogni caso, la copertura dell’azienda supera il 95%.

Le contestazioni del Municipio
Nel caso di cui sopra il municipio aveva contestato la «mancata presentazione entro il termine del 10 marzo della documentazione rilasciata dalla Asl, attestante di aver presentato alla medesima Azienda la richiesta di effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie previste dalla legge, in base al piano vaccinale; ovvero la mancata presentazione della documentazione attestante l’esonero della stessa».

La replica dei genitori
I genitori invece hanno sostenuto di essere in regola avendo presentato il 7 settembre 2017 «al fine di ottemperare alla normativa vigente in tema di copertura vaccinale e di consentire pertanto al proprio figlio di poter frequentare l’asilo nido», la richiesta inoltrata a mezzo lettera raccomandata all’Asl «al fine di sostenere un colloquio inerente l’obbligo vaccinale introdotto».
«Sostengono – spiega il loro avvocato Omar Cantaluppi – che l’obbligo di documentare le avvenute vaccinazioni entro il 10 marzo sia del tutto illegittimo, e che debba essere rivolto solo alle famiglie che hanno dichiarato con autocertificazione la copertura dei propri figli».

La decisione del Tar: esclusione sospesa
Il Tar, valutate le ragioni del pregiudizio rappresentate dall’«impossibilità per il minore di frequentare l’asilo, dal quale è stato escluso dopo 8 mesi di frequenza e ad inserimento intervenuto», ha provvisoriamente sospeso la misura, lasciando spazio alla successiva disamina del ricorso, che consentirà di fare chiarezza sulla correttezza delle linee guida dettate dal Miur, Ministero della Salute e Regione Lombardia.

Procedure semplificate
Quanto scritto nella legge 119 del luglio 2017, che ha reintrodotto l’obbligo di profilassi per 10 vaccinazioni ai fini della frequenza scolastica, resta confermato dalle circolari Miur-ministero della Salute prodotte in questi mesi di dialogo continuo con le Regioni, per scongiurare il rischio-caos. Nelle Regioni con anagrafe vaccinale informatizzata che abbiano deciso già da quest’anno di aderire alla procedura semplificata che consente lo scambio di dati tra Asl e istituti scolastici, i genitori non dovranno fare nulla: saranno le scuole a inviare entro il 20 marzo, agli irregolari, una comunicazione scritta. Al momento hanno aderito al “fast track” Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Trento, Bolzano, Liguria, Valle d’Aosta e Sicilia. Entro dieci giorni dalla ricezione, i genitori di queste regioni sono chiamati a presentare la documentazione che attesti la vaccinazione, l’eventuale esonero o anche la prenotazione dell’appuntamento presso il centro vaccinale.

L’iter “classico”
Vale sempre l’iter “classico”, previsto dalla legge nelle Regioni che non abbiano ancora attivato l’anagrafe vaccinale informatizzata o che, pur avendola, abbiano deciso di non applicare la procedura semplificata: la presentazione entro il 10 marzo della documentazione che provi anche soltanto la prenotazione presso l’Asl in questo caso spetta alle famiglie e costituisce requisito per poter continuare a frequentare fino alla fine dell’anno scolastico i servizi educativi per l’infanzia, incluse le scuole private non paritarie.