«Per il Piano scuola digitale già spesi 618 milioni di euro»

da Il Sole 24 Ore

«Per il Piano scuola digitale già spesi 618 milioni di euro» 

«Per il piano scuola digitale abbiamo già speso 618 milioni, su circa un miliardo di risorse programmate: sono state finanziate varie azioni, dalle biblioteche innovative agli atelier creativi, al piano laboratori, passando per ambienti per la didattica digitale, pc, tablet, lim. Certo, c’è ancora molto da fare, specie sul cablaggio degli istituti e la connessione internet, molto diversa da territorio a territorio. C’è l’impegno a fare di più: puntiamo a trasferire best practice sul territorio, a disseminare le azioni del Piano nelle singole realtà territoriali, stiamo promuovendo la formazione dei docenti e competizioni tra studentesse e studenti per diffondere i temi dell’innovazione didattica e digitale accompagnate da uno sviluppo delle competenze di Imprenditorialità digitale e cittadinanza globale. Un esempio? Stiamo organizzando “hackathon nazionali”, che, partendo da un tema principale, propongono sfide concrete che gli studenti coinvolti cercano di risolvere, ricercando e progettando soluzioni, creando modelli e ideando prototipi con l’ausilio di tecnologie digitali». A due anni di distanza dalla definizione del piano nazionale per la scuola Digitale, adottato il 27 ottobre del 2015, Scuola24 ha incontrato il direttore generale per l’innovazione digitale, Simona Montesarchio, che annuncia anche una primissima novità: il Miur ha appena firmato con il commissario generale di sezione per l’Italia per Expo 2020 Dubai un protocollo per lo sviluppo di una collaborazione scientifica, culturale e didattica volta alla progettazione e diffusione di percorsi formativi e didattici a carattere innovativo.

«A fronte di uno stanziamento triennale di circa un miliardo di euro, abbiamo finora impegnato e speso 618 milioni – spiega Montesarchio -. Tra le varie azioni ci sono i fondi per 1000 scuole che hanno presentato progetti per le “Biblioteche innovative”, quelli per le scuole del primo ciclo che hanno progettato gli “Atelier creativi”, altri finanziamenti, circa 60 milioni, per i partenariati formati da scuole e attori del territorio, dove gli istituti, in primis i tecnici e i professionali, hanno implementato spazi altamente tecnologici, per fare alternanza e per arrestare la dispersione, e altri fondi con cui, grazie al supporto di scuole di riferimento, abbiamo finanziato progetti nazionali ad alto livello innovativo”.

Il Miur si considera molto soddisfatto dello stato di avanzamento della programmazione Ue. Considerando l’intera dotazione finanziaria della programmazione Pon 2014-2020 pari a 3.019.300.000 euro (Pon Fse: 2.158.437.000 euro; Pon Fesr: 860.863.000 euro), sono già finalizzati in soli tre anni tutta la quota Fesr, utile per progetti di carattere infrastrutturale delle scuole (laboratori ed edilizia scolastica). «In quest’ultima settimana – aggiunge Montesarchio – abbiamo anche pubblicato la seconda edizione dei bandi per le competenze di base e per l’inclusione per un importo di ulteriori 280 milioni che si aggiungono al piano lanciato lo scorso anno in 10 azioni, pari a 840 milioni, e siamo pronti a lanciare la seconda edizione del bando alternanza scuola-lavoro per il prossimo anno scolastico, che avrà un valore complessivo di circa 100 milioni. L’elemento di novità rispetto al passato è stato aver esteso la programmazione all’intero territorio nazionale con quantità finanziarie diversificate e proporzionali al livello di sviluppo delle regioni». In particolare il territorio è risultato diviso tra regioni meno sviluppate (Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia) a cui è stato assegnato il 70% dei fondi Fse e Fser , regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna) a cui è stato assegnato il 45% e le regioni più sviluppate (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio) che hanno assorbito la rimanente fetta.

Tornando al piano Scuola digitale, dai dati ricavati dall’Osservatorio per la scuola digitale a cui hanno recentemente risposto (non c’era obbligo) il 56,87 % delle scuole, risulta che più del 90%, sia al primo ciclo che al secondo, utilizza il registro del docente. Anche il parametro dell’uso della connettività nella didattica ha dato un discreto feed back: il 95% delle scuole del primo ciclo che hanno risposto usa la connessione Internet per la didattica, percentuale che sale al 98 % nel secondo ciclo. «Ma sappiamo che non è sufficiente possedere la tecnologia o la rete Internet per realizzare una concreta “didattica digitale” in aula – evidenzia il dg del Miur -. Pertanto abbiamo deciso di promuovere e sostenere azioni dirette a favorire la più ampia e capillare diffusione dei processi di innovazione digitale in tutte le istituzioni scolastiche presenti sul territorio nazionale. Lo abbiamo ipotizzato promuovendo competizioni volte a diffondere i temi dell’innovazione didattica e digitale accompagnate da uno sviluppo delle competenze di imprenditorialità digitale e di cittadinanza globale. Abbiamo, ad esempio, organizzato hackathon nazionali, che, partendo da un tema principale, propongono sfide concrete che gli studenti coinvolti cercano di risolvere, ricercando e progettando soluzioni innovative, creando modelli e ideando prototipi con l’ausilio di tecnologie digitali. Un hackathon di successo è stato, ad esempio, dedicato al tema dell’acqua, come elemento chiave dello sviluppo sostenibile; altri al cibo, al tema adolescenziale o alla musica. Ma una metodologia didattica innovativa interessante che abbiamo sperimentato con successo è stata quella delle simulazioni internazionali come “YounG7” di maggio dello scorso anno a Catania organizzata nell’ambito degli eventi previsti sotto la Presidenza Italiana del G7, o il Model Agenda 2030 in occasione dell’iniziativa nazionale dedicata al Piano nazionale per la scuola digitale dello scorso gennaio a Bologna. L’idea è ora quella di diffondere sul territorio le azioni legate alla didattica innovativa e digitale. A tale scopo abbiamo deciso di lanciare la sfida a 24 scuole su tutto il territorio nazionale. Tutte le 24 scuole hanno raccolto la sfida e da aprile a settembre replicheranno, iniziative locali sui temi dell’innovazione didattica e digitale, diffonderanno le buone pratiche, mostreranno le loro esperienze sul digitale, promuoveranno hackathon regionali o provinciali, coinvolgendo il territorio, attivando sinergie e contaminando tutte le altre scuole con lo scopo di diffondere i temi dell’innovazione didattica e digitale».

«Siamo appena tornati da Dubai – prosegue Montesarchio – dove una delegazione di 50 tra docenti, studentesse e studenti, già vincitori, nei mesi scorsi, di hackathon e altre competizioni di idee promosse dal Miur sui temi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, ha partecipato al Global education & skills forum, un’iniziativa della Varkey fondation che da anni supporta l’innovazione didattica attraverso i suoi programmi e iniziative – tra cui il Global teacher prize. I docenti hanno seguito con interesse i workshop organizzati nell’ambito del Forum, mentre le studentesse e gli studenti hanno potuto partecipare a varie competizioni tra cui simulazioni delle Nazioni unite e #Solveathon, un hackathon sulle sfide globali e, in particolare, sui temi dell’educazione, organizzato dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston. Proprio in quest’ultima competizione 4 nostri studenti, si sono distinti classificandosi al secondo posto e guadagnandosi probabilmente la possibilità di partecipare alla prossima gara internazionale del Mit, in programma ogni anno a Boston».

Proprio a Dubai, inoltre, il Miur ha incontrato Paolo Glisenti, il Commissario generale di sezione per l’Italia per Expo 2020 Dubai, che coordinerà e organizzerà la presenza italiana all’Esposizione universale 2020 di Dubai. Ha parlato a tutti i docenti e alle studentesse e agli studenti anticipando loro il tema di Expo 2020 Dubai che sarà “Connecting minds, creating the future” (Connettere le menti, costruire il futuro). A tal proposito il capo dipartimento, Carmela Palumbo, ha recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa con Paolo Glisenti, attraverso cui le parti si impegnano ad una collaborazione scientifica, culturale e didattica volta alla progettazione e diffusione di percorsi formativi e didattici a carattere innovativo in aderenza al tema di Expo 2020 Dubai, indirizzando, per quanto possibile, i prossimi appuntamenti nazionali legati al Pnsd negli anni scolastici 2017-2018 e 2018-2019 anche allo sviluppo di progetti di didattica innovativa legati alla partecipazione all’Esposizione universale di Dubai 2020. «La creatività e la didattica innovativa rappresentano infatti – conclude Montesarchio -. due temi importanti in vista della prossima Esposizione universale, dove vorremmo portare le nostre studentesse e i nostri studenti, non solo come spettatori, ma come protagonisti consapevoli di un processo di cambiamento che sta investendo la scuola italiana».